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Combin de Graffeneire

4314 m

Versante sud del Combin de Valsorey (per la spalla Isler) e cresta ovest

Il Combin de Grafeneire è la punta più elevata del Grand Combin, una montagna massiccia ed imponente, in gran parte nevosa, che si erge a metà strada tra il Cervino ed il gruppo del Monte Bianco. L'intinerario per la spalla Isler lungo il versante sud del Combin de Valsorey è una salita su terreno misto abbastanza semplice tecnicamente anche se presenta qualche rischio di caduta sassi quando la montagna è particolarmente asciutta, o di slavine nelle ore più calde ad inizio stagione (o dopo importanti nevicate). Da non sottovallutare nemmeno i tratti di avvicinamento: l'ultimo tratto di salita alla spalla Isler dalla cabane de Valsorey può presentare qualche rischio di caduta sassi, mentre quello dal rifugio Amiante si svolge lungo ghiacciai non privi di crepacci. La salita, comunque panoramica e inserita in un bell'ambiente d'alta montagna non molto frequentato, si svolge lungo pendii nevosi a tratti piuttosto ripidi e su rocce rotte non difficili ma che offrono poche opportunità di crearsi dei buoni punti di sicurezza, specie se innevate. Dal Combin de Valsorey si raggiunge senza difficoltà la vetta del Combin de Grafeneire lungo la nevosa cresta sommitale, dove bisogna prestare attenzione alle grosse e pericolose cornici che sporgono sul versante sud. In considerazione dell'elevato dislivello da superare da fondovalle la salita, oltre alla necessaria acclimatazione, richiede un ottima preparazione fisica.

Difficoltà: PD+ ( II / 45° )
Dislivello: 1450m + 1600m (Amiante) o 1400m + 1350m (Valsorey)
Tempo: 4h + 6h-7h (Amiante) o 4h + 5h-6h (Valsorey)

Per salire al rifugio Amiante, dalla frazione Glacier di Ollomont nella valdostana Valpelline, si segue la mulattiera per By che parte poco prima del ponte e che risale con vari tornanti la costa boscosa. Giunti nei pressi di una chiesetta ai margini della grande conca erbosa di By, si piega a destra passando accanto alla caratteristica casa Farinet (2009 m). [1h]
Ad un bivio, si lascia a destra l'intinerario per la Fenetre Durand e, proseguendo sulla sinistra lungo la strada, si raggiunge l'alpe di By (2048 m). Alle prime baite si imbocca il sentiero sulla destra che salendo attraverso i pascoli attraversa il vallone che scende dal col de Bonamort, per raggiungere l'alpeggio di Tsa de la Commune (2302 m). [1h]
Da qui si prosegue salendo in diagonale verso sinistra; si passa sotto alle rocce più basse della Punta Ratti e si entra in una valletta, quindi ci si sposta sulla sua costa sinistra (salendo). Si risale la ripida costola erbosa, che in alto si fa più detritica, lungo tracce di sentiero, sino a portarsi sotto a delle placche rocciose, che si superano grazie all'ausilio di una catena, facendo attenzione al fino detrito presente. Raggiunta una spalla rocciosa, si sale ancora un tratto verso destra attraverso sfasciumi rocciosi, fino a guadagnare il rifugio Francesco Chiarella all'Amiante (2979 m). [2h]

Se invece si sceglie la salita alla cabane de Valsorey da Bourg St. Pierre (1632 m), sul versante svizzero del colle del Gran San Bernardo, si segue la strada carrozzabile fino a La Delise (1827 m; volendo, si può arrivare sin qui in auto). Ad un successivo bivio si prende a destra per seguire un'altra carrozzabile che conduce a Cordonna (1842 m). Da qui si prosegue per il buon sentiero che risale il vallone mantenendosi a sinistra del torrente emissario del ghiacciaio, fino a raggiungere l'alpe Chalet d'Aumont (2198 m). [1h30]
Si continua la salita verso destra raggiungendo il salto roccioso di Six Rouge (2352 m), che si supera senza difficoltà con l'ausilio di qualche scaletta e corde fisse. Si continua ancora a traversare verso destra, si passa sotto ad una parete rocciosa e si raggiunge la spianata rocciosa di Grand Plan (2501 m). [1h]
Si attraversa il piano tra grandi blocchi, detriti e sfasciumi rocciosi (ometti e segni); piegando verso sinistra si guadagna la detritica costola rocciosa dove il sentiero torna ad essere ben definito e, risalendola con numerosi tornanti, si raggiunge infine la cabane du Valsorey (3030 m). [1h30]

