Il Nucleo

Di Martinelli Alberto alias Gornova


6 Marzo 2003 – 20 Marzo 2004

 

 

Quello che vi apprestate a leggere, è il mio attuale racconto più lungo mai scritto: è basato sull’idea di narrare e continuare l’esperimento nato nel precedente racconto, 100 volte nucleo, ma in tono decisamente più serio. I nomi dei personaggi, dei luoghi, e i fatti qui accaduti hanno tutto a che fare il forum dedicato ai giochi di ruolo, il nucleo, che trovate a questo indirizzo: www.ilnucleo.org

Da parte mia non posso fare altro che presentare i protagonisti, le comparse e tutti coloro che prestandomi il nome hanno reso questo racconto quello che è:


Elwood – Il creatore del Nucleo

Lark – Lo spirito

Cassandra – La principessa

Keeper – Il reggente, la fenice bianca, il protettore

Snogar – Co-creatore del Nucleo

Fabiuzzz – Il messaggero, lo straniero

Lilith – la cugina della principessa

Rhiamon Terence – Duca di Doughermoulth

Salkaner – Il regal Bambolotto

Badrel – Figlio di un falegname

Camael / Gabryk – Il rivoltoso

Vastatio – il cuoco di corte

Alonzo Ruppetti – Mago della casta dei nomi

Ar Adunakhor – Il rivoltoso

Quarl – Rivoltoso che ha ucciso il re

Panoramix - detto Il Druido, guaritore della corte di Doughermoulth

Zod – L’immortale, Il padrone degli immobili, Il signore degli immobili

Max Power – Una delle vittime

Saan Raal – Uno dei quattro cacciatori, Il signore delle Ombre

Vegeta alias King Arthur – Uno dei quattro cacciatori, Re di Doughermoulth

Joliet Jake Blues – Uno dei quattro cacciatori

Raiden il redentore – Uno dei quattro cacciatori

Giobbe – esperto di cibernetica

Demogorgon – uno degli spiriti intrappolati dalla casta dei maghi di Doughermoulth

Violante – uno degli spiriti intrappolati dalla casta dei maghi di Doughermoulth

Master Souze – Maestro di Alonzo, della casta dei nomi

Arjuna – Il primo mago

Lemnear Blues, Strekon, Korn, Nami, 2Freddy, abaus, Master Nix, aiwass, Hans – Altri bambolotti

Henk Redhammer – Un uomo pretendente di Cassandra, di un regno vicino

Drokur – Comandante dei cento a scorta di Cassandra

Disabled – Cartografo, navigatore e guida

Imperatore Alex – Il signore dell’Orda

Pkrcel – Sciabola destra dell’Orda

Ragnarok – Il dio dell’Orda

Pagolo – Mago della casta delle rune

Kas – L’ombra servitrice di Zod

Myzael – guidatore di Limuosine

Vittek – guidatore di Limuosine

Silvia – la madre di Cassandra

SteeJans, Smrole, Coruja, Gio Deker – Soldati dell’Orda

Kwisatz – La sciabola sinistra dell’Orda

Dwimbar – piccola città del nord

Hack-Bnar – Reggende dell’impero di Alex durante la sua assenza

Mirtul – Piccola cittadina del regno di Doughermoulth

Vartagh, Ehrnum, Natan – città di Doughermoulth

Gornova – scrittore di Nucleo

Diablo – forgiatore della spada dorata


 

Prologo

La costellazione viene inizializzata, i punti di trasmissione vengono negoziati e stabiliti: sessantaquattromila punti validi per baud. Il segnale viene inoltrato dai livelli superiori, modulato da digitale ad analogico per l’ultimo miglio ed infine di nuovo digitale.. la grande distesa della rete infinita di informazioni è oramai aperta.
Il segnale corre veloce verso la sua destinazione, instradato da entità superiori ed invisibili, che lo cambiano, lo inglobano, lo spostano, lo fanno viaggiare per tutto il mondo.. finché non arriva dove il tunnel, almeno per lui, ha fine, dove l’onda elettromagnetica che è la sua anima ha fine, ed inizia il momento più alto della sua esistenza, dove il suo significato ora conta, dove è quello che fa la differenza.
La richiesta alla velocità della luce arriva dall’altro lato, si ferma, passa un’eternità immobile aspettando il suo tempo: sembra morire e rinascere mille volte, per poi iniziare la parte finale del suo viaggio. Le entità dei livelli superiori la fanno a pezzi più e più volte, finché non decidono che può passare: eterni guardiani verso uno stato superiore d’esistenza, messi a protezione da chi ha creato il sistema per garantirne il funzionamento.
Ma nulla è perfetto, la richiesta viene rifiutata, perché corrotta.. la notizia viaggia di nuovo nell’universo caotico delle informazioni, fino alla fine del tunnel, dove viene compresa e compare una piccola notifica in una angolo dello schermo.

La richiesta muore in quell’istante, ma sa che ha fatto quello per cui è stata creata: l’ultima cosa che riesce a fare è essere felice, dopo che il suo spazio in memoria viene distrutto.
Una mano umana muove un mouse e subito con cieca obbedienza il puntatore segue il suo movimento, non infastidito dalla musica martellante che proviene dagli altoparlanti poco lontani.
Poca luce entra nella stanza: è quasi notte, il sole tramonta, ed il illumina per un attimo il volto di Elwood, un volto preoccupato, a suo modo.
-Dannazione, ancora una volta.. ma perché non funziona?
Lo schermo davanti a lui tace come sempre, schiavo immobile e infallibile, pronto a creare un’altra richiesta, ma Elwood decide che non è il tempo, deve andare, scappare da quella casa, da quella stanza.. lui sa perfettamente che lo hanno tracciato, che lo stanno seguendo da tempo e che non lo lasceranno fuggire, lui, il creatore del Nucleo, il primo e l’ultimo.

Atto I: La festa


1.

- Perché non riesci a capirlo, Cassandra? La montagna non esiste! E’ solo un trucco di questo mondo: gli agenti del regno ti stanno alle costole, e l’hanno messa qui solamente per distrarti!
La voce di Lark è sicura, ferma, sincera: lui vuole aiutare Cassandra.. ma se lei non si lascia aiutare che senso ha continuare? Lui in fondo in questo mondo non è altro che uno spettro onnisciente, è vero, ma è anche incapace di imporre la sua volontà.
-Cassandra, perché accetti che Lark ti sia ancora vicino? Non capisci che lui vuole distruggere il nostro regno, come hanno fatto tutti quelli che sono venuti prima di lui?
La seconda voce é esitante, perché sa che Cassandra non è pronta a scegliere.. Keeper sa che basta ancora un passo di Cassandra per distruggere tutto quello che Elwood, Snogar e tutti gli altri hanno costruito in molti anni.
-Basta! Andatevene via tutti e due! Ne ho piene le scatole di entrambi! Non sono più una bambina.. non ho bisogno di voi per salvare il mio regno!
Cassandra da le spalle alla montagna che ha osservato per così tanto tempo da perdere il senno, e si rivolge ad una figura trasparente e inconsistente, ma reale come l’uomo che gli è accanto.
-Ti prego Cassandra.. le bugie per troppo tempo ti hanno offuscato la vista, perChé non riesci a capirlo?
-Come posso accettare quello che mi hai detto, Lark? Ti rendi conto che per me non è facile anche solo pensare di essere qui..
Cassandra sorride, il suo sguardo torna per alcuni istanti verso la gigantesca montagna, coperta da una foresta di conifere verdi, solcata da splenditi prati, ma con una gigantesca nuvola nera che ne oscura la sommità, come se nascondesse qualcosa di terribile e affascinante nel contempo.
Lark si muove verso di lei, fluttuando, spostando quel poco di informazioni e menzogne che lo compongono, ma Keeper si mette in mezzo, e sfodera la sua spada.
-Non ti avvicinare, Lark, se non vuoi finire male…
-Credi di farmi paura, Keeper? Credi che qualcosa in questo mondo mi possa “uccidere”? Perché ti ostini a credere che io voglia fare del male a Cassandra e al vostro regno? Ho qualcosa di molto più grande da portare a termine..
-Credi di essere diverso da Fabiuzzz, vero?
-Si, io sono diverso da lui..
-No! Come Fabiuzzz ha portato il nostro regno alla distruzione, tu farai lo stesso.. ne sono certo! Cassandra lo sa in cuor suo, sa che tutti non sono morti per nulla!
Cassandra inizia a singhiozzare e piangere, mentre si un sorriso da folle le compare sul volto, e annuncia gridando
-Ho capito! Ma certo! Come ho fatto a non capirlo? Voi due non esistete! Io sono pazza, certo pazza.. che vada in malora il regno, tutti quanti, voi due compresi… che cosa me ne importa? E se restassi qui ferma in eterno, che cosa fareste?
Lark guarda preoccupato Cassandra, sa che non ha abbastanza tempo per aspettare una sua decisione, ne per riuscire fino in fondo a convincerla, per questo si volta, fluttua vicino a Keeper, che però si tiene a distanza brandendo la sua spada dorata.
-Keeper, vi lascio.. Cassandra ha bisogno di te.. ti dico solo questo: avete sprecato la più grande occasione della vostra vita, e ve ne pentirete molto presto..
-Vattene Lark! Tu e i tuoi servitori non ci fate paura! Cassandra non cederà mai e poi mai alle vostre menzogne!
Lark osserva per alcuni istanti Keeper, sospira e scompare in un lampo di luce azzurra..
Keeper mette una mano sulla spalla di Cassandra, e la porta a se, mentre lei continua a piangere, con lo sguardo e l’animo sconvolto da quello che sa..
-Non temere bambina mia, non ti lascerò mai da sola contro di loro: abbiamo imparato la lezione con Fabiuzzz, e non sbaglieremo due volte!
Cassandra alza lo sguardo incerto verso il suo tutore, sicuro di se, almeno in apparenza, e gli dice
-Ed ora che cosa faremo, Keeper? Torneremo a casa, nella tua casa, per capire, ragazza mia..

2.

E’ uno splendido giorno di sole nel regno di Doughermoulth, a sud del mare orientale: il freddo dell’inverno ha lasciato queste terre da oramai molti mesi, ed illumina con la sua forza la natura che cresce rigogliosa, coltivata da uomini laboriosi e capaci.
Una figura sotto uno spesso mantello, nonostante il tiepido calore del mezzogiorno, si muove attraverso le strade, trascinando la sua gamba ferita, e tenendo pronto il suo pugnale per ogni evenienza. Agli occhi di uno estraneo, lo strano personaggio potrebbe sembrare perso nei suoi pensieri, ma in realtà la figura con corti capelli biondi e occhi azzurri, è perfettamente cosciente del pericolo da cui sta scappando e che gli da in ogni istante la caccia.
-Dove si nascondono.. da che parte mi attaccheranno, questa volta?
Ancora una volta agli occhi di uno straniero, quello che successe poi potrebbe sembrare un sogno, o meglio un incubo: la figura scatta in avanti, pugnale alla mano, menando fendenti e sferzate nell’aria, tagliandola e gridando ai suoi invisibili interlocutori di andarsene, di lasciarlo in pace..
Ma la figura sa che è tutto vero, reale, tangibile, in questo regno.
-Devo trovare Cassandra ad ogni costo.. lei deve.. lei può aiutarmi!
La figura si ricompone e continua a correre con il suo passo faticoso verso la capitale del regno di Doughermoulth, nell’indifferenza di chi passa la vita con la schiena spezzata sotto il peso delle ingiustizie.

3.

-Dai! Ridammelo! Lilith! Lo sai che sei davvero fastidiosa? Come osi trattarmi così?
-Cassandra, lo sai che mi sembri davvero una regina quando dici queste cose? Ebbene non posso fare altro che inchinarmi al vostro volere, maestà, e riconsegnarvi Salkaner, regal bambolotto!
Cassandra si avvicina a Lilith, ma sua cugina, come sempre, compie un veloce passo indietro, facendogli lo sgambetto e facendola finire con la faccia sul letto reale.
-O forse, maestà, non dovete battervi per avere quello che volete?
Lilith mostra Salkaner come un trofeo, tenendolo in alto come una coppa data ad un vincitore, e guardando maliziosa sua cugina. Cassandra, dal canto suo, salta in piedi come una furia, e guarda arrossita la svergognata cugina
-Lilith! Non sei solo fastidiosa, ma anche impudente! Come osi parlare così del duca Rhiamon Terence?
-Dai Cassandra! Non venirmi a dire che ieri sera vi siete chiamati solo per titolo regale.. tutti sanno a palazzo che il “duca” ti ha messo gli occhi addosso da molto tempo! Ti decidi a dirmi che cosa avete fatto, o ti devo implorare?
-Si, ma..
Cassandra si siede sul letto, tenendosi la testa con le mani:
-.. ma Lilith, il problema è che quell’uomo è troppo vecchio per me, non credi?
Lilith si avvicina alla sua cugina, si abbassa e la guarda negli occhi e gli dice
-Cassandra, ma tu gli vuoi bene?
-Io.. non lo so, davvero..
Cassandra con una mossa fulminea scatta in avanti e prendendo di sorpresa Lilith gli strappa di mano il trofeo, si rimette in piedi e dice:
-Io voglio bene solamente a Salkaner: lui si che è un bambolotto.. se ne sta sempre zitto, e non risponde mai male a nessuno..
-Lilith, ma non è che tu vuoi un bambolotto come sposo, o forse una statua? Pensi che Keeper sarebbe d’accordo?
Cassandra stringe forte per alcuni istanti Salkaner, lo guarda e si assicura che stia bene e che la fastidiosa cugina non gli abbia fatto del male…Lilith sospira, si avvicina ancora una volta alla cugina, e gli urla nelle orecchie
-Cassandra!!! Si può sapere che cosa pensi in quella testa bacata???
Cassandra salta di lato, e osserva seriamente la cugina, appoggia Salkaner sul tavolo, fa un cenno a Lilith di avvicinarsi e le dice, sottovoce, sicura che Keeper la sta facendo osservare da qualcuno..
-Lilith.. voglio scappare da palazzo: voglio scoprire com’è fatto Doughermoulth, voglio vedere tutti gli altri regni, si insomma.. voglio andarmene..
-Cosa????
Cassandra copre la bocca alla sprovveduta cugina e continua, zittendola con un dito sulla bocca:
-Si, dai, hai capito: sono stanca di vivere ogni giorno come una principessa.. voglio vedere le cose con i miei occhi, non attraverso i racconti di guerra di Keeper! Lui si che ha viaggiato nella sua vita!
Lilith, senza parole dalla rivelazione della cugina, guarda Cassandra con la bocca spalancata per lo stupore.. giusto il tempo per formulare qualche parola cosciente e dire
-e .. ed il Duca? E Keeper? E il regno?
-dai! Non fare la stupida! Gli lascerò un biglietto, in modo che non si preoccupino troppo, almeno spero! Lilith, vuoi venire con me?
Questa volta è Lilith che si siede sul letto regale e si tiene nelle mani la testa
-non lo so.. cioè Cassandra, cerca di capire.. tu non sei una persona qualunque, tu sei la principessa di Doughermoulth, hai dei doveri, hai dei compiti..
Lilith indica il bambolotto Salkaner che giace abbandonato sul tavolo al centro della stanza e dice
-e lui? E tutti quelli come lui?
-Lilith! Salkaner se la caverà benissimo, visto che lo porterò con me!
-ma e gli altri?
-Farò in modo che non si accorgano della mia assenza, stanne sicura!
-Cassandra.. loro hanno bisogno di te per vivere.. non puoi scegliere di lasciare in vita solamente Salkaner, solamente perché lui per caso ti è vicino adesso..
-NO! Farò quello che voglio! Tutti loro sono miei, non è questo che diceva mio padre?
Gli occhi di Cassandra vengono inondati ancora una volta dalle lacrime amare della scomparsa di suo padre, avvenuta due anni prima per colpa del pugnale di un sicario. Cassandra ricorda perfettamente quando aveva insistito per avere su padre alla festa del suo ventesimo compleanno, pochi mesi prima, e di come il sicario, grazie al fatto che la festa si svolgeva nei cortili del palazzo, avesse approfittato della scarsa sorveglianza e della confusione per compiere il suo lavoro.
Cassandra sa in cuore suo di non essere lei la responsabile per la morte di suo padre, come le ha detto mille volte Keeper, il suo tutore e attuale reggente finché lei non sarà sposata e quindi regina.. ma non può fare altro che maledire quel giorno in cui ha perso l’ultimo pezzo della sua famiglia.
-Cassandra, mi dispiace io..
-Non è nulla, davvero Lilith..
Cassandra si asciuga le lacrime, mentre da le spalle alla cugina, e guarda Salkaner, che con il suo sorriso immobile e sempre carico di allegria l’ha sempre aiutata.
-Lilith, vorrei restare da sola, non ti preoccupare.. quello che ti ho detto è solo uno scherzo: ieri sera con il duca Rhiamon Terence ho solo parlato, ma penso sia una persona squisita e perfetta per il ruolo che dovrà coprire
-Intendi che…
-Si, Lilith.. intendo dire che sposerà Rhiamon Terence.. io ho preso un po’ di tempo per pensarci, ma penso sia la persona più adatta, no?
-Certo, tutti nel suo ducato parlano di lui come un sovrano capace e benevolo, ma..
-Niente ma, cugina, ora vai
Lilith con un rapido inchino si allontana dalla principessa ed esce dalla stanza, chiudendo con cura le porte, e pensando, dentro di se
-.. ma tu non gli vuoi bene, non come a Badrel, la cui unica disgrazia è d’essere figlio di un falegname..

4.

Il sorriso contagioso di Salkaner, dopo un po’, mette di nuovo di buon umore Cassandra, che decide di mettere in opera il suo piano, senza sbagliare come ha fatto prima, parlandone con sua cugina Lilith. Entra nel bagno situato sul lato sud delle sue stanze, e fissa alla finestra con un semplice incantesimo il capo della corda che ha preparato in circa due mesi usando i suoi scarsi lavori di maglia. Prepara Salkaner, e saluta e chiude al sicuro nell’armadio tutti gli altri, senza prima averli salutati uno alla volta, e si prepara per l’ennesima festa, il cui unico scopo è far stare insieme lei ed il duca.
-Quello sarà il momento perfetto per scappare.. lui di sicuro mi lascerà ritirarmi se glielo chiederò con gentilezza, pensa Cassandra.
Dopo due ore e con l’aiuto delle sue inservienti, Cassandra è pronta a recitare per l’ultima sera il suo ruolo di principessa: aspetta ancora una mezzora, parlando e scherzando con Salkaner, fino a quando non è sicura che tutti, nel salone, siano in sua attesa.
Da il bacio dell’arrivederci a Salkaner, e lo mette nella borsa conservante che ha preparato con tutto il necessario per il viaggio, e si avvia verso il salone.

5.

Il salone è colmo di invitati che conversano e assaggiano le prelibatezze del rinomato cuoco del regno di Doughermoulth, Vastatio. In mezzo a loro, dopo aver discusso con piacere sull’ennesimo colpo di genio di Vastatio sui gamberetti alla maionese e tonno, Gabryk si muove, sempre sorridente, verso un angolo meno affollato della sala.
Lì finalmente dopo due ore riesce a sedersi e a riprendere fiato, e soprattutto il filo delle idee. Gabryk sa che la principessa Cassandra è sempre accompagnata dal suo tutore Keeper, fidato consigliere del defunto re di Doughermoulth. Questo Keeper, a quando si dice è un tipo piuttosto anonimo, ma invincibile in battaglia, tanto che è stato nominato la fenice bianca, da quante volte è riuscito ad uscire vivo, senza il minimo aiuto, da situazioni disperate.
-Da non sottovalutare..
-Come scusi?
Gabryk capisce troppo tardi di aver pensato a voce alta, e cerca subito di dissimulare il suo stupore sfoderando il più innocente dei suoi sorrisi..
-Stavo pensando che questi gamberetti alla maionese e tonno sono veramente eccezionali e che un talento come quello di Vastatio è sottovalutato..
Gabryk rimane abbagliato quando cerca di capire la reazione del suo interlocutore, quando scopre che non è una persona qualsiasi ma un mago della casta dei nomi, vestito in modo austero ma elegante, con un alto bavero, due occhi scuri come i suoi capelli e uno sguardo attento. Gabryk capisce che si sta mettendo in un mare di guai parlando con un mago…
-Lo crede davvero? Vastatio è un genio, certo, ma non è affatto sottovalutato a corte, e viene tenuto in grande considerazione, signor?
- Camael, per servirla: commerciante e fedele servitore del regno, e divoratore di ogni opera di Vastatio
Il mago aspetta alcuni secondi per pronunciare il suo nome e Gabryk continua a convincersi ancora una volta di più che sta facendo un grosso errore parlando con questo uomo…
-Alonzo Ruppetti, mago della casta dei nomi, come l’abbigliamento che sono purtroppo costretto a portare le avrà già rivelato
-Cosa intende?
-Intendo dire che, ma premetto che le mie non sono delle lamentele, solo che non sono affatto d’accordo sul fatto che ogni mago della mia casta debba portare dei vestiti così appariscenti in ogni occasione.. questo influenza le persone con cui devo parlare ancora prima che la discussione abbia inizio, non crede?
Gabryk annuisce, convinto che ora non può più uscire senza danni dalla discussione
-Ma non crede che sono i poteri di cui disponete voi della casta dei nomi che vi rendono diversi dalla maggior parte delle persone di questo regno?
-Mio caro “commerciante”, Camael.. la mia fedeltà è forse in dubbio?
-eh? Ma che centra? Dico solo che secondo me il re ha fatto bene a rendervi un po’ più “visibili”, almeno nelle occasioni ufficiali, no?
Alonzo sospira, pronto a tuffarsi nell’ennesima schermaglia che ha già portato avanti davanti al consiglio della sua casta, almeno un anno prima, quando questa legge era in discussione.
- Camael, lei sa qual è lo scopo di noi maghi della casta dei nomi?
Gabryk, sospirando, decide di prendere un’altra tartina di Vastatio che non ha ancora assaggiato, ma si trova completamente bloccato ogni muscolo, tranne quelli della bocca e degli occhi, che si muovono frenetici in cerca d’aiuto.
-Devo rispondere, eh?
-Si, prego..
Lo sguardo di Alonzo è carico di sicurezza, e la sua risposta non è un semplice gesto di cortesia, ma un imperativo da eseguire subito, come sottolineano i suoi occhi fissi su Gabryk.
-Io so che voi maghi riuscite a usare le parole per obbligare ogni elemento del nostro mondo ad obbedirvi.. penso che il vostro scopo non è altro che scoprire nuove parole, giusto?
-Sbagliato, Camael, lei, vede.. oh, scusi, muova pure la testa… ecco così.. vede tutte queste persone? Sono il governo in tutto Doughermoulth, scelti personalmente dal defunto re perché portassero prosperità alla nostra gente,.. bene.. ora mi guardi di nuovo, perfettamente, così,..
Noi maghi della casta dei nomi siamo preposti non alla ricerca del potere, come crede lei, ma alla protezione di queste persone.. ora comprende perché non sono d’accordo a vestirmi come un pagliaccio? Come posso proteggere qualcuno se tutti mi vedono?
Gabryk sa che deve dare una risposta diversa da quella tagliente che è sulla punta della sua lingua, per cui mette in moto gli ingranaggi del suo cervello e dice
-Ma non ci sono le guardie a difenderli?
- hmpf, come se potessero qualcosa contro gli spiriti che ci hanno già attaccato in passato.. o forse si è già dimenticato quanto è successo dieci anni fa?
Gabryk ritorna con la mente a dieci anni prima, quando era ancora un ragazzo e viveva felice con la sua famiglia.. no.. non ha dimenticato le montagne che si innalzavano in cielo, il mare che inondava la terra, la gente morta, le guerre..
-Dal suo sguardo capisco che lei ne ha ricordo: perfetto. Ora capisce perché? Se un giorno dovesse arrivare una altro di quegli spiriti, noi saremmo pronti a fronteggiarlo ancora una volta
Gabryk comincia di nuovo a muovere le mani e il collo.. capisce che Alonzo ha interrotto il suo incantesimo su di lui e che ora è di nuovo libero di muoversi. Decide di non perdere tempo e dice
-Ma se voi controllate e proteggete tutti noi, chi controlla e protegge voi?
Le parole di Gabryk hanno un effetto devastante su Alonzo, che per la prima volta in vita sua non riesce a trovare la parola giusta, finché non decide che è tempo di investigare meglio su questo uomo che si definisce “commerciante”, quando la principessa Cassandra inizia a scendere la gradinata che immette i gli alloggi reali sulla sala piena di ospiti.

 

6.

Ar Adunakhor è in fondo alla sala, mentre Gabryk e il mago Alonzo conversano tra di loro, ma capisce che il suo amico è decisamente in svantaggio contro i poteri del mago.
Decide però di non intervenire, perché Gabryk stesso lo ha rassicurato sulle sue condizioni e perché qualcun altro sta cercando di muoversi in mezzo alla folla senza essere notato.
La figura nasconde ancora il suo volto e il suo corpo sotto un pesante mantello nero, ma nessuno nella sala sembra notarla, nemmeno i maghi, a cui invece la figura passa più volte vicino, sfiorandoli, ma non toccandoli mai.
Ar vede che la figura è in qualche modo ferita, e procede lentamente rispetto ad un uomo sano, e riesce a seguirla parallelamente, non capendo come fa a muoversi così finché non vede che riesce ad attraversare i corpi delle persone che sono nella sala.. tutti tranne i maghi della casta dei nomi.
-Molto strano, pensa Ar… che sia un mago.. qualcun altro inviato qui? No.. lo avremmo scoperto di sicuro!
I pensieri di Ar sono un mare in tempesta, mentre cerca di evitare l’ennesima figlia di un conte di una sperduta regione del regno che vorrebbe parlare della cucina di Vastatio, il miglior cuoco del regno. Ad Ar i piatti di Vastatio non sono mai piaciuti, anzi, gli fanno venire il voltastomaco.. ma visto che tutti sono convinti che siano ottimi, tutti tranne lui, fa buon viso a cattivo gioco, fingendo di gradirli, per poi liberarsene appena può.
Sa perfettamente che molte persone nel regno di Doughermoulth patiscono la fame, ma, essendo uno di loro, riesce a capire che i piatti di Vastatio vanno bene ai re, non a chi ha la pancia vuota.
Dopo la guerra di dieci anni fa, ed i conseguenti sconvolgimenti, Doughermoulth, da regno pacifico, è diventato aggressivo, proclamando guerra, tradendo ed ingannando praticamente tutti i popoli della ragione, per l’unico motivo di arricchirsi e divenire il regno più forte.
Ar, come del resto Gabryk e tutti quelli del loro gruppo, nutrono un forte odio verso il defunto re, e, se non dovessero temere d’essere impiccati, griderebbero ai quattro venti che sono grati del gesto che il loro compagno Quarl ha fatto, uccidendo il re, l’oppressore, il tiranno. Un uomo che meritava solo la morte per aver portato alla fame il suo popolo solo per il desiderio di potere e di denaro, un uomo che non merita nemmeno che si ricordi il suo nome…
Ma la figura che si muove lentamente nel salone, invisibile a chiunque, tranne Ar, lo fa quasi inciampare contro Keeper, il tutore della principessa Cassandra e reggente… Ar riesce a fermarsi in tempo, e non facendosi vedere troppo vicino da quell’uomo, riesce ad allontanarsi.
Gabryk è ancora bloccato dall’incantesimo del mago, la figura sembra essere scomparsa e lui quasi è andato a sbattere contro il suo più pericoloso nemico, l’uomo che questa sera deve morire, per mano di Gabryk.
-Non male come inizio,.. l’ho perso, dannazione.. , pensa Ar.
Ar è indeciso sul da farsi, quando la musica smette d’essere suonata e la principessa Cassandra appare all’inizio della gradinata..

7.

Cassandra osserva per alcuni istanti la sala piena di ospiti, sorride, per la gioia dei giovani uomini che sono presenti e che sanno che lei è già promessa al duca, ed inizia, lentamente, a scendere le scale, accompagnata dalle sue servitrici bambine, che le tengono lo strascico e cospargono di petali di rose la scalinata.
Keeper si avvicina alla base della scalinata, le porge il braccio e si incammina, assieme a lei, verso il trono, mentre la folla si divide in lui al suo passaggio. Keeper sa che Cassandra rappresenta il futuro del regno, un futuro migliore in cui tutti potranno vivere, ma conosce cose che su di lei che nessuno in quella sala sa.
Keeper mentre procede sottobraccio a Cassandra, la guarda.
E’ molto bella, Cassandra, con i suoi lunghi capelli neri fino alla schiena ed i suoi intelligenti occhi scuri: tutta sua madre e suo padre. Keeper ritorna con la memoria al giorno in cui ha conosciuto il defunto re, prima della guerra, quando ancora era uno sbandato alla ricerca della sua strada nella vita. Il re, allora principe Vegeta, era solo un nobile borioso e pieno di se, pronto a sfidare chiunque pur di dimostrare la sua abilità con la spada. Keeper si ricorda come se fosse stato il giorno prima il loro primo incontro..
-Sei tu che cerchi avversari?
- Oh.. guardate nobili compagni.. questo straccione desidera sfidarmi a singolar tenzone?
-Si, Vegeta.
-Chiamami con il titolo che mi spetta di diritto, o mi vuoi mancare di rispetto?
-Io rispetto solamente chi mi dimostra d’essere degno di fiducia!
Keeper sorride, e Cassandra gli sorride di rimando. Piccola povera Cassandra…
Lo scontro fu davvero epico, perché nonostante le parole grosse, Vegeta era uno spadaccino provetto, capace e tecnicamente perfetto, ma Keeper sapeva di avere più esperienza nei combattimenti di lui, e riuscì a sconfiggerlo davanti a tutti i suoi sudditi, nella piazza della capitale del regno.
La cosa non fece infuriare Vegeta, che anzi, stremato dopo la sfida, invitò Keeper a corte, e, in breve tempo i due divennero amici.
-Tutto bene, Keeper?
-Certo Cassandra, continuiamo.
Keeper quindi fa un inchino alla principessa, e gli lascia la mano, e dopo, che lei si è accomodata sul trono che fu di suo padre, si mette in piedi al suo fianco, con la sua fidata spada aurea pronta ad ogni evenienza, anche se spera di non usarla mai più contro nessuno.
Il cerimoniere annuncia a gran voce che la festa può iniziare, ma dal nulla appare una figura sotto un pesante mantello, davanti alla principessa, che urla
-No! Non è più tempo per i festeggiamenti! Loro stanno per tornare... e questa volta non riuscirete a sconfiggerli!

8.

Cassandra, paradossalmente, è la meno sorpresa di tutti i presenti: si aspettava una noiosa festa, e si stava già concentrando sulla sua fuga, quando comparve la misteriosa figura. Cassandra sorride debolmente alla figura, e poi guarda, quasi d’istinto il suo tutore, al suo fianco, per cercare di capirci qualcosa..
Alonzo, come del resto tutti i suoi simili della casta dei nomi, inizia a lanciare parole senza senso, ma tutti sanno che sono incantesimi di protezione per tutti i presenti, anche se ai più suonano come insensate.
Ar riesce finalmente ad allontanarsi da Alonzo, che perso com’è nel suo dovere, non lo vede allontanarsi ed avvicinarsi ad Ar.
-Dannazione! Ti sei scelto la persona peggiore per poter conversare amabilmente! Quello è uno della casta dei nomi… ti rendi conto che ora potremmo essere tutti morti se lui ti avesse obbligato a parlare?
-Si, Ar, certo.. anch’io sto bene, non ti preoccupare! … Cavolo! Ti pare che mi sono presentato a lui dicendogli “prego, sono un criminale rivoluzionario, mi uccide per favore?“ E’ ovvio che è stato un incidente.. ma quello Ar.. chi è?
-Non lo so Gabryk, ma potremmo approfittarne, non credi? È il momento giusto per uccidere Keeper.. ora abbiamo un diversivo sicuramente migliore di quello che io avrei potuto creare..
-Si, ma vengo anch’io! Voglio la mia parte di gloria..
Gabryk e Ar annuiscono, si portano dietro una colonna del salone, e visto che nessuno sta guardando dalla loro parte, indossano un piccolo anello e sfoderano un pugnale sulla cui lama è versato uno strano liquido e poi.. scompaiono protetti dalla magia dei loro anelli…

9.

