Avellino: una squadra, una storia

dal libro di Leondino Pescatore

1912 Così campeggia la data sul gagliardetto, ma notizie ufficiali non se ne hanno. Si dice che l'U.S. Avellino sia nata in quell'anno. Anzi il 31 agosto del 1912 con la partecipazione all'assemblea delle società federali.
L'U.S. Avellino, a seguito delle decisioni dell'assemblea, partecipò a dei campionati regionali fino al 23 maggio 1915. Con la dichiarazione di guerra tutti i campionati furono sospesi dalle autorità. Dopo la guerra, l'attività sportiva dell' U.S. Avellino non era solo ed esclusivamente calcistica ma comprendeva varie discipline. Ad Avellino il calcio in quegli anni era poco praticato.

Tra i giovani più impegnati ad organizzare manifestazioni calcistiche o di carattere sportivo, come gare podistiche e di ciclismo, vi erano i fratelli Borriello, ed Antonio Giammarino . Mentre toccava ai commercianti avellinesi come l'elettricista Capone, il cappellaio Nicola Iannaccone, Ciro Alvino, Palumbo latticini, Vignola calzature, Papa, Lanzara Pasticceria, Riccardo Pergola, Caffè Centrale, Borriello mobiliere e così via, "sponsorizzare" le manifestazioni attraverso l'attribuzione di premi vari. Tra le altre curiosità da segnalare, il fotografo ufficiale che era il figlio dello studio Velle ed il cronista fisso che era l'avvocato Nicola Archidiacono, corrispondente della Gazzetta del Mezzogiorno. La contabilità, l'archivio e l'inventario erano tenuti da De Marsico, (padre del mitico avvocato Alfredo).

Moltissimi i giovani calciatori che si alternavano sul piazza D'Armi ed in giro per gli altri campi. Tra i tanti segnaliamo : Pasquale Sorrentini, Mimì Silvestri, Emilio Spagnuolo, i frateli Gigliotti, Mazzei, Cominacini, Solimene, Amerigo Berardi, veloce e bravo attaccante di bassa statura, Carmine Ricciardi, Antonio Coretta, Guzzardi. Tra le altre curiosità dell'epoca si segnala la consuetudine di giocare per più squadre contemporaneamente. Non era un caso isolato che giovani avellinesi fossero chiamati dai presidenti di altre squadre per disputare partite particolarmente importanti. Il più richiesto era il fuoriclasse Pietro Affabile. Mentre il mitico verde delle magliette, anche se spesso erano altri i colori utilizzati, arrivò solo nel 1927 e simboleggiava il colore dei boschi d'Irpinia.

Ma di vera e propria attività calcistica non si può ancora parlare. Si disputavano sfide e non campionati. Il primo incontro di calcio ufficiale, per lo meno dal punto di vista pubblicitario (furono infatti stampate moltissime locandine che pubblicizzavano l'avvenimento) fu disputato il 23 settembre 1923 sul campo in terra battuta di piazza D'Armi. Si sfidavano le squadre Unione Liberi Calciatori Avellinesi e l'Unione Sportiva Santangiolese.

La storia vera dell' Avellino Calcio ha inizio nel 1926, quando la squadra partecipa ai campionati regionali. Dall'ossatura della squadra del liceo Classico "Pietro Colletta che partecipa ai vari campionati studenteschi nasce per molti tratti la squadra che va in giro per i campi del Sannio e dell'Agro - nocerino. Storici i derby con gli acerrimi rivali del Benevento. Partite passate alla storia più per le scazzottate tra i tifosi delle due squadre che per motivazioni sportive. Particolarmente forte la squadra dell'Avellino che viene formata nel 1928 da una rosa di elementi, quali i portieri Galasso e Mazzei, i terzini Riccadonna, Mele, Roca, i mediani Affabile, Tino, Silvestri, gli attaccanti Adolfo ed Antonio Gigliotti, Emilio Spagnuolo, De Girolamo, Tomasetta, Attanasio, Cacciofolo.

