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Gruppo Quartiere S.Paolo

 

 

 

 


                                  

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23 aprile  2010

 

 

      Relazione  introduttiva  a  cura  del  Gruppo  quartiere  S. Paolo  per  l’assemblea  pubblica

           Nuovo  ospedale  e  futuro  del  quartiere “

 

 

Entro pochi mesi entrerà definitivamente in funzione il nuovo ospedale di Legnano. La sua apertura fa seguito ad un lungo periodo di dibattiti tra favorevoli e contrari alla realizzazione della nuova struttura. Si è discusso molto infatti, sull’effettiva necessità per la città di doversi dotare di un nuovo nosocomio in sostituzione di quello esistente, sulla sua localizzazione e sulle modalità di riutilizzo delle strutture che verranno abbandonate nel centro cittadino; si è poi discusso ancora sulla disponibilità e sul numero effettivo di posti letto nel nuovo polo rispetto a quelli attualmente esistenti. Si è sempre trattato tuttavia di dibattiti su questioni “politiche o gestionali”, mentre solo di recente si è iniziato a riflettere realmente sulle ricadute che il nuovo ospedale avrà sul territorio che lo accoglie: il quartiere S. Paolo.

La maggior parte dei cittadini del rione probabilmente, non si è nemmeno accorta dei lavori di realizzazione della nuova struttura, complice un breve tratto di campagna che la separa dai confini del margine urbano. Qualcuno forse avrà notato il passaggio di alcuni veicoli per la movimentazione della terra all’interno del quartiere, ma poco altro.

La struttura è cresciuta insomma,  agli occhi dei meno attenti, in maniera piuttosto silenziosa.

Solamente nei giorni dell’open day la comunità legnanese e gli abitanti del quartiere hanno potuto prendere atto del nuovo polo ospedaliero e constatare di persona i lavori svolti e la dimensione del progetto. I riscontri sulla nuova struttura sono stati comunque positivi. Tecnologie avanzate, rispetto per la privacy del paziente, collegamenti tra reparti progettati in maniera razionale e funzionale.

Nessuno tuttavia, ed in particolar modo i cittadini del quartiere, ha potuto ancora toccare con mano quale sarà sul territorio il peso dell’ospedale in termini di carichi di traffico, di caos e dunque di inquinamento acustico e dell’aria.

Il Gruppo di Quartiere San Paolo da sempre, una volta preso atto dell’intenzione di realizzare su questo territorio il nuovo ospedale, ha portato avanti con forza una serie di richieste nei confronti dell’amministrazione comunale. Una prima, far si che all’interno del quartiere, su strade dedicate alla distribuzione del traffico verso le residenze dei cittadini, non transitassero veicoli diretti in direzione della nuova struttura. Una seconda, che l’accessibilità all’ospedale fosse garantita dalle due strade provinciali che abbracciano il territorio attorno al polo, la SP12 e la SP148, anche ai fini di una fruizione di livello sovra comunale dello stesso.

La prima richiesta nasce dall’assioma che il cittadino al volante cerca sempre la via più breve in termini di tempo per raggiungere la propria destinazione. Sosteniamo infatti, visto il traffico intenso già oggi presente sul viale Sabotino nelle ore di punta, che pochi esiterebbero ad avventurarsi all’interno del quartiere per arrivare all’ospedale in minor tempo anche tra dossi od eventuali sensi unici.

La seconda richiesta deriva dal fatto che, per calibro e potenzialità, le due provinciali appaiono come le infrastrutture che meglio si adatterebbero a sopportare, e supportare, l’incremento dei flussi di traffico che sono attesi con l’entrata in funzione a pieno regime dell’ospedale. Le due strade infatti, al di fuori del tessuto consolidato, hanno ancora dei margini di potenziamento in termini di calibro e portata e si ritiene che sia su di esse che vada convogliato il traffico diretto ad un servizio di interesse sovralocale di tale importanza.

