Playing the History

Marco Lo Muscio, John Hackett, Carlo Matteucci         

                                              

 

Playing The History è un progetto musicale nato dall’amore per la musica progressive di Marco Lo Muscio (organo e piano), John Hackett (flauto) e Carlo Matteucci (basso e chitarra acustica). L’idea di base era quella di scegliere i brani prog più rappresentativi, riproponendoli con nuovi arrangiamenti e con l’utilizzo di strumenti non convenzionali, come ad esempio l’organo a canne. I tre musicisti non hanno voluto copiare le melodie originali, preferendo cogliere l’essenza della musica, adattandola ai loro strumenti, dei quali sono maestri riconosciuti a livello internazionale. Il progetto si è rivelato così interessante da non passare inosservato, diversi artisti si sono uniti al progetto affascinati dalla ricerca che un album così articolato avrebbe significato.

Steve Hackett, fratello maggiore di John, ha rivisitato ben quattro dei suoi brani, nei quali suona la chitarra con la tipica maestria che lo contraddistingue. David Jackson (Sassofono), e Giorgio Gabriel (chitarre) completano la squadra scelta per le registrazioni. I concerti eseguiti in Europa hanno confermato l’interesse del pubblico per questo genere musicale, in particolare quando l’evento è stato proposto all’interno di una cattedrale. La suggestiva atmosfera tipica di una chiesa antica si è dimostrata perfetta per eseguire dal vivo questo tipo di musica, consentendo inoltre il facile utilizzo dell’organo a canne.

Vediamo più da vicino i brani di questo splendido Playing The History:

Jerusalem – 1973 – ELP. La trascrizione di Marco è più solenne rispetto all’originale. L’ascoltatore è portato a prestare maggiore attenzione ai passaggi ed alle note, come spesso accade quando l’organo diventa lo strumento solista, coinvolgendo i presenti in quell’atmosfera di raccoglimento, unica ed irripetibile.

Chatherine of  Aragon – 1973 - Rick Wakeman. Come nella canzone precedente, la potenza dell’organo a canne esplode letteralmente fin dalle prime battute, proseguendo fra virtuosismi di altissimo livello. E’ forse l’opera più nota di Rick Wakeman, ex tastierista degli Yes.

Overnight Snow – 2011 - John Hackett. Dolce melodia tratta dal recente  “Moonspinner”. Bravissimo Marco a mettersi leggermente in secondo piano, mentre Carlo arpeggia la chitarra, entrambi creano così un tappeto sonoro per valorizzare al meglio il suono del flauto di John.  

Hairless Heart – 1974 – Genesis. Steve Hackett suona la chitarra classica in questa rivisitazione di un classico dei Genesis. Sebbene già riproposta in diversi concerti acustici del chitarrista, la cristallina bellezza di Hairless Heart viene qui evidenziata dall’interazione dei musicisti che la eseguono con estrema bravura, senza mai ricorrere a virtuosismi gratuiti. 

After the Ordeal – 1973 – Genesis. Il trio prosegue con un’altra esecuzione di un pezzo dei Genesis del 1973, quand’erano capitanati da Peter Gabriel. Steve suona anche la chitarra elettrica nella seconda parte della trascrizione. Sembra d’ammirare un affresco d’epoca elisabettiana, fra il rincorrersi continuo dell’organo e del flauto, semplicemente stupendo.

Horizon – 1972 – Genesis. Malgrado questo brano, ispirato alla musica di Bach, appartenga all’album Foxtrot dei Genesis, Horizon è diventato il tredemark personale di Steve Hackett. Solo artisti del livello di Marco e John potevano interpretare questo brano con risultati così interessanti. A dimostrazione che una melodia può essere eseguita con qualsiasi strumento, purchè prevalga sempre il buon gusto ed il sentimento.

Fanfare and Lute’s Song – 1977 – Anthony Phillips. Doveroso omaggio al primo chitarrista dei Genesis. Questa versione è sapientemente sostenuta dall’intro dell’organo a canne. La potenza vibrante del suono rende palpabile l’atmosfera che idealizza la corte dei Tudor. Anthony Phillips lasciò la band dopo il primo disco per dedicarsi allo studio della musica antica, diventando un musicista di altissimo livello.

Hammer in the sand – 1980 – Steve Hackett. Omaggio alla musica di Steve Hackett. Marco arpeggia il gran piano con una delicatezza ed un’intensità tali da rendere evanescenti le note di questa struggente melodia, fra le più apprezzate dal pubblico.   