-Nel nome di Doughermoulth, ti ordino di fermarti, se non vuoi morire!
Keeper sfodera subito la sua spada, pronto a difendere la principessa Cassandra, ma la figura, inspiegabilmente si toglie il pesante mantello e alza le mani. Il suo viso è una maschera di dolore, e i suoi occhi azzurri riflettono il blu del mare orientale, ma non placido come lo conoscono tutti, ma in tempesta ed in continuo movimento: l’uomo ha una profonda ferita che gli lacera tutta la gamba destra, dalla quale perde molto sangue..
Keeper, come Cassandra e come tutti i presenti, sono senza fiato: è evidente che l’uomo deve aver patito un dolore terribile, inimmaginabile, pur di arrivare fin dove è ora.
-Principessa Cassandra, il mio nome è Fabiuzzz, sono un messaggero.. vi porto brutte notizie.. gli spiriti stanno per tornare! Voi dovete fare qualcosa.. dovete!
L’uomo cade a terra nell’innaturale silenzio della sala, mentre tutto attorno a lui si fa nero.
Keeper fa chiamare subito il curatore, affinché l’uomo sia curato al più presto, chiama a gran voce Alonzo affinché dia protezione alla principessa, prima di rivolgersi a lei dicendo:
-Cassandra, è necessario che tu torni nelle tue stanze, immediatamente!
-Keeper! Ma questo uomo ha bisogno di aiuto! Non hai sentito che chiedeva il MIO aiuto?
Cassandra per la prima volta si sente un fuoco ardere dentro, come se tutta la rabbia repressa di tanti anni di clausura uscissero allo scoperto, ma basta un’occhiata severa del suo tutore per farle capire che non ha diritto di replica, e allora annuisce e seguita dal suo piccolo corteo di soldati, maghi e servitrici, si avvia verso le sue stanze, pensando che tutto questo presto finirà..
Keeper guarda preoccupato l’uomo che è arrivato così vicino alla principessa senza che nessuno facesse nulla per fermarlo, e guarda con evidente rimprovero Alonzo.
-Lo so.. ma ti assicuro che non ha usato nessun tipo di magia, altrimenti ce ne saremmo accorti.. o forse non ti fidi più di noi?
-Non so più cosa pensare, effettivamente di voi della casta dei nomi.. adesso pronuncia qualche parola e fai in modo di rendere inoffensivo questo intruso, mi sono spiegato?
Alonzo abbassa lo sguardo. Keeper è troppo per lui, anche se vorrebbe tanto dire alcune parole anche su di lui.. ma il consiglio lo ha proibito per il bene del regno, ed ha pronunciato una magia che lo rende immune dalle altre magia. Non gli resta altro che ricacciare in gola le sue di parole e concentrarsi sui suoi compiti.
Mentre Alonzo è concentrato sulle parole che deve pronunciare, nota con la coda dell’occhio che un pugnale si avvicina alla spalle di Keeper, seguito da un altro, poco lontano. I due sicari sono evidentemente occultati magicamente, ma non sanno della protezione sul tutore della principessa.. peccato, pensa Alonzo con un po’ di soddisfazione, che lui ha una altro compito..
Keeper si accorge un istante prima della prima pugnalata, ma non riesce a schivare la seconda. Due uomini, vestiti come ricchi commercianti, con un sorriso di compiacimento, che cercano di ucciderlo.
Keeper mai avrebbe pensato di poter finire così, trafitto da un sicario senza nome, per cui, mentre cade all’indietro, riesce solo a dire
-Tu chi sei?
Ar, lo guarda, e dice
-La giustizia
Keeper capisce che è finita, mentre i suoi occhi si offuscano e sente l’effetto del mortale veleno cominciare a fare la sua parte.. capisce che quelli che ha davanti non sono sicari dei molti nemici del regno, ma gente di Doughermoulth, che lo vogliono uccidere per gettare tutto il regno nel caos.
L’ultimo pensiero cosciente di Keeper va verso Cassandra, che lo vede ferito e sconfitto
-Scappa Cassandra.. scappa!

10.

Fabiuzzz li sente arrivare.. come se si riattivasse, riprendesse nuova forza mentre loro si fanno più vicini. La ferita alla gamba non esiste più, è solo un vago ricordo.
E’ di nuovo in piedi, mentre Keeper cade, trafitto mortalmente dal pugnale di Ar. Fabiuzzz sa che arrivano per prenderla.. Lark è uno di loro.. Fabiuzzz non permetterà che loro la prendano prima di lui.
Si muove alla velocità del fulmine verso Cassandra, tanto che le parole che Alonzo stava pronunciando su di lui gli suonando distorte, lontane, come se non potessero fare nulla contro di lui.
-Devo toccarla, una sola volta.. una sola volta!
Fabiuzzz si getta su Cassandra, la quale in lacrime per il destino di Keeper gli si getta quasi tra le braccia, anche se aveva un altro motivo per scendere quelle maledette scale. Fabiuzzz la stringe a se, fa in modo di proteggerla da Lark e da quelli come lui..
Poi tutto scorre normalmente: le guardie lo prendono, lo gettano giù per la scalinata, ma Fabiuzzz sa che Cassandra ora è inavvicinabile da Lark: sorride, inspiegabilmente agli occhi delle guardie, mentre Alonzo pronuncia delle nuove parole contro di lui, immobilizzandolo dentro un blocco di pietra.
Cassandra ora sente che può fidarsi di Fabiuzzz, ma sente anche il dolore per quanto è successo a Keeper.. per la prima volta Cassandra pronuncia delle parole che solo il più grande mago di ogni casta conosce.. pronuncia una sentenza di pene indicibili per i due sicari, che non possono morire semplicemente come il sicario di suo padre, no, pensa Cassandra.. loro devo pagare!
Le parole risuonano come una tempesta nella sala, mentre gli invitati scappano come dei conigli nel vedere il potere che emana la loro piccola principessa Cassandra. Tutti tremano nella sala, e Ar e Gabryk sono immobilizzati dal terrore alla vista dello sguardo della principessa, freddo come il ghiaccio, che li indica mentre parla..
E’ Gabryk ad accorgersi che non è più invisibile, mentre è vicino a Keeper.. si lancia su Ar, ed insieme i due evitano il raggio che proviene dal dito di Cassandra, e che li manca, deviato da un invisibile sfera di protezione che protegge tutti gli invitati della festa, ma va a colpire una guardia, che viene tagliata in due parti, ma rimane abbastanza in vita da gridare dal dolore..
Ar e Gabryk, lontani dal moribondo tutore, sono di nuovo invisibili quanto basta per lanciarsi contro una finestra, mandandola in mille pezzi e scomparire nel giardino sottostante, scappando nella notte.
Cassandra crolla a terra appena i due sono scomparsi, ed Alonzo si guarda attorno, attonito, nella grande sala vuota, prima festosa ed ora più simile ad un cimitero.
Un uomo folle di nome Fabiuzzz bloccato nella pietra, che sorride come un idiota, Keeper colpito a morte da quel Camael (evidentemente un nome falso) ed un suo compare, ora scomparsi nella notte, una guardia che patirà per sempre le pene peggiori per colpa della principessa Cassandra e delle sue parole proibite, e la principessa svenuta.
-Proprio una bella festa.
E anche ad Alonzo le sue stesse parole risuonano come amare ed ironiche allo stesso tempo.

 

 

Atto II: Il messaggero


1.

Lilith è tra gli invitati della festa, quando Keeper viene colpito e Cassandra scatena l’inferno inspiegabilmente contro una guardia: non riesce a capire che cosa è successo, e nonostante cerchi con tutte le forze di farsi strada attraverso la folla in fuga dalla sala, è Palantir, un nobile del sud del regno che le aveva già da tempo messo gli occhi addosso, che la prende per le spalle, e la trascina fuori dalla sala, cercando di spiegargli che restare lì è pericoloso.
Lilith non può credere che Cassandra possieda dei poteri così grandi e conosca delle parole che fanno impallidire perfino un grande mago della casta dei nomi come Alonzo.
Perché?
Mille possibilità si ammassano nella mente di Lilith, mentre cerca di mandare a quel paese, ovviamente con garbo e rispettando l’etichetta, quello stupido di Palantir. Corre all’interno del salone e dopo aver spintonato un paio di guardie, viene bloccata dallo stesso Alonzo.
-E’ meglio che andiate in un posto sicuro, Lilith
Lilith vede che è lo stesso mago che pochi istanti prima indossava quel ridicolo vestito così appariscente da scatenare mille pettegolezzi su quello che i maghi avessero fatto al defunto re, per meritarsi una simile punizione.
Ora Alonzo è vestito con una lunga veste bianca e blu: Lilith sa che anche ora Alonzo sta operando tutte le sue magie, e che probabilmente ha già in mente di fare qualcosa a lei, per farla calmare, ma lo anticipa dicendo
-Non ti azzardare a dire una sola parola, mago, hai capito? Non voglio essere stregata da te, ed in quanto cugina della principessa esigo di vedere come sta.. obbedisci!
Lilith picchia le mani contro il petto di Alonzo, ma sa che è tutto inutile: lei non ha il dono della magia, non conosce le parole giuste per obbligare il mago a fare quello che lei vuole, e per questo inizia sommessamente a piangere.
Alonzo sa che dovrebbe ubbidire, ma il curatore non è ancora giunto nella sala, e Keeper è praticamente spacciato.. perché colpire Keeper? Questo è l’interrogativo più grande che assilla Alonzo…
-Se volevano distruggere questo regno, sarebbe bastato uccidere la principessa,.. perché non sfruttare questa occasione? Non capisco, pensa silenziosamente Alonzo.
Alcune guardie indecise sul da farsi, gli si avvicinano e gli sussurrano che c’è un altro problema.
Alonzo allontana dolcemente Lilith da se, e infuriato li squadra per bene e chiede che cosa c’è
-Signore, la roccia nella quale è intrappolato lo straniero, beh, ecco.. sta cedendo!
-Cosa?? Non è possibile! Nessuno, tranne il concilio, potrebbe distruggere quella roccia..
Lo sguardo di Alonzo si sposta verso Fabiuzzz, e non riesce a concepire quello che sta succedendo: il prigioniero ha smesso di ridere come un pazzo e osserva Keeper, intensamente, come perso in un mondo interiore. Alonzo è sul punto di intervenire, ma decide di non fare nulla, ne per aiutare Keeper ne per ucciderlo: non lo odia certo, ma non gli dispiacerebbe vederlo finalmente morto e lui, il più grande della sua casta, come reggete e tutore della principessa.
-Cassandra!
Lilith, approfittando della disattenzione del mago, corre verso la cugina riversa sulle scale, lasciata da sola da tutti: Lilith sa che le parole che ha pronunciato, qualsiasi esse siano, gli hanno fatto qualcosa dentro.
-Lilith, che c’è?
Cassandra apre lentamente gli occhi, e sorride alla cugina che gli tiene il capo con attenzione
-Presto, il guaritore, qui! Alla principessa!
-Ma io sto bene, cugina, non ti devi preoccupare di me.. Keeper!!!!
Cassandra balza subito in piedi, si libera della stretta di Lilith e rimane lì, in piedi, immobilizzata e bloccata sul posto, osservando lo strano personaggio bloccato nella roccia che guarda Keeper, e il suo tutore, riverso sul pavimento in una pozza di sangue.
-Cassandra, mi spiace, è meglio che ..
-Cosa? Cos’è meglio? Perché nessuno non ha fatto nulla per salvarlo?? Guaritore!!! Dov’è?? Sono dunque una principessa per nulla? Non ho nemmeno il potere di salvare le persone che amo?
-Cassandra, calmati, non possiamo fare nulla ora..
Cassandra si volta verso Lilith e per la prima volta in vita sua la cugina indietreggia intimidita dallo sguardo di ghiaccio della principessa, che la guarda e gli dice
-Mi fai schifo anche tu! Sei come loro!Tu lo dovevi aiutare! Tu..
Le parole di Cassandra le muoiono in bocca, mentre piangendo, corre verso il tutore, oramai morto, pensa lei.
Fabiuzzz riesce finalmente a liberarsi dalla roccia, mentre Alonzo si avvicina a lui e lo osserva a lungo, valutando che non abbia con se nessuna arma e non presenti un pericolo per nessuno: come sempre, resta ad osservare lo svolgersi degli eventi.
Lilith rimane bloccata dalle parole della cugina, e corre nelle sue stanze, cercando di dimenticare quelle parole così dolorose “Mi fai schifo anche tu!... Sei come loro..”, cercando di dimenticare Cassandra, il regno, l’attentato, e quella maledetta festa.

2.

Cassandra si avvicina a Keeper, e gli avvicina la spada dorata che lui ha avuto solamente il tempo di sguainare, e gliela mette nella mano destra.
-Keeper, non te ne puoi andare anche tu, ti prego!
L’urlo disperato della principessa risuona nella sala, rompendo per un istante il silenzio. Le guardie, i maghi, tutti rimangono in silenzio.
-Lo vuoi salvare, vero?
Cassandra, in lacrime lancia uno sguardo d’odio a chi ha osato pronunciare quelle parole, e vede che è stato lo straniero, quello con la gamba ferita.. nota che anche ora gli sta sanguinando in modo orribile, e comprende che un grande dolore gli lacera tutto il corpo. Si alza subito in piedi, si avvicina all’uomo, e lo prende per la tunica che lo copre, e gli urla in faccia
-SI SI!! Lo devi salvare! Ti darò l’aiuto che ti serve, ma ti prego, fai qualcosa!!
Nel frattempo, il guaritore, Panoramix detto Il Druido, riesce ad arrivare vicino a Keeper, ed inizia ad applicare dei bendaggi, cercando di togliere il veleno dal corpo.
Alonzo alza una sopracciglia, aspettando di vedere che cosa vuole fare lo straniero: è evidente che le armi erano avvelenate, ma come mai questo uomo è comparso proprio qualche istante prima?
Cassandra, vedendo lo sguardo assente e non partecipe di Fabiuzzz, lo lascia andare, e si butta in ginocchio davanti al corpo oramai completamente dissanguato del suo tutore, iniziando a piangere sommessamente.
Il curatore, Panoramix, le si avvicina e cerca con molto tatto di dirgli
-Principessa, non c’è più nulla da fare, Keeper é.. era .. il veleno non permette al suo corpo di fermare il sangue.. non possiamo più fare nulla.
Per Cassandra è la mazzata definitiva, e guarda, tenendo la mano del suo tutore, il freddo cadavere e lo sguardo che guarda nel vuoto.
-Lo vuoi salvare, vero?
La seconda domanda di Fabiuzzz suona ai presenti come una sfida irrispettosa del dolore della principessa, ed una guardia gli punta l’alabarda al collo, gridandogli di stare zitta.
-Non accetto ordini da una comparsa, capito?
Lo sguardo di Fabiuzzz è una tempesta, e la guardia, non intimorita, ma terrorizzata da quello che ha visto, lascia andare l’alabarda.
Alonzo, in silenzio, osserva tutto, e quando Fabiuzzz cerca il suo sguardo, lui regge il confronto e annuisce con il capo.
Gli altri maghi presenti accennano una protesta, ma Alonzo gli zittisce subito con un gesto della mano, curioso di capire i poteri di questo uomo che è riuscito a sfuggire a tutti i suoi controlli magici.
Fabiuzzz si avvicina a Cassandra, facendo una piccola smorfia di dolore per via della sua profonda ferita, e dice alla principessa
-Stai tranquilla, Cassandra, ci sono io…
-Ti prego! Sigh.. se puoi fare qualcosa, FALLO!
-Hai detto che mi avresti aiutato non negarlo poi, non potrai mai più..
Cassandra si sente un nodo in gola apparire all’improvviso, qualcosa che le toglie il fiato per alcuni istanti, e guarda disperata Alonzo, il quale però sembra essere totalmente assorbito dalla presenza di Fabiuzzz. Cassandra vorrebbe urlare il dolore che prova, ma è solamente un istante. Quello immediatamente successivo, Fabiuzzz alza le mani in alto, apre la bocca, come a voler pronunciare qualche parola, ma non ne esce nemmeno una…
-Ecco fatto, l’ho ripristinato, starà più che bene, ora.. ma non dimenticarti la tua promessa…

3.

L’oblio che gli è stato concesso è qualcosa di magnifico, Cassandra, Vegeta, tutte le preoccupazioni per le macchinazioni del consiglio delle caste dei maghi svanite: i ricordi precedenti sono lontani, distanti nel tempo e nello spazio, fanno parte di un altro mondo.
Solo lui, da solo nel nero vuoto.
Sente da qualche parte che qualcuno lo cerca da molto tempo, e affiora un nome lontano, come un sussurro che è appena percettibile: conosce il suo nome, ma si sente obbligato a non rispondere.
Keeper vorrebbe rispondere, ma decide di non farlo, di godersi il meritato riposo, finalmente, dopo molto tempo. Sente il suo battito svanire, e comprende che non sarà più rigenerato, portato avanti.
La sua vita è finita, scomparsa, hanno deciso che il suo compito è finito.
Perché? Non ha forse difeso Cassandra abbastanza bene in tutto questo tempo? Non ha fatto del suo meglio per il regno?
No.
La risposta è talmente limpida, chiara nella sua mente.. guerre, distruzione, tutto per ristabilire il potere del regno dopo quello che successe dieci anni prima. Keeper vuole dimenticare, ma come può? Lo sa benissimo di essere uno schiavo del consiglio, ma ..
Desidera per la prima volta di essere il personaggio di un libro, di sapere che la sua strada è già segnata, disegnata da un invisibile scrittore, ma sa che tutto quello che ha fatto lo ha fatto perché LUI lo ha scelto. Solamente lui, soltanto lui.. si chiede da quanto tempo ha superato il tempo di rottura con il popolo. Quale tassa, quale angheria, quale legge sbagliata che lui ha sottoscritto sotto l’egida del consiglio ha ridotto la stessa gente che vuole proteggere ad ucciderlo?
Quei due, quei due, non gli hanno fatto forse un favore a portarlo dove è ora?
La fenice bianca.. così è soprannominato, chiamato scherzosamente dai suoi amici e tenuto dai suoi nemici: perché non è riuscito a salvarsi questa volta? Che cosa è diverso dalle altre volte?
Nella memoria appare l’immagine di quell’uomo apparso dal nulla, lui che sguaina la sua spada, l’uomo che chiede l’aiuto di Cassandra..
Cassandra, la speranza, un mondo nuovo, il futuro del regno, l’unica cosa da proteggere.
-Lo vuoi salvare, vero?
Le parole di quell’uomo gli giungono come in un sogno che non riesce più a comprendere, mentre sente lentamente di essere strappato a quel luogo scuro, pochi istanti prima che venga distrutto per sempre.
Sente che questo non doveva accadere, che qualcosa è cambiato nell’equilibrio suo e del regno, e sente che qualcosa sta per succedere…
-Ecco fatto, l’ho ripristinato, starà più che bene, ora.. ma non dimenticarti la tua promessa…
Keeper ascolta, ma non riesce a memorizzare quelle parole così strane, mentre, tossendo, torna in vita.

4.

Panoramix è completamente esterrefatto, come del resto tutti i presenti.
Il silenzio è assoluto dopo, che Fabiuzzz pronuncia le sue parole.. anche la guardia tagliata a metà, ed inspiegabilmente zitta nonostante le terribili pene a cui è condannata grazie alla magia, tace.
Keeper tossisce, il suo cuore ricomincia a battere, sputa un po’ di sangue, apre gli occhi, vede Cassandra.
-Cassandra…
Panoramix sa che è impossibile per un uomo resistere a quel veleno.. guarda d’istinto Alonzo e scorge sotto l’imperscrutabile maschera che è il suo volto la stessa sorpresa che è dentro di se.
Il druido è atterrito più di ogni altra cosa dalla sorpresa del mago: i maghi della sua casta non sono quasi onnipotenti? Nemmeno loro però possono guarire le ferite o portare in vita una persona condannata come Keeper, ma se questo straniero ha questi poteri, allora.. chissà quali altri ha..
Il grido di dolore della guardie è terribile e liberatorio allo stesso tempo.
L’attenzione di Panoramix si sposta subito su di lui, mentre cerca di capire come alleviare le sue sofferenze senza doverlo consegnare ad un eterno riposo che, ora come non mai, sembra non essere più tale. Panoramix sa che deve far sapere subito quello che è successo quella sera ai suoi compagni, ma quando riuscirà ad uscire dall’attenzione di Alonzo?
Alonzo è sconvolto, totalmente. L’uomo lo ha sorpreso totalmente e, mentre Keeper si alza a fatica sorretto dalla principessa Cassandra, anche Fabiuzzz, con una smorfia di dolore fa lo stesso, guardandolo e sorridendogli.
Alonzo ha ragione di essere preoccupato: Fabiuzzz è entrato nel castello superando le sue più grandi magie, eludendo ogni sorveglianza, ed ora salva la vita al reggente di Doughermoulth, guadagnando quasi sicuramente il suo favore eterno.
Tutto quello che Alonzo non è riuscito a guadagnarsi in una vita l’uomo ferito davanti a se l’ha ottenuto in pochi minuti. Alonzo sa di avere un nuovo nemico che lo spaventa, non lo nasconde, ma sa anche che questo nemico tanto spaventoso può essere ferito, e quindi ucciso.
Un sorriso appare subito sul volto di Alonzo: i presenti lo interpretano come gioia per la salvezza del reggente, ma solo Alonzo sa il suo vero significato.

5.

-Keeper!! Stai bene?? Come ti senti?
Keeper sorride alla piccola Cassandra, la rassicura, mentre fa il punto della situazione, cercando di capire chi gli è attorno.. i maghi di tutte le caste, Alonzo, lo straniero e le guardie. Ordina subito di isolare tutto il palazzo e cercare chi ha provato ad ucciderlo, ma mentre guarda alcune guardie scomparire, sa già che in cuor suo che i due sono già lontani.
Cassandra piange di gioia nel vedere l’unica cosa che gli rimane della sua famiglia ancora in vita, in piedi e sorridente, pronta a dare ordini come un tempo: si appoggia alla gradinata della scala, e comincia a sospirare pesantemente, come a cercare un nuovo equilibrio dentro di se.. sente che quel nodo in gola c’è ancora, e guarda verso lo straniero e Fabiuzzz le risponde prontamente con un sorriso carico di significato.
-Chi devo ringraziare?
In breve Alonzo espone quello che è successo a Keeper, il quale osserva con crescente stupore lo straniero, e vede la guardia tagliata in due e Panoramix, il druido, che cerca di fare del suo meglio per lenire le sue sofferenze. Keeper ordina ad Alonzo di aiutare il curatore, non prima però di averlo guardato con evidente rimprovero.. in cuor suo Keeper sa che Alonzo lo odia, ma non credeva che lui sarebbe restato fermo a guardare tutto quello che succedeva.. evidentemente si sbagliava su di lui: non era un avversario onorevole, ma un meschino, ci avrebbe pensato poi.. Ora rivolge la sua attenzione su Fabiuzzz, che guarda distrattamente la principessa.
-Grazie straniero per tutto quello che hai fatto, ma posso chiederti chi sei e che cosa ci fai qui?
Fabiuzzz guarda Keeper, gli sorride, ed inizia il suo racconto, dopo essersi sistemato nuovamente il suo mantello, per nascondere la sua terribile ferita
-Io sono un messaggero, reggente Keeper, e sono venuto per chiedere l’aiuto della principessa Cassandra, l’aiuto per una questione di vitale importanza per tutti i regni. Gli spiriti di dieci anni fa stanno tornando ed ora nemmeno le difese che alzeranno i vostri maghi potranno nulla.. il vostro mondo verrà distrutto, se Cassandra non farà qualcosa..
Alonzo ovviamente è attento alle parole di Fabiuzzz, ad ogni sua singola parola, mentre cerca di fare in modo che la guardia muoia senza patire troppo dolore: la reputa la migliore soluzione e sicuramente la più veloce. Scocca subito uno sguardo al druido, il quale annuisce e riesce finalmente a lasciare la sala, dopo essersi assicurato che la principessa sta bene.
Keeper è pensieroso, mentre valuta attentamente le parole dell’interlocutore, una per una..
-Parli come se fossi anche tu uno spirito, e questo, lo devo ammettere, mi spaventa!
-Io non sono uno spirito, ma un messaggero, sono stato inviato qui per salvarvi, se volete ascoltarmi questa volta!
-Cosa intendi con questa volta?
-Vegeta non mi ha ascoltato, molti anni fa, e il risultato della sua scelta è davanti a tutti voi, no?
-Non è possibile! Nessuno si è avvicinato al re durante quel periodo! Io ero con lui!
-No, Keeper.. non in quel periodo.. molto prima del vostro leggendario scontro, quando ancora non vi conoscevate, io gli parlai…

 

 

6.

Era un notte fredda, nel castello di Doughermoulth, quando Fabiuzzz arrivò per la prima volta.
Come era stato programmato, le guardie non lo videro, le magie dei maghi delle caste non lo individuarono e nemmeno Vegeta si accorse della sua presenza.
-Vegeta
Vegeta si guardo attorno, prese subito la sua spada, e nonostante fosse ancora molto giovane, si preparò allo scontro.
-Non farmi ridere, non puoi ferirmi con la tua spada!
-Fatti vedere!
Fabiuzzz proiettò la sua immagine in un angolo, per dare un po’ di soddisfazione al principe Vegeta.
-Devo parlarti?
Vegeta sapeva che cosa era lo spirito che gli stava parlando, uno spirito maligno mandato per tentarlo e distruggere la sua capacità di giudizio. Questo aveva detto Zod, questo aveva previsto: Vegeta era stato avvertito del suo arrivo, segretamente, come Zod aveva sempre fatto, attraverso i suoi servitori e adoratori.
-Devo ascoltarti, spirito maligno?
Fabiuzzz rise amaramente, ma di gusto: il contrasto gli piaceva. Doveva fare quello perché era obbligato, altrimenti avrebbe già distrutto tutto il regno molti anni prima, durante la prima venuta, all’inizio, sulla montagna. Ma questo non lo disse mai ne a Cassandra ne a Keeper.
-Io non voglio distruggere il tuo regno, Vegeta, ma metterti in guardia. Il tuo regno è in pericolo. Hai cinque anni per prepararti. Tuo padre morirà, tu diverrai re: dovrai cercare le persone più capaci per difendere il tuo regno, e formare un consiglio dei maghi. Solo i maghi ti possono aiutare per ora: tutte le caste si dovranno riunire assieme Doughermoulth e non solo, e forse riuscirete a sopravvivere.
-Non ti credo, spirito maligno: Zod mi ha avvertito!
Fabiuzzz per la prima durante la sua insistenza si infuriò veramente, diventando un concentrato di rabbia, tanto che Vegeta dovette buttare la spada a terra, inginocchiarsi e tenersi il capo tra le mani:
-COSA? TU CREDI A ZOD? ZOD L’IMMORTALE? TI RENDI CONTO CON CHI STAI ALLEANDO? IL PADRONE DEGLI IMMBOLI NON TI PUO’ SALVARE. IO SI.
Vegeta, cercando di resistere al potere di Fabiuzzz, indietreggiando, tenendosi il braccio, come intorpidito dalle parole dello spirito, disse
-Si, gli ci salveranno: sono ovunque, e tu non puoi distruggerli!
-Misero mortale, tu non vuoi capire.. se non farai quello che ti dico, se il consiglio non verrà creato, non avrai più un regno!
-Se io ti ascolterò non avrò più un regno, malvagio messaggero di sventura!
Fabiuzzz avanzò, Vegeta restò fermo, immobile, pronto a tutto pur di servire il suo padrone Zod, ma non era pronto per quello che lo spirito fece. Rise, di gusto anche.
-Cosa c’è di divertente?
-Ora capisco: sei corrotto. Non sei puro, sei un figlio di Doughermoulth corrotto da Zod. Non mi servi a nulla. Farai quello che ti ho detto lo stesso, ma non come vorrei io. Non distruggerai del tutto gli spiriti, perché gli immobili ti ordineranno di non farlo: che stupido.
-Non mi interessano i tuoi vaneggiamenti, spirito!
-Tornerò, principe: convincerò tuo figlio, prima che Zod lo corrompa come ha fatto con te, ammesso che il tuo regno esista ancora.
Fabiuzzz scomparve, perché il tempo a sua disposizione era finito.
Vegeta resto tutta quella notte a guardare fuori dalla sua finestra, in direzione della città capitale di Doughermoulth, il suo regno, la sua città, il regno.

7.

-Avete almeno in parte compreso? Io sono arrivato qui oggi perché il principe Vegeta non ha fatto quello che gli avevo chiesto, o meglio lo ha fatto in parte: ha creato il concilio delle caste, ma non ha fatto in modo di chiudere il varco attraverso il quale gli spiriti distruttori entrano a Doughermoulth.
Keeper era sconvolto: se non fosse già seduto, avrebbe subito cercato una sedia. Guardò Alonzo con la coda dell’occhio, come per valutare la sua reazione alla storia del messaggero che voleva essere chiamato Fabiuzzz, ma non ci capiva un bel niente, come al solito. Alonzo era una maschera imperscrutabile, perso in mille considerazioni diverse: forse si sentiva solamente uno strumento lui, come tutto il consiglio, nelle mani di Fabiuzzz.
Cassandra stava guardando fuori dalla finestra, verso la città, come suo padre una notte di molti anni prima. Guardava lo stesso punto che guardava suo padre, per lo stesso identico istanti, ma a differenza di lui distolse lo sguardo, e disse a Fabiuzzz
-Che cosa dobbiamo fare per evitare una catastrofe come dieci anni fa, Fabiuzzz?
Fabiuzzz sapeva l’importanza della principessa, si obbligava a trattarla con rispetto e risponderle con calma e sangue freddo, visto il suo grande potere latente, ma sapeva che quello da convincere veramente era Keeper, il reggente, l’amico di Vegeta, il protettore. Era lui seduto a capo tavola nel freddo salone del castello, nonostante la calda notte circostante.
-Principessa Cassandra, il concilio deve pronunciare le sue più potenti magie per potenziare le vostre difese, affinché voi stessa, l’unica che lo possa fare, possa chiudere il varco attraverso il quale gli spiriti giungono nel vostro mondo.
-Stai dicendo, Fabiuzzz, che la principessa Cassandra deve forse rischiare la sua vita?
-Certo Keeper, ma è necessario…
-Non se ne parla: è già abbastanza pericoloso per lei fare la principessa, figuriamoci caricarla con la responsabilità di salvare Doughermoulth!
Cassandra ancora una volta sentì il nodo in gola crescere, diventare più grande, stringerlo nella sua morsa, obbligarla quasi a dire quello che pensava
-Basta Keeper! Quest’uomo ti ha salvato la vita! Mio padre non gli ha creduto, e il risultato della sua scelta è stato quasi la distruzione di Doughermoulth!! Te ne rendi conto? Io posso fermare gli spiriti prima che distruggano tutto, io!
Alonzo distolse la sua attenzione dal solito battibecco tra reggente e principessa, per analizzare magicamente e con cura Fabiuzzz e le sue successive parole. Disse sottovoce alcune potentissime parole che dovevano svelargli la sua vera natura, obbligare la sua stessa essenza a parlare.
Nulla.
Nessuna risposta. Alonzo rimase sempre più sorpreso da Fabiuzzz: fosse stato protetto in qualche modo, o non protetto da magie o qualsiasi cosa fosse in qualsiasi regno, le sue parole glielo avrebbero svelato, ne era certo, ma il nulla completo lo spaventava.
Come era possibile? Fabiuzzz forse non è di questo mondo? Allora com’è possibile ferirlo? Alonzo continuava a crogiolarsi nei suoi dubbi, mentre Cassandra e Keeper continuavano la loro discussione.
-Non voglio sentire mai più simili parole! Tuo padre ha fatto un’ottima scelta come principe, non credendo alle parole di Fabiuzzz! Perché noi dovremmo fidarci di lui? Non potrebbe aver semplicemente organizzato tutto per sembrare il salvatore, o forse non ne è in grado, Cassandra? Come ha fatto a comparire dal nulla?
-Perché non ti fidi mai di nessuno Keeper? Ti sta forse dicendo che vuole distruggere Doughermoulth? No. Ti sta chiedendo di salvarlo! Anzi mi sta chiedendo di salvarlo, e per quanto mi riguarda io sono più che d’accordo!
-Non fare la bambina! Quello che si prospetta non è una passeggiata, e tu non sei minimamente pronta! Non sei in grado neppure di difenderti…
-Perché dite questo, Keeper? A me sembra che la principessa sappia più che bene usare i suoi poteri: non l’ha forse dimostrato questa sera?
Keeper guarda Alonzo, ma il mago è ancora concentrato in se stesso: anche lui ora ha le sue belle preoccupazioni, pensa Keeper, annotando mentalmente che dovrà prima o poi parlare di molte cose con il mago. Ora c’è Fabiuzzz e la sua pazza proposta di usare Cassandra come uno scudo per difendere Doughermoulth: c’è come il ricordo che lui deve fare questo anche se sa che c’è qualcosa che non va, sente come qualcuno che glielo suggerisce, no, che glielo ricorda.
Lui è il protettore, non può tracciare la strada di Cassandra, ma proteggerla.
-Fabiuzzz, per questa sera è abbastanza: siamo tutti stanchi e, dopotutto, hanno appena cercato di uccidermi e quindi anch’io sono molto scosso. Ci preoccuperemo di tutto domani pomeriggio, dopo una lunga dormita. Cassandra, prova a riposare anche tu. Per quanto riguarda te, Fabiuzzz, alloggerai sorvegliato dalle mie guardie e da un mago della casta dei nomi: è solo per la tua sicurezza, ovviamente.
Fabiuzzz annuisce, forte della posizione raggiunta dopo anni di tentativi andati a vuoto: si fa scortare come un bravo prigioniero nella sua stanza d’orata, ma non dorme per tutta la notte. Lark è ancora lì con lui, lo sente, e con lui tutti gli altri.. loro lo continuano a tormentare, sempre, impedendogli di riposare.
-Ma non riusciranno a fermarmi, ora non più.

8.