Il 2 giugno 1929 con l'intervento dell'on.avv. Gigi Lanfranconi fu inaugurato il primo campo sportivo della città di Avellino detto del Littorio. Nel campionato interregionale del 1929/30 l'Avellino ottenne un apprezzabile quarto posto. Nella stagione 1930/31 l'Avellino figurò ancora nel campionato interregionale mentre nel 1931/32 ottenne un ottimo piazzamento e fu promossa al campionato di III divisione dove l'anno successivo 1932/ 33 riuscì a piazzarsi a metà classifica. Con la stagione 1933/34, Alfonso Di Marzio, proprietario delle famose miniere di zolfo di Tufo, fu eletto primo presidente dell'Avellino. Di Marzio fece costruire il primo recinto in legno attorno al piazza D'Armi la cui capienza era di 500 spettatori. La squadra si classificò al secondo posto dopo il dopolavoro ferroviario di Napoli.

Ricciardi II, Manganelli I, Rizzo, Berardi, Zappella, Iannaccone I, Miceli, Spagnuolo I, Iannaccone II, Spagnuolo II, Tenore : ecco i nomi della storica formazione che pareggiò, in quel campionato, 2 a 2 con il Napoli di Oreste e Oberdan Sallustro, Mihalic e Vojak II in un memorabile derby svoltosi alla Stadio Ascarelli di Napoli alla presenza di 25.000 spettatori. Il primo tempo si concluse con gli irpini in vantaggio di due reti poi rimontate nella ripresa dai partenopei. Mimì Zappella, il capitano, Alfonso Ricciardi, Mario Rizzo, Bruno Spagnuolo sono i nomi che rimarranno indelebili nella storia di questa squadra. Nella stagione 1934/35 l'Avellino ottiene la promozione in II divisione.

Dove nel campionato 1935/36 riesce a piazzarsi a metà classifica.. Particolarmente agguerrito il panorama calcistico della stagione 1936/37 quando l' Avellino fu inserito nel girone comprendente Pastena, San Giuseppe, Campobasso, Angri, Palmese e Bagnolese. Allenatore degli irpini era Cavanna ex portiere del Napoli. L'Avellino, quell'anno riuscì ad ottenere l'accesso al campionato di prima divisione.

Il calcio comincia a diventare un fenomeno dilagante ottenendo sempre maggiori consensi di pubblico. Purtroppo l'anno della promozione, 1937/38, l'Avellino non era particolarmente forte, si classificò all'ultimo posto in classifica e ritornò in II divisione. Tenaci come sempre gli irpini riconquistarono la promozione nel campionato 1938/39. Nella stagione 1939/40, forte della precedente esperienza, l'Avellino riesce a conquistare la salvezza in I divisione dove rimase ininterrottamente nei campionati 1940/41 e 1941/42e 1942/43 alla vigilia della seconda guerra mondiale. Ma l'attività non si ferma con l'interruzione dei campionati di calcio. Accanto a delle partite non ufficiali si progettava il futuro come quando nello studio del notaio fiorentino De Marzo dieci appassionati costituirono la "società cooperativa a responsabilità limitata, unione sportiva Avellino" Presidente dell U.S. Avellino, per la prima volta costituita in società , come da atto notarile, fu nominato Antonio Picone che rimase in carica dal 2 dicembre 1944 all' 8 giugno1945, quando lasciò la carica ad Alfonso Argenio, primo esempio di presidente disposto a sborsare di tasca propria pur di formare una forte squadra. Durante quel periodo con le pietre di tufo destinate in un primo momento alla costruzione del rione Corea da parte dell'Istituto Case Popolari fu effettuata la recinzione del piazza d'Armi ad opera della ditta di Alfredo Iandolo.

