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4.1 Spit e fix

A.Vanin, "Il materiale SPIT", Speleologia, n. 1 (1979) p. 29-33
G. Guerriero, "Una questione alla volta: vecchi e nuovi fix", Speleocai, N. 3 (1991) p. 19-21
F.LoMastro, "Riflessioni fantastiche e non intorno al tassello ideale", Speleologia, n. 29 (1993) p. 78-80.
F.LoMastro, "Prove pratiche di realizzazione di un tassello estraibile", Speleologia, n. 30 (1994) p. 104-105
F.LoMastro, "Evoluzione del tassello estraibile", Speleologia, n. 31 (1994) p. 71.
http://www.cavepage.magna.com.au/cave/SRTrig.html Rigging for Alpine SRT
http://web.ukonline.co.uk/memebers/andy.mccarron/cncc/cncctech.htm
http://nerve-net.zocalo.com/jg/c/pubs/Anchors/ J.H.Ganter, W.K.Storage, "Artificial rigging anchors for the present and future", NSS News, n. 48 (1990) p. 120-128
http://nerve-net.zocalo.com/jg/c/tech/PermRigging/default.htm B.Schwartz, "Project caving and permanent rigging", 1999

4.1.1 Spit


Spit Gli spit sono tasselli (caviglie) ad espansione autoperforanti. Sono prodotti industriali per carpenteria e esistono vari produttori. Il nome completo di quelli della SPIT e` Spit Roc MF8, "M" indica che sono fatti per inserzione manuale, "8" e` il diametro del bullone. Ci sono anche i PF8 da inserire con il perforatore: forse con l'uso sempre piu` comune del trapano questi soppianteranno gli MF8.

Vengono inseriti nella roccia scavandoci prima un foro, mediante lo spit stesso: questo e` infatti dotato di dentini che servono per frammentare la roccia. Quando il foro e` fatto si inserisce lo spit con un opportuno conetto in punta: questo espandendo lo spit lo blocca nel foro.

Il conetto deve essere adeguatamente dimensionato da espandere lo spit. A questo proposito, ricordiamo che i coni Hilti sono piu` lunghi e stretti dei coni Spit, e non vanno bene per niente con i tasselli Spit. In effetti vanno poco bene persino coi tasselli Hilti.


Ancoraggio Il primo spit deve essere messo in una posizione assolutamente sicura: da esso partira' il corrimano che porta al pozzo. Durante l'armo questo deve essere doppiato su un chiodo o su un armo naturale. Si puo' usare anche un armo naturale al suo posto. Il secondo spit e' lo spit di armo del pozzo. Viene messo alla partenza del pozzo, in modo che la corda scenda da esso senza toccare la roccia: per verificare cio' si lascia cadere un sasso dal posto in cui si vorrebbe metterlo per vedere quanto potra' essere il tiro di corda. A volte cio' non e' possibile, e bisogna mettere un altro spit poco dopo, subito sotto. Bisogna sempre armare verso il basso: la serie degli ancoraggi deve essere in discesa, la corda deve sempre scendere. Se lo spit e` troppo alto si lascia una gassa lunga in modo che la serie dei nodi sia in discesa (figura).

Il tempo di caduta di un sasso da` anche una stima approssimata della profondita` del pozzo (v. App. 4.C. Una formula valida per pozzi da 25 a 100 metri e`

P [metri] = 25   t [sec] - 40

La lunghezza dell'ansa di corda sopra il nodo dipende dal frazionamento. In genere si fa corta; quanto basta perche` il discensore si scarichi del peso in discesa. Durante l'armo, dopo aver posizionato il moschettone, ci si appende a questo con la longe (corta) e si fa scorrere la corda nel discensore finche` questo non si scarica. Poi si fa il nodo sulla corda e lo si mette nel moschettone. A questo punto si risale (con gli atrezzi se necessario) sulla corda per scaricare il moschettone dellarmo del peso, e lo si chiude con la ghiera. Chiudendola quando e` in tensione si rischia di chiuderla troppo e bloccarla. Poi si riprende la discesa. Se necessario si puo lasciare una ansa lunga per facilitare il passaggio del frazionamento. Questa infatti puo essere usata come appoggio per il ginocchio per tirarsi su` e staccare la longe.

