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10.1 Soccorso in grotta

L.Prosperi, Il primo intervento nel soccorso in grotta, CSSN Case Ed. Conti, Bologna 1989.
R.Gozzi, "Manuale di pronto soccorso", Conv. Naz. Sez. Spleleologica Soccorso Alpino, Trieste 1970, p. 49-104.
F.Salvatori, F.Giampaoli, "Utilizzazione dell'apparecchio Dressler nel sollevamento a fune di ferito leggero con mezzi improvvisati" Conv. Naz. Sez. Spleleologica Soccorso Alpino, Trieste 1970, p. 139-141.
E.Davanzo, A.Zorn, "Sistemi di soccorso in cavita` con mezzi di fortuna", Conv. Naz. Sez. Spleleologica Soccorso Alpino, Trieste 1970, p. 129-137.
E.Lemaire, "L'influence et l'importance du froid pour les speleologues" Conv. Naz. Sez. Spleleologica Soccorso Alpino, Trieste 1970, p. 113-120.
E.Bragani, "Traumi cranici e vertebromidollari" Speleologia, n. 30 (1994) p. 33-35.
G.Lowe, "OUCC Expedition Rescue Guide" http://www.cavepage.magna.com.au/cave/res.html

Non credo di essere in grado di parlare di soccorso in grotta: non faccio parte del soccorso speleo, ne` mai mi e` capitato di essere presente ad incidenti "veramente" seri.
Riporto in questa sezione informazioni tratte dalla letteratura.

In grotta l'ambiente e` ostile (per le prestazioni di soccorso) percio` anche la minima lesione puo' risultare estremamente grave. Ci interessiamo alla prima fase del soccorso, quella sul luogo dell'incidente, prima dell'intervento del Soccorso Speleologico.
Scopi di questa fase sono:

In caso di incidente la prima cosa da fare e` non andare in panico. Riprendere il proprio controllo ed agire razionalmente. Ricordarsi che, quale che sia l'entita` dell'incidente, bisogna interrompere la spedizione e cominciare a prepararsi per far uscire dalla grotta l'infortunato.

In caso di incidente "serio" bisogna chiamare il soccorso spelelolgico. Uno o due speleologi escono subito a chiamare il soccorso. Essi devono essere pronti a fornire le informazioni necessarie: ora e luogo dell'incidente, tipo di incidente, valutazione delle condizioni dell'infortunato. Devono restare poi fuori dalla grotta a disposizione del soccorso.

Tra il momento in cui succede l'incidente e l'arrivo del soccorso passano parecchie ore, per cui sono determinanti le prestazioni di primo soccorso che i compagni riescono a fornire all'infortunato, e dalle cure prestate durante l'attesa del soccorso. In particolare e` importante che tengano sotto controllo lo stato di coscienza, la respirazione, il polso, le ferite, ... prendendo nota dell'evoluzione dello stato dell'infortunato.

10.1.1 Rimozione dell'infortunato

Per prima cosa accertarsi che l'infortunato abbia le vie respiratorie libere e respiri.

Se l'infortunato e` in una condizione pericolosa (per esempio in acqua, o appeso alla corda) bisogna toglierlo da tale posizione immediatamente, facendo pero` attenzione a muoverlo con cura, per non aggravare le eventuali lesioni.

Non essere precipitosi e muovere il traumatizzato con cautela: spostarlo come un corpo rigido, nel caso avesse lesioni alla colonna vertebrale: evitare flessioni, piegamenti, etc., attenzione soprattutto alla testa. Usare per quanto possibile l'imbrago: l'infortunato puo` essere sollevato afferrando il delta di chiusura dell'imbrago oppure afferrandolo sotto le ascelle. Posizionare a terra adeguatamente l'infortunato, togliere il casco, l'imbrago, etc. per facilitare la respirazione. Il luogo idoneo (per l'infortunato) e` asciutto, piano, aerato. Se possibile isolarlo dal terreno con indumenti, o con sacchi da grotta e corde.