-Alonzo, tu resta.
Le parole di Keeper suonano familiari a Cassandra, mentre lascia la stanza scorta da una decina di guardie e maghi assieme, lei sa che come al solito la discussione importante arriva adesso, e lei, di nuovo come al solito, ne è esclusa.
-Stasera non potrò nemmeno scappare: sarà tutto rimandato ad un giorno a venire, pensa Cassandra, mentre viene portata via dalla sala.
Le porte vengono chiuse, e Keeper dopo aver dato le ultime disposizioni per la notte, resta da solo con Alonzo: sa che è un azzardo, ma la sua spada dorata è lì con lui, per ogni evenienza, e gli basta.
Alonzo si aspettava che il reggente esigesse delle spiegazioni ed un racconto molto più dettagliato di quanto è successo, e prontamente a comando di Keeper espone i fatti, nulla di più.
-Che idea ti sei fatto di lui, Alonzo?
Alonzo pensa per alcuni minuti alla risposta. Fabiuzzz compare dal nulla, non fa niente per sventare l’attentato a Keeper, anzi sembra approfittare della confusione per avvicinarsi a Cassandra e toccarla. Non si difende, come se fosse sicuro che nulla lo potesse più ferire: forse centra qualcosa la grande ferita che ha lo strano messaggero?
-E’ strano, questo è ovvio, Keeper. Francamente non sono riuscito a capire come sia arrivato così vicino a noi senza che nessuno se ne accorgesse: è pericoloso e dobbiamo tenerlo d’occhio, questo è certo, però molte sue parole sono veritiere.
Keeper ascolta con attenzione le parole del mago, soppesandole una per una rimuginandoci sopra per bene e osservando
-Come ha fatto a curarmi, almeno questo lo sai?
-Ha usato qualche magia: è come se avesse voluto pronunciare qualche parole come fanno quelli della mia casta, ma nulla gli è uscito di bocca. Non ho sentito nessuna magia in azione su dite, eppure ti sei subito ripreso. E’ un enigma anche questo.
-Bene, molto bene.. Non sappiamo niente di lui, ne dei suoi poteri, eppure dobbiamo fidarci di lui?
Alonzo un po’ sorpreso ed incredulo risponde
-Ti fidi di lui?
-Vegeta mi aveva parlato che qualcuno sarebbe venuto per chiedere l’aiuto di Cassandra, non mi ha detto nient’altro, ma è stata l’ultima cosa che è riuscito a dire prima di morire.
-I rivoltosi..
-Già, Alonzo. Anche quella volta la vostra, anzi, la tua magia di protezione ha fallito e sono riusciti ad arrivare fino al re.. è riuscito a dirmi solamente questo, quel maledetto giorno, nel giardino del castello.
Alonzo incassa l’accusa senza battere ciglio: il consiglio aveva deciso così, e chi era lui per mettere in discussione questo ordine? Un nuovo re sarebbe stato sicuramente auspicabile, vista la situazione con i regni vicini.. un cambiamento sulla facciata, ma non nella sostanza: ecco cosa sarebbe stata Cassandra, prima dell’arrivo di Fabiuzzz.
Keeper ricorda quei momenti come se fossero sempre stati lì davanti ai suoi occhi: lui era lì, nel grande giardino verde e incontaminato, come l’aveva voluto la regina, senza nessuna statua ne fontana, nessun ornamento particolare. Bellissimo come Cassandra quel giorno.
Un pugnale, una mano, lui distratto per un attimo: Alonzo non c’era, non poteva aiutarlo, o non voleva? Keeper sa che non può mettersi contro il consiglio, in nessun caso.. loro lo tengono in pugno. Però lui vede la sua spada sbagliare una seconda volta ed uccidere troppo presto quell’assassino, senza riuscire ad estorcergli nemmeno un’informazione di bocca.
Vegeta che cade a terra, subito soccorso dal druido, ma tutto è inutile.
Un minuto, non di più: Vegeta raccoglie tutte le sue forze, gli sorride e gli dice che Cassandra dovrà fare quello che lui non ha potuto fare, che arriverà un messaggero.
Vegeta muore.
-Keeper? Stai bene?
Le parole di Alonzo suonano così distanti, mentre lo riportano alla realtà lui cerca di dimenticare la morte del suo re, o meglio, di un grande amico, forse il più grande.
-Si. Sono solo stanco.. ma non importa.. non mi chiamano la fenice bianca? Una dormita mi farà bene: il consiglio deve essere riunito, ovviamente.. occupatene tu, ora lasciami solo.
Alonzo annuisce, felice di poter contattare finalmente i suoi compagni delle caste e non solo: lui sa che deve trovare un modo per uccidere Fabiuzzz, prima di potersi fidare di lui.

9.

Il castello è silenzioso per tutto il resto della notte, freddo ma silenzioso: le guardie, cariche di tensione per quello che è successo durante la festa, fanno rigidamente il loro lavoro. I maghi mandano messaggeri magici in tutto il regno per informare tutti i centri di potere di quanto è successo, lo stesso fanno tutte le persone che contano che erano presenti durante la festa, e che sanno che Doughermoulth può cambiare da un momento all’altro, per la morte del reggente Keeper.
La notizia della sua “rinascita” infatti si saprà solamente la mattina dopo e questo desterà grande stupore in tutto il regno, alimentando ancora una volta la leggenda che aleggia sopra di lui, la fenice bianca.
Mentre ferve tutta questa attività, c’è qualcosa che rimane fermo nelle mani di Cassandra: il suo sguardo è sorridente in qualsiasi situazione, nonostante tutto. Cassandra, alla luce di una candela, lo guarda e Salkaner guarda la principessa intensamente, come ha sempre fatto, in quel modo unico che la mette sempre di buon umore e le fa dimenticare ogni cosa.
Non questa volta.
Salkaner sa che Cassandra è scossa per molte cose che sono successe quella sera, la prima delle quali è l’orrore che lei stessa ha scatenato: Cassandra glielo ha raccontato subito, appena arrivata in stanza, ed il regal bambolotto a risposto con il suo solito silenzio sorridente.
Cassandra quindi ha cercato di capire perché conosceva quelle parole, e perché le ha usate per uccidere quella guardia: nonostante tutte le cure del druido Panoramix, ha saputo che è morto.
Morto.
Morto per causa sua.
Salkaner vede le lacrime vere che per la prima volta Cassandra fa uscire dalla sua anima, ma incredibilmente il suo sorriso non riesce a fare più nulla per restituirgli il sorriso.
Cassandra si piega sul cuscino, continua a piangere finché non si addormenta, con Salkaner tra le braccia.
La notte di Lilith invece è ben più tormentata: le parole della cugina, la sua migliore amica l’hanno colpita a fondo e lei non riesce a capire perché Cassandra le ha dette. Lilith non ha sempre aiutato e consigliato sua cugina?
Non è stata una buona amica? Lilith capisce che deve aver sbagliato da qualche parte.
Decide di dormire, ma è come ridere davanti al destino: non ci riesce, quelle parole le tornano continuamente in mente.
“Mi fai schifo anche tu!... Sei come loro..”
Lilith aveva cercato di cambiare Cassandra, solo ora se ne rende conto: trasformarla in qualcosa diverso da quello per cui era destinata.
Lilith sa che Cassandra non sarà mai una principessa giusta: troppo semplice piegare il suo giudizio, come lei stessa aveva fatto più e più volte. Ma Lilith si domanda per la prima volta in vita sua quale sia il suo di destino: essere sempre e comunque il consiglio per la cugina?
In fondo Cassandra era sconvolta dal dolore: Keeper, il suo tutore, maestro e padre sembrava morto.. Lilith pensa che anche lei avrebbe reagito male, in quella situazione critica.
“Mi fai schifo anche tu!... Sei come loro..”
- No. Non voglio più stare sotto la sua ombra, ma più: io sono Lilith, non semplicemente la cugina della principessa Cassandra
Quando finalmente Lilith riesce a prendere sonno, è già mattino e il primo sole sorge dall’oceano ad oriente, illuminando tutta Doughermoulth.

 

 

Atto III: Scappando


1.

La finestra si rompe dietro di lui e Ar. Sente i vetri che gli tagliano il costoso vestito procurato dalla sua gente con così tanta fatica, e Gabryk dentro di se si dispera più di questo che di tutto il resto.
Atterrano sull’albero sottostante, come previsto, e usando un po’ della loro fortuna e abilità, riescono ad aggrapparsi in tempo prima di schiantarsi al suolo.
Ar guarda il suo compagno, sanguinante sul braccio destro, e sente un grande boato provenire dalla stanza dalla quale sono appena “usciti”. Guarda Gabryk e dice, bisbigliando
-Riattiviamo l’anello e usciamo assieme agli invitati, confondendoci tra di loro.. così i maghi ai cancelli non ci potranno individuare, giusto?
-Ok Ar, ci sto. Appena fuori ci separiamo come previsto.. ci vediamo domani mattina all’Argo!
I due si tolgono l’anello e nuovamente se lo rimettono.
Facilmente riescono ad immettersi nel flusso caotico di persone che scappa dal castello, colpendo anche qualcuno di quei bastardi nobili, senza ucciderlo, ma abbastanza perché potesse passare la notte a pensare da che parte arriva il colpo.
I maghi delle caste stanno tutti convergendo verso la sala delle feste e Ar e Gabryk hanno vita facile fino alla grande piazza davanti al castello: la grande statua del Drago Nero, simbolo di Doughermoulth, è il segnale che possono dividersi.
Ar subito corre verso l’oceano, avendo da tempo di nascondersi nei magazzini del porto, sicuri e facili da lasciare se la situazione si fosse fatta troppo “scottante”.
Gabryk invece passa ancora un po’ del suo tempo nella piazza, nascosto agli occhi indiscreti grazie al potere del suo anello: dalla sommità della statua del drago, riesce a vedere che quasi tutti gli invitati della festa sono scappati e che molte persone nella sala delle feste stanno accorrendo.
E’ una sensazione strana, ma sente che quel tizio che è comparso all’improvviso ha fatto qualcosa, anche se non riesce a capire cosa.
Il tempo passa, e inosservato continua a guardare al castello, che nel frattempo si è completamente zittito: le guardie vengono spedite all’esterno alla caccia sua e di Ar, ma Gabryk vuole aspettare ancora.. sa che deve vedere qualcosa, ma non riesce a capire cosa.
Poi finalmente vede la principessa Cassandra, bellissima come sempre, che lo guarda da una finestra del castello, lo guarda intensamente per molti istanti, finché non si volta per parlare con qualcuno dietro di se, che Gabryk non riesce a capire chi é.
-Che strano.., pensa Gabryk, prima di scappare nella notte di Doughermoulth.

2.

La musica suona martellante e soffocante come sempre.
L’aria è carica di fumo di sigarette e non: lui tossisce subito, appena entra e aspetta alcuni istanti, mentre i suoi occhi cercano di abituarsi alla luce stroboscopia che batte sempre più veloce, seguendo quel ritmo folle e forsennato.
Finalmente si ferma, la musica sale ad un volume folle e un tizio alto due metri dietro di lui gli rifila una spallata che lo fa finalmente entrare nel locale. Lui odia i posti come questo, ma è obbligato a stare lì: gli danno la caccia e solamente Max Power lo può aiutare: il problema è cercarlo.
Alcune donne gli passano davanti, vestite con abiti succinti che lasciano vedere tutto e nulla: sarà per l’effetto dell’aria inquinata da chissà quale porcheria, ma sente come una voglia incredibile crescergli dentro.. poi si accorge che non sono donne, ma ragazze, anzi bambine, rispetto a lui.
Il suo sorriso è amaro, mentre controlla che la piccola scatola di metallo e plastica sia sempre sotto il braccio destro: Cassandra lo avrebbe sicuramente preso in giro per certi pensieri, come del resto Lilith.
Avanza, girà per un po’, finché non decide di fermarsi, girarsi su se stesso in mezzo a tutta quella folla che si dimena in una danza folle, per cercare di trovarlo.
-Dove cavolo sarà!
Una tipo vicino lo tocca al braccio sinistro e lui subito si ritrae impaurito, insicuro su cosa lo aspetta e andando a sbattere contro uno talmente strafatto che non regge la spinta e finisce a terra, calpestato dai suoi stessi amici.
Max lo prende per un braccio lo trascina a forza fino ai cessi, e gli urla addosso un fiume di parole
-Elwood! Dannazione, che ci fai qui? Non dovevamo vederci mai più.. me lo avevi promesso! Io ne sono uscito, lo ricordi?
- Max, ascolta..
-Parla più forte, non ti sento!
Elwood gli indica di andare fuori e Max, dopo aver recuperato una giacca, lo segue subito: dopo aver evitato gli spacciatori che li avvicinavano, i due vanno in un angolo del parcheggio davanti alla discoteca ed iniziano a parlare con calma, nel freddo della notte.
-Allora, che vuoi El?
Elwood scatta subito come un pazzo, quasi lasciando andare quello che si porta dietro con tanta cura, e dice:
-Non chiamarmi mai più El, hai capito? Lui mi chiamava così, ed è per colpa sua che è successo tutto questo casino!
-Non ti scaldare! Hai CAPITO?? Sei stato tu a venirmi a cercare, non io! Non dopo quello che è successo.. quindi calmati, spiegami quello che vuoi…
-Non funziona più Max.. capisci? Non si connette più!
Elwood sfodera la piccola scatola davanti alla faccia di Max, come se fosse la prova del reato: Max lo guarda assente, come se non gliene importasse nulla.
-Perché non vuoi capire, Max.
-Io ho capito, ELWOOD, ma non me ne frega nulla, lo capisci o te lo devo far entrare in bocca quel tuo portatile? Io non mi connetto più da molto tempo, e lo stesso dovresti fare anche tu!
Elwood si siede sull’asfalto freddo: le parole di Max sono giuste, lo sa, ma lui non può farci più nulla: tutto gli è sfuggito di mano, dannazione..
-Elwood, ascolta, io non posso farci nulla.. quindi se non vuoi qualcosa da me..
Elwood appoggia con cura il portatile, si alza, guarda Max negli occhi, e gli sferra un pugno proprio su quel sorrisetto di merda.

3.

Ar corre: è come se sentisse gli occhi di quei maghi che lo stanno cercando ovunque.
Di qualsiasi casta siano, sa che quelli più pericolosi e potenti sono quelli della casta dei nomi, e in particolare il più potente di loro, Alonzo.
Nascondersi nei magazzini del porto non è proprio una grande idea, ma sa che anche i maghi in passato hanno commesso degli errori, di cui non sono coscienti.
Il defunto re, infatti, aveva ordinato dopo la guerra di dieci anni prima di incantare potenti oggetti magici per difendere il regno dai suoi nemici, gli spiriti, ma anche dagli altri regni. Potenti armi, come la spada dorata del defunto reggente Keeper, sono molto ricercate da ogni grande guerriero, ma ad Ar non interessano quelle cose, ma molto di più, cioè il benessere del suo popolo.
Per questo, a costo di grandi sacrifici, grazie ad un grande amico come Quarl erano riusciti a procurarsi un particolare telo, in grado di difendere chiunque da qualsiasi tipo di individuazione magica.
Ovviamente lui ed i suoi compagni non potevano nascondersi tutti sotto quel telo, che era sufficiente per una sola persona, ma Ar era stato scelto perché sapeva i rischi che correva nel scappare e nascondersi subito sotto quel telo.
I maghi infatti sapevano che il telo era stato rubato, anzi, lo stesso Alonzo sicuramente ne era stato informato, ma non avevano mi fatto nulla per recuperarlo. I suoi compagni erano sicuri che questa informazione era in possesso dei nemici del popolo e per questo era stato deciso che a nascondersi sotto il telo non fosse Gabryk, il sicario che avrebbe dovuto uccidere Keeper, ma lui.
Così, se i maghi avessero cercato il telo con ogni mezzo, in ogni caso non avrebbero trovato l’attentatore, ma solamente una persona comune.
Ar ovviamente era cosciente che questo strano ragionamento faceva acqua da ogni parte, ma sapeva che un modo per poter eliminare quella fastidiosa sensazione d’esser osservato era nascondersi sotto il telo, e sperare in bene.
Ar quindi, dopo aver cambiato strada mille volte ed essersi assicurato d’aver seminato ogni possibile inseguitore, entra nel magazzino dove, in una parete nascosta, era celato il telo magico.
-Eccolo qui: ora capirò finalmente se funziona a qualcosa, o erano solo parole, le loro..
Ar si avvolge il telo attorno, e si sente subito al sicuro, avvolto da un calore rassicurante, sente che la notte, almeno questa notte, non lo tradirà come ha fatto in passato, molti anni prima.
Il pensiero va subito a quella notte di pioggia di molti anni prima, quando era solo un bambino: gli spiriti avevano terrorizzato tutto il regno, e l’unica cosa che il re aveva fatto era stato rintanarsi nel suo castello.
Il piccolo Ar guardava le luci del castello, sentiva le grandi feste che si susseguivano, e chiedeva alle persone attorno a se
-Perché non fanno qualcosa?
Sentiva le risposte più disparate, sentiva insulti nuovi che un bambino come lui non capiva, ma avrebbe capito molto presto: perché il re, i maghi, i nobili non facevano nulla per salvare il regno, il popolo?
Poi la guerra arrivò fino alle porte della città: Ar ha rimosso le immagini di quei giorni d’incubo, ma non ha dimenticato certamente i risultati, che lo hanno segnato per tutta la vita.
Gli stenti, la fame, mentre in quel castello le luci erano ancora accese, nonostante tutto le feste continuavano, mentre la sua famiglia moriva attorno a lui di fame e dalle ferite causate dagli spiriti.
Ar si scuote un po’.
Ricordare quei giorni lo facevano stare sempre male, ma non poteva farci nulla.
Una debole luce entrava nel magazzino riflessa dall’oceano ad oriente.
La luce di un giorno nuovo per tutto il regno: ora nessuna festa sarà più celebrata in quel castello, dice orgoglioso Ar a se stesso, stringendo il velo attorno a sé.

4.

Il pugno di Elwood, violento e carico di rabbia, colpisce di sorpresa Max, ancora annebbiato e infreddolito per il cambiamento odioso di temperatura dalla discoteca al parcheggio.
Max odia prendere freddo così stupidamente, e soprattutto per colpa di un illuso come Elwood: pensa tutto questo, mentre cade a terra, faccia in avanti, e si rialza, con un rivolo di sangue che gli scende dalla fronte, formando una piccola goccia sull’asfalto nero come la notte.
-Sei felice ora? Contento, Elwood?
-NO, dannazione! Max! Tu c’eri, ci sei stato! Come puoi dire che non ti interessa più? E gli altri? Non pensi a Snogar, per esempio? Al suo lavoro?
Max si rialza con un colpo di reni, scarica tutto il suo peso sulla gamba sinistra, ruota su se stesso, e fa volare con un calcio volante ben piazzato Elwood sul cofano di una Ferrari parcheggiata lì davanti.
Elwood si rialza assordato dall’antifurto del bolide rosso, e scatta in avanti come un furia contro Max, non riuscendo più a pensare finché non si accorge che è inutile continuare a picchiarsi a vicenda. Elwood sa che deve conservare le forze per ben altri avversari.
-Ti credevo diverso, Max. Pensavo che mi avresti aiutato, ma mi sbagliavo. Questa è una cosa buffa: pensavo che lui non sarebbe mai riuscito a portare a termine tutto questo, quando gli diedi il mio ok…
Max non riesce a credere alle parole del suo amico/avversario di rissa
-Cosa? Ma se non credevi nel suo progetto perché hai convinto TUTTI gli altri?
-Lui.. lui ha un’immaginazione immensa, non credi?
-Si, almeno credo.. penso che riesca a sbattersi più di me o degli altri.. ma che c’entra?
Elwood raccoglie il suo portatile, assicurandosi che sia ancora tutto intero.
-Perché pensavo che la sua idea fosse grande abbastanza da essere realizzata.. però lui mi ha tradito, come stai facendo tu ora, addio. Max: non fai più parte del Nucleo.
Mentre Elwood si allontana, Max cerca di riordinare le idee, e gli urla dietro
-Ma si vattene! Chi ti vuole! Sei un fallito Elwood! Lascia stare, è meglio per te!
Le parole di Max non arrivano ad Elwood che incuriosito dall’improvviso silenzio li percepisce ancora una volta. Sente che uno di loro è vicino.
Inizia correre, mentre Max scompare nel caos della musica.

5.

Trovarlo è diventato non solo un bisogno, ma una sfida.
Come riesce a muoversi fino a loro è un mistero: dalle loro informazioni, l’unica cosa che sapeva di ognuno di loro era il nome (per lo più falso) e più o meno la regione di appartenenza, il sesso il più delle volte era falso. Come era riuscito Elwood a trovare Max in quella discoteca?
Saan Raal se lo domandava, mentre metteva la mano destra dentro l’impermeabile nero: il buttafuori davanti a lui non sospettava nulla, mentre Saan lo uccideva con l’Uzi.
Mentre bloccava le porte secondarie, Saan sapeva che Elwood era dentro quella discoteca, da qualche parte, assieme a Max. Se lo aveva contattato voleva dire che era un pericolo: ed i pericoli andavano eliminati, come diceva sempre.
Mentre si faceva largo attraverso la folla a suon di caricatori, si prese la soddisfazione di massacrare senza pietà il deejay, un tipo completamente impasticcato e strafatto, abbracciato ad una come lui: quelli così gli avevano fatto sempre schifo, tutto gli faceva sempre schifo.
Due uomini armati a destra, alzare l’Uzi e fare fuoco.
Dove era rimasto? Ah, si.. uccidere un po’ di gente per far capire dove era Max.
Saan sapeva che sarebbe stato più semplice entrare senza sparare, solamente facendo qualche domanda, ma gli piaceva avere uno stile, lasciare una firma.. così Elwood poteva capire con chi aveva a che fare.
Non gli piaceva però uccidere le donne, questo no: non sapeva perché, ma non le considerava un pericolo. Tutte tranne quelle che gli imploravano pietà, o che per sbaglio uccideva con l’Uzi.
Ricaricare, una ragazza/bambina strafatta chiede pietà attaccandosi al piede destro: ucciderla.
Non era più sensato scappare in quel momento? Perché chiedere pietà? Era modo di dimostrare all’avversario che si era più deboli, inutili.
Saan, dopo aver ucciso gran parte dei presenti, stando sulla porta, si chiese se non aveva sbagliato qualcosa.
-Certo.. la musica.
Sparo a quei dannati altoparlanti, facendoli zittire per sempre.
Silenzio, finalmente.
-Cavolo, ma che è sto silenzio?
Saan capì che Max Power era dietro di lui troppo tardi.
Lui scattò in avanti, e gli fece perdere l’equilibrio, iniziando a menare le mani contro l’avversario e cercando di strappargli dalla mano l’Uzi.
Saan era più infastidito da Max che intimorito: decise di lasciar andare l’Uzi per svagarsi un po’ con lui, per poi continuare la sua caccia e concentrarsi sul suo vero obbiettivo.
Elwood.
Lo doveva trovare prima degli altri.

 

 

6.

La notte accoglie Gabryk come una madre premurosa: lo protegge, lo rassicura.
Gabryk sa muoversi con sicurezza e sa che i maghi cercheranno sicuramente chi è nascosto sotto il velo e non lui. Gli dispiace per Ar, ma sa che qualcuno doveva fare da esca ed in fondo è felice di non essere lui quell’esca.
Continua a scappare, a correre, a fermarsi dopo ogni bivio per controllare che nessuno lo segua.
L’ultima cosa che vuole, dopo aver ucciso Keeper, è finire male: finalmente per il regno è tempo di grandi cambiamenti, forse la rivoluzione, non sa.
Gabryk sa dentro di se che difficilmente ci potrà essere una rivoluzione finché gran parte dei nobili e dei mercanti non saranno schierati per interesse con il popolo contro la monarchia, ma spera comunque che quello che hanno fatto lui e Ar, questa notte, possa servire a cambiare in meglio le cose.
Anni di guerre e sotterfugi con i regni vicini hanno reso Doughermoulth odiato da tutti i regni stranieri, che hanno aiutato quelli come lui ed Ar per combattere la tirannia di Keeper e del consiglio delle caste dei maghi.
Mentre Gabryk varca l’ultima soglia, la casa dove si nasconderà quella notte, sa di dover tenere per se le sue idee: Badrel non è d’accordo con lui e con i rivoltosi, e Gabryk non può fare altro che rispettare il suo punto di vista.
L’anziana signora nella prima stanza sembra non guardarlo, ma lui sa che registra mentalmente chiunque entri nella casa di Badrel, per controllarlo e per poi riferire a chi di dovere. Gabryk e i suoi compagni hanno spesso usufruito dei servizi della vecchia ed è anche grazie a lei che sono arrivati fino alla sala delle feste.
La porta chiusa del laboratorio di falegname di Badrel è davanti a Gabryk. Lui si chiede se è giusto averlo coinvolto in tutto questo, nonostante lui non volesse: che diritto ha lui di trascinare una brava persona come Badrel, laboriosa tanto da lavorare anche durante quella notte, in complotti di corte e assassini?
La porta si apre lentamente, e mentre i soliti rumori provengono dall’angolo di lavoro di Badrel: il suo scalpello colpisce il legno, fino a formare una dolce figura umana che Gabryk riconosce al volo.
-Vedo che non te la sei tolta dalla mente, Bad..
-Gabryk, amico mio! Vieni pure dentro.. dici che non l’ho dimenticata, eh? Certo che non l’ho fatto.. mi è bastato solamente quell’attimo per perdermi completamene per lei. Come è andata?
-Tutto bene.
Gabryk sa che l’amico non chiederà nient’altro e per questo si accomoda sulla sua solita sedia, e come molte volte in passato lo osserva per un po’ lavorare con maestria quel pezzo di legno, finché non le pare di avere davanti a se la stessa principessa Cassandra.
-Dovresti fargli lo sguardo un po’ più duro, sai Bad?
-Perché, l’hai vista stasera? Ti prego, dimmi come sta! Com’è, uguale come sempre ai miei ricordi?
Gabryk maledice la sua voglia di commentare sempre tutto, e gli racconta tutto quanto è successo quella sera, per sfogarsi con qualcuno del grande momento che ha vissuto il regno quella sera.
-Non ci credo, Gabryk.. è semplicemente impossibile che Cassandra abbia usato della magia della parola su di voi.. lei non farebbe del male a nessuno, ne sono certo..
-Non mi credi, eh? Beh ti dico che dal suo dito è partito un raggio che ha tagliato a metà una guardia.. non che pianga per quella guardia corrotta dall’oro del consiglio, ma però non è stata esattamente una bella fine.. visto che voleva fare questo a me e a Ar!
-Mi sembra impossibile che Cassandra, la mia Cassandra, pratichi della magia come i maghi della casta dei nomi…
-Dovevi vedere che sguardo di ghiaccio che aveva.. sembrava un’altra persona!
I due continuarono a parlare fino all’alba, finché Badrel, sfinito non scacciò scherzosamente l’amico, che aveva ben altri impegni per la giornata…

7.

Elwood corre.
La discoteca è talmente lontana che non si vede neppure più, inghiottita dagli enormi palazzi della città: Elwood sa però che è tutto inutile che loro gli stanno dando la caccia e che lui non riuscirà a fuggire in eterno, ne è sicuro..
Le luci di negozi sempre diversi, che nascono in un mese e muoiono subito dopo, illuminano il volto di Elwood, un volto preoccupato, che ogni tanto scende speranzoso sul portatile che porta con se.
-Il portatile, ecco che cosa vogliono, pensa Elwood mentre continua a correre.
Il pensiero corre subito verso un giorno di tanti anni prima, attorno al 2000, quando lui e Snogar iniziarono tutto: un semplice forum, si dicevano, amministrato con pugno di ferro e tenuto su binari ben saldi. In momenti di caos per la rete come quei giorni, il Nucleo era un punto fermo: tumultuoso, ma un punto fermo.
-Grazie a me, pensa orgoglioso Elwood.
Il nucleo cominciò a crescere veramente poco tempo dopo, quando numerosi siti aderirono al progetto, non sapendo a quello a cui andavano incontro: il Nucleo era un’ottima opportunità per chi parlava di gdr e non solo, ma nascondeva qualcosa al suo interno.
-Tutto è cambiato quel giorno, pensa amaramente Elwood.
-El, ho avuto un’idea: vacci a dare un’occhiata su..
Elwood fece quello che lui gli domandò, e ne fu entusiasta, a tal punto da portare avanti anche la sua altra idea, quella che in fondo lo spaventava, ma lo stimolava più di tutto il resto della sua vita.
Nucleo.
-Dannato me che ho accettato il suo progetto.. forse ha ragione Max, sono solo un fallito, inutile.
Il portatile freddo al tatto, fa sentire la sua presenza, ed Elwood si ricorda che non è tutto finito, ancora, che proprio lui è la variabile che non è stata considerata, che può cambiare tutto se lo vuole, se ce la può fare.
-Ma lo voglio fare?, pensa Elwood.
Arresta la sua corsa, si nasconde in un vicolo e riprova, per l’ennesima volta a connettersi: sa che così mostrerà la sua posizione, ma è solamente questo il modo perché loro si possano salvare..
-Dannazione, ancora una volta.. ma perché non funziona?
Queste parole gli sembrano sempre le stesse, ripetute all’infinito come una canzone che inizia da capo ogni volta, ancora, ancora e ancora.
Elwood spegne il portatile, e comincia a sentire tutta la fatica della giornata, ma non solo di quella: dei due anni che sta scappando, continuamente, ovunque, in cerca di un attimo di pace per riprovare a connettersi.
-Solo Lark.. solo lui sono riuscito a contattare.. che ce la farà?
Elwood si abbatte ancora di più, incurante delle migliaia di persone che sfrecciano attorno a lui: lo credono un barbone ed il suo aspetto conferma questa loro impressione
-Da quanto tempo non dormo più come devo?, si chiede Elwood.
La risposta è allo stesso tempo chiara e terrorizzante.
Due anni.
Elwood si chiede se tutto quello che ha vissuto è un sogno, e forse un giorno si sveglierà e lo dimenticherà subito dopo.
Un boato poco lontano lo fa risvegliare dalle sue meditazioni ed Elwood guarda cos’è stato: un’automobile si è schiantata contro un muro di una casa, ad una velocità folle, senza frenare, ed è esplosa, catalizzando l’attenzione di tutti i passanti, per lo spettacolo offerto..

8.

Max è steso sul pavimento, sanguinante e pestato di brutto.
Saan si alza, non messo tanto bene pure lui e cerca l’Uzi: lo ricarica con consumata efficienza e si avvicina a Max, dicendogli
- Dov’è andato?
All’improvviso Max si sente molto male, sente che la fine è vicina e sente che è tutto per colpa di Elwood. Max pensa che la cosa che vuole di più in questo momento è Elwood morto, ma vuole anche questo bastardo sicario fatto a pezzi.
- Posso portarti dove si trova drokur, il prossimo che andrà a cercare
Max tossisce: sa che i colpi del sicario sono stati terribili e che gli hanno reso poltiglia i suoi organi interni, ma non il suo cervello.
Saan, dal suo punto di vista, è un po’ annoiato: nessuno nella discoteca è stato all’altezza e anche Max non è stato nulla di speciale; pensa di seguire la sua regola d’oro alla lettera, ma poi arriva a domandarsi quanto tempo ancora vuole perdere a dare la caccia ad Elwood.
- Basta, alzati, andiamo a trovare questo drokur
Max, aiutato dallo sconosciuto, arranca fino alla sua modesta macchina, una fiat barchetta del ’02, ma il sicario gli fa cenno che non va affatto bene e che invece vuole spostarsi con la fiammeggiante Ferrari che è parcheggiata poco lontana.
- Ma.., prova a dire Max
- Nessun ma, Max Power, andiamo con questa.
Saan non termina neppure di parlare e con un pugno manda in frantumi il vetro della portiera destra della fuoriserie e apre lo sportello del guidatore.
- Sali e ricorda che ti tengo d’occhio.
Max non se lo fa ripetere due volte, ma sa che il suo piano originario è andato in fumo: ora non può più farsi saltare in aria con il sicario e la sua macchina, portando a compimento la sua vendetta, usando le cariche che ha sulla macchina.
Inizia a guidare svogliatamente, prendendosela con calma, cercando di guadagnare tempo, ma Saan gli fa pressione e lo incita con buoni argomenti (l’Uzi) ad accelerare.
L’idea arriva alla velocità della luce a Max, che risponde sorridendo
- Si, certo
La macchina risponde che è un piacere, e Max comincia ad aumentare la velocità, prima cento, poi duecento ed infine quasi trecento chilometri orari, durante i quali il sorriso di Saan si trasforma da sogghigno, a faccia impaurita ad autentico terrore, quando cerca di riprendere il controllo dell’automobile, prima di schiantarsi contro il muro di un palazzo.

9.

Elwood corre verso la macchina, con un terribile presentimento.
Ha già visto quella macchina, una Ferrari, da qualche parte, gli sembra nel parcheggio della discoteca dove ha cercato di convincere Max pochi minuti prima.
La conferma arriva prima che il fuoco possa cancellare del tutto il corpo del suo amico, Max: assieme a lui c’era qualcun altro, qualcuno che Elwood osserva con avidità, cercando di scoprire di più sui suoi nemici.
- Quattro sono, pensa Elwood: Saan, King Arthur, Joliet Jake Blues e raiden il redentore
Quattro esseri completamente uguali ad un essere umano, ma diversi nel modo di pensare e nella loro struttura. Robot?
L’ipotesi di Elwood non è sostenuta da una prova certa, perché il cadavere vicino a Max, mentre brucia, sembra distruggersi completamente.
-No, un robot non farebbe così.., almeno credo: Giobbe era l’esperto in questo campo…
Le fiamme aumentano e tutti i presenti, Elwood compreso, si allontanano, mentre alcune persone iniziano a recitare una preghiera in una lingua a lui sconosciuta. Le sirene dell’ambulanza arrivano alcuni minuti dopo e la polizia fa sgomberare l’area ed inizia a fare domande un po’ a tutti per sapere come è andata.
Elwood si allontana, lasciando che solo una lacrima cada per la morte di Max, non sapendo quello che ha fatto l’amico nel suo ultimo istante di vita: gli ha salvato la vita.
Il portatile freddo sotto il braccio di Elwood gli ricorda che qualcosa da fare c’è ancora, e che non permetterà a nessuno di fargli fare una simile fine: gira un po’ per i vicoli di quel quartiere, cercando di capire se uno degli altri tre è ancora vivo.
- Forse sono al sicuro per un po’, sono le parole di Elwood, mentre sale sulla sua macchina, una Viper blu elettrico, e si confonde nel traffico della città.

10.