Dopo la lunga parentesi della seconda guerra mondiale, nel 1946, l' Avellino disputa il campionato di I divisione. La squadra irpina disputò un esaltante campionato al termine del quale tra spareggi, rinunce di altre squadre e ripescaggi l'Avellino riesce ad ottenere l'ammisione al campionato di serie C in seguito all'allargamento del numero delle squadre partecipanti. Nel campionato 1945/46 ,con il presidente Alfonso Argenio, i lupi partecipano al campionato di serie C dove si classificarono al decimo posto riuscendo a salvarsi.
Questa la formazione che esordì nel campionato di C al piazza d'Armi il 21 0ttobre 1945 contro la Bagnolese : Sinatti, Cerciello, Troncone, De Luca, Staffieri, Ucci, Scalone, Gennari, Visconti, Franzese, Ferrari. Fini 1 a 1. Con autorete del portiere irpino Sinatti e rete di Gennari. L'Avellino disputa un buon campionato nel 1946/47 piazzandosi al terzo posto del campionato di serie C. La squadra fu allenata dapprima da Vojak e sul finire del campionato da Alfonso Ricciardi. Tra le curiosità da segnalare il portiere Cozzi che sembra, da buon bevitore di vino, non disdegnasse un bel fiasco dietro la porta.

Epici duelli, accese rivalità in campo e fuori. Minacce ai giocatori in casa e fuori ai limiti dell' incolumità fisica : questi i resoconti provenienti da quel periodo. 1947/ 48 l'Avellino conquista un altro terzo posto in classifica. Tutti gli sportivi più anziani ricordano certamente la stagione 1948/49, quando l'Avellino conquista la serie B in seguito revocata per illecito sportivo.

Dieci Anni di Serie A

Campionati 1978/79 1979/80

L'Avellino conquistò la serie A a Genova contro la Sampdoria, gol di Marco Piga. Era l'11 giugno 1978. A Marassi c'erano 1500 tifosi biancoverdi e uno di loro rischiò di morire per la gioia. Alla guida di Paolo Carosi la città meno nota d'Italia salì alla ribalta del calcio nazionale e per le sue strade fu festa grande. Cominciò con Rino Marchesi la grande avventura. Tutti dissero allora che la squadra sarebbe retrocessa subito. Ma nell'ultima giornata del primo campionato di serie A, a Torino, la formazione biancoverde rimontò 3 goal alla Juventus e conquistò la sua prima salvezza. Quel giorno l'Avellino entrò nella leggenda. Il secondo campionato dell'Avellino è anche più bello. Marchesi mette su una squadra operaia che con grinta e umiltà compie imprese passate alla storia. La vittoria al San Paolo contro il Napoli, le vittorie sulla Juventus e sul Milan, ed un pareggio a Pescara con un goal di Ciccio Cordova che la Domenica Sportiva elesse goal della settimana, del mese e dell'anno.



Campionati 1980/81 1981/82

Il calcio scommesse ha travolto anche l'Avellino, che si presenta al nastro di partenza del terzo campionato in A con la pesante penalizzazione di cinque punti. A questo handicap se ne aggiunge un altro, il terremoto dell'80, che costringe la squadra irpina a giocare in trasferta a Napoli anche le partite casalinghe. Il Partenio intanto è stato trasformato in un centro di accoglienza. A Marchesi è subentrato Luis De Menezes, detto Vinicio, uno dei più grandi attaccanti degli anni sessanta. Con lui arriva Jorge Dos Santos Filho Juary. Il samba continua. Emozioni forti anche nel quarto campionato dell'Avellino nella massima divisione. Con Vinicio bel gioco e punti. Ma con Sibilia presidente, alla prima controversia il Leone di Rio ci rimette la panchina. Viene esonerato nel girone di ritorno alla ventunesima giornata, quando la squadra ha 20 punti a nove giornate dal termine. Un esonero inspiegabile, l'anno prima la salvezza era stata a quota 25. A Vinicio subentra Claudio Tobia, che al suo esordio al San Paolo incassa una bella vittoria, 3 a 0 al Napoli di Rudy Kroll e dell'ex Rino Marchesi, con doppietta di Juary.


