LA CASA DI RIPOSO “ SANT’ANTONIO”

Grimaldi si è sempre distinto nell’aiutare quanti soffrono sia nel corpo che nell’anima. Popolo generoso, in modo particolare con gli ospiti sia temporanei che permanenti..
Tra le tante opere di carità cristiana
non possiamo trascurare una delle più meravigliose, la più umana, la più rispondente alla chiamata evangelica:” visitate gli ammalati... i carcerati... consolate gli afflitti”.
In Grimaldi hanno risposto a questa chiamata due giovani donne: ANTONIETTA COMO E LORIS GIARDINO che si sono dedicate interamente all’assistenza dei poveri. I primi passi verso chi soffre, la signorine, così venivamo chiamate, sono stati compiuti casa per casa là dove era necessaria la loro presenza. Raccoglievano nel paese tutto il necessario, dagl’indumenti al pane, qualche soldino per distribuire il tutto tra le famiglie povere. Dopo qualche anno di questa serafica missione, hanno deciso di organizzarsi meglio. Così in contatto con le autorità amministrative locali, è stato loro concesso l’utilizzo di alcune “celle” dell’ex convento, allora abbandonato. Usufruirono di tutto lo stabile fino a quando è stato necessario sottrarre loro alcune aule per sistemare il ginnasio. Alcune sono state adibite a scuola elementare e altre alla pretura.

L’allora amministrazione comunale guidata, dal Preside Prof. Michele Iachetta, venne ad un compromesso, con reciproca comprensione e rispetto, ed è stato diviso il due il vecchio stabile: la parte anteriore adibita a locali del ginnasio prima e della scuola media dopo, la parte posteriore ad ospitare le Signorine con pochi vecchietti. Si doveva avere una guida spirituale ed allora, tramite il cittadino Matteo Saccomanno, il quale ha sempre collaborato con loro, si ottenne la presenza di un Padre Cappuccino: P. Alfonso da Samo, il quale, venendo a Grimaldi, si congratulò con le signorine, Como e Giardino, e assicurò la sua assistenza.
In un primo tempo si diede l’intitolazione: OSPIZIO DI MENDICITA’, successivamente, dietro suggerimento del parroco del tempo Don Giovanni Petrone, fu denominato: OSPIZIO DEI POVERI. Mendicità offendeva la persona umana!!!
Una volta sistemato il reparto assegnato, è stata una corsa a venire incontro per migliorare i locali, grimaldesi in loco e grimaldesi residenti all’estero. La parte del leone nell’inviare denaro è stata svolta da RAFFAELE VELTRI , nostro concittadino residente in Canada e dai suoi parenti in Grimaldi: Cav. Giovanni, Cav. Vincenzo e la loro sorella Giustina
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Per riconoscenza è stata intitolata una stanza a: RAFFAELE VELTRI.
Altre due ragazze grimaldesi si unirono per l’assistenza ai “vecchietti” e, così, piano, piano, la struttura, sia organizzativa che per idoneità dei locali, era conosciuta da quasi tutta la Regione Calabria.
Una volta trasferitasi la scuola media presso il nuovo edificio di Via XXIV maggio, l’intero stabile fu consegnato all’OSPIZIO DEI POVERI.
Subentrò alla Parrocchia al trasferimento del Sac. Petrone e Notti, un frate francescano, P. LUCIANO dei frati minori.
Assunse le redini dell’organizzazione e, così, da ospizio dei poveri venne intitolata. CASA DI RIPOSO SAN
'ANTONIO. Tuttora è così intestata.  Circa venti anni di gestione nei quali, la casa di riposo, venne trasformata in ente con l’assistenza, giornaliera e notturna, del Parroco che aveva fissato la sua dimora in una delle stanze dello stabile.
Si andò avanti. Non mancarono le polemiche e, assieme agli elogi ci furono anche le critiche. Anziani che, entrando nella casa di riposo, hanno donato tutti i loro averi all’amministrazione: case, terreni e tutto ciò che era nella loro abitazione.

Ma non possiamo esonerarci, per il rispetto della storia, che la casa di riposo era stata trasformata in INFERMERIA RELIGIOSA. La stampa locale s’interessò della faccenda ed espresse severe critiche all’operato del Francescano
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E venne il giorno del commiato del Parroco trasferito in altra sede.
La casa di riposo rischiò di chiudere i battenti perché il Padre francescano trasferì i pochi vecchietti a Serra Anello presso l’Istituto Giovanni XXIII diretto dal Parroco Don Giulio Sesti. L’amministrazione comunale di quel tempo con a capo SILVANO PETTINATO, oltre ad insistere per la permanenza del P. Luciano a Grimaldi intervenendo presso il suo superiore provinciale oltre che presso l’Arcivescovo di Cosenza e avendo ricevuto risposta negativa, si pose il problema di tenere in vita la Casa di riposo. Anche in questa fase non mancarono severe critiche e giudizi negativi sull’ultimo comportamento del Padre francescano. Noi non vogliamo entrare nel merito ma siamo a conoscenza di tutta questa matassa intricata!!!
Primo atto dell’amministrazione è stato quello di recuperare la proprietà dello stabile. Successivamente propose a coloro che vi erano impiegate di continuare ad assistere gli anziani. Ottenuto un netto rifiuto si adoperò in tutti i modi di tenere in vita un’istituzione che durava da diversi decenni. Si cercò di contrattare   Don Giulio. Incomprensioni, posizioni personali, distacco alle clausole dell’accordo hanno mandato in fumo anche questa possibilità di evitare un’interruzione che poteva causare danni irreparabili come la chiusura e l’abbandono della stabile. Si trovò una soluzione. Una  cooperativa si assunse la responsabilità di gestire la casa di riposo.
Oggi questa cooperativa gestisce l’assistenza agli anziani e non è priva di critiche che noi non commentiamo perché non a conoscenza dei fatti.
A Grimaldi esiste una CASA DI RIPOSO PER ANZIANI che, nel futuro, dovrà funzionare meglio e si chiede la collaborazione di tutti i cittadini perché la struttura e l’organizzazione è dei cittadini grimaldesi.

Matteo Saccomanno