La maledizione dei Faraoni.

Inoltrandosi nella Valle dei Re, il visitatore è preso da un sacro timore, alla vista di quei ruderi, non può fare a meno di pensare agli uomini che li hanno costruiti, depositari di una scienza millenaria di cui le meravigliose conoscenze sono in parte scomparse con il tempo, ad una civiltà colma di misteri e di magia. Ci si sente presi da un vortice, ci si sente in un mondo senza tempo e si teme quasi di disturbare il sonno dei Faraoni con i nostri passi indiscreti, ed anche il più cinico degli uomini non può fare a meno di pensare, in quel momento, a tutto ciò che è stato detto e scritto sulle maledizioni dei Faraoni.

Erano le 14,15 del 17 febbraio 1923, quando l’archeologo Howard Carter ed il suo finanziatore Lord Carnarvon aprirono la tomba di Tutankhamon nella Valle dei Re in Egitto. Una scoperta che sembrava senza alcuna importanza, perché creduta già saccheggiata dai ladri di tombe, doveva essere invece la più grande scoperta del secolo.

La tomba, pur visitata dai ladri - che sicuramente furono sorpresi e costretti ad abbandonare il bottino - era intatta con tutti i suoi meravigliosi tesori e con la mummia inviolata del Faraone. Questa scoperta rivoluzionò la scienza del tempo ed aprì nuove porte allo studio dell’egittologia e fece recuperare un immenso tesoro che, attualmente, ha posto in un’intera ala del Museo del Cairo.

Questa scoperta doveva, però, essere famosa anche per un altro motivo, meno scientifico ed alquanto macabro : la maledizione del Faraone.

Quando Lord Carnarvon ricevette il telegramma di Carter il 6 novembre 1922, in cui era scritto : "Lord Carnarvon, una meravigliosa scoperta nella Valle. Grande sepoltura con sigilli intatti. Ricopriamo tutto fino al suo arrivo. Auguri", non immaginava che il destino l’aveva messo sulla strada della morte insieme a decine di altre persone.

Alla tombra di Tutankhamon si accedeva per una breve rampa di scalini che terminavano davanti ad una porta sigillata - Carter scoprì che la porta era stata aperta dopo la sepoltura del re e di nuovo chiusa e sigillata - che immetteva in un lungo corridoio cosparso di materiale franato, cocci ed oggetti frantumati. Da questo corridoio si accedeva nell’anticamera e di qui in una stanza contenente il sarcofago con la mummia del Faraone, il tutto circondato da uno scrigno d’oro massiccio alto metri 2,75, lungo metri 5 e largo metri 3,30. Nella tomba vi erano anche altre due stanze.

Gli oggetti ivi trovati erano di valore incalcolabile e di fattura pregiata. Mai nessun Faraone in Egitto aveva avuto tali immensi tesori nella sua ultima dimora.

Chi era questo Faraone che, pur essendo morto alla giovane età di 18 anni, ebbe una tomba da far invidia ai piùpotenti re della terra ?

Dal 1367 al 1350 a.C. in Egitto regnò Amenofi IV, sovrano che per primo nella storia dell’umanità riformò la religione portandola da politeista a monoteista : credere in un solo Dio, Aton. Questo Faraone apportò molte altre riforme, cambiò il suo nome in Eknaton, tolse ogni potere e tributo ai sacerdoti di Amon ed altre divinità, costruì una città dandole il proprio nome, Akhetaton - l’attuale Tell-el-Amarna - e vi trasferì la residenza reale.

Alla sua morte gli successe Smenekhakare che visse solo pochi mesi ed il trono fu dato a Tutankhamon che aveva sposato Ankhesenpaamon figlia di Amenofi IV e Nefertiti.

Questo Faraone regnò dal 1347 al 1339 a.C. ; riportò la capitale a Tebe, riabilitando il culto di Amon e restituendo ai sacerdoti di questa ed altre divinità l’antico potere. Non è quindi da escludere che Tutankhamon debba lo sfarzo ed i tesori della sua tomba alla riconoscenza del clero di Amon.

Carter, una volta aperta la tomba, si circondò di decine di scienziati e studiosi esperti in vari campi : troviamo nomi famosi come l’esperto di iscrizioni Alan Gardiner, quello dei sigilli Breasted, il chimico Lucas del Museo del Cairo, il fotografo Burton, i disegnatori Hall e Hauser, e fu proprio Alan Gardiner a decifrare alcuni caratteri geroglifici si di un coccio : "La morte colpirà con le sue ali chiunque disturberà il sonno del Faraone". Purtroppo, dopo che Gardiner lo ebbe decifrato, il coccio sparì, forse ad opera dello stesso Carter affinchè non turbasse i superstiziosi operai, e non fu mai ritrovato. Comunque, ciò bastò a creare un certo nervosismo tra gli scienziati ed i componenti della spedizione, specialmente dopo che si ebbe il primo decesso che avvenne nello stesso 1923. A morire fu Evelyn White, seguita, sei settimane dopo, dal finanziatore della spedizione Lord Carnarvon, colto da improvvisa e inspiegabile febbre. Sua sorella ed il figlio raccontarono che nel delirio aveva più volte fatto il nome di Tutankamon e che, nel momento del trapasso, inspiegabilmente tutte le luci si spensero.