Quando il ferito e` in stato di shock ma cosciente, va posizionato supino con gli arti inferiori leggermente rialzati, e coperto (posizione trendelemburg).
Se il ferito e` in stato incosciente va messo in posizione di sicurezza: posizione nato col corpo ruotato di 45 gradi, il braccio inferiore disteso dietro, il braccio superiore piegato (la mano davanti alla faccia), la gamba inferiore piegata, quella superiore stesa. Oppure posizione rautek col braccio inferiore steso verso l'alto in avanti, quello inferiore steso verso il basso in avanti, la gamba inferiore dritta, quella superiore leggermente piegata in avanti. Questa posizione si ottiene prendento polso e ginocchio (entrambi destri o entrambi sinistri) e girando il corpo tirandoli.

Se il ferito ha un trauma toracico esso va posto in posizione semiseduta, con la gambe dritte. Se ha un trauma addominale deve essere posto seduto con le gambe leggermente flesse. Quando ha un trauma della colonna vertebrale deve essere posizionato orizzontale e fermo.

10.1.2 Bilancio delle lesioni

Le lesioni dell'asse mediano del corpo (testa, collo, torace, addome, rachide) sono piu` gravi di quelle degli arti.

Occorre controllare la respirazione e la circolazione: vedere se le vie aeree sono libere e non ostruite, se il torace si espande; verificare il colore della pelle. Se l'infortunato e` incosciente bisogna sincerarsi che la lingua non cada all'indietro ed ostruisca le vie respiratorie (si puo` fare tirando leggermente la mascella in avanti). Controllare se l'aria entra ed esce dalla bocca; sentire i rumori respiratori appoggiando l'orecchio al torace, o sentire i movimenti con le mani applicate dietro ai lati del torace, tra ascelle e fianchi. In condizioni normali, a riposo, la frequenza respiratoria e` di 18-20 atti al minuto. La respirazione e` caratterizzata da ampiezza (volume d'aria inspirato), frequenza, ritmicita` (regolarita`), ed eventuali rumori.

Un colore della pelle bluastro (visibile nelle zone dove la cute e` piu` sottile: unghie, labbra, narici, orecchie) indica difficolta` respiratorie o cardiocircolatorie. Se l'infortunato sta` per vomitare, giralo su un lato per permettere al vomito di fuoriuscire. Controllare che non ne resti a bloccare la respirazione.

Se il ferito non resira bisogna fare la respirazione artificiale. Si solleva il torace mettendo qualcosa sotto le spalle. Si procede serrando le proprie labbra sopra quelle dell'infortunato e soffiandogli forte aria in bocca, tenendogli il naso chiuso. Poi gliela si fa espellere, premendo sul torace. Ripetere con una frequenza di 10/20 respirazioni al minuto, per 15/30 minuti (o fino a che` respira da solo).

Per verificare la circolazione si possono sentire i polsi, che possono essere presenti, ritmici, deboli, assenti. Il polso puo` essere sentito al collo (detto "carotoideo": si trova davanti al muscolo che scende dall'orecchio al collo, ai lati della carotide), al polso, all'inguine.
Oppure si puo` sentire il cuore appoggiando l'orecchio al torace. Confrontare con il proprio polso per avere un riferimento.

Il polso e` caratterizzato da frequenza (numero di battiti al minuto: in condizioni normali a riposo sono circa 70), regolarita` (ritmia), tensione (grado di pressione arteriosa), forza delle contrazioni cardiache, a ampiazza (durata della dilatazione). Con un po` d'esperienza si possono rilevare tutte queste caratteristiche appoggiando tre polpastrelli sull'avambraccio.

Se il cuore non batte occorre fare un massaggio cardiaco. Si procede premendo ritmicamente (esercitare una pressione di circa 5 Kg: lo sterno deve abbassarsi di 3/4 cm) sullo sterno, con una frequenza di 60/65 pressioni al minuto per 10/15 minuti, o finche` riprende a battere da solo. Spingere con le braccia tese, appoggiando una mano sulil'altra al centro dello sterno. Se occorre fare sia il massaggio cardiaco che la respirazione artificiale, se si e` in due uno fa 5 pressioni toraciche, l'altro una respirazione, e cosi` via. Se si e` da soli si alternano 15 pressioni toraciche a due respirazioni.

