Grimaldi: L'ultimo e commosso addio ad Armando Nucci

«Oggi c'è una bella platea davanti a te, Armando», così ha esordito Aldo Vetere, nel commemorare l'amico scomparso, rivolgendosi ad un paese intero che ha tributato stima e affetto ad Armando Nucci nel corso dei funerali svoltisi ieri nellachiesa dell'Immacolata Concezione di Grimaldi. La lunga convivenza con la solitudine si è dissolta nel caloroso abbraccio della comunità grimaldese che ha partecipato commossa alla funzione officiata dal par­roco di Grimaldi don Alfonzo Vulcano, da don Sergio Saccomanno e da padre Eugenio Clemenza dei frati minori. Ha rappre­sentato il padre Armando, Sebastiano Nucci, unico intimo presente. Gli interventi del sindaco, Pino Albo, e di Aldo Vetere, ex presidente del collegio avvocati di Cosenza, hanno manifestato stupore e trasporto per la vicenda di un uomo profondamente amato e integrato nel tessuto sociale del paese. Il suo cadevere ritrovato a tre giorni dalla morte, in un ambiente che, nelle lattine accumulate a terra, nella trascuratezza dello spazio angusto in cui aveva scelto di vivere, esprimeva una solitudine racchiusa tra le pareti domestiche e mai confessata. Pino Albo ha esternato grande amarezza per «questo caso particolare e senza precedenti a Grimaldi». Vibrante la testimonianza d'affetto di Aldo Vetere che ha tracciato con visibile coinvolgimento emotivo il singolare profilo dell'amico, esemplare nella dignità, mastro Armando ha voluto celare i risvolti più drammatici della sua esistenza, offrendo ai suoi concittadini un volto gioviale e allegro, la dinamicità di chi, avvezzo al lavoro, non sa mantenersi inoperoso. Il suo attivismo che portava molti a rivolgersi a lui per piccole faccende che ese­guiva con scrupolosità e precisione, lo ha reso una figura rappresentativa per Grimaldi. I concittadini di Armando gli hanno dato con la loro massiccia presenza una testimonianza di profondo attaccamento e ammirazione. Tutti hanno baciato la bara, accompagnando il feretro fino alla villetta della Madonnina in una silenziosa e composta processione.
Rossetta Guzzo Follato
Da “La Provincia Cosentina” del 03-02-2003


Mastru Armando, il lupo di mare, non è più tra noi. La morte lo ha sorpreso nel sonno in una fredda notte inverna­le, senza avere il coraggio di bussare alla sua porta, si è introdotta furtiva­mente, sapendo che il "lupo" avrebbe lottato con forza e coraggio, pur sicuro di essere sconfitto. Il nomignolo di "lupo" aveva una sua significazione, spesso i nomi sono conseguenza delle cose, così recita un antico detto latino, il modo di esse­re di questo grande uomo, capace, nel periodo estivo, di lavorare anche sedici ore al giorno. Si dovevano tra­sportare sacchi sulle spalle due sacchi di cemento di cinquanta chili l'uno, si doveva spaccare la legna, ceppi con i "nodi", si dovevano trasportare due "cardarelle" colme di malta cementizia sulle "nnaite", c'era bisogno di caricare o scaricare un camion, si doveva zappare la terra, si dovevano risuolare le scarpe ecc., ecco Mastru Armando. Siamo soliti magnificare una persona dopo la morte, ma il riconosci­mento di onestà, di serietà sul lavoro, di disponibilità, gli veniva, apertamente, attribuito da vivo, soprattutto la dignità nella sofferenza e nella solitudine. Era un gentiluomo che aveva la nobiltà nel cuore, con gesti impensabi­li che si riassumevano nel non pattuire mai la paga per il suo lavoro ("damme quantu voi") e spesso voltava indietro parte della somma che gli veniva data. Carissimo Mastru Armando, ricordarti mi porta lontano nel tempo della giovinezza, sincero "amico di un tempo migliore" quando, insieme, facevamo parte, negli anni sessanta, della squadra di calcio "I Bidoni" e, come se fosse ora, ti ricordo su quella fascia destra del vecchio campo sportivo portare, con tecnica, palloni su palloni, mai fermo, mai domo. Quando muore qualcuno, il poeta ci invita a non chiederci per chi suona la campana, a ben ragione, con la tua morte è suonata per noi tutti.
Antonio Guerriero
 

 

   Non so se questo mio sentire,
   Un elogio può esser per tua vita.
   Che hai vissuto, senza mai avvertire,
   Che la giovanile vigoria era finita.
   In campo sei rimasto sino alla fine,
   Avanti a te nient’altro che lavoro
   Raro esempio di onestà incline,
   Mai doma, hai sempre vissuto con decoro.
   Al cospetto sei, ora, del Signore,
   Nulla ti chiede di tua vita vissuta,
   Dandoti, nel silenzio, tanto amore,
   Orsù! Sorridi, la Via Crucis è compiuta!

   Va' in pace e prega per noi.
                             Antonio Guerriero

 

Il mitico lupo

   Mastro Armando
   il nostro Lupo Nucci
   avvolto dalla gelida morte
   ci saluta, senza far rumore;
   non esiste più,
   un beffardo e crudele destino
   disegna brutale il suo Fine.
   Ci lascia increduli, senza capire,
   forse così ci voleva mortificare
   senza dire nulla
   per non farci sapere
   silenzioso e solo, se ne va.
   Il sacrificio del suo lavoro
   era la preghiera di ogni giorno.
  
Grondava la sua fronte d i sudore;
   l'uomo, il lupo, un leone di fatica
   a nessuno mai disdegnava,
   disponibile sempre generoso.

   Spesso una bevuta in più
   non certo per scelta, viveva cosi.
   L'ultima volta che lo vidi
   un rudere umano, era ormai ridotto
   come se voleva smettere
   di vivere e pensare.
   Me lo ricordo, cipiglio fiero
   e mai osava fare del male;
   un vero amico, gioviale con tutti.
   La sua vita vissuta
   di rinunce, privazioni e sofferenze.

   La solitudine, dolorosa esperienza,
   povero solo di apparenza.
   Ricco era di animo

   e grande aveva il suo cuore.
   Ci lascia così, si sentiva stanco,
   stanco di soffrire.

   Forse non voleva più saperne
   di lottare e continuare,
   sicuramente cercava la sua pace
   nel terreno cammino,
   mai conosciuta.
   Armando, con il cuore ti parlo

   perché nessuna parola!...
   Testardo sei stato con noi
   a non chiedere aiuto,

   forse era il tuo orgoglio
   cheti faceva pensare
   se un'anima esisteva per te.
  
Da solo ti sei nascosto,
   sofferente, volevi morire
  
ma il volto e lo spirito
   di Armando, mai moriranno;
   rimane nella nostra mente
   un perenne ricordo,
   il ricordo di uno sportivo:
   il bomber "Tagliaferro".
   Un commosso saluto da noi grimaldesi
   che non dimenticheremo di certo
   Armando, il mitico Lupo.
   Nel mondo di giustizia e verità
   riposa in pace.

 

                                                                 Emilio Bossio

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

da “Grimaldi 2000” genn-febb- 2004