Scala difficoltà su ghiaccio

Come tutte le volte che ci si prova dare una scala delle difficoltà la cosa è ardua, spesso si incontrano varie opinioni e di conseguenza varie valutazioni. Nella "Bibbia" del ghiaccio di G.C.Grassi la descrizione degli itinerari è effettuata secondo la scala francese riguardo all'impegno globale, in gradi per i singoli passaggi e ogni relazione è corredata di note per l'autore significative. Io mi trovo bene con questo tipo di descrizione, ma sembra oramai che non sia più utilizzata. Uniformare le difficoltà e catalogare gli itinerari con delle lettere o dei numeri è da parte mia come un appiattimento del rapporto tra montagna e uomo. E' impossibile descrivere una salita senza includere emozioni e senzazioni, ma forse entriamo troppo nel soggettivo. Comunque sia la scala attualmente adottata per classificare le difficoltà su ghiaccio è riportata qui sotto...

 

Impegno globale

Questa valutazione è riferita all’impegno della salita e tiene conto della lunghezza, della continuità, dei rischi oggettivi, della difficoltà dell’avvicinamento e della discesa, dei pericoli oggettivi.

I. Salita breve, vicina alla strada, con soste attrezzate e discesa facile. Non presenta un impegno particolare.

II. Una o due lunghezze vicino alla strada, discesa su terreno facile. Pochi pericoli oggettivi.

III. Itinerario di più tiri, che richiede qualche ora di arrampicata, oppure con lungo avvicinamento a piedi o con gli sci. Richiede una buona conoscenza dell’ambiente invernale. Soste di salita non attrezzate. La discesa si effettua generalmente in corda doppia lungo la linea di salita.

IV. Lungo itinerario di più tiri in ambiente che richiede qualità alpinistiche ed esperienza di avvicinamenti invernali. Può essere esposto a pericoli oggettivi quali valanghe, caduta di ghiaccio e sassi. Discesa con difficoltà e calate da attrezzare.

V. Itinerario molto lungo, con più lunghezze consecutive di difficoltà elevata, che richiede un grande impegno. Presenza di pericoli oggettivi, discesa impegnativa. Poche ripetizioni.

VI. Itinerario estremamente lungo ed in ambiente isolato, difficilmente ripetibile in giornata. Problemi logistici di avvicinamento, discesa o per un’eventuale ritirata. E’ il grado assegnato ai più difficili itinerari di ghiaccio sulle Alpi e nel mondo.

VII. Itinerario come il precedente, ma con ampiezza e continuità delle difficoltà ancor maggiori.

Esistono solo poche salite di ghiaccio con questa valutazione.

 

Difficoltà tecnica

Questa valutazione è riferita alla difficoltà tecnica della lunghezza di corda e tiene conto dell’inclinazione, della continuità del tiro, della conformazione e spessore del ghiaccio e della sua proteggibilità.

1. Ghiaccio con pendenza modesta e che non presenta particolari difficoltà.

2. Lunghezza di corda intorno ai 70° con ghiaccio buono e facilmente proteggibile.

3. Lunghezza di cordacon tratti fino 80° , ma che presenta punti di riposo ed un ghiaccio spesso e compatto. Soste comode e facilità di protezione.

4. Lunghezza di corda abbastanza continua e quasi verticale oppure una sezione verticale non molto lunga. Buona qualità del ghiaccio e protezioni soddisfacenti.

5. Lunghezza di corda continua e quasi totalmente verticale, ma con ghiaccio discreto, o un tiro meno continuo ma con ghiaccio difficile. Protezioni discrete.

6. Lunghezza di corda molto sostenuta e senza punti di riposo. Ghiaccio difficile, con tratti anche strapiombanti, e conformazione che richiede un’elevato livello tecnico. Protezioni difficili da posizionare e spesso di dubbia tenuta.

7. Lunghezza di corda come la precedente, ma con ghiaccio estremamenteprecario e difficile. Protezioni molto scarse o impossibili.

Vengono inoltre utilizzate la lettera "X" per indicare strutture particolarmente fragili e la "R" per il ghiaccio sottile.

 

 

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