Il Nucleo
Di Martinelli Alberto alias Gornova
6 Marzo 2003 – 20 Marzo 2004
Quello che vi apprestate a leggere, è il mio attuale racconto più lungo mai scritto: è basato sull’idea di narrare e continuare l’esperimento nato nel precedente racconto, 100 volte nucleo, ma in tono decisamente più serio. I nomi dei personaggi, dei luoghi, e i fatti qui accaduti hanno tutto a che fare il forum dedicato ai giochi di ruolo, il nucleo, che trovate a questo indirizzo: www.ilnucleo.org
Da parte mia non posso fare altro che presentare i protagonisti, le comparse e tutti coloro che prestandomi il nome hanno reso questo racconto quello che è:
Elwood – Il creatore del Nucleo
Lark – Lo spirito
Cassandra – La principessa
Keeper – Il reggente, la fenice bianca, il protettore
Snogar – Co-creatore del Nucleo
Fabiuzzz – Il messaggero, lo straniero
Lilith – la cugina della principessa
Rhiamon Terence – Duca di Doughermoulth
Salkaner – Il regal Bambolotto
Badrel – Figlio di un falegname
Camael / Gabryk – Il rivoltoso
Vastatio – il cuoco di corte
Alonzo Ruppetti – Mago della casta dei nomi
Ar Adunakhor – Il rivoltoso
Quarl – Rivoltoso che ha ucciso il re
Panoramix - detto Il Druido, guaritore della corte di Doughermoulth
Zod – L’immortale, Il padrone degli immobili, Il signore degli immobili
Max Power – Una delle vittime
Saan Raal – Uno dei quattro cacciatori, Il signore delle Ombre
Vegeta alias King Arthur – Uno dei quattro cacciatori, Re di Doughermoulth
Joliet Jake Blues – Uno dei quattro cacciatori
Raiden il redentore – Uno dei quattro cacciatori
Giobbe – esperto di cibernetica
Demogorgon – uno degli spiriti intrappolati dalla casta dei maghi di Doughermoulth
Violante – uno degli spiriti intrappolati dalla casta dei maghi di Doughermoulth
Master Souze – Maestro di Alonzo, della casta dei nomi
Arjuna – Il primo mago
Lemnear Blues, Strekon, Korn, Nami, 2Freddy, abaus, Master Nix, aiwass, Hans – Altri bambolotti
Henk Redhammer – Un uomo pretendente di Cassandra, di un regno vicino
Drokur – Comandante dei cento a scorta di Cassandra
Disabled – Cartografo, navigatore e guida
Imperatore Alex – Il signore dell’Orda
Pkrcel – Sciabola destra dell’Orda
Ragnarok – Il dio dell’Orda
Pagolo – Mago della casta delle rune
Kas – L’ombra servitrice di Zod
Myzael – guidatore di Limuosine
Vittek – guidatore di Limuosine
Silvia – la madre di Cassandra
SteeJans, Smrole, Coruja, Gio Deker – Soldati dell’Orda
Kwisatz – La sciabola sinistra dell’Orda
Dwimbar – piccola città del nord
Hack-Bnar – Reggende dell’impero di Alex durante la sua assenza
Mirtul – Piccola cittadina del regno di Doughermoulth
Vartagh, Ehrnum, Natan – città di Doughermoulth
Gornova – scrittore di Nucleo
Diablo – forgiatore della spada dorata
Prologo
La costellazione viene inizializzata, i punti di trasmissione vengono negoziati
e stabiliti: sessantaquattromila punti validi per baud. Il segnale viene
inoltrato dai livelli superiori, modulato da digitale ad analogico per l’ultimo
miglio ed infine di nuovo digitale.. la grande distesa della rete infinita di
informazioni è oramai aperta.
Il segnale corre veloce verso la sua destinazione, instradato da entità
superiori ed invisibili, che lo cambiano, lo inglobano, lo spostano, lo fanno
viaggiare per tutto il mondo.. finché non arriva dove il tunnel, almeno per lui,
ha fine, dove l’onda elettromagnetica che è la sua anima ha fine, ed inizia il
momento più alto della sua esistenza, dove il suo significato ora conta, dove è
quello che fa la differenza.
La richiesta alla velocità della luce arriva dall’altro lato, si ferma, passa
un’eternità immobile aspettando il suo tempo: sembra morire e rinascere mille
volte, per poi iniziare la parte finale del suo viaggio. Le entità dei livelli
superiori la fanno a pezzi più e più volte, finché non decidono che può passare:
eterni guardiani verso uno stato superiore d’esistenza, messi a protezione da
chi ha creato il sistema per garantirne il funzionamento.
Ma nulla è perfetto, la richiesta viene rifiutata, perché corrotta.. la notizia
viaggia di nuovo nell’universo caotico delle informazioni, fino alla fine del
tunnel, dove viene compresa e compare una piccola notifica in una angolo dello
schermo.
La richiesta muore in quell’istante, ma sa che ha fatto quello per cui è stata
creata: l’ultima cosa che riesce a fare è essere felice, dopo che il suo spazio
in memoria viene distrutto.
Una mano umana muove un mouse e subito con cieca obbedienza il puntatore segue
il suo movimento, non infastidito dalla musica martellante che proviene dagli
altoparlanti poco lontani.
Poca luce entra nella stanza: è quasi notte, il sole tramonta, ed il illumina
per un attimo il volto di Elwood, un volto preoccupato, a suo modo.
-Dannazione, ancora una volta.. ma perché non funziona?
Lo schermo davanti a lui tace come sempre, schiavo immobile e infallibile,
pronto a creare un’altra richiesta, ma Elwood decide che non è il tempo, deve
andare, scappare da quella casa, da quella stanza.. lui sa perfettamente che lo
hanno tracciato, che lo stanno seguendo da tempo e che non lo lasceranno
fuggire, lui, il creatore del Nucleo, il primo e l’ultimo.
Atto I: La festa
1.
- Perché non riesci a capirlo, Cassandra? La montagna non esiste! E’ solo un
trucco di questo mondo: gli agenti del regno ti stanno alle costole, e l’hanno
messa qui solamente per distrarti!
La voce di Lark è sicura, ferma, sincera: lui vuole aiutare Cassandra.. ma se
lei non si lascia aiutare che senso ha continuare? Lui in fondo in questo mondo
non è altro che uno spettro onnisciente, è vero, ma è anche incapace di imporre
la sua volontà.
-Cassandra, perché accetti che Lark ti sia ancora vicino? Non capisci che lui
vuole distruggere il nostro regno, come hanno fatto tutti quelli che sono venuti
prima di lui?
La seconda voce é esitante, perché sa che Cassandra non è pronta a scegliere..
Keeper sa che basta ancora un passo di Cassandra per distruggere tutto quello
che Elwood, Snogar e tutti gli altri hanno costruito in molti anni.
-Basta! Andatevene via tutti e due! Ne ho piene le scatole di entrambi! Non sono
più una bambina.. non ho bisogno di voi per salvare il mio regno!
Cassandra da le spalle alla montagna che ha osservato per così tanto tempo da
perdere il senno, e si rivolge ad una figura trasparente e inconsistente, ma
reale come l’uomo che gli è accanto.
-Ti prego Cassandra.. le bugie per troppo tempo ti hanno offuscato la vista,
perChé non riesci a capirlo?
-Come posso accettare quello che mi hai detto, Lark? Ti rendi conto che per me
non è facile anche solo pensare di essere qui..
Cassandra sorride, il suo sguardo torna per alcuni istanti verso la gigantesca
montagna, coperta da una foresta di conifere verdi, solcata da splenditi prati,
ma con una gigantesca nuvola nera che ne oscura la sommità, come se nascondesse
qualcosa di terribile e affascinante nel contempo.
Lark si muove verso di lei, fluttuando, spostando quel poco di informazioni e
menzogne che lo compongono, ma Keeper si mette in mezzo, e sfodera la sua spada.
-Non ti avvicinare, Lark, se non vuoi finire male…
-Credi di farmi paura, Keeper? Credi che qualcosa in questo mondo mi possa
“uccidere”? Perché ti ostini a credere che io voglia fare del male a Cassandra e
al vostro regno? Ho qualcosa di molto più grande da portare a termine..
-Credi di essere diverso da Fabiuzzz, vero?
-Si, io sono diverso da lui..
-No! Come Fabiuzzz ha portato il nostro regno alla distruzione, tu farai lo
stesso.. ne sono certo! Cassandra lo sa in cuor suo, sa che tutti non sono morti
per nulla!
Cassandra inizia a singhiozzare e piangere, mentre si un sorriso da folle le
compare sul volto, e annuncia gridando
-Ho capito! Ma certo! Come ho fatto a non capirlo? Voi due non esistete! Io sono
pazza, certo pazza.. che vada in malora il regno, tutti quanti, voi due
compresi… che cosa me ne importa? E se restassi qui ferma in eterno, che cosa
fareste?
Lark guarda preoccupato Cassandra, sa che non ha abbastanza tempo per aspettare
una sua decisione, ne per riuscire fino in fondo a convincerla, per questo si
volta, fluttua vicino a Keeper, che però si tiene a distanza brandendo la sua
spada dorata.
-Keeper, vi lascio.. Cassandra ha bisogno di te.. ti dico solo questo: avete
sprecato la più grande occasione della vostra vita, e ve ne pentirete molto
presto..
-Vattene Lark! Tu e i tuoi servitori non ci fate paura! Cassandra non cederà mai
e poi mai alle vostre menzogne!
Lark osserva per alcuni istanti Keeper, sospira e scompare in un lampo di luce
azzurra..
Keeper mette una mano sulla spalla di Cassandra, e la porta a se, mentre lei
continua a piangere, con lo sguardo e l’animo sconvolto da quello che sa..
-Non temere bambina mia, non ti lascerò mai da sola contro di loro: abbiamo
imparato la lezione con Fabiuzzz, e non sbaglieremo due volte!
Cassandra alza lo sguardo incerto verso il suo tutore, sicuro di se, almeno in
apparenza, e gli dice
-Ed ora che cosa faremo, Keeper? Torneremo a casa, nella tua casa, per capire,
ragazza mia..
2.
E’ uno splendido giorno di sole nel regno di Doughermoulth, a sud del mare
orientale: il freddo dell’inverno ha lasciato queste terre da oramai molti mesi,
ed illumina con la sua forza la natura che cresce rigogliosa, coltivata da
uomini laboriosi e capaci.
Una figura sotto uno spesso mantello, nonostante il tiepido calore del
mezzogiorno, si muove attraverso le strade, trascinando la sua gamba ferita, e
tenendo pronto il suo pugnale per ogni evenienza. Agli occhi di uno estraneo, lo
strano personaggio potrebbe sembrare perso nei suoi pensieri, ma in realtà la
figura con corti capelli biondi e occhi azzurri, è perfettamente cosciente del
pericolo da cui sta scappando e che gli da in ogni istante la caccia.
-Dove si nascondono.. da che parte mi attaccheranno, questa volta?
Ancora una volta agli occhi di uno straniero, quello che successe poi potrebbe
sembrare un sogno, o meglio un incubo: la figura scatta in avanti, pugnale alla
mano, menando fendenti e sferzate nell’aria, tagliandola e gridando ai suoi
invisibili interlocutori di andarsene, di lasciarlo in pace..
Ma la figura sa che è tutto vero, reale, tangibile, in questo regno.
-Devo trovare Cassandra ad ogni costo.. lei deve.. lei può aiutarmi!
La figura si ricompone e continua a correre con il suo passo faticoso verso la
capitale del regno di Doughermoulth, nell’indifferenza di chi passa la vita con
la schiena spezzata sotto il peso delle ingiustizie.
3.
-Dai! Ridammelo! Lilith! Lo sai che sei davvero fastidiosa? Come osi trattarmi
così?
-Cassandra, lo sai che mi sembri davvero una regina quando dici queste cose?
Ebbene non posso fare altro che inchinarmi al vostro volere, maestà, e
riconsegnarvi Salkaner, regal bambolotto!
Cassandra si avvicina a Lilith, ma sua cugina, come sempre, compie un veloce
passo indietro, facendogli lo sgambetto e facendola finire con la faccia sul
letto reale.
-O forse, maestà, non dovete battervi per avere quello che volete?
Lilith mostra Salkaner come un trofeo, tenendolo in alto come una coppa data ad
un vincitore, e guardando maliziosa sua cugina. Cassandra, dal canto suo, salta
in piedi come una furia, e guarda arrossita la svergognata cugina
-Lilith! Non sei solo fastidiosa, ma anche impudente! Come osi parlare così del
duca Rhiamon Terence?
-Dai Cassandra! Non venirmi a dire che ieri sera vi siete chiamati solo per
titolo regale.. tutti sanno a palazzo che il “duca” ti ha messo gli occhi
addosso da molto tempo! Ti decidi a dirmi che cosa avete fatto, o ti devo
implorare?
-Si, ma..
Cassandra si siede sul letto, tenendosi la testa con le mani:
-.. ma Lilith, il problema è che quell’uomo è troppo vecchio per me, non credi?
Lilith si avvicina alla sua cugina, si abbassa e la guarda negli occhi e gli
dice
-Cassandra, ma tu gli vuoi bene?
-Io.. non lo so, davvero..
Cassandra con una mossa fulminea scatta in avanti e prendendo di sorpresa Lilith
gli strappa di mano il trofeo, si rimette in piedi e dice:
-Io voglio bene solamente a Salkaner: lui si che è un bambolotto.. se ne sta
sempre zitto, e non risponde mai male a nessuno..
-Lilith, ma non è che tu vuoi un bambolotto come sposo, o forse una statua?
Pensi che Keeper sarebbe d’accordo?
Cassandra stringe forte per alcuni istanti Salkaner, lo guarda e si assicura che
stia bene e che la fastidiosa cugina non gli abbia fatto del male…Lilith
sospira, si avvicina ancora una volta alla cugina, e gli urla nelle orecchie
-Cassandra!!! Si può sapere che cosa pensi in quella testa bacata???
Cassandra salta di lato, e osserva seriamente la cugina, appoggia Salkaner sul
tavolo, fa un cenno a Lilith di avvicinarsi e le dice, sottovoce, sicura che
Keeper la sta facendo osservare da qualcuno..
-Lilith.. voglio scappare da palazzo: voglio scoprire com’è fatto Doughermoulth,
voglio vedere tutti gli altri regni, si insomma.. voglio andarmene..
-Cosa????
Cassandra copre la bocca alla sprovveduta cugina e continua, zittendola con un
dito sulla bocca:
-Si, dai, hai capito: sono stanca di vivere ogni giorno come una principessa..
voglio vedere le cose con i miei occhi, non attraverso i racconti di guerra di
Keeper! Lui si che ha viaggiato nella sua vita!
Lilith, senza parole dalla rivelazione della cugina, guarda Cassandra con la
bocca spalancata per lo stupore.. giusto il tempo per formulare qualche parola
cosciente e dire
-e .. ed il Duca? E Keeper? E il regno?
-dai! Non fare la stupida! Gli lascerò un biglietto, in modo che non si
preoccupino troppo, almeno spero! Lilith, vuoi venire con me?
Questa volta è Lilith che si siede sul letto regale e si tiene nelle mani la
testa
-non lo so.. cioè Cassandra, cerca di capire.. tu non sei una persona qualunque,
tu sei la principessa di Doughermoulth, hai dei doveri, hai dei compiti..
Lilith indica il bambolotto Salkaner che giace abbandonato sul tavolo al centro
della stanza e dice
-e lui? E tutti quelli come lui?
-Lilith! Salkaner se la caverà benissimo, visto che lo porterò con me!
-ma e gli altri?
-Farò in modo che non si accorgano della mia assenza, stanne sicura!
-Cassandra.. loro hanno bisogno di te per vivere.. non puoi scegliere di
lasciare in vita solamente Salkaner, solamente perché lui per caso ti è vicino
adesso..
-NO! Farò quello che voglio! Tutti loro sono miei, non è questo che diceva mio
padre?
Gli occhi di Cassandra vengono inondati ancora una volta dalle lacrime amare
della scomparsa di suo padre, avvenuta due anni prima per colpa del pugnale di
un sicario. Cassandra ricorda perfettamente quando aveva insistito per avere su
padre alla festa del suo ventesimo compleanno, pochi mesi prima, e di come il
sicario, grazie al fatto che la festa si svolgeva nei cortili del palazzo,
avesse approfittato della scarsa sorveglianza e della confusione per compiere il
suo lavoro.
Cassandra sa in cuore suo di non essere lei la responsabile per la morte di suo
padre, come le ha detto mille volte Keeper, il suo tutore e attuale reggente
finché lei non sarà sposata e quindi regina.. ma non può fare altro che maledire
quel giorno in cui ha perso l’ultimo pezzo della sua famiglia.
-Cassandra, mi dispiace io..
-Non è nulla, davvero Lilith..
Cassandra si asciuga le lacrime, mentre da le spalle alla cugina, e guarda
Salkaner, che con il suo sorriso immobile e sempre carico di allegria l’ha
sempre aiutata.
-Lilith, vorrei restare da sola, non ti preoccupare.. quello che ti ho detto è
solo uno scherzo: ieri sera con il duca Rhiamon Terence ho solo parlato, ma
penso sia una persona squisita e perfetta per il ruolo che dovrà coprire
-Intendi che…
-Si, Lilith.. intendo dire che sposerà Rhiamon Terence.. io ho preso un po’ di
tempo per pensarci, ma penso sia la persona più adatta, no?
-Certo, tutti nel suo ducato parlano di lui come un sovrano capace e benevolo,
ma..
-Niente ma, cugina, ora vai
Lilith con un rapido inchino si allontana dalla principessa ed esce dalla
stanza, chiudendo con cura le porte, e pensando, dentro di se
-.. ma tu non gli vuoi bene, non come a Badrel, la cui unica disgrazia è
d’essere figlio di un falegname..
4.
Il sorriso contagioso di Salkaner, dopo un po’, mette di nuovo di buon umore
Cassandra, che decide di mettere in opera il suo piano, senza sbagliare come ha
fatto prima, parlandone con sua cugina Lilith. Entra nel bagno situato sul lato
sud delle sue stanze, e fissa alla finestra con un semplice incantesimo il capo
della corda che ha preparato in circa due mesi usando i suoi scarsi lavori di
maglia. Prepara Salkaner, e saluta e chiude al sicuro nell’armadio tutti gli
altri, senza prima averli salutati uno alla volta, e si prepara per l’ennesima
festa, il cui unico scopo è far stare insieme lei ed il duca.
-Quello sarà il momento perfetto per scappare.. lui di sicuro mi lascerà
ritirarmi se glielo chiederò con gentilezza, pensa Cassandra.
Dopo due ore e con l’aiuto delle sue inservienti, Cassandra è pronta a recitare
per l’ultima sera il suo ruolo di principessa: aspetta ancora una mezzora,
parlando e scherzando con Salkaner, fino a quando non è sicura che tutti, nel
salone, siano in sua attesa.
Da il bacio dell’arrivederci a Salkaner, e lo mette nella borsa conservante che
ha preparato con tutto il necessario per il viaggio, e si avvia verso il salone.
5.
Il salone è colmo di invitati che conversano e assaggiano le prelibatezze del
rinomato cuoco del regno di Doughermoulth, Vastatio. In mezzo a loro, dopo aver
discusso con piacere sull’ennesimo colpo di genio di Vastatio sui gamberetti
alla maionese e tonno, Gabryk si muove, sempre sorridente, verso un angolo meno
affollato della sala.
Lì finalmente dopo due ore riesce a sedersi e a riprendere fiato, e soprattutto
il filo delle idee. Gabryk sa che la principessa Cassandra è sempre accompagnata
dal suo tutore Keeper, fidato consigliere del defunto re di Doughermoulth.
Questo Keeper, a quando si dice è un tipo piuttosto anonimo, ma invincibile in
battaglia, tanto che è stato nominato la fenice bianca, da quante volte è
riuscito ad uscire vivo, senza il minimo aiuto, da situazioni disperate.
-Da non sottovalutare..
-Come scusi?
Gabryk capisce troppo tardi di aver pensato a voce alta, e cerca subito di
dissimulare il suo stupore sfoderando il più innocente dei suoi sorrisi..
-Stavo pensando che questi gamberetti alla maionese e tonno sono veramente
eccezionali e che un talento come quello di Vastatio è sottovalutato..
Gabryk rimane abbagliato quando cerca di capire la reazione del suo
interlocutore, quando scopre che non è una persona qualsiasi ma un mago della
casta dei nomi, vestito in modo austero ma elegante, con un alto bavero, due
occhi scuri come i suoi capelli e uno sguardo attento. Gabryk capisce che si sta
mettendo in un mare di guai parlando con un mago…
-Lo crede davvero? Vastatio è un genio, certo, ma non è affatto sottovalutato a
corte, e viene tenuto in grande considerazione, signor?
- Camael, per servirla: commerciante e fedele servitore del regno, e divoratore
di ogni opera di Vastatio
Il mago aspetta alcuni secondi per pronunciare il suo nome e Gabryk continua a
convincersi ancora una volta di più che sta facendo un grosso errore parlando
con questo uomo…
-Alonzo Ruppetti, mago della casta dei nomi, come l’abbigliamento che sono
purtroppo costretto a portare le avrà già rivelato
-Cosa intende?
-Intendo dire che, ma premetto che le mie non sono delle lamentele, solo che non
sono affatto d’accordo sul fatto che ogni mago della mia casta debba portare dei
vestiti così appariscenti in ogni occasione.. questo influenza le persone con
cui devo parlare ancora prima che la discussione abbia inizio, non crede?
Gabryk annuisce, convinto che ora non può più uscire senza danni dalla
discussione
-Ma non crede che sono i poteri di cui disponete voi della casta dei nomi che vi
rendono diversi dalla maggior parte delle persone di questo regno?
-Mio caro “commerciante”, Camael.. la mia fedeltà è forse in dubbio?
-eh? Ma che centra? Dico solo che secondo me il re ha fatto bene a rendervi un
po’ più “visibili”, almeno nelle occasioni ufficiali, no?
Alonzo sospira, pronto a tuffarsi nell’ennesima schermaglia che ha già portato
avanti davanti al consiglio della sua casta, almeno un anno prima, quando questa
legge era in discussione.
- Camael, lei sa qual è lo scopo di noi maghi della casta dei nomi?
Gabryk, sospirando, decide di prendere un’altra tartina di Vastatio che non ha
ancora assaggiato, ma si trova completamente bloccato ogni muscolo, tranne
quelli della bocca e degli occhi, che si muovono frenetici in cerca d’aiuto.
-Devo rispondere, eh?
-Si, prego..
Lo sguardo di Alonzo è carico di sicurezza, e la sua risposta non è un semplice
gesto di cortesia, ma un imperativo da eseguire subito, come sottolineano i suoi
occhi fissi su Gabryk.
-Io so che voi maghi riuscite a usare le parole per obbligare ogni elemento del
nostro mondo ad obbedirvi.. penso che il vostro scopo non è altro che scoprire
nuove parole, giusto?
-Sbagliato, Camael, lei, vede.. oh, scusi, muova pure la testa… ecco così.. vede
tutte queste persone? Sono il governo in tutto Doughermoulth, scelti
personalmente dal defunto re perché portassero prosperità alla nostra gente,..
bene.. ora mi guardi di nuovo, perfettamente, così,..
Noi maghi della casta dei nomi siamo preposti non alla ricerca del potere, come
crede lei, ma alla protezione di queste persone.. ora comprende perché non sono
d’accordo a vestirmi come un pagliaccio? Come posso proteggere qualcuno se tutti
mi vedono?
Gabryk sa che deve dare una risposta diversa da quella tagliente che è sulla
punta della sua lingua, per cui mette in moto gli ingranaggi del suo cervello e
dice
-Ma non ci sono le guardie a difenderli?
- hmpf, come se potessero qualcosa contro gli spiriti che ci hanno già attaccato
in passato.. o forse si è già dimenticato quanto è successo dieci anni fa?
Gabryk ritorna con la mente a dieci anni prima, quando era ancora un ragazzo e
viveva felice con la sua famiglia.. no.. non ha dimenticato le montagne che si
innalzavano in cielo, il mare che inondava la terra, la gente morta, le guerre..
-Dal suo sguardo capisco che lei ne ha ricordo: perfetto. Ora capisce perché? Se
un giorno dovesse arrivare una altro di quegli spiriti, noi saremmo pronti a
fronteggiarlo ancora una volta
Gabryk comincia di nuovo a muovere le mani e il collo.. capisce che Alonzo ha
interrotto il suo incantesimo su di lui e che ora è di nuovo libero di muoversi.
Decide di non perdere tempo e dice
-Ma se voi controllate e proteggete tutti noi, chi controlla e protegge voi?
Le parole di Gabryk hanno un effetto devastante su Alonzo, che per la prima
volta in vita sua non riesce a trovare la parola giusta, finché non decide che è
tempo di investigare meglio su questo uomo che si definisce “commerciante”,
quando la principessa Cassandra inizia a scendere la gradinata che immette i gli
alloggi reali sulla sala piena di ospiti.
6.
Ar Adunakhor è in fondo alla sala, mentre Gabryk e il mago Alonzo conversano tra
di loro, ma capisce che il suo amico è decisamente in svantaggio contro i poteri
del mago.
Decide però di non intervenire, perché Gabryk stesso lo ha rassicurato sulle sue
condizioni e perché qualcun altro sta cercando di muoversi in mezzo alla folla
senza essere notato.
La figura nasconde ancora il suo volto e il suo corpo sotto un pesante mantello
nero, ma nessuno nella sala sembra notarla, nemmeno i maghi, a cui invece la
figura passa più volte vicino, sfiorandoli, ma non toccandoli mai.
Ar vede che la figura è in qualche modo ferita, e procede lentamente rispetto ad
un uomo sano, e riesce a seguirla parallelamente, non capendo come fa a muoversi
così finché non vede che riesce ad attraversare i corpi delle persone che sono
nella sala.. tutti tranne i maghi della casta dei nomi.
-Molto strano, pensa Ar… che sia un mago.. qualcun altro inviato qui? No.. lo
avremmo scoperto di sicuro!
I pensieri di Ar sono un mare in tempesta, mentre cerca di evitare l’ennesima
figlia di un conte di una sperduta regione del regno che vorrebbe parlare della
cucina di Vastatio, il miglior cuoco del regno. Ad Ar i piatti di Vastatio non
sono mai piaciuti, anzi, gli fanno venire il voltastomaco.. ma visto che tutti
sono convinti che siano ottimi, tutti tranne lui, fa buon viso a cattivo gioco,
fingendo di gradirli, per poi liberarsene appena può.
Sa perfettamente che molte persone nel regno di Doughermoulth patiscono la fame,
ma, essendo uno di loro, riesce a capire che i piatti di Vastatio vanno bene ai
re, non a chi ha la pancia vuota.
Dopo la guerra di dieci anni fa, ed i conseguenti sconvolgimenti, Doughermoulth,
da regno pacifico, è diventato aggressivo, proclamando guerra, tradendo ed
ingannando praticamente tutti i popoli della ragione, per l’unico motivo di
arricchirsi e divenire il regno più forte.
Ar, come del resto Gabryk e tutti quelli del loro gruppo, nutrono un forte odio
verso il defunto re, e, se non dovessero temere d’essere impiccati, griderebbero
ai quattro venti che sono grati del gesto che il loro compagno Quarl ha fatto,
uccidendo il re, l’oppressore, il tiranno. Un uomo che meritava solo la morte
per aver portato alla fame il suo popolo solo per il desiderio di potere e di
denaro, un uomo che non merita nemmeno che si ricordi il suo nome…
Ma la figura che si muove lentamente nel salone, invisibile a chiunque, tranne
Ar, lo fa quasi inciampare contro Keeper, il tutore della principessa Cassandra
e reggente… Ar riesce a fermarsi in tempo, e non facendosi vedere troppo vicino
da quell’uomo, riesce ad allontanarsi.
Gabryk è ancora bloccato dall’incantesimo del mago, la figura sembra essere
scomparsa e lui quasi è andato a sbattere contro il suo più pericoloso nemico,
l’uomo che questa sera deve morire, per mano di Gabryk.
-Non male come inizio,.. l’ho perso, dannazione.. , pensa Ar.
Ar è indeciso sul da farsi, quando la musica smette d’essere suonata e la
principessa Cassandra appare all’inizio della gradinata..
7.
Cassandra osserva per alcuni istanti la sala piena di ospiti, sorride, per la
gioia dei giovani uomini che sono presenti e che sanno che lei è già promessa al
duca, ed inizia, lentamente, a scendere le scale, accompagnata dalle sue
servitrici bambine, che le tengono lo strascico e cospargono di petali di rose
la scalinata.
Keeper si avvicina alla base della scalinata, le porge il braccio e si
incammina, assieme a lei, verso il trono, mentre la folla si divide in lui al
suo passaggio. Keeper sa che Cassandra rappresenta il futuro del regno, un
futuro migliore in cui tutti potranno vivere, ma conosce cose che su di lei che
nessuno in quella sala sa.
Keeper mentre procede sottobraccio a Cassandra, la guarda.
E’ molto bella, Cassandra, con i suoi lunghi capelli neri fino alla schiena ed i
suoi intelligenti occhi scuri: tutta sua madre e suo padre. Keeper ritorna con
la memoria al giorno in cui ha conosciuto il defunto re, prima della guerra,
quando ancora era uno sbandato alla ricerca della sua strada nella vita. Il re,
allora principe Vegeta, era solo un nobile borioso e pieno di se, pronto a
sfidare chiunque pur di dimostrare la sua abilità con la spada. Keeper si
ricorda come se fosse stato il giorno prima il loro primo incontro..
-Sei tu che cerchi avversari?
- Oh.. guardate nobili compagni.. questo straccione desidera sfidarmi a singolar
tenzone?
-Si, Vegeta.
-Chiamami con il titolo che mi spetta di diritto, o mi vuoi mancare di rispetto?
-Io rispetto solamente chi mi dimostra d’essere degno di fiducia!
Keeper sorride, e Cassandra gli sorride di rimando. Piccola povera Cassandra…
Lo scontro fu davvero epico, perché nonostante le parole grosse, Vegeta era uno
spadaccino provetto, capace e tecnicamente perfetto, ma Keeper sapeva di avere
più esperienza nei combattimenti di lui, e riuscì a sconfiggerlo davanti a tutti
i suoi sudditi, nella piazza della capitale del regno.
La cosa non fece infuriare Vegeta, che anzi, stremato dopo la sfida, invitò
Keeper a corte, e, in breve tempo i due divennero amici.
-Tutto bene, Keeper?
-Certo Cassandra, continuiamo.
Keeper quindi fa un inchino alla principessa, e gli lascia la mano, e dopo, che
lei si è accomodata sul trono che fu di suo padre, si mette in piedi al suo
fianco, con la sua fidata spada aurea pronta ad ogni evenienza, anche se spera
di non usarla mai più contro nessuno.
Il cerimoniere annuncia a gran voce che la festa può iniziare, ma dal nulla
appare una figura sotto un pesante mantello, davanti alla principessa, che urla
-No! Non è più tempo per i festeggiamenti! Loro stanno per tornare... e questa
volta non riuscirete a sconfiggerli!
8.
Cassandra, paradossalmente, è la meno sorpresa di tutti i presenti: si aspettava
una noiosa festa, e si stava già concentrando sulla sua fuga, quando comparve la
misteriosa figura. Cassandra sorride debolmente alla figura, e poi guarda, quasi
d’istinto il suo tutore, al suo fianco, per cercare di capirci qualcosa..
Alonzo, come del resto tutti i suoi simili della casta dei nomi, inizia a
lanciare parole senza senso, ma tutti sanno che sono incantesimi di protezione
per tutti i presenti, anche se ai più suonano come insensate.
Ar riesce finalmente ad allontanarsi da Alonzo, che perso com’è nel suo dovere,
non lo vede allontanarsi ed avvicinarsi ad Ar.
-Dannazione! Ti sei scelto la persona peggiore per poter conversare amabilmente!
Quello è uno della casta dei nomi… ti rendi conto che ora potremmo essere tutti
morti se lui ti avesse obbligato a parlare?
-Si, Ar, certo.. anch’io sto bene, non ti preoccupare! … Cavolo! Ti pare che mi
sono presentato a lui dicendogli “prego, sono un criminale rivoluzionario, mi
uccide per favore?“ E’ ovvio che è stato un incidente.. ma quello Ar.. chi è?
-Non lo so Gabryk, ma potremmo approfittarne, non credi? È il momento giusto per
uccidere Keeper.. ora abbiamo un diversivo sicuramente migliore di quello che io
avrei potuto creare..
-Si, ma vengo anch’io! Voglio la mia parte di gloria..
Gabryk e Ar annuiscono, si portano dietro una colonna del salone, e visto che
nessuno sta guardando dalla loro parte, indossano un piccolo anello e sfoderano
un pugnale sulla cui lama è versato uno strano liquido e poi.. scompaiono
protetti dalla magia dei loro anelli…
9.
-Nel nome di Doughermoulth, ti ordino di fermarti, se non vuoi morire!
Keeper sfodera subito la sua spada, pronto a difendere la principessa Cassandra,
ma la figura, inspiegabilmente si toglie il pesante mantello e alza le mani. Il
suo viso è una maschera di dolore, e i suoi occhi azzurri riflettono il blu del
mare orientale, ma non placido come lo conoscono tutti, ma in tempesta ed in
continuo movimento: l’uomo ha una profonda ferita che gli lacera tutta la gamba
destra, dalla quale perde molto sangue..
Keeper, come Cassandra e come tutti i presenti, sono senza fiato: è evidente che
l’uomo deve aver patito un dolore terribile, inimmaginabile, pur di arrivare fin
dove è ora.
-Principessa Cassandra, il mio nome è Fabiuzzz, sono un messaggero.. vi porto
brutte notizie.. gli spiriti stanno per tornare! Voi dovete fare qualcosa..
dovete!
L’uomo cade a terra nell’innaturale silenzio della sala, mentre tutto attorno a
lui si fa nero.
Keeper fa chiamare subito il curatore, affinché l’uomo sia curato al più presto,
chiama a gran voce Alonzo affinché dia protezione alla principessa, prima di
rivolgersi a lei dicendo:
-Cassandra, è necessario che tu torni nelle tue stanze, immediatamente!
-Keeper! Ma questo uomo ha bisogno di aiuto! Non hai sentito che chiedeva il MIO
aiuto?
Cassandra per la prima volta si sente un fuoco ardere dentro, come se tutta la
rabbia repressa di tanti anni di clausura uscissero allo scoperto, ma basta
un’occhiata severa del suo tutore per farle capire che non ha diritto di
replica, e allora annuisce e seguita dal suo piccolo corteo di soldati, maghi e
servitrici, si avvia verso le sue stanze, pensando che tutto questo presto
finirà..
Keeper guarda preoccupato l’uomo che è arrivato così vicino alla principessa
senza che nessuno facesse nulla per fermarlo, e guarda con evidente rimprovero
Alonzo.
-Lo so.. ma ti assicuro che non ha usato nessun tipo di magia, altrimenti ce ne
saremmo accorti.. o forse non ti fidi più di noi?
-Non so più cosa pensare, effettivamente di voi della casta dei nomi.. adesso
pronuncia qualche parola e fai in modo di rendere inoffensivo questo intruso, mi
sono spiegato?
Alonzo abbassa lo sguardo. Keeper è troppo per lui, anche se vorrebbe tanto dire
alcune parole anche su di lui.. ma il consiglio lo ha proibito per il bene del
regno, ed ha pronunciato una magia che lo rende immune dalle altre magia. Non
gli resta altro che ricacciare in gola le sue di parole e concentrarsi sui suoi
compiti.
Mentre Alonzo è concentrato sulle parole che deve pronunciare, nota con la coda
dell’occhio che un pugnale si avvicina alla spalle di Keeper, seguito da un
altro, poco lontano. I due sicari sono evidentemente occultati magicamente, ma
non sanno della protezione sul tutore della principessa.. peccato, pensa Alonzo
con un po’ di soddisfazione, che lui ha una altro compito..
Keeper si accorge un istante prima della prima pugnalata, ma non riesce a
schivare la seconda. Due uomini, vestiti come ricchi commercianti, con un
sorriso di compiacimento, che cercano di ucciderlo.
Keeper mai avrebbe pensato di poter finire così, trafitto da un sicario senza
nome, per cui, mentre cade all’indietro, riesce solo a dire
-Tu chi sei?
Ar, lo guarda, e dice
-La giustizia
Keeper capisce che è finita, mentre i suoi occhi si offuscano e sente l’effetto
del mortale veleno cominciare a fare la sua parte.. capisce che quelli che ha
davanti non sono sicari dei molti nemici del regno, ma gente di Doughermoulth,
che lo vogliono uccidere per gettare tutto il regno nel caos.
L’ultimo pensiero cosciente di Keeper va verso Cassandra, che lo vede ferito e
sconfitto
-Scappa Cassandra.. scappa!
10.
Fabiuzzz li sente arrivare.. come se si riattivasse, riprendesse nuova forza
mentre loro si fanno più vicini. La ferita alla gamba non esiste più, è solo un
vago ricordo.
E’ di nuovo in piedi, mentre Keeper cade, trafitto mortalmente dal pugnale di Ar.
Fabiuzzz sa che arrivano per prenderla.. Lark è uno di loro.. Fabiuzzz non
permetterà che loro la prendano prima di lui.
Si muove alla velocità del fulmine verso Cassandra, tanto che le parole che
Alonzo stava pronunciando su di lui gli suonando distorte, lontane, come se non
potessero fare nulla contro di lui.