Theme One – 1971 – Van Der Graaf Generator. Esecuzione caratterizzata da un indiavolato David Jackson al sax, il quale predilige improvvisare piuttosto che eseguire la partitura in modo canonico. In tutta onestà, nemmeno la versione originale registrata dei Van Der Graaf era impeccabile. Di questa ballata composta da George Martin si avranno sempre versioni diverse e pareri discordanti, personalmente prediligo quella realizzata da Nick Magnus.

I Talk to the Wind – 1969 – King Crimson. Sognante melodia che scorre serena come le calme acque di un ruscello. Il flauto è lo strumento guida, John dimostra di possedere una grande sensibilità, e di essere uno dei più grandi flautisti viventi.

Shadow of the Hierophant – 1975 – Steve Hackett. Ennesimo omaggio a Steve Hackett. Un brano decisamente progressive, dai passaggi difficili, e dai bruschi cambi di tempo. I musicisti riescono nell’impresa spogliandolo dalla sezione ritmica, per valorizzare appieno l’armonia di questa struggente ballata medioevale.

Hands of the Priestess – 1975 – Steve Hackett. Nuova apparizione acustica di Steve a fianco di John e Marco.  I tre eseguono l’arpeggio per chitarra e flauto, mentre Marco li valorizza con ampi passaggi d'organo. Possiamo inserire Hands of the Priestess fra le armonie più sognanti dell’intero album.

Galadriel - 2010 – Steve Hackett. Questo brano viene riproposto integrandolo di diritto fra i classici del progressive.Il fatto che la partitura sia contemporanea, non la rende meno interessante di quelle originali degli anni settanta.

Galadriel’s Memories - 2010 – John Hackett.  Una melodia così immediata che la si ama fin dal primo ascolto. Galadriel's Memories è dedicata al mondo del Signore degli Anelli. In effetti l’opera di Tolkien ha ispirato profondamente alcuni artisti partecipanti a questo progetto.

Bilbo’s dream – 2010 – Marco lo Muscio.  Solo di flauto per quest’aria che descrive così bene il sogno di Bilbo. Seguire i virtuosismi flautisti di John Hackett equivale a perdersi con lo sguardo ad osservare gli uccelli volteggiare in cielo.

Visions from Minas Tirith – 2010 – Marco Lo Muscio. Con questa suite Marco dimostra di aver ben assimilato la lezione dei grandi musicisti prog. Grazie alla fulgida bellezza di Visions, l’organista romano mette in risalto le sue doti di musicista e compositore, raggiungendo il medesimo livello dei suoi collaboratori coinvolti in quest’ambizioso progetto. 

The Great Gig in the Sky - 1973 - Pink Floyd. Brano tratto dall’immortale The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, caratterizzato nell’originale dai vocalizzi di Clare Torry. In questa versione diversi strumenti si alternano per ricreare quel senso di smarrimento dell’uomo di fronte alla visione dell’universo.

In conclusione, Playing The History è un album di grande musica, di ricordi, di elaborazioni, di esperimenti. Ma soprattutto è un’opera che sottolinea la voglia di suonare proprio quella musica che ha fatto incontrare alcuni musicisti di estrazione e nazionalità completamente diverse. In questo Cd troviamo la storia della musica, l’abbiamo già fatta nostra in passato, non rimarremo delusi da queste nuove versioni, anzi, esse saranno utili per mantenerne vivo il ricordo tramandandolo alle nuove generazioni.  

Da non perdere!

Claudio Caridi 

 

 

 

Full Track List

1. Jerusalem – Emerson, Lake & Palmer/Parry
2. Catherine of Aragon - Rick Wakeman
3. Overnight snow - John Hackett
4. Hairless Heart - Genesis
5. After the ordeal - Genesis
6. Horizons - Genesis
7. Fanfare and Lute’s Chorus - Anthony Phillips
8. Hammer in the sand - Steve Hackett
9. Theme One - Van der Graaf Generator/Martin
10. I talk to the wind - King Crimson
11. Shadow of the Hierophant - Steve Hackett
12. Hands of the Priestess - Steve Hackett
13. Galadriel - Steve Hackett
14. Galadriel’s Memories - John Hackett
15. Bilbo's Dream - Marco Lo Muscio
16. Visions from Minas Tirith - Marco Lo Muscio
17. The Great Gig in the Sky - Pink Floyd

 

Credits

Marco Lo Muscio - Pipe Organ, Piano, Mellotron
John Hackett - Flute
Carlo Matteucci - Bass, Guitar

With Guests

Steve Hackett - Guitar on tracks 4, 5, 12, 13
David Jackson - Sax on tracks 9 & 17
Giorgio Gabriel - Guitar on tracks 1, 10, 11, 14, 17