Da quel momento i giornali parlarono della maledizione del Faraone e del coccio scomparso, ma il panico si diffuse anche tra gli scienziati quando, subito dopo, altre due persone morirono : Arthur C. Mace - colui che aveva abbattuto l’ultimo pezzo del muro che immetteva nella tomba - ed il miliardario Jay-Gold. Non molto tempo dopo morì il fratello di Lord Carnarvon, Audrey Herbert. Seguirono Filippo Poe e Wolf Toel. Nel 1929 è la volta del segretario di Carter, Richard Berthel, trovato vittima di un colasso cardiocircolatorio nel suo letto ed il padre, Lord Westbury, alla notizia del decesso del figlio si lanciò dal settimo piano della sua casa a Londra e, come se non bastasse, il carro funebre che ne portava le spoglie, investì ed uccise un ragazzino.

Successivamente abbiamo il decesso inspiegabile degli archeologi Benedite e Passanova, nonché di Lady Almina, moglie del defunto Carnarvon, punta da un insetto. Fra gli altri, ricordiamo anche gli scienziati La Fleur, Foucart, Gardiner, Breastd, Winlock e gli archeologi Davies, Harkness e Derry ed anche i due assistenti Astor e Callender. Douglas Reid, mentre è alle prese con la mummia del Faraone per effettuare delle radiografie cade fulminato. Dopo di lui, gli scienziati Weingall e Mace del Metropolitan Museum di New York. Nel 1942 Ralph Barker viene ucciso dopo aver comprato tre dita della mummia e, infine, la moglie quando a sua volta ne viene in possesso. Nel 1962, un ladro strangolò C. Hollenbeck, autore di un libro su Tutankhamon.

L’unico - cosa strana - a sopravvivere è Carter.

Si potrebbe, a questo punto, pensare che, essendo il periodo di tempo molto lungo, esattamente dal 1923 al 1962, le morti che sembrerebbero misteriose, potrebbero invece essere naturali, dovute al caso. Si deve, però, tener presente che gli studi sulla mummia e sui reperti furono ultimati molti anni dopo la scoperta e che tutto coloro che morirono avevano partecipato agli scavi o toccato oggetti rinvenuti nella tomba.

Senza tema di errore Tutankhamon è il Faraone circondato dal maggior numero di vittime, ma anche altri re egizi hanno avuto i loro morti. Ci limiteremo a ricordarne alcuni.

Nel 1948 tutti e sei archeologi che parteciparono alla scoperta della tempa di Amenofi III morirono entro breve tempo. Uno scrittore, Abdel Wahad, nel 1952, morì misteriosamente dopo aver tenuto una conferenza sul Faraone Cheope, costruttore della Grande Piramide. Nel 1955, Zakaria Goneim venne trovato ucciso mentre era al lavoro per scoprire altre tombe a Saqqarak. Adham, un collezionista nel 1956 acquistò una statuetta ritrovata nella Valle dei Re ed il suo restauratore venne colto da embolia e mentre il pezzo veniva inviato a Roma dal proprietario, l’aereo che lo trasportava precipitò.

Abbiamo anche dei casi in cui si sono verificati degli strani fenomeni pur non essendoci vittime : Lord Seton, nel 1936 al Cairo, comprò clandestinamente un osso appartenuto ad un non ben identificato Faraone. Gli fu assicurato che l’osso possedeva particolarità curative per chi ne fosse a stretto contatto. Infatti, Lord Seton lo teneva in camera da letto sotto una spessa campana di cristallo. Dopo qualche giorno cominciò ad udire strani rumori provenienti dalla campana contenete l’osso.

I fenomeni continuarono al punto che, preso da un certo timore, il Lord una notte chiuse la reliquia in biblioteca, ma, poco dopo un enorme boato fece accorrere sia Seton che la moglie e trovarono la campana di cristallo completamente frantumata e l’osso a qualche metro di distanza sul pavimento. Nessuno aveva avuto modo di entrare in biblioteca e solo Seton ne possedeva la chiave. L’osso, il giorno successivo, fu regalato ad un museo.

Le spiegazioni date alla maledizione dei Faraoni fino ad ora ne sono centinaia, alcune semplicissime, altre complesse, ma tutte senza alcun fondamento scientifico.

Molti vogliono che queste morti misteriose siano opera degli antichi sacerdoti conoscitori di formule magiche, altri le attribuiscono a virus e altri ancora a spore sconosciute, naturalmente queste ultime hanno più credibilità, ma rimaniamo sempre nel campo delle ipotesi.

Si crede anche, che i re egiziani usassero far costruire nelle proprie tombe dei trabocchetti mortali per preservarle dai ladri ; infatti, in una tomba presso Medun, l’archeologo Engelbach trovò due cadaveri : uno era la mummia del Faraone e l’altro un ladro schiacciato da un enorme masso. Nella tomba fu anche trovata una tavoletta con l’iscrizione : "Lo spirito del defunto al predone torcerà il collo come a un’oca". Il masso staccatosi dal soffitto, faceva parte di una trappola ben congegnata dai costruttori della tomba ? Si trattò di un fatale caso o fu la maledizione del Faraone ?

Gli scienziati oggi ridono e non vogliono prendere minimamente inconsiderazione un eventuale intervento di forze misteriose, ma molti preferiscono non parlarne. Non si sa mai.

Gaetano Sorrentino