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Lauteraarhorn

4042 m

Parete sud e Cresta sud-est

Pur non tra i più difficili tecnicamente, possiamo annoverare il Lauteraarhorn tra i quattromila meno frequentati delle Alpi. La difficoltà di questa via non sta nei singoli passaggi, ma nella lunghezza dell'ascensione, nell'impegno globale richiesto e soprattutto nella remotissima ubicazione della montagna. Oltre la Lauteraarhutte, può capitare di incontrare al massimo due o tre persone in un paio di giorni. La salita dal Grimselhospiz al Lauteraarbiwak prevede 900 metri di dislivello distribuiti su 19 km, la maggior parte dei quali su ghiacciaio: 7 ore immersi nella wilderness di un angolo di Himalaia alpino. Durante la risalita della parete sud, specie se il canalone è povero o del tutto privo di neve, si avanza praticamente su terreno vergine, sempre ricoperto da detriti instabili che richiedono attenzione per la scelta della linea migliore. Se invece c'è neve, le cornici della cresta minacciano l'intero percorso lungo il canalone. La cresta finale è invece di gneiss solidissimo, ma senza l'ombra di un chiodo, pur presentando qualche passaggio piuttosto esposto, anche se non tecnicamente difficile. Emozionante il panorama, che riserva un notevole colpo d'occhio su Schreckhorn, Finsteraarhorn e sulla triade Eiger-Monch-Jungfrau. Risulteranno sicuramente utili casco, un paio di dadi o friends, cordini e fettucce.

Difficoltà: AD ( II / 40° )
Dislivello: 900m + 1300m
Tempo: 7h + 5h-6h

Si parte dal Grimselhospiz (1980 m), sulle rive del Grimselsee, scendendo ad attraversare la diga e si raggiunge la sponda opposta del lago, tramite una risalita per gradini ed un tunnel. Lo si costeggia quindi lungo un buon sentiero (si passa anche sotto ad una magnifica cascata) sino al suo termine, poi si risalgono delle morene per mettere piede sull'enorme Unteraar gletscher. Stando sempre sulla sua comoda morena centrale (ignorare la deviazione a destra per la Lauteraarhutte) si procede lungamente sin quando la morena stessa diviene più erta e difficilmente percorribile. Si scende quindi a sinistra sul Finsteraarhorn gletscher e rimanendo piuttosto sulla destra (salendo) del ghiacciaio si dovrebbero cominciare a trovare i paletti segnavia, utili soprattutto per evitare i crepacci nella successiva confluenza da destra dello Strahlegg gletscher, che occorre risalire per un tratto prima di uscirne (sempre seguendo i segnavia) sulla destra verso il ben visibile Aarbiwak (2731 m). Si raggiunge il bivacco con un ultimo tratto di ripido sentiero su sfasciumi. [7h]

Dal bivacco si ridiscende sullo Strahlegg gletscher e lo si risale, oltrepassando un ripido ghiacciaio che si innesta da destra nella colata principale, sino a quota 3000 metri circa, dove è possibile individuare sulla destra l'evidente (se c'è neve...) canalone. Bisogna stare attenti a non oltrepassarlo, perchè il canalone successivo è molto più ripido e soprattutto protetto da una crepaccia terminale insuperabile. Risalito il canalone, preferibilmente sulla sponda sinistra per rocce facili, si perviene ad una spalla nevosa a quota 3250 metri. Da qui si sale un nevaio raggiungendo il canalone della parete sud, che si può risalire direttamente sul fondo (40°, percorso più sbrigativo ma pericoloso, specie con temperatura elevata) oppure stando sulle costole rocciose alla sua sinistra (punti di II; se non cè neve attenzione ai detriti e alla ghiaia; gli ometti di segnalazione sono quasi inesistenti) puntando ad una selletta sulla cresta sud-est a sinistra dell'evidente torre rocciosa di quota 3915 metri, dove sbuca anche il canalone. Da qui si prosegue lungo la cresta, che presenta un salto iniziale di placche un po' ripido (II) da affrontare piuttosto sulla destra; si risale lungo il filo o leggermente a destra di esso (passaggi di II) su roccia solida, sino alla vetta. [5h-6h] Qui nel 2003 era presente solo una specie di borsa di cuoio con il libro di vetta, consumato dalle intemperie.
In discesa, se si scende per il canalone, bisogna porre molta attenzione allo stato della neve.

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