La lunghezza dell'ansa dei frazionameni dovrebbe variare tra 50 e 150 cm.

I criteri principali nella scelta delle posizioni degli spit sono:


Spittare In genere gli spit devono essere distanti almeno una spanna dai bordi delle placche di roccia, e fra di loro. Prima di mettere uno spit si prova la qualita` della roccia col martello fino a trovare della roccia buona: la roccia marcia ha in genere un suono ottuso. Eventualmente si lavora la roccia con la becca per rimuovere eventuale roccia superficiale poco consistente e per spianarla perche` la piastra deve appoggiare bene alla roccia.

Per verificare che la corda scenda senza sfregare si lascia cadere un sassolino dal punto in cui si vorrebbe spittare e si vede se sbatte contro la roccia o meno. Prima del punto in cui il sasso rimbalza contro la roccia dovremo pensare ad un frazionamento (se non siamo gia` in fondo al pozzo). In realta` questa regola e` approssimata: bisogna tener conto pure dello scostamento dalla verticale dovuto allo speleologo durante la risalita e la discesa. Questo fattore permette di fare brevi tratte d'armo, soprattutto nei corrimano e vicino alle partenze, tuttaltro che verticali in quanto la corda e` mantenuta discosta dalla roccia dalla naturale posizione dello speleologo.

C'e` una altra regola. Prima di mettere uno spit bisogna pensare a dove andra` anche il prossimo (se possibile). In genere un armo di un pozzo non e` una sequenza di ancoraggi scollegata, ma gli ancoraggi devono essere "pianificati" come una successione di punti che soddisfano i criteri sopra esposti. Naturalmente non e` possibile pensare all'intero armo di un pozzo lungo. E` tuttavia importante pensare almeno allo spit successivo, a come si verra` a disporre la corda, e a frazionare quando e` il momento. Queste son tutte cose che si perfezionano con la pratica.

All'inizio si martella leggermente per formare l'imbocco del foro senza svasare troppo questo. Un foro troppo svasato (oltre 2 mm) riduce drasticamente la tenuta dello spit (circa 50% in meno a 4 mm). Inoltre bisogna girare costantemente il piantaspit in modo che i dentini dello spit frantumino la roccia poco a poco, e pulire frequentamente dalle polveri, sia lo spit battento sul piantaspit in aria, sia il foro soffiandoci dentro (magari con la pompetta!). Il foro deve risultare un paio di millimetri piu' profondo dello spit, in modo che inserendo il cono ed espandendo lo spit questo non sporga dalla roccia. Meglio un millimetro in dentro che uno in fuori. Uno spit che fuoriesce di 2 mm ha il carico di rottura ridotto del 20% (circa 1600 Kgp), uno che rientra di 2 mm mantiene il carico di rottura.

Il foro dovrebbe risultare perpendicolare alla parete, ma va bene (anzi meglio) anche se e` leggermente inclinato (dieci gradi al piu`) verso il basso, cioe` ad uscire. La superficie intorno allo spit puo' essere resa un poco liscia (per favorire il fissaggio della piastra) scalpellandola con un altro spit (Figura).

Spittare non e` difficile, ma e` facile farlo male e stancarsi subito. Il piantaspit deve essere impugnato saldamente e premuto contro la roccia altrimenti l'energia del colpo del martello non si trasmette completamente alla punta dello spit. (Lo stesso principio vale quando si usano mazza e punta per rompere la roccia nelle disostruzioni).
Quando si da` il colpo con il martello, al momento che la massa battente raggiunge il piantaspit il muscolo deve essere disteso, decontratto.