La peggio occasione per imparare queste tecniche e` quando servono per davvero! Meglio provarle prima quando non sono necessarie.

Poi occorre controllare lo stato di coscienza. Si distinguono cinque livelli di coscienza:

Per guardare il riflesso pupillare, valutato puntando all'occhio la lampada elettrica.
Se le pupille sono piccole e mobili (miosi) l'infortunato e` vivo.
Se sono dilatate e fisse (midriasi) e` morto.
Se una e` dilatata e l'altra no (anisocoria) e` sintomo di lesioni cerebrali, pero' l'infortunato e` vivo.

Si procede quindi all'esame del corpo. Durante questo parlare all'infortunato e, se cosciente, assicurarsi che senta le palpazioni. Annotare per iscritto le osservazioni e il risultato dell'analisi. Segnare anche l'ora, il luogo, e ogni altra informazione che possa essere poi utile (dinamica dell'incidente, azioni intraprese, ...).

Si comincia col torace, a parte la respirazione, per valutare traumi e lesioni alla gabbia toracica, chiedendo direttamente al ferito, o palpando la gabbia toracica: se c'e` dolore puo' esserci una frattura delle costole.
Lo stato degli organi interni puo` essere valutato tramite la respirazione con percussione sulla schiena: un suono grave indica polmoni con aria, un suono acuto e` sintomo di presenza di liquido nei polmoni.

L'esame dell'addome viene effettuato palpando leggermente la pancia: e` normale quando risulta morbida e molle. Per valutare i reni si da un colpo di taglio (non forte) nei fianchi: se suscita dolore c'e` una lesione renale.

L'esame del rachide (colonna vertebrale) consiste nel controllare la colonna e la mobilita` degli arti. Per l'esame della colonna vertebrale si fanno scorrere le dita su di essa: si dovrebbe sentire una serie regolare di sporgenze. Se ne manca una, se c'e` un gradino, oppure se l'infortunato avverte dolore in corrispondenza della pressione delle dita, c'e` una lesione vertebrale.

Si controllano i polsi distali e la sensibilita` delle dita. Per la mano questo e` sulla parte interna del polso, per il piede si trova fra l'alluce e il primo dito. Verificare se l'infortunato riesce ad afferrare la nostra mano con forza (chiedere sempre se avverte dolore).

Nell'esame degli arti si considerano distorsioni, lussazioni, fratture, lesioni aperte o chiuse, etc. Controllare la forza e la mobilita` degli arti: tenendo tese le braccia per alcuni secondi, o alzata una gamba a squadra.

Verificare se ci sono ferite evidenti (emorragie), escoriazioni, rigonfiamenti, ecchimosi (segni neri da fuoriuscita di sangue dai capillari).

10.1.3 Infortuni

10.1.3.1 Svenimento

Puo` essere causato dallo sfinimento. I sintomi sono pallore, freddo alle estremita`, conati di vomito, polso debole. Far distendere l'interessato sul dorso, con la testa in basso, in modo da favorire l'afflusso di sangue al cervello. Proteggere dal freddo. Quando ha ripreso coscienza somministrare bevande calde.

10.1.3.2 Shock traumatico

Lo shock e` uno stato di insufficienza del circolo circolatorio periferico. Puo` essere causato da perdite di sangue, vasodilatazione del letto capillare, insufficienza cardiaca (o da concomitanza di queste cause). Nello shoch traumatico si ha disturbo della regolazione nersova delle arteriole (vasoparalisi) e ristagno del sangue a causa del trauma. Puo` essere causato da forti emorragie, fratture ossee, lesioni delle parti molle, lesioni al torace, e fratture della colonna vertebrale.

Puo' comportare coma, asfissia, e collasso. Lo shock interviene a distanza di alcune ore dal trauma. Sintomi dello stato di shock sono: una cute sudata, pallida, e fredda; una tachicardia (aumento della frequenza del battito cardiaco: polso debole ma veloce) una tachipnea (aumento della frequenza respiratoria), e una diminuzione della pressione sanguinea. In seguito compaiono uno stato confusionale (sonnolenza) e una riduzione della diuresi.