-Devo toccarla, una sola volta.. una sola volta!
Fabiuzzz si getta su Cassandra, la quale in lacrime per il destino di Keeper gli
si getta quasi tra le braccia, anche se aveva un altro motivo per scendere
quelle maledette scale. Fabiuzzz la stringe a se, fa in modo di proteggerla da
Lark e da quelli come lui..
Poi tutto scorre normalmente: le guardie lo prendono, lo gettano giù per la
scalinata, ma Fabiuzzz sa che Cassandra ora è inavvicinabile da Lark: sorride,
inspiegabilmente agli occhi delle guardie, mentre Alonzo pronuncia delle nuove
parole contro di lui, immobilizzandolo dentro un blocco di pietra.
Cassandra ora sente che può fidarsi di Fabiuzzz, ma sente anche il dolore per
quanto è successo a Keeper.. per la prima volta Cassandra pronuncia delle parole
che solo il più grande mago di ogni casta conosce.. pronuncia una sentenza di
pene indicibili per i due sicari, che non possono morire semplicemente come il
sicario di suo padre, no, pensa Cassandra.. loro devo pagare!
Le parole risuonano come una tempesta nella sala, mentre gli invitati scappano
come dei conigli nel vedere il potere che emana la loro piccola principessa
Cassandra. Tutti tremano nella sala, e Ar e Gabryk sono immobilizzati dal
terrore alla vista dello sguardo della principessa, freddo come il ghiaccio, che
li indica mentre parla..
E’ Gabryk ad accorgersi che non è più invisibile, mentre è vicino a Keeper.. si
lancia su Ar, ed insieme i due evitano il raggio che proviene dal dito di
Cassandra, e che li manca, deviato da un invisibile sfera di protezione che
protegge tutti gli invitati della festa, ma va a colpire una guardia, che viene
tagliata in due parti, ma rimane abbastanza in vita da gridare dal dolore..
Ar e Gabryk, lontani dal moribondo tutore, sono di nuovo invisibili quanto basta
per lanciarsi contro una finestra, mandandola in mille pezzi e scomparire nel
giardino sottostante, scappando nella notte.
Cassandra crolla a terra appena i due sono scomparsi, ed Alonzo si guarda
attorno, attonito, nella grande sala vuota, prima festosa ed ora più simile ad
un cimitero.
Un uomo folle di nome Fabiuzzz bloccato nella pietra, che sorride come un
idiota, Keeper colpito a morte da quel Camael (evidentemente un nome falso) ed
un suo compare, ora scomparsi nella notte, una guardia che patirà per sempre le
pene peggiori per colpa della principessa Cassandra e delle sue parole proibite,
e la principessa svenuta.
-Proprio una bella festa.
E anche ad Alonzo le sue stesse parole risuonano come amare ed ironiche allo
stesso tempo.
Atto II: Il messaggero
1.
Lilith è tra gli invitati della festa, quando Keeper viene colpito e Cassandra
scatena l’inferno inspiegabilmente contro una guardia: non riesce a capire che
cosa è successo, e nonostante cerchi con tutte le forze di farsi strada
attraverso la folla in fuga dalla sala, è Palantir, un nobile del sud del regno
che le aveva già da tempo messo gli occhi addosso, che la prende per le spalle,
e la trascina fuori dalla sala, cercando di spiegargli che restare lì è
pericoloso.
Lilith non può credere che Cassandra possieda dei poteri così grandi e conosca
delle parole che fanno impallidire perfino un grande mago della casta dei nomi
come Alonzo.
Perché?
Mille possibilità si ammassano nella mente di Lilith, mentre cerca di mandare a
quel paese, ovviamente con garbo e rispettando l’etichetta, quello stupido di
Palantir. Corre all’interno del salone e dopo aver spintonato un paio di
guardie, viene bloccata dallo stesso Alonzo.
-E’ meglio che andiate in un posto sicuro, Lilith
Lilith vede che è lo stesso mago che pochi istanti prima indossava quel ridicolo
vestito così appariscente da scatenare mille pettegolezzi su quello che i maghi
avessero fatto al defunto re, per meritarsi una simile punizione.
Ora Alonzo è vestito con una lunga veste bianca e blu: Lilith sa che anche ora
Alonzo sta operando tutte le sue magie, e che probabilmente ha già in mente di
fare qualcosa a lei, per farla calmare, ma lo anticipa dicendo
-Non ti azzardare a dire una sola parola, mago, hai capito? Non voglio essere
stregata da te, ed in quanto cugina della principessa esigo di vedere come sta..
obbedisci!
Lilith picchia le mani contro il petto di Alonzo, ma sa che è tutto inutile: lei
non ha il dono della magia, non conosce le parole giuste per obbligare il mago a
fare quello che lei vuole, e per questo inizia sommessamente a piangere.
Alonzo sa che dovrebbe ubbidire, ma il curatore non è ancora giunto nella sala,
e Keeper è praticamente spacciato.. perché colpire Keeper? Questo è
l’interrogativo più grande che assilla Alonzo…
-Se volevano distruggere questo regno, sarebbe bastato uccidere la
principessa,.. perché non sfruttare questa occasione? Non capisco, pensa
silenziosamente Alonzo.
Alcune guardie indecise sul da farsi, gli si avvicinano e gli sussurrano che c’è
un altro problema.
Alonzo allontana dolcemente Lilith da se, e infuriato li squadra per bene e
chiede che cosa c’è
-Signore, la roccia nella quale è intrappolato lo straniero, beh, ecco.. sta
cedendo!
-Cosa?? Non è possibile! Nessuno, tranne il concilio, potrebbe distruggere
quella roccia..
Lo sguardo di Alonzo si sposta verso Fabiuzzz, e non riesce a concepire quello
che sta succedendo: il prigioniero ha smesso di ridere come un pazzo e osserva
Keeper, intensamente, come perso in un mondo interiore. Alonzo è sul punto di
intervenire, ma decide di non fare nulla, ne per aiutare Keeper ne per
ucciderlo: non lo odia certo, ma non gli dispiacerebbe vederlo finalmente morto
e lui, il più grande della sua casta, come reggete e tutore della principessa.
-Cassandra!
Lilith, approfittando della disattenzione del mago, corre verso la cugina
riversa sulle scale, lasciata da sola da tutti: Lilith sa che le parole che ha
pronunciato, qualsiasi esse siano, gli hanno fatto qualcosa dentro.
-Lilith, che c’è?
Cassandra apre lentamente gli occhi, e sorride alla cugina che gli tiene il capo
con attenzione
-Presto, il guaritore, qui! Alla principessa!
-Ma io sto bene, cugina, non ti devi preoccupare di me.. Keeper!!!!
Cassandra balza subito in piedi, si libera della stretta di Lilith e rimane lì,
in piedi, immobilizzata e bloccata sul posto, osservando lo strano personaggio
bloccato nella roccia che guarda Keeper, e il suo tutore, riverso sul pavimento
in una pozza di sangue.
-Cassandra, mi spiace, è meglio che ..
-Cosa? Cos’è meglio? Perché nessuno non ha fatto nulla per salvarlo??
Guaritore!!! Dov’è?? Sono dunque una principessa per nulla? Non ho nemmeno il
potere di salvare le persone che amo?
-Cassandra, calmati, non possiamo fare nulla ora..
Cassandra si volta verso Lilith e per la prima volta in vita sua la cugina
indietreggia intimidita dallo sguardo di ghiaccio della principessa, che la
guarda e gli dice
-Mi fai schifo anche tu! Sei come loro!Tu lo dovevi aiutare! Tu..
Le parole di Cassandra le muoiono in bocca, mentre piangendo, corre verso il
tutore, oramai morto, pensa lei.
Fabiuzzz riesce finalmente a liberarsi dalla roccia, mentre Alonzo si avvicina a
lui e lo osserva a lungo, valutando che non abbia con se nessuna arma e non
presenti un pericolo per nessuno: come sempre, resta ad osservare lo svolgersi
degli eventi.
Lilith rimane bloccata dalle parole della cugina, e corre nelle sue stanze,
cercando di dimenticare quelle parole così dolorose “Mi fai schifo anche tu!...
Sei come loro..”, cercando di dimenticare Cassandra, il regno, l’attentato, e
quella maledetta festa.
2.
Cassandra si avvicina a Keeper, e gli avvicina la spada dorata che lui ha avuto
solamente il tempo di sguainare, e gliela mette nella mano destra.
-Keeper, non te ne puoi andare anche tu, ti prego!
L’urlo disperato della principessa risuona nella sala, rompendo per un istante
il silenzio. Le guardie, i maghi, tutti rimangono in silenzio.
-Lo vuoi salvare, vero?
Cassandra, in lacrime lancia uno sguardo d’odio a chi ha osato pronunciare
quelle parole, e vede che è stato lo straniero, quello con la gamba ferita..
nota che anche ora gli sta sanguinando in modo orribile, e comprende che un
grande dolore gli lacera tutto il corpo. Si alza subito in piedi, si avvicina
all’uomo, e lo prende per la tunica che lo copre, e gli urla in faccia
-SI SI!! Lo devi salvare! Ti darò l’aiuto che ti serve, ma ti prego, fai
qualcosa!!
Nel frattempo, il guaritore, Panoramix detto Il Druido, riesce ad arrivare
vicino a Keeper, ed inizia ad applicare dei bendaggi, cercando di togliere il
veleno dal corpo.
Alonzo alza una sopracciglia, aspettando di vedere che cosa vuole fare lo
straniero: è evidente che le armi erano avvelenate, ma come mai questo uomo è
comparso proprio qualche istante prima?
Cassandra, vedendo lo sguardo assente e non partecipe di Fabiuzzz, lo lascia
andare, e si butta in ginocchio davanti al corpo oramai completamente
dissanguato del suo tutore, iniziando a piangere sommessamente.
Il curatore, Panoramix, le si avvicina e cerca con molto tatto di dirgli
-Principessa, non c’è più nulla da fare, Keeper é.. era .. il veleno non
permette al suo corpo di fermare il sangue.. non possiamo più fare nulla.
Per Cassandra è la mazzata definitiva, e guarda, tenendo la mano del suo tutore,
il freddo cadavere e lo sguardo che guarda nel vuoto.
-Lo vuoi salvare, vero?
La seconda domanda di Fabiuzzz suona ai presenti come una sfida irrispettosa del
dolore della principessa, ed una guardia gli punta l’alabarda al collo,
gridandogli di stare zitta.
-Non accetto ordini da una comparsa, capito?
Lo sguardo di Fabiuzzz è una tempesta, e la guardia, non intimorita, ma
terrorizzata da quello che ha visto, lascia andare l’alabarda.
Alonzo, in silenzio, osserva tutto, e quando Fabiuzzz cerca il suo sguardo, lui
regge il confronto e annuisce con il capo.
Gli altri maghi presenti accennano una protesta, ma Alonzo gli zittisce subito
con un gesto della mano, curioso di capire i poteri di questo uomo che è
riuscito a sfuggire a tutti i suoi controlli magici.
Fabiuzzz si avvicina a Cassandra, facendo una piccola smorfia di dolore per via
della sua profonda ferita, e dice alla principessa
-Stai tranquilla, Cassandra, ci sono io…
-Ti prego! Sigh.. se puoi fare qualcosa, FALLO!
-Hai detto che mi avresti aiutato non negarlo poi, non potrai mai più..
Cassandra si sente un nodo in gola apparire all’improvviso, qualcosa che le
toglie il fiato per alcuni istanti, e guarda disperata Alonzo, il quale però
sembra essere totalmente assorbito dalla presenza di Fabiuzzz. Cassandra
vorrebbe urlare il dolore che prova, ma è solamente un istante. Quello
immediatamente successivo, Fabiuzzz alza le mani in alto, apre la bocca, come a
voler pronunciare qualche parola, ma non ne esce nemmeno una…
-Ecco fatto, l’ho ripristinato, starà più che bene, ora.. ma non dimenticarti la
tua promessa…
3.
L’oblio che gli è stato concesso è qualcosa di magnifico, Cassandra, Vegeta,
tutte le preoccupazioni per le macchinazioni del consiglio delle caste dei maghi
svanite: i ricordi precedenti sono lontani, distanti nel tempo e nello spazio,
fanno parte di un altro mondo.
Solo lui, da solo nel nero vuoto.
Sente da qualche parte che qualcuno lo cerca da molto tempo, e affiora un nome
lontano, come un sussurro che è appena percettibile: conosce il suo nome, ma si
sente obbligato a non rispondere.
Keeper vorrebbe rispondere, ma decide di non farlo, di godersi il meritato
riposo, finalmente, dopo molto tempo. Sente il suo battito svanire, e comprende
che non sarà più rigenerato, portato avanti.
La sua vita è finita, scomparsa, hanno deciso che il suo compito è finito.
Perché? Non ha forse difeso Cassandra abbastanza bene in tutto questo tempo? Non
ha fatto del suo meglio per il regno?
No.
La risposta è talmente limpida, chiara nella sua mente.. guerre, distruzione,
tutto per ristabilire il potere del regno dopo quello che successe dieci anni
prima. Keeper vuole dimenticare, ma come può? Lo sa benissimo di essere uno
schiavo del consiglio, ma ..
Desidera per la prima volta di essere il personaggio di un libro, di sapere che
la sua strada è già segnata, disegnata da un invisibile scrittore, ma sa che
tutto quello che ha fatto lo ha fatto perché LUI lo ha scelto. Solamente lui,
soltanto lui.. si chiede da quanto tempo ha superato il tempo di rottura con il
popolo. Quale tassa, quale angheria, quale legge sbagliata che lui ha
sottoscritto sotto l’egida del consiglio ha ridotto la stessa gente che vuole
proteggere ad ucciderlo?
Quei due, quei due, non gli hanno fatto forse un favore a portarlo dove è ora?
La fenice bianca.. così è soprannominato, chiamato scherzosamente dai suoi amici
e tenuto dai suoi nemici: perché non è riuscito a salvarsi questa volta? Che
cosa è diverso dalle altre volte?
Nella memoria appare l’immagine di quell’uomo apparso dal nulla, lui che sguaina
la sua spada, l’uomo che chiede l’aiuto di Cassandra..
Cassandra, la speranza, un mondo nuovo, il futuro del regno, l’unica cosa da
proteggere.
-Lo vuoi salvare, vero?
Le parole di quell’uomo gli giungono come in un sogno che non riesce più a
comprendere, mentre sente lentamente di essere strappato a quel luogo scuro,
pochi istanti prima che venga distrutto per sempre.
Sente che questo non doveva accadere, che qualcosa è cambiato nell’equilibrio
suo e del regno, e sente che qualcosa sta per succedere…
-Ecco fatto, l’ho ripristinato, starà più che bene, ora.. ma non dimenticarti la
tua promessa…
Keeper ascolta, ma non riesce a memorizzare quelle parole così strane, mentre,
tossendo, torna in vita.
4.
Panoramix è completamente esterrefatto, come del resto tutti i presenti.
Il silenzio è assoluto dopo, che Fabiuzzz pronuncia le sue parole.. anche la
guardia tagliata a metà, ed inspiegabilmente zitta nonostante le terribili pene
a cui è condannata grazie alla magia, tace.
Keeper tossisce, il suo cuore ricomincia a battere, sputa un po’ di sangue, apre
gli occhi, vede Cassandra.
-Cassandra…
Panoramix sa che è impossibile per un uomo resistere a quel veleno.. guarda
d’istinto Alonzo e scorge sotto l’imperscrutabile maschera che è il suo volto la
stessa sorpresa che è dentro di se.
Il druido è atterrito più di ogni altra cosa dalla sorpresa del mago: i maghi
della sua casta non sono quasi onnipotenti? Nemmeno loro però possono guarire le
ferite o portare in vita una persona condannata come Keeper, ma se questo
straniero ha questi poteri, allora.. chissà quali altri ha..
Il grido di dolore della guardie è terribile e liberatorio allo stesso tempo.
L’attenzione di Panoramix si sposta subito su di lui, mentre cerca di capire
come alleviare le sue sofferenze senza doverlo consegnare ad un eterno riposo
che, ora come non mai, sembra non essere più tale. Panoramix sa che deve far
sapere subito quello che è successo quella sera ai suoi compagni, ma quando
riuscirà ad uscire dall’attenzione di Alonzo?
Alonzo è sconvolto, totalmente. L’uomo lo ha sorpreso totalmente e, mentre
Keeper si alza a fatica sorretto dalla principessa Cassandra, anche Fabiuzzz,
con una smorfia di dolore fa lo stesso, guardandolo e sorridendogli.
Alonzo ha ragione di essere preoccupato: Fabiuzzz è entrato nel castello
superando le sue più grandi magie, eludendo ogni sorveglianza, ed ora salva la
vita al reggente di Doughermoulth, guadagnando quasi sicuramente il suo favore
eterno.
Tutto quello che Alonzo non è riuscito a guadagnarsi in una vita l’uomo ferito
davanti a se l’ha ottenuto in pochi minuti. Alonzo sa di avere un nuovo nemico
che lo spaventa, non lo nasconde, ma sa anche che questo nemico tanto spaventoso
può essere ferito, e quindi ucciso.
Un sorriso appare subito sul volto di Alonzo: i presenti lo interpretano come
gioia per la salvezza del reggente, ma solo Alonzo sa il suo vero significato.
5.
-Keeper!! Stai bene?? Come ti senti?
Keeper sorride alla piccola Cassandra, la rassicura, mentre fa il punto della
situazione, cercando di capire chi gli è attorno.. i maghi di tutte le caste,
Alonzo, lo straniero e le guardie. Ordina subito di isolare tutto il palazzo e
cercare chi ha provato ad ucciderlo, ma mentre guarda alcune guardie scomparire,
sa già che in cuor suo che i due sono già lontani.
Cassandra piange di gioia nel vedere l’unica cosa che gli rimane della sua
famiglia ancora in vita, in piedi e sorridente, pronta a dare ordini come un
tempo: si appoggia alla gradinata della scala, e comincia a sospirare
pesantemente, come a cercare un nuovo equilibrio dentro di se.. sente che quel
nodo in gola c’è ancora, e guarda verso lo straniero e Fabiuzzz le risponde
prontamente con un sorriso carico di significato.
-Chi devo ringraziare?
In breve Alonzo espone quello che è successo a Keeper, il quale osserva con
crescente stupore lo straniero, e vede la guardia tagliata in due e Panoramix,
il druido, che cerca di fare del suo meglio per lenire le sue sofferenze. Keeper
ordina ad Alonzo di aiutare il curatore, non prima però di averlo guardato con
evidente rimprovero.. in cuor suo Keeper sa che Alonzo lo odia, ma non credeva
che lui sarebbe restato fermo a guardare tutto quello che succedeva..
evidentemente si sbagliava su di lui: non era un avversario onorevole, ma un
meschino, ci avrebbe pensato poi.. Ora rivolge la sua attenzione su Fabiuzzz,
che guarda distrattamente la principessa.
-Grazie straniero per tutto quello che hai fatto, ma posso chiederti chi sei e
che cosa ci fai qui?
Fabiuzzz guarda Keeper, gli sorride, ed inizia il suo racconto, dopo essersi
sistemato nuovamente il suo mantello, per nascondere la sua terribile ferita
-Io sono un messaggero, reggente Keeper, e sono venuto per chiedere l’aiuto
della principessa Cassandra, l’aiuto per una questione di vitale importanza per
tutti i regni. Gli spiriti di dieci anni fa stanno tornando ed ora nemmeno le
difese che alzeranno i vostri maghi potranno nulla.. il vostro mondo verrà
distrutto, se Cassandra non farà qualcosa..
Alonzo ovviamente è attento alle parole di Fabiuzzz, ad ogni sua singola parola,
mentre cerca di fare in modo che la guardia muoia senza patire troppo dolore: la
reputa la migliore soluzione e sicuramente la più veloce. Scocca subito uno
sguardo al druido, il quale annuisce e riesce finalmente a lasciare la sala,
dopo essersi assicurato che la principessa sta bene.
Keeper è pensieroso, mentre valuta attentamente le parole dell’interlocutore,
una per una..
-Parli come se fossi anche tu uno spirito, e questo, lo devo ammettere, mi
spaventa!
-Io non sono uno spirito, ma un messaggero, sono stato inviato qui per salvarvi,
se volete ascoltarmi questa volta!
-Cosa intendi con questa volta?
-Vegeta non mi ha ascoltato, molti anni fa, e il risultato della sua scelta è
davanti a tutti voi, no?
-Non è possibile! Nessuno si è avvicinato al re durante quel periodo! Io ero con
lui!
-No, Keeper.. non in quel periodo.. molto prima del vostro leggendario scontro,
quando ancora non vi conoscevate, io gli parlai…
6.
Era un notte fredda, nel castello di Doughermoulth, quando Fabiuzzz arrivò per
la prima volta.
Come era stato programmato, le guardie non lo videro, le magie dei maghi delle
caste non lo individuarono e nemmeno Vegeta si accorse della sua presenza.
-Vegeta
Vegeta si guardo attorno, prese subito la sua spada, e nonostante fosse ancora
molto giovane, si preparò allo scontro.
-Non farmi ridere, non puoi ferirmi con la tua spada!
-Fatti vedere!
Fabiuzzz proiettò la sua immagine in un angolo, per dare un po’ di soddisfazione
al principe Vegeta.
-Devo parlarti?
Vegeta sapeva che cosa era lo spirito che gli stava parlando, uno spirito
maligno mandato per tentarlo e distruggere la sua capacità di giudizio. Questo
aveva detto Zod, questo aveva previsto: Vegeta era stato avvertito del suo
arrivo, segretamente, come Zod aveva sempre fatto, attraverso i suoi servitori e
adoratori.
-Devo ascoltarti, spirito maligno?
Fabiuzzz rise amaramente, ma di gusto: il contrasto gli piaceva. Doveva fare
quello perché era obbligato, altrimenti avrebbe già distrutto tutto il regno
molti anni prima, durante la prima venuta, all’inizio, sulla montagna. Ma questo
non lo disse mai ne a Cassandra ne a Keeper.
-Io non voglio distruggere il tuo regno, Vegeta, ma metterti in guardia. Il tuo
regno è in pericolo. Hai cinque anni per prepararti. Tuo padre morirà, tu
diverrai re: dovrai cercare le persone più capaci per difendere il tuo regno, e
formare un consiglio dei maghi. Solo i maghi ti possono aiutare per ora: tutte
le caste si dovranno riunire assieme Doughermoulth e non solo, e forse
riuscirete a sopravvivere.
-Non ti credo, spirito maligno: Zod mi ha avvertito!
Fabiuzzz per la prima durante la sua insistenza si infuriò veramente, diventando
un concentrato di rabbia, tanto che Vegeta dovette buttare la spada a terra,
inginocchiarsi e tenersi il capo tra le mani:
-COSA? TU CREDI A ZOD? ZOD L’IMMORTALE? TI RENDI CONTO CON CHI STAI ALLEANDO? IL
PADRONE DEGLI IMMBOLI NON TI PUO’ SALVARE. IO SI.
Vegeta, cercando di resistere al potere di Fabiuzzz, indietreggiando, tenendosi
il braccio, come intorpidito dalle parole dello spirito, disse
-Si, gli ci salveranno: sono ovunque, e tu non puoi distruggerli!
-Misero mortale, tu non vuoi capire.. se non farai quello che ti dico, se il
consiglio non verrà creato, non avrai più un regno!
-Se io ti ascolterò non avrò più un regno, malvagio messaggero di sventura!
Fabiuzzz avanzò, Vegeta restò fermo, immobile, pronto a tutto pur di servire il
suo padrone Zod, ma non era pronto per quello che lo spirito fece. Rise, di
gusto anche.
-Cosa c’è di divertente?
-Ora capisco: sei corrotto. Non sei puro, sei un figlio di Doughermoulth
corrotto da Zod. Non mi servi a nulla. Farai quello che ti ho detto lo stesso,
ma non come vorrei io. Non distruggerai del tutto gli spiriti, perché gli
immobili ti ordineranno di non farlo: che stupido.
-Non mi interessano i tuoi vaneggiamenti, spirito!
-Tornerò, principe: convincerò tuo figlio, prima che Zod lo corrompa come ha
fatto con te, ammesso che il tuo regno esista ancora.
Fabiuzzz scomparve, perché il tempo a sua disposizione era finito.
Vegeta resto tutta quella notte a guardare fuori dalla sua finestra, in
direzione della città capitale di Doughermoulth, il suo regno, la sua città, il
regno.
7.
-Avete almeno in parte compreso? Io sono arrivato qui oggi perché il principe
Vegeta non ha fatto quello che gli avevo chiesto, o meglio lo ha fatto in parte:
ha creato il concilio delle caste, ma non ha fatto in modo di chiudere il varco
attraverso il quale gli spiriti distruttori entrano a Doughermoulth.
Keeper era sconvolto: se non fosse già seduto, avrebbe subito cercato una sedia.
Guardò Alonzo con la coda dell’occhio, come per valutare la sua reazione alla
storia del messaggero che voleva essere chiamato Fabiuzzz, ma non ci capiva un
bel niente, come al solito. Alonzo era una maschera imperscrutabile, perso in
mille considerazioni diverse: forse si sentiva solamente uno strumento lui, come
tutto il consiglio, nelle mani di Fabiuzzz.
Cassandra stava guardando fuori dalla finestra, verso la città, come suo padre
una notte di molti anni prima. Guardava lo stesso punto che guardava suo padre,
per lo stesso identico istanti, ma a differenza di lui distolse lo sguardo, e
disse a Fabiuzzz
-Che cosa dobbiamo fare per evitare una catastrofe come dieci anni fa, Fabiuzzz?
Fabiuzzz sapeva l’importanza della principessa, si obbligava a trattarla con
rispetto e risponderle con calma e sangue freddo, visto il suo grande potere
latente, ma sapeva che quello da convincere veramente era Keeper, il reggente,
l’amico di Vegeta, il protettore. Era lui seduto a capo tavola nel freddo salone
del castello, nonostante la calda notte circostante.
-Principessa Cassandra, il concilio deve pronunciare le sue più potenti magie
per potenziare le vostre difese, affinché voi stessa, l’unica che lo possa fare,
possa chiudere il varco attraverso il quale gli spiriti giungono nel vostro
mondo.
-Stai dicendo, Fabiuzzz, che la principessa Cassandra deve forse rischiare la
sua vita?
-Certo Keeper, ma è necessario…
-Non se ne parla: è già abbastanza pericoloso per lei fare la principessa,
figuriamoci caricarla con la responsabilità di salvare Doughermoulth!
Cassandra ancora una volta sentì il nodo in gola crescere, diventare più grande,
stringerlo nella sua morsa, obbligarla quasi a dire quello che pensava
-Basta Keeper! Quest’uomo ti ha salvato la vita! Mio padre non gli ha creduto, e
il risultato della sua scelta è stato quasi la distruzione di Doughermoulth!! Te
ne rendi conto? Io posso fermare gli spiriti prima che distruggano tutto, io!
Alonzo distolse la sua attenzione dal solito battibecco tra reggente e
principessa, per analizzare magicamente e con cura Fabiuzzz e le sue successive
parole. Disse sottovoce alcune potentissime parole che dovevano svelargli la sua
vera natura, obbligare la sua stessa essenza a parlare.
Nulla.
Nessuna risposta. Alonzo rimase sempre più sorpreso da Fabiuzzz: fosse stato
protetto in qualche modo, o non protetto da magie o qualsiasi cosa fosse in
qualsiasi regno, le sue parole glielo avrebbero svelato, ne era certo, ma il
nulla completo lo spaventava.
Come era possibile? Fabiuzzz forse non è di questo mondo? Allora com’è possibile
ferirlo? Alonzo continuava a crogiolarsi nei suoi dubbi, mentre Cassandra e
Keeper continuavano la loro discussione.
-Non voglio sentire mai più simili parole! Tuo padre ha fatto un’ottima scelta
come principe, non credendo alle parole di Fabiuzzz! Perché noi dovremmo fidarci
di lui? Non potrebbe aver semplicemente organizzato tutto per sembrare il
salvatore, o forse non ne è in grado, Cassandra? Come ha fatto a comparire dal
nulla?
-Perché non ti fidi mai di nessuno Keeper? Ti sta forse dicendo che vuole
distruggere Doughermoulth? No. Ti sta chiedendo di salvarlo! Anzi mi sta
chiedendo di salvarlo, e per quanto mi riguarda io sono più che d’accordo!
-Non fare la bambina! Quello che si prospetta non è una passeggiata, e tu non
sei minimamente pronta! Non sei in grado neppure di difenderti…
-Perché dite questo, Keeper? A me sembra che la principessa sappia più che bene
usare i suoi poteri: non l’ha forse dimostrato questa sera?
Keeper guarda Alonzo, ma il mago è ancora concentrato in se stesso: anche lui
ora ha le sue belle preoccupazioni, pensa Keeper, annotando mentalmente che
dovrà prima o poi parlare di molte cose con il mago. Ora c’è Fabiuzzz e la sua
pazza proposta di usare Cassandra come uno scudo per difendere Doughermoulth:
c’è come il ricordo che lui deve fare questo anche se sa che c’è qualcosa che
non va, sente come qualcuno che glielo suggerisce, no, che glielo ricorda.
Lui è il protettore, non può tracciare la strada di Cassandra, ma proteggerla.
-Fabiuzzz, per questa sera è abbastanza: siamo tutti stanchi e, dopotutto, hanno
appena cercato di uccidermi e quindi anch’io sono molto scosso. Ci preoccuperemo
di tutto domani pomeriggio, dopo una lunga dormita. Cassandra, prova a riposare
anche tu. Per quanto riguarda te, Fabiuzzz, alloggerai sorvegliato dalle mie
guardie e da un mago della casta dei nomi: è solo per la tua sicurezza,
ovviamente.
Fabiuzzz annuisce, forte della posizione raggiunta dopo anni di tentativi andati
a vuoto: si fa scortare come un bravo prigioniero nella sua stanza d’orata, ma
non dorme per tutta la notte. Lark è ancora lì con lui, lo sente, e con lui
tutti gli altri.. loro lo continuano a tormentare, sempre, impedendogli di
riposare.
-Ma non riusciranno a fermarmi, ora non più.
8.
-Alonzo, tu resta.
Le parole di Keeper suonano familiari a Cassandra, mentre lascia la stanza
scorta da una decina di guardie e maghi assieme, lei sa che come al solito la
discussione importante arriva adesso, e lei, di nuovo come al solito, ne è
esclusa.
-Stasera non potrò nemmeno scappare: sarà tutto rimandato ad un giorno a venire,
pensa Cassandra, mentre viene portata via dalla sala.
Le porte vengono chiuse, e Keeper dopo aver dato le ultime disposizioni per la
notte, resta da solo con Alonzo: sa che è un azzardo, ma la sua spada dorata è
lì con lui, per ogni evenienza, e gli basta.
Alonzo si aspettava che il reggente esigesse delle spiegazioni ed un racconto
molto più dettagliato di quanto è successo, e prontamente a comando di Keeper
espone i fatti, nulla di più.
-Che idea ti sei fatto di lui, Alonzo?
Alonzo pensa per alcuni minuti alla risposta. Fabiuzzz compare dal nulla, non fa
niente per sventare l’attentato a Keeper, anzi sembra approfittare della
confusione per avvicinarsi a Cassandra e toccarla. Non si difende, come se fosse
sicuro che nulla lo potesse più ferire: forse centra qualcosa la grande ferita
che ha lo strano messaggero?
-E’ strano, questo è ovvio, Keeper. Francamente non sono riuscito a capire come
sia arrivato così vicino a noi senza che nessuno se ne accorgesse: è pericoloso
e dobbiamo tenerlo d’occhio, questo è certo, però molte sue parole sono
veritiere.
Keeper ascolta con attenzione le parole del mago, soppesandole una per una
rimuginandoci sopra per bene e osservando
-Come ha fatto a curarmi, almeno questo lo sai?
-Ha usato qualche magia: è come se avesse voluto pronunciare qualche parole come
fanno quelli della mia casta, ma nulla gli è uscito di bocca. Non ho sentito
nessuna magia in azione su dite, eppure ti sei subito ripreso. E’ un enigma
anche questo.
-Bene, molto bene.. Non sappiamo niente di lui, ne dei suoi poteri, eppure
dobbiamo fidarci di lui?
Alonzo un po’ sorpreso ed incredulo risponde
-Ti fidi di lui?
-Vegeta mi aveva parlato che qualcuno sarebbe venuto per chiedere l’aiuto di
Cassandra, non mi ha detto nient’altro, ma è stata l’ultima cosa che è riuscito
a dire prima di morire.
-I rivoltosi..
-Già, Alonzo. Anche quella volta la vostra, anzi, la tua magia di protezione ha
fallito e sono riusciti ad arrivare fino al re.. è riuscito a dirmi solamente
questo, quel maledetto giorno, nel giardino del castello.
Alonzo incassa l’accusa senza battere ciglio: il consiglio aveva deciso così, e
chi era lui per mettere in discussione questo ordine? Un nuovo re sarebbe stato
sicuramente auspicabile, vista la situazione con i regni vicini.. un cambiamento
sulla facciata, ma non nella sostanza: ecco cosa sarebbe stata Cassandra, prima
dell’arrivo di Fabiuzzz.
Keeper ricorda quei momenti come se fossero sempre stati lì davanti ai suoi
occhi: lui era lì, nel grande giardino verde e incontaminato, come l’aveva
voluto la regina, senza nessuna statua ne fontana, nessun ornamento particolare.
Bellissimo come Cassandra quel giorno.
Un pugnale, una mano, lui distratto per un attimo: Alonzo non c’era, non poteva
aiutarlo, o non voleva? Keeper sa che non può mettersi contro il consiglio, in
nessun caso.. loro lo tengono in pugno. Però lui vede la sua spada sbagliare una
seconda volta ed uccidere troppo presto quell’assassino, senza riuscire ad
estorcergli nemmeno un’informazione di bocca.
Vegeta che cade a terra, subito soccorso dal druido, ma tutto è inutile.
Un minuto, non di più: Vegeta raccoglie tutte le sue forze, gli sorride e gli
dice che Cassandra dovrà fare quello che lui non ha potuto fare, che arriverà un
messaggero.
Vegeta muore.
-Keeper? Stai bene?
Le parole di Alonzo suonano così distanti, mentre lo riportano alla realtà lui
cerca di dimenticare la morte del suo re, o meglio, di un grande amico, forse il
più grande.
-Si. Sono solo stanco.. ma non importa.. non mi chiamano la fenice bianca? Una
dormita mi farà bene: il consiglio deve essere riunito, ovviamente.. occupatene
tu, ora lasciami solo.
Alonzo annuisce, felice di poter contattare finalmente i suoi compagni delle
caste e non solo: lui sa che deve trovare un modo per uccidere Fabiuzzz, prima
di potersi fidare di lui.
9.
Il castello è silenzioso per tutto il resto della notte, freddo ma silenzioso:
le guardie, cariche di tensione per quello che è successo durante la festa,
fanno rigidamente il loro lavoro. I maghi mandano messaggeri magici in tutto il
regno per informare tutti i centri di potere di quanto è successo, lo stesso
fanno tutte le persone che contano che erano presenti durante la festa, e che
sanno che Doughermoulth può cambiare da un momento all’altro, per la morte del
reggente Keeper.
La notizia della sua “rinascita” infatti si saprà solamente la mattina dopo e
questo desterà grande stupore in tutto il regno, alimentando ancora una volta la
leggenda che aleggia sopra di lui, la fenice bianca.
Mentre ferve tutta questa attività, c’è qualcosa che rimane fermo nelle mani di
Cassandra: il suo sguardo è sorridente in qualsiasi situazione, nonostante
tutto. Cassandra, alla luce di una candela, lo guarda e Salkaner guarda la
principessa intensamente, come ha sempre fatto, in quel modo unico che la mette
sempre di buon umore e le fa dimenticare ogni cosa.
Non questa volta.
Salkaner sa che Cassandra è scossa per molte cose che sono successe quella sera,
la prima delle quali è l’orrore che lei stessa ha scatenato: Cassandra glielo ha
raccontato subito, appena arrivata in stanza, ed il regal bambolotto a risposto
con il suo solito silenzio sorridente.
Cassandra quindi ha cercato di capire perché conosceva quelle parole, e perché
le ha usate per uccidere quella guardia: nonostante tutte le cure del druido
Panoramix, ha saputo che è morto.
Morto.
Morto per causa sua.
Salkaner vede le lacrime vere che per la prima volta Cassandra fa uscire dalla
sua anima, ma incredibilmente il suo sorriso non riesce a fare più nulla per
restituirgli il sorriso.
Cassandra si piega sul cuscino, continua a piangere finché non si addormenta,
con Salkaner tra le braccia.
La notte di Lilith invece è ben più tormentata: le parole della cugina, la sua
migliore amica l’hanno colpita a fondo e lei non riesce a capire perché
Cassandra le ha dette. Lilith non ha sempre aiutato e consigliato sua cugina?
Non è stata una buona amica? Lilith capisce che deve aver sbagliato da qualche
parte.
Decide di dormire, ma è come ridere davanti al destino: non ci riesce, quelle
parole le tornano continuamente in mente.
“Mi fai schifo anche tu!... Sei come loro..”
Lilith aveva cercato di cambiare Cassandra, solo ora se ne rende conto:
trasformarla in qualcosa diverso da quello per cui era destinata.