Molto importante: quando si espande lo spit bisogna controllare che nella roccia non si formino crepe. Se cio` succede lo spit non e` affidabile. Se ritieni che per qualche motivo lo spit non e` ben messo (roccia crepata, suono sordo, spit troppo in fuori o in dentro, cono non espanso bene, ...) devi martellarlo a tal punto da renderlo chiaramente inutilizzabile, per evitare che ignari speleologi che verranno dopo di te lo usino credendolo buono.

E` molto pericoloso quando la piastra non appoggia bene alla roccia e lo spit deve lavorare a taglio. Il bollone tende a lavorare a flessione invece che a trazione e risulta piu' debole.

A volte occorre allontanare il moschettone dalla piastra poiche` la corda sfregherebbe se questo fosse inserito nella piastra, per esempio quando si mette lo spit in una rientranza della parete (poiche` la roccia e` buona solo li`). In tal caso bisogna separare il moschettone dalla piastra mediante un anello di fettuccia (o cordino), in modo che la corda non sfreghi sulla roccia. Se abbiamo un anello troppo lungo, si puo` fare un doppio anello. Se non abbiamo l'anello di fettuccia, ma abbiamo dei moschettoni si puo` fare una catena di moschettoni (o maglie rapide): due o tre sono di solito sufficienti.

In caso di armi permanenti si utilizza invece una catena. Resiste molto meglio allo sfregamento contro la roccia. Le catene hanno pero` alti carichi di rottura ma bassa elasticta`, pertanto bisogna fare attenzione a contenere il fattore di caduta. Se la catena collega due piastrine, una delle quali e` di sicura all'altra, esse devono essere posizionate uno sopra l'altra con la catena abbastanza tesa, in modo da ridurre il fattore di caduta in caso di cedimento della piastra inferiore.


Ripartitore di carico Un anello di fettuccia (o di corda) risulta utile quando si vuole attaccare un armo a piu` ancoraggi distanti, e non si vuole ricorrere al nodo a coniglio. In questo caso bisogna fare attenzione a ritorcere una spira (in genere quella "esterna") in modo che se un ancoraggio cede il moschettone (con cui la corda e` attaccata all'anello) non fuoriesce dall'armo (figura) [FIXME ...].

Una osservazione: dove tenere il cono mentre si pianta lo spit? Se non ci si trova in un posto comodo dove si possono appoggiare i materiali in giro, ma si e` appesi ad una parete magari tesi in fuori in un armo difficile, quando si prepara lo spit si prende anche il cono e si puo` tenerlo in bocca mentre si pianta lo spit. Unico inconveniente sputarlo mentre si soffia per liberare il foro dalle polveri.

Tasselli ben messi restano affidabili per anni (comprovato per almeno sette anni). Cause di deterioramento sono l'usura dei filetti, la ruggine, e l'accumulo di materiale (fango e sassolini) all'interno.

Dato che il trapano e` ormai entrato in uso corrente in grotta ricordiamo che non si puo` fare un foro per spit col solo trapano poiche` il fondo del foro non risulta piatto, e conseguentemente il cono non puo` entrare completamente nello spit. Quindi non si ha una espansione completa del tassello e ne risulta una minor pressione di tenuta. Questa non incide tanto sulla forza a taglio, che resta perlopiu` invariata, quanto su quella ad estrazione che si riduce (del 26%, a circa 2200 Kgp).

4.1.2 Armi naturali


Ancoraggio Infine puo` accadere di essere particolarmente fortunati e trovare un armo naturale, uno spuntone o una clessidra di roccia salda cui attaccarsi. In genere e` difficile perche` raramente sono nella posizione giusta; quando capita si metta un anello di fettuccia attorno alla roccia e si attacca la corda a questo anello (con un moschettone o direttamente). Spesso gli armi naturali sono usati per doppiare il primo spit nei corrinami o per assicurare un armo.

