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Lyskamm Orientale

4527 m

Cresta est (via normale)

Come annotato tra le righe dedicate alla sorella occidentale, il Lyskamm ha l'orgoglio di essere annoverato tra le vette più note ed affascinanti delle Alpi. Caratterizzato dalla lunga cresta nevosa che raccorda le sue due cime, spesso affilata e minata da insidiose grandi cornici, deve buona parte della sua fama, o famigeratezza, alla lunga serie di incidenti mortali di cui è stato testimone e che sono valsi a questa montagna il sinistro appellativo di 'divoratrice di uomini'. Fattori che possono concorrere a rovinare la giornata del salitore sono la presenza di ghiaccio vivo o di vento (assolutamente sconsigliabile affrontare una salita in caso di vento forte). Su questa montagna non serve tanto abilità tecnica, quanto un'estrema sicurezza di piede, concentrazione costante ed un buon allenamento all'alta quota. La cresta est rimane una classica salita su neve e ghiaccio, molto remunerativa dal punto di vista alpinistico e panoramico.

Difficoltà: AD- ( II / 45° )
Dislivello: 200m + 1050m
Tempo: 1h-1h30 + 5h-6h

Da Punta Indren (3260 m), stazione a monte della funivia di Alagna Valsesia (1191 m), si segue l'"autostrada" per i rifugi Mantova e Gnifetti, dapprima tra i detriti rocciosi di quel che resta del ghiacciaio d'Indren e poi sul ghiacciaio vero e proprio, lasciando a destra la traccia della via normale alla Punta Giordani, puntando alla bastionata rocciosa (attenzione a qualche crepaccio) che separa i ghiacciai d'Indren e di Garstelet. La si può aggirare a sinistra per un buon sentiero, che porta in breve al rifugio Mantova (3498 m; preferibile per questioni di affollamento al rifugio Gnifetti), oppure superarla direttamente con qualche tratto attrezzato con corde fisse, sbucando al margine del ghiacciaio di Garstelet. Da qui si può scendere al rifugio Mantova in cinque minuti, oppure se si è portata la tenda (soluzione ottimale per non dover prenotare con mesi di anticipo...) ci si accampa in una delle numerose piazzuole già preparate con tanto di muretti di protezione. [1h-1h30]

Dal rifugio Mantova si risale il ghiacciaio sino a portarsi sotto al rifugio Gnifetti (3647 m). Lo si aggira a destra raggiungendo una zona pianeggiante ma con qualche crepaccio. Proseguendo, si sale in diagonale verso sinistra una rampa un po' ripida del ghiacciaio del Lys, quindi si procede su pendenze più moderate (altra zona con ampi ed insidiosi crepacci) puntando al colle del Lys e lasciando sulla destra il Balmenhorn. Giunti in vista del colle (4151 m), si lascia a destra l'ampia traccia per la Punta Gnifetti e si raggiunge la sella alla base della cresta est. [2h-2h30]
Se la crepaccia terminale lo permette, si inizia subito a salire lungo l'affilata cresta ripida fin da subito (45°), altrimenti occorre traversare in parete sud salendo in diagonale (qualche tratto in traverso delicato; possibile la presenza di ghiaccio vivo, utile quqlche vite) sino a raggiungere la cresta, sempre esposta ed affilata, prima della Cima della Scoperta (4335 m). Da qui la cresta spiana decisamente, ma bisogna prestare molta attenzione alle enormi cornici che sporgono verso sud, sino a raggiungere l'ultimo ripido tratto di cresta. Questo risulta essere un ripido pendio (45°) abbastanza aperto, dove l'esposizione non si sente più come nel tratto iniziale ma dove bisogna sempre porre attenzione alle eventuali cornici (meglio restare sempre verso la parete nord) e ad eventuali tratti ghiacciati. Infine, dopo l'innesto da sinistra della cresta sud (cresta Sella) alcuni brevi e facili passaggi su roccia conducono in vetta. [3h-3h30]
In discesa sui tratti più ripidi e ghiacciati ci si può abbandonare alla sicurezza di qualche altra vite. Attenzione alla consistenza della neve nella parte alta (specialmente nelle giornate calde si squaglia molto rapidamente) e alla possibilità di ghiaccio nella parte bassa.