Lilith sa che Cassandra non sarà mai una principessa giusta: troppo semplice
piegare il suo giudizio, come lei stessa aveva fatto più e più volte. Ma Lilith
si domanda per la prima volta in vita sua quale sia il suo di destino: essere
sempre e comunque il consiglio per la cugina?
In fondo Cassandra era sconvolta dal dolore: Keeper, il suo tutore, maestro e
padre sembrava morto.. Lilith pensa che anche lei avrebbe reagito male, in
quella situazione critica.
“Mi fai schifo anche tu!... Sei come loro..”
- No. Non voglio più stare sotto la sua ombra, ma più: io sono Lilith, non
semplicemente la cugina della principessa Cassandra
Quando finalmente Lilith riesce a prendere sonno, è già mattino e il primo sole
sorge dall’oceano ad oriente, illuminando tutta Doughermoulth.
Atto III: Scappando
1.
La finestra si rompe dietro di lui e Ar. Sente i vetri che gli tagliano il
costoso vestito procurato dalla sua gente con così tanta fatica, e Gabryk dentro
di se si dispera più di questo che di tutto il resto.
Atterrano sull’albero sottostante, come previsto, e usando un po’ della loro
fortuna e abilità, riescono ad aggrapparsi in tempo prima di schiantarsi al
suolo.
Ar guarda il suo compagno, sanguinante sul braccio destro, e sente un grande
boato provenire dalla stanza dalla quale sono appena “usciti”. Guarda Gabryk e
dice, bisbigliando
-Riattiviamo l’anello e usciamo assieme agli invitati, confondendoci tra di
loro.. così i maghi ai cancelli non ci potranno individuare, giusto?
-Ok Ar, ci sto. Appena fuori ci separiamo come previsto.. ci vediamo domani
mattina all’Argo!
I due si tolgono l’anello e nuovamente se lo rimettono.
Facilmente riescono ad immettersi nel flusso caotico di persone che scappa dal
castello, colpendo anche qualcuno di quei bastardi nobili, senza ucciderlo, ma
abbastanza perché potesse passare la notte a pensare da che parte arriva il
colpo.
I maghi delle caste stanno tutti convergendo verso la sala delle feste e Ar e
Gabryk hanno vita facile fino alla grande piazza davanti al castello: la grande
statua del Drago Nero, simbolo di Doughermoulth, è il segnale che possono
dividersi.
Ar subito corre verso l’oceano, avendo da tempo di nascondersi nei magazzini del
porto, sicuri e facili da lasciare se la situazione si fosse fatta troppo
“scottante”.
Gabryk invece passa ancora un po’ del suo tempo nella piazza, nascosto agli
occhi indiscreti grazie al potere del suo anello: dalla sommità della statua del
drago, riesce a vedere che quasi tutti gli invitati della festa sono scappati e
che molte persone nella sala delle feste stanno accorrendo.
E’ una sensazione strana, ma sente che quel tizio che è comparso all’improvviso
ha fatto qualcosa, anche se non riesce a capire cosa.
Il tempo passa, e inosservato continua a guardare al castello, che nel frattempo
si è completamente zittito: le guardie vengono spedite all’esterno alla caccia
sua e di Ar, ma Gabryk vuole aspettare ancora.. sa che deve vedere qualcosa, ma
non riesce a capire cosa.
Poi finalmente vede la principessa Cassandra, bellissima come sempre, che lo
guarda da una finestra del castello, lo guarda intensamente per molti istanti,
finché non si volta per parlare con qualcuno dietro di se, che Gabryk non riesce
a capire chi é.
-Che strano.., pensa Gabryk, prima di scappare nella notte di Doughermoulth.
2.
La musica suona martellante e soffocante come sempre.
L’aria è carica di fumo di sigarette e non: lui tossisce subito, appena entra e
aspetta alcuni istanti, mentre i suoi occhi cercano di abituarsi alla luce
stroboscopia che batte sempre più veloce, seguendo quel ritmo folle e
forsennato.
Finalmente si ferma, la musica sale ad un volume folle e un tizio alto due metri
dietro di lui gli rifila una spallata che lo fa finalmente entrare nel locale.
Lui odia i posti come questo, ma è obbligato a stare lì: gli danno la caccia e
solamente Max Power lo può aiutare: il problema è cercarlo.
Alcune donne gli passano davanti, vestite con abiti succinti che lasciano vedere
tutto e nulla: sarà per l’effetto dell’aria inquinata da chissà quale porcheria,
ma sente come una voglia incredibile crescergli dentro.. poi si accorge che non
sono donne, ma ragazze, anzi bambine, rispetto a lui.
Il suo sorriso è amaro, mentre controlla che la piccola scatola di metallo e
plastica sia sempre sotto il braccio destro: Cassandra lo avrebbe sicuramente
preso in giro per certi pensieri, come del resto Lilith.
Avanza, girà per un po’, finché non decide di fermarsi, girarsi su se stesso in
mezzo a tutta quella folla che si dimena in una danza folle, per cercare di
trovarlo.
-Dove cavolo sarà!
Una tipo vicino lo tocca al braccio sinistro e lui subito si ritrae impaurito,
insicuro su cosa lo aspetta e andando a sbattere contro uno talmente strafatto
che non regge la spinta e finisce a terra, calpestato dai suoi stessi amici.
Max lo prende per un braccio lo trascina a forza fino ai cessi, e gli urla
addosso un fiume di parole
-Elwood! Dannazione, che ci fai qui? Non dovevamo vederci mai più.. me lo avevi
promesso! Io ne sono uscito, lo ricordi?
- Max, ascolta..
-Parla più forte, non ti sento!
Elwood gli indica di andare fuori e Max, dopo aver recuperato una giacca, lo
segue subito: dopo aver evitato gli spacciatori che li avvicinavano, i due vanno
in un angolo del parcheggio davanti alla discoteca ed iniziano a parlare con
calma, nel freddo della notte.
-Allora, che vuoi El?
Elwood scatta subito come un pazzo, quasi lasciando andare quello che si porta
dietro con tanta cura, e dice:
-Non chiamarmi mai più El, hai capito? Lui mi chiamava così, ed è per colpa sua
che è successo tutto questo casino!
-Non ti scaldare! Hai CAPITO?? Sei stato tu a venirmi a cercare, non io! Non
dopo quello che è successo.. quindi calmati, spiegami quello che vuoi…
-Non funziona più Max.. capisci? Non si connette più!
Elwood sfodera la piccola scatola davanti alla faccia di Max, come se fosse la
prova del reato: Max lo guarda assente, come se non gliene importasse nulla.
-Perché non vuoi capire, Max.
-Io ho capito, ELWOOD, ma non me ne frega nulla, lo capisci o te lo devo far
entrare in bocca quel tuo portatile? Io non mi connetto più da molto tempo, e lo
stesso dovresti fare anche tu!
Elwood si siede sull’asfalto freddo: le parole di Max sono giuste, lo sa, ma lui
non può farci più nulla: tutto gli è sfuggito di mano, dannazione..
-Elwood, ascolta, io non posso farci nulla.. quindi se non vuoi qualcosa da me..
Elwood appoggia con cura il portatile, si alza, guarda Max negli occhi, e gli
sferra un pugno proprio su quel sorrisetto di merda.
3.
Ar corre: è come se sentisse gli occhi di quei maghi che lo stanno cercando
ovunque.
Di qualsiasi casta siano, sa che quelli più pericolosi e potenti sono quelli
della casta dei nomi, e in particolare il più potente di loro, Alonzo.
Nascondersi nei magazzini del porto non è proprio una grande idea, ma sa che
anche i maghi in passato hanno commesso degli errori, di cui non sono coscienti.
Il defunto re, infatti, aveva ordinato dopo la guerra di dieci anni prima di
incantare potenti oggetti magici per difendere il regno dai suoi nemici, gli
spiriti, ma anche dagli altri regni. Potenti armi, come la spada dorata del
defunto reggente Keeper, sono molto ricercate da ogni grande guerriero, ma ad Ar
non interessano quelle cose, ma molto di più, cioè il benessere del suo popolo.
Per questo, a costo di grandi sacrifici, grazie ad un grande amico come Quarl
erano riusciti a procurarsi un particolare telo, in grado di difendere chiunque
da qualsiasi tipo di individuazione magica.
Ovviamente lui ed i suoi compagni non potevano nascondersi tutti sotto quel
telo, che era sufficiente per una sola persona, ma Ar era stato scelto perché
sapeva i rischi che correva nel scappare e nascondersi subito sotto quel telo.
I maghi infatti sapevano che il telo era stato rubato, anzi, lo stesso Alonzo
sicuramente ne era stato informato, ma non avevano mi fatto nulla per
recuperarlo. I suoi compagni erano sicuri che questa informazione era in
possesso dei nemici del popolo e per questo era stato deciso che a nascondersi
sotto il telo non fosse Gabryk, il sicario che avrebbe dovuto uccidere Keeper,
ma lui.
Così, se i maghi avessero cercato il telo con ogni mezzo, in ogni caso non
avrebbero trovato l’attentatore, ma solamente una persona comune.
Ar ovviamente era cosciente che questo strano ragionamento faceva acqua da ogni
parte, ma sapeva che un modo per poter eliminare quella fastidiosa sensazione
d’esser osservato era nascondersi sotto il telo, e sperare in bene.
Ar quindi, dopo aver cambiato strada mille volte ed essersi assicurato d’aver
seminato ogni possibile inseguitore, entra nel magazzino dove, in una parete
nascosta, era celato il telo magico.
-Eccolo qui: ora capirò finalmente se funziona a qualcosa, o erano solo parole,
le loro..
Ar si avvolge il telo attorno, e si sente subito al sicuro, avvolto da un calore
rassicurante, sente che la notte, almeno questa notte, non lo tradirà come ha
fatto in passato, molti anni prima.
Il pensiero va subito a quella notte di pioggia di molti anni prima, quando era
solo un bambino: gli spiriti avevano terrorizzato tutto il regno, e l’unica cosa
che il re aveva fatto era stato rintanarsi nel suo castello.
Il piccolo Ar guardava le luci del castello, sentiva le grandi feste che si
susseguivano, e chiedeva alle persone attorno a se
-Perché non fanno qualcosa?
Sentiva le risposte più disparate, sentiva insulti nuovi che un bambino come lui
non capiva, ma avrebbe capito molto presto: perché il re, i maghi, i nobili non
facevano nulla per salvare il regno, il popolo?
Poi la guerra arrivò fino alle porte della città: Ar ha rimosso le immagini di
quei giorni d’incubo, ma non ha dimenticato certamente i risultati, che lo hanno
segnato per tutta la vita.
Gli stenti, la fame, mentre in quel castello le luci erano ancora accese,
nonostante tutto le feste continuavano, mentre la sua famiglia moriva attorno a
lui di fame e dalle ferite causate dagli spiriti.
Ar si scuote un po’.
Ricordare quei giorni lo facevano stare sempre male, ma non poteva farci nulla.
Una debole luce entrava nel magazzino riflessa dall’oceano ad oriente.
La luce di un giorno nuovo per tutto il regno: ora nessuna festa sarà più
celebrata in quel castello, dice orgoglioso Ar a se stesso, stringendo il velo
attorno a sé.
4.
Il pugno di Elwood, violento e carico di rabbia, colpisce di sorpresa Max,
ancora annebbiato e infreddolito per il cambiamento odioso di temperatura dalla
discoteca al parcheggio.
Max odia prendere freddo così stupidamente, e soprattutto per colpa di un illuso
come Elwood: pensa tutto questo, mentre cade a terra, faccia in avanti, e si
rialza, con un rivolo di sangue che gli scende dalla fronte, formando una
piccola goccia sull’asfalto nero come la notte.
-Sei felice ora? Contento, Elwood?
-NO, dannazione! Max! Tu c’eri, ci sei stato! Come puoi dire che non ti
interessa più? E gli altri? Non pensi a Snogar, per esempio? Al suo lavoro?
Max si rialza con un colpo di reni, scarica tutto il suo peso sulla gamba
sinistra, ruota su se stesso, e fa volare con un calcio volante ben piazzato
Elwood sul cofano di una Ferrari parcheggiata lì davanti.
Elwood si rialza assordato dall’antifurto del bolide rosso, e scatta in avanti
come un furia contro Max, non riuscendo più a pensare finché non si accorge che
è inutile continuare a picchiarsi a vicenda. Elwood sa che deve conservare le
forze per ben altri avversari.
-Ti credevo diverso, Max. Pensavo che mi avresti aiutato, ma mi sbagliavo.
Questa è una cosa buffa: pensavo che lui non sarebbe mai riuscito a portare a
termine tutto questo, quando gli diedi il mio ok…
Max non riesce a credere alle parole del suo amico/avversario di rissa
-Cosa? Ma se non credevi nel suo progetto perché hai convinto TUTTI gli altri?
-Lui.. lui ha un’immaginazione immensa, non credi?
-Si, almeno credo.. penso che riesca a sbattersi più di me o degli altri.. ma
che c’entra?
Elwood raccoglie il suo portatile, assicurandosi che sia ancora tutto intero.
-Perché pensavo che la sua idea fosse grande abbastanza da essere realizzata..
però lui mi ha tradito, come stai facendo tu ora, addio. Max: non fai più parte
del Nucleo.
Mentre Elwood si allontana, Max cerca di riordinare le idee, e gli urla dietro
-Ma si vattene! Chi ti vuole! Sei un fallito Elwood! Lascia stare, è meglio per
te!
Le parole di Max non arrivano ad Elwood che incuriosito dall’improvviso silenzio
li percepisce ancora una volta. Sente che uno di loro è vicino.
Inizia correre, mentre Max scompare nel caos della musica.
5.
Trovarlo è diventato non solo un bisogno, ma una sfida.
Come riesce a muoversi fino a loro è un mistero: dalle loro informazioni,
l’unica cosa che sapeva di ognuno di loro era il nome (per lo più falso) e più o
meno la regione di appartenenza, il sesso il più delle volte era falso. Come era
riuscito Elwood a trovare Max in quella discoteca?
Saan Raal se lo domandava, mentre metteva la mano destra dentro l’impermeabile
nero: il buttafuori davanti a lui non sospettava nulla, mentre Saan lo uccideva
con l’Uzi.
Mentre bloccava le porte secondarie, Saan sapeva che Elwood era dentro quella
discoteca, da qualche parte, assieme a Max. Se lo aveva contattato voleva dire
che era un pericolo: ed i pericoli andavano eliminati, come diceva sempre.
Mentre si faceva largo attraverso la folla a suon di caricatori, si prese la
soddisfazione di massacrare senza pietà il deejay, un tipo completamente
impasticcato e strafatto, abbracciato ad una come lui: quelli così gli avevano
fatto sempre schifo, tutto gli faceva sempre schifo.
Due uomini armati a destra, alzare l’Uzi e fare fuoco.
Dove era rimasto? Ah, si.. uccidere un po’ di gente per far capire dove era Max.
Saan sapeva che sarebbe stato più semplice entrare senza sparare, solamente
facendo qualche domanda, ma gli piaceva avere uno stile, lasciare una firma..
così Elwood poteva capire con chi aveva a che fare.
Non gli piaceva però uccidere le donne, questo no: non sapeva perché, ma non le
considerava un pericolo. Tutte tranne quelle che gli imploravano pietà, o che
per sbaglio uccideva con l’Uzi.
Ricaricare, una ragazza/bambina strafatta chiede pietà attaccandosi al piede
destro: ucciderla.
Non era più sensato scappare in quel momento? Perché chiedere pietà? Era modo di
dimostrare all’avversario che si era più deboli, inutili.
Saan, dopo aver ucciso gran parte dei presenti, stando sulla porta, si chiese se
non aveva sbagliato qualcosa.
-Certo.. la musica.
Sparo a quei dannati altoparlanti, facendoli zittire per sempre.
Silenzio, finalmente.
-Cavolo, ma che è sto silenzio?
Saan capì che Max Power era dietro di lui troppo tardi.
Lui scattò in avanti, e gli fece perdere l’equilibrio, iniziando a menare le
mani contro l’avversario e cercando di strappargli dalla mano l’Uzi.
Saan era più infastidito da Max che intimorito: decise di lasciar andare l’Uzi
per svagarsi un po’ con lui, per poi continuare la sua caccia e concentrarsi sul
suo vero obbiettivo.
Elwood.
Lo doveva trovare prima degli altri.
6.
La notte accoglie Gabryk come una madre premurosa: lo protegge, lo rassicura.
Gabryk sa muoversi con sicurezza e sa che i maghi cercheranno sicuramente chi è
nascosto sotto il velo e non lui. Gli dispiace per Ar, ma sa che qualcuno doveva
fare da esca ed in fondo è felice di non essere lui quell’esca.
Continua a scappare, a correre, a fermarsi dopo ogni bivio per controllare che
nessuno lo segua.
L’ultima cosa che vuole, dopo aver ucciso Keeper, è finire male: finalmente per
il regno è tempo di grandi cambiamenti, forse la rivoluzione, non sa.
Gabryk sa dentro di se che difficilmente ci potrà essere una rivoluzione finché
gran parte dei nobili e dei mercanti non saranno schierati per interesse con il
popolo contro la monarchia, ma spera comunque che quello che hanno fatto lui e
Ar, questa notte, possa servire a cambiare in meglio le cose.
Anni di guerre e sotterfugi con i regni vicini hanno reso Doughermoulth odiato
da tutti i regni stranieri, che hanno aiutato quelli come lui ed Ar per
combattere la tirannia di Keeper e del consiglio delle caste dei maghi.
Mentre Gabryk varca l’ultima soglia, la casa dove si nasconderà quella notte, sa
di dover tenere per se le sue idee: Badrel non è d’accordo con lui e con i
rivoltosi, e Gabryk non può fare altro che rispettare il suo punto di vista.
L’anziana signora nella prima stanza sembra non guardarlo, ma lui sa che
registra mentalmente chiunque entri nella casa di Badrel, per controllarlo e per
poi riferire a chi di dovere. Gabryk e i suoi compagni hanno spesso usufruito
dei servizi della vecchia ed è anche grazie a lei che sono arrivati fino alla
sala delle feste.
La porta chiusa del laboratorio di falegname di Badrel è davanti a Gabryk. Lui
si chiede se è giusto averlo coinvolto in tutto questo, nonostante lui non
volesse: che diritto ha lui di trascinare una brava persona come Badrel,
laboriosa tanto da lavorare anche durante quella notte, in complotti di corte e
assassini?
La porta si apre lentamente, e mentre i soliti rumori provengono dall’angolo di
lavoro di Badrel: il suo scalpello colpisce il legno, fino a formare una dolce
figura umana che Gabryk riconosce al volo.
-Vedo che non te la sei tolta dalla mente, Bad..
-Gabryk, amico mio! Vieni pure dentro.. dici che non l’ho dimenticata, eh? Certo
che non l’ho fatto.. mi è bastato solamente quell’attimo per perdermi
completamene per lei. Come è andata?
-Tutto bene.
Gabryk sa che l’amico non chiederà nient’altro e per questo si accomoda sulla
sua solita sedia, e come molte volte in passato lo osserva per un po’ lavorare
con maestria quel pezzo di legno, finché non le pare di avere davanti a se la
stessa principessa Cassandra.
-Dovresti fargli lo sguardo un po’ più duro, sai Bad?
-Perché, l’hai vista stasera? Ti prego, dimmi come sta! Com’è, uguale come
sempre ai miei ricordi?
Gabryk maledice la sua voglia di commentare sempre tutto, e gli racconta tutto
quanto è successo quella sera, per sfogarsi con qualcuno del grande momento che
ha vissuto il regno quella sera.
-Non ci credo, Gabryk.. è semplicemente impossibile che Cassandra abbia usato
della magia della parola su di voi.. lei non farebbe del male a nessuno, ne sono
certo..
-Non mi credi, eh? Beh ti dico che dal suo dito è partito un raggio che ha
tagliato a metà una guardia.. non che pianga per quella guardia corrotta
dall’oro del consiglio, ma però non è stata esattamente una bella fine.. visto
che voleva fare questo a me e a Ar!
-Mi sembra impossibile che Cassandra, la mia Cassandra, pratichi della magia
come i maghi della casta dei nomi…
-Dovevi vedere che sguardo di ghiaccio che aveva.. sembrava un’altra persona!
I due continuarono a parlare fino all’alba, finché Badrel, sfinito non scacciò
scherzosamente l’amico, che aveva ben altri impegni per la giornata…
7.
Elwood corre.
La discoteca è talmente lontana che non si vede neppure più, inghiottita dagli
enormi palazzi della città: Elwood sa però che è tutto inutile che loro gli
stanno dando la caccia e che lui non riuscirà a fuggire in eterno, ne è sicuro..
Le luci di negozi sempre diversi, che nascono in un mese e muoiono subito dopo,
illuminano il volto di Elwood, un volto preoccupato, che ogni tanto scende
speranzoso sul portatile che porta con se.
-Il portatile, ecco che cosa vogliono, pensa Elwood mentre continua a correre.
Il pensiero corre subito verso un giorno di tanti anni prima, attorno al 2000,
quando lui e Snogar iniziarono tutto: un semplice forum, si dicevano,
amministrato con pugno di ferro e tenuto su binari ben saldi. In momenti di caos
per la rete come quei giorni, il Nucleo era un punto fermo: tumultuoso, ma un
punto fermo.
-Grazie a me, pensa orgoglioso Elwood.
Il nucleo cominciò a crescere veramente poco tempo dopo, quando numerosi siti
aderirono al progetto, non sapendo a quello a cui andavano incontro: il Nucleo
era un’ottima opportunità per chi parlava di gdr e non solo, ma nascondeva
qualcosa al suo interno.
-Tutto è cambiato quel giorno, pensa amaramente Elwood.
-El, ho avuto un’idea: vacci a dare un’occhiata su..
Elwood fece quello che lui gli domandò, e ne fu entusiasta, a tal punto da
portare avanti anche la sua altra idea, quella che in fondo lo spaventava, ma lo
stimolava più di tutto il resto della sua vita.
Nucleo.
-Dannato me che ho accettato il suo progetto.. forse ha ragione Max, sono solo
un fallito, inutile.
Il portatile freddo al tatto, fa sentire la sua presenza, ed Elwood si ricorda
che non è tutto finito, ancora, che proprio lui è la variabile che non è stata
considerata, che può cambiare tutto se lo vuole, se ce la può fare.
-Ma lo voglio fare?, pensa Elwood.
Arresta la sua corsa, si nasconde in un vicolo e riprova, per l’ennesima volta a
connettersi: sa che così mostrerà la sua posizione, ma è solamente questo il
modo perché loro si possano salvare..
-Dannazione, ancora una volta.. ma perché non funziona?
Queste parole gli sembrano sempre le stesse, ripetute all’infinito come una
canzone che inizia da capo ogni volta, ancora, ancora e ancora.
Elwood spegne il portatile, e comincia a sentire tutta la fatica della giornata,
ma non solo di quella: dei due anni che sta scappando, continuamente, ovunque,
in cerca di un attimo di pace per riprovare a connettersi.
-Solo Lark.. solo lui sono riuscito a contattare.. che ce la farà?
Elwood si abbatte ancora di più, incurante delle migliaia di persone che
sfrecciano attorno a lui: lo credono un barbone ed il suo aspetto conferma
questa loro impressione
-Da quanto tempo non dormo più come devo?, si chiede Elwood.
La risposta è allo stesso tempo chiara e terrorizzante.
Due anni.
Elwood si chiede se tutto quello che ha vissuto è un sogno, e forse un giorno si
sveglierà e lo dimenticherà subito dopo.
Un boato poco lontano lo fa risvegliare dalle sue meditazioni ed Elwood guarda
cos’è stato: un’automobile si è schiantata contro un muro di una casa, ad una
velocità folle, senza frenare, ed è esplosa, catalizzando l’attenzione di tutti
i passanti, per lo spettacolo offerto..
8.
Max è steso sul pavimento, sanguinante e pestato di brutto.
Saan si alza, non messo tanto bene pure lui e cerca l’Uzi: lo ricarica con
consumata efficienza e si avvicina a Max, dicendogli
- Dov’è andato?
All’improvviso Max si sente molto male, sente che la fine è vicina e sente che è
tutto per colpa di Elwood. Max pensa che la cosa che vuole di più in questo
momento è Elwood morto, ma vuole anche questo bastardo sicario fatto a pezzi.
- Posso portarti dove si trova drokur, il prossimo che andrà a cercare
Max tossisce: sa che i colpi del sicario sono stati terribili e che gli hanno
reso poltiglia i suoi organi interni, ma non il suo cervello.
Saan, dal suo punto di vista, è un po’ annoiato: nessuno nella discoteca è stato
all’altezza e anche Max non è stato nulla di speciale; pensa di seguire la sua
regola d’oro alla lettera, ma poi arriva a domandarsi quanto tempo ancora vuole
perdere a dare la caccia ad Elwood.
- Basta, alzati, andiamo a trovare questo drokur
Max, aiutato dallo sconosciuto, arranca fino alla sua modesta macchina, una fiat
barchetta del ’02, ma il sicario gli fa cenno che non va affatto bene e che
invece vuole spostarsi con la fiammeggiante Ferrari che è parcheggiata poco
lontana.
- Ma.., prova a dire Max
- Nessun ma, Max Power, andiamo con questa.
Saan non termina neppure di parlare e con un pugno manda in frantumi il vetro
della portiera destra della fuoriserie e apre lo sportello del guidatore.
- Sali e ricorda che ti tengo d’occhio.
Max non se lo fa ripetere due volte, ma sa che il suo piano originario è andato
in fumo: ora non può più farsi saltare in aria con il sicario e la sua macchina,
portando a compimento la sua vendetta, usando le cariche che ha sulla macchina.
Inizia a guidare svogliatamente, prendendosela con calma, cercando di guadagnare
tempo, ma Saan gli fa pressione e lo incita con buoni argomenti (l’Uzi) ad
accelerare.
L’idea arriva alla velocità della luce a Max, che risponde sorridendo
- Si, certo
La macchina risponde che è un piacere, e Max comincia ad aumentare la velocità,
prima cento, poi duecento ed infine quasi trecento chilometri orari, durante i
quali il sorriso di Saan si trasforma da sogghigno, a faccia impaurita ad
autentico terrore, quando cerca di riprendere il controllo dell’automobile,
prima di schiantarsi contro il muro di un palazzo.
9.
Elwood corre verso la macchina, con un terribile presentimento.
Ha già visto quella macchina, una Ferrari, da qualche parte, gli sembra nel
parcheggio della discoteca dove ha cercato di convincere Max pochi minuti prima.
La conferma arriva prima che il fuoco possa cancellare del tutto il corpo del
suo amico, Max: assieme a lui c’era qualcun altro, qualcuno che Elwood osserva
con avidità, cercando di scoprire di più sui suoi nemici.
- Quattro sono, pensa Elwood: Saan, King Arthur, Joliet Jake Blues e raiden il
redentore
Quattro esseri completamente uguali ad un essere umano, ma diversi nel modo di
pensare e nella loro struttura. Robot?
L’ipotesi di Elwood non è sostenuta da una prova certa, perché il cadavere
vicino a Max, mentre brucia, sembra distruggersi completamente.
-No, un robot non farebbe così.., almeno credo: Giobbe era l’esperto in questo
campo…
Le fiamme aumentano e tutti i presenti, Elwood compreso, si allontanano, mentre
alcune persone iniziano a recitare una preghiera in una lingua a lui
sconosciuta. Le sirene dell’ambulanza arrivano alcuni minuti dopo e la polizia
fa sgomberare l’area ed inizia a fare domande un po’ a tutti per sapere come è
andata.
Elwood si allontana, lasciando che solo una lacrima cada per la morte di Max,
non sapendo quello che ha fatto l’amico nel suo ultimo istante di vita: gli ha
salvato la vita.
Il portatile freddo sotto il braccio di Elwood gli ricorda che qualcosa da fare
c’è ancora, e che non permetterà a nessuno di fargli fare una simile fine: gira
un po’ per i vicoli di quel quartiere, cercando di capire se uno degli altri tre
è ancora vivo.
- Forse sono al sicuro per un po’, sono le parole di Elwood, mentre sale sulla
sua macchina, una Viper blu elettrico, e si confonde nel traffico della città.
10.
Saan è molto arrabbiato, quando Max fa schiantare la macchina contro il palazzo.
Il suo corpo è gravemente danneggiato, ma gli permette ancora di seguire e
capire quello che c’è nel mondo esterno. Lo vede.
Elwood è lì, in mezzo alla folla, che lo guarda bruciare assieme al suo ormai
defunto amico Max.
Il resto sono solamente frammenti, mentre lo portano all’ospedale, per cercare
di salvarlo, e lui inizia a riparare i suoi danni da se: quando entra in sala
operatoria riesce già a camminare e a esercitare abbastanza forza per prendere
il medico per il collo e spezzarglielo: le infermiere urlano e scappano e lui le
lascia andare.. non gli piace uccidere le donne..
Il resto è una sequenza di omicidi, finché non riesce a fuggire dall’ospedale:
non sa per quale ragione, quasi fosse un istinto, ma Saan odia gli ospedali e
quello che rappresentano.
Saan pensa che se una persona è condannata, non c’è nessun motivo per cercare di
salvarla: l’unico modo è ucciderla. Saan sorride compiaciuto delle sue
convinzioni.
La seconda parte della sua “rinascita” è molto più difficoltosa: muoversi quasi
a pezzi per la città, cercando la sua arma, è decisamente snervante. Saan decide
che sono passate troppe ore, troppo tempo a vantaggio di Elwood.
- Che c’è, Saan Raal, l’hai perso?
La voce di King Arthur è nel contempo ironica e seria. Saan riesce a stento nel
trattenersi: l’unica cosa che gli manca è il suo fidato Uzi contro la stupida
Katana di Arthur..
- Allora si, che perderesti il tuo senso dell’umorismo, pensa Saan.
King salta giù dal muretto con una capriola in aria, e atterra dolcemente come
sempre, dicendo
- Non hai più parole? Non ti è ricresciuta la lingua?
Saan cerca di controllarsi, si ferma, respira, e guarda intensamente King:
sembra un ragazzo, come se il tempo non avesse influenza su di lui e la
vecchiaia per lui fosse una parola senza significato.
I suoi muscoli sono piccoli ma agili, lui è scattante e veloce come un fulmine
ed è incredibilmente sicuro di se: Saan gli sorride ed inizia a ridere a
crepapelle..
- Ma che hai, Saan Raal?
- Mi fai ridere, King: il tuo aspetto mi è odioso, come del resto il tuo modo di
fare. Perché lui abbia deciso che tu e quegli altri due idioti mi aiutino nella
caccia è un mistero.. non si fida di me? Non crede più che io possa portargli
Elwood vivo, come lui vuole?
- Saan,.. sei uno stupido!
Saan si volta, gli lancia un’ultima occhiata in cagnesco e si avvia nel dedalo
della città: un cadavere che vive, e che continua la sua caccia.
King lo vede scomparire e pensa che Lui non avrebbe mai dovuto mandare un
sanguinario come Saan dietro ad Elwood: ma quello che Lui pensa non è affar suo,
pensa King.
Sfodera la katana che tiene sulla schiena e ne osserva la perfezione sotto i
primi raggi dell’alba, che illumina la topaia senza nome di quella parte della
città: la sua spada è il risultato di secoli di tradizione, infinite prove, per
arrivare alla perfezione , che unita al suo stile e alla sua capacità di
combattimento, lo rende un cacciatore perfetto.
King Arthur sa che Saan ucciderà Elwood, per il semplice motivo che gli è
scappato per l’ennesima volta.
- E’ fatto così, pensa ad alta voce King
Le pallottole arrivano come un fulmine addosso a lui, perforano il suo vestito
di cuoio, la sua armatura di polimeri potenziati e colpiscono la sua carne, lo
fanno urlare dal dolore, mentre pare che tutto il suo sangue si precipiti ad
uscire attraverso quelle poche aperture.
- Si, sono fatto così, King e non mi piace avere avversari durante la MIA caccia
Saan sorride, mentre alza il suo Uzi verso il suo avversario, benedicendolo con
un sorriso che non nasconde la sua follia.
Atto IV: Il Concilio
1.
La sala circolare è piena di tutti i rappresentati delle caste dei maghi, dei
nobili e di tutti quelli che hanno un potere a Doughermoulth: la luce è poca,
nonostante sia pomeriggio inoltrato, e il sussurrare delle persone al suo
interno danno alla sala un aspetto ancora più inquietante.
Due enormi statue, il demogorgon e Violante, osservano con fare mostruoso la
sala: sono il simbolo del potere dei maghi sugli spiriti, pensa tra sé Alonzo:
una reliquia di dieci anni prima.. al loro interno sono intrappolati i
rispettivi spiriti distruttivi che causarono la distruzione di gran parte del
regno.
Le parole di Master Souze, il maestro di Alonzo, furono indispensabili affinché
i due mostri venissero imprigionati. Alonzo, come del resto tutti gli altri
maghi delle caste, non considera affatto un pericolo le due statue, ad
differenza di Keeper, a cui hanno sempre ispirato un terrore folle e cieco,
senza nome, come se volessero ricordargli qualcosa da tenere sempre a mente…
- La fine è vicina
Keeper sussurra queste parole quasi con timore, mentre vede la sua piccola
Cassandra che avanza nella sala, si siede sulla poltrona che fu di suo padre,
con lui sempre pronto accanto a lei, a difenderla.
Cassandra guarda con un debole sorriso il suo tutore ed il suo sguardo cade
sulla spada d’oro che si trova accanto a lui, sempre pronta: un potente
artefatto magico, dice a se stessa Cassandra, mentre le porte si aprono
lentamente e lo straniero, Fabiuzzz, viene fatto entrare.
Lo sguardo di Fabiuzzz non è per nulla intimorito e non vaga neppure per un
istante nella sala: è fisso su Cassandra e su Keeper. Il mormorio che si alza
nella sala, al suo ingresso, viene sgridato duramente da Arjuna, il primo mago
- Basta! Fate silenzio!
Arjuna è un anziano, ma dal volto curato e con un abito splendente come richiede
la legge promulgata da Vegeta durante la sua reggenza: il suo sguardo è sicuro.
Sa che gran parte del concilio segue tutto quello che lui dirà alla lettera, per
timore del suo potere e di quello che lui sa.
Tutti tranne Alonzo, Keeper e la principessa Cassandra.
Si muove attentamente seguendo il protocollo, facendo il saluto rituale alla
principessa ed al reggente, e dopo aver alzato le mani per attirare l’attenzione
su di se, compie un giro su se stesso e guarda tutti i presenti, prima di dire
- Il concilio è aperto, che sia messo agli atti che discutiamo oggi dell’arrivo
dello straniero di nome Fabiuzzz, che si definisce un profeta.
Le sue parole echeggiano in mezzo alle due gigantesche statue, e molti dei più
giovani presenti sono intimoriti dalla figura leggendaria di Arjuna, ma
soprattutto dallo straniero.
Nonostante il druido abbia cercato in ogni modo di curare la sua ferita alla
gamba, la stessa fa ancora bella mostra di sé: Alonzo ha proibito che gli fosse
dato un altro vestito per nascondere la ferita, additando mille scuse diverse;
in realtà vuole mostrare a tutti i presenti che Fabiuzzz è mortale come loro, e
può essere ferito, almeno così spera il mago della casta dei nomi.
La parte introduttiva del concilio per Cassandra è veramente noiosa, obbligata
su quello scomodo trono e schiacciata dal peso degli sguardi dei presenti: la
sua mente vaga allora fino a Lilith e Salkaner..
Lilith non si è fatto vedere per tutta la mattinata, scusandosi con la
principessa, perché ancora sconvolta per quello successo la sera prima:
Cassandra crede che tutto questo sia vero, ma in cuor suo sa che molto raramente
sua cugina Lilith la chiama “principessa”.
Tutto questo le avrebbe dato da pensare per tutta la mattinata, se non avesse
avuto Salkaner e gli altri: doveva prendersi cura di lui e di tutti gli altri,
no?
Lemnear Blues, Strekon, Korn, Nami, 2Freddy, abaus, Master Nix, aiwass, Hans:
tutti loro avevano bisogno di cure e si accigliavano se Cassandra non si
prendeva di loro cura… sapevano che senza Cassandra la loro vita sarebbe finita,
ma non si preoccupavano. Sempre, sempre, quando Cassandra decideva di scappare,
qualcosa glielo impediva, o ne ritardava le conseguenze: il sorriso di Salkaner
è sempre uguale.
Cassandra sorride: la sua faccia è sempre stata un buon modo per calmare la
paura o l’insicurezza e lei vede sempre davanti a se quello sguardo ironico, che
le mette allegria. Ma ora sente qualcosa di diverso, come un nodo sotto la gola,
qualcosa che le impedisce di stare realmente bene con se stessa.
Sente che qualcosa è cambiato, sente che è tempo che lei, la principessa
Cassandra, si preoccupi del suo regno e del misterioso straniero di nome
Fabiuzzz.
2.
Tutte quelle chiacchiere di Arjuna, cominciano a dare sui nervi a Keeper: i
protocolli gli sono sempre stati stretti e le mille formule e giri di parole che
usa il primo mago gli fanno venire il voltastomaco.
Arjuna non è forse diverso dagli altri maghi, come Alonzo? Pronti a fargli la
pelle alla minima distrazione: Keeper ha alcuni minuti per pensare a quanto
successo la sera prima e vede chiaramente come i rivoltosi fossero stati
lasciati passare apposta affinché il concilio si potesse sbarazzare di lui, e
controllare completamente la principessa.