Quando si esegue un armo naturale con una gassa di corda su uno spuntone di roccia oppure su una concrezione, si puo` cercare di impedire lo sfregamento della corda utilizzando un nodo parlato: la corda viene avvolta attorno all'armo con due spire in modo che i due capi prima di uscire sono bloccati da una spira (Figura).

Nota che quamdo usi un anello di fettuccia questo deve circondare lo spuntone di roccia e possibilmente fare un giro completo attorno ad esso.

4.1.3 Fix

Quando si arma col trapano si possono mettere i fix al posto degli spit. I fix sono tasselli provvisti di un manicotto per bloccarli nel foro. Sono disponibili in varie misure; le piu` usate sono da 8 mm. I fix da 6 mm non sono sicuri: hanno carichi di rottura troppo ridotti anche se fatti con acciaio inox.

Anche questi sono costruiti da vari produttori. Quelli di SPIT si chiamano Spit Fix M8. Ci sono fix fatti di acciaio piu` morbido di quello degli spit, e fix inox, di acciaio migliore, quasi comparabile a quello degli spit. Usare solamente fix di acciaio inox. Quelli di acciaio non inox si ossidano invecchiando e possono rompersi. Prima di usare un fix precedentemente posizionato bisogna verificarne la tenuta, martellandolo leggermente in modo che entre nel foro alcuni millimetri, e quindi mettendolo in trazione stringendo il dado. Se il gambo e` ossidato dovrebbe cedere.

Usare fix con il filetto fuso e non tornito, poiche` sono piu` resistenti.

Per posizionarli, prima si saggia la roccia con la mazzetta, e la si spiana eventualmente con la becca: la piastra deve appoggiare bene alla roccia come quando si mettono gli spit. Si esegue un foro col trapano, profondo almeno quanto il fix (si puo` segnare la lunghezza con un poco di vernice sulla punta del trapano). In tal modo, se il fix non risulta affidabile, lo si puo` conficcare completamente nel foro, evitando rischi che qualcuno lo usi inavvertitamente. Si inizia trapanando senza percussione per non svasare il foro, poi dopo qualche millimetro si procede a percussione. Evitare di allargare il foro con movimenti impropri della punta: il foro deve avere il diametro giusto altrimenti il fix gira nel foro e il manicotto non fa presa sulla roccia.

Si inserisce il fix (gia` provvisto di piastra e dado) nel foro battendolo leggermente con la mazzetta. Quindi si serra il dado, con una coppia di 2 Kgm. Se si applica una coppia inferiore il dado non risulta ben stretto e si allenta, compromettendo la tenuta del fix a causa del lavoro a flassione del gambo. Con una coppia superiore a 4 Kgm si rischia di rompere il gambo filettato del fix. La parte filettata deve restare inserito almeno 7 mm (meglio se resta di piu`). Se il fix viene estratto troppo serrando il dado e` inservibile.
Qualcuno suggerisce di mettere prima il fix da solo, con rondella e dado, stringere il dado in modo da espandere il fix, poi togliere il dado, inserire la piastra e rimettere il dado stringendolo.

Sui fix si possono mettere anche gli anelli. Dato che questi sono piu` spessi delle piastre occorre utilizzare fix con gambo lungo. Inoltre bisogna inserire e bloccare prima il fix da solo, poi togliere il dado e mettere l'anello. Questa operazione e` piu` laboriosa che non il posizionamento del fix con piastrina. Pertanto per le risalite si usano fix con piastre (d'acciaio, perche` quelle in lega non sono sicure ad estrazione).
[FIXME IN REALTA` POI USIAMO QUELLE IN LEGA]

I fix possono presentare un problema negli armi fissi poiche` se il foro si amplia (per la roccia non abbastanza consistente, per manovre di progressione improprie, per i continui armi e disarmi) il fix puo` perdere parte della sua tenuta. Pertanto armi permanenti con fix richiedono maggiore manutenzione che non quelli con spit.

Ulteriori informazioni si fix si trovano nella Sez. 9.1.