Saan è molto arrabbiato, quando Max fa schiantare la macchina contro il palazzo.
Il suo corpo è gravemente danneggiato, ma gli permette ancora di seguire e capire quello che c’è nel mondo esterno. Lo vede.
Elwood è lì, in mezzo alla folla, che lo guarda bruciare assieme al suo ormai defunto amico Max.
Il resto sono solamente frammenti, mentre lo portano all’ospedale, per cercare di salvarlo, e lui inizia a riparare i suoi danni da se: quando entra in sala operatoria riesce già a camminare e a esercitare abbastanza forza per prendere il medico per il collo e spezzarglielo: le infermiere urlano e scappano e lui le lascia andare.. non gli piace uccidere le donne..
Il resto è una sequenza di omicidi, finché non riesce a fuggire dall’ospedale: non sa per quale ragione, quasi fosse un istinto, ma Saan odia gli ospedali e quello che rappresentano.
Saan pensa che se una persona è condannata, non c’è nessun motivo per cercare di salvarla: l’unico modo è ucciderla. Saan sorride compiaciuto delle sue convinzioni.
La seconda parte della sua “rinascita” è molto più difficoltosa: muoversi quasi a pezzi per la città, cercando la sua arma, è decisamente snervante. Saan decide che sono passate troppe ore, troppo tempo a vantaggio di Elwood.
- Che c’è, Saan Raal, l’hai perso?
La voce di King Arthur è nel contempo ironica e seria. Saan riesce a stento nel trattenersi: l’unica cosa che gli manca è il suo fidato Uzi contro la stupida Katana di Arthur..
- Allora si, che perderesti il tuo senso dell’umorismo, pensa Saan.
King salta giù dal muretto con una capriola in aria, e atterra dolcemente come sempre, dicendo
- Non hai più parole? Non ti è ricresciuta la lingua?
Saan cerca di controllarsi, si ferma, respira, e guarda intensamente King: sembra un ragazzo, come se il tempo non avesse influenza su di lui e la vecchiaia per lui fosse una parola senza significato.
I suoi muscoli sono piccoli ma agili, lui è scattante e veloce come un fulmine ed è incredibilmente sicuro di se: Saan gli sorride ed inizia a ridere a crepapelle..
- Ma che hai, Saan Raal?
- Mi fai ridere, King: il tuo aspetto mi è odioso, come del resto il tuo modo di fare. Perché lui abbia deciso che tu e quegli altri due idioti mi aiutino nella caccia è un mistero.. non si fida di me? Non crede più che io possa portargli Elwood vivo, come lui vuole?
- Saan,.. sei uno stupido!
Saan si volta, gli lancia un’ultima occhiata in cagnesco e si avvia nel dedalo della città: un cadavere che vive, e che continua la sua caccia.
King lo vede scomparire e pensa che Lui non avrebbe mai dovuto mandare un sanguinario come Saan dietro ad Elwood: ma quello che Lui pensa non è affar suo, pensa King.
Sfodera la katana che tiene sulla schiena e ne osserva la perfezione sotto i primi raggi dell’alba, che illumina la topaia senza nome di quella parte della città: la sua spada è il risultato di secoli di tradizione, infinite prove, per arrivare alla perfezione , che unita al suo stile e alla sua capacità di combattimento, lo rende un cacciatore perfetto.
King Arthur sa che Saan ucciderà Elwood, per il semplice motivo che gli è scappato per l’ennesima volta.
- E’ fatto così, pensa ad alta voce King
Le pallottole arrivano come un fulmine addosso a lui, perforano il suo vestito di cuoio, la sua armatura di polimeri potenziati e colpiscono la sua carne, lo fanno urlare dal dolore, mentre pare che tutto il suo sangue si precipiti ad uscire attraverso quelle poche aperture.
- Si, sono fatto così, King e non mi piace avere avversari durante la MIA caccia
Saan sorride, mentre alza il suo Uzi verso il suo avversario, benedicendolo con un sorriso che non nasconde la sua follia.

 

 

Atto IV: Il Concilio


1.

La sala circolare è piena di tutti i rappresentati delle caste dei maghi, dei nobili e di tutti quelli che hanno un potere a Doughermoulth: la luce è poca, nonostante sia pomeriggio inoltrato, e il sussurrare delle persone al suo interno danno alla sala un aspetto ancora più inquietante.
Due enormi statue, il demogorgon e Violante, osservano con fare mostruoso la sala: sono il simbolo del potere dei maghi sugli spiriti, pensa tra sé Alonzo: una reliquia di dieci anni prima.. al loro interno sono intrappolati i rispettivi spiriti distruttivi che causarono la distruzione di gran parte del regno.
Le parole di Master Souze, il maestro di Alonzo, furono indispensabili affinché i due mostri venissero imprigionati. Alonzo, come del resto tutti gli altri maghi delle caste, non considera affatto un pericolo le due statue, ad differenza di Keeper, a cui hanno sempre ispirato un terrore folle e cieco, senza nome, come se volessero ricordargli qualcosa da tenere sempre a mente…
- La fine è vicina
Keeper sussurra queste parole quasi con timore, mentre vede la sua piccola Cassandra che avanza nella sala, si siede sulla poltrona che fu di suo padre, con lui sempre pronto accanto a lei, a difenderla.
Cassandra guarda con un debole sorriso il suo tutore ed il suo sguardo cade sulla spada d’oro che si trova accanto a lui, sempre pronta: un potente artefatto magico, dice a se stessa Cassandra, mentre le porte si aprono lentamente e lo straniero, Fabiuzzz, viene fatto entrare.
Lo sguardo di Fabiuzzz non è per nulla intimorito e non vaga neppure per un istante nella sala: è fisso su Cassandra e su Keeper. Il mormorio che si alza nella sala, al suo ingresso, viene sgridato duramente da Arjuna, il primo mago
- Basta! Fate silenzio!
Arjuna è un anziano, ma dal volto curato e con un abito splendente come richiede la legge promulgata da Vegeta durante la sua reggenza: il suo sguardo è sicuro. Sa che gran parte del concilio segue tutto quello che lui dirà alla lettera, per timore del suo potere e di quello che lui sa.
Tutti tranne Alonzo, Keeper e la principessa Cassandra.
Si muove attentamente seguendo il protocollo, facendo il saluto rituale alla principessa ed al reggente, e dopo aver alzato le mani per attirare l’attenzione su di se, compie un giro su se stesso e guarda tutti i presenti, prima di dire
- Il concilio è aperto, che sia messo agli atti che discutiamo oggi dell’arrivo dello straniero di nome Fabiuzzz, che si definisce un profeta.
Le sue parole echeggiano in mezzo alle due gigantesche statue, e molti dei più giovani presenti sono intimoriti dalla figura leggendaria di Arjuna, ma soprattutto dallo straniero.
Nonostante il druido abbia cercato in ogni modo di curare la sua ferita alla gamba, la stessa fa ancora bella mostra di sé: Alonzo ha proibito che gli fosse dato un altro vestito per nascondere la ferita, additando mille scuse diverse; in realtà vuole mostrare a tutti i presenti che Fabiuzzz è mortale come loro, e può essere ferito, almeno così spera il mago della casta dei nomi.
La parte introduttiva del concilio per Cassandra è veramente noiosa, obbligata su quello scomodo trono e schiacciata dal peso degli sguardi dei presenti: la sua mente vaga allora fino a Lilith e Salkaner..
Lilith non si è fatto vedere per tutta la mattinata, scusandosi con la principessa, perché ancora sconvolta per quello successo la sera prima: Cassandra crede che tutto questo sia vero, ma in cuor suo sa che molto raramente sua cugina Lilith la chiama “principessa”.
Tutto questo le avrebbe dato da pensare per tutta la mattinata, se non avesse avuto Salkaner e gli altri: doveva prendersi cura di lui e di tutti gli altri, no?
Lemnear Blues, Strekon, Korn, Nami, 2Freddy, abaus, Master Nix, aiwass, Hans: tutti loro avevano bisogno di cure e si accigliavano se Cassandra non si prendeva di loro cura… sapevano che senza Cassandra la loro vita sarebbe finita, ma non si preoccupavano. Sempre, sempre, quando Cassandra decideva di scappare, qualcosa glielo impediva, o ne ritardava le conseguenze: il sorriso di Salkaner è sempre uguale.
Cassandra sorride: la sua faccia è sempre stata un buon modo per calmare la paura o l’insicurezza e lei vede sempre davanti a se quello sguardo ironico, che le mette allegria. Ma ora sente qualcosa di diverso, come un nodo sotto la gola, qualcosa che le impedisce di stare realmente bene con se stessa.
Sente che qualcosa è cambiato, sente che è tempo che lei, la principessa Cassandra, si preoccupi del suo regno e del misterioso straniero di nome Fabiuzzz.

2.

Tutte quelle chiacchiere di Arjuna, cominciano a dare sui nervi a Keeper: i protocolli gli sono sempre stati stretti e le mille formule e giri di parole che usa il primo mago gli fanno venire il voltastomaco.
Arjuna non è forse diverso dagli altri maghi, come Alonzo? Pronti a fargli la pelle alla minima distrazione: Keeper ha alcuni minuti per pensare a quanto successo la sera prima e vede chiaramente come i rivoltosi fossero stati lasciati passare apposta affinché il concilio si potesse sbarazzare di lui, e controllare completamente la principessa.
La piccola Cassandra è persa nel suo mondo, pensa Keeper mentre guarda i suoi splendidi occhi persi nell’infinità della fantasia.. fantasia.. questa parola evoca su Keeper degli strani ricordi, confusi, come lontani, vicini, presenti…
L’impulso di liberarsi di Arjuna cresce dentro di lui e la sua mano scatta sulla sua spada dorata, ma il suo cervello la ferma prima: Keeper inorridito guarda la sua mano, e poi si guarda attorno.
Nessuno sembra aver visto il suo movimento, Keeper si sente al sicuro, finché il sorriso gelido di Alonzo non taglia in due le sue sicurezze.
Alonzo. Un mago della casta dei nomi, il più potente, quello che apertamente lo sfida ogni giorno con le sue parole non magiche, visto che la sua magia non può nulla su di lui: anche lui, come Arjuna, sente che l’influenza di Keeper su Cassandra è andata troppo oltre.
Il reggente non sta governando il regno per Cassandra, ma per se stesso.
I pensieri di Alonzo suonano chiari come un colpo di spada nello stomaco a Keeper: per un istante si muove dalla sua posizione marziale vicino al trono, e vede lo sguardo di Arjuna, indugiare su di lui, mentre si rimette in “posizione”.
- Che cosa mi sta succedendo?, pensa Keeper colto da un timore spaventoso.. cosa mi ha fatto Fabiuzzz?
Keeper sa che i suoi pensieri sono alterati, come se qualcun altro, da un luogo lontano nello spazio e nel tempo, gli stesse dando degli ordini, e si stesse arrabbiando sul serio del suo fallimento.
- Fallimento?, pensa Keeper.
Il suo sguardo indugia ancora su Fabiuzzz, sulla sua enorme ferita alla gamba e su tutto quello che è successo per causa sua, Keeper ne è sicuro: sente di nuovo la voce suggerirgli, no ordinargli che lui non si deve fidare di Fabiuzzz per nessun motivo
Il sorriso dello straniero, poi, mette a tacere tutti i pensieri di Keeper, affogati in un deserto di assoluto silenzio.

3.

-Così dice la legge e la tradizione, finisce di parlare Arjuna.
Lo sguardo compiaciuto che si legge sul suo volto è ben poca cosa rispetto al potere che hanno le sue parole: non sono magiche come quelle di Alonzo, certo, lui è della casta della runa, ma bastano a portare tutta l’attenzione nella direzione che lui vuole: cioè nella difesa del regno.
Fabiuzzz ha parlato di una nuova comparsa degli spiriti e Arjuna sa che questa è l’occasione giusta per concentrare tutti i poteri, compresi quelli della corona e di quella bambina della principessa Cassandra, in sé, il primo mago.
Arjuna osserva allora la principessa e le porge un saluto falso come false sono le sue misure di sicurezza ed i suoi incantesimi: Alonzo non sospetta nulla, si ricorda compiaciuto Arjuna, mentre osserva il pupillo di quell’illuso di Master Souze, che si sacrificò all’ultimo istante per donargli tutto il potere sul regno e sui suoi abitanti.
- Parla, straniero, perché ora ti è concesso: il concilio ti ascolta
Fabiuzzz alza lo sguardo sul vecchio Arjuna, sul suo sorriso da stupido stampato in faccia
- Se solo sapessi la porta che mi hai aperto, vecchio stupido, pensa lo straniero dentro di se.
Fabiuzzz sistema la sua veste ed inizia a parlare
- Ebbene: il defunto Vegeta ha creato questo concilio con lo scopo di proteggere il regno, non è vero? Questo mi è caro come è caro a voi: io vi scongiuro di prepararvi alla loro venuta, perché spiriti di ben più grande potere di quelli racchiusi dentro queste due statue sono alle porte di questo regno e mi hanno inseguito, ferito e braccato pur di fermarmi. Fortunatamente non vi sono riusciti e io sono qui, davanti a voi, a chiedere che voi stessi vi aiutate
Le parole di Alonzo sono leggere, quasi un’osservazione spontanea, ma la risposta di Fabiuzzz lascia il concilio senza fiato
- Cosa dovrebbe fare questo concilio, straniero?
- Deve riversare tutta la sua magia all’interno della principessa Cassandra, l’unica in grado di salvare il regno e con esso tutto il vostro mondo!
Nel caos che le parole di Fabiuzzz scatenano, la mente di Alonzo rimane lucida, pronta a cogliere un particolare ricorrente delle parole di Fabiuzzz: “il vostro mondo”.
Alonzo rammenta che già nelle sue precedenti parole Fabiuzzz aveva usato questo strano modo di dire, come se non includesse se stesso all’interno del mondo nel quale lui vive: Alonzo lascia stare per un attimo i particolari, ascoltando quello che il primo mago ha da dire
- Tu non sai quello che stai chiedendo! E’ impossibile! E anche se fosse, ma questo concilio metterebbe a rischio la vita dell’unica erede al trono, la nostra amata principessa Cassandra!
Le parole di Arjuna gli suonano talmente vuote e false, che lui stesso si sorprende di quanto detto, e si affretta ad aggiungere
- Hai delle prove?
Keeper guarda con attenzione Arjuna e il suo sguardo si sofferma sulla sua fronte corrugata, sempre di più, ogni volta che guarda direttamente verso Fabiuzzz.. sente ancora quell’impulso omicida nei confronti dello straniero, ma si trattiene e dice
- Quest’uomo mi ha salvato la vita: non è questa una prova sufficiente ?
Le parole di Keeper sorprendono tutti: Cassandra lo guarda con occhi sgranati, Alonzo si sorprende profondamente per quanto dice il suo avversario.. ma non era lui sospettoso verso Fabiuzzz?
Keeper non riesce più a pensare lucidamente continua raccontando un episodio di molti anni prima..

4.

Il giardino rigoglioso come sempre, la lieve brezza dell’oceano orientale e la piccola Cassandra che gioca felice assieme a Lilith.
Keeper guarda la scena e sente davvero di essere in paradiso.
- C’è qualcosa che ti devo dire, Keeper
Le parole del suo re, Vegeta, rompono l’incantesimo, e riportano Keeper alla realtà della vita attorno a lui: annuisce e facendo un cenno ad una guardia di controllare le due bambine, si allontana assieme a Vegeta nel giardino.
Siccome le parole di Vegeta tardano ad arrivare, Keeper rimane in silenzio: sa che quando il suo re fa così, sta pensando intensamente, e lo vuole lasciare ai suoi pensieri, tanto è cosciente del fatto che presto anche lui ne sarà a conoscenza.
Keeper così si gode il meritato riposo: gli spiriti, la guerra, gli intrighi di corte, la reggenza, fare il tutore, sono solamente delle ombre lontane del suo futuro. Keeper si sente libero, pieno di forza, giovane, desiderato dalle donne con una famiglia che lo adora: Cassandra, Lilith e lei..
- Sediamoci qui, dice lentamente Vegeta, mentre si siede sua una panchina del giardino reale.
Keeper toglie la spada dal fodero e la pianta nel terreno, per stare più comodo, ma per proteggere lui ed il suo re dagli sguardi e dalle orecchie indiscrete che i maghi sanno creare ovunque.
Keeper sente che c’è qualcosa di importante che il suo re gli vuole dire, ma che non riesce a dire, così comincia dicendo
- E’ qualcosa che riguarda il mio servizio, o mio re?
- Nono.. cosa pensi, è solo che, cioè devi sapere che …
Lo sguardo di Vegeta è eloquente, quasi supplicante, ma Keeper non sa che fare: se il suo re non riesce a trovare le parole, lui come può capirlo?
Vegeta perde la pazienza, scatta in piedi e osserva la spada dorata vicino a se, e poi dice
- La vedi? Non te ne devi mai separare, hai capito, Keeper? MAI.. tu devi proteggere mia figlia Cassandra, qualsiasi cosa accada, mi sono spiegato?
Lo sguardo confuso di Keeper è una risposta eloquente per Vegeta, che comprende che Zod non gli lascia rivelare quello che potrebbe cambiare radicalmente tutto il regno, in futuro.
- Non fare quella faccia, amico mio.. ora andiamo, mia figlia ti cerca.. non è forse tempo che le insegni un po’ di scherma?
Keeper risponde all’ordine del suo re prontamente, ma dimentica ben presto quella strana chiacchierata: il giorno dopo, di ronda nella città, quando passa vicino alla grande statua del drago nero, la guarda ed inizia a pensare alle parole di Vegeta, ma non riesce a comprenderle, e se ne dimentica, non dandogli molta importanza.

5.

L’importanza di quel giorno ritorna dopo molto tempo, quando Cassandra è già più grande, e tutto il castello festeggia il suo ventesimo compleanno.
Alla festa sono invitati tutti i pretendenti più o meno ufficiali della principessa: tutti i rampolli delle più in vista nobili famiglie del regno di Doughermoulth, e alcuni invitati dei regni vicini.
La festa è grande, gioiosa, festosa: Cassandra è raggiante nel vestito che un tempo apparteneva alla sua defunta madre.
Il pensiero di Vegeta vaga sconsolato fino alla madre di Cassandra, la più bella donna che lui avesse mai visto, nobile nell’animo e non solo nelle parentele: rimpiange la sua morte improvvisa, ma sente che deve farsi forza per il bene di sua figlia, perché oggi è la sua festa.
Vegeta osserva attento i suo passi di danza assieme ad un nobile di un regno vicino, che gli pare si chiami Henk Redhammer: uno uomo troppo vecchio per pretendere qualcosa da Cassandra, pensa Vegeta, ma non immune al suo fascino allegro e spensierato.
Quarl avanza, protetto dal suo travestimento, nella fila degli invitati, e si avvicina al trono dove siede Vegeta, poco lontano dalla panchina dove molto tempo prima i due avevano parlato.
Il suo pugnale è veloce, come la morte che porta con se.
Keeper, sconvolto come tutti, corre in soccorso del suo re, Vegeta, e riesce a sentire le sue ultime parole
- Keeper…
Lo sguardo di Vegeta è quasi perso nel vuoto della morte, ma per alcuni istanti sembra tornare in se, mentre il sangue, come la sua vita, iniziano a scivolare via, aiutati dal veleno che gli inquina il corpo
-Mio re, non dovete temere.. il druido sarà presto qui, e ..
-Stai zitto! Io… io .. .sono libero … da ..
La mente di Keeper è lontana e non capisce le deboli parole dell’uomo morente, mentre cerca in qualche modo, in qualsiasi modo, di salvarlo: solo la stretta potente della sua mano riporta la sua attenzione sul suo re, che dice, quasi in un sussurro
- Qualcuno verrà a chiedere l’aiuto di Cassandra, tu devi..
Le sue ultime parole, prima di morire.
Keeper si inginocchia vicino al corpo del suo re, mentre il suo urlo sembra coprire tutte le parole vuote che vengono pronunciate in quegli istanti.
Il corpo dell’attentatore è lì, disteso, ucciso dai maghi a protezione di quella festa: Keeper sente crescere dentro di se un odio profondo contro di loro, incapaci di proteggere il re..
Il re.. Vegeta.. il suo migliore amico..
-Cassandra!
Keeper corre verso di lei, per impedirgli di vedere quello che è stato fatto a suo padre, ma è troppo tardi: ancora una volta è arrivato troppo tardi per salvare quello che gli era più chiaro.
La spensieratezza di Cassandra, morta assieme a suo padre.

 

 

6.

- Così affermate reggente che è questo straniero quella persona di cui parlava il re?
- Ne sono convinto, risponde Keeper al primo mago.
Fabiuzzz sorride, attira l’attenzione di Arjuna, dicendo
- Il mio nome è Fabiuzzz, vecchio, non “straniero”
Il disprezzo di cui sono cariche le parole di Fabiuzzz fa sorride Alonzo dentro di se: all’esterno nulla cambia della maschera che lo difende, mentre osserva
- Tu ci suggerisci di riversare tutta la nostra magia dentro la principessa, ma non saremmo così forse noi stesso indifesi dagli spiriti da cui vogliamo difenderci?
Il sorriso di Fabiuzzz scompare, mentre inizia a rendersi conto che la persona che conta in quel concilio non è Arjuna, ma Alonzo, una persona che parla poco a differenza del suo più anziano collega, ma lo fa con attenzione e saggezza: un pericolo potenziale per il suo piano!
- Non posso negarlo, mago, dice con calma Fabiuzzz, felicitandosi di come le voci degli altri membri del concilio si alzano attorno a se, e si calmano solo dopo alcuni minuti, tempo prezioso che lui ha usato a suo vantaggio
- Io, Fabiuzzz, vi assicuro che quello che dico è vero: se non volete riversare tutta la vostra magia nella principessa, vi capisco, è un rischio che vedo anch’io, ma,.. MA, forse potrebbe bastare solamente un aiuto di un mago con la principessa per chiudere il varco..
Fabiuzzz vede nella mente di Alonzo i suoi calcoli, fino a quando non sente le sue parole non capisce che oramai lo ha in pugno, lo ha spinto nella direzione che lui stesso ha voluto!
- Questo è più ragionevole.. dove si trova questo varco?, dice Alonzo
- Sei forse interessato ad aiutare, mago?, lo stuzzica Fabiuzzz
- Se la volontà del concilio è quella di mandarmi assieme alla principessa, allora così sia,.. ma penso che tu ci devi dire tutto, prima di partire
Arjuna ascolta scontento della piega che sta prendendo la discussione: gli è completamente sfuggita di mano.
- E sia. Il varco si trova su un isola nell’oceano orientale, a pochi giorni di viaggio da qui: è dissimulato da una montagna, al cui interno si trova una grotta, nascosta agli occhi di tutti. La principessa ed il mago che l’aiuteranno dovranno arrivare fino a lì e concentrare la loro magia sul varco per chiuderlo..
- Parli come se non ci fossero pericoli Fabiuzzz, dice Keeper
- Non ho mai detto che non ci sono pericoli, anzi! Il varco è controllato dagli spiriti, che non vi permetteranno di arrivarci così vicino così facilmente..
- Non vuoi dunque aiutarci in questo compito, straniero, dice con disprezzo Arjuna
Alonzo guarda il primo mago e nota come la stessa principessa Cassandra ascolta senza fiatare la discussione: un buon segno, che il suo animo sia inquieto.. ma Fabiuzzz.. i suoi poteri, la sua misteriosa apparizione, sono tutti interrogativi che meritano una risposta, chiara, prima o poi.
- Dove posso andare ferito così? E poi gli spiriti mi seguono, e sarei un pericolo per voi stessi!
- Sei dunque un pericolo per noi, straniero?
- No, primo mago: loro se ne sono andati da me, forse spaventati dalla forza della stessa vostra principessa!

7.

Cassandra, tirata in causa più volte, ascolta con attenzione tutti i punti di vista della discussione, finché non si sente in obbligo di dire la sua. Per la prima volta in vita sua, quando si alza dal trono, le gambe non le tremano più ed il nodo in gola è scomparso. Sente lo sguardo di tutti maghi su di se, e sente che tutti l’ascoltano, compreso Keeper:
- Per evitare una nuova guerra con gli spiriti, io andrò con un mago per sigillare questo varco, affinché il mio regno e la sua gente possano vivere in pace: questo è il mio dovere!
Le parole di Cassandra risuonano nella sala come un tuono, e Fabiuzzz, sorridente, sa che oramai il concilio ha deciso per l’azione: nota la strana faccia che ha Alonzo, pensieroso, ma sa che non può fare nulla.. oramai tutti sono in suo potere, TUTTI!
- Io andrò con la principessa, ovviamente, annuncia Keeper.
- Ecco la spinta finale, pensa Fabiuzzz
L’affermazione di Keeper lascia un gelido silenzio in tutta la sala del concilio, e solo Arjuna parla, dopo alcuni minuti
- Se Keeper è con la principessa non è in pericolo.. il concilio approfondirà ovviamente la questione e inizierà un’indagine magica per trovare questo varco e per verificare le parole dello straniero.
La sentenza di Arjuna, preoccupa Alonzo che già progetta di seguire Keeper e Cassandra nel loro viaggio, non prima però di aver distrutto Fabiuzzz, il prima possibile, si ripropone.
Ma il vero vincitore, nelle mille discussioni delle ore successive, è Fabiuzzz, lo “straniero”, che rimane impassibile, li in piedi, ferito e sanguinante, senza battere ciglio.
- Tutto va come lui aveva previsto.. loro non ci fermeranno..
Mentre Fabiuzzz continua a gioire per la sua vittoria, qualcuno sta già pensando come distruggerlo: Alonzo lo ha osservato fin da quando è comparso durante la vesta, e non lo ha mai perso di vista.
Fabiuzzz appare come un normale essere umano, ma il suo modo di parlare e la sua mostruosa ferita, tradiscono la sua vera natura: uno spirito. Alonzo era già giunto a questa conclusione da tempo, ma cosa poteva fare contro uno spirito?
- La spada.. pensa dentro di se Alonzo, mentre guarda Keeper e la spada che ha con sé
La spada dorata di Keeper potrebbe ucciderlo, unita alla sua magia.. ma come convincere il reggente delle sue parole? No, Alonzo sa che Keeper mai e poi mai crederebbe a quello che lui dice, e poi.. non molto tempo prima aveva detto che gli era debitore della vita?
Alonzo sente che qualcosa non quadra.. se Fabiuzzz è uno spirito, perché non ha semplicemente distrutto tutti i presenti alla festa? Sarebbe bastato poco per distruggere tutti i centri di poteri del regno, e con essi, il regno stesso. A che cosa mira realmente?
- Ma come ragiona, questo spirito?, pensa rabbiosamente dentro di se Alonzo, mentre guarda Arjuna, il primo mago.. solo uno sciocco.. possibile affidargli un intero regno per tutta la durata del viaggio?
Ad Alonzo, come del resto a Keeper, i pensieri del primo mago sono limpidi: con loro due lontani, il regno sarebbe stato suo: ma che cosa ne sarebbe rimasto al loro ritorno?
Una bella decisione per entrambi.. con la principessa Cassandra in mezzo, decisa più che mai a non sottomettersi al giudizio di nessuno e seguire uno straniero portatore di notizie di sventura…

8.

La notte venne molto presto, dal punto di vista di Keeper.
Dopo circa cinque ore, aveva abbandonato la salda del concilio, stufo delle mille chiacchiere dei maghi e della loro capacità di rendere complicata ogni cosa.
Ma qualcos’altro lo turbava.
Qualcosa si agita nel fondo della sua anima, un richiamo lontano che sente arrivare a se distorto da mille echi, come se invisibili barriere si frapponessero tra di lui e la sorgente..
- La sorgente…, pensa tra di se Keeper, mentre osserva la città sotto di se.
Il pensiero ritorna a quel giorno lontano, al giorno in cui aveva inflitto una pesante sconfitta al principe Vegeta: la ricorda come fosse ieri. La sua spada era alzata sopra di se, mentre sferzava l’aria, cercando di capire lo stile dell’illustre avversario, e tenendo nel contempo d’occhio le guardie di scorta al re. Se Vegeta veniva ferito, lui era un uomo morto, Keeper ne era sicuro.
Lo scontro continuava: Keeper si era distratto, e Vegeta ne aveva approfittato per colpirlo ad un braccio.. una lieve ferita, nulla di più, ma abbastanza per considerare di più il suo avversario.
Considerare maggiormente il suo avversario?
- Perché penso a queste cose? E’ passato così tanto tempo…, sussurra Keeper tra se e se.
Un gelido vento si alza, e così in alto, nella torre del concilio dei maghi, Keeper decide di tornare dentro, pensando ancora una volta che si sente stanco nel profondo, insicuro se riuscirà ancora una volta a compiere a pieno i suoi doveri.
- Ho sacrificato la mia libertà per donarla agli altri, ma ho fallito.., pensa amaramente nel profondo Keeper.
- Ho fallito lasciando che quel poco di buono che aveva creato Vegeta finisse nelle mani dei maghi, che l’hanno distorto e trasformato in un incubo per tutti i sudditi…

9.

- La scelta è fatta, annuncia il primo mago Arjuna, mentre il sommesso parlare degli altri maghi si smorza.
Le luci della sala tremolano leggermente, lanciando ombre inquietanti sui due spiriti distruttori. Demogorgon e Violante, che impassibili, osservano la scena, intrappolati per sempre dalla magia del concilio e dei suoi maghi.
La stanza improvvisamente diventa silenziosa, mentre i passi pensanti di Keeper risuonano nella stanza, finché non si porta alla destra della principessa Cassandra che, a differenza di molti presenti, è ancora attenta ed esorta il primo mago a continuare.
- La principessa Cassandra, scortata dal reggente Keeper e dal mago Alonzo, partiranno alla volta di questa isola, ad oriente. Lo straniero, Fabiuzzz, resterà a Doughermoulth, mentre il druido cercherà un modo per curare la sua ferita. Al gruppo sarà affiancata un’unità di cento soldati scelti, guidati dal comandante Drokur, che sarà richiamato il prima possibile dal nord del regno.
Arjuna si crogiola nel potere che ha guadagnato in un solo giorno, e rivolge uno sguardo beffardo verso Alonzo, ma incontra un muro di ghiaccio.
- Peggio per lui, pensa Arjuna.. peggio per lui…mi implorerà un giorno!
Cassandra si alza dal trono, guarda diritto negli occhi Keeper e annuncia:
- Partiremo appena questo comandante sarà pronto con i suoi uomini, ma, voglio che una condizione sia rispettata fino al nostro ritorno.
Tutti i maghi, compreso Alonzo, si fanno attenti e anche Fabiuzzz, cercando di dissimulare il suo interesse, ascolta con attenzione le parole della principessa.
Cassandra sente il peso del potere, ma anche la grande soddisfazione che prova mentre tutti la guardano e aspettano la sua decisione.. anche lo straniero, la guarda e sembra come sussurrarle qualcosa
- Non lo dirai, dice senza emettere nessun rumore Fabiuzzz
Cassandra sente quel nodo ancora una volta, che le stringe la mente e fa muovere le sue labbra da sole.. l’orrore che prova è mascherato dal suo solito volto, ma sente che non sono quelle le sue vere parole!
- Voglio che catturiate e uccidiate tutti quelli che hanno partecipato al complotto per assassinare il reggete, sono stata chiara?
Keeper è scosso come se una mazza gli fosse calata sul capo: la sua piccola bambina…la sua principessa.. la figlia di Vegeta… un altro fallimento?
Alonzo per la prima volta in vita sua non riesce a trattenersi dal dire:
- Principessa, ma le esecuzioni sono state proibite da suo padre, per limitare lo scontento popolare, devono essere quindi introdotte nuovamente? Reggete Keeper, che cosa ne pensi?
Keeper non risponde, è ancora perso nella figura di Cassandra, quella bambina, quella ragazza, quella donna davanti a lui, per colpa sua trasformata in un mostro!
- Il reggete sarà d’accordo con la principessa, immagino, si affretta a dire Arjuna, soddisfatto di un nuovo potente potere che gli viene dato senza essere stato chiesto…
Fabiuzzz sorride: il malvagio, lungo sorriso, che mostra i suoi denti, luccicanti nell’oscurità che lo avvolge per alcuni istanti, durante i quali pronuncia le parole che Cassandra dice per lui..
- Questa è la volontà della principessa, e così verrà fatto: mi fido del concilio, ora prepariamo il viaggio!
Passano alcuni minuti, durante i quali il concilio discute questioni di importanza minore, durante i quali Keeper rimane lì, fermo, ad osservare la sua principessa trasformata in un mostro per colpa sua!
Quando infine tutti se ne sono andati, Cassandra rimane da sola nella sua stanza, e mentre piange, stringendo a se Salkaner, sussurra:
- Io non volevo tutto questo!! Perché sta succedendo?
Poi improvvisamente, tutto è chiaro: Fabiuzzz… lui!
Ma nessuna parola può spiegare alle altre persone questa verità, nascosta dietro quel sorriso di ghiaccio e delle parole neppure pronunciate.

10.

Le quattro navi scompaiono all’orizzonte, mentre su Doughermoulth cala la notte.
Tre settimane sono passate dall’arrivo dello straniero di nome Fabiuzzz nella capitale del regno, e dall’inutile tentativo di assassinare il reggente Keeper, e Gabryk, Badrel e Ar sono su una delle banchine del molo.
- Così è andata dove non la potrò mai raggiungere, osserva triste Badrel.
Ar e Gabryk si guardano, pensando furiosamente su cosa dire. Entrambi sanno che cosa prova Badrel per la principessa Cassandra, e lui sa che cosa pensano loro due della figlia del despota Vegeta.
- Nulla di quello che possiamo dire può fare nulla, oramai, dice serio Gabryk.
Ar rimane sorpreso dalla sue parole: due settimane nascosti, a mangiare come dei cani, per poi fingere ancora di lavorare come marinari al porto, nascosti quando serve dal telo magico.
- E non possiamo fare nulla per cambiare l’ingiustizia di questo regno, osserva triste dentro di se Ar, ripensando a quella notte di molti anni prima. Gli incubi la notte sono ancora lì: la guerra, gli spiriti.. Ar cerca disperatamente un perché a tutto quello che era successo, ma sa che nessuno può dare una risposta.
Decide di scacciare questi pensieri orribili, e torna a sorridere: i suoi due compagni lo guardano sorpresi, mentre dice
- Beh, che è sta faccia così seria Gabryk? Torneranno, ne sono sicuro, e noi avremo un’altra occasione..
Badrel sa che cosa intende Ar: uccidere Cassandra.. eppure lui sa che lei è diversa da come la descrivono e gli sembra impossibile che lei stessa abbia promulgato nuovamente la pena capitale. Quella dolce ragazza che ha incontrato quella notte? La sua Cassandra? Impossibile!
Gabryk capisce quello che vuole dire Ar, e dice:
- Badrel, non ti preoccupare, non è Cassandra che vogliamo: sicuramente è colpa di Keeper e del concilio dei maghi, quei maledetti, se il nostro regno sta ogni giorno peggio!
Ar, annuisce, mentre lancia una pacca sulla spalla di Badrel, il quale per un soffio non finisce nell’acqua del porto:
- Ma sei scemo Ar?, urla improvvisamente rinsavito Badrel.
- Senti chi parla.. vieni va, andiamo alla locanda del Grifone rosso e spera che la loro birra riesca a farti dimenticare!
Badrel sorride, mentre i pensieri cupi gli scivolano via, come l’acqua del mare: due amici così diversi da lui, ma così simili a lui, dove li avrebbe trovati ancora una volta, un semplice falegname come lui?
- Già, come posso io, un semplice falegname, pensare a Cassandra, la principessa?