La piccola Cassandra è persa nel suo mondo, pensa Keeper mentre guarda i suoi
splendidi occhi persi nell’infinità della fantasia.. fantasia.. questa parola
evoca su Keeper degli strani ricordi, confusi, come lontani, vicini, presenti…
L’impulso di liberarsi di Arjuna cresce dentro di lui e la sua mano scatta sulla
sua spada dorata, ma il suo cervello la ferma prima: Keeper inorridito guarda la
sua mano, e poi si guarda attorno.
Nessuno sembra aver visto il suo movimento, Keeper si sente al sicuro, finché il
sorriso gelido di Alonzo non taglia in due le sue sicurezze.
Alonzo. Un mago della casta dei nomi, il più potente, quello che apertamente lo
sfida ogni giorno con le sue parole non magiche, visto che la sua magia non può
nulla su di lui: anche lui, come Arjuna, sente che l’influenza di Keeper su
Cassandra è andata troppo oltre.
Il reggente non sta governando il regno per Cassandra, ma per se stesso.
I pensieri di Alonzo suonano chiari come un colpo di spada nello stomaco a
Keeper: per un istante si muove dalla sua posizione marziale vicino al trono, e
vede lo sguardo di Arjuna, indugiare su di lui, mentre si rimette in
“posizione”.
- Che cosa mi sta succedendo?, pensa Keeper colto da un timore spaventoso.. cosa
mi ha fatto Fabiuzzz?
Keeper sa che i suoi pensieri sono alterati, come se qualcun altro, da un luogo
lontano nello spazio e nel tempo, gli stesse dando degli ordini, e si stesse
arrabbiando sul serio del suo fallimento.
- Fallimento?, pensa Keeper.
Il suo sguardo indugia ancora su Fabiuzzz, sulla sua enorme ferita alla gamba e
su tutto quello che è successo per causa sua, Keeper ne è sicuro: sente di nuovo
la voce suggerirgli, no ordinargli che lui non si deve fidare di Fabiuzzz per
nessun motivo
Il sorriso dello straniero, poi, mette a tacere tutti i pensieri di Keeper,
affogati in un deserto di assoluto silenzio.
3.
-Così dice la legge e la tradizione, finisce di parlare Arjuna.
Lo sguardo compiaciuto che si legge sul suo volto è ben poca cosa rispetto al
potere che hanno le sue parole: non sono magiche come quelle di Alonzo, certo,
lui è della casta della runa, ma bastano a portare tutta l’attenzione nella
direzione che lui vuole: cioè nella difesa del regno.
Fabiuzzz ha parlato di una nuova comparsa degli spiriti e Arjuna sa che questa è
l’occasione giusta per concentrare tutti i poteri, compresi quelli della corona
e di quella bambina della principessa Cassandra, in sé, il primo mago.
Arjuna osserva allora la principessa e le porge un saluto falso come false sono
le sue misure di sicurezza ed i suoi incantesimi: Alonzo non sospetta nulla, si
ricorda compiaciuto Arjuna, mentre osserva il pupillo di quell’illuso di Master
Souze, che si sacrificò all’ultimo istante per donargli tutto il potere sul
regno e sui suoi abitanti.
- Parla, straniero, perché ora ti è concesso: il concilio ti ascolta
Fabiuzzz alza lo sguardo sul vecchio Arjuna, sul suo sorriso da stupido stampato
in faccia
- Se solo sapessi la porta che mi hai aperto, vecchio stupido, pensa lo
straniero dentro di se.
Fabiuzzz sistema la sua veste ed inizia a parlare
- Ebbene: il defunto Vegeta ha creato questo concilio con lo scopo di proteggere
il regno, non è vero? Questo mi è caro come è caro a voi: io vi scongiuro di
prepararvi alla loro venuta, perché spiriti di ben più grande potere di quelli
racchiusi dentro queste due statue sono alle porte di questo regno e mi hanno
inseguito, ferito e braccato pur di fermarmi. Fortunatamente non vi sono
riusciti e io sono qui, davanti a voi, a chiedere che voi stessi vi aiutate
Le parole di Alonzo sono leggere, quasi un’osservazione spontanea, ma la
risposta di Fabiuzzz lascia il concilio senza fiato
- Cosa dovrebbe fare questo concilio, straniero?
- Deve riversare tutta la sua magia all’interno della principessa Cassandra,
l’unica in grado di salvare il regno e con esso tutto il vostro mondo!
Nel caos che le parole di Fabiuzzz scatenano, la mente di Alonzo rimane lucida,
pronta a cogliere un particolare ricorrente delle parole di Fabiuzzz: “il vostro
mondo”.
Alonzo rammenta che già nelle sue precedenti parole Fabiuzzz aveva usato questo
strano modo di dire, come se non includesse se stesso all’interno del mondo nel
quale lui vive: Alonzo lascia stare per un attimo i particolari, ascoltando
quello che il primo mago ha da dire
- Tu non sai quello che stai chiedendo! E’ impossibile! E anche se fosse, ma
questo concilio metterebbe a rischio la vita dell’unica erede al trono, la
nostra amata principessa Cassandra!
Le parole di Arjuna gli suonano talmente vuote e false, che lui stesso si
sorprende di quanto detto, e si affretta ad aggiungere
- Hai delle prove?
Keeper guarda con attenzione Arjuna e il suo sguardo si sofferma sulla sua
fronte corrugata, sempre di più, ogni volta che guarda direttamente verso
Fabiuzzz.. sente ancora quell’impulso omicida nei confronti dello straniero, ma
si trattiene e dice
- Quest’uomo mi ha salvato la vita: non è questa una prova sufficiente ?
Le parole di Keeper sorprendono tutti: Cassandra lo guarda con occhi sgranati,
Alonzo si sorprende profondamente per quanto dice il suo avversario.. ma non era
lui sospettoso verso Fabiuzzz?
Keeper non riesce più a pensare lucidamente continua raccontando un episodio di
molti anni prima..
4.
Il giardino rigoglioso come sempre, la lieve brezza dell’oceano orientale e la
piccola Cassandra che gioca felice assieme a Lilith.
Keeper guarda la scena e sente davvero di essere in paradiso.
- C’è qualcosa che ti devo dire, Keeper
Le parole del suo re, Vegeta, rompono l’incantesimo, e riportano Keeper alla
realtà della vita attorno a lui: annuisce e facendo un cenno ad una guardia di
controllare le due bambine, si allontana assieme a Vegeta nel giardino.
Siccome le parole di Vegeta tardano ad arrivare, Keeper rimane in silenzio: sa
che quando il suo re fa così, sta pensando intensamente, e lo vuole lasciare ai
suoi pensieri, tanto è cosciente del fatto che presto anche lui ne sarà a
conoscenza.
Keeper così si gode il meritato riposo: gli spiriti, la guerra, gli intrighi di
corte, la reggenza, fare il tutore, sono solamente delle ombre lontane del suo
futuro. Keeper si sente libero, pieno di forza, giovane, desiderato dalle donne
con una famiglia che lo adora: Cassandra, Lilith e lei..
- Sediamoci qui, dice lentamente Vegeta, mentre si siede sua una panchina del
giardino reale.
Keeper toglie la spada dal fodero e la pianta nel terreno, per stare più comodo,
ma per proteggere lui ed il suo re dagli sguardi e dalle orecchie indiscrete che
i maghi sanno creare ovunque.
Keeper sente che c’è qualcosa di importante che il suo re gli vuole dire, ma che
non riesce a dire, così comincia dicendo
- E’ qualcosa che riguarda il mio servizio, o mio re?
- Nono.. cosa pensi, è solo che, cioè devi sapere che …
Lo sguardo di Vegeta è eloquente, quasi supplicante, ma Keeper non sa che fare:
se il suo re non riesce a trovare le parole, lui come può capirlo?
Vegeta perde la pazienza, scatta in piedi e osserva la spada dorata vicino a se,
e poi dice
- La vedi? Non te ne devi mai separare, hai capito, Keeper? MAI.. tu devi
proteggere mia figlia Cassandra, qualsiasi cosa accada, mi sono spiegato?
Lo sguardo confuso di Keeper è una risposta eloquente per Vegeta, che comprende
che Zod non gli lascia rivelare quello che potrebbe cambiare radicalmente tutto
il regno, in futuro.
- Non fare quella faccia, amico mio.. ora andiamo, mia figlia ti cerca.. non è
forse tempo che le insegni un po’ di scherma?
Keeper risponde all’ordine del suo re prontamente, ma dimentica ben presto
quella strana chiacchierata: il giorno dopo, di ronda nella città, quando passa
vicino alla grande statua del drago nero, la guarda ed inizia a pensare alle
parole di Vegeta, ma non riesce a comprenderle, e se ne dimentica, non dandogli
molta importanza.
5.
L’importanza di quel giorno ritorna dopo molto tempo, quando Cassandra è già più
grande, e tutto il castello festeggia il suo ventesimo compleanno.
Alla festa sono invitati tutti i pretendenti più o meno ufficiali della
principessa: tutti i rampolli delle più in vista nobili famiglie del regno di
Doughermoulth, e alcuni invitati dei regni vicini.
La festa è grande, gioiosa, festosa: Cassandra è raggiante nel vestito che un
tempo apparteneva alla sua defunta madre.
Il pensiero di Vegeta vaga sconsolato fino alla madre di Cassandra, la più bella
donna che lui avesse mai visto, nobile nell’animo e non solo nelle parentele:
rimpiange la sua morte improvvisa, ma sente che deve farsi forza per il bene di
sua figlia, perché oggi è la sua festa.
Vegeta osserva attento i suo passi di danza assieme ad un nobile di un regno
vicino, che gli pare si chiami Henk Redhammer: uno uomo troppo vecchio per
pretendere qualcosa da Cassandra, pensa Vegeta, ma non immune al suo fascino
allegro e spensierato.
Quarl avanza, protetto dal suo travestimento, nella fila degli invitati, e si
avvicina al trono dove siede Vegeta, poco lontano dalla panchina dove molto
tempo prima i due avevano parlato.
Il suo pugnale è veloce, come la morte che porta con se.
Keeper, sconvolto come tutti, corre in soccorso del suo re, Vegeta, e riesce a
sentire le sue ultime parole
- Keeper…
Lo sguardo di Vegeta è quasi perso nel vuoto della morte, ma per alcuni istanti
sembra tornare in se, mentre il sangue, come la sua vita, iniziano a scivolare
via, aiutati dal veleno che gli inquina il corpo
-Mio re, non dovete temere.. il druido sarà presto qui, e ..
-Stai zitto! Io… io .. .sono libero … da ..
La mente di Keeper è lontana e non capisce le deboli parole dell’uomo morente,
mentre cerca in qualche modo, in qualsiasi modo, di salvarlo: solo la stretta
potente della sua mano riporta la sua attenzione sul suo re, che dice, quasi in
un sussurro
- Qualcuno verrà a chiedere l’aiuto di Cassandra, tu devi..
Le sue ultime parole, prima di morire.
Keeper si inginocchia vicino al corpo del suo re, mentre il suo urlo sembra
coprire tutte le parole vuote che vengono pronunciate in quegli istanti.
Il corpo dell’attentatore è lì, disteso, ucciso dai maghi a protezione di quella
festa: Keeper sente crescere dentro di se un odio profondo contro di loro,
incapaci di proteggere il re..
Il re.. Vegeta.. il suo migliore amico..
-Cassandra!
Keeper corre verso di lei, per impedirgli di vedere quello che è stato fatto a
suo padre, ma è troppo tardi: ancora una volta è arrivato troppo tardi per
salvare quello che gli era più chiaro.
La spensieratezza di Cassandra, morta assieme a suo padre.
6.
- Così affermate reggente che è questo straniero quella persona di cui parlava
il re?
- Ne sono convinto, risponde Keeper al primo mago.
Fabiuzzz sorride, attira l’attenzione di Arjuna, dicendo
- Il mio nome è Fabiuzzz, vecchio, non “straniero”
Il disprezzo di cui sono cariche le parole di Fabiuzzz fa sorride Alonzo dentro
di se: all’esterno nulla cambia della maschera che lo difende, mentre osserva
- Tu ci suggerisci di riversare tutta la nostra magia dentro la principessa, ma
non saremmo così forse noi stesso indifesi dagli spiriti da cui vogliamo
difenderci?
Il sorriso di Fabiuzzz scompare, mentre inizia a rendersi conto che la persona
che conta in quel concilio non è Arjuna, ma Alonzo, una persona che parla poco a
differenza del suo più anziano collega, ma lo fa con attenzione e saggezza: un
pericolo potenziale per il suo piano!
- Non posso negarlo, mago, dice con calma Fabiuzzz, felicitandosi di come le
voci degli altri membri del concilio si alzano attorno a se, e si calmano solo
dopo alcuni minuti, tempo prezioso che lui ha usato a suo vantaggio
- Io, Fabiuzzz, vi assicuro che quello che dico è vero: se non volete riversare
tutta la vostra magia nella principessa, vi capisco, è un rischio che vedo
anch’io, ma,.. MA, forse potrebbe bastare solamente un aiuto di un mago con la
principessa per chiudere il varco..
Fabiuzzz vede nella mente di Alonzo i suoi calcoli, fino a quando non sente le
sue parole non capisce che oramai lo ha in pugno, lo ha spinto nella direzione
che lui stesso ha voluto!
- Questo è più ragionevole.. dove si trova questo varco?, dice Alonzo
- Sei forse interessato ad aiutare, mago?, lo stuzzica Fabiuzzz
- Se la volontà del concilio è quella di mandarmi assieme alla principessa,
allora così sia,.. ma penso che tu ci devi dire tutto, prima di partire
Arjuna ascolta scontento della piega che sta prendendo la discussione: gli è
completamente sfuggita di mano.
- E sia. Il varco si trova su un isola nell’oceano orientale, a pochi giorni di
viaggio da qui: è dissimulato da una montagna, al cui interno si trova una
grotta, nascosta agli occhi di tutti. La principessa ed il mago che l’aiuteranno
dovranno arrivare fino a lì e concentrare la loro magia sul varco per
chiuderlo..
- Parli come se non ci fossero pericoli Fabiuzzz, dice Keeper
- Non ho mai detto che non ci sono pericoli, anzi! Il varco è controllato dagli
spiriti, che non vi permetteranno di arrivarci così vicino così facilmente..
- Non vuoi dunque aiutarci in questo compito, straniero, dice con disprezzo
Arjuna
Alonzo guarda il primo mago e nota come la stessa principessa Cassandra ascolta
senza fiatare la discussione: un buon segno, che il suo animo sia inquieto.. ma
Fabiuzzz.. i suoi poteri, la sua misteriosa apparizione, sono tutti
interrogativi che meritano una risposta, chiara, prima o poi.
- Dove posso andare ferito così? E poi gli spiriti mi seguono, e sarei un
pericolo per voi stessi!
- Sei dunque un pericolo per noi, straniero?
- No, primo mago: loro se ne sono andati da me, forse spaventati dalla forza
della stessa vostra principessa!
7.
Cassandra, tirata in causa più volte, ascolta con attenzione tutti i punti di
vista della discussione, finché non si sente in obbligo di dire la sua. Per la
prima volta in vita sua, quando si alza dal trono, le gambe non le tremano più
ed il nodo in gola è scomparso. Sente lo sguardo di tutti maghi su di se, e
sente che tutti l’ascoltano, compreso Keeper:
- Per evitare una nuova guerra con gli spiriti, io andrò con un mago per
sigillare questo varco, affinché il mio regno e la sua gente possano vivere in
pace: questo è il mio dovere!
Le parole di Cassandra risuonano nella sala come un tuono, e Fabiuzzz,
sorridente, sa che oramai il concilio ha deciso per l’azione: nota la strana
faccia che ha Alonzo, pensieroso, ma sa che non può fare nulla.. oramai tutti
sono in suo potere, TUTTI!
- Io andrò con la principessa, ovviamente, annuncia Keeper.
- Ecco la spinta finale, pensa Fabiuzzz
L’affermazione di Keeper lascia un gelido silenzio in tutta la sala del
concilio, e solo Arjuna parla, dopo alcuni minuti
- Se Keeper è con la principessa non è in pericolo.. il concilio approfondirà
ovviamente la questione e inizierà un’indagine magica per trovare questo varco e
per verificare le parole dello straniero.
La sentenza di Arjuna, preoccupa Alonzo che già progetta di seguire Keeper e
Cassandra nel loro viaggio, non prima però di aver distrutto Fabiuzzz, il prima
possibile, si ripropone.
Ma il vero vincitore, nelle mille discussioni delle ore successive, è Fabiuzzz,
lo “straniero”, che rimane impassibile, li in piedi, ferito e sanguinante, senza
battere ciglio.
- Tutto va come lui aveva previsto.. loro non ci fermeranno..
Mentre Fabiuzzz continua a gioire per la sua vittoria, qualcuno sta già pensando
come distruggerlo: Alonzo lo ha osservato fin da quando è comparso durante la
vesta, e non lo ha mai perso di vista.
Fabiuzzz appare come un normale essere umano, ma il suo modo di parlare e la sua
mostruosa ferita, tradiscono la sua vera natura: uno spirito. Alonzo era già
giunto a questa conclusione da tempo, ma cosa poteva fare contro uno spirito?
- La spada.. pensa dentro di se Alonzo, mentre guarda Keeper e la spada che ha
con sé
La spada dorata di Keeper potrebbe ucciderlo, unita alla sua magia.. ma come
convincere il reggente delle sue parole? No, Alonzo sa che Keeper mai e poi mai
crederebbe a quello che lui dice, e poi.. non molto tempo prima aveva detto che
gli era debitore della vita?
Alonzo sente che qualcosa non quadra.. se Fabiuzzz è uno spirito, perché non ha
semplicemente distrutto tutti i presenti alla festa? Sarebbe bastato poco per
distruggere tutti i centri di poteri del regno, e con essi, il regno stesso. A
che cosa mira realmente?
- Ma come ragiona, questo spirito?, pensa rabbiosamente dentro di se Alonzo,
mentre guarda Arjuna, il primo mago.. solo uno sciocco.. possibile affidargli un
intero regno per tutta la durata del viaggio?
Ad Alonzo, come del resto a Keeper, i pensieri del primo mago sono limpidi: con
loro due lontani, il regno sarebbe stato suo: ma che cosa ne sarebbe rimasto al
loro ritorno?
Una bella decisione per entrambi.. con la principessa Cassandra in mezzo, decisa
più che mai a non sottomettersi al giudizio di nessuno e seguire uno straniero
portatore di notizie di sventura…
8.
La notte venne molto presto, dal punto di vista di Keeper.
Dopo circa cinque ore, aveva abbandonato la salda del concilio, stufo delle
mille chiacchiere dei maghi e della loro capacità di rendere complicata ogni
cosa.
Ma qualcos’altro lo turbava.
Qualcosa si agita nel fondo della sua anima, un richiamo lontano che sente
arrivare a se distorto da mille echi, come se invisibili barriere si
frapponessero tra di lui e la sorgente..
- La sorgente…, pensa tra di se Keeper, mentre osserva la città sotto di se.
Il pensiero ritorna a quel giorno lontano, al giorno in cui aveva inflitto una
pesante sconfitta al principe Vegeta: la ricorda come fosse ieri. La sua spada
era alzata sopra di se, mentre sferzava l’aria, cercando di capire lo stile
dell’illustre avversario, e tenendo nel contempo d’occhio le guardie di scorta
al re. Se Vegeta veniva ferito, lui era un uomo morto, Keeper ne era sicuro.
Lo scontro continuava: Keeper si era distratto, e Vegeta ne aveva approfittato
per colpirlo ad un braccio.. una lieve ferita, nulla di più, ma abbastanza per
considerare di più il suo avversario.
Considerare maggiormente il suo avversario?
- Perché penso a queste cose? E’ passato così tanto tempo…, sussurra Keeper tra
se e se.
Un gelido vento si alza, e così in alto, nella torre del concilio dei maghi,
Keeper decide di tornare dentro, pensando ancora una volta che si sente stanco
nel profondo, insicuro se riuscirà ancora una volta a compiere a pieno i suoi
doveri.
- Ho sacrificato la mia libertà per donarla agli altri, ma ho fallito.., pensa
amaramente nel profondo Keeper.
- Ho fallito lasciando che quel poco di buono che aveva creato Vegeta finisse
nelle mani dei maghi, che l’hanno distorto e trasformato in un incubo per tutti
i sudditi…
9.
- La scelta è fatta, annuncia il primo mago Arjuna, mentre il sommesso parlare
degli altri maghi si smorza.
Le luci della sala tremolano leggermente, lanciando ombre inquietanti sui due
spiriti distruttori. Demogorgon e Violante, che impassibili, osservano la scena,
intrappolati per sempre dalla magia del concilio e dei suoi maghi.
La stanza improvvisamente diventa silenziosa, mentre i passi pensanti di Keeper
risuonano nella stanza, finché non si porta alla destra della principessa
Cassandra che, a differenza di molti presenti, è ancora attenta ed esorta il
primo mago a continuare.
- La principessa Cassandra, scortata dal reggente Keeper e dal mago Alonzo,
partiranno alla volta di questa isola, ad oriente. Lo straniero, Fabiuzzz,
resterà a Doughermoulth, mentre il druido cercherà un modo per curare la sua
ferita. Al gruppo sarà affiancata un’unità di cento soldati scelti, guidati dal
comandante Drokur, che sarà richiamato il prima possibile dal nord del regno.
Arjuna si crogiola nel potere che ha guadagnato in un solo giorno, e rivolge uno
sguardo beffardo verso Alonzo, ma incontra un muro di ghiaccio.
- Peggio per lui, pensa Arjuna.. peggio per lui…mi implorerà un giorno!
Cassandra si alza dal trono, guarda diritto negli occhi Keeper e annuncia:
- Partiremo appena questo comandante sarà pronto con i suoi uomini, ma, voglio
che una condizione sia rispettata fino al nostro ritorno.
Tutti i maghi, compreso Alonzo, si fanno attenti e anche Fabiuzzz, cercando di
dissimulare il suo interesse, ascolta con attenzione le parole della
principessa.
Cassandra sente il peso del potere, ma anche la grande soddisfazione che prova
mentre tutti la guardano e aspettano la sua decisione.. anche lo straniero, la
guarda e sembra come sussurrarle qualcosa
- Non lo dirai, dice senza emettere nessun rumore Fabiuzzz
Cassandra sente quel nodo ancora una volta, che le stringe la mente e fa muovere
le sue labbra da sole.. l’orrore che prova è mascherato dal suo solito volto, ma
sente che non sono quelle le sue vere parole!
- Voglio che catturiate e uccidiate tutti quelli che hanno partecipato al
complotto per assassinare il reggete, sono stata chiara?
Keeper è scosso come se una mazza gli fosse calata sul capo: la sua piccola
bambina…la sua principessa.. la figlia di Vegeta… un altro fallimento?
Alonzo per la prima volta in vita sua non riesce a trattenersi dal dire:
- Principessa, ma le esecuzioni sono state proibite da suo padre, per limitare
lo scontento popolare, devono essere quindi introdotte nuovamente? Reggete
Keeper, che cosa ne pensi?
Keeper non risponde, è ancora perso nella figura di Cassandra, quella bambina,
quella ragazza, quella donna davanti a lui, per colpa sua trasformata in un
mostro!
- Il reggete sarà d’accordo con la principessa, immagino, si affretta a dire
Arjuna, soddisfatto di un nuovo potente potere che gli viene dato senza essere
stato chiesto…
Fabiuzzz sorride: il malvagio, lungo sorriso, che mostra i suoi denti,
luccicanti nell’oscurità che lo avvolge per alcuni istanti, durante i quali
pronuncia le parole che Cassandra dice per lui..
- Questa è la volontà della principessa, e così verrà fatto: mi fido del
concilio, ora prepariamo il viaggio!
Passano alcuni minuti, durante i quali il concilio discute questioni di
importanza minore, durante i quali Keeper rimane lì, fermo, ad osservare la sua
principessa trasformata in un mostro per colpa sua!
Quando infine tutti se ne sono andati, Cassandra rimane da sola nella sua
stanza, e mentre piange, stringendo a se Salkaner, sussurra:
- Io non volevo tutto questo!! Perché sta succedendo?
Poi improvvisamente, tutto è chiaro: Fabiuzzz… lui!
Ma nessuna parola può spiegare alle altre persone questa verità, nascosta dietro
quel sorriso di ghiaccio e delle parole neppure pronunciate.
10.
Le quattro navi scompaiono all’orizzonte, mentre su Doughermoulth cala la notte.
Tre settimane sono passate dall’arrivo dello straniero di nome Fabiuzzz nella
capitale del regno, e dall’inutile tentativo di assassinare il reggente Keeper,
e Gabryk, Badrel e Ar sono su una delle banchine del molo.
- Così è andata dove non la potrò mai raggiungere, osserva triste Badrel.
Ar e Gabryk si guardano, pensando furiosamente su cosa dire. Entrambi sanno che
cosa prova Badrel per la principessa Cassandra, e lui sa che cosa pensano loro
due della figlia del despota Vegeta.
- Nulla di quello che possiamo dire può fare nulla, oramai, dice serio Gabryk.
Ar rimane sorpreso dalla sue parole: due settimane nascosti, a mangiare come dei
cani, per poi fingere ancora di lavorare come marinari al porto, nascosti quando
serve dal telo magico.
- E non possiamo fare nulla per cambiare l’ingiustizia di questo regno, osserva
triste dentro di se Ar, ripensando a quella notte di molti anni prima. Gli
incubi la notte sono ancora lì: la guerra, gli spiriti.. Ar cerca disperatamente
un perché a tutto quello che era successo, ma sa che nessuno può dare una
risposta.
Decide di scacciare questi pensieri orribili, e torna a sorridere: i suoi due
compagni lo guardano sorpresi, mentre dice
- Beh, che è sta faccia così seria Gabryk? Torneranno, ne sono sicuro, e noi
avremo un’altra occasione..
Badrel sa che cosa intende Ar: uccidere Cassandra.. eppure lui sa che lei è
diversa da come la descrivono e gli sembra impossibile che lei stessa abbia
promulgato nuovamente la pena capitale. Quella dolce ragazza che ha incontrato
quella notte? La sua Cassandra? Impossibile!
Gabryk capisce quello che vuole dire Ar, e dice:
- Badrel, non ti preoccupare, non è Cassandra che vogliamo: sicuramente è colpa
di Keeper e del concilio dei maghi, quei maledetti, se il nostro regno sta ogni
giorno peggio!
Ar, annuisce, mentre lancia una pacca sulla spalla di Badrel, il quale per un
soffio non finisce nell’acqua del porto:
- Ma sei scemo Ar?, urla improvvisamente rinsavito Badrel.
- Senti chi parla.. vieni va, andiamo alla locanda del Grifone rosso e spera che
la loro birra riesca a farti dimenticare!
Badrel sorride, mentre i pensieri cupi gli scivolano via, come l’acqua del mare:
due amici così diversi da lui, ma così simili a lui, dove li avrebbe trovati
ancora una volta, un semplice falegname come lui?
- Già, come posso io, un semplice falegname, pensare a Cassandra, la
principessa?
Atto V: L’onda
1.
I giorni di navigazione procedono tranquilli, mentre Keeper controlla
mentalmente tutto quello che ha con se.
- La principessa Cassandra, Alonzo (un mago di discreto potere, dopotutto),
Drokur ed i suoi uomini, duri combattenti provenienti dal fronte nord, pronti a
tutto, quattro navi con relativo equipaggio, viveri per quattro mesi di viaggio,
e Disabled, il cartografo, navigatore e guida, espero dell’oceano orientale
Tutto sembra a Keeper in ordine: gli uomini pronti, avvertiti della pericolosità
della missione, ma anche della sua estrema importanza.. ma perché allora si
continua ad agitare nella sua amaca, sotto la coperta della nave?
Cassandra riposa vicino a lui, stringendo a se Salkaner, il bambolotto che ha
deciso di portare con se:
- In fondo è ancora una bambina, pensa Keeper.
Questo pensiero però dura solo un attimo, durante il quale Keeper la guarda, e
realizza l’ordine che lei stessa ha promulgato: la pena capitale.
Keeper sa che lei non ha mai visto una battaglia, se non nei suoi racconti,
adeguatamente privati della violenza, della cruda verità della morte come
compagna sempre presente. Keeper si chiede come sia possibile spiegare ad una
ragazzina tutto questo, mentre si avvia sul ponte della nave.
- Le stelle sono punti immobili nel cielo, questa notte, non crede, reggente?,
osserva un uomo, mentre scruta l’orizzonte con un cannocchiale.
Keeper osserva con attenzione l’uomo: basso, magro, con due occhi vividi, ma il
braccio sinistro bloccato da una tremenda ferita che gli ha reciso i tendini.
- Oh, non si preoccupi per il mio braccio, reggente.. mi sono abituato.. e poi
per disegnare le carte navali non mi basta una sola mano, e in fondo, il mio
cervello non è sempre funzionante?, osserva allegro Disabled.
Keeper sorride, contagiato dalla sua speranza nel futuro: qualcosa che gli è
mancato, negli ultimi periodi. Effettivamente cosa c’è che non va? La brezza è
perfetta, sposta la nave senza fatica alcuna, al punto che la maggior parte dei
marinai riposano, assicurando la gestione della nave a Disabled, e alla sua
grande esperienza.
- Non vedo un motivo per sorride, reggente. Siamo in costante pericolo, non se
lo ricordi.
La voce di Alonzo spezza la brezza, distrugge il sorriso del navigatore e del
reggente, e fa stringere per l’ennesima volta la mano di Keeper attorno alla sua
spada.
- Già, mi ero dimenticato per un istante che lui è qui con me: “tieni i nemici
vicini, ma gli amici ancora più vicini”, pensa amaramente Keeper.
2.
Alonzo fluttua leggermente, gambe incrociate, all’altezza degli occhi di Keeper,
seguendo la nave alla sua velocità. Il mare sfreccia sotto di lui, mentre la
scia di un delfino si allontana a nord rispetto alla direzione della loro nave.
La voce lo sostiene nel suo viaggio, e gli permette di controllare la rotta di
quel Disabled, di cui Alonzo non si fida assolutamente.
- Che bisogno ha il concilio di affidarsi ad un mercenario?
La domanda di Alonzo al concilio gli risuona ancora nella mente, come del resto
la risposta secca del primo mago:
- Questo è il volere del concilio: cerchiamo solo di aumentare tutte le
probabilità di riuscita del viaggio!
Alonzo con una semplice parola torna sopra la nave, e si lascia atterrare
dolcemente a terra, giusto per impressionare quel cartografo senza un braccio.
Disabled è effettivamente impressionato dalla potenza della magia di Alonzo, ma
dentro di se esulta: il suo signore aveva previsto anche questo! Se solo
bastasse una sola parola al mago del concilio per rimettere in sesto il suo
braccio!
- Hai finito con i tuoi trucchetti, Alonzo? Com’è la situazione al palazzo? Il
messaggero è giunto, chiede tagliente Keeper.
Lo sguardo Alonzo si fa carico d’odio, ma si trattiene, mentre mostra il piccolo
cilindro mandato dal concilio fino a lui, grazie alla magia che controlla gli
animali del mare.
- Si, reggente, tieni questo rapporto, pronuncia Alonzo con un misto di
reverenza e rispetto per il titolo del suo avversario e di scherno nel contempo.
Keeper non accetta la sfida del mago, osserva attentamente il rapporto.
Due guarnigioni spostate nella capitale a protezione del palazzo, e la cattura
di dieci sospettati nel coinvolgimento nel tentato attentato alla sua persona.
- Se solo potessi provare che loro muovono le fila dei miei assassini.. osserva
Keeper dentro di sé.
Disabled si allontana con una scusa, mentre controlla ancora una volta la rotta
che il suo signore gli ha predetto: tutto procedeva come previsto, fin nei
minimi dettagli! Il delfino, il mago volante, la spada dorata del reggente, la
principessa…
La mente del navigatore vaga fino alla principessa, così bella, giovane, pura:
pensieri cupi e senza fondo si insinuano nella sua mente, mentre cammina
sottocoperta, come guidato da una mano invisibile…
3.
Dapprima il suo è un avanzare lento, costante, guidato da un movimento eterno ed
immutabile che regola tutto l’universo, ma ben presto questo ritmo si spezza.
Le voci dei due nemici, Keeper ed Alonzo, si allontanano, prima dal suo udito e
poi dalla sua coscienza: Disabled sa che tutto è previsto, ma non quello che sta
per fare.
Il suo braccio, spento e inutilizzabile, si muove nella prigione di cuoio che lo
tiene fermo al resto del corpo, evitando che sia d’impaccio ad ogni sua azione.
- Il mio braccio, sussurra Disabled, mentre la sua diviene una corsa verso la
stanza della principessa Cassandra, verso quella ragazza che deve diventare una
donna!
Un ultimo angolo nel dedalo di corridoi della nave, e Disabled si trova davanti
al corridoio che porta alla camera della principessa, della così bella
principessa..
- Lei è una serva del mio signore, SI! Lei mi capirà!, esulta dentro di se
Disabled
Poi, il mondo stesso si capovolge, mentre Disabled sbatte contro un muro che non
aveva previsto, ma che lui sa, il suo signore sapeva che si sarebbe trovato lì.
- Attento a dove vai, navigatore!
La voce imperiosa di Drokur sveglia Disabled dal suo delirio momentaneo e lo
riporta alla realtà dei fatti: il comandante dei cento uomini!
- Certo, comandante, mi scusi, annuisce in tono servile il navigatore.
- Ah, non ti preoccupare, ma dimmi, non dovresti occuparti della nostra rotta?,
osserva attento Drokur.
Disabled improvvisamente cade nel caos più completo: come spiegare la sua
presenza lì in quel momento? Questo non era stato previsto dal suo signore e
quindi lui cosa doveva fare o dire?
- Stai bene?, lo incalza Drokur.
L’interlocutore del comandate capisce che quello che ha davanti non è un armadio
tutto muscoli e senza cervello: ha capito tutto.. il suo sguardo, indagatore, lo
apre a metà, lo scuote nell’anima, gli squarcia il petto.
Disabled vede la mano di Drokur che istintivamente si muove sulla sua ascia,
sempre pronta sulla schiena, e le sue gambe si flettono, pronte a colpire.
Drokur, dal canto suo, sente che c’è qualcosa che non va.
Sceso sottocoperta solamente per incontrare il reggete, e parlargli dello strano
comportamento del navigatore, ora tutti i suoi sospetti sono fondati.
- Che cosa vuoi da noi, mostro!, urla imperioso Drokur, mentre sfodera la sua
ascia.
Disabled inciampa mentre cerca di indietreggiare, cercando di capire il suo
futuro più vicino: ma è tutto inutile: l’ascia del comandante scende su di lui
come un fulmine.
- Solo il mio signore mi può aiutare.. Zod, immortale Zod, aiutami, urla
disperato Disabled.
L’aiuto dell’immortale, o forse di qualcun altro, non tarda a venire.
4.
La discussione continua accesa per alcuni minuti tra Keeper ed Alonzo. La
questione è semplice: da una parte Keeper contrario ad ogni esecuzione e
dall’altra Alonzo intrappolato nei suoi doveri verso il concilio, verso lo
stesso reggente, e verso le sue ambizioni.
- Noi dobbiamo rispettare la decisione presa a suo tempo, non lo capisci Keeper?
Che cosa succederebbe se noi cambiassimo idea continuamente?
Alonzo perde le staffe, per un istante, dimenticando etichetta, rispetto e tutto
quello per cui è famoso. La maschera gli cade dal volto, ma Keeper, troppo
occupato a tener testa a quel confronto verbale (sempre stringendo la spada
dorata ed essendo così sicuro che nessuna magia lo potesse influenzare), non se
ne accorge e ripete il suo punto di vista:
- Alonzo, stammi a sentire. Il concilio, anzi per primo Arjuna, hanno una nuova
arma contro il popolo.. non hanno forse sofferto abbastanza? Cosa volete voi
maghi ancora? Avete la vostra magia, avete il controllo sul regno, volete che
tutti vi seguano come delle pecore? E siete pronti a macellare chi non vi segue!
Ma dove li conducete?
- Ma cosa dici? Non capisci che qualcuno deve mantenere l’ordine? Tu sei il
reggente e non capisci questo? Come può Vegeta averti affidato una così alta
carica?
- Dai, non fingere come! Me l’ha affidata perché potessi fare qualcosa contro di
voi, cosa credi, che questa spada sia servita solo contro gli spiriti?
- Certo, ma ..
- Alonzo, guardami! Credi che io voglia tutto questo potere? Che cosa me ne
faccio? Solo sofferenza agli altri, e male a me stesso, ecco cosa porta!
Alonzo osserva attentamente Keeper, il suo sguardo, la sua espressione, e lo
reputa sincero
- Ma cosa dici? Senza qualcuno come me e te, che cosa ne sarebbe del regno? Il
caos, ecco che cosa succederebbe! Loro hanno tentato d’ucciderti: non dobbiamo
fare qualcosa? Chi proveranno ad uccidere la prossima volta? La stessa
Cassandra?
Keeper perde completamente le staffe, e sfoderando la spada e puntandola alla
gola del mago, gli urla in faccia tutto quello che pensa di lui e di quelli come
lui:
- CHE COSA AVETE FATTO VOI PER PROTEGGERE ME E VEGETA?? Non ti basta una parola
per alzare uno scudo contro una normale arma?
Alonzo rimane in silenzio, guardando in silenzio la spada dorata, che il suo
maestro, Master Souze, ha contribuito a creare, immune alle sue parole, e quindi
mortale per ogni mago.