Dal rifugio Amiante si risale inizialmente la conca detritica, quindi si taglia a sinistra verso la Grande Tete de By per sfasciumi e tratti nevosi. Senza salire a sinistra alla sella del col Garrone, si guadagna sulla destra per facili nevai il col d'Amiante (3308). [1h]
Dal colle si scende leggermente sul glacier du Mont Durand; lo si deve tagliare lungo una specie di largo cengione tra grossi crepacci per portarsi nei pressi della base della cresta sud-est del Combin de Grafeneire. Da qui, per un ampio e facile pendio (qualche crepaccio), si sale al col du Sonadon (3504 m). [1h]
Si scende sul versante opposto facendo attenzione a qualche crepaccio insidioso poco sotto al colle e, attraverso la parte alta del glacier du Sonadon, ci si porta ai piedi di un pendio nevoso piuttosto ripido (crepaccia terminale; qualche pericolo di caduta sassi dalla parete del Grand Combin), risalito il quale si guadagna l'ampia sella nevosa della spalla Isler (3650 m), al margine della quale è posto il bivacco Musso. [1h]
La stessa spalla viene raggiunta anche da chi sale dalla cabane de Valsorey: dal rifugio si seguono tracce di sentiero verso nord-est e si guadagna, anche con qualche tratto su neve, il glacier du Meitin. Lo si risale verso il canale proveniente dal col du Meitin, quindi si taglia (3300 m) verso destra, attraversando un altro canale (possibile caduta sassi), fino a portarsi sul pendio di neve e rocce rotte che conduce (evitare un salto roccioso sulla destra), alla spalla Isler (3650 m). [2h]
Da qui si sale inizialmente per un facile pendio nevoso che in stagione avanzata può essere di sfasciumi; ci si sposta sulla destra di un evidente canalino che separa due torrioni rocciosi, salendo per rocce rotte non difficili. Proseguendo per pendii nevosi (nella parte alta qualche tratto a 45°) ed a tratti lungo roccette e canalini (passaggi di II) ci si porta ad una spalla nevosa (4095 m) nei pressi della cresta del Meitin. Si traversa sulla destra su neve e sfasciumi per evitare dei ripidi salti rocciosi, quindi si sale in verticale per rocce piuttosto rotte ma non difficili (II) che richiedono un po' di attenzione (specie se innevate), fino ad arrivare in vetta al Combin de Valsorey (4184 m). [2h-3h]
Si scende da qui per la breve e facile cresta nevosa alla sella tra il Combin de Valsorey e il Combin de Grafeneire (4132 m), quindi lungo la facile cresta ovest (possibili grandi e insidiose cornici verso sud) si raggiunge finalmente la vetta. [1h]
In discesa si può ripercorrere la stessa via di salita, prestando però attenzione al rischio di caduta sassi (o di slavine, con forte innevamento) scendendo verso la spalla Isler. In alternativa, con scarso innevamento, dalla vetta del Combin de Valsorey si può scendere lungo la cresta del Meitin (vedi sotto), ricorrendo a qualche corda doppia per superare i tratti più impegnativi: si impiega più tempo per raggiungere la cabane du Valsorey ma si è meno esposti a pericoli oggettivi.

Cresta del Meitin al Combin de Valsorey e cresta ovest

La cresta del Meitin (cresta ovest) del Combin de Valsorey consente una salita al Gran Combin non troppo impegnativa interamente su roccia, ed è quindi da sconsigliare se troppo innevata o ghiacciata. Questa via, pur non essendo la più breve per la vetta, è certamente la più sicura, al riparo da pericoli oggettivi (qualche pericolo di caduta sassi solo salendo al col du Meitin); un fattore da tenere ben presente per la discesa, specie nel caso la si debba affrontare in condizioni meteo sfavorevoli (ad esempio con temperature molto elevate). La cresta è caratterizzata da tre netti risalti rocciosi e le difficoltà che si incontrano non sono mai troppo continue o sostenute, ma tuttavia richiedono attenzione in qualche passaggio. Si deve salire preferibilmente stando nei pressi del filo di cresta, dove la roccia è più solida che sul versante sud, o poco a destra di esso, seguendo la recente riattrezzatura a spit grazie alla quale il materiale utile per la salita si limita a qualche rinvio, fettucce e al più un paio di dadi o friends. Come per l'intinerario precedente, una volta raggiunto il Combin de Valsorey occorre scendere per la facile cresta nevosa sommitale ad una sella prima di risalire alla vetta Combin de Grafeneire lungo la cresta ovest che può presentare grosse ed insidiose cornici sul versante sud.