Facciamo poi notare che la previsione del polo ospedaliero risale ormai agli albori del vigente PRG, quindi a quasi sette anni fa. Contemporaneamente, si era già stabilito che l’accessibilità sarebbe stata garantita dalle due SP a cui si è accennato in precedenza. Le cifre relative al numero di veicoli che circoleranno attorno al nuovo polo ospedaliero sono arcinote da tempo. Si stima infatti, che ogni giorno graviteranno attorno alla struttura circa diecimila veicoli tra quelli degli addetti, quelli dell’indotto,  quelli degli utenti e dei visitatori.

Oggi la struttura ospedaliera è praticamente pronta, ma il sistema infrastrutturale che la dovrebbe supportare non è ancora stato realizzato. L’amministrazione comunale ha scelto erroneamente a nostro parere, di affidare ai privati e ad un Programma integrato di intervanto, che (fortunatamente?!) non è mai partito a causa della nefasta congiuntura economica, la realizzazione del sistema infrastrutturale di connessione tra Ospedale e SP12; inoltre, nel momento in cui si è capito che tale Programma non si sarebbe attuato (almeno nei tempi e nelle forme originalmente ipotizzate), e con l’ospedale ormai quasi ultimato, si è tardato a mettere a bilancio una cifra utile alla realizzazione di tale collegamento e a concertare con i comuni confinanti, i cui cittadini usufruiranno della nuova struttura, e con gli altri enti territorialmente competenti modalità di finanziamento congiunto per cooperare alla realizzazione di tale progetto.

Ci si trova oggi allora con la struttura che sta per aprire e tutto il traffico locale e sovralocale destinato a riversarsi sulla SP148 (via Novara), con prevedibili difficoltà e ricadute negative sul traffico e sulla vivibilità delle porzioni di città che si affacciano su di essa. Le auto circolanti su questa arteria sono stimate già oggi nel numero di diciottomila per ogni giorno, con un ulteriore aumento previsto con l’apertura del centro per il trattamento rifiuti sempre lungo la via Novara al confine del territorio comunale.

Cosciente di tutte queste problematiche sin qui evidenziate e soprattutto, cosciente di non avere alternative pronte alla connessione con via Novara, l’attuale amministrazione comunale, che si è sempre dichiarata sostanzialmente d’accordo nel separare il quartiere dal traffico verso l’ospedale, oggi cambia idea e propone di aprire nel cuore del rione due varchi che, attraverso la campagna, consentano ai mezzi di soccorso e ai mezzi pubblici di raggiungere l’ospedale. Il primo in corrispondenza del prolungamento della via Romagna, il secondo in corrispondenza della via Liguria. Due strade limitate da una ZTL  che come detto dovrebbero essere dedicate ad autoambulanze e linee autobus, ma che, una volta realizzate, nessuno può garantire rimarranno per sempre destinate esclusivamente a questo tipo di utenza. Soprattutto visto che il redigendo PGT (il nuovo strumento urbanistico comunale in fase di costruzione), non ha ancora espressamente dichiarato che cosa proporrà dal punto di vista progettuale per la fascia di territorio che dal margine del quartiere arriva fino all’ospedale (parco?sede croce rossa?altro?).

Proprio per il fatto poi, che tematiche così complesse sarebbero state da discutere nel percorso partecipativo del PGT, fa ora molta rabbia che l’amministrazione vada in fretta e furia a presentare dei progetti viabilistici, con ricadute potenzialmente così importanti, senza la debita concertazione con i principali attori del territorio, ovvero i cittadini. In altre parole, ci sono progetti pensati in corso d’opera che vedranno la loro realizzazione prima dell’entrata in vigore del PGT e quindi senza che questo abbia soppesato gli impatti di tali interventi e senza il necessario grado di concertazione tra le parti ed il territorio coinvolti.

Aprire nuovi varchi poi, non solo potenzialmente pone le basi per un futuro sviluppo urbano in direzione del nuovo ospedale, con il rischio dunque di cedere ulteriori porzioni della risorsa suolo che già scarseggia in tutto il legnanese, ma consente di avere delle vie dirette per chi volesse raggiungere direttamente l’ospedale a piedi parcheggiando nelle zone di via padre Marcolini/via Parma, oggi non attrezzate a tale scopo, al fine di evitare la sosta all’interno della struttura ospedaliera, che sarà dotata esclusivamente di parcheggi a pagamento.