- O forse non puoi difenderti da questa arma?? E’ per questo che avete permesso
a quegli assassini di entrare alla festa, e ancora prima che Vegeta fosse
ucciso!! LUI ERA UN MIO AMICO! LO CAPISCI? PRIMA D’ESSERE IL MIO RE, ERA UN
AMICO!
Keeper abbassa la spada, lo sguardo, ricomincia a respirare, e dice, quasi
sottovoce:
- Ma che ne sai tu dell’amicizia?
Alonzo, colpito a fondo da quelle parole che lo feriscono peggio di quello che
potrebbe fare la spada dorata, apre la bocca, per accorgersi troppo tardi di
quello che sta per succedere..
5.
La gradinata è ancora allo stesso posto.
Cassandra la scende, guarda gli invitati, tutti pronti per la sua festa: Lilith
è in mezzo a loro, come del resto Keeper, che la aspetta in fondo alle scale.
Nessun attentatore, nessun profeta di sventura come Fabiuzzz: solo un’altra
noiosissima festa, in cui deve sorridere, guardare, mangiare qualche piatto del
cuoco Vastatio, mostrando d’essere degna del suo titolo.
- Certo, duca, sono d’accordo con lei / sorriso
- ma veramente? Interessante! / sorriso, inchino
- Lei trova? Forse ha ragione / sorriso
- Reggente, conosce il duca Rhiamon Terence? Davvero una persona squisita /
sorriso
Sorriso.
Sorriso.
Sorriso.
Sorriso.
Sorriso.
Sorriso.
Sorriso.
Salkaner che la guarda, con il suo viso buffo che le mette allegria.
Cassandra si ripiega su se stessa, e sente come un gelo che proviene dal regal
bambolotto, da quel piccolo pezzo di pezza, pregiato, certo, lavorato, ma senza
vita.
Improvvisamente Salkaner, come tutti gli altri, è inquietante e invitante allo
stesso tempo.
La sua voce è fredda, secca, inumana, come se un mostro si fosse impossessata di
lei.
- Voglio che catturiate e uccidiate tutti quelli che hanno partecipato al
complotto per assassinare il reggete, sono stata chiara?
- Ma quella non sono io!, urla disperata Cassandra mentre sente le sue stesse
orribili parole.
Guarda verso Fabiuzzz, e vede che sta pronunciando le stesse parole che il suo
corpo è obbligato a pronunciare.
Traditore.
Cassandra sta tutto, ma non può dire nulla, vincolata com’è da qualcosa
d’invisibile che le schiaccia la mente e la verità dentro di se.
La mente non può che tornare su quel giovane ragazzo, un falegname, Badrel.
Muscoli forti, forgiati da un lavoro vero e non dall’uccidere persone senza
gloria: parole dolci, vere, prima che scopra chi è lei, qual è la sua carica.
Cassandra sa anche questo.
Salkaner continua a sorridere.
Cassandra sorride ancora una volta, mentre tutti questi brutti pensieri le
scivolano via dalla mente, mentre sente come qualcosa su di se.
Si sveglia di soprassalto, come travolta da una forza invisibile.
Salkaner è nelle sue mani, mentre tutto travolge, e sente l’urlo disperato di
Drokur che sfonda la porta e si getta verso di lei, nella speranza di salvarle
la vita.
Cassandra, l’unica speranza di Doughermoulth.
6.
La gigantesca muraglia d’acqua si abbatte sulle navi come un onda enorme.
Chi si trova sul ponte, come Keeper e Alonzo, viene scaraventato in mare in un
attimo, prima che qualsiasi cosa si possa realizzare.
Le navi si capovolgono, vengono schiacciate le une contro le altre, mentre molte
vite vengono perse: gli alberi della navi si spezzano, e tutto il carico di
materiale e di vite umane viene inghiottito dal mare, che con una sola piccola
onda, rispetto alla grandiosità dell’oceano, ha distrutto senza accorgersene
tutto quello che l’uomo ha costruito con grande fatica.
Il mare dopo alcuni minuti è nuovamente calmo.
Come l’onda è apparsa, così è scomparsa: le navi cominciano a scendere negli
abissi, la dove la luce non esiste più e solo l’oscurità ha il sopravvento.
Oscurità in una distesa infinita di acqua.
Drokur è il primo ad aprirsi una strada in quel deserto d’acqua: potenti
bracciate, stringendo a se la principessa Cassandra. Il polmoni cominciano a
bruciare mentre i suoi pensieri, ed i suoi occhi vanno verso il basso, verso i
suoi uomini intrappolati e probabilmente già morti nella nave che scompare
nell’oscurità della notte.
Drokur, stringe i denti, lasciandosi scappare una bolla d’aria, mentre si
concentra verso la luce in alto sopra di se: per quanto può resistere la
principessa senza respirare?
Quattro bracciate ancora.
Quanto posso resistere io senza respirare?
Tre bracciate ancora.
Che cosa è successo? Da dove arriva quell’onda gigantesca che ho visto dall’oblò
della nave?
Due bracciate ancora.
Voleva veramente fare del male il navigatore alla principessa? Sarebbe bastato
spaventarlo per farlo parlare?
Una bracciata ancora.
Il reggente.. che cosa ne sarà stato di lui? Ed il mago.. se almeno il mago si
fosse salvato..
Luce.
Drokur sputa l’acqua che gli era entrata in bocca, maledicendo tutto il sale del
mare, e benedicendo i tempi in cui aveva una distesa di neve attorno a se, dei
nemici che si potevano vedere, e la sua ascia sulla schiena.
Già, la sua ascia, persa in mare come tutto il resto.
- Principessa!, l’urlo disperato di Drokur spezza la tranquillità dei suoi
stessi pensieri.
Drokur cerca di portare il più possibile la sua testa sopra l’acqua, ma la
principessa non mostra segni di nessuna respirazione: tutti i suoi muscoli sono
contratti, e nella mano destra stringe il suo pupazzo, sorridente come sempre,
che guarda divertito l’intera situazione.
- Curioso, pensa Drokur.
7.
Drokur con un ultimo sforzo riesce ad avvicinarsi a delle assi delle navi ormai
affondate e a mettere la principessa Cassandra su di esse, sperando che possa
servire a qualcosa, mentre si guarda attorno.
Il mare completamente calmo, come se nulla fosse successo. Le ultima parole di
Disabled prima che lui vedesse la gigantesca onda ora sono impresse nella sua
mente di soldato:
- Solo il mio signore mi può aiutare.. Zod, immortale Zod, aiutami!
- Un urlo disperato certo.. ma chi è questo Zod?, si chiede Drokur.
Dopo alcuni istanti però si obbliga ad accantonare questi pensieri, cercando
invece di pensare alla principessa, al fatto che non respira da troppo tempo!
Drokur, disperato, lascia che il suo urlo di rabbia spezzi la tranquillità di
quel luogo di morte.. tranquillità che viene nuovamente turbata da delle parole
rassicuranti, che Drokur non sente subito.
- Non preoccuparti, dicono.
- COSA?, urla Drokur.
La figura galleggia ad un metro sopra l’acqua, tanto in alto che Drokur fa
fatica a vederla: un volto maschile, nascosto dentro una veste.. ma non normale
la veste, come trasparente, non presente in questo mondo.
L’orrore negli occhi di Drokur è pari solo al suo stupore.
Uno spirito.
Tutti quelli come lui, la guerra, la necessità di difendersi da essi e dalla
loro invasione.
La sua ascia impugnata per la prima volta contro chi credeva un amico.. poi
sempre più avanti, con l’ascia sempre più sporca di sangue, .. ma tutto iniziato
per colpa loro.
I pensieri di Drokur saltano alla sua ascia, oramai in fondo al mare.
Uno spirito.
Cosa può un uomo disarmato contro uno spirito?
- Non preoccuparti, la principessa sta bene, dice di nuovo lo spirito.
Drokur si fa forza, e ribatte, sussurrando:
- Come fai a dirlo?
- Respira ora, non vedi?, dice sorridendo lo spirito.
Drokur lancia uno sguardo interrogativo allo spirito e poi verso Cassandra e
vede il suo petto che si alza e si abbassa seguendo il ritmo antico come il
mondo stesso.
- E’ stata fortunata, ad avere con se una persona come te, Drokur.
- Chi sei, spirito? Che cosa vuoi da noi?, ribatte il comandante.
- Il mio nome è Lark, ma so che non ti dirà nulla, Drokur, almeno, per ora non
ti dice nulla.
- Ma come fai a sapere il mio…
- Basta con le domande: lui ci vede, dice Lark pensieroso.
- Cosa stai dicendo? Ti vuoi spiegare o devo..
- Devi cosa? L’onda sta tornando non la senti? No che non puoi.. tieni stretta
Cassandra, ci porterà verso l’isola, la vostra meta, spiega impaziente Lark
Drokur tace, stringendo a se il pezzo di legno su cui è appoggiata la
principessa e chiedendo ancora una volta uno sforzo enorme a se stesso e al suo
corpo.
Fiducia.
L’onda puntuale ritorna.
8.
E’ qualcosa di mostruoso vedere un’enorme muraglia di acqua avanzare, prima
piccola all’orizzonte, poi sempre più grande: più grande dello stesso castello
della capitale, più grande di una nave, più grande di ogni cosa costruita
dell’uomo.
Mostruosa e affascinante allo stesso tempo.
Drokur stringe a se Cassandra.
Cassandra stringe ancora di più Salkaner a se.
L’onda arriva, alza tutto attorno a loro, mentre anche lo stesso spirito ne
viene travolto.
Lark sente l’acqua, ma non ne è influenzato: segue alla velocità dell’onda
Drokur e la principessa, pensando alla difficile decisione che lei deve
prendere.. capire dove sta il pericolo e combatterlo.
Il cataclisma continua e li trasporta su una rigogliosa isola, un piccolo
atollo, che viene devastato ancora una volta dall’onda. Le scogliere vengono
spezzate, gli alberi distrutti, i resti delle imbarcazioni maciullati, come del
resto i corpi di molti uomini che erano imbarcati sulle navi ed il loro
equipaggiamento.
L’onda ha colpito ancora, precisa come sempre.
Lark sposta con grande fatica Drokur e la principessa, alzandoli sopra la
scogliera, al sicuro dalla prossima onda.
La montagna non è molto lontana da loro, Lark lo sa, ma non ci può fare nulla.
Per colpa di Fabiuzzz, questo sarà il luogo dove Cassandra potrà decidere cosa
fare.
Deposita Drokur dolcemente sotto un albero tropicale e lussureggiante, e dice
agli animali curiosi attorno a lui:
- Sorvegliateli: vado a prendere gli altri prima che la prossima onda li uccida
Gli animali si avvicinano, portano alcune banane, una noce di cocco e scompaiono
alla vista, ma sorvegliano continuamente i due umani, che rimangono
addormentati, schiacciati dalla forza dell’onda.
9.
Mentre Lark sposta le poche informazioni che lo compongono, ripensa alla
tremenda scelta che ha fatto: sacrificare molti per salvare pochi, che potessero
poi un giorno salvare tutti loro.
- Perché sono obbligato a fare questo?, pensa dentro di se Lark
La risposta è dentro di lui.
Lark è sveglio, cosciente, e sa quello che sta succedendo, ma svelarlo
direttamente a chi non è sveglio e pronto a chi gioverebbe?
- A Fabiuzzz e al suo padrone, ovviamente, pensa Lark
Ma se Elwood non lo raggiunge presto, che cosa poteva fare da solo lui, con un
intero mondo contro di lui? Tutti lo odiavano, diffidavano di lui, sicuri che
fosse come Fabiuzzz.. come provare il contrario?
- Con la verità, dice Lark.
Con la verità. Lark pensa alla sua verità, mentre salva all’ultimo momento
Keeper, e la sua spada, ed assieme a loro Alonzo, entrambi svenuti.
La verità che lui, dopo aver creato tutto, voleva ucciderli tutti, ma perché?
Lark torna all’isola con la montagna, il loro punto d’accesso.
- Ci troveranno presto? Finirà che io non potrò difendere Cassandra e gli altri?
Saranno loro a vincere?, le domande di Lark finiscono senza risposta, perché
Lark, come nessun altro, poteva prevedere il futuro.
Vincere. Questa parola risuona vuota di significato a Lark, per lui che era lì,
all’inizio di tutto, o poco dopo. Sempre presente, con la sua idea ad
aggiungersi al suo progetto.
La montagna è ancora lì: in cima, sopra la giungla, una montagna coperta da
prati e da una immensa foresta di conifere. Ovviamente un paradosso, in un luogo
come quello, con un caldo che ben presto asciuga i vestiti dei soli
sopravvissuti al naufragio.
Cassandra, Keeper, Drokur ed Alonzo.
Lark aspetta ancora una volta, che loro si sveglino e decidano che cosa fare.
10.
Alonzo è il primo a svegliarsi.
Non apre gli occhi, sa che c’è qualcosa attorno a lui che non va. Lo sente come
se lo vedesse.. conosce questa sensazione.
Uno spirito.
Non muove un muscolo, concentra tutte le sue forze nelle parole, cercando di
dargli tutto il potere possibile. Alonzo si dimentica dell’onda, delle urla di
Keeper, e si concentra sulle parole del suo maestro, Master Souze.
- Concentrati. Loro sono i nostri nemici, non dimenticarlo. Sono senza pietà,
sono senza cuore. Tu hai un cuore è qui la differenza. La tua paura non esiste.
Le tue parole possono tutto, ricordalo. Concentrati
La sua lezione è ancora lì, stampata a fuoco.
- Maestro, ma cosa sono gli spiriti?, domanda il giovane Alonzo
- Sono la distruzione del regno e di noi stessi, risponde Master Souze.
- Non intendo questo.. cosa sono realmente?
- Giovane mago.. che cosa te ne importa di cosa sono.. non ti basta sapere che
sono i nostri nemici?, risponde il maestro Souze.
- Ma se noi conoscessimo i loro scopi, il loro funzionamento, non potremmo
capirli e anticipare le loro mosse?, osserva Alonzo
Il suo maestro sorride, mentre Alonzo aspetta la sua risposta e riceve ben altro
in cambio: le parole che pronuncia sono complesse, troppo per lui a quei tempi,
ma sufficienti a scaraventarlo contro il muro, facendo tremolare leggermente
l’aria attorno a lui.
- INSOLENTE! Non farti troppe domande! Perdi la concentrazione, non lo capisci?
Loro approfittano di questo! Ti uccidono.. non ti basta come motivazione?, urla
insoddisfatto del suo discepolo Master Souze.
Alonzo apre gli occhi e guarda stupefatto il maestro.
Alonzo ora apre gli occhi e guarda verso lo spirito mentre le sue parole
lanciano una protezione attorno a se e ai suoi compagni, e la distruzione si
scatena.
Il fuoco si alza attorno al cerchio di protezione di Lark, incenerendo tutto
quello che si trova davanti alla protezione distruggendo ogni singola molecola
che compone l’aria. Lark sa che la distruzione del suo incantesimo deve poter
agire su uno spirito, distruggerlo per sempre, e non intrappolarlo come facevano
i deboli incantamenti del suo maestro!
Lark scopre a sue spese tutto l’odio delle persone che vuole salvare, e non può
fare altro che rispondere all’attacco di Alonzo.
- Una tua distrazione, dice Lark tranquillamente.
Alonzo si volta di scatto e scopre a sue spese di aver sprecato la maggior parte
delle sue forze inutilmente: crolla a terra, appoggiando il ginocchio destro sul
terreno, mentre lo spirito avanza verso di lui.
Atto VI: L’orda
1.
L’imperatore Alex delle sciabole d’argento osserva attento la mappa degli
spostamenti del suo immenso esercito, l’orda.
Quattro città cadute in due mesi, a nord del regno di Doughermoulth, e lui
acclamato come salvatore da tutti i cittadini, nessuno escluso.
I cittadini interrogati parlano dell’imperatore Alex come di un salvatore del
regno, oramai un pallido ricordo di quello che era stato un tempo, e controllato
con il terrore dai maghi del concilio
- Che cosa ne pensi, Pkrcel?
Il primo comandate dell’orda, il braccio destro dell’imperatore, o meglio la sua
sciabola destra, osserva attentamente la carta degli spostamenti delle truppe e
assegna ad ogni nome una posizione, una situazione specifica, ricordando ogni
particolare, valutando ogni situazione.
Pkrcel, oltre che per il suo grande valore con la sciabola, è diventato qualcuno
nell’orda anche grazie alla sua grande memoria, che gli ha valso il titolo di
primo comandante.
- Arriveremo ai confini della provincia centrale del regno entro quattro mesi,
Imperatore, osserva prudente Pkrcel.
Alex sa che quattro mesi sono un tempo enorme rispetto alla sua sete di
conquiste, ma sa anche che Pkrcel ha la testa sulle spalle e che se quattro mesi
sono da lui previsti, quattro mesi saranno.
Non un giorno di più.
L’imperatore, grazie alle spie infiltrate nel regno avversario e nel movimento
di resistenza, conosce perfettamente il caos tra i maghi, prima per la scomparsa
del loro primo mago Arjuna e poi per la perdita di ogni comunicazione con
Keeper, il reggete e la principessa Cassandra.
- Tuttavia, signore, c’è qualcos’altro da considerare, osserva Pkrcel, anche se
non interrogato.
L’imperatore alza un sopracciglio e osserva la sua prima sciabola: un uomo dalla
pelle asciutta, fisico essenziale, come del resto tutti i combattenti dell’orda,
e due occhi scuri come tutti i suoi più fedeli collaboratori.
- Spiegati meglio, Pkrcel e prega Ragnarok che quello che mi dirai mi piaccia,
dice con tono grave l’Imperatore Alex.
- Certamente, Imperatore. Ci sono giunte delle voci del ritorno dall’oceano
orientale della principessa e pare che la capitale di Doughermoulth sia già in
fermento per questa notizia.
- COSA? E perché non ne sono stato informato prima, allora prima sciabola?,
sentenzia rabbioso l’imperatore, mentre fa cadere tutto il suo peso, sbattendo
la sua armatura, contro il trono della tenda reale da guerra.
- Imperatore, perdonate la mia impertinenza, ma si tratta solamente di voci: la
provincia centrare del regno è ancora lontana, e forse quei maledetti maghi
cercano così di limitare il nostro slancio contro di loro, dice tranquillo
Pkrcel.
L’imperatore lascia continuare il suo fidato consigliere, mentre dice:
- Tuttavia non è da sottovalutare che tutto questo sia vero: la principessa
Cassandra è un pericolo per tutta l’orda. Sappiamo che cosa pensano di lei i
sudditi che per ora sono dalla nostra parte: la rispettano e credono in lei,
visto che è la figlia di Vegeta, dice finendo Pkrcel.
L’imperatore Alex delle sciabole d’argento assume il suo tono più regale ed
ordina:
- Cercate con ogni mezzo questa principessa Cassandra, e prima che io metta
piede nella provincia centrale, voglio la sua testa su un piatto d’argento, sono
stato chiaro?
- Me ne occuperò personalmente, Imperatore, dice Pkrcel.
2.
Gabryk è il primo a sentire le voci.
Cassandra e Keeper tornati nella capitale.
Gabryk ovviamente corre da Badrel e da Ar, che lavorano su una nave che li
dovrebbe poter portare velocemente lontano da quel luogo ormai in procinto di
finire sotto l’attacco dell’orda.
Mentre le gambe si muovono sicure, Gabryk ripercorre mentalmente tutto quello
che è successo: tre mesi dalla partenza di quelle navi, e nessuna notizia,
almeno fino ad oggi.
Tutto il lavoro di una vita distrutto: tutti gli altri compagni uccisi, ad opera
del concilio.. su stessa legge promulgata dalla principessa.
- Maledetta Cassandra!, urla di rabbia dentro di se Gabryk
Ma le sue urla e tutto il suo dimenare non possono fare nulla per portare in
vita tutti quelli che credevano nella rivoluzione, nel cambiare Doughermoulth,
nel portare nel regno finalmente la giustizia.
Gabryk sente ancora dentro di se le ultime parole della vecchia che era sempre
fuori dalla falegnameria di Badrel, e che ora pende come tanti altri dalla forca
davanti alla statua del drago nero, nella piazza principale.
- Quando cambia un padrone, il popolo sta sempre male, sempre, pensa tristemente
Gabryk tra se e se.
Anche lei morta.
Loro scappati, nascosti grazie al telo magico, ma per quanto ancora? I maghi,
distratti dall’avanzare dell’orda, non si sono forse dimenticati di questi
ultimi due rivoluzionari?
Ironia della sorte, la legge promulgata da Cassandra ha colpito tutti tranne che
loro due, gli unici bersagli veri.
- E’ tutta colpa nostra quello sta succedendo?, pensa amaramente dentro di sé.
Gabryk si chiede ancora una volta se sia ironia della sorte o un piano
premeditato da quel tiranno, il primo mago Arjuna. Certo, ora lui è scomparso,
ma cosa possono fare da soli gli altri maghi senza una guida autorevole se non
continuare a pugnalarsi a vicenda lasciando l’intero regno all’orda?
La porta si spalanca, e le mani di Ar corrono subito ai pugnali che porta alla
cintura, pronti a colpire le guardie reali, che un giorno o l’altro, pensa Ar,
entreranno da quella porta per ucciderli sul posto, senza possibilità di un
processo giusto.
- Sono tornati, parla disperato Gabryk.
Le sue parole sono come un terremoto nella stanza.
Lo scalpello e il martello cadono dalle mani di Badrel, mentre Ar rimane a bocca
aperta.
- Dove sono?, domanda Badrel, una volta ripresosi, Come sta Cassandra? E’ viva?
Se le è successo qualcosa io…
Gabryk alza le spalle e Ar capisce che qualcosa c’è di vero ma non si sa ancora
cosa, e interviene dicendo:
- Sentiamo in città cosa dicono, va bene? E mi raccomando, non dite nulla a
nessuno, capito?
Badrel e Gabryk annuiscono, mentre sfrecciano fuori dalla porta alla ricerca
della principessa e del reggente, sperando di arrivare prima delle guardie
reali.
3.
La piccola nave che Keeper e Cassandra si sono costruiti per scappare da
quell’isola maledetta e da quella montagna, ha appena toccato la banchina del
porto della capitale.
Nessuno sembra notarli.
I passanti hanno sguardi spenti e nell’aria si respira aria di tragedia.
Keeper guarda compassionevole Cassandra, ed il suo sguardo che da quel giorno è
cambiato per sempre: quello che Lark le ha detto è stato troppo per lei, e
Keeper sa che lei in qualche modo è impazzita, sentendo le sue parole.
- Già, ma io cosa ne penso? E se tutto quello che avesse detto Lark fosse vero?,
pensa Keeper cupo.
E’ un giovane che per primo riconosce la spada dorata di Keeper (Keeper pensa a
come Lark li ha salvati dall’onda e abbia recuperato la sua spada…) e urla il
suo nome, suo e di Cassandra.
E’ come se un’altra gigantesca onda si riversasse in quella piazza.
Tutti sembrano impazzire: la voce si sparge in un attimo, e in breve tutti i più
vicini ai due si avventano contro di loro cercando di toccarli e di scoprire se
sono ancora loro, il reggente e la principessa.
Keeper e Cassandra.
Entrambi sono sballottati qua e là, schiacciati da una folla che li sorprende.
- La fenice bianca è tornata per salvare Doughermoulth! Regina Cassandra
Salvaci!
Che cosa è successo durante la loro assenza?
La domanda suona a Cassandra ironica e seria nel contempo.
-Ho capito! Ma certo! Come ho fatto a non capirlo? Voi due non esistete! Io sono
pazza, certo pazza.. che vada in malora il regno, tutti quanti, voi due
compresi… che cosa me ne importa? E se restassi qui ferma in eterno, che cosa
fareste?
Le parole pronunciate talmente tempo prima da sembrare un’eternità, risuonano
nella mente di Cassandra: rimbalzano come un eco lontano, come se adesso in
mezzo ad ogni suo ricordo ci fosse quella maledetta montagna e la verità (o la
falsità?) di Lark.
Cassandra capisce che il suo regno è andato realmente in malora: ricorda le
parole di suo padre, e una lacrima le solca il volto, mentre guarda Salkaner.
Il bambolotto reale è un po’ rovinato, ma le permette ancora di sorridere,
nonostante tutto.
Cassandra capisce che è stata un egoista a dire quelle parole: lei ha un dovere,
governare, per il bene del popolo.. non può permettere che Doughermoulth vada in
malora!
Un popolano le stringe troppo forte una mano, e Cassandra, cercando di liberarsi
gli rifila un manrovescio che gli stampa la sua mano sulla sua guancia. Subito
se ne pente.
- Com’è difficile passare dai buoni propositi ai fatti veri e propri, pensa
amaramente Cassandra, mentre si prepara a scusarsi con il popolano.
- Non è come mi aspettavo il nostro incontro, però è già qualcosa vederti viva,
Cassandra, dice Badrel sorridendo.
Cassandra si butta nelle sue braccia, ansiosa di domandargli e spiegare tutto su
di loro ma non solo, ma lui la zittisce e si fa strada tra la folla dicendo:
- Dopo. Sei in pericolo: andiamo dalla fenice bianca.. lui ci servirà, come te
del resto!
Le fredde parole di Badrel scuotono Cassandra e le fanno ripensare:
- Che cosa è successo durante la mia assenza?
4.
Le guardie mandate per sedare il tumulto al porto arrivano in pochi istanti,
avvertite da un mago che controllava la zona dall’alto, come in ogni angolo
della capitale.
Badrel fa cenno a Keeper di seguirlo, e in breve sono riusciti a lasciarsi la
folla, persa nella sua stessa estasi per la notizia, dietro di se.
- Si può sapere chi sei, ragazzo?, domanda impaziente Keeper mentre continuano a
correre
- A dopo, a dopo.. più parliamo e più si avvicina la nostra morte.., risponde
Badrel.
Keeper non sa che le guardie li stanno inseguendo, ma convinto da uno sguardo
sincero di Cassandra, che stringe la mano allo sconosciuto senza paura, lo
convince definitivamente, ma Keeper, prudente di natura, sguaina comunque la sua
spada dorata, contando ancora una volta su di lei ed il suo istinto.
Ed è il suo istinto che lo convince a non uccidere all’istante di due che gli si
parano davanti, sulla porta di una falegnameria.
Ar e Gabryk, che guardano con odio profondo sia la principessa che il reggente
stesso.
- Voi due! Maledet.., urla Keeper.
Cassandra però è più veloce di lui, si para in mezzo a Keeper e ai compagni di
Badrel, guarda di traverso tutti, e dice, in tono che non ammette risposte:
- Non abbiamo tempo per i nostri battibecchi. Keeper, Badrel ha detto che hanno
bisogno di noi, ebbene, noi sentiremo cosa vogliono farci fare.. non siamo in
pericolo finché hanno bisogno di noi.. vero maestro?
L’ultima parola “maestro” è pronunciata con un tono strano, particolare.
Keeper improvvisamente sente scemare tutta la sua rabbia, dopo aver riconosciuto
i due rivoluzionari che l’avevano quasi ucciso.
Cassandra sorride, lo guarda, guarda i compagni di Badrel, e capisce d’aver
ottenuto l’attenzione di tutti i presenti, apre la bocca per parlare, ma si
accorge subito che le guardie hanno chiuso entrambe le vie d’uscita di quello
stretto vicolo del quartiere del porto.
- Dannazione, sussurra Ar, mentre mette le sue mani sotto le vesti, per prendere
il pugnale.
Keeper però con un gesto perentorio gli impone la calma, guarda i soldati ed
esclama:
- Non mi riconoscete? Io sono la fenice bianca! Abbassate le vostre armi, perché
nulla possono contro di me, neppure la magia può nulla contro di me!
I soldati si guardano stupefatti tra di loro, mentre dall’alto proviene una
parola stizzita di un mago che osservava la scena, e che fluttua dolcemente fino
a terra, per rimproverare le guardie:
- Che cosa fate! Costui non è Keeper, non è la fenice bianca! E’ solamente
l’ennesimo trucco di quei malvagi invasori dell’orda!, dice Pagolo, mentre tocca
terra.
Cassandra guarda l’uomo, ricordando d’averlo già visto da qualche parte, in
passato, e le parole di Gabryk confermano la sua impressione:
- Un mago della casta della runa, un servitore di Arjuna!
Keeper annuisce, mentre avanza verso il mago, ponendosi tra lui e Cassandra:
- Non riconosci forse questa spada?, dice Keeper
- Non so più neppure qual è la mia realtà!, risponde il mago
5.
Ar sussulta a quelle parole.
- Non so più neppure qual è la mia realtà!
Ar sente che c’è qualcosa di sbagliato in queste parole, le sente come se fosse
qualcun altro, in un luogo molto lontano, a pronunciarle.
- Un luogo lontano, sussurra Ar.
Ar si guarda attorno: tutti sono assorbiti dalla scena dello scontro verbale
(per ora) tra il reggente e il mago della casta della runa e non notano il suo
turbamento.
Poi incontra gli occhi di Cassandra, ed Ar sussurra ancora una volta.
Perché Cassandra guarda Ar in quel modo? Non sembra neppure più se stessa.. è
solo un attimo, certo potrebbe essere uno sguardo causato dall’ansia della
situazione, nel controllare chi sta dietro di se, eppure..
- Lei non è più la principessa Cassandra che conoscevamo.. non è lei che ho
visto quel giorno, alla festa. Che cosa le è successo? Dove sono stati tutto
questo tempo?, pensa dentro di se Ar, mentre distoglie lo sguardo, e cerca in
qualsiasi modo di trovarsi una posizione di vantaggio nello scontro imminente.
- Cosa dici mago? Sei dunque impazzito?, domanda Keeper, mentre agita davanti a
se la sua spada dorata.
- Si, pazzia.. la benedizione di questo regno sarebbe se fosse in me!, risponde
Pagolo sprezzante, mentre con le mani comincia a tracciare un disegno attorno a
se, in aria e sulle pietre della via.
- Fermo! Questa è la principessa Cassandra! Non la riconosci!, ordina Keeper,
mentre fa un passo avanti verso il mago.
- No. Nessuno di voi riconosce il nostro nemico? L’orda è alle porte.. è nessuno
fa nulla per fermarla! Che sarà del nostro regno quando il loro malvagio
imperatore giungerà fino a qui?, risponde sprezzante Pagolo.
Cassandra riporta il suo sguardo sul mago, dopo aver osservato per alcuni
istanti il compagno di Badrel, Ar.
- Un luogo lontano.. ma cosa sta dicendo questa guardia?, pensa Cassandra.
- Che cosa è questa orda, mago?, domanda Cassandra, avvicinandosi a Keeper.
Pagolo ferma il suo devastante incantesimo, a mezz’aria. Il mago sa benissimo
che è il punto più pericoloso. Ancora un movimento delle sua mani, e la runa
sarebbe completa, distruggendo l’intera via, e tutti quelli che vi si trovano.
Ma c’è qualcosa in quella domanda “Che cosa è questa orda, mago?” che lo fa
tremare nel profondo: che cosa è l’orda?
Pagolo si sofferma un istante a pensarci. Cosa sappiamo dell’orda? Il loro
malvagio imperatore ci attacca proprio quando il nostro regno è più debole,
conquistando città, e sobillando la popolazione contro il concilio. Ma cosa
vuole l’imperatore?
Pagolo guarda gli occhi di Cassandra, e con un gesto cancella la parte più
pericolosa del suo incantesimo.
E’ solo un’ombra quella che si muove sopra di lui, e gli atterra vicino, e gli
parla ad un orecchio, prima che lui possa vederlo.
- Lascia a me questi impostori
- Kas!, dice Pagolo, mentre si volta verso il nuovo venuto, tremando al
pronunciare il suo solo nome.
6.
- Tutto è sempre dannatamente più complicato, pensa Keeper.
- Ed io che pensavo di tornare a casa, e trovare tutto tranquillo, forse nelle
mani dei maghi ancora di più, ma non così!
Il mago della casta della runa, Pagolo, ha chiamato per nome l’agile figura che
è piombata vicino a lui dall’alto, da un tetto della piccola viuzza nella quale
si trovano: Kas.
Kas.
Kas.
Kas.
Keeper si domanda perché questo nome gli pare al tempo stesso familiare e
distante, e poi ricorda il perché.
- Il distruttore, dice Keeper
Kas, con l’aspetto del suo corpo celato dietro la sua stessa ombra, passa
davanti a Pagolo, sorridendo, e catturando un’altra po’ di luce, il suo cibo,
mentre risponde all’impostore del reggente:
- Così la mia fama raggiunge l’esercito dell’orda? Ne sono onorato…!
- Aspetta Kas, non sono sicuro che siano dell’orda! Sono confuso! Loro …
potrebbero…, dice Pagolo disperato mentre ricomincia a fluttuare in aria, a
gambe incrociate, ad altezza d’uomo.
- Io sono la vera principessa Cassandra! Perché non lo volete capire?
Osservatemi.. nessuno può assomigliare a me... neppure questa “orda” di cui
parlate tanto!, dice Cassandra esasperata.
- Lo so benissimo che sei la vera Cassandra, principessa.. Salkaner è ancora con
te.., osserva deliziato Kas.
Lo stupore tra i presenti è talmente grande, che pochi reagiscono al fulmineo
movimento di Kas, verso la principessa.
Salkaner continua a sorridere, sempre nella sua buffa espressione che dona gioia
a tutti coloro che lo guardano.
Keeper è impietrito, perso nel considerare la situazione del regno, confuso da
tutte le parole dette.
Ar guarda stupefatto Kas scomparire nell’ombra (ma Kas stesso non è un ombra?) e
riapparire ai piedi di Cassandra.
Gabryk stava osservando le guardie, considerando la loro situazione nel vicolo e
non vede Badrel, vicino a lui, partire di scatto verso Cassandra.
Badrel si accorge subito di quello che Kas vuole fare, cioè attaccare Cassandra,
e corre verso di lei, gettandola di lato, per scansarla dall’attacco del mostro
d’ombra di nome Kas, che proviene dalla stessa ombra della principessa.
Le guardie stupefatte osservano la scena, e a Cassandra non resta altro da fare
che lanciare un urlo disperato, mentre Kas consuma completamente, inglobandolo
dentro la sua stessa ombra, l’amato Badrel.
- Come il mio signore aveva previsto, pensa Kas dentro di se.
7.
- Badrel!!! No!!!, urla disperata Cassandra.
Badrel scompare. Ma non in un istante, lentamente la sua sagoma perde colore,
mentre scompare dentro lo stesso Kas, assorbito dalla sua oscurità.
Sente di trovarsi come in un luogo lontano, distante da Cassandra, e poi
improvvisamente tutto diventa buio, attorno a lui, mentre sente dentro di se
delle parole oscure:
- ERI D’IMPEDIMENTO ALLA SUA CRESCITA
Badrel subito rifiuta queste parole mostruose, ma poi le sente diventare parte
di se stesso, mentre osserva Cassandra com’è dentro il suo cuore, e scompare
dentro l’ombra che porta il nome di Kas il distruttore.
All’esterno Cassandra vede il suo amato Badrel diventare sempre più strano, per
poi scomparire.
C’è qualcosa però che vede, cioè che pare stia ascoltando, come se qualcuno gli
stesse parlando. Ma questo non le è di conforto.
No.
Cassandra si alza.
Non vede neppure per un attimo l’ultimo sorriso di Badrel, è completamente
assorbita dal vortice che si trova dentro di lei, nascosto, fermato dal nodo che
sentiva dentro di se creato da Fabiuzzz, ma mai scomparso.
Quel vortice ha spazzato via il sigillo posto da Fabiuzzz, ed è libero di
colpire il suo nemico.
La sua mano si alza ancora una volta contro Kas, scagliando un raggio contro la
sua figura.
Keeper scatta all’istante, prima che Cassandra si possa alzare: alza la spada
sopra di se, pronuncia le parole segrete che attivano il suo potere più grande,
e come il colpo di una fenice bianca spazza via tutto quello che si trova
davanti a se, la spada dorata di Keeper crea un cono bianco, che passa su Kas, e
oltre, distrugge parte del muro del vicolo nel quale si trova.
Ar è il più veloce a muoversi, scatta di lato, prende Gabryk per la veste, e lo
scaraventa a terra, appena in tempo per schivare il colpo partito dalla spada
del reggente.
- Ma cosa sta succedendo?, è l’unica cosa che Gabryk riesce a pensare, mentre
sente Ar che lo trascina lontano, attraverso le guardie sbalordite, oltre quel
vicolo maledetto, mentre vede, con la coda dell’occhio, che Cassandra sembra
diventata una furia, sente calare sopra di se il telo di Ar.
Il cono bianco colpisce Kas, ma non ha nessun effetto: Keeper non si perde
d’animo, e con due sferzate colpisce Kas, ma l’ombra gli sorride.
Un sorriso fatale.
Il raggio di Cassandra, infatti, colpisce Kas in mezzo agli occhi, decapitandolo
all’istante.
Neppure una goccia di sangue sgorga dalla ferita, e neppure una attimo di
sofferenza per Kas.
Solamente lo stupore negli occhi del suo corpo, tornato umano, il corpo di un
vecchio decrepito.
- Tutto qui?, osserva con voce profonda Cassandra, mentre si volta verso gli
altri.
8.
Keeper ha visto con certezza partire il cono di luce dalla sua spada dorata: un
regalo del maghi della casta dei nomi (forse dello stesso Alonzo?), un regalo
usato nei momenti più critici, ma inefficace su Kas.
