Disse
il Signore ai suoi discepoli: Io sono la
verità e la vita. Solo per mezzo di me si va al Padre. Se mi conosce te,
conosce rete anche il Padre; anzi già lo conoscete e lo avete veduto. E a
Filippo che insisteva perché gli facesse vedere il Padre, rispose: Filippo, sono stato con voi per tanto tempo
e non mi conosci ancora? Chi ha visto me ha visto il Padre (Gv. 14, 6).
Il
Padre abita in una luce alla quale
nessuno si può avvicinare. Egli è puro spirito; nessuno lo può vedere se non è
assistito dallo Spirito di Dio stesso, che dà la vita; l’uomo da solo non può
fare nulla (Im. 6,16), (Gr. 1, 18), (Gv, 6,64).
Anche
la fede nella divinità di Cristo è un dono dello Spirito. Infatti molti che
conobbero il Signore durante la sua vita terrena, in lui scorsero soltanto
l’uomo senza credere che egli era il vero Figlio di Dio. Così anche ora, coloro
che vedono il sacramento dell’Eucarestia, consacrato dal sacerdote, ma
scorgono soltanto le apparenze del pane e del vino e non credono, con la grazia
dello Spirito, che sia veramente il corpo e il sangue di Cristo, si condannano
da soli, perché non credono alla testimonianza del Signore stesso che afferma: Questo è il mio corpo e il sangue della
nuova alleanza e promette: Chi mangia
la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna (Mt. 26, 26).
Per
poter accogliere degnamente il corpo e il sangue del Signore bisogna avere
dentro di sé lo Spirito Santo; diversamente l’Eucarestia diventa occasione di
condanna.
Perché
ogni giorno egli si umilia, come quando scese dal cielo nel grembo della
Vergine; ogni giorno viene a noi sotto l’apparenza più umile, ogni giorno
discende dalla presenza del Padre nelle mani del sacerdote. E come ai santi
apostoli si presentò in forma di uomo, così a noi si fa vedere nel pane consacrato.
E come essi (che con gli occhi del corpo vedevano solo la carne),
contemplandolo con l’occhio della fede, credettero che era Dio; così anche noi,
vedendo con gli occhi del corpo il pane e il vino, crediamo che il santissimo
corpo e sangue sono presenti, vivi e veri, nell’Eucarestia.
In
questo modo il Signore è sempre presente in mezzo ai suoi fedeli, come egli
stesso ha promesso dicendo: Ecco, io
sono con voi sino alla fine del mondo (Mt. 28, 22).
Riconosciamo
noi, clero, che molti ignorano anche le verità essenziali riguardo al corpo e
sangue del Signore nostro Gesù Cristo e riguardo alle parole con le quali
vengono consacrati il pane e il vino (infatti, se non fossero state dette tali
parole, non ci sarebbe nemmeno il corpo del Signore).
Ora,
in questo mondo noi non vediamo con gli occhi del nostro corpo niente altro
dell’Altissimo Dio, se non il corpo e il sangue e le parole rivelate da Dio
stesso; mediante le quali siamo stati creati e redenti.
Tutti
coloro che celebrano il grande mistero dell’Eucarestia — specialmente quelli
che lo celebrano senza il dovuto rispetto — considerino quanto siano
in-decorosi certi calici, le tovaglie e gli altri oggetti che vengono usati per
la Messa. Da molti il Sacramento è lasciato persino in luoghi indecorosi e portato
nelle case degli infermi senza il debito onore, ricevuto e amministrato con
poca riverenza.
Le
carte che portano scritto il nome di Dio e le sue parole talvolta sono persino
gettate per terra e calpestate. E’ proprio vero che l’uomo che non ha ricevuto lo Spirito di Dio non è in grado di
accogliere degnamente le cose spirituali! (1 Cor. 2, 14).
Non
dovremmo, invece, avere la più grande devozione per queste cose, dato che lo
stesso buon Signore si consegna nelle nostre mani; così che noi lo possiamo
toccare e ricevere ogni giorno nella nostra bocca?