 

Atto V: L’onda

1.

I giorni di navigazione procedono tranquilli, mentre Keeper controlla mentalmente tutto quello che ha con se.
- La principessa Cassandra, Alonzo (un mago di discreto potere, dopotutto), Drokur ed i suoi uomini, duri combattenti provenienti dal fronte nord, pronti a tutto, quattro navi con relativo equipaggio, viveri per quattro mesi di viaggio, e Disabled, il cartografo, navigatore e guida, espero dell’oceano orientale
Tutto sembra a Keeper in ordine: gli uomini pronti, avvertiti della pericolosità della missione, ma anche della sua estrema importanza.. ma perché allora si continua ad agitare nella sua amaca, sotto la coperta della nave?
Cassandra riposa vicino a lui, stringendo a se Salkaner, il bambolotto che ha deciso di portare con se:
- In fondo è ancora una bambina, pensa Keeper.
Questo pensiero però dura solo un attimo, durante il quale Keeper la guarda, e realizza l’ordine che lei stessa ha promulgato: la pena capitale.
Keeper sa che lei non ha mai visto una battaglia, se non nei suoi racconti, adeguatamente privati della violenza, della cruda verità della morte come compagna sempre presente. Keeper si chiede come sia possibile spiegare ad una ragazzina tutto questo, mentre si avvia sul ponte della nave.
- Le stelle sono punti immobili nel cielo, questa notte, non crede, reggente?, osserva un uomo, mentre scruta l’orizzonte con un cannocchiale.
Keeper osserva con attenzione l’uomo: basso, magro, con due occhi vividi, ma il braccio sinistro bloccato da una tremenda ferita che gli ha reciso i tendini.
- Oh, non si preoccupi per il mio braccio, reggente.. mi sono abituato.. e poi per disegnare le carte navali non mi basta una sola mano, e in fondo, il mio cervello non è sempre funzionante?, osserva allegro Disabled.
Keeper sorride, contagiato dalla sua speranza nel futuro: qualcosa che gli è mancato, negli ultimi periodi. Effettivamente cosa c’è che non va? La brezza è perfetta, sposta la nave senza fatica alcuna, al punto che la maggior parte dei marinai riposano, assicurando la gestione della nave a Disabled, e alla sua grande esperienza.
- Non vedo un motivo per sorride, reggente. Siamo in costante pericolo, non se lo ricordi.
La voce di Alonzo spezza la brezza, distrugge il sorriso del navigatore e del reggente, e fa stringere per l’ennesima volta la mano di Keeper attorno alla sua spada.
- Già, mi ero dimenticato per un istante che lui è qui con me: “tieni i nemici vicini, ma gli amici ancora più vicini”, pensa amaramente Keeper.

2.

Alonzo fluttua leggermente, gambe incrociate, all’altezza degli occhi di Keeper, seguendo la nave alla sua velocità. Il mare sfreccia sotto di lui, mentre la scia di un delfino si allontana a nord rispetto alla direzione della loro nave.
La voce lo sostiene nel suo viaggio, e gli permette di controllare la rotta di quel Disabled, di cui Alonzo non si fida assolutamente.
- Che bisogno ha il concilio di affidarsi ad un mercenario?
La domanda di Alonzo al concilio gli risuona ancora nella mente, come del resto la risposta secca del primo mago:
- Questo è il volere del concilio: cerchiamo solo di aumentare tutte le probabilità di riuscita del viaggio!
Alonzo con una semplice parola torna sopra la nave, e si lascia atterrare dolcemente a terra, giusto per impressionare quel cartografo senza un braccio.
Disabled è effettivamente impressionato dalla potenza della magia di Alonzo, ma dentro di se esulta: il suo signore aveva previsto anche questo! Se solo bastasse una sola parola al mago del concilio per rimettere in sesto il suo braccio!
- Hai finito con i tuoi trucchetti, Alonzo? Com’è la situazione al palazzo? Il messaggero è giunto, chiede tagliente Keeper.
Lo sguardo Alonzo si fa carico d’odio, ma si trattiene, mentre mostra il piccolo cilindro mandato dal concilio fino a lui, grazie alla magia che controlla gli animali del mare.
- Si, reggente, tieni questo rapporto, pronuncia Alonzo con un misto di reverenza e rispetto per il titolo del suo avversario e di scherno nel contempo.
Keeper non accetta la sfida del mago, osserva attentamente il rapporto.
Due guarnigioni spostate nella capitale a protezione del palazzo, e la cattura di dieci sospettati nel coinvolgimento nel tentato attentato alla sua persona.
- Se solo potessi provare che loro muovono le fila dei miei assassini.. osserva Keeper dentro di sé.
Disabled si allontana con una scusa, mentre controlla ancora una volta la rotta che il suo signore gli ha predetto: tutto procedeva come previsto, fin nei minimi dettagli! Il delfino, il mago volante, la spada dorata del reggente, la principessa…
La mente del navigatore vaga fino alla principessa, così bella, giovane, pura: pensieri cupi e senza fondo si insinuano nella sua mente, mentre cammina sottocoperta, come guidato da una mano invisibile…

3.

Dapprima il suo è un avanzare lento, costante, guidato da un movimento eterno ed immutabile che regola tutto l’universo, ma ben presto questo ritmo si spezza.
Le voci dei due nemici, Keeper ed Alonzo, si allontanano, prima dal suo udito e poi dalla sua coscienza: Disabled sa che tutto è previsto, ma non quello che sta per fare.
Il suo braccio, spento e inutilizzabile, si muove nella prigione di cuoio che lo tiene fermo al resto del corpo, evitando che sia d’impaccio ad ogni sua azione.
- Il mio braccio, sussurra Disabled, mentre la sua diviene una corsa verso la stanza della principessa Cassandra, verso quella ragazza che deve diventare una donna!
Un ultimo angolo nel dedalo di corridoi della nave, e Disabled si trova davanti al corridoio che porta alla camera della principessa, della così bella principessa..
- Lei è una serva del mio signore, SI! Lei mi capirà!, esulta dentro di se Disabled
Poi, il mondo stesso si capovolge, mentre Disabled sbatte contro un muro che non aveva previsto, ma che lui sa, il suo signore sapeva che si sarebbe trovato lì.
- Attento a dove vai, navigatore!
La voce imperiosa di Drokur sveglia Disabled dal suo delirio momentaneo e lo riporta alla realtà dei fatti: il comandante dei cento uomini!
- Certo, comandante, mi scusi, annuisce in tono servile il navigatore.
- Ah, non ti preoccupare, ma dimmi, non dovresti occuparti della nostra rotta?, osserva attento Drokur.
Disabled improvvisamente cade nel caos più completo: come spiegare la sua presenza lì in quel momento? Questo non era stato previsto dal suo signore e quindi lui cosa doveva fare o dire?
- Stai bene?, lo incalza Drokur.
L’interlocutore del comandate capisce che quello che ha davanti non è un armadio tutto muscoli e senza cervello: ha capito tutto.. il suo sguardo, indagatore, lo apre a metà, lo scuote nell’anima, gli squarcia il petto.
Disabled vede la mano di Drokur che istintivamente si muove sulla sua ascia, sempre pronta sulla schiena, e le sue gambe si flettono, pronte a colpire.
Drokur, dal canto suo, sente che c’è qualcosa che non va.
Sceso sottocoperta solamente per incontrare il reggete, e parlargli dello strano comportamento del navigatore, ora tutti i suoi sospetti sono fondati.
- Che cosa vuoi da noi, mostro!, urla imperioso Drokur, mentre sfodera la sua ascia.
Disabled inciampa mentre cerca di indietreggiare, cercando di capire il suo futuro più vicino: ma è tutto inutile: l’ascia del comandante scende su di lui come un fulmine.
- Solo il mio signore mi può aiutare.. Zod, immortale Zod, aiutami, urla disperato Disabled.
L’aiuto dell’immortale, o forse di qualcun altro, non tarda a venire.

4.

La discussione continua accesa per alcuni minuti tra Keeper ed Alonzo. La questione è semplice: da una parte Keeper contrario ad ogni esecuzione e dall’altra Alonzo intrappolato nei suoi doveri verso il concilio, verso lo stesso reggente, e verso le sue ambizioni.
- Noi dobbiamo rispettare la decisione presa a suo tempo, non lo capisci Keeper? Che cosa succederebbe se noi cambiassimo idea continuamente?
Alonzo perde le staffe, per un istante, dimenticando etichetta, rispetto e tutto quello per cui è famoso. La maschera gli cade dal volto, ma Keeper, troppo occupato a tener testa a quel confronto verbale (sempre stringendo la spada dorata ed essendo così sicuro che nessuna magia lo potesse influenzare), non se ne accorge e ripete il suo punto di vista:
- Alonzo, stammi a sentire. Il concilio, anzi per primo Arjuna, hanno una nuova arma contro il popolo.. non hanno forse sofferto abbastanza? Cosa volete voi maghi ancora? Avete la vostra magia, avete il controllo sul regno, volete che tutti vi seguano come delle pecore? E siete pronti a macellare chi non vi segue! Ma dove li conducete?
- Ma cosa dici? Non capisci che qualcuno deve mantenere l’ordine? Tu sei il reggente e non capisci questo? Come può Vegeta averti affidato una così alta carica?
- Dai, non fingere come! Me l’ha affidata perché potessi fare qualcosa contro di voi, cosa credi, che questa spada sia servita solo contro gli spiriti?
- Certo, ma ..
- Alonzo, guardami! Credi che io voglia tutto questo potere? Che cosa me ne faccio? Solo sofferenza agli altri, e male a me stesso, ecco cosa porta!
Alonzo osserva attentamente Keeper, il suo sguardo, la sua espressione, e lo reputa sincero
- Ma cosa dici? Senza qualcuno come me e te, che cosa ne sarebbe del regno? Il caos, ecco che cosa succederebbe! Loro hanno tentato d’ucciderti: non dobbiamo fare qualcosa? Chi proveranno ad uccidere la prossima volta? La stessa Cassandra?
Keeper perde completamente le staffe, e sfoderando la spada e puntandola alla gola del mago, gli urla in faccia tutto quello che pensa di lui e di quelli come lui:
- CHE COSA AVETE FATTO VOI PER PROTEGGERE ME E VEGETA?? Non ti basta una parola per alzare uno scudo contro una normale arma?
Alonzo rimane in silenzio, guardando in silenzio la spada dorata, che il suo maestro, Master Souze, ha contribuito a creare, immune alle sue parole, e quindi mortale per ogni mago.
- O forse non puoi difenderti da questa arma?? E’ per questo che avete permesso a quegli assassini di entrare alla festa, e ancora prima che Vegeta fosse ucciso!! LUI ERA UN MIO AMICO! LO CAPISCI? PRIMA D’ESSERE IL MIO RE, ERA UN AMICO!
Keeper abbassa la spada, lo sguardo, ricomincia a respirare, e dice, quasi sottovoce:
- Ma che ne sai tu dell’amicizia?
Alonzo, colpito a fondo da quelle parole che lo feriscono peggio di quello che potrebbe fare la spada dorata, apre la bocca, per accorgersi troppo tardi di quello che sta per succedere..

5.

La gradinata è ancora allo stesso posto.
Cassandra la scende, guarda gli invitati, tutti pronti per la sua festa: Lilith è in mezzo a loro, come del resto Keeper, che la aspetta in fondo alle scale.
Nessun attentatore, nessun profeta di sventura come Fabiuzzz: solo un’altra noiosissima festa, in cui deve sorridere, guardare, mangiare qualche piatto del cuoco Vastatio, mostrando d’essere degna del suo titolo.
- Certo, duca, sono d’accordo con lei / sorriso
- ma veramente? Interessante! / sorriso, inchino
- Lei trova? Forse ha ragione / sorriso
- Reggente, conosce il duca Rhiamon Terence? Davvero una persona squisita / sorriso

Sorriso.
Sorriso.
Sorriso.
Sorriso.
Sorriso.
Sorriso.
Sorriso.
Salkaner che la guarda, con il suo viso buffo che le mette allegria.
Cassandra si ripiega su se stessa, e sente come un gelo che proviene dal regal bambolotto, da quel piccolo pezzo di pezza, pregiato, certo, lavorato, ma senza vita.
Improvvisamente Salkaner, come tutti gli altri, è inquietante e invitante allo stesso tempo.
La sua voce è fredda, secca, inumana, come se un mostro si fosse impossessata di lei.
- Voglio che catturiate e uccidiate tutti quelli che hanno partecipato al complotto per assassinare il reggete, sono stata chiara?
- Ma quella non sono io!, urla disperata Cassandra mentre sente le sue stesse orribili parole.
Guarda verso Fabiuzzz, e vede che sta pronunciando le stesse parole che il suo corpo è obbligato a pronunciare.
Traditore.
Cassandra sta tutto, ma non può dire nulla, vincolata com’è da qualcosa d’invisibile che le schiaccia la mente e la verità dentro di se.
La mente non può che tornare su quel giovane ragazzo, un falegname, Badrel.
Muscoli forti, forgiati da un lavoro vero e non dall’uccidere persone senza gloria: parole dolci, vere, prima che scopra chi è lei, qual è la sua carica.
Cassandra sa anche questo.
Salkaner continua a sorridere.
Cassandra sorride ancora una volta, mentre tutti questi brutti pensieri le scivolano via dalla mente, mentre sente come qualcosa su di se.
Si sveglia di soprassalto, come travolta da una forza invisibile.
Salkaner è nelle sue mani, mentre tutto travolge, e sente l’urlo disperato di Drokur che sfonda la porta e si getta verso di lei, nella speranza di salvarle la vita.
Cassandra, l’unica speranza di Doughermoulth.

 

 

6.

La gigantesca muraglia d’acqua si abbatte sulle navi come un onda enorme.
Chi si trova sul ponte, come Keeper e Alonzo, viene scaraventato in mare in un attimo, prima che qualsiasi cosa si possa realizzare.
Le navi si capovolgono, vengono schiacciate le une contro le altre, mentre molte vite vengono perse: gli alberi della navi si spezzano, e tutto il carico di materiale e di vite umane viene inghiottito dal mare, che con una sola piccola onda, rispetto alla grandiosità dell’oceano, ha distrutto senza accorgersene tutto quello che l’uomo ha costruito con grande fatica.
Il mare dopo alcuni minuti è nuovamente calmo.
Come l’onda è apparsa, così è scomparsa: le navi cominciano a scendere negli abissi, la dove la luce non esiste più e solo l’oscurità ha il sopravvento.
Oscurità in una distesa infinita di acqua.
Drokur è il primo ad aprirsi una strada in quel deserto d’acqua: potenti bracciate, stringendo a se la principessa Cassandra. Il polmoni cominciano a bruciare mentre i suoi pensieri, ed i suoi occhi vanno verso il basso, verso i suoi uomini intrappolati e probabilmente già morti nella nave che scompare nell’oscurità della notte.
Drokur, stringe i denti, lasciandosi scappare una bolla d’aria, mentre si concentra verso la luce in alto sopra di se: per quanto può resistere la principessa senza respirare?
Quattro bracciate ancora.
Quanto posso resistere io senza respirare?
Tre bracciate ancora.
Che cosa è successo? Da dove arriva quell’onda gigantesca che ho visto dall’oblò della nave?
Due bracciate ancora.
Voleva veramente fare del male il navigatore alla principessa? Sarebbe bastato spaventarlo per farlo parlare?
Una bracciata ancora.
Il reggente.. che cosa ne sarà stato di lui? Ed il mago.. se almeno il mago si fosse salvato..
Luce.
Drokur sputa l’acqua che gli era entrata in bocca, maledicendo tutto il sale del mare, e benedicendo i tempi in cui aveva una distesa di neve attorno a se, dei nemici che si potevano vedere, e la sua ascia sulla schiena.
Già, la sua ascia, persa in mare come tutto il resto.
- Principessa!, l’urlo disperato di Drokur spezza la tranquillità dei suoi stessi pensieri.
Drokur cerca di portare il più possibile la sua testa sopra l’acqua, ma la principessa non mostra segni di nessuna respirazione: tutti i suoi muscoli sono contratti, e nella mano destra stringe il suo pupazzo, sorridente come sempre, che guarda divertito l’intera situazione.
- Curioso, pensa Drokur.

7.

Drokur con un ultimo sforzo riesce ad avvicinarsi a delle assi delle navi ormai affondate e a mettere la principessa Cassandra su di esse, sperando che possa servire a qualcosa, mentre si guarda attorno.
Il mare completamente calmo, come se nulla fosse successo. Le ultima parole di Disabled prima che lui vedesse la gigantesca onda ora sono impresse nella sua mente di soldato:
- Solo il mio signore mi può aiutare.. Zod, immortale Zod, aiutami!
- Un urlo disperato certo.. ma chi è questo Zod?, si chiede Drokur.
Dopo alcuni istanti però si obbliga ad accantonare questi pensieri, cercando invece di pensare alla principessa, al fatto che non respira da troppo tempo!
Drokur, disperato, lascia che il suo urlo di rabbia spezzi la tranquillità di quel luogo di morte.. tranquillità che viene nuovamente turbata da delle parole rassicuranti, che Drokur non sente subito.
- Non preoccuparti, dicono.
- COSA?, urla Drokur.
La figura galleggia ad un metro sopra l’acqua, tanto in alto che Drokur fa fatica a vederla: un volto maschile, nascosto dentro una veste.. ma non normale la veste, come trasparente, non presente in questo mondo.
L’orrore negli occhi di Drokur è pari solo al suo stupore.
Uno spirito.
Tutti quelli come lui, la guerra, la necessità di difendersi da essi e dalla loro invasione.
La sua ascia impugnata per la prima volta contro chi credeva un amico.. poi sempre più avanti, con l’ascia sempre più sporca di sangue, .. ma tutto iniziato per colpa loro.
I pensieri di Drokur saltano alla sua ascia, oramai in fondo al mare.
Uno spirito.
Cosa può un uomo disarmato contro uno spirito?
- Non preoccuparti, la principessa sta bene, dice di nuovo lo spirito.
Drokur si fa forza, e ribatte, sussurrando:
- Come fai a dirlo?
- Respira ora, non vedi?, dice sorridendo lo spirito.
Drokur lancia uno sguardo interrogativo allo spirito e poi verso Cassandra e vede il suo petto che si alza e si abbassa seguendo il ritmo antico come il mondo stesso.
- E’ stata fortunata, ad avere con se una persona come te, Drokur.
- Chi sei, spirito? Che cosa vuoi da noi?, ribatte il comandante.
- Il mio nome è Lark, ma so che non ti dirà nulla, Drokur, almeno, per ora non ti dice nulla.
- Ma come fai a sapere il mio…
- Basta con le domande: lui ci vede, dice Lark pensieroso.
- Cosa stai dicendo? Ti vuoi spiegare o devo..
- Devi cosa? L’onda sta tornando non la senti? No che non puoi.. tieni stretta Cassandra, ci porterà verso l’isola, la vostra meta, spiega impaziente Lark
Drokur tace, stringendo a se il pezzo di legno su cui è appoggiata la principessa e chiedendo ancora una volta uno sforzo enorme a se stesso e al suo corpo.
Fiducia.
L’onda puntuale ritorna.

8.

E’ qualcosa di mostruoso vedere un’enorme muraglia di acqua avanzare, prima piccola all’orizzonte, poi sempre più grande: più grande dello stesso castello della capitale, più grande di una nave, più grande di ogni cosa costruita dell’uomo.
Mostruosa e affascinante allo stesso tempo.
Drokur stringe a se Cassandra.
Cassandra stringe ancora di più Salkaner a se.
L’onda arriva, alza tutto attorno a loro, mentre anche lo stesso spirito ne viene travolto.
Lark sente l’acqua, ma non ne è influenzato: segue alla velocità dell’onda Drokur e la principessa, pensando alla difficile decisione che lei deve prendere.. capire dove sta il pericolo e combatterlo.
Il cataclisma continua e li trasporta su una rigogliosa isola, un piccolo atollo, che viene devastato ancora una volta dall’onda. Le scogliere vengono spezzate, gli alberi distrutti, i resti delle imbarcazioni maciullati, come del resto i corpi di molti uomini che erano imbarcati sulle navi ed il loro equipaggiamento.
L’onda ha colpito ancora, precisa come sempre.
Lark sposta con grande fatica Drokur e la principessa, alzandoli sopra la scogliera, al sicuro dalla prossima onda.
La montagna non è molto lontana da loro, Lark lo sa, ma non ci può fare nulla.
Per colpa di Fabiuzzz, questo sarà il luogo dove Cassandra potrà decidere cosa fare.
Deposita Drokur dolcemente sotto un albero tropicale e lussureggiante, e dice agli animali curiosi attorno a lui:
- Sorvegliateli: vado a prendere gli altri prima che la prossima onda li uccida
Gli animali si avvicinano, portano alcune banane, una noce di cocco e scompaiono alla vista, ma sorvegliano continuamente i due umani, che rimangono addormentati, schiacciati dalla forza dell’onda.

9.

Mentre Lark sposta le poche informazioni che lo compongono, ripensa alla tremenda scelta che ha fatto: sacrificare molti per salvare pochi, che potessero poi un giorno salvare tutti loro.
- Perché sono obbligato a fare questo?, pensa dentro di se Lark
La risposta è dentro di lui.
Lark è sveglio, cosciente, e sa quello che sta succedendo, ma svelarlo direttamente a chi non è sveglio e pronto a chi gioverebbe?
- A Fabiuzzz e al suo padrone, ovviamente, pensa Lark
Ma se Elwood non lo raggiunge presto, che cosa poteva fare da solo lui, con un intero mondo contro di lui? Tutti lo odiavano, diffidavano di lui, sicuri che fosse come Fabiuzzz.. come provare il contrario?
- Con la verità, dice Lark.
Con la verità. Lark pensa alla sua verità, mentre salva all’ultimo momento Keeper, e la sua spada, ed assieme a loro Alonzo, entrambi svenuti.
La verità che lui, dopo aver creato tutto, voleva ucciderli tutti, ma perché?
Lark torna all’isola con la montagna, il loro punto d’accesso.
- Ci troveranno presto? Finirà che io non potrò difendere Cassandra e gli altri? Saranno loro a vincere?, le domande di Lark finiscono senza risposta, perché Lark, come nessun altro, poteva prevedere il futuro.
Vincere. Questa parola risuona vuota di significato a Lark, per lui che era lì, all’inizio di tutto, o poco dopo. Sempre presente, con la sua idea ad aggiungersi al suo progetto.
La montagna è ancora lì: in cima, sopra la giungla, una montagna coperta da prati e da una immensa foresta di conifere. Ovviamente un paradosso, in un luogo come quello, con un caldo che ben presto asciuga i vestiti dei soli sopravvissuti al naufragio.
Cassandra, Keeper, Drokur ed Alonzo.
Lark aspetta ancora una volta, che loro si sveglino e decidano che cosa fare.

10.

Alonzo è il primo a svegliarsi.
Non apre gli occhi, sa che c’è qualcosa attorno a lui che non va. Lo sente come se lo vedesse.. conosce questa sensazione.
Uno spirito.
Non muove un muscolo, concentra tutte le sue forze nelle parole, cercando di dargli tutto il potere possibile. Alonzo si dimentica dell’onda, delle urla di Keeper, e si concentra sulle parole del suo maestro, Master Souze.
- Concentrati. Loro sono i nostri nemici, non dimenticarlo. Sono senza pietà, sono senza cuore. Tu hai un cuore è qui la differenza. La tua paura non esiste. Le tue parole possono tutto, ricordalo. Concentrati
La sua lezione è ancora lì, stampata a fuoco.
- Maestro, ma cosa sono gli spiriti?, domanda il giovane Alonzo
- Sono la distruzione del regno e di noi stessi, risponde Master Souze.
- Non intendo questo.. cosa sono realmente?
- Giovane mago.. che cosa te ne importa di cosa sono.. non ti basta sapere che sono i nostri nemici?, risponde il maestro Souze.
- Ma se noi conoscessimo i loro scopi, il loro funzionamento, non potremmo capirli e anticipare le loro mosse?, osserva Alonzo
Il suo maestro sorride, mentre Alonzo aspetta la sua risposta e riceve ben altro in cambio: le parole che pronuncia sono complesse, troppo per lui a quei tempi, ma sufficienti a scaraventarlo contro il muro, facendo tremolare leggermente l’aria attorno a lui.
- INSOLENTE! Non farti troppe domande! Perdi la concentrazione, non lo capisci? Loro approfittano di questo! Ti uccidono.. non ti basta come motivazione?, urla insoddisfatto del suo discepolo Master Souze.
Alonzo apre gli occhi e guarda stupefatto il maestro.
Alonzo ora apre gli occhi e guarda verso lo spirito mentre le sue parole lanciano una protezione attorno a se e ai suoi compagni, e la distruzione si scatena.
Il fuoco si alza attorno al cerchio di protezione di Lark, incenerendo tutto quello che si trova davanti alla protezione distruggendo ogni singola molecola che compone l’aria. Lark sa che la distruzione del suo incantesimo deve poter agire su uno spirito, distruggerlo per sempre, e non intrappolarlo come facevano i deboli incantamenti del suo maestro!
Lark scopre a sue spese tutto l’odio delle persone che vuole salvare, e non può fare altro che rispondere all’attacco di Alonzo.
- Una tua distrazione, dice Lark tranquillamente.
Alonzo si volta di scatto e scopre a sue spese di aver sprecato la maggior parte delle sue forze inutilmente: crolla a terra, appoggiando il ginocchio destro sul terreno, mentre lo spirito avanza verso di lui.

 

Atto VI: L’orda

1.

L’imperatore Alex delle sciabole d’argento osserva attento la mappa degli spostamenti del suo immenso esercito, l’orda.
Quattro città cadute in due mesi, a nord del regno di Doughermoulth, e lui acclamato come salvatore da tutti i cittadini, nessuno escluso.
I cittadini interrogati parlano dell’imperatore Alex come di un salvatore del regno, oramai un pallido ricordo di quello che era stato un tempo, e controllato con il terrore dai maghi del concilio
- Che cosa ne pensi, Pkrcel?
Il primo comandate dell’orda, il braccio destro dell’imperatore, o meglio la sua sciabola destra, osserva attentamente la carta degli spostamenti delle truppe e assegna ad ogni nome una posizione, una situazione specifica, ricordando ogni particolare, valutando ogni situazione.
Pkrcel, oltre che per il suo grande valore con la sciabola, è diventato qualcuno nell’orda anche grazie alla sua grande memoria, che gli ha valso il titolo di primo comandante.
- Arriveremo ai confini della provincia centrale del regno entro quattro mesi, Imperatore, osserva prudente Pkrcel.
Alex sa che quattro mesi sono un tempo enorme rispetto alla sua sete di conquiste, ma sa anche che Pkrcel ha la testa sulle spalle e che se quattro mesi sono da lui previsti, quattro mesi saranno.
Non un giorno di più.
L’imperatore, grazie alle spie infiltrate nel regno avversario e nel movimento di resistenza, conosce perfettamente il caos tra i maghi, prima per la scomparsa del loro primo mago Arjuna e poi per la perdita di ogni comunicazione con Keeper, il reggete e la principessa Cassandra.
- Tuttavia, signore, c’è qualcos’altro da considerare, osserva Pkrcel, anche se non interrogato.
L’imperatore alza un sopracciglio e osserva la sua prima sciabola: un uomo dalla pelle asciutta, fisico essenziale, come del resto tutti i combattenti dell’orda, e due occhi scuri come tutti i suoi più fedeli collaboratori.
- Spiegati meglio, Pkrcel e prega Ragnarok che quello che mi dirai mi piaccia, dice con tono grave l’Imperatore Alex.
- Certamente, Imperatore. Ci sono giunte delle voci del ritorno dall’oceano orientale della principessa e pare che la capitale di Doughermoulth sia già in fermento per questa notizia.
- COSA? E perché non ne sono stato informato prima, allora prima sciabola?, sentenzia rabbioso l’imperatore, mentre fa cadere tutto il suo peso, sbattendo la sua armatura, contro il trono della tenda reale da guerra.
- Imperatore, perdonate la mia impertinenza, ma si tratta solamente di voci: la provincia centrare del regno è ancora lontana, e forse quei maledetti maghi cercano così di limitare il nostro slancio contro di loro, dice tranquillo Pkrcel.
L’imperatore lascia continuare il suo fidato consigliere, mentre dice:
- Tuttavia non è da sottovalutare che tutto questo sia vero: la principessa Cassandra è un pericolo per tutta l’orda. Sappiamo che cosa pensano di lei i sudditi che per ora sono dalla nostra parte: la rispettano e credono in lei, visto che è la figlia di Vegeta, dice finendo Pkrcel.
L’imperatore Alex delle sciabole d’argento assume il suo tono più regale ed ordina:
- Cercate con ogni mezzo questa principessa Cassandra, e prima che io metta piede nella provincia centrale, voglio la sua testa su un piatto d’argento, sono stato chiaro?
- Me ne occuperò personalmente, Imperatore, dice Pkrcel.

2.

Gabryk è il primo a sentire le voci.
Cassandra e Keeper tornati nella capitale.
Gabryk ovviamente corre da Badrel e da Ar, che lavorano su una nave che li dovrebbe poter portare velocemente lontano da quel luogo ormai in procinto di finire sotto l’attacco dell’orda.
Mentre le gambe si muovono sicure, Gabryk ripercorre mentalmente tutto quello che è successo: tre mesi dalla partenza di quelle navi, e nessuna notizia, almeno fino ad oggi.
Tutto il lavoro di una vita distrutto: tutti gli altri compagni uccisi, ad opera del concilio.. su stessa legge promulgata dalla principessa.
- Maledetta Cassandra!, urla di rabbia dentro di se Gabryk
Ma le sue urla e tutto il suo dimenare non possono fare nulla per portare in vita tutti quelli che credevano nella rivoluzione, nel cambiare Doughermoulth, nel portare nel regno finalmente la giustizia.
Gabryk sente ancora dentro di se le ultime parole della vecchia che era sempre fuori dalla falegnameria di Badrel, e che ora pende come tanti altri dalla forca davanti alla statua del drago nero, nella piazza principale.
- Quando cambia un padrone, il popolo sta sempre male, sempre, pensa tristemente Gabryk tra se e se.
Anche lei morta.
Loro scappati, nascosti grazie al telo magico, ma per quanto ancora? I maghi, distratti dall’avanzare dell’orda, non si sono forse dimenticati di questi ultimi due rivoluzionari?
Ironia della sorte, la legge promulgata da Cassandra ha colpito tutti tranne che loro due, gli unici bersagli veri.
- E’ tutta colpa nostra quello sta succedendo?, pensa amaramente dentro di sé.
Gabryk si chiede ancora una volta se sia ironia della sorte o un piano premeditato da quel tiranno, il primo mago Arjuna. Certo, ora lui è scomparso, ma cosa possono fare da soli gli altri maghi senza una guida autorevole se non continuare a pugnalarsi a vicenda lasciando l’intero regno all’orda?
La porta si spalanca, e le mani di Ar corrono subito ai pugnali che porta alla cintura, pronti a colpire le guardie reali, che un giorno o l’altro, pensa Ar, entreranno da quella porta per ucciderli sul posto, senza possibilità di un processo giusto.
- Sono tornati, parla disperato Gabryk.
Le sue parole sono come un terremoto nella stanza.
Lo scalpello e il martello cadono dalle mani di Badrel, mentre Ar rimane a bocca aperta.
- Dove sono?, domanda Badrel, una volta ripresosi, Come sta Cassandra? E’ viva? Se le è successo qualcosa io…
Gabryk alza le spalle e Ar capisce che qualcosa c’è di vero ma non si sa ancora cosa, e interviene dicendo:
- Sentiamo in città cosa dicono, va bene? E mi raccomando, non dite nulla a nessuno, capito?
Badrel e Gabryk annuiscono, mentre sfrecciano fuori dalla porta alla ricerca della principessa e del reggente, sperando di arrivare prima delle guardie reali.

3.

La piccola nave che Keeper e Cassandra si sono costruiti per scappare da quell’isola maledetta e da quella montagna, ha appena toccato la banchina del porto della capitale.
Nessuno sembra notarli.
I passanti hanno sguardi spenti e nell’aria si respira aria di tragedia.
Keeper guarda compassionevole Cassandra, ed il suo sguardo che da quel giorno è cambiato per sempre: quello che Lark le ha detto è stato troppo per lei, e Keeper sa che lei in qualche modo è impazzita, sentendo le sue parole.
- Già, ma io cosa ne penso? E se tutto quello che avesse detto Lark fosse vero?, pensa Keeper cupo.
E’ un giovane che per primo riconosce la spada dorata di Keeper (Keeper pensa a come Lark li ha salvati dall’onda e abbia recuperato la sua spada…) e urla il suo nome, suo e di Cassandra.
E’ come se un’altra gigantesca onda si riversasse in quella piazza.
Tutti sembrano impazzire: la voce si sparge in un attimo, e in breve tutti i più vicini ai due si avventano contro di loro cercando di toccarli e di scoprire se sono ancora loro, il reggente e la principessa.
Keeper e Cassandra.
Entrambi sono sballottati qua e là, schiacciati da una folla che li sorprende.
- La fenice bianca è tornata per salvare Doughermoulth! Regina Cassandra Salvaci!
Che cosa è successo durante la loro assenza?
La domanda suona a Cassandra ironica e seria nel contempo.
-Ho capito! Ma certo! Come ho fatto a non capirlo? Voi due non esistete! Io sono pazza, certo pazza.. che vada in malora il regno, tutti quanti, voi due compresi… che cosa me ne importa? E se restassi qui ferma in eterno, che cosa fareste?
Le parole pronunciate talmente tempo prima da sembrare un’eternità, risuonano nella mente di Cassandra: rimbalzano come un eco lontano, come se adesso in mezzo ad ogni suo ricordo ci fosse quella maledetta montagna e la verità (o la falsità?) di Lark.
Cassandra capisce che il suo regno è andato realmente in malora: ricorda le parole di suo padre, e una lacrima le solca il volto, mentre guarda Salkaner.
Il bambolotto reale è un po’ rovinato, ma le permette ancora di sorridere, nonostante tutto.
Cassandra capisce che è stata un egoista a dire quelle parole: lei ha un dovere, governare, per il bene del popolo.. non può permettere che Doughermoulth vada in malora!
Un popolano le stringe troppo forte una mano, e Cassandra, cercando di liberarsi gli rifila un manrovescio che gli stampa la sua mano sulla sua guancia. Subito se ne pente.
- Com’è difficile passare dai buoni propositi ai fatti veri e propri, pensa amaramente Cassandra, mentre si prepara a scusarsi con il popolano.
- Non è come mi aspettavo il nostro incontro, però è già qualcosa vederti viva, Cassandra, dice Badrel sorridendo.
Cassandra si butta nelle sue braccia, ansiosa di domandargli e spiegare tutto su di loro ma non solo, ma lui la zittisce e si fa strada tra la folla dicendo:
- Dopo. Sei in pericolo: andiamo dalla fenice bianca.. lui ci servirà, come te del resto!
Le fredde parole di Badrel scuotono Cassandra e le fanno ripensare:
- Che cosa è successo durante la mia assenza?