Occorre arrestare eventuali emorragie, posizionare l'infortunato supino con le gambe leggermente rialzate (posizione trendelemburg), assicurare la respirazione, mantenere il corpo caldo. Per il dolore si possono usare analgesici (ad averceli!), in ogni caso cercare di tranquilizzare e assistere il ferito. Non somministrare liquidi, altri farmaci, e alimenti. Non servono perche` non e` in grado di assorbirli tramite l'apparato gastro-intestinale.

10.1.3.3 Emorragie

Le emorragie possono essere causate da violenti urti contro la roccia o da pietre.

Per le emorragie interne i sintomi sono pallore con labbra e dita bluastre, respirazione frequente, polso frequente, ronzii alle orecchie e oscuramento della vista, e sopore. Sono tutti segni di comparsa dello stato di shock: in tal caso posizionare l'infortunato in posizione trendelemburg, coprirlo e chiamare il Soccorso Speleologico (cosa da fare comunque ogniqualvolta un incidente e` appena appena grave!).

Per la ferite evidenti premere su di esse con una mano o qualcosa di relativamente pulito per 5 - 10 minuti, senza controllare come va. Dopo tale tempo, se continua a uscire sangue, continuare a premere. Fasciare le ferite maggiori; nel dubbio non cercare di pulirle troppo da fango o altro. Tenere la parte offesa in posizione sollevata.

Per arrestare emorragie agli arti si utilizza un laccio emostatico posto alla radice dell'arto e ben stretto (molto stretto!), cioe` posto all'ascella per il braccio e all'inguine per la gamba. Deve essere allentato ogni ora per qualche minuto.

10.1.3.4 Cranio

Il trauma cranico e` causato da urti della testa contro la roccia, da caduta pietre, o da schiaccaimento. Si distinguono vari gradi di lesione:

L'uscita di sangue dal naso non e` pericolosa se dovuta a rottura dei piccoli vasi sanguinei del naso. Lo e` invece se dovuta a lesione delle ossa, o del cranio.
L'uscita di sangue dalle orecchie e` pericolosa e sintomo di trauma.

Posizionare sdraiato sul dorso, leggermente girato su un fianco, con la testa sollevata appoggiata su indumenti. Dare bevande calde e zuccherate solo se cosciente. Tamponare emorragie con delicatezza, fare impacchi freddi sulla fronte.

10.1.3.5 Viso

I traumi del viso sono in genere causati da urti contro la roccia, e associati a forti emorragie, e possibil frattture ossee (molto dolorose). Controllare che l alingua non cada all'indietro: se e` il caso tirarla fuori afferrandola con le dita. Tamponare le emorragie e cercare di immobilizzare le fratture. Posizionare sdraiato sul fianco.

10.1.3.6 Addome

Contusioni addominali possono essere causate da imprigionamento in una frana o da macigni e pietre. In caso di lesioni interne si hanno sintomi di dolore alla pressione, pallore, spasmi periodici, polso debole, vomito, perdite di sensi. Stendere l'infortunato sul dorso con le gambe piegate. Fare impacchi freddi sul ventre. Non dare nulla da bere ne` mangiare. Chiamare il soccorso: lo stato di shock e` immananente.

10.1.3.7 Torace

Un urto violento puo` provocare una fratture di costole e anche lesioni polmonari. I traumi toracichi sono caratterizzati da dolore vivo, esacerbato da tosse, riso e movimenti. La pressione sul torace provoca dolore. La lesione polmonare e` indicata da sputo sanguigno. L'uscita di sangue dalla bocca, dovuto ai polmoni e` gravissima. Anche quando viene dall'apparato digerente e` grave. Disporre semidisteso o seduto. Se possibile fasciare in fase espiratoria (meglio se sotto il pile). Lo shock e` possibile.

10.1.3.8 Colonna vertebrale

La frattura della colonna vertebrale puo` essere causata da caduta, o da urto con un masso o altro materiale. E` caratterizzata da dolore nel punto leso, e gibbosita` al tatto. Paralisi o insensibilita` indicano una lisione al midollo. Sdraiare sul fianco e somministrare pochi liquidi.