Correggiamoci,
dunque, di tutte queste mancanze e dovunque ci capitasse di vedere il
santissimo corpo e sangue del Signore abbandonato in un luogo indecoroso,
togliamolo di lì e riponiamolo in un posto d’onore.
Così
pure raccogliamo e conserviamo con rispetto ogni foglio di carta sul quale
siano scritti il nome e le parole del Signore nostro.
Tutto
questo lo dobbiamo fare per obbedire al comando del Signore e per osservare le
disposizioni della santa madre Chiesa.
E
chi non lo farà, sappia che dovrà risponderne quando sarà giudicato dal Signore
nostro Gesù Cristo.
Chi
farà trascrivere questo scritto e procurerà che sia messo in pratica, abbia la
benedizione di Dio.
Nel
nome della Trinità altissima e santa Unità, Padre e Figlio e Spirito Santo.
Amen.
A
tutti i fratelli, venerati ed amati, al ministro generale dell’Ordine dei
frati minori, a quelli che gli succederanno, a tutti i ministri e sacerdoti della stessa fraternità, ai frati tutti dai
primi agli ultimi, frate Francesco, uomo di poco conto, loro umile servo, manda
il saluto in Cristo che ci ha redenti con il suo sangue prezioso.
Inchinatevi
con profonda umiltà e riverenza davanti al. nome del Signore nostro Gesù
Cristo, Figlio dell’Altissimo, benedetto nei secoli. Amen.
Ascoltate,
figli di Dio e miei fratelli, porgete ascolto alle mie parole e obbedite alIà
voce del Figlio di Dio.
Custodite
con tutto il cuore i suoi comandamenti, adempite come meglio potete i suoi
consigli.
Dategli
lode, perché egli è buono, dategli gloria con le vostre opere. Per questo egli
vi ha mandati nel mondo: perché gli rendiate testimonianza con le parole e con
le opere facciate sapere a tutti che nessuno è onnipotente all’infuori di lui.
Siate
perseveranti, anche tra le difficoltà, adempiendo con lealtà e costanza quanto
avete promesso.
Vi
scongiuro tutti, fratelli, baciandovi i piedi, e con tutto il fervore di cui
sono capace, che abbiate tutta la riverenza e tutta l’adorazione di cui siete
capaci verso il santissimo corpo e sangue del Signor nostro Gesù Cristo, nel
quale tutte le cose del cielo e della terra sono state riconeiliate con Dio.
Prego
poi nel Signore tutti i miei frati che sono e che saranno sacerdoti
dell’Altissimo, che quando vorranno celebrare la Messa, si rendano puri essi
stessi, per compiere con purezza e riverenza il vero sacrificio del corpo e del
sangue del Signore nostro Gesù Cristo. Non lo facciano per alcun interesse
umano, per essere visti o per piacere agli uomini, ma con l’unica intenzione di
piacere al sommo Signore, che ha istituito l’Eucarestia nel modo che a lui
piacque. Infatti sono sue le parole: Fate
questo in memoria di me. Chi celebrasse l’Eucarestia con intenzioni
diverse, si comporterebbe come il traditore, Giuda, rendendosi colpevole verso il corpo e sangue del Signore (1 Cor.
11, 27).
Ricordatevi,
fratelli miei sacerdoti, ciò che è stabilito dalla legge mosaica: coloro che
la trasgredivano, anche solo materialmente, erano condannati inesorabilmente a
morte. Certamente riceverà un castigo molto più grave chi avrà rifiutato il
Figlio di Dio chi avrà disprezzato il sangue della nuova alleanza, chi avrà
offeso lo Spirito che dà la grazia.
Infatti,
l’uomo disprezza, profana e calpesta 1’Agnello di Dio, quando, come dice san
Paolo, senza distinguere il santo pane
di Cristo dagli altri cibi, lo mangia mentre si trova in stato di peccato,
oppure con leggerezza e senza le dovute disposizioni.