4.

Le guardie mandate per sedare il tumulto al porto arrivano in pochi istanti, avvertite da un mago che controllava la zona dall’alto, come in ogni angolo della capitale.
Badrel fa cenno a Keeper di seguirlo, e in breve sono riusciti a lasciarsi la folla, persa nella sua stessa estasi per la notizia, dietro di se.
- Si può sapere chi sei, ragazzo?, domanda impaziente Keeper mentre continuano a correre
- A dopo, a dopo.. più parliamo e più si avvicina la nostra morte.., risponde Badrel.
Keeper non sa che le guardie li stanno inseguendo, ma convinto da uno sguardo sincero di Cassandra, che stringe la mano allo sconosciuto senza paura, lo convince definitivamente, ma Keeper, prudente di natura, sguaina comunque la sua spada dorata, contando ancora una volta su di lei ed il suo istinto.
Ed è il suo istinto che lo convince a non uccidere all’istante di due che gli si parano davanti, sulla porta di una falegnameria.
Ar e Gabryk, che guardano con odio profondo sia la principessa che il reggente stesso.
- Voi due! Maledet.., urla Keeper.
Cassandra però è più veloce di lui, si para in mezzo a Keeper e ai compagni di Badrel, guarda di traverso tutti, e dice, in tono che non ammette risposte:
- Non abbiamo tempo per i nostri battibecchi. Keeper, Badrel ha detto che hanno bisogno di noi, ebbene, noi sentiremo cosa vogliono farci fare.. non siamo in pericolo finché hanno bisogno di noi.. vero maestro?
L’ultima parola “maestro” è pronunciata con un tono strano, particolare.
Keeper improvvisamente sente scemare tutta la sua rabbia, dopo aver riconosciuto i due rivoluzionari che l’avevano quasi ucciso.
Cassandra sorride, lo guarda, guarda i compagni di Badrel, e capisce d’aver ottenuto l’attenzione di tutti i presenti, apre la bocca per parlare, ma si accorge subito che le guardie hanno chiuso entrambe le vie d’uscita di quello stretto vicolo del quartiere del porto.
- Dannazione, sussurra Ar, mentre mette le sue mani sotto le vesti, per prendere il pugnale.
Keeper però con un gesto perentorio gli impone la calma, guarda i soldati ed esclama:
- Non mi riconoscete? Io sono la fenice bianca! Abbassate le vostre armi, perché nulla possono contro di me, neppure la magia può nulla contro di me!
I soldati si guardano stupefatti tra di loro, mentre dall’alto proviene una parola stizzita di un mago che osservava la scena, e che fluttua dolcemente fino a terra, per rimproverare le guardie:
- Che cosa fate! Costui non è Keeper, non è la fenice bianca! E’ solamente l’ennesimo trucco di quei malvagi invasori dell’orda!, dice Pagolo, mentre tocca terra.
Cassandra guarda l’uomo, ricordando d’averlo già visto da qualche parte, in passato, e le parole di Gabryk confermano la sua impressione:
- Un mago della casta della runa, un servitore di Arjuna!
Keeper annuisce, mentre avanza verso il mago, ponendosi tra lui e Cassandra:
- Non riconosci forse questa spada?, dice Keeper
- Non so più neppure qual è la mia realtà!, risponde il mago

5.

Ar sussulta a quelle parole.
- Non so più neppure qual è la mia realtà!
Ar sente che c’è qualcosa di sbagliato in queste parole, le sente come se fosse qualcun altro, in un luogo molto lontano, a pronunciarle.
- Un luogo lontano, sussurra Ar.
Ar si guarda attorno: tutti sono assorbiti dalla scena dello scontro verbale (per ora) tra il reggente e il mago della casta della runa e non notano il suo turbamento.
Poi incontra gli occhi di Cassandra, ed Ar sussurra ancora una volta.
Perché Cassandra guarda Ar in quel modo? Non sembra neppure più se stessa.. è solo un attimo, certo potrebbe essere uno sguardo causato dall’ansia della situazione, nel controllare chi sta dietro di se, eppure..
- Lei non è più la principessa Cassandra che conoscevamo.. non è lei che ho visto quel giorno, alla festa. Che cosa le è successo? Dove sono stati tutto questo tempo?, pensa dentro di se Ar, mentre distoglie lo sguardo, e cerca in qualsiasi modo di trovarsi una posizione di vantaggio nello scontro imminente.
- Cosa dici mago? Sei dunque impazzito?, domanda Keeper, mentre agita davanti a se la sua spada dorata.
- Si, pazzia.. la benedizione di questo regno sarebbe se fosse in me!, risponde Pagolo sprezzante, mentre con le mani comincia a tracciare un disegno attorno a se, in aria e sulle pietre della via.
- Fermo! Questa è la principessa Cassandra! Non la riconosci!, ordina Keeper, mentre fa un passo avanti verso il mago.
- No. Nessuno di voi riconosce il nostro nemico? L’orda è alle porte.. è nessuno fa nulla per fermarla! Che sarà del nostro regno quando il loro malvagio imperatore giungerà fino a qui?, risponde sprezzante Pagolo.
Cassandra riporta il suo sguardo sul mago, dopo aver osservato per alcuni istanti il compagno di Badrel, Ar.
- Un luogo lontano.. ma cosa sta dicendo questa guardia?, pensa Cassandra.
- Che cosa è questa orda, mago?, domanda Cassandra, avvicinandosi a Keeper.
Pagolo ferma il suo devastante incantesimo, a mezz’aria. Il mago sa benissimo che è il punto più pericoloso. Ancora un movimento delle sua mani, e la runa sarebbe completa, distruggendo l’intera via, e tutti quelli che vi si trovano.
Ma c’è qualcosa in quella domanda “Che cosa è questa orda, mago?” che lo fa tremare nel profondo: che cosa è l’orda?
Pagolo si sofferma un istante a pensarci. Cosa sappiamo dell’orda? Il loro malvagio imperatore ci attacca proprio quando il nostro regno è più debole, conquistando città, e sobillando la popolazione contro il concilio. Ma cosa vuole l’imperatore?
Pagolo guarda gli occhi di Cassandra, e con un gesto cancella la parte più pericolosa del suo incantesimo.
E’ solo un’ombra quella che si muove sopra di lui, e gli atterra vicino, e gli parla ad un orecchio, prima che lui possa vederlo.
- Lascia a me questi impostori
- Kas!, dice Pagolo, mentre si volta verso il nuovo venuto, tremando al pronunciare il suo solo nome.

 

 

6.

- Tutto è sempre dannatamente più complicato, pensa Keeper.
- Ed io che pensavo di tornare a casa, e trovare tutto tranquillo, forse nelle mani dei maghi ancora di più, ma non così!
Il mago della casta della runa, Pagolo, ha chiamato per nome l’agile figura che è piombata vicino a lui dall’alto, da un tetto della piccola viuzza nella quale si trovano: Kas.
Kas.
Kas.
Kas.
Keeper si domanda perché questo nome gli pare al tempo stesso familiare e distante, e poi ricorda il perché.
- Il distruttore, dice Keeper
Kas, con l’aspetto del suo corpo celato dietro la sua stessa ombra, passa davanti a Pagolo, sorridendo, e catturando un’altra po’ di luce, il suo cibo, mentre risponde all’impostore del reggente:
- Così la mia fama raggiunge l’esercito dell’orda? Ne sono onorato…!
- Aspetta Kas, non sono sicuro che siano dell’orda! Sono confuso! Loro … potrebbero…, dice Pagolo disperato mentre ricomincia a fluttuare in aria, a gambe incrociate, ad altezza d’uomo.
- Io sono la vera principessa Cassandra! Perché non lo volete capire? Osservatemi.. nessuno può assomigliare a me... neppure questa “orda” di cui parlate tanto!, dice Cassandra esasperata.
- Lo so benissimo che sei la vera Cassandra, principessa.. Salkaner è ancora con te.., osserva deliziato Kas.
Lo stupore tra i presenti è talmente grande, che pochi reagiscono al fulmineo movimento di Kas, verso la principessa.
Salkaner continua a sorridere, sempre nella sua buffa espressione che dona gioia a tutti coloro che lo guardano.
Keeper è impietrito, perso nel considerare la situazione del regno, confuso da tutte le parole dette.
Ar guarda stupefatto Kas scomparire nell’ombra (ma Kas stesso non è un ombra?) e riapparire ai piedi di Cassandra.
Gabryk stava osservando le guardie, considerando la loro situazione nel vicolo e non vede Badrel, vicino a lui, partire di scatto verso Cassandra.
Badrel si accorge subito di quello che Kas vuole fare, cioè attaccare Cassandra, e corre verso di lei, gettandola di lato, per scansarla dall’attacco del mostro d’ombra di nome Kas, che proviene dalla stessa ombra della principessa.
Le guardie stupefatte osservano la scena, e a Cassandra non resta altro da fare che lanciare un urlo disperato, mentre Kas consuma completamente, inglobandolo dentro la sua stessa ombra, l’amato Badrel.
- Come il mio signore aveva previsto, pensa Kas dentro di se.

7.

- Badrel!!! No!!!, urla disperata Cassandra.
Badrel scompare. Ma non in un istante, lentamente la sua sagoma perde colore, mentre scompare dentro lo stesso Kas, assorbito dalla sua oscurità.
Sente di trovarsi come in un luogo lontano, distante da Cassandra, e poi improvvisamente tutto diventa buio, attorno a lui, mentre sente dentro di se delle parole oscure:
- ERI D’IMPEDIMENTO ALLA SUA CRESCITA
Badrel subito rifiuta queste parole mostruose, ma poi le sente diventare parte di se stesso, mentre osserva Cassandra com’è dentro il suo cuore, e scompare dentro l’ombra che porta il nome di Kas il distruttore.
All’esterno Cassandra vede il suo amato Badrel diventare sempre più strano, per poi scomparire.
C’è qualcosa però che vede, cioè che pare stia ascoltando, come se qualcuno gli stesse parlando. Ma questo non le è di conforto.
No.
Cassandra si alza.
Non vede neppure per un attimo l’ultimo sorriso di Badrel, è completamente assorbita dal vortice che si trova dentro di lei, nascosto, fermato dal nodo che sentiva dentro di se creato da Fabiuzzz, ma mai scomparso.
Quel vortice ha spazzato via il sigillo posto da Fabiuzzz, ed è libero di colpire il suo nemico.
La sua mano si alza ancora una volta contro Kas, scagliando un raggio contro la sua figura.
Keeper scatta all’istante, prima che Cassandra si possa alzare: alza la spada sopra di se, pronuncia le parole segrete che attivano il suo potere più grande, e come il colpo di una fenice bianca spazza via tutto quello che si trova davanti a se, la spada dorata di Keeper crea un cono bianco, che passa su Kas, e oltre, distrugge parte del muro del vicolo nel quale si trova.
Ar è il più veloce a muoversi, scatta di lato, prende Gabryk per la veste, e lo scaraventa a terra, appena in tempo per schivare il colpo partito dalla spada del reggente.
- Ma cosa sta succedendo?, è l’unica cosa che Gabryk riesce a pensare, mentre sente Ar che lo trascina lontano, attraverso le guardie sbalordite, oltre quel vicolo maledetto, mentre vede, con la coda dell’occhio, che Cassandra sembra diventata una furia, sente calare sopra di se il telo di Ar.
Il cono bianco colpisce Kas, ma non ha nessun effetto: Keeper non si perde d’animo, e con due sferzate colpisce Kas, ma l’ombra gli sorride.
Un sorriso fatale.
Il raggio di Cassandra, infatti, colpisce Kas in mezzo agli occhi, decapitandolo all’istante.
Neppure una goccia di sangue sgorga dalla ferita, e neppure una attimo di sofferenza per Kas.
Solamente lo stupore negli occhi del suo corpo, tornato umano, il corpo di un vecchio decrepito.
- Tutto qui?, osserva con voce profonda Cassandra, mentre si volta verso gli altri.

8.

Keeper ha visto con certezza partire il cono di luce dalla sua spada dorata: un regalo del maghi della casta dei nomi (forse dello stesso Alonzo?), un regalo usato nei momenti più critici, ma inefficace su Kas.
Un solo dito di Cassandra, puntato contro Kas. (ma a cosa può arrivare veramente?)
Un solo colpo.
Kas distrutto. (può distruggere tutti noi?)
Kas era un vecchio? Che cosa c’è che non va in questo vecchio?
Keeper non ha tempo per pensare.
Cassandra non è più se stessa, mentre dice:
- L’orda dici mago? E’ l’orda che ti spaventa? Non hai paura del mio potere invece?
Pagolo è nel caos più assoluto.
Tutto quello che gli è stato insegnato non aveva il benché minimo effetto su Kas il distruttore, l’ombra evocata da Arjuna per difendere il regno dall’orda.
- Eppure questa ragazza, davanti a me l’ha distrutto con un colpo solo!, urla disperato Pagolo, mentre le guardie iniziano a realizzare quello che è successo, scappando lontane da quel vicolo maledetto.
Pagolo sopraffatto dalla sua stessa pazzia, cade a terra, e in pieno tormento, guarda la principessa e dice:
- Io ho paura, afferma Pagolo sottovoce, quasi a nascondere il suo terrore, il caos dentro di se.
La reazione di Cassandra è inaspettata per il mago e per Keeper, che osserva la scena, tenendosi pronto a tutto.
Cassandra ride di cuore e stende una mano verso Pagolo, il quale riluttante, accetta dopo un istante.
- Mi servirai mago, per difendere questo regno, dice Cassandra voltandosi poi verso Keeper.
- Keeper! Dobbiamo fidarci di questo mago, sono stata chiara! Fidati di lui! Quello che vuole è la salvezza del regno, come noi del resto!, dice Cassandra, continuando a ridere
Lo sguardo di Keeper è eloquente: sgomento totale, la non comprensione fatta persona. Solo dopo alcuni minuti, quando sono già lontani dal vicolo, diretti al castello, riesce a dire:
- Cosa ti è successo, bambina mia?
- Non sono più la tua bambina, Keeper.. ora sono la regina di questo regno, dice Cassandra mentre stende la mano sotto di se, indicando la città e la piazza con l’enorme drago nero al centro.
- La magia di Pagolo ci è utile, vedi? Volando possiamo arrivare prima al castello, e distruggere coloro che ci intralciano, .. perché vedi.. ce ne saranno altri!
Keeper la osserva e capisce che l’ha persa forse per sempre.
Pagolo la osserva e continua a tremare ricordando quello di cui è capace.
Cassandra, la regina di Doughermoulth.

9.

Mentre la runa attiva l’incantesimo di Pagolo e trasporta velocemente lui, Cassandra e Keeper verso il castello, Ar e Gabryk, sotto il telo che li nasconde ad ogni individuazione, osservano la scena da lontano.
- Badrel.. che cosa ne sarà stato di lui?, domanda Ar al compagno
Gabryk lo guarda, alza le spalla e guarda lontano, verso ovest, pensando all’orda che sta arrivando velocemente, conquistando ogni giorno un nuovo villaggio, una nuova città.. l’intero regno, molto presto.
- Non lo so, Ar.. hai visto di cose è capace Cassandra?
- Ho visto Gabryk.. così anche lei è un mago .. questo è certo.. ma .. non si è mai sentito parlare in tutta la storia dei maghi di una donna capace di padroneggiare qualsiasi magia.. figuriamoci un potere così terribile!, osserva amaro Ar.
Gabryk annuisce, e risponde:
- Non ho sentito neppure io mai parlare di una maga.. forse qualche leggenda ci potrà aiutare.. ma perché è successo proprio in quel momento?
- Non lo so.. ma hai visto quel mostro d’ombra.. lo ha distrutto con facilità.. perché non ha fatto lo stesso con il mago che ci voleva morti.. come si chiamava.. Pagolo?, dice Ar
- Eravamo troppo lontani per sentire qualcosa, Ar, ma di certo lo ha obbligato a seguirla.. per fortuna che si è dimenticata di noi!
I due si guardano, sorridono per un istante, mentre a poche decine di metri da loro passa un’altra pattuglia di guardie.
Una lieve brezza si alza dal mare, ad oriente, e muove il telo sopra di loro, mentre si allontanano dal porto, un luogo che oramai non è più sicuro.
- Che cosa faremo ora, Gabryk?, domanda Ar, guardando il suo compagno
- Non lo so, Ar, davvero non lo so.. ora torniamo a casa, a pensarci un po’ su.

10.

Salkaner sorride ancora, mentre guarda Kas scomparire dal regno.
Il colpo di Cassandra lo distrugge, ma lui continua a sorridere, a non preoccuparsi delle conseguenze di un simile atto.
Kas distrutto.
Ma Salkaner, a differenza di tutti i presenti in quel vicolo vede chiaramente la fonte del potere del vecchio d’ombra che eseguiva gli ordini del suo signore.
Nascosta sotto la veste di quel vecchio, rannicchiato in un angolo.
Salkaner la vede, ma ovviamente non può dire nulla a Cassandra, perché non capirebbe.
Presto succederà.
Salkaner, e tutti quelli come lui, potranno parlare, e smettere di sorridere.
Prendere il posto che gli spetta nel regno, questo vuole Salkaner.
Poi la magia di Pagolo lo alza, assieme a la sua principessa, anzi, REGINA Cassandra, sopra quel vicolo verso il castello.
Salkaner non riesce a vedere di sotto, bloccato come sempre in quella stupida posizione tra Cassandra e la sua cintura, ma sente le parole di Cassandra rivolte a Keeper, e sente anche la mano di Cassandra, che di nascosto, non vista da nessuno, scivola su di lui, lo accarezza, mentre il castello si fa sempre più vicino.
Se solo sapessero.
Salkaner sa.
Presto loro sapranno.
L’orda si avvicina, Salkaner lo sa, è stato predetto dal suo signore.
Pronta a distruggere tutto, la statua del drago nero, il castello, il regno, tutto.
Ma è solo un rinnovamento, non una distruzione: l’orda.
Salkaner scava nei suo ricordi, guarda sorridendo dentro di se, verso i giorni lontani dell’ultima guerra.
Gli spiriti.
Salkaner vorrebbe smettere di sorridere, ma non può.
Gli spiriti cosa sono per Salkaner?
Un fatto non previsto dal suo signore, ma usato comunque a suo vantaggio.
Salkaner continua a sorridere, anche quando pensa al suo signore, Zod l’immortale.

 

 

Atto VII: Tempi perduti

1.

- Tempi perduti, pensa Lark.
Una stanza illuminata lo riporta alla realtà.
La luce lo ferisce, mentre si guarda attorno, realizza che non è la luce del sole che gli fa male, neppure quella delle lampadine al neon attorno a lui.
No. Quello che ferisce Lark è aver fallito ancora una volta, ed essere stato costretto a fermare due suoi amici: Drokur e Alonzo.
- Ho perso troppo tempo.. Elwood ! Dannazione! Perché non sei dentro come me, a darmi una mano nel fermare il suo piano?, urla Lark, sbattendo il visore contro il muro della stanza nella quale si trova.
Fuori piove.
Mentre Lark piange ancora una volta, anche il cielo gli fa compagnia.
Il caos impazzito si agita come un serpente senza controllo nell’oscurità della notte.
Il cacciatore si avvicina furtivo, calandosi dal tetto, fino ad un millimetro dalla finestra, osserva la stanza.
Raiden non apprezza i modi confusi e da pazzo sanguinario di Saan, o l’incapacità di King Arthur: calma e sangue freddo, questo è il suo credo.
Apre lentamente la finestra, dall’esterno, aiutato da una punta in diamante, mentre con la mano destra si libera dal suo appiglia sul tetto.
La finestra si apre senza allertare Lark, e Raiden entra nella stanza, senza fare il minimo rumore, come da programma.
La finestra si chiude dietro di se, e Raiden raccoglie il visore, si siede sul letto della sua preda, e aspetta che Lark si accorga della sua presenza.
Lark dopo un minuto buono si riprende, alza lo sguardo cercando il visore, convinto del bisogno d’entrare ancora una volta dentro, per cercare di convincerla del suo piano, prima che sia troppo tardi, prima che tutti loro siano perduti.
- Ma dove cavolo è finito…, urla Lark, mentre una bestemmia gli esce di bocca.
- Non devi bestemmiare, Lark.. non è giusto: il tuo visore ce l’ho io, comunque, dice Raiden tranquillo.
Lark con un balzo si allontana dal portatile e scatta verso la sua pistola, ma si accorge che non è più al suo posto.
- Mi deludi.. pensavi che ti avrei lasciato questa?, dice Raiden, mentre si alza, e gli getta la pistola scarica sui piedi
- Cosa vuoi da me?, domanda Lark, colpito dall’atteggiamento dell’intruso
- Chi sei?, lo incalza ancora Lark.
Raiden sorride, e si leva il visore notturno.
Ora ha memorizzato completamente la stanza, ne conosce ogni angolo, anche quelli nascosti: nessuno può sorprenderlo, lì dentro.
- Quante domande, Lark.
- Come fai a sapere il mio nome?, domanda Lark stizzito, mentre chiude il portatile e lo stringe a se e raccatta tutte le sue cose nel vecchio zaino che risale ai tempi della scuola.
- Io so molte cose di te, Daniele, dice Raiden, saggiando attentamente la reazione dell’uomo.
Lark capisce subito chi è il tizio davanti a lui, osservando il suo comportamento, i suo movimenti tesi ad annullare ogni rumore, e quello che sa:
- “Daniele”.. solo lui sa che mi chiamavo così, è uno di loro!, pensa Lark
- Vedo che hai capito, Lark.

2.

Molti anni prima, Lark lo aveva conosciuto solamente tramite web, come un semplice nick, dietro il quale stava nascosto qualcuno.
Gli anni passarono, e Lark, schiacciato dal suo lavoro, non poté più incontrarlo più virtualmente, se non nei rari raduni del gruppo.
Poi un giorno, Elwood e Snogar lo rintracciarono e lo convinsero che il progetto che portavano avanti sarebbe stato veramente grandioso: costruire qualcosa di più che una semplice comunità web.
Un vero e proprio mondo.
Lark non pensò subito alle implicazioni di quelle parole, ed accettò.
Del resto, lui aveva ben poco da fare, se non testare occasionalmente le piccole porte nascoste dentro i quali quelli come lui potevano entrare: Elwood, Snogar e lui, avevano delle porte ben specificate, dalle quali entrare.
Dapprima fu un solo regno, ma poi ne vennero molti altri.
Lark lasciò il lavoro, si trasferì nella nuova Venezia, e cominciò seriamente a connettersi per decine di ore al giorno, ignorando il resto della sua vita.
All’inizio, per Lark, era solo un divertimento, ma ben presto divenne un lavoro a tempo pieno.
Lasciò la fidanzata, inorridita da quello che stava facendo (Lark non la capiva a quei tempi), cancellò ogni visita alla sua famiglia, e dimenticò i suoi amici.
Nei regni era lo spirito guida di un intero regno, una figura invisibile che vagava costantemente in ogni angolo, per risolvere i problemi che si presentavano.
A volte era solamente una piccola incongruenza, come un palazzo in cui la gravità era al contrario, altre volte invece i problemi erano molto più grandi, e con le sue sole forze non riusciva più a seguire tutto.
Molto del suo tempo, ovviamente, lo passava disconnesso, lontano da quel mondo, e poteva vedere come fosse molto meglio di quello reale.
Alla fine, decise di rimanerci connesso per sempre.
Lark non si accorse di quello che lui aveva deciso di fare, con tutti loro.
Di trasformare tutto.
A Lark arrivavano notizie all’esterno opportunamente filtrate, finché non si accorse nemmeno che tutti quelli che un tempo amava lo cercavano, e che qualcun altro, al posto suo, li rassicurava, li faceva sentire tranquilli, agiva al posto suo.
Questo, non solo per Lark, ma per tutti quelli come lui.

3.

Una volta, Lark stava osservando estasiato il castello.
Una struttura stupenda, certo, ma con lievi difetti nel giardino.
Lark quindi si avvicinava a quella struttura e toccandola, la plasmava, come facevano i maghi di quel regno con le loro parole, i loro incantesimi, le loro rune, e tutti gli altri mezzi possibili dati in concessione al concilio.
Nessuno si accorgeva del cambiamento della configurazione, per non creare caos nel mondo.
Così Lark agiva all’insaputa di tutti, di tutti tranne di lui.
Il drago nero non poteva essere cambiato e Lark, in qualche modo, non si chiedeva il perché, finché non successe il peggio.
Un giovane ragazzo, Ionic, stava giocando nei pressi del drago, quando il cielo si oscurò rapidamente.
Lark era lì, ad osservare la scena, come sempre, invisibile a tutti.
Il ragazzo, per ripararsi dalla pioggia, decise di nascondersi sotto le ali della grande statua del drago, ma il drago non fu d’accordo.
Lark non si mosse, ma scoprì poi il perché.
Non perché non voleva, ma perché non poteva.
Il ragazzo morì davanti ai suoi occhi, solamente per essersi messo nel posto sbagliato vicino al drago: quello che successe poi, fu addirittura peggio.
Lark, mentre si avvicinava disperato al ragazzo, pronto a distruggere anche il drago, si dimenticò tutto, e ricordo, come tutti nel mondo, che il ragazzo era semplicemente caduto dopo essersi arrampicato sul drago.
Così come successe questo, così accaddero molti altri fatti, che Lark non ricordò se non in un momento preciso, quando Snogar glieli spiegò.
Nel frattempo, Lark continuò il suo lavoro, dimenticando tutto quello che accadeva attorno a lui, manovrato, come tutti, dall’ideatore di tutto questo.

4.

- Tempi perduti, sussurra Lark.
Raiden lo guarda di sbieco, mentre si avvicina, sorridendo e dicendo:
- Senti Lark.. dimentichiamoci tutto e torna indietro con noi, vuoi? Non sarebbe molto più semplice che continuare a scappare come fa Elwood, inseguito da due pazzi come King e Saan?
Lark sgrana gli occhi.
Tornare indietro, cancellare tutto.
Per una volta, fare la scelta sbagliata, cancellare tutto i tempi perduti che ha ricordato, tornare a quella piccola felicità attorno a lui, come solamente spirito protettore del regno, e non come Daniele..
- Vedo che ci stai pensando.. molto bene: credevo di doverti obbligare con la forza.. che ne dici per ora di darci il portatile che porti con te?
Lark si scuote dal suo torpore.
- NO! Io non lascerò tutti gli altri, Cassandra e Keeper, nelle vostre mani! Li libererò.. loro mi crederanno un giorno o l’altro, crederanno alle mie parole.. e insieme usciranno.. allora si che tutto sarà finito!, urla Lark.
Sente come una forza che gli cresce dentro, anche se non è più uno spirito, mentre lancia con un calcio la sedia contro Raiden, e scappa verso la porta, sbattendola dietro di lui.
Raiden evita all’istante la sedia, sbuffa ed osserva:
- Perché la fai così difficile, Daniele?
Lark corre giù per le scale, lontano da quel mostro senza nome, pensando che quello che rimane della persona che una volta si nascondeva dietro al nick di Raiden è ben poco.
Sente che lo sta inseguendo, aiutato dai suoi impianti potenziati.
Lark non ha avuto il tempo, i soldi, o il cervello per farsi impiantare quegli impianti miracolosi, frutto della nuova tecnologia.
O forse a deciso di non servirsi del lavoro di Giobbe?
- Come vorrei sfuggire al niente… , pensa Lark amaramente.
- Pensieroso, Daniele?, domanda Raiden, sorridente, comparso davanti alla porta d’uscita del palazzo.
Lark si ferma.
Dietro di lui le scale: troppo lento salire di nuovo di sopra.
Davanti a lui Raiden: troppo forte per Lark.
- Ascolta, Daniele.. sono stato paziente, ora, però.. perché non collabori?, domanda Raiden.
- SMETTILA DI CHIAMARMI DANIELE!!, urla Lark, mentre alza un calcio contro di lui, uno di quelli che si vedono nei film di arti marziali di una volta.
Raiden smette si sorridere, para il calcio di Lark, e lo scaraventa a terra, avendo oramai perso la pazienza.

5.

Lark sente un dolore profondo alla testa, come se gli fosse passato un treno sopra la testa.
Si guarda attorno, e scopre subito d’essere legato, sul sedile posteriore di una macchina di lusso, con Raiden che lo guarda soddisfatto.
L’autista ruota la testa per un attimo, forse per girare ad un incrocio e Lark lo riconosce subito: Myzael.
Lark esulta dentro di se, mentre vede la piccola spilla che porta vicino al bavero del cappotto.
Quel simbolo lo identifica come un amico suo e di Elwood, e non un cieco servitore di Raiden.
Lark pone il suo sguardo su Raiden e vede che sta controllando il suo portatile.
- Come volevo… spero che funzioni, pensa Lark: recupererò tutto il tempo perduto..
Raiden osserva con attenzione il contenuto del portatile della sua preda.
I soliti programmi di base, più il programma di connessione: il visore dov’è? Ah si, eccolo..
- Che ne dici, posso provare, Daniele.. oh.. scusa, Lark?
Raiden esprime il suo peggior sorriso malvagio, mentre ordina all’autista di portarsi velocemente fino al punto stabilito.
- Presto lo incontrerai, non ne sei felice?, osserva beffardo Raiden, ridendo dentro di se del bavaglio che impedisce a Lark di parlare.
- Oh, beh.. non ti preoccupare a rispondere.. non serve, dice Raiden.
Lark lo guarda con odio, sperando che si tuffi subito dentro il programma.
Raiden compie gli esatti movimenti che Lark aveva sperato.
Indossa il visore, lo configura ai suoi parametri, lo guarda con disprezzo un’ultima volta (ma Raiden non sa che sarà veramente l’ultima volta che vedrà Lark) e lancia il programma di connessione.
La costellazione viene inizializzata, il segnale parte, ma non è il solito segnale.
La macchina nella quale si trovano si ferma, Myzael scende, apre la porta dietro, ed entra subito, bagnato dalla pioggia che continua a cadere e dice:
- C’è cascato.
Myzael guarda Lark per alcuni istanti, e poi lo libera, e guarda inorridito Raiden.
- Che cosa ne sarà di lui, Lark?
Lark si stringe i polsi un istante, si guarda attorno, guarda negli occhi il suo compagno e dice:
- Rimarrà così finché il suo corpo resisterà, Myzael.
I due guardano Raiden, e lo vedono con la bocca spalancata, come loro un tempo durante la connessione ed i suoi molteplici colori arcobaleno che illuminano gli occhi ed il cervello.
Ma il segnale di connessione non arriverà da nessuna parte. Rimane il un ciclo infinito su quel portatile, per sempre: bloccato come la mente di Raiden.
- Ne abbiamo preso uno, finalmente, dice Lark
- Si, capiremo come fa a renderli così forti e veloci, quali impianti usa, e dove si trova Giobbe, dice Myzael allegro.
- Speriamo di riuscirci prima che prendano Elwood, risponde preoccupato Lark, mentre si porta al posto di guida della macchina e schizza via.

 

 

6.

- Tempi perduti, pensa Elwood
- Quanto dannato tempo ho speso scappando?
Elwood ormai è già nell’entroterra della nuova Venezia, sta guidando una macchina che poche ore prima si trovava nel parcheggio della discoteca di Max.
- Max Power morto!!! Morto, MORTO MORTO ! DANNAZIONE!!!, urla Elwood, spegnendo con rabbia l’autoradio di questa macchina anonima, con il suo padrone.
Elwood inizia piangere sommessamente, mentre rallenta, e la macchina infine si ferma vicino ad una stazione di servizio: rimane lì per alcuni minuti, finché il suo cellulare non suona.
- E’ ancora lui, pensa Elwood.
Elwood guarda il cellulare comprato pochi giorni fa con soldi rubati, in negozio del sud Italia, mentre era alla ricerca degli altri componenti del gruppo: come avrà fatto a rintracciarmi così presto?
La fallita connessione..
Il cellulare continua a suonare.
Elwood lo guarda, si fa serio, e mentre si guarda intorno, preme il pulsante e risponde.
- Elwood.
La sua voce è sempre uguale.. perché non è mai cambiata in tutti questi anni? Che cosa gli è successo per ridurlo così? Per realizzare tutto questo..
- ELWOOD!
- Smettila di urlare, ti sento benissimo, risponde Elwood esasperato. Evidentemente lui non è così calmo..
- Elwood, te lo chiedo un’altra volta: perché?
Elwood sorride debolmente.. già .. perché tutto questo? Forse Snogar avrebbe una risposta.. ma lui, lui, il primo e l’ultimo.. no, lui no …
- Non lo so, risponde sommesso Elwood
- Te lo spiego io: perché non sei stato capace di gestire il progetto come andava fatto, come IO sto facendo, risponde una voce metallica dall’altra parte del cellulare
- Ma cosa stai dicendo! MAX è morto per colpa tua!
- No.
Una parola così semplice.. Elwood ne è sopraffatto per un istante..
- Come sarebbe a dire, no? Saan..
- Saan è impazzito, Elwood, tu l’hai visto, lo sai.
Si, le azioni di Saan lo confermavano, certo.. ma lui.. lui li aveva mandati per catturare Elwood!
- Sei tu che sei impazzito! Saan ha ucciso Max, dannazione e solo perché..
- Dillo il perché Elwood, dillo…
Elwood sa il perché.
Per lui e per il suo portatile che si trova vicino a lui, per il visore, per il programma..
- Per me.
- Non è colpa mia, lo sai: tu stai cercando tutti quelli che sono connessi per distruggere la loro connessione.. ma domandati una cosa. Loro vogliono disconnettersi? Se lo volessero fare lo potrebbero fare anche subito.. no.. loro vogliono restare: sei tu che stai distruggendo le loro vite!
Elwood è scosso, e l’unica cosa che riesce a fare è quella di chiudere la comunicazione.
- Ha ragione? E’ tutta colpa mia quello che è successo.. sono io la causa di tutto? Io gli ho detto di si al progetto, lo creato assieme a lui e Snogar, ho convinto tutti a connettersi, loro credevano in me..
- Non hai più parole, El?
El… Elwood.. l’abbreviativo che usava le prime volte che si erano conosciuti in rete. Questa semplice parola aiutò Elwood molto più di mille altre.
- Vai all’inferno!
Elwood urla tutta la sua disperazione dentro quel cellulare, mentre lo getta del finestrino e non sente, prima che il piccolo marchingegno elettronico vada in frantumi, le ultime parole del suo interlocutore:
- Forse ci sono già…

7.