Difficoltà: AD- ( III / 35° )
Dislivello: 1400m + 1350m
Tempo: 4h + 6h-7h

Da Bourg St. Pierre (1632 m), sul versante svizzero del colle del Gran San Bernardo, si segue la strada carrozzabile fino a La Delise (1827 m; volendo, si può arrivare sin qui in auto). Ad un successivo bivio si prende a destra per seguire un'altra carrozzabile che conduce a Cordonna (1842 m). Da qui si prosegue per il buon sentiero che risale il vallone mantenendosi a sinistra del torrente emissario del ghiacciaio, fino a raggiungere l'alpe Chalet d'Aumont (2198 m). [1h30]
Si continua la salita verso destra raggiungendo il salto roccioso di Six Rouge (2352 m), che si supera senza difficoltà con l'ausilio di qualche scaletta e corde fisse. Si continua ancora a traversare verso destra, si passa sotto ad una parete rocciosa e si raggiunge la spianata rocciosa di Grand Plan (2501 m). [1h]
Si attraversa il piano tra grandi blocchi, detriti e sfasciumi rocciosi (ometti e segni); piegando verso sinistra si guadagna la detritica costola rocciosa dove il sentiero torna ad essere ben definito e, risalendola con numerosi tornanti, si raggiunge infine la cabane du Valsorey (3030 m). [1h30]

Dal rifugio si seguono tracce di sentiero verso nord-est e si guadagna, anche con qualche tratto su neve, il glacier du Meitin. Lo si risale sino a raggiungere la base del canale proveniente dal col du Meitin; da qui ci si sposta sulla costola di rocce rotte a destra del canale (salendo) e la si risale facilmente sfruttando a tratti anche delle tracce di sentiero, sino a raggiungere l'attacco della cresta posto una sessantina di metri più in alto a destra del col du Meitin (3611 m). [2h]
Si può raggiungere la cresta anche risalendo direttamente il canale nevoso (45°, sconsigliabile con ghiaccio) restando però più esposti al rischio di caduta sassi. Inizialmente la cresta è di facile percorrenza, si sale per rocce rotte e grandi blocchi mantenendosi nei pressi del filo, sino a portarsi alla base del primo evidente risalto; per superarlo si evita l'ultimo tratto strapiombante traversando a destra per riguadagnare poi il filo lungo un diedro (III, vari spit). Si prosegue abbastanza facilmente per terreno a tratti detritico, mantenendosi sempre nei pressi del filo di cresta dove la qualità della roccia è migliore anche se la salita risulta un po' più impegnativa (II, alcuni spit), fino a raggiungere la base del secondo risalto. Traversando sulla destra per sfasciumi, si raggiunge un caratteristico canale di rocce biancastre, che si risale inizialmente sul fondo per poi spostarsi sulle rocce a destra (III, spit e a volte corda fissa). Si guadagna così di nuovo il filo di cresta che conduce (qualche passaggio di II, vari spit), con un ultimo tratto orizzontale su sfasciumi, al terzo ed ultimo risalto. Qui conviene salire direttamente per rocce solide non troppo difficili (III, spit), piuttosto che aggirare il risalto sulla destra per terreno più facile ma detritico e abbastanza instabile; si guadagna quindi per neve e rocce rotte non impegnative la vetta del Combin de Valsorey (4184 m). [3h-4h]
Si scende da qui per la breve e facile cresta nevosa alla sella tra il Combin de Valsorey e il Combin de Grafeneire (4132 m), quindi lungo la facile cresta ovest (possibili grandi e insidiose cornici verso sud) si raggiunge finalmente la vetta. [1h]
In discesa è consigliabile ripercorrere la via di salita ricorrendo a qualche corda doppia per superare i tratti più impegnativi. In alternativa dalla vetta del Combin de Valsorey si può scendere lungo il suo versante sud alla spalla Isler e da qui tornare alla cabane du Valsorey (vedi sopra): soluzione più veloce della precedente ma anche più esposta al rischio di caduta sassi.