Dice
infatti il Signore per mezzo del suo Profeta: E maledetto l’uomo che celebra con animo cattivo i riti sacri del
Signore.
Dio
respingerà i sacerdoti che non apriranno il loro cuore a questi avvertimenti,
dicendo: Io cambierò in maledizioni le
vostre benedizioni (Ger. 48, 10).
Ascoltate,
fratelli miei: se la beata Vergine Maria ètanto onorata, com’è giusto, perché
ha portato Gesù nel suo santissimo seno, se il beato Giovanni Battista tremò e
non osava toccare il santo corpo del Signore, e se è venerato il Sepolcro nel
quale per poco tempo egli giacque, quanto deve essere santo, giusto e degno chi
tocca con le mani, riceve nella bocca e porge agli altri Colui che non morirà
più, ma in eterno vive glorioso, nel quale gli angeli sono ansiosi di fissare
lo sguardo?
Considerate
la vostra dignità, o fratelli sacerdoti, e siate santi, perché Dio è santo. E
poiché egli, in vista del vostro ministero, vi ha concessa una dignità
superiore ad ogni altra, anche voi lo dovete amare, riverire e lodare più di
ogni altro uomo.
Vi
comportereste in maniera ben indegna se, mentre egli è presente nelle vostre
mani, vi preoccupaste di qualunque altra cosa!
L’umanità
rimanga con il fiato sospeso, l’universo intero si commuova, il cielo si
riempia di gioia, quando sull’altare, nelle mani del sacerdote, si fa presente
il Cristo, il Figlio del Dio vivo!
O
ammirabile altezza, o degnazione stupenda! O miracolo di umiltà, che il
Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, si abbassi talmente fino a
nascondersi ifÌ un pezzo di pane per la nostra salvezza! Ammirate, fratelli,
l’umiltà di Dio e aprite a lui i vostri cuori; siate umili anche voi e sarete
esaltati da lui. Non riservate nulla per voi stessi, perché vi accolga colui
che si è dato totalmente a voi.
Consiglio
ed esorto, nel nome del Signore, che nei luoghi dove i frati dimorano sia
celebrata una sola Messa al giorno, seguendo il rito della santa Chiesa. E se
in qualche luogo vi fossero più sacerdoti, ciascuno si unisca, per amore di
carità, alla Messa celebrata da uno di loro. Il Signore Gesù si fa presente
in tutti quelli che ne sono degni, e pur facendosi vedere nel Sacramento in
posti diversi, è lo stesso ed unico Signore che opera come a lui piace insieme
con Dio Padre e lo Spirito Santo consolatore, nei secoli dei secoli. Amen.
E
poiché chi viene da Dio, ascolta le parole di Dio, noi che siamo incaricati di
esercitare il ministero sacro, dovremmo non solo ascoltare e mettere in pratica
ciò che dice Dio, ma anche considerarci i custodi dei libri sacri e di tutti
gli altri oggetti necessari al culto divino, prendendo coscienza dell’altezza
del nostro creatore e del servizio che a lui dobbiamo prestare.
Perciò
raccomando a tutti i miei frati, esortandoli nel nome di Cristo, che dovunque
troveranno degli scritti contenenti la parola di Dio, li trattino con la
massima riverenza e se non sono ben custoditi o fossero riposti in luoghi
indegni, per quanto è loro possibile, li raccolgano e li custodiscano,
onorando nella sua parola il Signore che ha parlato. Molte cose, infatti, sono
santificate dalla parola di Dio e proprio in forza delle parole di Cristo si
compie il Sacramento dell’altare.
E
ora confesso a Dio Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, alla beata Vergine
Maria, a tutti i santi del cielo e della terra, al ministro generale di questa
fraternità, come a mio signore, degno di venerazione, e a tutti gli altri miei
frati benedetti, tutti i miei peccati. Ho peccato molto, per mia grave colpa,
specialmente perché non ho osservato la Regola che ho promesso al Signore,
perché non ho celebrato l’Ufficio, come la Regola prescrive, sia per
negligenza, sia a causa delle mie infermità, sia perché
sono ignorante e di scarsa cultura.