Un solo dito di Cassandra, puntato contro Kas. (ma a cosa può arrivare
veramente?)
Un solo colpo.
Kas distrutto. (può distruggere tutti noi?)
Kas era un vecchio? Che cosa c’è che non va in questo vecchio?
Keeper non ha tempo per pensare.
Cassandra non è più se stessa, mentre dice:
- L’orda dici mago? E’ l’orda che ti spaventa? Non hai paura del mio potere
invece?
Pagolo è nel caos più assoluto.
Tutto quello che gli è stato insegnato non aveva il benché minimo effetto su Kas
il distruttore, l’ombra evocata da Arjuna per difendere il regno dall’orda.
- Eppure questa ragazza, davanti a me l’ha distrutto con un colpo solo!, urla
disperato Pagolo, mentre le guardie iniziano a realizzare quello che è successo,
scappando lontane da quel vicolo maledetto.
Pagolo sopraffatto dalla sua stessa pazzia, cade a terra, e in pieno tormento,
guarda la principessa e dice:
- Io ho paura, afferma Pagolo sottovoce, quasi a nascondere il suo terrore, il
caos dentro di se.
La reazione di Cassandra è inaspettata per il mago e per Keeper, che osserva la
scena, tenendosi pronto a tutto.
Cassandra ride di cuore e stende una mano verso Pagolo, il quale riluttante,
accetta dopo un istante.
- Mi servirai mago, per difendere questo regno, dice Cassandra voltandosi poi
verso Keeper.
- Keeper! Dobbiamo fidarci di questo mago, sono stata chiara! Fidati di lui!
Quello che vuole è la salvezza del regno, come noi del resto!, dice Cassandra,
continuando a ridere
Lo sguardo di Keeper è eloquente: sgomento totale, la non comprensione fatta
persona. Solo dopo alcuni minuti, quando sono già lontani dal vicolo, diretti al
castello, riesce a dire:
- Cosa ti è successo, bambina mia?
- Non sono più la tua bambina, Keeper.. ora sono la regina di questo regno, dice
Cassandra mentre stende la mano sotto di se, indicando la città e la piazza con
l’enorme drago nero al centro.
- La magia di Pagolo ci è utile, vedi? Volando possiamo arrivare prima al
castello, e distruggere coloro che ci intralciano, .. perché vedi.. ce ne
saranno altri!
Keeper la osserva e capisce che l’ha persa forse per sempre.
Pagolo la osserva e continua a tremare ricordando quello di cui è capace.
Cassandra, la regina di Doughermoulth.
9.
Mentre la runa attiva l’incantesimo di Pagolo e trasporta velocemente lui,
Cassandra e Keeper verso il castello, Ar e Gabryk, sotto il telo che li nasconde
ad ogni individuazione, osservano la scena da lontano.
- Badrel.. che cosa ne sarà stato di lui?, domanda Ar al compagno
Gabryk lo guarda, alza le spalla e guarda lontano, verso ovest, pensando
all’orda che sta arrivando velocemente, conquistando ogni giorno un nuovo
villaggio, una nuova città.. l’intero regno, molto presto.
- Non lo so, Ar.. hai visto di cose è capace Cassandra?
- Ho visto Gabryk.. così anche lei è un mago .. questo è certo.. ma .. non si è
mai sentito parlare in tutta la storia dei maghi di una donna capace di
padroneggiare qualsiasi magia.. figuriamoci un potere così terribile!, osserva
amaro Ar.
Gabryk annuisce, e risponde:
- Non ho sentito neppure io mai parlare di una maga.. forse qualche leggenda ci
potrà aiutare.. ma perché è successo proprio in quel momento?
- Non lo so.. ma hai visto quel mostro d’ombra.. lo ha distrutto con facilità..
perché non ha fatto lo stesso con il mago che ci voleva morti.. come si
chiamava.. Pagolo?, dice Ar
- Eravamo troppo lontani per sentire qualcosa, Ar, ma di certo lo ha obbligato a
seguirla.. per fortuna che si è dimenticata di noi!
I due si guardano, sorridono per un istante, mentre a poche decine di metri da
loro passa un’altra pattuglia di guardie.
Una lieve brezza si alza dal mare, ad oriente, e muove il telo sopra di loro,
mentre si allontanano dal porto, un luogo che oramai non è più sicuro.
- Che cosa faremo ora, Gabryk?, domanda Ar, guardando il suo compagno
- Non lo so, Ar, davvero non lo so.. ora torniamo a casa, a pensarci un po’ su.
10.
Salkaner sorride ancora, mentre guarda Kas scomparire dal regno.
Il colpo di Cassandra lo distrugge, ma lui continua a sorridere, a non
preoccuparsi delle conseguenze di un simile atto.
Kas distrutto.
Ma Salkaner, a differenza di tutti i presenti in quel vicolo vede chiaramente la
fonte del potere del vecchio d’ombra che eseguiva gli ordini del suo signore.
Nascosta sotto la veste di quel vecchio, rannicchiato in un angolo.
Salkaner la vede, ma ovviamente non può dire nulla a Cassandra, perché non
capirebbe.
Presto succederà.
Salkaner, e tutti quelli come lui, potranno parlare, e smettere di sorridere.
Prendere il posto che gli spetta nel regno, questo vuole Salkaner.
Poi la magia di Pagolo lo alza, assieme a la sua principessa, anzi, REGINA
Cassandra, sopra quel vicolo verso il castello.
Salkaner non riesce a vedere di sotto, bloccato come sempre in quella stupida
posizione tra Cassandra e la sua cintura, ma sente le parole di Cassandra
rivolte a Keeper, e sente anche la mano di Cassandra, che di nascosto, non vista
da nessuno, scivola su di lui, lo accarezza, mentre il castello si fa sempre più
vicino.
Se solo sapessero.
Salkaner sa.
Presto loro sapranno.
L’orda si avvicina, Salkaner lo sa, è stato predetto dal suo signore.
Pronta a distruggere tutto, la statua del drago nero, il castello, il regno,
tutto.
Ma è solo un rinnovamento, non una distruzione: l’orda.
Salkaner scava nei suo ricordi, guarda sorridendo dentro di se, verso i giorni
lontani dell’ultima guerra.
Gli spiriti.
Salkaner vorrebbe smettere di sorridere, ma non può.
Gli spiriti cosa sono per Salkaner?
Un fatto non previsto dal suo signore, ma usato comunque a suo vantaggio.
Salkaner continua a sorridere, anche quando pensa al suo signore, Zod
l’immortale.
Atto VII: Tempi perduti
1.
- Tempi perduti, pensa Lark.
Una stanza illuminata lo riporta alla realtà.
La luce lo ferisce, mentre si guarda attorno, realizza che non è la luce del
sole che gli fa male, neppure quella delle lampadine al neon attorno a lui.
No. Quello che ferisce Lark è aver fallito ancora una volta, ed essere stato
costretto a fermare due suoi amici: Drokur e Alonzo.
- Ho perso troppo tempo.. Elwood ! Dannazione! Perché non sei dentro come me, a
darmi una mano nel fermare il suo piano?, urla Lark, sbattendo il visore contro
il muro della stanza nella quale si trova.
Fuori piove.
Mentre Lark piange ancora una volta, anche il cielo gli fa compagnia.
Il caos impazzito si agita come un serpente senza controllo nell’oscurità della
notte.
Il cacciatore si avvicina furtivo, calandosi dal tetto, fino ad un millimetro
dalla finestra, osserva la stanza.
Raiden non apprezza i modi confusi e da pazzo sanguinario di Saan, o
l’incapacità di King Arthur: calma e sangue freddo, questo è il suo credo.
Apre lentamente la finestra, dall’esterno, aiutato da una punta in diamante,
mentre con la mano destra si libera dal suo appiglia sul tetto.
La finestra si apre senza allertare Lark, e Raiden entra nella stanza, senza
fare il minimo rumore, come da programma.
La finestra si chiude dietro di se, e Raiden raccoglie il visore, si siede sul
letto della sua preda, e aspetta che Lark si accorga della sua presenza.
Lark dopo un minuto buono si riprende, alza lo sguardo cercando il visore,
convinto del bisogno d’entrare ancora una volta dentro, per cercare di
convincerla del suo piano, prima che sia troppo tardi, prima che tutti loro
siano perduti.
- Ma dove cavolo è finito…, urla Lark, mentre una bestemmia gli esce di bocca.
- Non devi bestemmiare, Lark.. non è giusto: il tuo visore ce l’ho io, comunque,
dice Raiden tranquillo.
Lark con un balzo si allontana dal portatile e scatta verso la sua pistola, ma
si accorge che non è più al suo posto.
- Mi deludi.. pensavi che ti avrei lasciato questa?, dice Raiden, mentre si
alza, e gli getta la pistola scarica sui piedi
- Cosa vuoi da me?, domanda Lark, colpito dall’atteggiamento dell’intruso
- Chi sei?, lo incalza ancora Lark.
Raiden sorride, e si leva il visore notturno.
Ora ha memorizzato completamente la stanza, ne conosce ogni angolo, anche quelli
nascosti: nessuno può sorprenderlo, lì dentro.
- Quante domande, Lark.
- Come fai a sapere il mio nome?, domanda Lark stizzito, mentre chiude il
portatile e lo stringe a se e raccatta tutte le sue cose nel vecchio zaino che
risale ai tempi della scuola.
- Io so molte cose di te, Daniele, dice Raiden, saggiando attentamente la
reazione dell’uomo.
Lark capisce subito chi è il tizio davanti a lui, osservando il suo
comportamento, i suo movimenti tesi ad annullare ogni rumore, e quello che sa:
- “Daniele”.. solo lui sa che mi chiamavo così, è uno di loro!, pensa Lark
- Vedo che hai capito, Lark.
2.
Molti anni prima, Lark lo aveva conosciuto solamente tramite web, come un
semplice nick, dietro il quale stava nascosto qualcuno.
Gli anni passarono, e Lark, schiacciato dal suo lavoro, non poté più incontrarlo
più virtualmente, se non nei rari raduni del gruppo.
Poi un giorno, Elwood e Snogar lo rintracciarono e lo convinsero che il progetto
che portavano avanti sarebbe stato veramente grandioso: costruire qualcosa di
più che una semplice comunità web.
Un vero e proprio mondo.
Lark non pensò subito alle implicazioni di quelle parole, ed accettò.
Del resto, lui aveva ben poco da fare, se non testare occasionalmente le piccole
porte nascoste dentro i quali quelli come lui potevano entrare: Elwood, Snogar e
lui, avevano delle porte ben specificate, dalle quali entrare.
Dapprima fu un solo regno, ma poi ne vennero molti altri.
Lark lasciò il lavoro, si trasferì nella nuova Venezia, e cominciò seriamente a
connettersi per decine di ore al giorno, ignorando il resto della sua vita.
All’inizio, per Lark, era solo un divertimento, ma ben presto divenne un lavoro
a tempo pieno.
Lasciò la fidanzata, inorridita da quello che stava facendo (Lark non la capiva
a quei tempi), cancellò ogni visita alla sua famiglia, e dimenticò i suoi amici.
Nei regni era lo spirito guida di un intero regno, una figura invisibile che
vagava costantemente in ogni angolo, per risolvere i problemi che si
presentavano.
A volte era solamente una piccola incongruenza, come un palazzo in cui la
gravità era al contrario, altre volte invece i problemi erano molto più grandi,
e con le sue sole forze non riusciva più a seguire tutto.
Molto del suo tempo, ovviamente, lo passava disconnesso, lontano da quel mondo,
e poteva vedere come fosse molto meglio di quello reale.
Alla fine, decise di rimanerci connesso per sempre.
Lark non si accorse di quello che lui aveva deciso di fare, con tutti loro.
Di trasformare tutto.
A Lark arrivavano notizie all’esterno opportunamente filtrate, finché non si
accorse nemmeno che tutti quelli che un tempo amava lo cercavano, e che qualcun
altro, al posto suo, li rassicurava, li faceva sentire tranquilli, agiva al
posto suo.
Questo, non solo per Lark, ma per tutti quelli come lui.
3.
Una volta, Lark stava osservando estasiato il castello.
Una struttura stupenda, certo, ma con lievi difetti nel giardino.
Lark quindi si avvicinava a quella struttura e toccandola, la plasmava, come
facevano i maghi di quel regno con le loro parole, i loro incantesimi, le loro
rune, e tutti gli altri mezzi possibili dati in concessione al concilio.
Nessuno si accorgeva del cambiamento della configurazione, per non creare caos
nel mondo.
Così Lark agiva all’insaputa di tutti, di tutti tranne di lui.
Il drago nero non poteva essere cambiato e Lark, in qualche modo, non si
chiedeva il perché, finché non successe il peggio.
Un giovane ragazzo, Ionic, stava giocando nei pressi del drago, quando il cielo
si oscurò rapidamente.
Lark era lì, ad osservare la scena, come sempre, invisibile a tutti.
Il ragazzo, per ripararsi dalla pioggia, decise di nascondersi sotto le ali
della grande statua del drago, ma il drago non fu d’accordo.
Lark non si mosse, ma scoprì poi il perché.
Non perché non voleva, ma perché non poteva.
Il ragazzo morì davanti ai suoi occhi, solamente per essersi messo nel posto
sbagliato vicino al drago: quello che successe poi, fu addirittura peggio.
Lark, mentre si avvicinava disperato al ragazzo, pronto a distruggere anche il
drago, si dimenticò tutto, e ricordo, come tutti nel mondo, che il ragazzo era
semplicemente caduto dopo essersi arrampicato sul drago.
Così come successe questo, così accaddero molti altri fatti, che Lark non
ricordò se non in un momento preciso, quando Snogar glieli spiegò.
Nel frattempo, Lark continuò il suo lavoro, dimenticando tutto quello che
accadeva attorno a lui, manovrato, come tutti, dall’ideatore di tutto questo.
4.
- Tempi perduti, sussurra Lark.
Raiden lo guarda di sbieco, mentre si avvicina, sorridendo e dicendo:
- Senti Lark.. dimentichiamoci tutto e torna indietro con noi, vuoi? Non sarebbe
molto più semplice che continuare a scappare come fa Elwood, inseguito da due
pazzi come King e Saan?
Lark sgrana gli occhi.
Tornare indietro, cancellare tutto.
Per una volta, fare la scelta sbagliata, cancellare tutto i tempi perduti che ha
ricordato, tornare a quella piccola felicità attorno a lui, come solamente
spirito protettore del regno, e non come Daniele..
- Vedo che ci stai pensando.. molto bene: credevo di doverti obbligare con la
forza.. che ne dici per ora di darci il portatile che porti con te?
Lark si scuote dal suo torpore.
- NO! Io non lascerò tutti gli altri, Cassandra e Keeper, nelle vostre mani! Li
libererò.. loro mi crederanno un giorno o l’altro, crederanno alle mie parole..
e insieme usciranno.. allora si che tutto sarà finito!, urla Lark.
Sente come una forza che gli cresce dentro, anche se non è più uno spirito,
mentre lancia con un calcio la sedia contro Raiden, e scappa verso la porta,
sbattendola dietro di lui.
Raiden evita all’istante la sedia, sbuffa ed osserva:
- Perché la fai così difficile, Daniele?
Lark corre giù per le scale, lontano da quel mostro senza nome, pensando che
quello che rimane della persona che una volta si nascondeva dietro al nick di
Raiden è ben poco.
Sente che lo sta inseguendo, aiutato dai suoi impianti potenziati.
Lark non ha avuto il tempo, i soldi, o il cervello per farsi impiantare quegli
impianti miracolosi, frutto della nuova tecnologia.
O forse a deciso di non servirsi del lavoro di Giobbe?
- Come vorrei sfuggire al niente… , pensa Lark amaramente.
- Pensieroso, Daniele?, domanda Raiden, sorridente, comparso davanti alla porta
d’uscita del palazzo.
Lark si ferma.
Dietro di lui le scale: troppo lento salire di nuovo di sopra.
Davanti a lui Raiden: troppo forte per Lark.
- Ascolta, Daniele.. sono stato paziente, ora, però.. perché non collabori?,
domanda Raiden.
- SMETTILA DI CHIAMARMI DANIELE!!, urla Lark, mentre alza un calcio contro di
lui, uno di quelli che si vedono nei film di arti marziali di una volta.
Raiden smette si sorridere, para il calcio di Lark, e lo scaraventa a terra,
avendo oramai perso la pazienza.
5.
Lark sente un dolore profondo alla testa, come se gli fosse passato un treno
sopra la testa.
Si guarda attorno, e scopre subito d’essere legato, sul sedile posteriore di una
macchina di lusso, con Raiden che lo guarda soddisfatto.
L’autista ruota la testa per un attimo, forse per girare ad un incrocio e Lark
lo riconosce subito: Myzael.
Lark esulta dentro di se, mentre vede la piccola spilla che porta vicino al
bavero del cappotto.
Quel simbolo lo identifica come un amico suo e di Elwood, e non un cieco
servitore di Raiden.
Lark pone il suo sguardo su Raiden e vede che sta controllando il suo portatile.
- Come volevo… spero che funzioni, pensa Lark: recupererò tutto il tempo
perduto..
Raiden osserva con attenzione il contenuto del portatile della sua preda.
I soliti programmi di base, più il programma di connessione: il visore dov’è? Ah
si, eccolo..
- Che ne dici, posso provare, Daniele.. oh.. scusa, Lark?
Raiden esprime il suo peggior sorriso malvagio, mentre ordina all’autista di
portarsi velocemente fino al punto stabilito.
- Presto lo incontrerai, non ne sei felice?, osserva beffardo Raiden, ridendo
dentro di se del bavaglio che impedisce a Lark di parlare.
- Oh, beh.. non ti preoccupare a rispondere.. non serve, dice Raiden.
Lark lo guarda con odio, sperando che si tuffi subito dentro il programma.
Raiden compie gli esatti movimenti che Lark aveva sperato.
Indossa il visore, lo configura ai suoi parametri, lo guarda con disprezzo
un’ultima volta (ma Raiden non sa che sarà veramente l’ultima volta che vedrà
Lark) e lancia il programma di connessione.
La costellazione viene inizializzata, il segnale parte, ma non è il solito
segnale.
La macchina nella quale si trovano si ferma, Myzael scende, apre la porta
dietro, ed entra subito, bagnato dalla pioggia che continua a cadere e dice:
- C’è cascato.
Myzael guarda Lark per alcuni istanti, e poi lo libera, e guarda inorridito
Raiden.
- Che cosa ne sarà di lui, Lark?
Lark si stringe i polsi un istante, si guarda attorno, guarda negli occhi il suo
compagno e dice:
- Rimarrà così finché il suo corpo resisterà, Myzael.
I due guardano Raiden, e lo vedono con la bocca spalancata, come loro un tempo
durante la connessione ed i suoi molteplici colori arcobaleno che illuminano gli
occhi ed il cervello.
Ma il segnale di connessione non arriverà da nessuna parte. Rimane il un ciclo
infinito su quel portatile, per sempre: bloccato come la mente di Raiden.
- Ne abbiamo preso uno, finalmente, dice Lark
- Si, capiremo come fa a renderli così forti e veloci, quali impianti usa, e
dove si trova Giobbe, dice Myzael allegro.
- Speriamo di riuscirci prima che prendano Elwood, risponde preoccupato Lark,
mentre si porta al posto di guida della macchina e schizza via.
6.
- Tempi perduti, pensa Elwood
- Quanto dannato tempo ho speso scappando?
Elwood ormai è già nell’entroterra della nuova Venezia, sta guidando una
macchina che poche ore prima si trovava nel parcheggio della discoteca di Max.
- Max Power morto!!! Morto, MORTO MORTO ! DANNAZIONE!!!, urla Elwood, spegnendo
con rabbia l’autoradio di questa macchina anonima, con il suo padrone.
Elwood inizia piangere sommessamente, mentre rallenta, e la macchina infine si
ferma vicino ad una stazione di servizio: rimane lì per alcuni minuti, finché il
suo cellulare non suona.
- E’ ancora lui, pensa Elwood.
Elwood guarda il cellulare comprato pochi giorni fa con soldi rubati, in negozio
del sud Italia, mentre era alla ricerca degli altri componenti del gruppo: come
avrà fatto a rintracciarmi così presto?
La fallita connessione..
Il cellulare continua a suonare.
Elwood lo guarda, si fa serio, e mentre si guarda intorno, preme il pulsante e
risponde.
- Elwood.
La sua voce è sempre uguale.. perché non è mai cambiata in tutti questi anni?
Che cosa gli è successo per ridurlo così? Per realizzare tutto questo..
- ELWOOD!
- Smettila di urlare, ti sento benissimo, risponde Elwood esasperato.
Evidentemente lui non è così calmo..
- Elwood, te lo chiedo un’altra volta: perché?
Elwood sorride debolmente.. già .. perché tutto questo? Forse Snogar avrebbe una
risposta.. ma lui, lui, il primo e l’ultimo.. no, lui no …
- Non lo so, risponde sommesso Elwood
- Te lo spiego io: perché non sei stato capace di gestire il progetto come
andava fatto, come IO sto facendo, risponde una voce metallica dall’altra parte
del cellulare
- Ma cosa stai dicendo! MAX è morto per colpa tua!
- No.
Una parola così semplice.. Elwood ne è sopraffatto per un istante..
- Come sarebbe a dire, no? Saan..
- Saan è impazzito, Elwood, tu l’hai visto, lo sai.
Si, le azioni di Saan lo confermavano, certo.. ma lui.. lui li aveva mandati per
catturare Elwood!
- Sei tu che sei impazzito! Saan ha ucciso Max, dannazione e solo perché..
- Dillo il perché Elwood, dillo…
Elwood sa il perché.
Per lui e per il suo portatile che si trova vicino a lui, per il visore, per il
programma..
- Per me.
- Non è colpa mia, lo sai: tu stai cercando tutti quelli che sono connessi per
distruggere la loro connessione.. ma domandati una cosa. Loro vogliono
disconnettersi? Se lo volessero fare lo potrebbero fare anche subito.. no.. loro
vogliono restare: sei tu che stai distruggendo le loro vite!
Elwood è scosso, e l’unica cosa che riesce a fare è quella di chiudere la
comunicazione.
- Ha ragione? E’ tutta colpa mia quello che è successo.. sono io la causa di
tutto? Io gli ho detto di si al progetto, lo creato assieme a lui e Snogar, ho
convinto tutti a connettersi, loro credevano in me..
- Non hai più parole, El?
El… Elwood.. l’abbreviativo che usava le prime volte che si erano conosciuti in
rete. Questa semplice parola aiutò Elwood molto più di mille altre.
- Vai all’inferno!
Elwood urla tutta la sua disperazione dentro quel cellulare, mentre lo getta del
finestrino e non sente, prima che il piccolo marchingegno elettronico vada in
frantumi, le ultime parole del suo interlocutore:
- Forse ci sono già…
7.
- Forse ci sono già..
Preme il pulsante per chiudere la comunicazione: Elwood, lo sa, continua a
scappare.
La sua figura è anonima, come lui desidera: vestito come un uomo qualsiasi, è il
più delle volte trasparente ai suoi nemici, che lo cercano.
Il mondo.
Lui sa cosa è il suo progetto, quello che lui, Elwood e tutti gli altri hanno
iniziato molto tempo fa: ne conosce ogni angolo, ogni mossa presente, passata e
futura.
Così avevano deciso: qualcuno doveva scrivere la storia, per non generare il
caos. Solo con un destino scritto e una serie di attori in grado di cambiarlo,
allora si che il loro progetto avrebbe avuto successo. Lui aveva avuto questo
compito!
Ma Lark.. con la sua stupida intromissione su quella montagna, aveva quasi
mandato in frantumi tutto il suo lavoro. Lui, che aveva accesso al mondo tramite
porte a lui sconosciute, come avevano pattuito, molto tempo prima.
Fortunatamente Fabiuzzz aveva pensato a limitare i danni.
Per ora.
- Ma che diavolo ha in mente Saan? Ha ucciso Max dannazione!, dice mentre getta
il cellulare lontano nella macchina.
Il finestrino interno della limousine si abbassa, e il conducente dice:
- Tutto a posto, capo?
Il suo sguardo è carico di rabbia, ma si sofferma per un attimo sul paesaggio
davanti a lui. Si guarda attorno e vede chiaramente come ci sono dei segni di
una delle loro macchine. Evidentemente Raiden ha avuto qualche problema, ma
quale?
Ci pensa un po’, e poi vede un mozzicone di sigaretta.
Lo raccoglie, e lo guarda per alcuni istanti.. chi fuma quella marca? Perché
qualcosa non è al suo posto…
- Dove è Raiden?
Il conducente della limousine scende, lo osserva e dice:
- Capo, avevamo progettato di incontrarci qui con Raiden e Lark, finalmente
catturato
Lui si volta di scatto, tenendo sempre nella mano destra il mozzicone e urlando
al suo sottoposto, in uno scatto d’ira improvviso e inatteso:
- LO SO PERFETTAMENTE VITTEK! Stai zitto.. devo pensare…
Guarda ancora il mozzicone, dimenticandosi di Vittek, di Raiden e di Lark..
perfino di Elwood e di tutto il resto.
Il mozzicone… chi fumava ancora dopo il decreto di cinque anni fa.. chi poteva
permettersi di fumare con i costi delle sigarette così alti? Solo persone con un
reddito molto alto.. gente che lui stesso provvedeva a pagare.
Myzael.
Ecco il tassello mancante.
- Chiamami Joliet Jake Blues.. digli che deve trovarmi Myzael, chiaro Vittek?
Vittek annuisce, mentre fa entrare in macchina il suo capo e si allontanano da
Nuova Venezia.
8.
L’autostrada è veloce come sempre.
Vittek, preciso e attento, schiva con facilità le altre macchine che cieche
continuano nella loro corsa senza senso.
Il suo capo, dietro, sta guardando il panorama e parlottando tra di se e se:
- Gli americani.. il prototipo funziona.. l’affare sarà fatto entro breve..
Vittek non capisce, ma quei due occhi azzurri e verdi del suo capo, quando lo
scoprono ad osservarlo, gli fanno subito abbassare lo sguardo.
Terribili.
Max Power è morto, ovviamente Vittek lo sa: come Max, anche lui un tempo era
connesso, ma non si era accontentato di una piccola parte in un grande piano.
Per questo aveva chiesto ed ottenuto, da Elwood e Snogar, di aiutare tutti
quelli che erano connessi.
- La cosa però mi è sfuggita di mano, dannazione, pensa Vittek amaramente.
I primi tempi, non faceva altro che controllare il sistema dall’esterno,
pubblicizzarlo sulla rete, e poche altre cose. La sua vita scorreva tranquilla,
nonostante i grandi profitti di quel mondo, lui, Vittek, guadagnava poco.
- Maledetta avidità…
Un giorno andò nell’ufficio del suo capo, e deciso a farsi dare un aumento,
trovò tutto vuoto, con solo lui: senza Elwood, senza Snogar, senza nessuno degli
altri a capo del progetto.
Vittek pensò che sarebbe stato più facile avere un aumento, e incredibilmente
alla sua uscita si trovò con una nuova mensilità e con altri piccoli compiti.
Piccoli ma amari.
Alcuni utenti avevano deciso di rimanere connessi per molto tempo, forse per
sempre, e visto che non potevano più vedere i loro cari, qualcuno li doveva
rassicurare, consolare.
Vittek.
Ovviamente, tutto questo gli sembrò giusto e logico, anche cominciare a mentire
sulla loro sorte, per quelle famiglie che non capivano la scelta di quegli
utenti.
- Vai a nord.. voglio tornare a casa per un po’.
La voce, fredda, metallica per via dell’altoparlante del suo capo ordina e
subito Vittek ubbidisce.
- Ma quanto tempo ho perso ancora? Ora sono il suo autista, ho uno stipendio
favoloso.. ma ho mentito e.. gli occhi di Saan.., pensa Vittek.
Gli occhi si Saan. Pazzo, completamente. Tutti gli impianti costruiti da Giobbe
per lui gli hanno tolto la sua umanità, e lo hanno reso un mostro.
La macchina continua a correre, ora verso nord, verso un luogo pieno di montagne
splendide.
9.
- E’ solo una perdita di tempo, ti dico…
- No, Joliet Jake Blues.. lui vuole che tu trovi Myzael, e con lui anche Lark,
capito, dice Vittek, osservando la faccia del cacciatore attraverso il
videofono.
- Bah, se lo dice lui… saranno ancora a Venezia? Che basi ho per trovarlo?,
ribatte Joliet, dubbioso.
- Arrangiati.. o forse vuoi deluderlo come stanno facendo Saan e King?, osserva
sprezzante Vittek.
Joliet rabbrividisce istintivamente al solo nominare Saan, e chiude la
comunicazione: quell’approfittatore e nullafacente di Vittek lo mandava in
bestia.
- Ma anche tu Vittek lo sai.. sai che cosa abbiamo passato, bastardo.. goditi i
tuoi soldi!.
Joliet urla al monitor spento del videofono, sospira, si mette le mani nei
lunghi capelli chiari e dopo aver presto le sue armi, esce, assaporando l’aria
pulita e le acque limpide della Nuova Venezia.
I canali di sempre, i gondolieri con le loro gondole, i turisti: tutto uguale,
ma pulito, in ordine, senza il minimo accenno a qualche marea pronta a spazzar
via la città ed i suoi monumenti.
Joliet comincia muovendosi nei vicoli e nei canali più bui, facendo domande qua
e là, tastando il terreno, e domandandosi dove si può nascondere una limousine
di così grande valore, finché non scopre che è stata trovata abbandonata vicino
al ponte che collega la città con l’entroterra.
- Forse non è tutto tempo perso…, pensa Joliet.
La macchina ovviamente è stata già ripulita di ogni sorta d’oggetto di valore,
Joliet non si aspettava nulla di diverso, ma quello che lo preoccupa è che
Myzeal e Lark, se sono veramente loro ad aver usato quella macchina, non hanno
lasciato nessun traccia.
- Ed ora come faccio.., mormora Joliet tra se e sé, osservando il luogo dove è
stata lasciata la macchina: un parcheggio come tanti altri, nessun casa attorno,
quindi nessuno che possa anche lontanamente aver visto qualcosa.
Poi, un rumore di alcune lattine spostate attira l’attenzione di Joliet. Il suo
esoscheletro lo porta in un istante con un prodigioso balzo in quel punto ed un
semplice barbone lo guarda terrorizzato.
- Un barbone.. vattene..
L’uomo però terrorizzato, sembra non muoversi, e Joliet lo osserva con
attenzione, usando tutti gli impianti a sua disposizione.
Questo permette ai suoi assalitori un unico istante nel quale provare a
fermarlo: proprio quando tutta la sua concentrazione ed i suoi strumenti sono
focalizzati sull’esca.
Da dentro un cassonetto dell’immondizia un impulso EMP parte fulmineo ed
invisibile verso Joliet ed il suo esoscheletro, bloccando tutti i suoi impianti
per trecento millisecondi.
Le nanomacchine progettate da Giobbe si mettono subito al lavoro e in cento
millisecondi gli impianti visivi sono già in funzione.
Joliet è disteso ed il barbone è sopra di lui.
Cento millisecondi dopo il barbone ha già in mano uno strano oggetto, di forma
circolare che stringe come si fosse un frisbee con un buco all’interno. Il
barbone è chiaramente Lark.
Quel che resta del tempo di Joliet e del suo impianto, è solamente un buio privo
di ogni rumore, emozione, senso.
10.
- Lo abbiamo preso, finalmente!, esulta Myzael.
Lark lo guarda sorridendo, ma sa che non è finita. Hanno bloccato i suoi
impianti, e per ora, per ora… è inattivo. Come aver spento la televisione: solo
che le nanomacchine di Giobbe, progettate troppo bene per fallire, presto
troveranno il modo per bloccare il flusso costante del generatore EMP,
appoggiato sul tavolo della stanza, in quello spoglio motel a molti chilometri
di distanza da Nuova Venezia.
Il corpo di Joliet è praticamente fuso con le nanomacchine ed i loro impianti e,
anche se essendo una parte fondamentale del suo corpo, come un nuovo organo che
gli pervade il corpo, all’esterno non sembrano neppure esistere.
- Cosa c’è, Lark? Perché quella faccia?, domanda Myzael, mentre si cambia e si
accende una sigaretta.
- Ci sono cascati troppo facilmente: le sigarette erano una traccia troppo
visibile, non hanno neppure sentito puzza dell’inganno.. Eppure lui ha mandato
qui Joliet., dice Lark
- Ci sottovaluta, ti dico.. non si aspettava che io, bravo e fedele servitore,
lo tradissi.. dai è così!
Myzael batte sul petto di Joliet, ma il corpo dell’uomo, un tempo amico, non è
altro un freddo oggetto senza anima, mentre le sue nanomacchine continuano a
combattere contro il generatore.
Lark scrolla la testa.
L’intrusione nel mondo, programmata alla perfezione, per farsi individuare da
Raiden e catturarlo, e usandolo come esca, arrivare fino ad un altro cacciatore:
tutto studiato a tavolino da Snogar.. ma non abbastanza, pensa Lark.. non
abbastanza per fregarlo.
- C’è qualcosa che non mi torna: perché non ti ha controllato così strettamente
in questi ultimi tempi? Perché mi hai detto che hai sentito tanta agitazione nei
suoi ordini? No.. qualcosa lo preoccupa.. ne sono certo. Saan, forse.. o Elwood
ed il suo portatile.. o forse la mia intrusione nel mondo.
- Ma che dici.., Lark.. dai..
- Io c’ero quasi riuscito a convincerli, non lo capisci? Cassandra e Keeper..
loro mi hanno quasi creduto.. ma Fabiuzzz ha fatto qualcosa a Cassandra.. l’ho
sentito chiaramente!, dice Lark a Myzael.
Myzael smette di sorridere, osserva preoccupato Lark, il generatore ed il corpo
sopito di Joliet.
Pensa a Raiden, chiuso nella stanza accanto, perso in un ciclo infinito.
Smette di sorridere, spegne la sigaretta e dice, cercando di essere il più
possibile convincente:
- Lark. Tu hai fatto tutto il possibile. Loro sono dentro da troppo tempo.. ci
sei stato dentro anche tu! E’ come una droga: più ne prendi, più ne vorresti.
Devi tornare dentro, e portare con te loro due e me.
Lark osserva il compagno, pensa alle implicazioni di tutto questo e, continuando
a guardare verso Joliet, dice:
- Non abbiamo perso del tempo allora! Prepara tutto: entriamo appena siamo
pronti.
Atto VIII: L’araldo di Zod
1.
Cassandra guarda con attenzione il castello.
La sua casa, un tempo. Per tutto il regno il segno tangibile del potere della
sua famiglia, un potere che affonda nel tempo di quella terra. Il regno di
Doughermoulth.
Ma dove arriva quel potere?
Cassandra sente chiaramente che dentro di se qualcosa è cambiato: il potere che
ha manifestato per un istante il giorno della festa ora è qualcosa che conosce
da troppo tempo. E’ come avesse sempre fatto parte di lei, e solo ora ne è
conscia. Solo ora.
Cassandra guarda Pagolo, il mago delle rune, che ubbidiente ha prontamente
eseguito il suo ordine: una persona strana, persa dentro i pensieri. Cassandra
lo osserva per alcuni istanti, mentre sicuramente si starà dibattendo pensando
“è lei la vera principessa?”
L’orda.
La principessa, o meglio, regina, osserva il suo reggente, Keeper, la fenice
bianca. Invincibile in battaglia, spietato con i nemici del regno: soggiogato
dalla burocrazia e dai poteri dei maghi: non su di lui, ma su tutto il popolo.
Keeper, immune alla magia grazie alla sua spada dorata.
Keeper guarda Cassandra diritto negli occhi e poi osserva la città che in pochi
istanti scompare e rimane attorno a lui solamente il castello.
- Ho fallito, pensa amaramente
Il reggente pensa ad una notte di molti anni prima, con l’inseparabile
amico-principe Vegeta.
- Cosa avresti fatto se non fosse stato tuo il compito di governare il regno?,
gli chiese Keeper.
Keeper si ricorda ancora il suo sguardo intenso, sicuro, mentre arriva la sua
risposta:
- Studiare.
Keeper sorride leggermente, e nota l’espressione sorpresa di Cassandra.
- Studiare.
In quei giorni lontani, una risposta del genere l’aveva colpito, diciamo
distrutto il suo mondo. Keeper ricorda ancora chiaramente le mille discussioni
su quella semplice parole: lui, il futuro reggente, che amava le donne,
l’avventura, al servizio di un principe studioso?
- Se solo ne avesse avuto il tempo.., sussurra Keeper
- Che c’è?, gli chiede Cassandra?
- Nulla, mia regina.
Mia regina. Un ribollire senza nome si muove dentro Keeper. Quelle parole: ad
un'altra persona, stretta tra le sue braccia, molto tempo prima.
Silvia.
Il tempo dei ricordi è finito.
La sala del consiglio è davanti a loro: Demogorgon e Violante, le due enormi
statue che nascondono dentro di loro due spiriti intrappolati dai maghi, li
guardano con il loro aspetto mostruoso.
- Cosa direbbe adesso, Alonzo, se fosse qui?, pensa Keeper, mentre intravede
alcune figure vicino al trono.
2.
- Non salutate la vostra regina?, urla Cassandra rivolta alle persone dalla
parte opposta della sala del consiglio.
Ovviamente Keeper, Pagolo e Cassandra non sono passati inosservati, di questo
lei è certa: nella grande sala circolare, sono riuniti tutti i maghi, che
rappresentano tutte le caste della magia del regno. Ma qualcuno è seduto sul
trono.