10.1.3.9 Contusioni

Le distorsioni sono uno stiramentio o strappo dei legamenti con distacco parziale e temporaneo dalla superficie di contatto articolare. La lussazione (dislocazione) presenta anche una dislocazione elastica e resistente dei capi articolari (per esempio la spalla). Sono entrambe causate da violenza esterna, o da movimenti anomali. I sintomi sono dolore e funzionalita` limitata. Nella lussazione si ha anche deformazione. Fasciare ed immobilizzare l'articolazione. Fare impacchi freddi. Tenere in posizione semiseduta.

Nelle fratture si ha anche incapacita` motoria, possibile deformazione, rigonfiamento. Cercare di stabilire l'integrita` vascolare (possibili emorragie interne) e nervosa. Occorre trattare le eventuali emorragie. Se possible evitare la rettificazione dell'arto. Il raddrizzamento deve comunque essere fatto delicatamente e tirando longitudinalmente. Immobilizzare l'arto in modo stabile ma non troppo stretto. L'arto superiore puo` essere immobilizzato appeso al collo o fissato al torace. L'arto inferiore e` fissato a quello sano. Per lesioni al piede bisogna immobilizzare fino al ginocchio. Per il femore e l'anca bisogna immobilizzare fino in vita. Per la colonna vertebrale l'unico trattamento e` l'immobilizzazione e il trasporto.

Si possono somministrare liquidi ed alimenti.

10.1.4 Condizioni fisiche e temperatura corporea (ipotermia)

Il corpo umano ha bisogno di una tempertaura corporea di circa 37oC per svolgere le funzioni metaboliche. Questa viene mantenuta producendo calore internamente (con il metabolismo e l'attivita` muscolare) e disperdendo il calore in eccesso nell'ambiente tramite conduzione, convezione, irraggiamento ed evaporazione.

Le cause della ipotermia sono

L'ipotermia e` un fenomeno che insorge progressivamente, e la cui gravita` dipende dalla diminuzione della temperatura corporea (oltre che da altri fattori come la resistenza dell'individuo, il luogo, la possibilita` di aiuto, i mezzi disponibili, etc.). Sintomi di ipotermia sono: brivido, vasocostrizione, aumento della pressione arteriosa e del ritmo cardiaco e respiratorio.

Con una temperatura corporea di 33-35 gradi (centigradi) si ha apatia, scarso discernimento, scoordinamento della parola e dei movimenti (ipotermia lieve).
Quando la temperatura scende a 28-32 gradi si ha rigidita` muscolare, obnubilamento, confusione, respiro lento e irregolare, battito cardiaco lento, alterazione del metabolismo (ipotermia grave).
Quando la temperatura sende sotto i 28 gradi si ha rigidita` muscolare, coma, alterazione del metabolismo, e collasso cardio-circolatorio.

In caso di feriti i tempi di questi tre stati sono generalmente fino alla sesta ora, dalla sesta alla ventiquattresima ora, oltre la ventiquattresima ora.


Tenda d'emergenza Cosa fare? Ai primi sintomi di ipotermia lieve bisogne ricorre ai ripari, e cercare di evitare che si aggravi. Mettere vestiti asciutti (i vestiti bagnati disperdono calore venticinque volte piu` in fretta). Usare il telo termico, isolare l'infortunato dal suolo e dalla roccia. Scaldalo con la fiamma dell'acetilene o di una candela. Anche la bombola riscalda: mettigliela vicino. Nel caso di feriti gravi, costruire una tenda di emergenza per il ferito con i teli termici; mettere del materiale che lo isoli dal suolo (corde, sacchi, tute) e due lampade alle estremita` per riscaldare l'interno (v. figura). Non restare fermi troppo a lungo (se non si e` feriti) oppure eseguire esercizi muscolari. Bere bevande calde e zuccherate, the e/o caffe (niente alcool) e` utile, se non ci sono serie lesioni, per scaldare il corpo dall'interno. Nel caso di feriti gravi, possono essere inutili oltre che una cattiva idea perche` i liquidi non vengono assorbiti e si fermano nello stomaco.

Approfondimenti:
Ipotermia
Disidratazione e Ipotensione



http://geocities.com/marco_corvi/caving/m_index.htm
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