Sono molteplici dunque le questioni aperte rispetto all’impatto che avrà l’ospedale sul territorio una volta aperto, ma è proprio per la loro importanza che meriterebbero di essere discusse e le scelte partecipate.

L’assemblea di questa sera avrà dunque il duplice obiettivo di presentare ai cittadini la nuova struttura ospedaliera ed i servizi che essa fornirà, grazie alla partecipazione della Direttrice Generale dell’Ospedale di Legnano Carla Dotti, e di affrontare le questioni legate al territorio ed alla viabilità in un confronto, che ci si augura proficuo ai fini della qualità dello sviluppo cittadino, con gli assessori Battaglioli (Opere pubbliche) e Fratus (Vice sindaco, Urbanistica e PGT, consigliere provinciale) e con gli altri attori del territorio che eventualmente vorranno dire la loro.

Su scelte del genere una volta che si è deciso è poi difficile poter tornare indietro. Non è però più accettabile sentire nel tempo le amministrazioni comunali scaricare le colpe su scelte errate fatte da quelle precedenti (si veda il caso IPER), soprattutto a Legnano dove c’è una consolidata maggioranza che con continuità sta amministrando il territorio da ben oltre dieci anni e, soprattutto, visto che le occasioni come quella di questa sera per ragionare sui problemi del territorio ci sono; sta poi a chi di dovere sfruttarle al meglio per una crescita condivisa della qualità urbana e della vita dei cittadini.

Lasciamo adesso che questa serata ed il conseguente dibattito abbiano inizio, ponendo l’accento su due questioni che alla luce della situazione attuale auspichiamo possano avere una risposta alla conclusione di questa assemblea pubblica.

Con questa proposta di infrastrutturazione di emergenza in direzione dell’ospedale, si va a costituire una struttura viaria che nel tempo potrebbe portare alla saldatura urbana tra l’attuale margine del quartiere S. Paolo e la nuova struttura ospedaliera. Che fine ha fatto la prospettiva di mantenere l’ospedale nel verde? Quali le previsioni del PGT per la fascia di territorio compresa tra via Marcolini e l’ospedale? Si parla di nuova sede della Croce Rossa e di altre strutture dell’indotto dell’attività ospedaliera, ma ci si auspica che queste trovino collocamento all’interno del nuovo ospedale e non al di fuori. Il Gruppo di Quartiere, da parte sua, ribadisce la richiesta di mantenere la struttura nel verde, e di garantire questa possibilità inserendo i tratti di campagna attorno al nuovo polo all’interno del Parco Altomilanese.

Infine, si ribadisce nuovamente la contrarietà alla connessione all’ospedale attraverso il quartiere S. Paolo ed i motivi che portano a questo “no” sono tanti. Perché ci era stato garantito che questa ipotesi non sarebbe stata presa in considerazione; perché questo è solamente un ripiego di emergenza dovuto ad una errata gestione del progetto ospedale da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedute, ed alla loro miopia nell’affidare al privato la realizzazione della connessione tra SP12 e Ospedale, anziché cercare di individuare alternative modalità di reperimento fondi per realizzare l’opera in questione. Non è dunque appropriato, secondo noi, far ricadere sul quartiere il problema, con responsabilità e oneri che invece appartengono ad altri. Inoltre, perché queste strade che oggi vengono proposte come ZTL un domani (apertura rotonda in via Pisa) diventeranno, con buona probabilità, strade urbane che porteranno traffico all’interno di un quartiere che vive la sua realtà nel verde e nella tranquillità di una zona residenziale ancora a misura d’uomo; ed infine perché costruire un accesso da via Liguria significherebbe caricare sul bilancio pubblico un’opera che, un domani, a seguito della realizzazione del collegamento ospedale – SP12, sarebbe utile soprattutto al privato proprietario dell’ambito commerciale previsto alle spalle dell’INPS, che si troverebbe già realizzata una infrastruttura di connessione alla SP12 inizialmente prevista a suo carico. Una scelta a cui da diverso tempo il Gruppo di quartiere si oppone e che visto l’intasamento della SP12 così come costituita potrebbe diventarne una variante, portando ancora una volta  nel quartiere traffici avulsi dalla sua realtà.