- Forse ci sono già..
Preme il pulsante per chiudere la comunicazione: Elwood, lo sa, continua a scappare.
La sua figura è anonima, come lui desidera: vestito come un uomo qualsiasi, è il più delle volte trasparente ai suoi nemici, che lo cercano.
Il mondo.
Lui sa cosa è il suo progetto, quello che lui, Elwood e tutti gli altri hanno iniziato molto tempo fa: ne conosce ogni angolo, ogni mossa presente, passata e futura.
Così avevano deciso: qualcuno doveva scrivere la storia, per non generare il caos. Solo con un destino scritto e una serie di attori in grado di cambiarlo, allora si che il loro progetto avrebbe avuto successo. Lui aveva avuto questo compito!
Ma Lark.. con la sua stupida intromissione su quella montagna, aveva quasi mandato in frantumi tutto il suo lavoro. Lui, che aveva accesso al mondo tramite porte a lui sconosciute, come avevano pattuito, molto tempo prima. Fortunatamente Fabiuzzz aveva pensato a limitare i danni.
Per ora.
- Ma che diavolo ha in mente Saan? Ha ucciso Max dannazione!, dice mentre getta il cellulare lontano nella macchina.
Il finestrino interno della limousine si abbassa, e il conducente dice:
- Tutto a posto, capo?
Il suo sguardo è carico di rabbia, ma si sofferma per un attimo sul paesaggio davanti a lui. Si guarda attorno e vede chiaramente come ci sono dei segni di una delle loro macchine. Evidentemente Raiden ha avuto qualche problema, ma quale?
Ci pensa un po’, e poi vede un mozzicone di sigaretta.
Lo raccoglie, e lo guarda per alcuni istanti.. chi fuma quella marca? Perché qualcosa non è al suo posto…
- Dove è Raiden?
Il conducente della limousine scende, lo osserva e dice:
- Capo, avevamo progettato di incontrarci qui con Raiden e Lark, finalmente catturato
Lui si volta di scatto, tenendo sempre nella mano destra il mozzicone e urlando al suo sottoposto, in uno scatto d’ira improvviso e inatteso:
- LO SO PERFETTAMENTE VITTEK! Stai zitto.. devo pensare…
Guarda ancora il mozzicone, dimenticandosi di Vittek, di Raiden e di Lark.. perfino di Elwood e di tutto il resto.
Il mozzicone… chi fumava ancora dopo il decreto di cinque anni fa.. chi poteva permettersi di fumare con i costi delle sigarette così alti? Solo persone con un reddito molto alto.. gente che lui stesso provvedeva a pagare.
Myzael.
Ecco il tassello mancante.
- Chiamami Joliet Jake Blues.. digli che deve trovarmi Myzael, chiaro Vittek?
Vittek annuisce, mentre fa entrare in macchina il suo capo e si allontanano da Nuova Venezia.

8.

L’autostrada è veloce come sempre.
Vittek, preciso e attento, schiva con facilità le altre macchine che cieche continuano nella loro corsa senza senso.
Il suo capo, dietro, sta guardando il panorama e parlottando tra di se e se:
- Gli americani.. il prototipo funziona.. l’affare sarà fatto entro breve..
Vittek non capisce, ma quei due occhi azzurri e verdi del suo capo, quando lo scoprono ad osservarlo, gli fanno subito abbassare lo sguardo.
Terribili.
Max Power è morto, ovviamente Vittek lo sa: come Max, anche lui un tempo era connesso, ma non si era accontentato di una piccola parte in un grande piano. Per questo aveva chiesto ed ottenuto, da Elwood e Snogar, di aiutare tutti quelli che erano connessi.
- La cosa però mi è sfuggita di mano, dannazione, pensa Vittek amaramente.
I primi tempi, non faceva altro che controllare il sistema dall’esterno, pubblicizzarlo sulla rete, e poche altre cose. La sua vita scorreva tranquilla, nonostante i grandi profitti di quel mondo, lui, Vittek, guadagnava poco.
- Maledetta avidità…
Un giorno andò nell’ufficio del suo capo, e deciso a farsi dare un aumento, trovò tutto vuoto, con solo lui: senza Elwood, senza Snogar, senza nessuno degli altri a capo del progetto.
Vittek pensò che sarebbe stato più facile avere un aumento, e incredibilmente alla sua uscita si trovò con una nuova mensilità e con altri piccoli compiti.
Piccoli ma amari.
Alcuni utenti avevano deciso di rimanere connessi per molto tempo, forse per sempre, e visto che non potevano più vedere i loro cari, qualcuno li doveva rassicurare, consolare.
Vittek.
Ovviamente, tutto questo gli sembrò giusto e logico, anche cominciare a mentire sulla loro sorte, per quelle famiglie che non capivano la scelta di quegli utenti.
- Vai a nord.. voglio tornare a casa per un po’.
La voce, fredda, metallica per via dell’altoparlante del suo capo ordina e subito Vittek ubbidisce.
- Ma quanto tempo ho perso ancora? Ora sono il suo autista, ho uno stipendio favoloso.. ma ho mentito e.. gli occhi di Saan.., pensa Vittek.
Gli occhi si Saan. Pazzo, completamente. Tutti gli impianti costruiti da Giobbe per lui gli hanno tolto la sua umanità, e lo hanno reso un mostro.
La macchina continua a correre, ora verso nord, verso un luogo pieno di montagne splendide.

9.

- E’ solo una perdita di tempo, ti dico…
- No, Joliet Jake Blues.. lui vuole che tu trovi Myzael, e con lui anche Lark, capito, dice Vittek, osservando la faccia del cacciatore attraverso il videofono.
- Bah, se lo dice lui… saranno ancora a Venezia? Che basi ho per trovarlo?, ribatte Joliet, dubbioso.
- Arrangiati.. o forse vuoi deluderlo come stanno facendo Saan e King?, osserva sprezzante Vittek.
Joliet rabbrividisce istintivamente al solo nominare Saan, e chiude la comunicazione: quell’approfittatore e nullafacente di Vittek lo mandava in bestia.
- Ma anche tu Vittek lo sai.. sai che cosa abbiamo passato, bastardo.. goditi i tuoi soldi!.
Joliet urla al monitor spento del videofono, sospira, si mette le mani nei lunghi capelli chiari e dopo aver presto le sue armi, esce, assaporando l’aria pulita e le acque limpide della Nuova Venezia.
I canali di sempre, i gondolieri con le loro gondole, i turisti: tutto uguale, ma pulito, in ordine, senza il minimo accenno a qualche marea pronta a spazzar via la città ed i suoi monumenti.
Joliet comincia muovendosi nei vicoli e nei canali più bui, facendo domande qua e là, tastando il terreno, e domandandosi dove si può nascondere una limousine di così grande valore, finché non scopre che è stata trovata abbandonata vicino al ponte che collega la città con l’entroterra.
- Forse non è tutto tempo perso…, pensa Joliet.
La macchina ovviamente è stata già ripulita di ogni sorta d’oggetto di valore, Joliet non si aspettava nulla di diverso, ma quello che lo preoccupa è che Myzeal e Lark, se sono veramente loro ad aver usato quella macchina, non hanno lasciato nessun traccia.
- Ed ora come faccio.., mormora Joliet tra se e sé, osservando il luogo dove è stata lasciata la macchina: un parcheggio come tanti altri, nessun casa attorno, quindi nessuno che possa anche lontanamente aver visto qualcosa.
Poi, un rumore di alcune lattine spostate attira l’attenzione di Joliet. Il suo esoscheletro lo porta in un istante con un prodigioso balzo in quel punto ed un semplice barbone lo guarda terrorizzato.
- Un barbone.. vattene..
L’uomo però terrorizzato, sembra non muoversi, e Joliet lo osserva con attenzione, usando tutti gli impianti a sua disposizione.
Questo permette ai suoi assalitori un unico istante nel quale provare a fermarlo: proprio quando tutta la sua concentrazione ed i suoi strumenti sono focalizzati sull’esca.
Da dentro un cassonetto dell’immondizia un impulso EMP parte fulmineo ed invisibile verso Joliet ed il suo esoscheletro, bloccando tutti i suoi impianti per trecento millisecondi.
Le nanomacchine progettate da Giobbe si mettono subito al lavoro e in cento millisecondi gli impianti visivi sono già in funzione.
Joliet è disteso ed il barbone è sopra di lui.
Cento millisecondi dopo il barbone ha già in mano uno strano oggetto, di forma circolare che stringe come si fosse un frisbee con un buco all’interno. Il barbone è chiaramente Lark.
Quel che resta del tempo di Joliet e del suo impianto, è solamente un buio privo di ogni rumore, emozione, senso.

10.

- Lo abbiamo preso, finalmente!, esulta Myzael.
Lark lo guarda sorridendo, ma sa che non è finita. Hanno bloccato i suoi impianti, e per ora, per ora… è inattivo. Come aver spento la televisione: solo che le nanomacchine di Giobbe, progettate troppo bene per fallire, presto troveranno il modo per bloccare il flusso costante del generatore EMP, appoggiato sul tavolo della stanza, in quello spoglio motel a molti chilometri di distanza da Nuova Venezia.
Il corpo di Joliet è praticamente fuso con le nanomacchine ed i loro impianti e, anche se essendo una parte fondamentale del suo corpo, come un nuovo organo che gli pervade il corpo, all’esterno non sembrano neppure esistere.
- Cosa c’è, Lark? Perché quella faccia?, domanda Myzael, mentre si cambia e si accende una sigaretta.
- Ci sono cascati troppo facilmente: le sigarette erano una traccia troppo visibile, non hanno neppure sentito puzza dell’inganno.. Eppure lui ha mandato qui Joliet., dice Lark
- Ci sottovaluta, ti dico.. non si aspettava che io, bravo e fedele servitore, lo tradissi.. dai è così!
Myzael batte sul petto di Joliet, ma il corpo dell’uomo, un tempo amico, non è altro un freddo oggetto senza anima, mentre le sue nanomacchine continuano a combattere contro il generatore.
Lark scrolla la testa.
L’intrusione nel mondo, programmata alla perfezione, per farsi individuare da Raiden e catturarlo, e usandolo come esca, arrivare fino ad un altro cacciatore: tutto studiato a tavolino da Snogar.. ma non abbastanza, pensa Lark.. non abbastanza per fregarlo.
- C’è qualcosa che non mi torna: perché non ti ha controllato così strettamente in questi ultimi tempi? Perché mi hai detto che hai sentito tanta agitazione nei suoi ordini? No.. qualcosa lo preoccupa.. ne sono certo. Saan, forse.. o Elwood ed il suo portatile.. o forse la mia intrusione nel mondo.
- Ma che dici.., Lark.. dai..
- Io c’ero quasi riuscito a convincerli, non lo capisci? Cassandra e Keeper.. loro mi hanno quasi creduto.. ma Fabiuzzz ha fatto qualcosa a Cassandra.. l’ho sentito chiaramente!, dice Lark a Myzael.
Myzael smette di sorridere, osserva preoccupato Lark, il generatore ed il corpo sopito di Joliet.
Pensa a Raiden, chiuso nella stanza accanto, perso in un ciclo infinito.
Smette di sorridere, spegne la sigaretta e dice, cercando di essere il più possibile convincente:
- Lark. Tu hai fatto tutto il possibile. Loro sono dentro da troppo tempo.. ci sei stato dentro anche tu! E’ come una droga: più ne prendi, più ne vorresti. Devi tornare dentro, e portare con te loro due e me.
Lark osserva il compagno, pensa alle implicazioni di tutto questo e, continuando a guardare verso Joliet, dice:
- Non abbiamo perso del tempo allora! Prepara tutto: entriamo appena siamo pronti.

 

Atto VIII: L’araldo di Zod

1.

Cassandra guarda con attenzione il castello.
La sua casa, un tempo. Per tutto il regno il segno tangibile del potere della sua famiglia, un potere che affonda nel tempo di quella terra. Il regno di Doughermoulth.
Ma dove arriva quel potere?
Cassandra sente chiaramente che dentro di se qualcosa è cambiato: il potere che ha manifestato per un istante il giorno della festa ora è qualcosa che conosce da troppo tempo. E’ come avesse sempre fatto parte di lei, e solo ora ne è conscia. Solo ora.
Cassandra guarda Pagolo, il mago delle rune, che ubbidiente ha prontamente eseguito il suo ordine: una persona strana, persa dentro i pensieri. Cassandra lo osserva per alcuni istanti, mentre sicuramente si starà dibattendo pensando “è lei la vera principessa?”
L’orda.
La principessa, o meglio, regina, osserva il suo reggente, Keeper, la fenice bianca. Invincibile in battaglia, spietato con i nemici del regno: soggiogato dalla burocrazia e dai poteri dei maghi: non su di lui, ma su tutto il popolo. Keeper, immune alla magia grazie alla sua spada dorata.
Keeper guarda Cassandra diritto negli occhi e poi osserva la città che in pochi istanti scompare e rimane attorno a lui solamente il castello.
- Ho fallito, pensa amaramente
Il reggente pensa ad una notte di molti anni prima, con l’inseparabile amico-principe Vegeta.
- Cosa avresti fatto se non fosse stato tuo il compito di governare il regno?, gli chiese Keeper.
Keeper si ricorda ancora il suo sguardo intenso, sicuro, mentre arriva la sua risposta:
- Studiare.
Keeper sorride leggermente, e nota l’espressione sorpresa di Cassandra.
- Studiare.
In quei giorni lontani, una risposta del genere l’aveva colpito, diciamo distrutto il suo mondo. Keeper ricorda ancora chiaramente le mille discussioni su quella semplice parole: lui, il futuro reggente, che amava le donne, l’avventura, al servizio di un principe studioso?
- Se solo ne avesse avuto il tempo.., sussurra Keeper
- Che c’è?, gli chiede Cassandra?
- Nulla, mia regina.
Mia regina. Un ribollire senza nome si muove dentro Keeper. Quelle parole: ad un'altra persona, stretta tra le sue braccia, molto tempo prima.
Silvia.
Il tempo dei ricordi è finito.
La sala del consiglio è davanti a loro: Demogorgon e Violante, le due enormi statue che nascondono dentro di loro due spiriti intrappolati dai maghi, li guardano con il loro aspetto mostruoso.
- Cosa direbbe adesso, Alonzo, se fosse qui?, pensa Keeper, mentre intravede alcune figure vicino al trono.

2.

- Non salutate la vostra regina?, urla Cassandra rivolta alle persone dalla parte opposta della sala del consiglio.
Ovviamente Keeper, Pagolo e Cassandra non sono passati inosservati, di questo lei è certa: nella grande sala circolare, sono riuniti tutti i maghi, che rappresentano tutte le caste della magia del regno. Ma qualcuno è seduto sul trono.
Keeper alza lo sguardo, stringendo l’impugnatura della sua spada, la sua unica difesa, mentre vede che Pagolo ha già provveduto a tracciare un cerchio attorno a loro, in silenzio.
Lui sa quale pericolo corrono.
- Non saluti tua cugina?
La voce che proviene dal trono è giovane, Keeper la sente subito e si stupisce che non sia di Arjuna, il primo mago.
Lilith.
- Con quale tono ti rivolgi così a me, cugina? Scendi subito dal trono che fu di mio padre. Non siete dunque impazienti per il ritorno della vostra regina?, dice Cassandra.
Odio, impazienza, orgoglio, tutto si mescola nella frase di Cassandra.
Lilith si agita sul trono, stringendolo con le mani: Keeper vede chiaramente che si sente minacciata: evidentemente sa di cosa è capace sua cugina.
Keeper guarda preoccupato la sua “bambina” mentre avanza, si muove fino al trono, lasciando il cerchio tracciato da Pagolo.
Pagolo guarda preoccupato Keeper, e gli fa cenno indicando le guardie che sono arrivate dietro di loro.
- Come se non lo sapessi.. ma sono i maghi che mi preoccupano.. pensa l’ex reggente.
Lilith si alza dal trono, e tutti i maghi la imitano: è evidente come ci sai molta tensione nell’aria. Pagolo si guarda attorno, frustrato di poter fare ben poco. Sapendo che il pericolo più grande, l’orda, sta distruggendo il suo paese, il suo popolo, e nessuno fa niente.
- Ovviamente siamo molto contenti di rivederti, principessa Cassandra, ma le cose sono cambiate, dalla tua partenza.. , dice con calma Lilith, per poi continuare:
-.. l’orda ha obbligato il consiglio ad istituire una nuova guida, dopo la scomparsa del primo mago Arjuna. Io. Nella legittima successione al trono di Doughermoulth, o mi sbaglio?
Lilith ride leggermente, nascondendo il suo visto dietro la sua mano, per poi continuare, sedendosi:
- Il regno ed il consiglio vogliono così. Per il bene di tutti, quindi, sono felice di rivederti qui.
Cassandra sta per esplodere.
Regno? Legittima successione? Consiglio?
No.
- Loro non sanno di cosa sono capace, pensa Pagolo, tremando dentro di se.

3.

Fabiuzzz osserva la scena nascosto dietro Violante, la mostruosa statua dello “spirito”. Cassandra ha sviluppato tutti i suoi poteri, finalmente, come era stato deciso.
Perfetto.
- E’ bastato quel blocco per fare in modo che non credesse a Lark, perfetto…, pensa Fabiuzzz
Si muove velocemente, mescolandosi nella folla, sentendo i commenti di quei maghi:
- La regina è tornata, Cassandra! La fenice bianca è con lei.. ma il profeta aveva detto che loro sarebbero morti.. cosa vuol dire? Dov’è finito Alonzo?
Domande, domande..
Fabiuzzz le sente, le ignora. Tutto ha il suo tempo.
Ora lui è lì, invisibile.
Così è stato deciso: nessuno può vederlo, neppure mentre si avvicina a Cassandra, controlla il suo corpo, la sua anima.
Tutto a posto.
Lo stesso vale per Keeper e Pagolo.
La storia continua nel suo giusto binario, nonostante l’intrusione di Lark.
Cassandra si avvicina al trono, ma prontamente delle guardie si muovono a difesa della nuova regina, Lilith. Cassandra è furente, ma non può ancora esplodere.
Fabiuzzz lo sa.
Accarezza Salkaner, lo stringe a se, gli promette che finalmente tutti i servitori di Zod, l’immortale, sono liberi. Per sempre.
L’orda verrà cancellata, come è stato deciso, dall’armata invincibile degli immobili.
Nonostante gli sforzi dell’imperatore Alex, e di tutti i suoi servitori, Pkrcel su tutti: Fabiuzzz si guarda attorno.. dov’è finita la sciabola destra dell’orda?
- Ah, eccolo.. perfettamente in orario.
Pkrcel è camuffato da mago: ingegnoso.
La storia ha bisogno di ingegno. Non deve essere mai banale. Per questo, oltre a quanto è stato deciso, che succederà, c’è uno spazio di memoria. Altrimenti perché Fabiuzzz sarebbe lì?
Pkrcel.
Astuto, veloce, rapido.
Con un solo compito: uccidere la regina Cassandra.
Cosa farà adesso, che ci sono dure regine per un solo regno? Interverrà per ucciderle entrambe, o aspetterà che si distruggano a vicenda?
- Sarà interessante, nonostante tutto quello che so, pensa il profeta
Fabiuzzz guarda la sua ferita.
- Maledetto, Lark, MALEDETTO!, dice a bassa voce.
Alcuni maghi si voltano nella sua direzione, ma non lo possono vedere: ancora no.
Pkrcel approfittando del movimento tra i maghi per i pochi passi di Cassandra, si avvicina anche lui al suo bersaglio: bersaglio che ora si è duplicato.
Fabiuzzz guarda ancora Salkaner, e osserva fuori dalla finestra della sala del trono, aspettando di vedere con i suoi occhi il risveglio di Zod, l’immortale, il suo signore.

4.

- Intendi forse opporti alla decisione del consiglio, Cassandra?, dice Lilith, di nuovo in piedi.
Keeper osserva Cassandra e si porta vicino a lei. Sa che i maghi non osano nulla, finché lui stringe la sua spada dorata a se: tutta la magia attorno a lui è annullata: ma cosa c’è che non va?
Keeper sente una strana sensazione, che ha sentito, percepito, quando quei due rivoluzionari amici di Cassandra non l’avevano quasi ucciso.
Sono forse presenti anche loro nella sala del consiglio?
Possibile? Dove sono scomparsi… dopo quello che è successo a Badrel, quel ragazzo? Keeper ricorda di averli visti con la coda dell’occhio scomparire dalla sua vista, in mezzo ai vicoli, mentre Cassandra scatenava il suo immenso e inaspettato potere.
Cassandra.
Ecco cosa c’è che non va. Lilith non l’ha chiamata ne principessa, ne regina, ne cugina.
Cassandra sorride: indica con un ampio gesto tutta la sala, tutti i maghi presenti e poi si rivolge a Pagolo:
- Digli chi sono, forza, mago della casta delle rune
Pagolo è confuso: improvvisamente tutta l’attenzione della sala, perfino delle due enormi statue sembrano su di lui. Salkaner stesso sorride e lo guarda, assieme a Cassandra.
- E’ la nostra vera regina: non è un trucco dell’orda e del loro malvagio imperatore. Lei è VERAMENTE Cassandra. Ed é… é…
Pagolo ricorda il terrore dentro di se, nel vedere Cassandra mentre.. mentre.. distrugge in quel vicolo..
- DILLO!, urla Cassandra
Keeper trattiene il fiato.
- Lei è la strega.
La sala è un caos in un istante.
Lilith si guarda attorno incredula, mentre le urla dei maghi del concilio delle caste si riversano su di lei:
- Uccidila! Distruggerà il regno ! .. non è possibile!! Le figlie della famiglia reale non hanno il dono della magia!! .. eresia!! … è blasfema.. il mago è stato corrotto dal potere dell’orda!! .. è un altro trucco…!
Ma nessuno si muove.
- Un trucco dite? Questo *è* un trucco?, dice Cassandra, mentre alza le mani e distrugge la parete est della sala.
Un attimo prima era al suo posto e poi è diventata un singolo mucchietto di polvere.
Il grande oceano ad oriente è lì, come è visibile l’insieme di edifici che formano la capitale del regno.
I maghi sono bloccati dalla paura: tutti conoscono la leggenda della strega.

5.

Solo una generazione prima.
Gli spiriti, la guerra il caos. Il regno distrutto da forze malvagie pronte a tutto.
Una sola speranza: il concilio dei maghi, il loro potere.
Lunghi studi, viaggi, cercando di rallentare gli spiriti: la spada che non può nulla contro queste entità. Solo la magia.
Il giovane re Vegeta pronto a tutto pur di salvare il suo regno aveva stretto un patto, vendendo quello che di più caro aveva.
Sua moglie, la regina Silvia.
Una leggenda narrava che uno spirito, intrappolato nel regno, aveva la facoltà di donare ad una donna di stirpe reale un enorme potere, in cambio però del controllo su quella donna.
Vegeta scelse di sacrificare la vita di sua moglie per indicare ai maghi del concilio la strada per fermare gli spiriti e salvare il regno.
Le battaglie con queste entità furono grandiose, mortali a volte per i maghi che vi parteciparono, come Master Souze, il maestro di Alonzo. Ma infine i maghi trionfarono e riuscirono perfino a tenere in vita due spiriti ed imprigionarli dentro le due state nella sala del concilio.
Zod aveva mantenuto la parte del suo patto, conosciuto solo da Vegeta e da pochi altri maghi: ora toccava a loro mantenere il patto.
Ma Vegeta vedeva che cosa era diventata la sua regina: un automa nelle mani di un mostro forse più grande degli stessi spiriti. Come poteva Cassandra, in quel tempo ancora infante, vedere un giorno un simile mostro attorno a se?
Vegeta ruppe il patto.
Zod ed i suoi servitori, si bloccarono e si trasformarono in varie forme, ad opera dei maghi del concilio.
Silvia venne uccisa ed il suo cadavere distrutto, per cercare di cancella ogni traccia del patto tra Zod e Vegeta.
Ma il ricordo di una simile brutalità non svanì mai.
Zod se ne servì per alimentare la sua rinascita, attraverso una nuova strega.
I maghi avevano davanti a se la nuova strega.
L’araldo di Zod.

 

 

6.

Pkrcel è stupefatto.
Da quando Cassandra possiede dei simili poteri? No.. è un fatto inaspettato.. incredibile: nessuno poteva prevedere questo.. tutti i maghi del concilio, sui acerrimi e temibili nemici tremavano davanti a quella ragazzina? Appena una piccola donna riesce a fare questo?
Che cosa può l’orda contro di lei?
Pkrcel sta per cedere, ma sente come un bisbiglio, vicino a se:
- Migliora continuamente
La sciabola destra dell’orda si guarda attorno, in cerca di qualcuno. Ma tutti sono concentrati sulla scena stupefacente, aspettando trepidanti la scelta dei capi delle caste, i quali a loro volta aspettano una scelta da parte della regina.
- In quale pericolo mi sono messo? .. l’imperatore Alex deve essere informato, pensa Pkrcel velocemente.
No. “Migliora continuamente”. Ma certo! E’ ancora alla mia portata.. lei può essere uccisa per sempre.. se solo potessi coglierla di sorpresa.
Pkrcel si dimentica della paura, di avvertire l’orda dell’arrivo di un simile nemico, e comincia ad avvicinarsi, con cautela, alla sua preda.
Cassandra, la strega.
Fabiuzzz vicino a lui esulta.
- Pkrcel sembrava esitare.. non è da lui! Ma è bastato un piccolo suggerimento per rimetterlo in sesto. Si poteva muovere in ogni direzione, e voleva scappare? Incredibile, pensa Fabiuzzz, mentre si porta vicino alla principessa Lilith.
Ora è il suo momento di entrare in scena.
- Volete forse opporvi a me, la vostra LEGITTIMA regina?, la domanda di Cassandra è pesante, inequivocabile.
Molti dei maghi più giovani si inginocchiano, mentre Keeper lentamente si riprende, e colpisce leggermente Pagolo, intontito come tutti i presenti.
Il pericolo, crede Keeper, è forse passato, ma non devono comunque abbassare la guardia: Cassandra è sempre in pericolo!
Pagolo annuisce, comprende le intenzioni di Keeper ed inizia a darsi da fare: traccia disegni attorno a loro, rune magiche di protezione, attento però a non entrare nel campo visivo della strega.
Conosce la leggenda e non vuole essere distrutto.
Lilith è stupefatta.
- Tu non sei Cassandra! Sei uno spirito!
Si guarda attorno, la regina, ed ordina
- Uccidetela! Uccidetela! Cosa fate, vi inchinate di fronte ai nostri nemici?
Le parole di Lilith si perdono nel vuoto.
Nessuno l’ascolta, come sempre sua cugina comanda.
Ma lei ha deciso di uscire dalla sua ombra, per sempre.. Lilith ha deciso molto tempo fa di diventare una persona indipendente, slegata da sua cugina.
- Lo sai che puoi farlo…, le sussurra Fabiuzzz.
Lilith sobbalza, ma le sue parole le danno forza.
Come ha fatto a dimenticarsi del suo potere sul concilio? Solo il re o la regina lo avevano, altrimenti come potevano tenere in pugno tutti i maghi del regno?
Lei, la regina Lilith, aveva quel potere.
- Kilas Jino Lyuot! La falsa Cassandra!
Lilith stringe un medaglione mentre pronuncia queste parole e Cassandra lo riconosce: apparteneva a sua madre.. era nel tesoro di famiglia!
Fabiuzzz sorride, mentre Pagolo sussurra:
- La furia dei maghi…

7.

Pagolo non vede più nulla.
Buio.
Poi è solo sangue attorno a se: sangue ed un unico grande mostro dove prima si trovava Cassandra, la vera regina, la strega.
Da qualche parte, dentro di se, vicino a quel piccolo mago delle rune che sta ancora tremando nel vicolo, ci trova la consapevolezza che quel mostro è Cassandra: lei gli aveva ordinato di proteggerla.
La furia dei maghi.
Un oggetto dimenticato, nascosto, che per qualche motivo Lilith aveva con se: trasforma un mago in una macchina di distruzione, indirizzata contro un bersaglio.
Un mago.. ma tutti i maghi del concilio!
Pagolo dimentica tutto questo, mentre vede chiaramente che Keeper si pone a difesa di quel mostro gigantesco, e dice parole per il mago distanti come le stelle:
- Fermo!! Che fai…
- Che faccio?, si domanda Pagolo.
Una vita passata al servizio della magia, del regno prima di ogni altra cosa.
La sua casta, la più complessa. Non come quella delle parole.
Simboli, disegni, rune: complesse, magiche, potenti, che riescono a sconfiggere, proteggere, distruggere.
Vede i suoi compagni maghi, accecati come lui dalla furia, che scaricano la loro forza sul mostro.
Pagolo continua, sicuro sulla sua strada: corre attorno al mostro e a Keeper, oramai identificato come aiutante del mostro, e traccia un cerchio.
Pianta il suo bastone, traccia il simbolo in aria.
Tutto in silenzio: non una parola per il suo rito.
Solo simboli.
La magia si scatena.
Tutte le magie si scatenano.
Il mostro viene avvolto da una apocalisse magica che distrugge tutto il palazzo.

8.

Keeper come può si avvicina a Cassandra, intenta nell’usare i suoi poteri contro i maghi ed il loro assalto: il castello velocemente cade a pezzi, sotto il peso del potere di tutti i maghi del regno.
Tutto sprofonda in un caos tremendo, ma Keeper stringe ancora se la sua spada dorata e la piccola Cassandra.
Le macerie scivolano attorno a loro, mentre vede la follia negli occhi di Pagolo, di tutti i maghi attorno a se, mentre li vede sprofondare e morire nelle macerie del castello, che si abbattono come un’onda sugli edifici vicini.
Il concilio non esiste più.
- Dovrei esserne felice, prima di lasciare questo mondo?, pensa Keeper.
Improvvisamente gli ritornano alla mente le ultime parole con Alonzo, su quella maledetta nave, prima dell’onda. Forse Keeper si è veramente sbagliato a giudicare Alonzo? I maghi, tutti, meritavano una fine così mostruosa?
- Forse lui no?, pensa amaramente Keeper.
Prima di sentire la sua vita scivolare via, Keeper pensa sorridendo che prima di morire non pensa a se, ma ai suoi nemici.
Curioso.
Ma mentre tutto il castello crolla, sotto il peso di una somma di magie immensa, vede qualcuno saltare fuori dalla finestra. Delle ali si aprono sulla sua schiena. Una sciabola illumina il suo fianco: chi è?
Anche lo sconosciuto lo guarda e sembra terrorizzato da quello che vede.
Perché lui e Cassandra non stanno cadendo?
Keeper realizza che stanno galleggiando in aria, assieme ad un’altra persona.
- Siamo salvi?, domanda Keeper.
Cassandra gli sorride e gli risponde:
- Mi servi ancora, lo sai vero? Tu e la tua spada. Guarda chi c’è qui!
Keeper guarda, chiedendosi come fa la magia di Cassandra a rimanere attiva su di lui, mentre ha con se la sua spada dorata.
Lilith.
Keeper guarda preoccupato Cassandra e gli chiede:
- Che cosa intendi fare?
- Prendermi quello che mi spetta, ovviamente, gli risponde secca Cassandra.
Lilith si fa forza e gli risponde:
- Vuoi dunque la mia morte, cugina?
Cugina.. curioso, pensa Keeper.. ora sembra di nuovo la Lilith che conoscevo…
Cassandra sorride, mentre alza la mano sinistra, e una sfera di fuoco inizia a fiammeggiare vicino a lei.

9.