4.1.4 Fittoni resinati


Fittone I fittoni resinati sono chiodi con la testa ad anello che vengono incollati dentro un buco scavato nella roccia. Utilizzare solo fittoni d'acciaio fabbricati a stampo (quelli fatti per fusione potrebbero avere difetti interni non visibili all'esterno). Dati i notevoli tempi di attesa per l'asciugatura della colla il loro uso in grotta ci sembra alquanto inappropriato. Sono pero` adatti per armi esterni dato che resistono alle variabili condizioni atmosferiche (pioggia, gelo, etc.) molti piu` anni degli spit. Dunque anche lo speleologo puo` ricordarsi di ricorrere ai fittoni resinati se deve armare in modo permanente un accesso esterno ad una grotta che si apre in parete.


I vantaggi dei fittoni sono


Gli svantaggi sono

I fittoni potrebbero rivelarsi migliori di spit e fix nel caso di roccie poco compatte, poiche` essi vengono incollati alla roccia e la tenuta avviene per adesione invece che per l'attrito dovuto all'espansione del cono. La forza di adesione delle resine utilizzate e` superiore a 200 Kg/cm2.

I fittono resinati sono chiodi col gambo di 10 o 14 mm di diametro, e terminanti con un anello cui si attacca il moschettone d'armo. Per posizionarli si toglie la roccia friabile superficiale, e si scava un buco di diametro 12 mm (due piu` del chiodo) e profondo 7 cm, oppure da 16 mm e profondo 10 cm, rispettivamente per i fittoni da 10 o da 14 mm. Si pulisce bene il foro, soffiandoci aria (anche con la peretta) o cun uno spazzolino rotondo. La polvere che resta nel foro riduce l'incollamento con la roccia.

Si inserisce della speciale resina epossica nel foro fino a meta` di questo, senza lasciare bolle d'aria. La resina e` disponibile in tre formati: cariche per pistola (tipo la pistola per il silicone), componenti da miscelare (come le colle speciali a due componenti: base e induritore), fiale gia` preparate (anche come dose). Le fiale vengono inserite nel foro, quindi se ne spezza il gambo. Dopo aver verificato che il gambo del fittone e` ben pulito e sgrassato lo si inserisce nel foro ben a fondo (anche a martellate) e lo si ruota su se stesso una decina di volte per assicurare una buona miscelazione della colla. L'anello deve arrivare ben dentro la roccia e la colla deve apparire in superficie. L'assenza di efflusso di colla indica che qualcosa non va bene: foro troppo profondo o colla insufficiente. Occorre togliere il fittone, aggiungere altra colla, e rimetterlo.

Posizionare il fittone in modo che lavori a trazione e non per torsione. [FIXME I fittoni resinati potrebbero avere dei problemi quando lavorano per torsione: la resina cede piu` facilmente. DA VERIFICARE !!!]

Nel caso di posizionamenti a soffitto, bisogna tenere il fittone in posizione finche` la colla non e` indurita bloccandolo con un piccolo cuneo [FIXME ???]. Per evitare che la colla esca fuori dal foro si puo` mettere una "rondella" di plastica (o camera d'aria) che viene poi tolta quando la colla e` indurita.

A questo punto bisogna aspettare che la colla indurisca. I tempi di indurimento variano col tipo di resina (per esempio, per la pistola a caricatore ci sono due tipi di resine) e con la temperatura.

Con le resine si possono utilizzare anche gambi filettati (in acciaio 8.8 o 18.8 inox) su cui si attacca una piastrina con un dado, come si fa con i fix. Il gambo viene inserito nel foro montandolo su un adattatore messo sul piantaspit [FIXME ???].

Evitare il contatto della resina con la pelle e in particolare occhi e bocca.

Temperatura 10 oC oC oC
fiale 0.5 - 1 h 2 h 2 h
pistola a
caricatore
36 h
1 h
48 h
1.5 h
-
3 h
colla a due
componenti
72 h 96 h ?



http://geocities.com/marco_corvi/caving/m_index.htm
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