Parete nord-ovest (per il couloir du Gardien) e cresta ovest

La salita al Combin de Grafeneire per la parete nord-ovest lungo il cosiddetto couloir du Gardien è una bella e remunerativa ascensione su neve e ghiaccio che permette di superare la barriera di seracchi che difendono il plateau sommitale del Gran Combin sul versante nord senza esporsi troppo ad elevati pericoli oggettivi, come nel caso dell'intinerario che risale il vicino Corridor. Tecnicamente non è una via banale: dal Plateau du Déjeuner, ai piedi dell'edificio sommitale del Grand Combin, si attacca il couloir du Gardien, circa 500 metri di dislivello con pendenza inizialmente abbordabile, ma che aumentendo gradualmente si porta sui 50° poco oltre la metà dello scivolo nevoso, e che presenta un breve tratto finale più ripido (attorno ai 60°) per superare la barriera di seracchi oltre la quale si raggiunge il plateau nevoso e la facile cresta sommitale; attenzione alle eventuali cornici protese verso sud. La salita è da consigliarsi con temperature non troppo elevate e buone condizioni del manto nevoso, perchè in caso di ghiaccio vivo le cose si complicano di parecchio. Possono far comodo due piccozze e qualche vite da ghiaccio.

Difficoltà: AD+ ( 50°, un punto a 60° )
Dislivello: 1150m + 1700m
Tempo: 4h + 6h-8h

Da Fionnay (1490 m), in alta val de Bagnes, dopo aver attraversato il ponte si segue il sentiero che si alza lungo la costa boscosa, si raggiunge una selletta e si prosegue per pascoli e rado bosco. Superato un bivio, con varie svolte si risale il dosso di Corbassiere, fino all'alpeggio di Vers le Grenier de Corbassiere (1959 m). [1h30]
Da qui si prosegue a mezza costa in moderata pendenza attraverso pascoli sino a raggiungere, dopo le baite di Les Plans (2233 m), lo chalet di Plan Goli (2312 m), che si lascia sulla destra per inoltrarsi nel vallone detritico che scende dal col des Otanes. Il sentiero continua a salire prima con numerosi tornanti tra sfasciumi morenici, quindi per dossi erbosi e magri pascoli, fino a raggiungere, lungo la morena, la cabane Francois Xavier Bagnoud a Panossiere (2645 m). [2h30]

Dal rifugio, dopo aver percorso un breve tratto di morena, si scende sul glacier de Corbassiere, qui piuttosto pianeggiante, per attarversarlo in diagonale verso la sponda opposta (qualche crepaccio) dirigendosi verso il Combin de Corbassiere. Si prosegue nei pressi del lato sinistro orografico del ghiacciaio percorrendo anche qualche tratto su sfasciumi per evitare alcuni grossi crepacci sino a portarsi dapprima ai piedi del Combin de Boveyre quindi, lungo pendii di neve o ghiaccio di pendenza moderata (crepacci), sull'esteso Plateau des Maisons Blanches. Lo si attraversa tagliando verso sinistra in leggera salita, fino a raggiungere il ripiano del Plateau du Déjeuner (3500 m). [4h]
Lasciando sulla destra il col du Meitin, ci si dirige verso il couloir du Gardien, scivolo nevoso compreso tra il Corridor e la parete nord-ovest del Combin de Valsorey, delimitato sulla sinistra da alcune roccette affioranti. Lo si risale inizialmente su pendenze abbordabili (40°) che però aumentano progressivamente fino a rendere il pendio, poco oltre la sua metà, decisamente più ripido (50°). Raggiunta in alto la fascia di seracchi che sbarra l'uscita dello scivolo nevoso, si sale per una specie di canalino che si insinua tra i muri di ghiaccio; un breve tratto finale può risultare piuttosto impegnativo (fino a 60°) e permette di raggiungere l'ampio plateau sommitale del Grand Combin. Raggiunta in breve l'evidente sella nevosa (4132 m) tra il Combin de Valsorey e il Combin de Grafeneire, lungo la cresta ovest (possibili insidiose cornici verso sud) si guadagna facilmente la vetta. [2h-4h]
In discesa si può tornare per la stessa via di salita, ma è consigliabile raggiungere la vetta del Combin de Valsoray per poi scendere lungo la cresta del Meitin (vedi sopra) sino al col du Meitin da dove, attraversata la crepaccia terminale, si raggiunge al Plateau du Déjeuner l'intinerario di salita. Per gli amanti del rischio (vedi sotto) l'alternativa è rappresentata dal Corridor...