Prego in ogni modo e con tutte le mie forze, il ministro generale, mio signore, perché faccia osservare da tutti con esattezza la Regola e prego i chierici perché celebrino l’Ufficio divino con devozione, davanti a Dio, non dando tanto importanza all’esecuzione melodiosa del canto, ma all’attenzione della mente, così che la voce esprima i sentimenti interiori e il pensiero corrisponda al canto, perché con la purezza dell’intenzione possiamo essere uniti a Dio e non soltanto dilettare chi ascolta, con delle melodie eseguite alla perfezione.
Quanto
a me, prometto di osservare fedelmente tutte queste cose, corrispondendo alla
grazia che Dio mi darà. E proeurerò di dare buon esempio ai frati che si
trovano con me, sia per quanto riguarda la celebrazione dell’Ufficio divino,
che per le altre cose stabilite dalla Regola.
I
frati che non volessero osservare queste cose non li considero uniti alla
Chiesa e non li ritengo miei fratelli; con loro non voglio parlare e nemmeno voglio
vederli, finché non abbiano cambiata la bro vita.
Lo
stesso dico per tutti quelli che vanno in giro dove piace loro,
separati dalla fraternità e incuranti dei doveri imposti dalla Regola. Il
nostro Signore Gesù Cristo ha sacrificato la vita, pur di rimanere fedele
all’obbedienza del suo santissimo Padre.
Io,
frate Francesco, uomo inutile e indegna creatura del Signore Dio, dico, in nome
di Gesù Cristo nostro Signore, a frate Elia, ministro di tutto il nostro Ordine,
a tutti i ministri che sono e che saranno, di portare sempre con sé questo
scritto e di osservano con diligenza. E prego gli stessi che procurino di farlo
conoscere e osservare dagli altri frati, perché rimangano fedeli alla volontà
di Dio, ora e sempre, finché durerà il mondo.
Siate
benedetti dal Signore, voi che osserverete questi consigli. Il Signore sia
sempre con voi. Amen.
A
tutti i custodi dei frati minori ai quali giungerà questa lettera, frate
Francesco, il vostro servo e il più piccolo fratello nel Signore, augura
salute, in forza del dono dell’Eucarestia, che è il segno grande e altissimo
dell’amore di Dio, purtroppo non abbastanza compreso da molti religiosi e da
tanti uomini.
Vi
prego, più che lo facessi per me stesso, di supplicare umilmente ma con
insistenza gli uomini di chiesa, perché onorino più di ogni altra cosa al mondo
il santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, il suo nome e le
parole con le quali viene consacrato il suo corpo.
Stimino
come cosa preziosa i vasi sacri e quanto serve per la celebrazione della Messa.
Conservino
con rispetto e venerazione il sacramento dell’Eucarestia e con devozione e discrezione
lo amministrino agli altri.
In tutte le predicazioni che farete, esortate il popolo alla conversione e al ritorno a Dio, ricordate che nessuno può salvarsi se non riceve il santissimo corpo e sangue del Signore. E quando il sacerdote lo consacra sull’altare, tutta la gente, in ginocchio, renda lode, gloria, onore al Signore Dio vivo e vero. A proposito della lode dovuta a Dio, nelle vostre prediche invitate tutti gli uomini della terra ad elevare lodi e ringraziamenti a lui ogni volta che suonano le campane e ad ogni ora del giorno.
E
a tutti i miei frati superiori che conserveranno questo scritto, lo
comunicheranno ai loro fratelli predicatori e metteranno in pratica quanto vi è
detto, giunga la benedizione di Dio e mia. L’osservanza di queste
raccomandazioni la considerino un atto di vera e santa obbedienza. Amen.
(Tratto
da: Scritti di S. Francesco, Assisi Casa Editrice Francescana 1984)