Campionati 1982/83 1984/85

Nel campionato 1982/83 l'allenatore Pippo Marchioro dura soltanto cinque giornate nelle quali racimola una sola vottoria e un pareggio, incassando nove goal nonostante tra i pali ci sia Stefano Tacconi, già adocchiato dalla Juventus. A Marchioro subentra Veneranda. L'Avellino si classificherà nono insieme al Napoli. I Biancoverdi dopo lo sbandamento iniziale si confermano la squadra simpatia per eccellenza, anche per la carica di Geronimo Barbadillo, figlio di uno dei più grandi giocatori del Perù. Della banda di Geronimo fanno parte Vignola, il ragazzo dal sinistro incantevole, Favero (detto squalo) e Limido che con Tacconi passeranno alla Juve. Nel campionato 1983/84 il PArtenio esplode già nella prima giornata. 4 a 0 al Milan di Ilario Castagner. Dopo dieci giornate però l'Avellino è in piena zona retrocessione, insieme al Napoli di Kroll e Dirceu e la Lazio di Giordano, D'Amico e Manfredonia, La società biancoverde esonera Veneranda e si affida ad uno dei più promettenti allenatori italiani, Ottavio Bianchi. Il nuovo trainer fa esordire all'Olimpico Fernando De Napoli di Chiusano San Domenico, che si rivelerà uno dei più grandi mediani laterali apparsi in Italia dopo Niels Liedholm. L'Avellino si salva per un punto (26) insieme al Napoli.

Campionati 1984/85 1985/86

Sivori-Maschio-Angelillo, lo chiamavano il trio dalla faccia sporca. E proprio Valentin Antonio Angelillo, classe '37, un record di 33 goal in una sola stagione nell'Inter del '58-'59, guida l'Avellino alla settima slavezza. In squadra ha due difensori arcigni come Vullo e Ferroni, un mediano come De Napoli, per la sua forza ribatezzato Rambo, uno stopper come l'inossidabile Amodio, un centrocampo con Colombo, Tagliaferri e il grande Franco Colomba, un attacco con Diaz e Barbadillo. Un altro campionato pieno di soddisfazioni e di goal, perchè il bello dell'Avellino è che era grande con le grandi, e la legge del Partenio era uguale per tutti. Nel campionato 1985/86, Tomislav Ivic, ex dell'Ajax e dell'Anderlecht, arricchisce la grande galleria di personaggi alla guida tecnica della squadra biancoverde. Lo affianca Robotti che poi lo sostituirà verso la fine del campionato. Elio Graziano, acquisito il pacchetto di maggioranza, diventa presidente esecutivo. Il campionato è difficile si rischia la retrocessione, ma alla fine l'Avellino riesce a salvarsi per l'ottava volta consecutiva. Una salvezza sofferta e per questo più bella di tante altre.

Campionati 1986/87 1987/88

Tutti pazzi per l'Avellino che macina salvezze e crea intorno a sè consensi ed entusiasmo. E' una gran bella giornata quella del campionato '86/'87. E' ritornata ad allenarla Vicino detto o'Lione, che dispone di un prossimo juventino, Alessio, di una vecchia volpe come José Guimare Dirceu, che segnerà sei tra i più bei goal visti al Partenio,di Tovalieri detto il cobra, e del solito esperto Franco Colomba. E' il campionato più esaltanti dei verdi, i quali mentre il Napoli conquista il suo primo scudetto, centrano la nona salvezza e si classificano all'ottavo posto, ad una spanna dalla zona Uefa. Nel campionato 1987/1988, non basta il sergente di ferro Eugenio Bersellini ad evitare la retrocessione. Non bastano i goal di Schachner e qualche buona giocata di Anastopulos, il greco voluto da Vinicio la stagione precedente e ribattezzato da qualcuno Pippopulos. Per Elio Graziano i guai giudiziari coincidono con la caduta libera della sua squadra. La formazione biancoverde non è molto diversa da quella della passata gloriosa stagione, perde stimolo, concentrazione e anche la serie A, patrimonio e orgoglio di una città e di una provincia.