Versante nord (per il Corridor) e cresta nord-est

L'intinerario per il Corridor è quello storico della prima ascensione della montagna e certamente il più facile per raggiungere la vetta, ma è anche notevolmente pericoloso essendo esposto per un lungo tratto alla caduta di blocchi di ghiaccio (che possono raggiungere anche dimensioni ragguardevoli) dalla barriera di seracchi che sovrasta questa rampa nevosa che taglia il versante nord del Grand Combin. Il Corridor non presenta pendenze rilevanti, ed è di facile percorrenza (seracchi a parte); dal punto di vista tecnico l'unica difficoltà della salita è il superamento del ripido ma breve pendio nevoso del Mur de la Cote, che può presentare anche dei tratti ghiacciati e che dà accesso alla facile cresta nord-est. L'estrema pericolosità del tratto lungo il Corridor però fa si che questa via abbia ormai solo un interesse sci-alpinistico (neanche in primavera peraltro si è immuni dal rischio), dato che in estate i crolli dei seracchi sono frequenti e rovinosi per tutto il giorno, ed a volte persino di notte...

Difficoltà: PD ( 45° )
Dislivello: 1150m + 1700m
Tempo: 4h + 6h-7h

Da Fionnay (1490 m), in alta val de Bagnes, dopo aver attraversato il ponte si segue il sentiero che si alza lungo la costa boscosa, si raggiunge una selletta e si prosegue per pascoli e rado bosco. Superato un bivio, con varie svolte si risale il dosso di Corbassiere, fino all'alpeggio di Vers le Grenier de Corbassiere (1959 m). [1h30]
Da qui si prosegue a mezza costa in moderata pendenza attraverso pascoli sino a raggiungere, dopo le baite di Les Plans (2233 m), lo chalet di Plan Goli (2312 m), che si lascia sulla destra per inoltrarsi nel vallone detritico che scende dal col des Otanes. Il sentiero continua a salire prima con numerosi tornanti tra sfasciumi morenici, quindi per dossi erbosi e magri pascoli, fino a raggiungere, lungo la morena, la cabane Francois Xavier Bagnoud a Panossiere (2645 m). [2h30]

Dal rifugio, dopo aver percorso un breve tratto di morena, si scende sul glacier de Corbassiere, qui piuttosto pianeggiante, per attarversarlo in diagonale verso la sponda opposta (qualche crepaccio) dirigendosi verso il Combin de Corbassiere. Si prosegue nei pressi del lato sinistro orografico del ghiacciaio percorrendo anche qualche tratto su sfasciumi per evitare alcuni grossi crepacci sino a portarsi dapprima ai piedi del Combin de Boveyre quindi, lungo pendii di neve o ghiaccio di pendenza moderata (crepacci), sull'esteso Plateau des Maisons Blanches. Lo si attraversa tagliando verso sinistra in leggera salita, fino a raggiungere il ripiano del Plateau du Déjeuner (3500 m). [4h]
Da qui ci si porta verso sinistra all'inizio della rampa glaciale del Corridor, che taglia in diagonale tutto il versante nord del Grand Combin ed è costantemente minacciato dalla barriera di seracchi soprastante che spesso e volentieri, specie nella parte centrale della rampa, rilascia rovinose scariche (anche di notevoli dimensioni) di blocchi di ghiaccio. Risalito il Corridor il più velocemente possibile con percorso non difficile (30°) facendo solo attenzione ai blocchi di ghiaccio già caduti (ed anche a quelli che devono ancora cadere) si aggira al suo termine un grosso crepaccio sulla sinistra, per raggiungere il col du Croissant (4090 m) e la vicina base del Mur de la Cote. Questo ripido pendio nevoso (45°, attenzione in caso di ghiaccio scoperto), alto un centinaio di metri, va risalito in diagonale da sinistra a destra sino a sbucare (possibile cornice da superare) sulla facile dorsale nevosa sottostante la modesta elevazione dell'Aiguille du Croissant (4243 m). Se ne scavalca la sommità e si prosegue lungo la cresta nord-est (cornici) fino alla vetta. [2h-3h]
In discesa se si vuole evitare di sfidare nuovamente la sorte lungo la via di salita, si può scegliere tra la parete nord-ovest o la cresta del Meitin del Combin de Valsorey (vedi sopra).

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