Keeper alza lo sguardo, stringendo l’impugnatura della sua spada, la sua unica
difesa, mentre vede che Pagolo ha già provveduto a tracciare un cerchio attorno
a loro, in silenzio.
Lui sa quale pericolo corrono.
- Non saluti tua cugina?
La voce che proviene dal trono è giovane, Keeper la sente subito e si stupisce
che non sia di Arjuna, il primo mago.
Lilith.
- Con quale tono ti rivolgi così a me, cugina? Scendi subito dal trono che fu di
mio padre. Non siete dunque impazienti per il ritorno della vostra regina?, dice
Cassandra.
Odio, impazienza, orgoglio, tutto si mescola nella frase di Cassandra.
Lilith si agita sul trono, stringendolo con le mani: Keeper vede chiaramente che
si sente minacciata: evidentemente sa di cosa è capace sua cugina.
Keeper guarda preoccupato la sua “bambina” mentre avanza, si muove fino al
trono, lasciando il cerchio tracciato da Pagolo.
Pagolo guarda preoccupato Keeper, e gli fa cenno indicando le guardie che sono
arrivate dietro di loro.
- Come se non lo sapessi.. ma sono i maghi che mi preoccupano.. pensa l’ex
reggente.
Lilith si alza dal trono, e tutti i maghi la imitano: è evidente come ci sai
molta tensione nell’aria. Pagolo si guarda attorno, frustrato di poter fare ben
poco. Sapendo che il pericolo più grande, l’orda, sta distruggendo il suo paese,
il suo popolo, e nessuno fa niente.
- Ovviamente siamo molto contenti di rivederti, principessa Cassandra, ma le
cose sono cambiate, dalla tua partenza.. , dice con calma Lilith, per poi
continuare:
-.. l’orda ha obbligato il consiglio ad istituire una nuova guida, dopo la
scomparsa del primo mago Arjuna. Io. Nella legittima successione al trono di
Doughermoulth, o mi sbaglio?
Lilith ride leggermente, nascondendo il suo visto dietro la sua mano, per poi
continuare, sedendosi:
- Il regno ed il consiglio vogliono così. Per il bene di tutti, quindi, sono
felice di rivederti qui.
Cassandra sta per esplodere.
Regno? Legittima successione? Consiglio?
No.
- Loro non sanno di cosa sono capace, pensa Pagolo, tremando dentro di se.
3.
Fabiuzzz osserva la scena nascosto dietro Violante, la mostruosa statua dello
“spirito”. Cassandra ha sviluppato tutti i suoi poteri, finalmente, come era
stato deciso.
Perfetto.
- E’ bastato quel blocco per fare in modo che non credesse a Lark, perfetto…,
pensa Fabiuzzz
Si muove velocemente, mescolandosi nella folla, sentendo i commenti di quei
maghi:
- La regina è tornata, Cassandra! La fenice bianca è con lei.. ma il profeta
aveva detto che loro sarebbero morti.. cosa vuol dire? Dov’è finito Alonzo?
Domande, domande..
Fabiuzzz le sente, le ignora. Tutto ha il suo tempo.
Ora lui è lì, invisibile.
Così è stato deciso: nessuno può vederlo, neppure mentre si avvicina a
Cassandra, controlla il suo corpo, la sua anima.
Tutto a posto.
Lo stesso vale per Keeper e Pagolo.
La storia continua nel suo giusto binario, nonostante l’intrusione di Lark.
Cassandra si avvicina al trono, ma prontamente delle guardie si muovono a difesa
della nuova regina, Lilith. Cassandra è furente, ma non può ancora esplodere.
Fabiuzzz lo sa.
Accarezza Salkaner, lo stringe a se, gli promette che finalmente tutti i
servitori di Zod, l’immortale, sono liberi. Per sempre.
L’orda verrà cancellata, come è stato deciso, dall’armata invincibile degli
immobili.
Nonostante gli sforzi dell’imperatore Alex, e di tutti i suoi servitori, Pkrcel
su tutti: Fabiuzzz si guarda attorno.. dov’è finita la sciabola destra
dell’orda?
- Ah, eccolo.. perfettamente in orario.
Pkrcel è camuffato da mago: ingegnoso.
La storia ha bisogno di ingegno. Non deve essere mai banale. Per questo, oltre a
quanto è stato deciso, che succederà, c’è uno spazio di memoria. Altrimenti
perché Fabiuzzz sarebbe lì?
Pkrcel.
Astuto, veloce, rapido.
Con un solo compito: uccidere la regina Cassandra.
Cosa farà adesso, che ci sono dure regine per un solo regno? Interverrà per
ucciderle entrambe, o aspetterà che si distruggano a vicenda?
- Sarà interessante, nonostante tutto quello che so, pensa il profeta
Fabiuzzz guarda la sua ferita.
- Maledetto, Lark, MALEDETTO!, dice a bassa voce.
Alcuni maghi si voltano nella sua direzione, ma non lo possono vedere: ancora
no.
Pkrcel approfittando del movimento tra i maghi per i pochi passi di Cassandra,
si avvicina anche lui al suo bersaglio: bersaglio che ora si è duplicato.
Fabiuzzz guarda ancora Salkaner, e osserva fuori dalla finestra della sala del
trono, aspettando di vedere con i suoi occhi il risveglio di Zod, l’immortale,
il suo signore.
4.
- Intendi forse opporti alla decisione del consiglio, Cassandra?, dice Lilith,
di nuovo in piedi.
Keeper osserva Cassandra e si porta vicino a lei. Sa che i maghi non osano
nulla, finché lui stringe la sua spada dorata a se: tutta la magia attorno a lui
è annullata: ma cosa c’è che non va?
Keeper sente una strana sensazione, che ha sentito, percepito, quando quei due
rivoluzionari amici di Cassandra non l’avevano quasi ucciso.
Sono forse presenti anche loro nella sala del consiglio?
Possibile? Dove sono scomparsi… dopo quello che è successo a Badrel, quel
ragazzo? Keeper ricorda di averli visti con la coda dell’occhio scomparire dalla
sua vista, in mezzo ai vicoli, mentre Cassandra scatenava il suo immenso e
inaspettato potere.
Cassandra.
Ecco cosa c’è che non va. Lilith non l’ha chiamata ne principessa, ne regina, ne
cugina.
Cassandra sorride: indica con un ampio gesto tutta la sala, tutti i maghi
presenti e poi si rivolge a Pagolo:
- Digli chi sono, forza, mago della casta delle rune
Pagolo è confuso: improvvisamente tutta l’attenzione della sala, perfino delle
due enormi statue sembrano su di lui. Salkaner stesso sorride e lo guarda,
assieme a Cassandra.
- E’ la nostra vera regina: non è un trucco dell’orda e del loro malvagio
imperatore. Lei è VERAMENTE Cassandra. Ed é… é…
Pagolo ricorda il terrore dentro di se, nel vedere Cassandra mentre.. mentre..
distrugge in quel vicolo..
- DILLO!, urla Cassandra
Keeper trattiene il fiato.
- Lei è la strega.
La sala è un caos in un istante.
Lilith si guarda attorno incredula, mentre le urla dei maghi del concilio delle
caste si riversano su di lei:
- Uccidila! Distruggerà il regno ! .. non è possibile!! Le figlie della famiglia
reale non hanno il dono della magia!! .. eresia!! … è blasfema.. il mago è stato
corrotto dal potere dell’orda!! .. è un altro trucco…!
Ma nessuno si muove.
- Un trucco dite? Questo *è* un trucco?, dice Cassandra, mentre alza le mani e
distrugge la parete est della sala.
Un attimo prima era al suo posto e poi è diventata un singolo mucchietto di
polvere.
Il grande oceano ad oriente è lì, come è visibile l’insieme di edifici che
formano la capitale del regno.
I maghi sono bloccati dalla paura: tutti conoscono la leggenda della strega.
5.
Solo una generazione prima.
Gli spiriti, la guerra il caos. Il regno distrutto da forze malvagie pronte a
tutto.
Una sola speranza: il concilio dei maghi, il loro potere.
Lunghi studi, viaggi, cercando di rallentare gli spiriti: la spada che non può
nulla contro queste entità. Solo la magia.
Il giovane re Vegeta pronto a tutto pur di salvare il suo regno aveva stretto un
patto, vendendo quello che di più caro aveva.
Sua moglie, la regina Silvia.
Una leggenda narrava che uno spirito, intrappolato nel regno, aveva la facoltà
di donare ad una donna di stirpe reale un enorme potere, in cambio però del
controllo su quella donna.
Vegeta scelse di sacrificare la vita di sua moglie per indicare ai maghi del
concilio la strada per fermare gli spiriti e salvare il regno.
Le battaglie con queste entità furono grandiose, mortali a volte per i maghi che
vi parteciparono, come Master Souze, il maestro di Alonzo. Ma infine i maghi
trionfarono e riuscirono perfino a tenere in vita due spiriti ed imprigionarli
dentro le due state nella sala del concilio.
Zod aveva mantenuto la parte del suo patto, conosciuto solo da Vegeta e da pochi
altri maghi: ora toccava a loro mantenere il patto.
Ma Vegeta vedeva che cosa era diventata la sua regina: un automa nelle mani di
un mostro forse più grande degli stessi spiriti. Come poteva Cassandra, in quel
tempo ancora infante, vedere un giorno un simile mostro attorno a se?
Vegeta ruppe il patto.
Zod ed i suoi servitori, si bloccarono e si trasformarono in varie forme, ad
opera dei maghi del concilio.
Silvia venne uccisa ed il suo cadavere distrutto, per cercare di cancella ogni
traccia del patto tra Zod e Vegeta.
Ma il ricordo di una simile brutalità non svanì mai.
Zod se ne servì per alimentare la sua rinascita, attraverso una nuova strega.
I maghi avevano davanti a se la nuova strega.
L’araldo di Zod.
6.
Pkrcel è stupefatto.
Da quando Cassandra possiede dei simili poteri? No.. è un fatto inaspettato..
incredibile: nessuno poteva prevedere questo.. tutti i maghi del concilio, sui
acerrimi e temibili nemici tremavano davanti a quella ragazzina? Appena una
piccola donna riesce a fare questo?
Che cosa può l’orda contro di lei?
Pkrcel sta per cedere, ma sente come un bisbiglio, vicino a se:
- Migliora continuamente
La sciabola destra dell’orda si guarda attorno, in cerca di qualcuno. Ma tutti
sono concentrati sulla scena stupefacente, aspettando trepidanti la scelta dei
capi delle caste, i quali a loro volta aspettano una scelta da parte della
regina.
- In quale pericolo mi sono messo? .. l’imperatore Alex deve essere informato,
pensa Pkrcel velocemente.
No. “Migliora continuamente”. Ma certo! E’ ancora alla mia portata.. lei può
essere uccisa per sempre.. se solo potessi coglierla di sorpresa.
Pkrcel si dimentica della paura, di avvertire l’orda dell’arrivo di un simile
nemico, e comincia ad avvicinarsi, con cautela, alla sua preda.
Cassandra, la strega.
Fabiuzzz vicino a lui esulta.
- Pkrcel sembrava esitare.. non è da lui! Ma è bastato un piccolo suggerimento
per rimetterlo in sesto. Si poteva muovere in ogni direzione, e voleva scappare?
Incredibile, pensa Fabiuzzz, mentre si porta vicino alla principessa Lilith.
Ora è il suo momento di entrare in scena.
- Volete forse opporvi a me, la vostra LEGITTIMA regina?, la domanda di
Cassandra è pesante, inequivocabile.
Molti dei maghi più giovani si inginocchiano, mentre Keeper lentamente si
riprende, e colpisce leggermente Pagolo, intontito come tutti i presenti.
Il pericolo, crede Keeper, è forse passato, ma non devono comunque abbassare la
guardia: Cassandra è sempre in pericolo!
Pagolo annuisce, comprende le intenzioni di Keeper ed inizia a darsi da fare:
traccia disegni attorno a loro, rune magiche di protezione, attento però a non
entrare nel campo visivo della strega.
Conosce la leggenda e non vuole essere distrutto.
Lilith è stupefatta.
- Tu non sei Cassandra! Sei uno spirito!
Si guarda attorno, la regina, ed ordina
- Uccidetela! Uccidetela! Cosa fate, vi inchinate di fronte ai nostri nemici?
Le parole di Lilith si perdono nel vuoto.
Nessuno l’ascolta, come sempre sua cugina comanda.
Ma lei ha deciso di uscire dalla sua ombra, per sempre.. Lilith ha deciso molto
tempo fa di diventare una persona indipendente, slegata da sua cugina.
- Lo sai che puoi farlo…, le sussurra Fabiuzzz.
Lilith sobbalza, ma le sue parole le danno forza.
Come ha fatto a dimenticarsi del suo potere sul concilio? Solo il re o la regina
lo avevano, altrimenti come potevano tenere in pugno tutti i maghi del regno?
Lei, la regina Lilith, aveva quel potere.
- Kilas Jino Lyuot! La falsa Cassandra!
Lilith stringe un medaglione mentre pronuncia queste parole e Cassandra lo
riconosce: apparteneva a sua madre.. era nel tesoro di famiglia!
Fabiuzzz sorride, mentre Pagolo sussurra:
- La furia dei maghi…
7.
Pagolo non vede più nulla.
Buio.
Poi è solo sangue attorno a se: sangue ed un unico grande mostro dove prima si
trovava Cassandra, la vera regina, la strega.
Da qualche parte, dentro di se, vicino a quel piccolo mago delle rune che sta
ancora tremando nel vicolo, ci trova la consapevolezza che quel mostro è
Cassandra: lei gli aveva ordinato di proteggerla.
La furia dei maghi.
Un oggetto dimenticato, nascosto, che per qualche motivo Lilith aveva con se:
trasforma un mago in una macchina di distruzione, indirizzata contro un
bersaglio.
Un mago.. ma tutti i maghi del concilio!
Pagolo dimentica tutto questo, mentre vede chiaramente che Keeper si pone a
difesa di quel mostro gigantesco, e dice parole per il mago distanti come le
stelle:
- Fermo!! Che fai…
- Che faccio?, si domanda Pagolo.
Una vita passata al servizio della magia, del regno prima di ogni altra cosa.
La sua casta, la più complessa. Non come quella delle parole.
Simboli, disegni, rune: complesse, magiche, potenti, che riescono a sconfiggere,
proteggere, distruggere.
Vede i suoi compagni maghi, accecati come lui dalla furia, che scaricano la loro
forza sul mostro.
Pagolo continua, sicuro sulla sua strada: corre attorno al mostro e a Keeper,
oramai identificato come aiutante del mostro, e traccia un cerchio.
Pianta il suo bastone, traccia il simbolo in aria.
Tutto in silenzio: non una parola per il suo rito.
Solo simboli.
La magia si scatena.
Tutte le magie si scatenano.
Il mostro viene avvolto da una apocalisse magica che distrugge tutto il palazzo.
8.
Keeper come può si avvicina a Cassandra, intenta nell’usare i suoi poteri contro
i maghi ed il loro assalto: il castello velocemente cade a pezzi, sotto il peso
del potere di tutti i maghi del regno.
Tutto sprofonda in un caos tremendo, ma Keeper stringe ancora se la sua spada
dorata e la piccola Cassandra.
Le macerie scivolano attorno a loro, mentre vede la follia negli occhi di
Pagolo, di tutti i maghi attorno a se, mentre li vede sprofondare e morire nelle
macerie del castello, che si abbattono come un’onda sugli edifici vicini.
Il concilio non esiste più.
- Dovrei esserne felice, prima di lasciare questo mondo?, pensa Keeper.
Improvvisamente gli ritornano alla mente le ultime parole con Alonzo, su quella
maledetta nave, prima dell’onda. Forse Keeper si è veramente sbagliato a
giudicare Alonzo? I maghi, tutti, meritavano una fine così mostruosa?
- Forse lui no?, pensa amaramente Keeper.
Prima di sentire la sua vita scivolare via, Keeper pensa sorridendo che prima di
morire non pensa a se, ma ai suoi nemici.
Curioso.
Ma mentre tutto il castello crolla, sotto il peso di una somma di magie immensa,
vede qualcuno saltare fuori dalla finestra. Delle ali si aprono sulla sua
schiena. Una sciabola illumina il suo fianco: chi è?
Anche lo sconosciuto lo guarda e sembra terrorizzato da quello che vede.
Perché lui e Cassandra non stanno cadendo?
Keeper realizza che stanno galleggiando in aria, assieme ad un’altra persona.
- Siamo salvi?, domanda Keeper.
Cassandra gli sorride e gli risponde:
- Mi servi ancora, lo sai vero? Tu e la tua spada. Guarda chi c’è qui!
Keeper guarda, chiedendosi come fa la magia di Cassandra a rimanere attiva su di
lui, mentre ha con se la sua spada dorata.
Lilith.
Keeper guarda preoccupato Cassandra e gli chiede:
- Che cosa intendi fare?
- Prendermi quello che mi spetta, ovviamente, gli risponde secca Cassandra.
Lilith si fa forza e gli risponde:
- Vuoi dunque la mia morte, cugina?
Cugina.. curioso, pensa Keeper.. ora sembra di nuovo la Lilith che conoscevo…
Cassandra sorride, mentre alza la mano sinistra, e una sfera di fuoco inizia a
fiammeggiare vicino a lei.
9.
La furia dei maghi.
Lilith osserva disperata le macerie che stanno ancora crollando del castello:
tutto distrutto! La sua camera, la camera di Cassandra, il grande salone, il
trono, TUTTO!
Tutti i maghi morti? Non è possibile.. per colpa sua!!
- E’ colpa tua!! Hai condannato il nostro regno! L’orda ci distruggerà… sempre
che tu non riuscirai a distruggerci tutti molto prima!
Cassandra sembra colpita, Keeper lo vede chiaramente.
Ma da cosa? Cosa è riuscito a penetrare la corazza che è stata innalzata poche
ore prima in quel vicolo, quando ha visto scomparire quel Badrel?
- No.. il mio regno andrà avanti! Hai capito! E’ colpa tua se hai usato la furia
dei maghi!
- Tu sei un mostro Cassandra, non te ne accorgi? Cosa ne sai di quello che
abbiamo passato mentre voi eravate via? Cosa ne sai di come si deve comportare
la regina? Non pensavi altro che a qualche sempliciotto del popolo, invece che
curarti dei tuoi doveri!
Lilith butta fuori tutto d’un fiato.
Cassandra è colpita. Keeper pensa che forse la sua bambina (perché pensa a lei
ancora in questi termini? Vegeta.. guarda cosa fa la tua bambina!) è invincibile
ad ogni arma magica o non, ma non alle parole di chi la conosce veramente.
La magia di Cassandra si indebolisce progressivamente.
Dolcemente Keeper, Cassandra e Lilith finiscono nella piazza della capitale, con
la statua del grande drago nero che li osserva come sempre ha fatto da quando
loro sono in vita.
Keeper mette via la spada.
Non serve più.
Il castello è distrutto, tutti i maghi del concilio, sono morti.
Il regno è veramente finito.. ma non per colpa di Cassandra! E’ stata Lilith! E’
lei la causa di tutto questo?
Keeper guarda Cassandra, gli sfiora i capelli, e vede la sua bambina, non la
strega che è in lei.
- Patetico.
Keeper conosce questa voce: Fabiuzzz.
10.
Cassandra sente delle parole lontane, eppure vicine.
Vede ancora una volta, per la miliardesima volta, l’espressione di Badrel,
mentre viene inglobato da quel mostro: sembra che stesse ascoltando qualcuno, ma
chi?
Cassandra non capisce. Si guarda attorno, e vede quello che è successo.
Realizza, comprende che il regno è distrutto.
Tutti i maghi del concilio sono stati travolti dalla loro stessa furia: chi
difenderà il regno ora?
Prova a muovere la testa verso Lilith, che sembra come rapita da qualcosa dietro
di lei.
- Perché cugina.. perché tutto questo?, pensa Cassandra.
Fabiuzzz.
Cassandra lo vede.
Sente che è li con loro.
Dove è stato finora? Cosa è successo al primo mago Arjuna?
Cassandra scivola ancora indietro, verso un mondo lontano, e sente l’eco delle
sue stesse parole:
- TU! La pagherai.. per tutto quello che ci hai fatto.
Cassandra vede le sue mani che sia alzano, sente il potere scorrerle nel corpo,
sente l’estasi di poter fare qualsiasi cosa: non è forse questo che sognava da
bambina? Poter decidere per tutti..
Fabiuzzz sorride.
Perché?
Keeper gli sferra un colpo con la spada.
Lilith è immobile.
Le macerie.
I maghi morti: Alonzo morto, Pagolo morto. Il primo mago, morto.
Badrel morto.
Perché?
Cassandra sente che qualcun altro le alza le gambe, e si gira.
Perché ha smesso di attaccare Fabiuzzz?
Cassandra vede finalmente.
Zod: é sempre stato in mezzo a loro. Lui sapeva che questo sarebbe successo, e
Cassandra comprende qual è la sua strada.
Salire sulla schiena di Zod, e andare a distruggere l’orda.
Zod, l’enorme drago nero, che come tutti gli immobili ha preso vita, ancora una
volta.
- Andiamo, Cassandra
Cassandra guarda, e vede che Salkaner si è mosso, ha parlato, ha smesso di
sorriderle.
Il suo sguardo è serio, profondo, la sua voce contrasta nettamente con il suo
aspetto: rauca, quasi da vecchio.
- Dove andiamo?, chiede Cassandra con timore
- Tu sei l’araldo, andiamo a fare la volontà del nostro signore, Zod.
Atto IX: Le sciabole cadute
1.
Il drago con un semplice movimento, nel contempo elegante e veloce, scompare
alla vista dei presenti, nelle nuvole sopra Doughermoulth.
Passano alcuni istanti, e alcune delle macerie iniziano a muoversi: iniziano a
sfrecciare verso il cielo delle piccole figure, simili a Salkaner. I bambolotti
reali, servitori di Zod ed intrappolati in quella forma a causa del tradimento
di Vegeta.. alla rottura del patto.
Poi anche dalle case della capitale, come da tutto il regno, ogni statua, ogni
figura un tempo immobile sale in cielo, a formare l’esercito degli immobili.
Seguendo il loro signore, Zod, il drago nero, ed il suo araldo, Cassandra.
La gente comune della capitale, così come di ogni villaggio del regno, di ogni
altra città, osserva stupefatta la scena, ma neppure troppo stupefatta.
In fondo Doughermoulth è un regno governato da un concilio di maghi, e quindi
simili stranezze non sono così impossibili. Il popolo non conosce che cosa sta
succedendo realmente, ma capisce, nel profondo, l’obbiettivo.
L’orda.
Alcune persone scendono nelle strade di città lontane, gridando di fare
attenzione all’orda, che finalmente i maghi hanno scatenato la loro più grande
arma contro di loro! La magia di Doughermoulth!
Immediatamente, gli stranieri dell’orda non comprendono.
Passano alcuni giorni, per loro, durante i quali i servitori dell’orda iniziano
a scomparire: prima alcuni soldati in un villaggio sperduto, poi via sempre di
più: intere guarnigioni, una intera divisione, un’intera armata! Tutti
scompaiono, uccisi dalla furia degli immobili e del loro araldo.
In breve tempo sulla grande carta di Doughermoulth che è appesa vicino al trono
dell’imperatore Alex, compaiono i segni di questo grande attacco, che nessuno
riesce neppure a bloccare per qualche giorno o ora.
L’imperatore è furioso: come può il suo gigantesco esercito, l’orda, arrendersi
contro un gruppo così piccolo di nemici?
Ma un suo servitore, prudentemente, fa notare come gli attacchi siano partiti
dalla capitale, e si dirigano verso un punto ben preciso.
L’imperatore Alex, furioso, impone la parola al suo servitore.
La sua risposta è semplice:
- Si dirigono contro di noi, e contro il nostro imperatore!
2.
Pkrcel sta cavalcando veloce come un fulmine.
Seguire le tracce lasciate dal Zod e dal suo esercito è molto facile: una enorme
striscia nera che distrugge ogni cosa si trovi sul suo cammino.
Pkrcel è terrorizzato, ma sente che qualcosa di ancora peggio succederà se non
riuscirà ad arrivare in tempo, ad avvertire il suo imperatore che deve scappare…
che non può nulla contro quella ragazza.
- Torna dal tuo padrone, servitore dell’orda, e digli di scappare.. forse solo
così il cerchio si può spezzare.. non pensare AGISCI!
Il cavallo è stanco, dopo due giorni di corsa forsennata: Pkrcel è costretto a
rallentare e poi a fermarsi. Scende da cavallo, ed in quella enorme devastazione
che l’orda pensava di conquistare, per rendere l’impero ancora più grande e
potente, cerca un po’ di acqua.
Un piccolo torrente scorre poco lontano.
Non è solo il cavallo ad essere stanco: lo è anche la sciabola destra
dell’imperatore.
Stanco di tutto quello che è successo due giorni fa, nelle macerie del castello.
Pkrcel cerca di cancellare dalla memoria le parole di quello spirito, ma non
può.
- La storia lui l’ha già scritta.. non capisci Pkrcel? Come fai a non ricordare?
Cassandra e Zod vinceranno sicuramente contro Alex, perché così lui ha deciso..
se lui scappa, noi spezzeremo la storia, e con essa, tutto quanto.. e tu sarai
di nuovo libero!
Pkrcel pensa anche all’altro compagno dello spirito, che lo guardava, che gli
ricordava quando un tempo erano compagni: aveva due esempi accanto a se.
Lui, la sciabola destra dell’orda, al servizio degli spiriti?
Pkrcel crolla vicino ad un albero, mentre osserva il suo cavallo che si abbevera
al torrente.
- Perché io? Perché? Cosa vuol dire che io non sono io? Chi sono allora?, urla
Pkrcel.
Il cavallo guarda nella sua direzione, stupito da un simile scatto: guarda il
suo padrone come farebbe ogni servo. Con rispetto, aspettando un suo ordine.
Improvvisamente Pkrcel capisce.
- Non per quello spirito, ma per me stesso e per l’orda.. e anche per
l’imperatore
Pkrcel monta a cavallo, e scatta, continuando a seguire la scia di distruzione
di Cassandra e Zod, il signore degli immobili.
3.
I quattro soldati, sparpagliati, stanno ripiegando come loro ordinato.
La città è solamente una rovina e loro sono solamente gli ultimi sopravissuti.
SteeJans, sciabola in mano, osserva la distruzione causata da quel buffo
esercito comparso in cielo: statue di ogni dimensione, in grado di muoversi e
scatenare l’inferno sulla loro stessa città!
Ma se quelle statue, capeggiate da quell’enorme drago nero, erano l’esercito
posto a difesa di Doughermoulth, perché distruggevano, uccidevano la loro stessa
gente?
SteeJans osserva la distruzione davanti a se, osservando e tenendo per se tutto
il ribollire di mille domande senza risposta: finché Coruja non gli da uno
spintone, e lo sveglia dal suo sogno ad occhi aperti.
- Ehi! Ti decidi a muoverti, SteeJans?
SteeJans non lo vede subito, e ci mette alcuni istanti a focalizzare la sua
attenzione sul compagno. Si guarda attorno: gli altri due stanno bene, e sono
già quasi nelle posizioni prestabilite.
Perfetto.
Da quando erano partiti per quella gloriosa spedizione, loro quattro erano stati
inseparabili: l’orda aveva creato in loro una perfetta macchina per uccidere,
pronta a tutto.
Ma la guerra contro gli odiati maghi ed il loro impero del male si era rivelata
molto diversa da come se l’erano aspettata: SteeJans, dentro di se, sentiva che
c’era qualcosa che non andava.
Loro conquistavano città dopo città nel regno avversario, e venivano accolti
come salvatori, e non come nemici: che la reputazione sulle mostruosità compiute
dai maghi e dal concilio fossero vere?
SteeJans non lo sapeva: un soldato non sa mai nulla, se non che è importante
rimanere vivi.
Coruja, dal canto suo, non sapeva se SteeJans stesse facendo apposta ad assumere
quella espressione pensierosa: come soldato, Coruja pensava che gente come loro
non doveva farsi tante domande.
- Gio, Smrole, venite qui!, disse Coruja
I due soldati, prudentemente, si avvicinarono alla posizione dei loro compagni.
- Trovato un varco dal quale possiamo scappare?, chiese Coruja
Gio Deker, alto, con un’espressione severa anche quando sorrideva, guardò il suo
capitano e disse:
- Si, cioè no: l’esercito nemico è ancora qui.
I quattro si guardarono l’un l’altro disperati
- Ma perché? Li abbiamo visti volare verso ovest, ieri…, dice SteeJans
Coruja zittisce i suoi compagni, li osserva per alcuni istanti, si assicura che
tutti lo stiano ascoltando
- Non fa differenza: i nostri ordini sono chiari. Non abbiamo trovato superstiti
in questa città. Il nemico è tremendo, e per qualche motivo si è fermato.
Dobbiamo approfittarne per scappare!
Smrole, agitato dalla notizia data da Gio Deker, guarda i suoi compagni come se
fosse la prima volta che li vede. Si asciuga il sudore ed il sangue che ormai da
giorni lo ricoprono e dice:
- E’ una pazzia. Quelle statue si sono messe tra noi e la nostra divisione.. se
ci trovano siamo morti!
SteeJans annuisce e cercando di rassicurare Smrole dice:
- Non ti preoccupare.. noi siamo soldati dell’orda, non ricordi?
Una risata proviene da dietro di loro: il gruppetto si volta di scatto e vede
l’intero esercito nemico, formato da un migliaio di statue e piccoli oggetti,
che li osservano, con una espressione d’odio.
Ma non è nulla in confronto al drago nero ed alla donna che si trova sopra di
lei: la sua voce è una calamita per le loro orecchie:
- Voi non siete più soldati dell’orda: siete gli schiavi di Zod.
I quattro annuiscono, mentre sentono scomparire tutto quello che erano, e
sentono che le loro membra cominciano ad irrigidirsi.
- Rinascerete come sui servitori, di Zod e del suo Araldo, proclama Cassandra,
continuando a ridere.
4.
Kwisatz sta camminando velocemente verso la tenda del suo imperatore.
- Deve saperlo.. Pkrcel è scomparso assieme all’intero concilio.. che cosa sarà
successo?, si chiede la sciabola sinistra dell’orda.
Il campo base dell’imperatore ha cambiato negli ultime settimane diverse
posizioni, arretrando avanzando: false informazioni sono fornite perfino alle
più altre sfere dell’orda, per confondere le spie nemiche.
- Se ci trovano, siamo morti, aveva detto l’imperatore.
Kwisatz per la prima volta nella sua vita, lunga trent’anni, aveva dubitato del
potere dell’orda.
- Fortunatamente solo io ero presente quando lui ha detto queste parole.. che
cosa sarebbe successo se .., pensa Kwisatz.
Cosa sarebbe successo se l’orda non fosse convinta di poter vincere qualsiasi
nemico?
Questa era la domanda che Kwisatz non riusciva neppure ad ammettere con se
stesso: non fino a quando non fu davanti al suo imperatore, Alex, la guida
dell’orda.
Sempre sicuro, nella sua armatura, sul suo trono, che osservava stupefatto ed
interessato gli aggiornamenti della mappa, i messi che arrivavano e che
portavano notizie nuove dall’impero e non solo.
Una città assediata, i barbari del nord che ci hanno attaccato a Dwimbar, una
rivolta in un piccolo paese, prontamente soffocata nel sangue, le critiche del
reggete dell’impero in assenza dell’imperatore, Hack-Bnar e così via.
Kwisatz a volte si sorprendeva di come l’imperatore riusciva a rendere tutto
facile: prendete una guarnigione da qui e mandatela là, muovete cinque milioni
di drachi verso questa provincia, voglio il rapporto di quel battaglione.
Evidentemente non era soddisfatto, l’impero non era ancora abbastanza grande per
lui.
- Dimmi, sciabola sinistra dell’orda, Kwisatz.
Kwisatz, tirato in ballo, decise che era tempo di dire tutto all’imperatore, per
l’orda.
- Imperatore, è una questione della massima importanza.
Alex, da sempre attento ad ogni consiglio delle sue due sciabole, mandò a quel
paese cinque o sei messaggeri con chissà quali importante questione, e decise di
prendere con se Kwisatz e andare fino al piccolo stagno vicino all’accampamento.
Kwisatz non disse nulla, come l’etichetta prevedeva: l’imperatore per un po’
resto silenzioso, soprattutto quando alcuni soldati lo videro passare senza
scorta.
Quando videro Kwisatz e la sua sciabola d’argento, capirono al volo.
L’imperatore non voleva essere disturbato.
5.
I due, Kwisatz e l’imperatore, come due normali soldati si sedettero al bordo
dello stagno, ammirando la lucentezza delle sue acque.
- Parla, ordinò Alex.
Kwisatz riorganizzò per alcuni istanti i pensieri, e cercando di essere il più
diretto possibile, disse:
- Pkrcel è scomparso: non riceviamo nessun rapporto da lui ne dai suoi contatti.
Sappiamo che la fortezza principale di Doughermoulth è crollata, uccidendo tutti
i maghi del concilio: rimangono solamente i pesci piccoli, adibiti al controllo
delle zone più lontane dalla capitale, ma di quelli si possono occupare i nostri
assassini. E…
- E cosa?
- Imperatore, .. l’esercito nemico, si è fermato a Mirtul.
Alex osserva attentamente la sua sciabola sinistra: quest’uomo all’apparenza
insignificante si è meritato la sua fiducia dopo molti anni di servizio, per la
precisione otto. Non ha mai sbagliato.
Ma dove è finito Pkrcel e perché i nemici si sono fermati a Mirtul?
- Dammi la tua valutazione, Kwisatz, subito.
Kwisatz abbassò lo sguardo, verso lo stagno sotto di loro, cercando un appiglio
per i pensieri che erano appena al di là della sua coscienza e quindi della sua
parola.
- Abbiamo spostato il nostro campo base, confuso le loro spie, distrutto ogni
altra statua di questo maledetto regno che non si fosse ancora mossa. Forse sono
confusi.
- Lo sai che non è così, vero Kwisatz?
- Imperatore…
- Non nascondere la verità al tuo imperatore, Kwisatz: tu sei la mia sciabola
sinistra, ed assieme a Pkrcel sei la persona di cui mi fido di più, parla.
- Loro non sono confusi. Il loro potere è grande e forse nemmeno l’orda può
nulla, dice Kwisatz rannicchiandosi dentro di se, in quel piccolo luogo dove
tutti i suoi doveri non lo possono raggiungere.
- Sei stato tu a dirmi che non devo pensare una cosa così, non ti ricordi?
Kwisatz tace, osserva il suo imperatore, e quando arriva la consapevolezza di
quello che vuol fare, è troppo tardi. Fargli cambiare idea è un lavoro lungo e
complesso, della durata di settimane: ancora una volta, il tempo non è
abbastanza.
- Vedo che hai capito. Faremo così: l’orda si muoverà in massa contro l’esercito
nemico e li distruggeremo. Quelle statue non sono invulnerabili, questo è stato
già provato, giusto?
Kwisatz non può dire nulla, l’imperatore ha deciso, per lui, per l’orda, per il
futuro dell’impero.
- Bene. Muovi tutte le armate: entro una settimana voglio avere Mirtul e quelle
statue distrutte: io sarò là in mezzo, a distruggere personalmente quel drago
nero e la ragazza
Kwisatz per un istante sente un eco lontano, ma è solo una sensazione:
- Come era stato scritto..
6.
Pkrcel sta procedendo a piedi: il cavallo, sfinito, è morto per colpa di un
piccolo fantoccio animato: un soldato dell’esercito di Zod.
I movimenti di Pkrcel sono veloci, silenziosi: utilizza l’arte delle sciabole
per nascondere la sua presenza ai nemici, e non solo a quelli.
Le ali sono inservibili, dopo lo scontro con quello spirito malvagio: Fabiuzzz,
se Pkrcel ricorda correttamente. Distrutte da un suo singolo colpo: ma perché lo
aveva attaccato?
Di nuovo Pkrcel si ferma, bloccato dai fili che lentamente assumono una forma,
una sostanza, un senso: voleva rallentarlo per fare in modo che non arrivasse in
tempo.
Allora le parole di quello spirito, della ragazza tremante dal terrore, del suo
compagno, del reggente Keeper, di tutti loro erano vere: solo spezzando la
storia, era possibile uscire.
Ma da cosa?
Pkrcel non l’aveva capito, non riusciva a comprendere come potesse essere
prigioniero e dove: la sua lealtà andava al suo imperatore e a nessun altro. Se
fermare l’imperatore voleva dire la distruzione dell’esercito nemico, questo
bastava a Pkrcel.
Se fosse arrivato in tempo.
Ricominciò a correre, perso nei pensieri: la sua memoria prodigiosa gli
suggeriva qualcosa, un piccolo nesso che era al di là della sua coscienza e
della sua parola: con l’aiuto dell’altra sciabola, Kwisatz sarebbe riuscito
facilmente a far emergere quel particolare.
- Forse…
Il colpo fu veloce e deciso.
Pkrcel lo schivò per puro caso.
Quattro statue, di forma vagamente umana, lo avevano attaccato da quattro
direzioni diverse, dall’alto, sbucando fuori dalla terra, da dietro e da un
lato. Pkrcel però aveva avuto una piccola via di fuga.
Il braccio era ferito, ma la sua sciabola è già estratta, puntata verso i suoi
nemici.