Cresta ovest (traversata del Lyskamm)

La traversata della cresta del Lyskamm è tra le più famose che si possano ricordare nell'intero arco alpino, via tra le più celebri dell'immaginario dell'alpinismo classico. La soluzione qui descritta è quella comunemente considerata più semplice: percorrerla da est verso ovest significa riservarsi per la discesa la cresta sud-ovest del Lyskamm Occidentale, più facile e meno esposta della cresta normale alla cima orientale, ma è sempre possibile effettuarla anche in senso inverso, ponendo la dovuta attenzione (soprattutto in relazione allo stato della neve ed al ghiaccio) nella discesa lungo la cresta est. Il tratto chiave dell'ascensione, la cresta di raccordo tra le due vette, è straordinariamente emozionante, per i panorami e per l'esposizione in cui immerge. Quasi esclusivamente nevosa, spesso aerea ed affilata, spesso delicata e corniciata, regala il privilegio di conquistarsi esperienze alpinistiche indimenticabili.

Difficoltà: AD ( II / 45° )
Dislivello: 850m + 950m
Tempo: 3h + 4h-6h

Dal colle di Bettaforca (2672 m), raggiunto in seggiovia da Stafal (1825 m; per una salita a piedi aggiungere 2-3 ore e 850 m di dislivello), ci si porta per sentiero ben tracciato al passo di Bettolina. Il sentiero prosegue quindi tra gli sfasciumi con tratti pietrosi alternati ad attraversamenti di nevai. Dopo un baitello, il sentiero sale a destra del filo di cresta, spesso con tratti nevosi, sino a guadagnare la cresta che presenta dei passaggi esposti (attenzione con neve o ghiaccio) attrezzati con corde fisse e un ponticello; superato un ultimo risalto roccioso attrezzato, si raggiunge il rifugio Quintino Sella (3585 m). [3h]

Dal rifugio si risale il ghiacciaio di Felik, normalmente su un'ottima traccia, lasciando a sinistra la Punta Perazzi. Giunti ad un ripido pendio, si supera la crepaccia terminale (di solito verso destra) e lo si risale sino a giungere al colle di Felik (4061 m). [1h30-2h]
Qui si lascia a sinistra la traccia per il Castore e si prosegue sul filo della cresta sud-ovest del Lyskamm Occidentale, inizialmente abbastanza semplice poi, dopo il rilievo q. 4214 m, più affilata ed esposta. Giunti al ripido tratto finale, è possibile risalirlo direttamente (40°) sino all'anticima nei pressi del filo roccioso (o su di esso, II) della cresta sulla destra, oppure attraversare a sinistra il fianco nevoso sino a sbucare su una cresta secondaria orientata ad ovest, risalendo la quale si guadagna l'anticima. In una decina di minuti lungo la facile cresta nevosa, si giunge in vetta al Lyskamm Occidentale (4481 m). [1h30-2h]
Si prosegue ora per la traversata inizialmente lungo un tratto nevoso, poi superando alcune rocce (II), quindi scendendo alla sella del Lyskamm (4417 m, che rappresenta il punto più basso tra le due vette) lungo un tratto affilato e pericoloso per le cornici. Da qui si risale la cresta ovest del Lyskamm Orientale, larga e facile nel primo tratto ma più ripida ed insidiosa, per via delle grandi cornici verso sud, nella parte superiore. Tenendosi sul versante settentrionale a debita distanza dalle cornici, si arriva in vetta al Lyskamm Orientale. [1h30-2h]

In discesa si percorre la cresta est (vedi sopra) facendo attenzione alle cornici ed ai tratti ripidi (45°), specie all'inizio ed alla fine della cresta, ma soprattutto avendo un occhio di riguardo alle condizioni ed alla consistenza della neve. Raggiunto il colle del Lys, non resta che avviarsi per l'amplissima traccia (qualche crepaccio) lungo il ghiacciaio del Lys verso il rifugio Gnifetti e da qui, dopo aver disceso il ghiacciaio di Garstelet e le roccette per il sentiero attrezzato, si raggiunge Punta Indren lungo i resti del ghiacciaio d'Indren. [4h-5h]
Si segue ora il sentiero che scende sulla destra che, anche con tratti nevosi, conduce al colle superiore delle Pisse. Si prosegue dapprima lungo la cresta, quindi aggirando ad ovest lo Stolemberg con dei tratti attrezzati, e infine scendendo ancora lungo la cresta al passo dei Salati, da dove è possibile raggiungere Stafal con la cabinovia. [1h-2h]

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