Petrangiulu

Saepe nomina sunt consequentia rerum (spesso i nomi sono conseguenza delle cose). Nel caso di Pietro Angelo Mauro di Serafino e di Di Menna Giocondina, nato a Grimaldi il 15/01/1912, conosciuto come Petrangiulu, il detto latino trova piena corrispondenza nella "durezza" di una vita trascorsa senza il concorso pieno della ragione, ma intensamente vissuta con grande bontà d'animo: Angelo di pace. Fin da giovanissimo, colpito da meningite, malattia infettiva a tipo infiammatorio che attacca le meningi (in quei tempi, evidentemente, non esistevano terapie mirate) come conseguenza gli procurò gravi menomazioni a livello cerebrale. Di bell'aspetto, fisico longilineo, trascorreva le giornate a chiedere quando e dove si svolgesse una festa religiosa e, a piedi, anche sotto la pioggia, raggiungeva i paesi vicini ed era in prima fila o davanti alla banda musicale, attorniato dai bambini a mimare, con il lungo palo, il danno, o accanto alla statua con il berretto in mano e dal suo viso traspariva una soddisfazione immensa, segno di devozione e di fede. Dalla gioia al dolore, con gli occhi umidi di pianto, al seguito di un funerale: "Fra bonu, povareddru", andava continuamente ripetendo; ma la sua domanda più pressante riguardava Tumasi; il compianto Tommaso Maio, disperso in Russia nell'ultima guerra mondiale, a cui era legato da profondo affetto di compare. A chiunque incontrasse: '~Ha scrittu Tumasi? Ha scrittu? Quannu vena? Quannu vena'?, Con un'intonazione di voce che tradiva la commozione.Lra geloso del paese e, spesso, quando a Grimaldi capitava "Ciccu Malavita" litigavano e faceva di tutto per farlo allontanare. Era da tutti benvoluto, soprattutto dall’indimenticabile Antonio Saccomanno, animo generoso, e quando Petrangiulu glielo consentiva, aveva cura della sua persona, gli faceva il bagno e lo vestiva a nuovo dalla testa ai piedi, e allorché venne accolto, date le sue condizioni malferme di salute, nell'ospizio 5. Antonio, pensò insieme al compianto compare Amerigo Rose anche a fornire il letto completo. Il poeta ci ammonisce che non bisogna mai chiedersi per chi suona la campana, a ben ragione, infatti, quando i tre rintocchi cadenzati il 23/03/I 965, annunziarono la dipartita di Petrangiulu, essa suono per tutti: con lui morì qualcosa in noi, venne a mancare quel sorriso accattivante che chiedeva benevolenza, stima, comprensione, venne a mancare PETRANGIULU, amico di un'età fanciulla che, oggi, non ha più storia.
Da "Grimaoldi 2000" Prof. Antonio Guerriero