- Non vi conviene
I quattro lo guardano, sorridono, e dicono, insieme:
- Gio Deker, Coruja, SteeJans, Smrole. Per Zod, e per l’Araldo, tu sciabola
dell’imperatore nemico, devi morire.
Pkrcel era sorpreso: non erano dei semplici fantocci animati, come il resto
dell’esercito di Zod. Qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo!
Pkrcel capì, quando i fili si unirono, assunsero un senso nella sua memoria
prima, e poi nella sua coscienza.
- Voi siete soldati dell’orda: non siete uccisi dal nemico, ma resti schiavi!
I quattro, statue di un materiale indefinito, scomparvero e Pkrcel riuscì a
pensare solo a quello che stava per succedere all’orda stessa.
- Trasformata in un’ulteriore arma per Cassandra…, sussurrò
Poi, la battaglia infuriò.
7.
Zod stava guardando compiaciuto il suo araldo. Si crogiolava al suo tocco,
mentre lei lo accarezzava. Apprezzava un simile trattamento: nessuno degli
immobili osava o poteva farlo, tranne l’araldo.
Cassandra.
Lei gli sorride felice, mentre osserva i servitori del suo padrone che si
sistemano nella città-trappola per l’orda. Li tutto sarebbe finito, e
rigenerato, un nuovo e potente esercito avrebbe marciato alla conquista di tutti
i regni.
E lei, Cassandra, era lì, davanti a loro: la guida, il generale, l’araldo di
Zod.
Il suo volto, il suo corpo restavano quelli di sempre; ora però una sfarzosa
armatura di scaglie del drago nero, copriva il suo corpo: non le impedivano il
movimento e sottolineavano la sua importanza.
Salkaner, come sempre, era accanto a lei: il suo sorriso era scomparso, si, ma
ora c’era uno sguardo penetrante, sicuro.
Zod si mosse con il suo enorme corpo: anche se era il dio degli immobili, aveva
bisogno di un attimo di riposo, ogni tanto. Questo non significava che
certamente che non era pronto e attento, ma godeva nell’ascoltare i discorsi dei
suoi immobili, facendo finta di dormire.
Sentire i rapporti dei movimenti dell’esercito dell’orda, già in marcia verso
Mirtul, mentre veniva avvistata una compagnia a Vartagh, un gruppo in
esplorazione a Ehrnum, una piccola battaglia, vinta ovviamente dagli immobili, a
Natan.
Tutto come era stato scritto, come Zod voleva: il patto onorato dalla famiglia
di Vegeta, la strega, il suo araldo vicino a se, e tutti i suoi servitori di
nuovo liberi.
Si, decisamente Zod ama questo momento.
- Cassandra, cosa stai pensando?
La domanda di Salkaner poteva sembrare banale, ma l’ex-bambolotto reale sapeva
che suo era il compito di controllare l’Araldo, sempre. Se l’araldo non era
pronto per il suo compito, nonostante Salkaner, quando era una semplice bambola
di pezza avesse fatto un ottimo lavoro, beh, Salkaner non osava pensare cosa
sarebbe potuto succedere.
- A questo, rispose Cassandra indicando l’enorme esercito dinnanzi a se, pronto
a muoversi, a distruggere al comando del suo Araldo.
Le truppe erano comandate dai servitori originari di Zod e non dai soldati
dell’orda trasformati finora: i loro maggiori poteri garantivano la perfetta
efficienza in ogni situazione dell’esercito degli immobili.
Salkaner sorrise. Per un singolo, importantissimo attimo, ritorno a quella
espressione che Cassandra conosceva così bene: così era stato scritto, che
Cassandra doveva tornare per un po’ quella che era, per mettere alla prova il
suo spirito, per vedere se, nel momento decisivo, non avrebbe tradito.
L’effetto, per Cassandra, fu devastante: si trovò, senza saperlo, vicino alla
grande statua del drago nero che dormiva (o faceva finta?) e Salkaner davanti a
se, che la guardava.
- Dimmi chi sei, Cassandra.
La risposta non fu facile.
8.
La figlia del re Vegeta, la principessa, la regina di Doughermoulth.
- Io …, balbettò Cassandra
L’araldo di Zod, la strega, la regina degli immobili, destinata a governare per
sempre su tutti i regni
- Io sono…
La bambina di Keeper, il reggente, che la trattava sempre come fosse un infante.
- Io sono Cassandra..
La cugina di Lilith, con cui parlava di tutto, con cui condivideva tutto, una
cugina che aveva cercato di ucciderla.
- Io sono Cassandra, l’araldo…
Una persona imprigionata in un mondo straniero, estraneo alla realtà,
artificiale, come aveva detto Lark, lo spirito, un amico? Come poteva accettare
che la sua vita fosse un falso?
- Io sono Cassandra, l’araldo di Zod….
Amata solo da Badrel, per quello che era, non per il suo titolo, non per il suo
potere.
Ma Badrel non c’era più, non ci sarebbe stato mai più, ucciso da un mostro che
proprio lei aveva ucciso.
Salkaner continuava a sorridere, come un tempo, ma poi la sua espressione
cambiò. Divenne un ghigno, ed i suoi occhi rotearono in posizioni inumane.
Cassandra sentiva le parole dell’ex-bambolotto reale, e non capiva, non voleva
tornare ad essere quella di prima, schiacciata dal controllo di qualcun’altro
- Perfetto, tu sei l’araldo di Zod, non te ne dimenticare.
Cassandra sprofondò ancora una volta in quell’abisso dentro di se, mentre
qualcun altro prendeva il suo posto, mentre ordinava a Salkaner di stare zitto e
per sfogare la rabbia distruggeva un palazzo, poco lontano.
- Io sono…
Il drago nero parlava.. la sua voce potente, il suo aspetto che incuteva
terrore, il suo tremendo potere: eppure Cassandra, l’altra, gli parlava
sprezzante, sicura, senza timori.
Alla statua che era nella piazza principale?
Poi una luce si accese nella sua anima, qualcosa che non poteva aver paragone in
nessun luogo.
Sentiva una luce lontana, distante.
Che si faceva sempre più vicina.
- Cassandra!!!!!!!
- Cassandra!!!!!!!
- Cassandra!!!!!!!
- Cassandra!!!!!!!
- Cassandra!!!!!!!
- Sono io! Svegliati!
- Non risponde.. è stata dentro troppo tempo..
Un’altra voce.
Poi una luce. Vicina. Delle parole amiche. Un volto amico: Keeper.
Delle luci.. ma non torce o il sole, qualcos’altro. Si stavano muovendo.. una
carrozza..
Poi, qualcosa dei tuoni, come sopra la testa.
9.
L’esercito dell’orda, come era stato scritto, arrivò un settimana dopo.
Mirtul divenne un’unica battaglia, un vorticare di colpi, di sciabole, di poteri
occulti in azione.
Nel caos, però, si notava una ragazza, rinchiusa in una armatura nera, che
guardava il nulla, l’assoluto.
Per chi le stava intorno era solo un fantasma: un simulacro di quello che era un
tempo.
L’araldo non c’era più.
Eppure gli immobili ancora vincevano, si battevano con grande potere, guidati
dal nuovo araldo, Salkaner.
Zod, sopra di tutti, cercando la sua preda: eccolo.
L’imperatore Alex, con la grande sciabola al suo fianco, ed i suoi uomini.
Non una parola: perché, si chiese Salkaner, sprecare tempo contro un moscerino?
I soldati dell’orda furono abbattuti in pochi istanti, attorno all’imperatore.
Tutti tranne uno, che riusciva a tenere a bada una decina di immobili: Salkaner
richiamò l’informazione su di lui, e comprese all’istante. Era Kwisatz, una
delle due sciabole dell’imperatore.
Una seccatura, ma c’era ben altro di cui occuparsi.
Zod scaricò il suo alito fatto d’acido liquido su Alex, distruggendo in un sol
colpo la sua armatura ed ustionandolo gravemente.
Era ancora in piedi.
Zod, irritato, sbagliò di proposito i successivi colpi con gli artigli, per
soddisfare un momento che sarebbe stato altrimenti fin troppo breve.
Questo fu il suo vero ed unico errore.
L’altra sciabola, Pkrcel, spuntò dal nulla, prese l’imperatore, il signore
dell’orda nelle sue braccia e volò lontano.
Zod, questa volta veramente irritato, volò alla massima velocità dietro di lui,
allontanandosi dalla battaglia sotto di se.
Salkaner aveva un primo bilancio degli scontri: il novanta per cento dell’orda
distrutto. Il resto in fuga, dopo la morte di Kwisatz, e la scomparsa del loro
imperatore.
- Come era stato scri..
Il pensiero rassicurante di Salkaner, che sempre negli ultimi
milleottocentosessantatre anni lo aveva rassicurato fu bloccato. La realtà che
gli stava davanti non era stata prevista.
Uno spirito, bloccava il passo a Zod e lui.
- Qui, la storia la scriviamo noi, hai SENTITO?, urlò Lark al vento.
10.
Il vento stava ascoltando, però.
Lui era davanti ad un terminale, con il visore sugli occhi.
Anni di lavoro buttati: tutto scritto fin nei minimi dettagli, per rendere la
storia interessante fin all’ultimo istante. Tutto distrutto da Lark e dalla loro
intrusione.
La prima era stata una semplice prova, ora lo capiva.
- Hanno provato il meccanismo, hanno valutato le mie reazioni, pensò amaramente.
Avevano parlato a Keeper e Cassandra, su quella montagna.. le loro parole però
non erano un colpo definitivo, ma solo uno squarcio.
Lui aveva dovuto cambiare in poche ore parte della storia, muovere Fabiuzzz
verso un percorso alternativo, verso qualcosa di lontano, un binario nuovo.
L’orda era stata annientata, certo, ma quello non era un problema per loro.
- Maledetti.. cercate di salvare solo chi può cambiare la storia, vero Lark?
La sua rabbia era palpitante, vibrate.
Si tolse il visore, e lo scagliò dall’altra parte del lussuoso salotto.
Guardò fuori dalle finestre, le splendide montagne attorno a se, innevate,
isolate, calme e inarrivabili.
Tutto tranne quello che voleva in quel momento.
Poi, il piano si delineò nella sua mente:avevano scollegato Cassandra, Keeper,
Lilith. Ma solamente loro.. e dovevano.
- Certo! Avranno lasciato una traccia!
Accese il videofono, chiamò i cacciatori.
- Voglio che mi li troviate, mi sono spiegato?
Spende il comunicatore.
Ora era la volta di Elwood.
Se lo trovavano, allora si, sarebbe stata la fine del progetto: gli americani
non avrebbero mai avuto bisogno di un fallimento, si ricordò.
Riaccese il comunicatore, ed il volto di Saan Raal comparve immediatamente.
- Si?
- Hai trovato Elwood, Saan?, chiese
- Non è molto lontano dalla mia posizione.. , rispose Saan.
- Trovalo Saan,.. capito.. trovalo ed UCCIDILO, mi sono spiegato? Voglio la sua
testa.
Saan sorrise, e mentre spegneva il comunicatore disse:
- Si, Gornova, sarà fatto.
Atto X: Tutto quanto, infine
1.
Keeper si guardava attorno, spaesato.
Non ricordava nulla, e tutto gli sembrava alieno, distante: pensava agli ultimi
istanti, alle parole di Lark, lo spirito.
Ma Lark non era uno spirito! Era un essere umano come lui e Cassandra.. e stava
parlando a qualcuno davanti a loro: qualcuno che era fuori dalla sua vista.
Si sentiva debole, molto debole, ma sentiva vicino a se il corpo di Cassandra
percorso da fremiti, come se non stesse affatto bene
- Fate.. qualcosa.. Cassandra!, disse balbettando Keeper.
Lark si girò di scatto, alle parole dell’amico, e lo guardò in faccia: capelli
corti, come tutti quelli che erano connessi, ma il suo solito sguardo, quello di
un tempo, curioso e allo stesso tempo arrogante.
Cassandra stava male, e presto anche Keeper sarebbe stato molto male: la crisi
sarebbe iniziata, e forse sarebbe durata un giorno, o forse più.. dipendeva da
persona a persona.
La macchina dove sono sbanda da un lato: Lark alza lo sguardo, e osserva dietro
di loro: l’inseguimento non è ancora finito, anche se Myzael sta facendo del suo
meglio, forse non sarà ancora abbastanza.
Lark sa che ha bisogno di tempo, per spiegare a Keeper, Cassandra e Lilith
quello che dovevano fare.
- Lark, dove andiamo? Ne abbiamo dietro due, e la mia pistola è scarica
- Lo so, Myzael.
Silenzio.
Lark sapeva in quale grande rischio erano finiti: non tanto per le macchine che
li inseguivano, ma per la perizia con cui li avrebbero perseguitati, finché
loro, stremati, non si sarebbero arresi.
- Lark!, disse Myzael, svegliando il compagno dai suoi pensieri.
- Vai in città, ci nasconderemo lì, per ora…, disse Lark
Myzael iniziò ad accenerare, e dopo una decina di incroci, imboccò l’autostrada.
Per ora erano salvi, avendo facilmente seminato i loro inseguitori, ma tutto
ancora doveva succedere.
Lark intanto, cercava come poteva di calmare Cassandra, non notando
l’espressione immobile di Lilith.
2.
La luce entrò nei suoi occhi come una freccia: un dolore immenso, fulmineo,
unico, in un solo punto.
Poi più nulla.
Un grido emesso senza voce, in uno spazio vuoto.
Sentiva di essere di nuovo se stessa, ma sentiva anche che c’era qualcuno altro.
Il suo nome era Raiden.
Tremò. Il nome di uno degli spiriti.
No. Il nome di un prigioniero come lei.
Cassandra si mosse verso Raiden, raggiungendolo facilmente, osservandolo,
cercando di capire.
Poi Keeper, e Lilith, accanto a loro.
Assieme ad altri due.
Lark, il primo, lo spirito maledetto, diceva che la sua vita era un falso che
non esisteva, che non c’era mai stata, che lei era un’altra persona.. non era la
spietata strega, l’araldo di Zod, il mostro che governava tutto il regno.
Diciasette anni di vita spazzati via così?
Lark non poteva capire che cosa voleva dire per lei, anche solo per un istante,
considerare seriamente le sue parole, dette seriamente su quella montagna: con
lui e Keeper a fare le due voci della sua coscienza.
Alonzo era morto, per colpa di Lark.
Necessità. Questo chiamava Lark quanto aveva fatto.
Ingiustizia, era la parola che usava Cassandra.
Poi.. tutto quello poteva essere un inganno, giusto? Lark, lo spirito.. poteva
aver sufficiente potere per creare una menzogna come quella che pochi istanti
(giorni?) prima aveva vissuto.
Ora era lì.
Ma c’era qualcuno altro.
Myzael. Non era Lark, questo è certo.. ma Cassandra vide i suoi occhi, sentiva
quello che diceva.
Diceva che Lark aveva agiuto per il meglio.
E’ il meglio uccidere una persona? Per svelare una menzogna.. perché lei non era
morta.. perché Lark l’aveva risparmiata?
3.
- Perché tu, Cassandra assieme a Keeper e Lilith potete cambiare la storia che
lui ha deciso.. comprendete ? Riuscite a capire l’importanza di tutto questo?
Molti di quelli che frequentavano il Nucleo sono connessi senza più sapere della
realtà.. ma voi potete liberarli, andando contro la storia che Gornova ha
scritto.. riuscite a capire la vostra importanza?, disse tutto in un fiato Lark.
Cassandra sedeva su un vecchio divano, stretta in una coperta di un materiale a
lei sconosciuto: teneva in mano una tazza di un liquido scuro, oleoso, con un
aroma molto strano.
Keeper le era di fianco, appoggiato su una sedia, pronto a scattare, anche se
non sapeva che cosa poteva fare o dire.
Lilith era immobile, seduta perfettamente su una sedia: guardava nel vuoto, in
alcuni istanti, ma era cosciente.
Tuti e tre con i capelli tagliati a zero, profonde occhiaie e muscoli
intorpiditi.
Lark e Myzael erano davanti al loro, vicino al terminale.
Iniziarono a spiegare tutta la storia dal principio: di come tutto fosse
iniziato come un gioco, ma di come alcuni, compresi loro due, avessero iniziato
a trascurare le loro vere vite per quel “gioco”.
Furono Snogar, Elwood e Gornova, però a trovare il modo per mantenere in vita
una persona mentre era connessa: un obbiettivo che permetteva a chi si
connetteva di avere una nuova vita.
Lo tre, spiegò Myzael, avevano fatto questo: avevano scelto di rimanere
connessi.
Tutti rimasero in silenzio.
Il primo a parlare fu Keeper.
- se è vero quello che dite, e questa non è una illusione di qualche mago..
perché ci avete fatti uscire? Io, o meglio, quello che ero un tempo, avevo
scelto da solo di entrare.. avrò avuto i miei motivi!
Le parole del reggente, prima deboli e confuse, diventarono via via più forti,
quasi un urlo.
Lilith guardò avidamente Lark, per alcuni istanti, ed annuì.
Lark inspirò a fondo, cercando di fargli capire, anche se era molto difficile
che comprendessero:
- Perché siete stati ingannati.. una volta connessi il “gioco” diviene una
droga.. riuscite a capirlo? Voi non volevate essere sconnessi perché erava
assuefatti.. e vi siete dimenticati quelli che eravate un tempo! Keeper.. hai
dimenticato gli anni all’università con Gornova, o tu Lilith, non ricordi il
vero volto di Salkaner.. non di un pupazzo.. il suo volto umano! Tu lo
conoscevi!
Un attimo di pausa.
- non solo per voi, ma anche per chi è morto a causa di questo progetto.. Max..
ed Elwood che viene braccato da quegli psicopatici dei cacciatori.. non capite?
Lark li guardava disperato, non riusciva a trovare le parole giuste, per
spiegare quanto stava succedendo.. e la loro importanza.
Myzael intervenne.
- Lark, non ci vogliono aiutare, questo è ovvio. Ma non potete comunque rimanere
sconessi per così tanto tempo: sono già passati due giorni, nei regni, e voi
dovete rientrare ora, o morirete. Non fate quelle faccie.. se non mi credete, vi
dico che morirete sia qui che lì, perché siete come drogati.
Myzael guardò Lark per alcuni istanti:
- Lark, rimettiamoli dentro: li connettiamo e poi scappiamo da questo magazzino.
Gli uomini di Gornova li troveranno sicuramente e faranno in modo che stiano
bene. Sono troppo importanti per lui.. noi troveremo un altro modo.. forse
Elwood, se è ancora vivo, o Giobbe.. non importa. Non possiamo obbligarli a
crederci.
La lucida consapevolezza che Myzael aveva ragione fece infuriare Lark, che
lanciò tante di quelle parolaccie contro la loro situazione, che quando finì, si
buttò su una branda di fortuna che avevano con loro, e maledisse tutti quanti..
Elwood compreso.
4.
Elwood, dopo la telefonata di Gornova in autostrada, si stava muovendo a piedi,
senza dare nell’occhio, in un piccolo centro della pianura. Aveva abbandonato il
celluare il giorno prima, appena dopo la telefonata.. ma sapeva, dentro di sé,
che Saan l’avrebbe trovato, era questione di tempo.
Il portatile era sempre nel suo zaino, che premeva freddo contro la sua schiena:
il giorno si alzava debolmente ad oriente, e la perenne nebbia era già alta.
Elwood si sentiva affamato, infreddolito per la notte passata all’esterno, ed
era stanco, molto stanco.
Il paesino nel quale si trovava aveva un piccolo bar, una chiesa ed una manciata
di case: nulla di più.
- Forse è tutto quello che mi serve, pensò Elwood.
Pago il barista, e gli disse che gli serviva la linea telefonica per usare il
computer. L’uomo, sulle prime non capì ed Elwood dovette faticare un bel po’ per
far capire all’uomo che aveva scritto sulla targhetta Paride che cosa voleva
esattamente.
Alla fine Elwood convinse Paride con gli ultimi euro rimasti a prestargli il
locale sul retro.
Mentre il portatile partiva, Elwood ripensò a quanto stava per fare:
- Mi troveranno.. questo è certo. Ma non troveranno mai quanto contiene questo
portatile. I sorgenti del progetto, l’unico modo per trovare i meccanismi che
usa Gornova per cambiare la storia… li nasconderò nella rete, per fare in modo
che nessuno li trovi.
La costellazione si inizializzò e per una volta, Elwood esultò: dal suo visore
poteva vedere l’immenso flusso di dati della rete, anche se era in quel buco di
mondo immerso nella nebbia.
Spedì i da ti su milletrecentoventisette locazioni diverse e poi si concentrò
sul passaggio successivo: voleva entrare.. se il suo portatile era bloccato, lo
poteva fare dopo un facile hacking su una macchina, che solo dopo qualche ora
lui avrebbe rintracciato.
- Ci sono
Finalmente, Elwood era di nuovo dentro, sulla cima della montagna.
5.
Saan lo trovò facilmente. Come un ombra fece fuori il barista, qualche
avventore, e chiuse per precauzione il locale.
Gli era venuta una idea, quando vide cosa aveva fatto Elwood.
Gornova aveva detto che voleva la sua testa, ed Elwood morto.. ma non aveva
accennato che lui non si potesse divertire un po’ prima di farlo fuori.
Soggnignò, mentre si affiancò alla sua vittima, si mise il visore, ed iniziò a
interpretare il suo ruolo nei regni…. Un ruolo che da molto tempo non faceva
più.
Saan, il signore delle ombre.
Subito vide, che come era stato scritto, Kas era morto, ucciso da Cassandra
quando aveva assorbito dentro di se Badrel: tutto questo era servito, e Saan lo
sapeva bene, per svegliare la vera Cassandra, l’araldo.
Saan però non era soddisfatto: non era vicino ad Elwood, ma solo nei sotterranei
della capitale dell’impero.. il reggente Hack-Bnar e tutti i suoi fantocci erano
in costernazione per le notizie che arrivavano dal fronte: l’orda distrutta,
l’imperatore scomparso, la sciabola Kwisatz scomparsa, forse morta, come del
resto la sciabola Pkrcel.
Ma la cosa che più irritò Saan fu il constatare che le ombre non avevano fatto
nulla.
Qualcuno le aveva bloccate, prima che potessero fare la loro parte nella storia
dei regni: Gornova.
Le nuove istruzioni sul ruolo delle ombre furono rapide, facili da assimilare,
ma nello stesso tempo una prigione per Saan, che si dimenticò della sua
missione, del suo obbiettivo a meno di un metro da lui, e diventò integralmente
il signore delle ombre.
Mentre svegliava tutti i suoi agenti dormienti nei regni, Saan già pregustava il
suo compito.
La distruzione totale.
Non atteva altro da molto tempo, che scatenare il ragnarok, che gli ignoranti
dell’orda consideravano una divinità e non quello che era.
La fine di tutto.
6.
Myzael e Lark scapparono come mai fecero in seguito, lasciando Keeper, Lilith e Cassandra al loro destino, quello che avevano scelto.
Lark
sentiva che non era quella la strada giusta.. ma cosa potevano fare in due
contro di loro? I cacciatori sarebbero presto arrivati, avrebbero preso le loro
prede.. e forse si sarebbero accontentati, no?
Avrebbero dimenticato Lark e Myzael per sempre?
E così fu, quasi.
King Arhur lì trovò per primo, in un vecchio magazzino nei dintorni di Nuova Venezia, collegati ai terminali.. e subito liberò Joliet, che si lanciò subito all’inseguimento di Lark e della sua banda, dimenticandosi subito del suo compagno.. un lavoro era stato portato a termine, e così bastava, no?
- Degli altri, nessun segno, pensò tra se e sé King.
Prese allora il cellulare, e cercò in elenco il numero di Gornova.
- Si, li ho qui davanti a me. Capisco. Saan è già entrato? Va bene.. faremo così. Come vuoi. Ma see, non ti preoccupare, ci penseranno gli altri. Si. Ok. Chiudo.
- Non è mai di tante parole, pensò King tra sé e sé.
Ma a lui non importava nulla di questa faccenda. Chiamò chi di dovere, un gruppo di americani di cui Gornova si serviva li a Venezia, e lasciò il posto. Non gli piaceva affatto avere intorno quella gente, e men che meno doverci parlare.
- Che si arrangino, pensò King.
King arrivò una mezzora dopo all’interno del terminale protetto li a Venezia. Il Nucleo era ancora un esperimento, un gioco per pochi bambini viziati, così lo amava definire King. Neppure un centinaio.. eppure la voce, per canali protetti nella rete, si era sparsa. Tanto che gli americani ci volevano mettere su la mano.
- E
Gornova sta schiattando, cercando di trovare un finale alla sua storia, non è
vero, vecchio scrittore!, urlo King al vento.
Ma nessuno gli rispose, King sospirò, si adagiò sulla speciale poltrona, e si
mise il visore.
Ancora
una volta la costellazione venne inizializzata, il segnale trasmesso.
Lui era al suo posto, nella sala del trono, ma qualcosa era cambiato, durante la
sua assenza, di neppure un mese.
Solamente rovine attorno a lui. E la statua di Zod era scomparsa.
Ancora una volta Vegeta, o King Arthur, come lo volevate chiamare, era pronto al suo ruolo.
Quello di re di Doughermoulth.
7.
Keeper riemerse da un sogno durato una esistenza, o due, o tre.
Cassandra e Lilith erano attorno a lui, sulla montagna. Ma c’era qualcun altro.
- Uno spirito?, pensò subito Keeper, e con un semplice cenno della sua volontà, la sua spada dorata gli comparì di nuovo in mano, come se nulla fosse successo.
Keeper aprì un occhio, timoroso, e lanciò uno sguardo allo sconosciuto.
Il suo aspetto non gli diceva nulla: capelli castani corti, spettinati, vestito come un mago, con una strana tonaca con un simbolo nel mezzo, come un 8 rovesciato. Ma non aveva importanza, decise Keeper, mentre si gettava verso di lui.
Combatterono per alcuni istanti, mentre tutto procedeva secondo copione, e la spada di Keeper si fermava solamente un istante prima che riuscisse ad aprire la sua gola, gettando tutto il sangue dello sconosciuto a terra.
- Chi sei?, gli intimò Keeper.
Lo sconosciuto rispose con dei sordi gorgoglii, delle parole appena abbozzate, ma si riprese, in pochi istanti, mentre Keeper, pensava ancora una volta che tutto questo era pazzesco. Poteva essere un mago della casta dei nomi, pronto a fargli la pelle con una sola parola.
- Lascialo andare, Fenice Bianca, gli disse Cassandra.
Keeper la guardò. Guardò la sua regine, ricordò quello che era diventata: una strega in grado di padroneggiare poteri al cui confronto quelli di Alonzo o di Arjuna, o dello stesso Master Souze, maestro di Alonzo, erano nulla.. forse lo stesso mago che aveva forgiato la spada dorata, Diablo, non poteva nulla contro la strega.. ma prima di tutto era una bambina che aveva deciso di proteggere, e così fece.
Si allontanò dallo straniero, lasciandolo per terra, ma controllandolo con la sua spada dorata.
Cassandra, controllata da lontano da Lilith che ancora non aveva osato rivolgerle la parola, non dopo quello che le aveva fatto (ancora il medaglione le premeva sul petto.. gelido e rovente come il sole stesso allo stesso tempo), decise che era tempo di costruire, aiutare, ascoltare, invece che distruggere, mentire e usare le parole come armi.
- Chi sei?, gli chiese Cassandra, mentre lo aiutava ad alzarsi.
Lo
sconosciuto, un po’ frastornato, si guardò attorno, cercando un appiglio, su
quella gigantesca montagna, e vide, molto lontano qualcosa, che si levava, con
precisione, puntualità, cadeva, e continuava a cadere.. oltre il bordo del mare
stesso..
- Non lo so.., io …, rispose riluttante lo straniero.
Keeper, intervenne mentre si stava guardando attorno a sua volta dicendo:
- Basta,
Cassandra, abbiamo bisogno di riposo.. questo luogo.. mi sembra di conoscerlo..
sembra la stessa montagna che abbiamo già visitato tempo prima!
Tutti e quattro, Cassandra, Keeper, Lilith e lo straniero, si guardarono
attorno, cercando di capire dove erano. Ai piedi di una rupe, immersi in una
foresta di conifere, ma con poco lontano una radura, e dei cervi che incuranti
della loro presenza continuavano la loro esistenza..
- Dopo Keeper.. ma tu.. mi ricordi qualcuno.. da dove vieni?, chiese ancora
Cassandra allo straniero.
Lo straniero, usò le mani per ripulire la sua veste, e solo allora vide l’8
rovesciato che era disegnato su entrambi i lati della stessa. Quella forma era
ipnotica, portava in un ciclo che sembrava infinito…
Capì, anzi ricordò quale era il suo ruolo in tutto questo.
- Io sono
Elwood, il custode del tempo, Regina Cassandra, e sono qui per aiutarvi contro
gli immobili, affinché siano per sempre distrutti.
8.
Quando raggiunse il secondo, gli lanciò il cadavere senza vita del primo con il
minimo sforzo che i suoi muscoli potenziati gli garantivano.
Il cadavere arrivò a pochi metri di distanza dal fuggitivo, che inutilmente
aveva raccolto pcoo prima l’arma dell’amico, e ora la stava usando contro di
lui.
Come se potesse fargli qualcosa.
Come se potesse ferirlo.
-
SMETTILA, LARK!, disse perentorio Joliet.
E Lark realizzò che era davvero finita, una volta per tutte. Myazel era morto
stecchito.
Era inutile scappare, continuare una fuga senza senso. Nessuno gli credeva,
nessuno lo avrebbe aiutato, e forse sarebbe stato meglio tornare al proprio
posto? Forse.
L’illuminazione per un attimo colpì Lark. Nulla poteva essere fatto da fuori. Ma da dentro? Si.. Lark ponderò per istanti molto lunghi quello che doveva fare, come doveva muoversi.
E lo fece.
Implorò Joliet.
Joliet non era impazzito come Saan, ma non era neppure uno stupido.
Non si lasciò incantare, e con due calci ben piazzati gli spaccò una gamba ed un braccio: Lark urlò di un dolore immenso, ma non dimenticò che cosa doveva fare.
Doveva implorare Joliet.
Doveva ricordargli tutto quanto, tutto quanto, e implorarlo di farlo entrare ancora una volta.
In seguito, quando Gornova avesse saputo della cosa, Joliet era CERTO che avrebbe subito una dura punizione. Ma come King odiava gli americani, lui odiava fare esattamente quello che gli veniva detto. Gornova aveva detto di prendere Lark, ma non gli aveva detto dove o come.
Joliet trascinò Lark nella macchina, prese una strada isolata, e arrivò nello stesso appartamento protetto dove era collegato King.
Anche Joliet voleva avere la sua parte nella storia.
Così collegò Lark, dolorante e quasi morente ad un visore, e poi si collegò a sua volta.
Non sapeva che non ne sarebbe mai uscito vivo, questa volta per sempre.
9.
Lark esultava.
Quando i programmi di Gornova cercavano di cambiarlo lui esultava, perché aveva lasciato solamente una piccola parte di se in quella porta.
Si era rifugiato in una delle sue piccole porte di accesso, pronte per ogni evenienza, nascoste ad ogni cosa. Pronte per un momento come quello, in cui la storia aveva bisogno di ampie modifiche, di più di una mente pronta a portare il proprio apporto.
Lark si mise in cima alle macerie del castello, da dove una volta controllava tutto e tutti.
E vide con chiarezza tutto.
Vide la città in preda al panico, con le comparse che si muovevano agitandosi per quello che non sapevano sarebbe arrivato. Vide il mare stesso ad oriente, pronto ad una nuova onda, mentre il meccanismo celeste si ricaricava ancora una volta..
Vide ad occidente la fine dell’orda, nel massacro perpretato dagli immobili.
A settentrione vide il Ragnarok incombente, e la trasformazione di un impero.
A meridione vide la calma prima della tempesta, mentre gli osservatori imprescrutabili osservavano il lavoro di Gornova.
Elwood, Cassandra, Lilith e Keeper, sulla cima della montagna.
Snogar intrappolato sotto le macerie, in una cella buia, oramai spento definitivamente.
Fabiuzzz al seguito di Zod e del suo nuovo Araldo, Salkaner, intenti a massacrare l’orda ed il suo padrone, l’imperatore Alex, nell’ultimo scontro.
Badrel, Gabryk e Ar nascosti nella capitale di Doughermoulth.
Vegeta, King Arthur, vicino alle macerie del castello di Doughermoulth.
Gli attori, infine erano pronti.
Lark si mosse, modificò quello che poté nel poco tempo disponibile, prima che Gornova lo ritrovasse, dal suo punto privilegiato.
Lo distrusse, certo e di Lark non sentirete più parlare in questa storia, ma una cosa fu certa, nel momento dell’annientamento.
Il finale era stato riscritto,
- Tutto
quanto, infine, disse Lark, prima di annientarsi.
10.
La gente comune, si dice, non cambia la storia.
In questo racconto è così, ma non fu sempre così.
La
decisione era semplice: fare in modo che chiunque potesse interagire con la
trama principale? Dire la sua, portare la propria visione, che si sarebbe
inevitabilmente scontrata con quella degli altri partecipati?
E quanto grande doveva essere il numero dei partecipanti? Si parlò di 200, ma
era un numero enorme, in quei giorni. Ora non è nulla, certo.. si narrava pure
di una storia scritta prima, quando si era solo in 100, ma questa non c’entra.
Quello che c’entra è l’impatto di pochi personaggi sulla storia, di quanto
INFLUISCONO sul corso degli eventi, un po’ come una storia che ha un inizio ed
una fine, ma si svolge in base alle decisioni di tutti quanti.
Una storia lunga, molto lunga in termini umani, ma stretta, desiderosa di più caratterizzazione, aggettivi, descrizione. Eppure il tempo era poco, e le revisioni da fare molte.
Per questo ritengo che le revisioni siano importanti, perché tutto quello che si può decidere all’inizio cozza decisamente contro quello che decidono le persone che influiscono nella storia.
Piccole correzioni possono dare avvio a grandi cambiamenti, e quindi a grandi riconfigurazioni della stessa. Così é.
Perché nonostante tutti i miei sforzi, la storia non è perfetta, e va migliorata, aggiornata, portata avanti con passione, mentre si svolte, mentre vive.
Questo è imperativo, signori, spero che lo ricorderete, quando dovrete valutare questo soggetto, questa idea, questa innovazione.
Perché dare una utopia all’uomo lo porta ad essere insoddisfatto. Ho finito grazie.
La freda platea della videoconferenza non rispose, ma si vedeva dai loro sguardi che erano interessati: loro ci mettevano i soldi, la tecnologia, e Gornova solamente l’idea iniziale, da non spartire con nessuno geloso com’era.
Alcune delle sue idee erano giuste, ma andavano aggiustate.
Si aggiustate, forse in un progetto successivo… e poi Nucleo non andava bene come nome.. ci voleva un nome che la nazione riconoscesse suo, e poi in grado d’essere esportato all’estero grazie ad una grande opera cinematografica.
Si, il lavoro andava bene, ma andava concluso.
Il nucleo, storia di una passione
Di Kenneth Clark
Quello di cui parliamo oggi, è un’evento molto particolare. Ci troviamo infatti a scrivere su questo giornale, di un’affare tra una ditta italiana di alta tecnologia, Nucleo srl ed un consorzio formato da imprese americane, giapponesi e tedesche.
Ancora oggi non ci conoce l’effettivo impatto della vendita di oggi sui mercati, ma si parla di un’affare da decine di miliardi di euro: un record per una così piccola azienda italiana!
Non si conoscono i dettagli dell’accordo, ma quella che doveva essere solamente una collaborazione tra il consorzio di aziende e la Nucleo srl è cambiato molto velocemente nell’ultimo periodo: si è vociferato, ma badate bene lettori che sono solo voci di corridoio di cui riporto l’esistenza solo per la correttezza dell’informazioni, di brutte storie riguardanti l’incidente successo alla sede di Milano, Italia, della Nucleo srl. Si è parlato di molti morti e feriti, di una esplosione, ma di fatto le autorità hanno messo il massimo riserbo sulla questione, e la magistratura sta indagando: si parla di circa 58 persone sequestrate, una decina di omicidi e qualche ferito lieve. Ovviamente il riserbo sulla questione è massimo, visto l’importanza che l’affare della Nucleo srl riveste per il governo italiano. Si tratta infatti solamente della punta dell’iceberg di una serie di concordati commerciali tra l’Italia ed il consorzio ameri-giappo-tedesco.
In esclusiva per i lettori di questa rivista, abbiamo avuto modo di utilizzare per circa 2 ore il nuovo, straordinario prodotto di cui la Nucleo srl aveva costruito solamente un prototipo, e siamo autorizzati a parlarvene.
Si tratta di una simulazione real-time, a 360°, completamente interattiva e totalmente gestita da un sistema centrale, in cui gli utenti “vivono” realmente in un mondo fittizio, dove possono essere chiunque essi vogliono. La qualità della finzione è stupefacente, e un po’ si ha il rammarico una volta usciti dalla simulazione: si è riuscito ad ingannare, proprio sotto i nostri occhi, anche un robot.
Stupefacente! Questa tecnologia sarà presto disponibile nelle case di ogni americano, e progressivamente nel mercato asiatico e quello europeo.
Si vocifera il suo primo nome, che a quanto pare, dovrebbe essere “Matrix” e contemplare una simulazione della realtà degli ultimi anni del secolo 20°, la campagna pubblicitaria pare sia già pronta.