La furia dei maghi.
Lilith osserva disperata le macerie che stanno ancora crollando del castello: tutto distrutto! La sua camera, la camera di Cassandra, il grande salone, il trono, TUTTO!
Tutti i maghi morti? Non è possibile.. per colpa sua!!
- E’ colpa tua!! Hai condannato il nostro regno! L’orda ci distruggerà… sempre che tu non riuscirai a distruggerci tutti molto prima!
Cassandra sembra colpita, Keeper lo vede chiaramente.
Ma da cosa? Cosa è riuscito a penetrare la corazza che è stata innalzata poche ore prima in quel vicolo, quando ha visto scomparire quel Badrel?
- No.. il mio regno andrà avanti! Hai capito! E’ colpa tua se hai usato la furia dei maghi!
- Tu sei un mostro Cassandra, non te ne accorgi? Cosa ne sai di quello che abbiamo passato mentre voi eravate via? Cosa ne sai di come si deve comportare la regina? Non pensavi altro che a qualche sempliciotto del popolo, invece che curarti dei tuoi doveri!
Lilith butta fuori tutto d’un fiato.
Cassandra è colpita. Keeper pensa che forse la sua bambina (perché pensa a lei ancora in questi termini? Vegeta.. guarda cosa fa la tua bambina!) è invincibile ad ogni arma magica o non, ma non alle parole di chi la conosce veramente.
La magia di Cassandra si indebolisce progressivamente.
Dolcemente Keeper, Cassandra e Lilith finiscono nella piazza della capitale, con la statua del grande drago nero che li osserva come sempre ha fatto da quando loro sono in vita.
Keeper mette via la spada.
Non serve più.
Il castello è distrutto, tutti i maghi del concilio, sono morti.
Il regno è veramente finito.. ma non per colpa di Cassandra! E’ stata Lilith! E’ lei la causa di tutto questo?
Keeper guarda Cassandra, gli sfiora i capelli, e vede la sua bambina, non la strega che è in lei.
- Patetico.
Keeper conosce questa voce: Fabiuzzz.

10.

Cassandra sente delle parole lontane, eppure vicine.
Vede ancora una volta, per la miliardesima volta, l’espressione di Badrel, mentre viene inglobato da quel mostro: sembra che stesse ascoltando qualcuno, ma chi?
Cassandra non capisce. Si guarda attorno, e vede quello che è successo.
Realizza, comprende che il regno è distrutto.
Tutti i maghi del concilio sono stati travolti dalla loro stessa furia: chi difenderà il regno ora?
Prova a muovere la testa verso Lilith, che sembra come rapita da qualcosa dietro di lei.
- Perché cugina.. perché tutto questo?, pensa Cassandra.
Fabiuzzz.
Cassandra lo vede.
Sente che è li con loro.
Dove è stato finora? Cosa è successo al primo mago Arjuna?
Cassandra scivola ancora indietro, verso un mondo lontano, e sente l’eco delle sue stesse parole:
- TU! La pagherai.. per tutto quello che ci hai fatto.
Cassandra vede le sue mani che sia alzano, sente il potere scorrerle nel corpo, sente l’estasi di poter fare qualsiasi cosa: non è forse questo che sognava da bambina? Poter decidere per tutti..
Fabiuzzz sorride.
Perché?
Keeper gli sferra un colpo con la spada.
Lilith è immobile.
Le macerie.
I maghi morti: Alonzo morto, Pagolo morto. Il primo mago, morto.
Badrel morto.
Perché?
Cassandra sente che qualcun altro le alza le gambe, e si gira.
Perché ha smesso di attaccare Fabiuzzz?
Cassandra vede finalmente.
Zod: é sempre stato in mezzo a loro. Lui sapeva che questo sarebbe successo, e Cassandra comprende qual è la sua strada.
Salire sulla schiena di Zod, e andare a distruggere l’orda.
Zod, l’enorme drago nero, che come tutti gli immobili ha preso vita, ancora una volta.
- Andiamo, Cassandra
Cassandra guarda, e vede che Salkaner si è mosso, ha parlato, ha smesso di sorriderle.
Il suo sguardo è serio, profondo, la sua voce contrasta nettamente con il suo aspetto: rauca, quasi da vecchio.
- Dove andiamo?, chiede Cassandra con timore
- Tu sei l’araldo, andiamo a fare la volontà del nostro signore, Zod.

 

Atto IX: Le sciabole cadute

1.

Il drago con un semplice movimento, nel contempo elegante e veloce, scompare alla vista dei presenti, nelle nuvole sopra Doughermoulth.
Passano alcuni istanti, e alcune delle macerie iniziano a muoversi: iniziano a sfrecciare verso il cielo delle piccole figure, simili a Salkaner. I bambolotti reali, servitori di Zod ed intrappolati in quella forma a causa del tradimento di Vegeta.. alla rottura del patto.
Poi anche dalle case della capitale, come da tutto il regno, ogni statua, ogni figura un tempo immobile sale in cielo, a formare l’esercito degli immobili.
Seguendo il loro signore, Zod, il drago nero, ed il suo araldo, Cassandra.
La gente comune della capitale, così come di ogni villaggio del regno, di ogni altra città, osserva stupefatta la scena, ma neppure troppo stupefatta.
In fondo Doughermoulth è un regno governato da un concilio di maghi, e quindi simili stranezze non sono così impossibili. Il popolo non conosce che cosa sta succedendo realmente, ma capisce, nel profondo, l’obbiettivo.
L’orda.
Alcune persone scendono nelle strade di città lontane, gridando di fare attenzione all’orda, che finalmente i maghi hanno scatenato la loro più grande arma contro di loro! La magia di Doughermoulth!
Immediatamente, gli stranieri dell’orda non comprendono.
Passano alcuni giorni, per loro, durante i quali i servitori dell’orda iniziano a scomparire: prima alcuni soldati in un villaggio sperduto, poi via sempre di più: intere guarnigioni, una intera divisione, un’intera armata! Tutti scompaiono, uccisi dalla furia degli immobili e del loro araldo.
In breve tempo sulla grande carta di Doughermoulth che è appesa vicino al trono dell’imperatore Alex, compaiono i segni di questo grande attacco, che nessuno riesce neppure a bloccare per qualche giorno o ora.
L’imperatore è furioso: come può il suo gigantesco esercito, l’orda, arrendersi contro un gruppo così piccolo di nemici?
Ma un suo servitore, prudentemente, fa notare come gli attacchi siano partiti dalla capitale, e si dirigano verso un punto ben preciso.
L’imperatore Alex, furioso, impone la parola al suo servitore.
La sua risposta è semplice:
- Si dirigono contro di noi, e contro il nostro imperatore!

2.

Pkrcel sta cavalcando veloce come un fulmine.
Seguire le tracce lasciate dal Zod e dal suo esercito è molto facile: una enorme striscia nera che distrugge ogni cosa si trovi sul suo cammino.
Pkrcel è terrorizzato, ma sente che qualcosa di ancora peggio succederà se non riuscirà ad arrivare in tempo, ad avvertire il suo imperatore che deve scappare… che non può nulla contro quella ragazza.
- Torna dal tuo padrone, servitore dell’orda, e digli di scappare.. forse solo così il cerchio si può spezzare.. non pensare AGISCI!
Il cavallo è stanco, dopo due giorni di corsa forsennata: Pkrcel è costretto a rallentare e poi a fermarsi. Scende da cavallo, ed in quella enorme devastazione che l’orda pensava di conquistare, per rendere l’impero ancora più grande e potente, cerca un po’ di acqua.
Un piccolo torrente scorre poco lontano.
Non è solo il cavallo ad essere stanco: lo è anche la sciabola destra dell’imperatore.
Stanco di tutto quello che è successo due giorni fa, nelle macerie del castello.
Pkrcel cerca di cancellare dalla memoria le parole di quello spirito, ma non può.
- La storia lui l’ha già scritta.. non capisci Pkrcel? Come fai a non ricordare? Cassandra e Zod vinceranno sicuramente contro Alex, perché così lui ha deciso.. se lui scappa, noi spezzeremo la storia, e con essa, tutto quanto.. e tu sarai di nuovo libero!
Pkrcel pensa anche all’altro compagno dello spirito, che lo guardava, che gli ricordava quando un tempo erano compagni: aveva due esempi accanto a se.
Lui, la sciabola destra dell’orda, al servizio degli spiriti?
Pkrcel crolla vicino ad un albero, mentre osserva il suo cavallo che si abbevera al torrente.
- Perché io? Perché? Cosa vuol dire che io non sono io? Chi sono allora?, urla Pkrcel.
Il cavallo guarda nella sua direzione, stupito da un simile scatto: guarda il suo padrone come farebbe ogni servo. Con rispetto, aspettando un suo ordine.
Improvvisamente Pkrcel capisce.
- Non per quello spirito, ma per me stesso e per l’orda.. e anche per l’imperatore
Pkrcel monta a cavallo, e scatta, continuando a seguire la scia di distruzione di Cassandra e Zod, il signore degli immobili.

3.

I quattro soldati, sparpagliati, stanno ripiegando come loro ordinato.
La città è solamente una rovina e loro sono solamente gli ultimi sopravissuti.
SteeJans, sciabola in mano, osserva la distruzione causata da quel buffo esercito comparso in cielo: statue di ogni dimensione, in grado di muoversi e scatenare l’inferno sulla loro stessa città!
Ma se quelle statue, capeggiate da quell’enorme drago nero, erano l’esercito posto a difesa di Doughermoulth, perché distruggevano, uccidevano la loro stessa gente?
SteeJans osserva la distruzione davanti a se, osservando e tenendo per se tutto il ribollire di mille domande senza risposta: finché Coruja non gli da uno spintone, e lo sveglia dal suo sogno ad occhi aperti.
- Ehi! Ti decidi a muoverti, SteeJans?
SteeJans non lo vede subito, e ci mette alcuni istanti a focalizzare la sua attenzione sul compagno. Si guarda attorno: gli altri due stanno bene, e sono già quasi nelle posizioni prestabilite.
Perfetto.
Da quando erano partiti per quella gloriosa spedizione, loro quattro erano stati inseparabili: l’orda aveva creato in loro una perfetta macchina per uccidere, pronta a tutto.
Ma la guerra contro gli odiati maghi ed il loro impero del male si era rivelata molto diversa da come se l’erano aspettata: SteeJans, dentro di se, sentiva che c’era qualcosa che non andava.
Loro conquistavano città dopo città nel regno avversario, e venivano accolti come salvatori, e non come nemici: che la reputazione sulle mostruosità compiute dai maghi e dal concilio fossero vere?
SteeJans non lo sapeva: un soldato non sa mai nulla, se non che è importante rimanere vivi.
Coruja, dal canto suo, non sapeva se SteeJans stesse facendo apposta ad assumere quella espressione pensierosa: come soldato, Coruja pensava che gente come loro non doveva farsi tante domande.
- Gio, Smrole, venite qui!, disse Coruja
I due soldati, prudentemente, si avvicinarono alla posizione dei loro compagni.
- Trovato un varco dal quale possiamo scappare?, chiese Coruja
Gio Deker, alto, con un’espressione severa anche quando sorrideva, guardò il suo capitano e disse:
- Si, cioè no: l’esercito nemico è ancora qui.
I quattro si guardarono l’un l’altro disperati
- Ma perché? Li abbiamo visti volare verso ovest, ieri…, dice SteeJans
Coruja zittisce i suoi compagni, li osserva per alcuni istanti, si assicura che tutti lo stiano ascoltando
- Non fa differenza: i nostri ordini sono chiari. Non abbiamo trovato superstiti in questa città. Il nemico è tremendo, e per qualche motivo si è fermato. Dobbiamo approfittarne per scappare!
Smrole, agitato dalla notizia data da Gio Deker, guarda i suoi compagni come se fosse la prima volta che li vede. Si asciuga il sudore ed il sangue che ormai da giorni lo ricoprono e dice:
- E’ una pazzia. Quelle statue si sono messe tra noi e la nostra divisione.. se ci trovano siamo morti!
SteeJans annuisce e cercando di rassicurare Smrole dice:
- Non ti preoccupare.. noi siamo soldati dell’orda, non ricordi?
Una risata proviene da dietro di loro: il gruppetto si volta di scatto e vede l’intero esercito nemico, formato da un migliaio di statue e piccoli oggetti, che li osservano, con una espressione d’odio.
Ma non è nulla in confronto al drago nero ed alla donna che si trova sopra di lei: la sua voce è una calamita per le loro orecchie:
- Voi non siete più soldati dell’orda: siete gli schiavi di Zod.
I quattro annuiscono, mentre sentono scomparire tutto quello che erano, e sentono che le loro membra cominciano ad irrigidirsi.
- Rinascerete come sui servitori, di Zod e del suo Araldo, proclama Cassandra, continuando a ridere.

4.

Kwisatz sta camminando velocemente verso la tenda del suo imperatore.
- Deve saperlo.. Pkrcel è scomparso assieme all’intero concilio.. che cosa sarà successo?, si chiede la sciabola sinistra dell’orda.
Il campo base dell’imperatore ha cambiato negli ultime settimane diverse posizioni, arretrando avanzando: false informazioni sono fornite perfino alle più altre sfere dell’orda, per confondere le spie nemiche.
- Se ci trovano, siamo morti, aveva detto l’imperatore.
Kwisatz per la prima volta nella sua vita, lunga trent’anni, aveva dubitato del potere dell’orda.
- Fortunatamente solo io ero presente quando lui ha detto queste parole.. che cosa sarebbe successo se .., pensa Kwisatz.
Cosa sarebbe successo se l’orda non fosse convinta di poter vincere qualsiasi nemico?
Questa era la domanda che Kwisatz non riusciva neppure ad ammettere con se stesso: non fino a quando non fu davanti al suo imperatore, Alex, la guida dell’orda.
Sempre sicuro, nella sua armatura, sul suo trono, che osservava stupefatto ed interessato gli aggiornamenti della mappa, i messi che arrivavano e che portavano notizie nuove dall’impero e non solo.
Una città assediata, i barbari del nord che ci hanno attaccato a Dwimbar, una rivolta in un piccolo paese, prontamente soffocata nel sangue, le critiche del reggete dell’impero in assenza dell’imperatore, Hack-Bnar e così via.
Kwisatz a volte si sorprendeva di come l’imperatore riusciva a rendere tutto facile: prendete una guarnigione da qui e mandatela là, muovete cinque milioni di drachi verso questa provincia, voglio il rapporto di quel battaglione.
Evidentemente non era soddisfatto, l’impero non era ancora abbastanza grande per lui.
- Dimmi, sciabola sinistra dell’orda, Kwisatz.
Kwisatz, tirato in ballo, decise che era tempo di dire tutto all’imperatore, per l’orda.
- Imperatore, è una questione della massima importanza.
Alex, da sempre attento ad ogni consiglio delle sue due sciabole, mandò a quel paese cinque o sei messaggeri con chissà quali importante questione, e decise di prendere con se Kwisatz e andare fino al piccolo stagno vicino all’accampamento.
Kwisatz non disse nulla, come l’etichetta prevedeva: l’imperatore per un po’ resto silenzioso, soprattutto quando alcuni soldati lo videro passare senza scorta.
Quando videro Kwisatz e la sua sciabola d’argento, capirono al volo.
L’imperatore non voleva essere disturbato.

5.

I due, Kwisatz e l’imperatore, come due normali soldati si sedettero al bordo dello stagno, ammirando la lucentezza delle sue acque.
- Parla, ordinò Alex.
Kwisatz riorganizzò per alcuni istanti i pensieri, e cercando di essere il più diretto possibile, disse:
- Pkrcel è scomparso: non riceviamo nessun rapporto da lui ne dai suoi contatti. Sappiamo che la fortezza principale di Doughermoulth è crollata, uccidendo tutti i maghi del concilio: rimangono solamente i pesci piccoli, adibiti al controllo delle zone più lontane dalla capitale, ma di quelli si possono occupare i nostri assassini. E…
- E cosa?
- Imperatore, .. l’esercito nemico, si è fermato a Mirtul.
Alex osserva attentamente la sua sciabola sinistra: quest’uomo all’apparenza insignificante si è meritato la sua fiducia dopo molti anni di servizio, per la precisione otto. Non ha mai sbagliato.
Ma dove è finito Pkrcel e perché i nemici si sono fermati a Mirtul?
- Dammi la tua valutazione, Kwisatz, subito.
Kwisatz abbassò lo sguardo, verso lo stagno sotto di loro, cercando un appiglio per i pensieri che erano appena al di là della sua coscienza e quindi della sua parola.
- Abbiamo spostato il nostro campo base, confuso le loro spie, distrutto ogni altra statua di questo maledetto regno che non si fosse ancora mossa. Forse sono confusi.
- Lo sai che non è così, vero Kwisatz?
- Imperatore…
- Non nascondere la verità al tuo imperatore, Kwisatz: tu sei la mia sciabola sinistra, ed assieme a Pkrcel sei la persona di cui mi fido di più, parla.
- Loro non sono confusi. Il loro potere è grande e forse nemmeno l’orda può nulla, dice Kwisatz rannicchiandosi dentro di se, in quel piccolo luogo dove tutti i suoi doveri non lo possono raggiungere.
- Sei stato tu a dirmi che non devo pensare una cosa così, non ti ricordi?
Kwisatz tace, osserva il suo imperatore, e quando arriva la consapevolezza di quello che vuol fare, è troppo tardi. Fargli cambiare idea è un lavoro lungo e complesso, della durata di settimane: ancora una volta, il tempo non è abbastanza.
- Vedo che hai capito. Faremo così: l’orda si muoverà in massa contro l’esercito nemico e li distruggeremo. Quelle statue non sono invulnerabili, questo è stato già provato, giusto?
Kwisatz non può dire nulla, l’imperatore ha deciso, per lui, per l’orda, per il futuro dell’impero.
- Bene. Muovi tutte le armate: entro una settimana voglio avere Mirtul e quelle statue distrutte: io sarò là in mezzo, a distruggere personalmente quel drago nero e la ragazza
Kwisatz per un istante sente un eco lontano, ma è solo una sensazione:
- Come era stato scritto..

 

 

6.

Pkrcel sta procedendo a piedi: il cavallo, sfinito, è morto per colpa di un piccolo fantoccio animato: un soldato dell’esercito di Zod.
I movimenti di Pkrcel sono veloci, silenziosi: utilizza l’arte delle sciabole per nascondere la sua presenza ai nemici, e non solo a quelli.
Le ali sono inservibili, dopo lo scontro con quello spirito malvagio: Fabiuzzz, se Pkrcel ricorda correttamente. Distrutte da un suo singolo colpo: ma perché lo aveva attaccato?
Di nuovo Pkrcel si ferma, bloccato dai fili che lentamente assumono una forma, una sostanza, un senso: voleva rallentarlo per fare in modo che non arrivasse in tempo.
Allora le parole di quello spirito, della ragazza tremante dal terrore, del suo compagno, del reggente Keeper, di tutti loro erano vere: solo spezzando la storia, era possibile uscire.
Ma da cosa?
Pkrcel non l’aveva capito, non riusciva a comprendere come potesse essere prigioniero e dove: la sua lealtà andava al suo imperatore e a nessun altro. Se fermare l’imperatore voleva dire la distruzione dell’esercito nemico, questo bastava a Pkrcel.
Se fosse arrivato in tempo.
Ricominciò a correre, perso nei pensieri: la sua memoria prodigiosa gli suggeriva qualcosa, un piccolo nesso che era al di là della sua coscienza e della sua parola: con l’aiuto dell’altra sciabola, Kwisatz sarebbe riuscito facilmente a far emergere quel particolare.
- Forse…
Il colpo fu veloce e deciso.
Pkrcel lo schivò per puro caso.
Quattro statue, di forma vagamente umana, lo avevano attaccato da quattro direzioni diverse, dall’alto, sbucando fuori dalla terra, da dietro e da un lato. Pkrcel però aveva avuto una piccola via di fuga.
Il braccio era ferito, ma la sua sciabola è già estratta, puntata verso i suoi nemici.
- Non vi conviene
I quattro lo guardano, sorridono, e dicono, insieme:
- Gio Deker, Coruja, SteeJans, Smrole. Per Zod, e per l’Araldo, tu sciabola dell’imperatore nemico, devi morire.
Pkrcel era sorpreso: non erano dei semplici fantocci animati, come il resto dell’esercito di Zod. Qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo!
Pkrcel capì, quando i fili si unirono, assunsero un senso nella sua memoria prima, e poi nella sua coscienza.
- Voi siete soldati dell’orda: non siete uccisi dal nemico, ma resti schiavi!
I quattro, statue di un materiale indefinito, scomparvero e Pkrcel riuscì a pensare solo a quello che stava per succedere all’orda stessa.
- Trasformata in un’ulteriore arma per Cassandra…, sussurrò
Poi, la battaglia infuriò.

7.

Zod stava guardando compiaciuto il suo araldo. Si crogiolava al suo tocco, mentre lei lo accarezzava. Apprezzava un simile trattamento: nessuno degli immobili osava o poteva farlo, tranne l’araldo.
Cassandra.
Lei gli sorride felice, mentre osserva i servitori del suo padrone che si sistemano nella città-trappola per l’orda. Li tutto sarebbe finito, e rigenerato, un nuovo e potente esercito avrebbe marciato alla conquista di tutti i regni.
E lei, Cassandra, era lì, davanti a loro: la guida, il generale, l’araldo di Zod.
Il suo volto, il suo corpo restavano quelli di sempre; ora però una sfarzosa armatura di scaglie del drago nero, copriva il suo corpo: non le impedivano il movimento e sottolineavano la sua importanza.
Salkaner, come sempre, era accanto a lei: il suo sorriso era scomparso, si, ma ora c’era uno sguardo penetrante, sicuro.
Zod si mosse con il suo enorme corpo: anche se era il dio degli immobili, aveva bisogno di un attimo di riposo, ogni tanto. Questo non significava che certamente che non era pronto e attento, ma godeva nell’ascoltare i discorsi dei suoi immobili, facendo finta di dormire.
Sentire i rapporti dei movimenti dell’esercito dell’orda, già in marcia verso Mirtul, mentre veniva avvistata una compagnia a Vartagh, un gruppo in esplorazione a Ehrnum, una piccola battaglia, vinta ovviamente dagli immobili, a Natan.
Tutto come era stato scritto, come Zod voleva: il patto onorato dalla famiglia di Vegeta, la strega, il suo araldo vicino a se, e tutti i suoi servitori di nuovo liberi.
Si, decisamente Zod ama questo momento.
- Cassandra, cosa stai pensando?
La domanda di Salkaner poteva sembrare banale, ma l’ex-bambolotto reale sapeva che suo era il compito di controllare l’Araldo, sempre. Se l’araldo non era pronto per il suo compito, nonostante Salkaner, quando era una semplice bambola di pezza avesse fatto un ottimo lavoro, beh, Salkaner non osava pensare cosa sarebbe potuto succedere.
- A questo, rispose Cassandra indicando l’enorme esercito dinnanzi a se, pronto a muoversi, a distruggere al comando del suo Araldo.
Le truppe erano comandate dai servitori originari di Zod e non dai soldati dell’orda trasformati finora: i loro maggiori poteri garantivano la perfetta efficienza in ogni situazione dell’esercito degli immobili.
Salkaner sorrise. Per un singolo, importantissimo attimo, ritorno a quella espressione che Cassandra conosceva così bene: così era stato scritto, che Cassandra doveva tornare per un po’ quella che era, per mettere alla prova il suo spirito, per vedere se, nel momento decisivo, non avrebbe tradito.
L’effetto, per Cassandra, fu devastante: si trovò, senza saperlo, vicino alla grande statua del drago nero che dormiva (o faceva finta?) e Salkaner davanti a se, che la guardava.
- Dimmi chi sei, Cassandra.
La risposta non fu facile.

8.

La figlia del re Vegeta, la principessa, la regina di Doughermoulth.
- Io …, balbettò Cassandra
L’araldo di Zod, la strega, la regina degli immobili, destinata a governare per sempre su tutti i regni
- Io sono…
La bambina di Keeper, il reggente, che la trattava sempre come fosse un infante.
- Io sono Cassandra..
La cugina di Lilith, con cui parlava di tutto, con cui condivideva tutto, una cugina che aveva cercato di ucciderla.
- Io sono Cassandra, l’araldo…
Una persona imprigionata in un mondo straniero, estraneo alla realtà, artificiale, come aveva detto Lark, lo spirito, un amico? Come poteva accettare che la sua vita fosse un falso?
- Io sono Cassandra, l’araldo di Zod….
Amata solo da Badrel, per quello che era, non per il suo titolo, non per il suo potere.
Ma Badrel non c’era più, non ci sarebbe stato mai più, ucciso da un mostro che proprio lei aveva ucciso.
Salkaner continuava a sorridere, come un tempo, ma poi la sua espressione cambiò. Divenne un ghigno, ed i suoi occhi rotearono in posizioni inumane.
Cassandra sentiva le parole dell’ex-bambolotto reale, e non capiva, non voleva tornare ad essere quella di prima, schiacciata dal controllo di qualcun’altro
- Perfetto, tu sei l’araldo di Zod, non te ne dimenticare.
Cassandra sprofondò ancora una volta in quell’abisso dentro di se, mentre qualcun altro prendeva il suo posto, mentre ordinava a Salkaner di stare zitto e per sfogare la rabbia distruggeva un palazzo, poco lontano.
- Io sono…
Il drago nero parlava.. la sua voce potente, il suo aspetto che incuteva terrore, il suo tremendo potere: eppure Cassandra, l’altra, gli parlava sprezzante, sicura, senza timori.
Alla statua che era nella piazza principale?
Poi una luce si accese nella sua anima, qualcosa che non poteva aver paragone in nessun luogo.
Sentiva una luce lontana, distante.
Che si faceva sempre più vicina.
- Cassandra!!!!!!!
- Cassandra!!!!!!!
- Cassandra!!!!!!!
- Cassandra!!!!!!!
- Cassandra!!!!!!!
- Sono io! Svegliati!
- Non risponde.. è stata dentro troppo tempo..
Un’altra voce.
Poi una luce. Vicina. Delle parole amiche. Un volto amico: Keeper.
Delle luci.. ma non torce o il sole, qualcos’altro. Si stavano muovendo.. una carrozza..
Poi, qualcosa dei tuoni, come sopra la testa.

9.

L’esercito dell’orda, come era stato scritto, arrivò un settimana dopo.
Mirtul divenne un’unica battaglia, un vorticare di colpi, di sciabole, di poteri occulti in azione.
Nel caos, però, si notava una ragazza, rinchiusa in una armatura nera, che guardava il nulla, l’assoluto.
Per chi le stava intorno era solo un fantasma: un simulacro di quello che era un tempo.
L’araldo non c’era più.
Eppure gli immobili ancora vincevano, si battevano con grande potere, guidati dal nuovo araldo, Salkaner.
Zod, sopra di tutti, cercando la sua preda: eccolo.
L’imperatore Alex, con la grande sciabola al suo fianco, ed i suoi uomini.
Non una parola: perché, si chiese Salkaner, sprecare tempo contro un moscerino?
I soldati dell’orda furono abbattuti in pochi istanti, attorno all’imperatore.
Tutti tranne uno, che riusciva a tenere a bada una decina di immobili: Salkaner richiamò l’informazione su di lui, e comprese all’istante. Era Kwisatz, una delle due sciabole dell’imperatore.
Una seccatura, ma c’era ben altro di cui occuparsi.
Zod scaricò il suo alito fatto d’acido liquido su Alex, distruggendo in un sol colpo la sua armatura ed ustionandolo gravemente.
Era ancora in piedi.
Zod, irritato, sbagliò di proposito i successivi colpi con gli artigli, per soddisfare un momento che sarebbe stato altrimenti fin troppo breve.
Questo fu il suo vero ed unico errore.
L’altra sciabola, Pkrcel, spuntò dal nulla, prese l’imperatore, il signore dell’orda nelle sue braccia e volò lontano.
Zod, questa volta veramente irritato, volò alla massima velocità dietro di lui, allontanandosi dalla battaglia sotto di se.
Salkaner aveva un primo bilancio degli scontri: il novanta per cento dell’orda distrutto. Il resto in fuga, dopo la morte di Kwisatz, e la scomparsa del loro imperatore.
- Come era stato scri..
Il pensiero rassicurante di Salkaner, che sempre negli ultimi milleottocentosessantatre anni lo aveva rassicurato fu bloccato. La realtà che gli stava davanti non era stata prevista.
Uno spirito, bloccava il passo a Zod e lui.
- Qui, la storia la scriviamo noi, hai SENTITO?, urlò Lark al vento.

10.

Il vento stava ascoltando, però.
Lui era davanti ad un terminale, con il visore sugli occhi.
Anni di lavoro buttati: tutto scritto fin nei minimi dettagli, per rendere la storia interessante fin all’ultimo istante. Tutto distrutto da Lark e dalla loro intrusione.
La prima era stata una semplice prova, ora lo capiva.
- Hanno provato il meccanismo, hanno valutato le mie reazioni, pensò amaramente.
Avevano parlato a Keeper e Cassandra, su quella montagna.. le loro parole però non erano un colpo definitivo, ma solo uno squarcio.
Lui aveva dovuto cambiare in poche ore parte della storia, muovere Fabiuzzz verso un percorso alternativo, verso qualcosa di lontano, un binario nuovo.
L’orda era stata annientata, certo, ma quello non era un problema per loro.
- Maledetti.. cercate di salvare solo chi può cambiare la storia, vero Lark?
La sua rabbia era palpitante, vibrate.
Si tolse il visore, e lo scagliò dall’altra parte del lussuoso salotto.
Guardò fuori dalle finestre, le splendide montagne attorno a se, innevate, isolate, calme e inarrivabili.
Tutto tranne quello che voleva in quel momento.
Poi, il piano si delineò nella sua mente:avevano scollegato Cassandra, Keeper, Lilith. Ma solamente loro.. e dovevano.
- Certo! Avranno lasciato una traccia!
Accese il videofono, chiamò i cacciatori.
- Voglio che mi li troviate, mi sono spiegato?
Spende il comunicatore.
Ora era la volta di Elwood.
Se lo trovavano, allora si, sarebbe stata la fine del progetto: gli americani non avrebbero mai avuto bisogno di un fallimento, si ricordò.
Riaccese il comunicatore, ed il volto di Saan Raal comparve immediatamente.
- Si?
- Hai trovato Elwood, Saan?, chiese
- Non è molto lontano dalla mia posizione.. , rispose Saan.
- Trovalo Saan,.. capito.. trovalo ed UCCIDILO, mi sono spiegato? Voglio la sua testa.
Saan sorrise, e mentre spegneva il comunicatore disse:
- Si, Gornova, sarà fatto.

 

 

Atto X: Tutto quanto, infine

1.

Keeper si guardava attorno, spaesato.
Non ricordava nulla, e tutto gli sembrava alieno, distante: pensava agli ultimi istanti, alle parole di Lark, lo spirito.
Ma Lark non era uno spirito! Era un essere umano come lui e Cassandra.. e stava parlando a qualcuno davanti a loro: qualcuno che era fuori dalla sua vista.
Si sentiva debole, molto debole, ma sentiva vicino a se il corpo di Cassandra percorso da fremiti, come se non stesse affatto bene
- Fate.. qualcosa.. Cassandra!, disse balbettando Keeper.
Lark si girò di scatto, alle parole dell’amico, e lo guardò in faccia: capelli corti, come tutti quelli che erano connessi, ma il suo solito sguardo, quello di un tempo, curioso e allo stesso tempo arrogante.
Cassandra stava male, e presto anche Keeper sarebbe stato molto male: la crisi sarebbe iniziata, e forse sarebbe durata un giorno, o forse più.. dipendeva da persona a persona.
La macchina dove sono sbanda da un lato: Lark alza lo sguardo, e osserva dietro di loro: l’inseguimento non è ancora finito, anche se Myzael sta facendo del suo meglio, forse non sarà ancora abbastanza.
Lark sa che ha bisogno di tempo, per spiegare a Keeper, Cassandra e Lilith quello che dovevano fare.
- Lark, dove andiamo? Ne abbiamo dietro due, e la mia pistola è scarica
- Lo so, Myzael.
Silenzio.
Lark sapeva in quale grande rischio erano finiti: non tanto per le macchine che li inseguivano, ma per la perizia con cui li avrebbero perseguitati, finché loro, stremati, non si sarebbero arresi.
- Lark!, disse Myzael, svegliando il compagno dai suoi pensieri.
- Vai in città, ci nasconderemo lì, per ora…, disse Lark
Myzael iniziò ad accenerare, e dopo una decina di incroci, imboccò l’autostrada. Per ora erano salvi, avendo facilmente seminato i loro inseguitori, ma tutto ancora doveva succedere.
Lark intanto, cercava come poteva di calmare Cassandra, non notando l’espressione immobile di Lilith.

2.

La luce entrò nei suoi occhi come una freccia: un dolore immenso, fulmineo, unico, in un solo punto.
Poi più nulla.
Un grido emesso senza voce, in uno spazio vuoto.
Sentiva di essere di nuovo se stessa, ma sentiva anche che c’era qualcuno altro. Il suo nome era Raiden.
Tremò. Il nome di uno degli spiriti.
No. Il nome di un prigioniero come lei.
Cassandra si mosse verso Raiden, raggiungendolo facilmente, osservandolo, cercando di capire.
Poi Keeper, e Lilith, accanto a loro.
Assieme ad altri due.
Lark, il primo, lo spirito maledetto, diceva che la sua vita era un falso che non esisteva, che non c’era mai stata, che lei era un’altra persona.. non era la spietata strega, l’araldo di Zod, il mostro che governava tutto il regno. Diciasette anni di vita spazzati via così?
Lark non poteva capire che cosa voleva dire per lei, anche solo per un istante, considerare seriamente le sue parole, dette seriamente su quella montagna: con lui e Keeper a fare le due voci della sua coscienza.
Alonzo era morto, per colpa di Lark.
Necessità. Questo chiamava Lark quanto aveva fatto.
Ingiustizia, era la parola che usava Cassandra.
Poi.. tutto quello poteva essere un inganno, giusto? Lark, lo spirito.. poteva aver sufficiente potere per creare una menzogna come quella che pochi istanti (giorni?) prima aveva vissuto.
Ora era lì.
Ma c’era qualcuno altro.
Myzael. Non era Lark, questo è certo.. ma Cassandra vide i suoi occhi, sentiva quello che diceva.
Diceva che Lark aveva agiuto per il meglio.
E’ il meglio uccidere una persona? Per svelare una menzogna.. perché lei non era morta.. perché Lark l’aveva risparmiata?

3.

- Perché tu, Cassandra assieme a Keeper e Lilith potete cambiare la storia che lui ha deciso.. comprendete ? Riuscite a capire l’importanza di tutto questo? Molti di quelli che frequentavano il Nucleo sono connessi senza più sapere della realtà.. ma voi potete liberarli, andando contro la storia che Gornova ha scritto.. riuscite a capire la vostra importanza?, disse tutto in un fiato Lark.
Cassandra sedeva su un vecchio divano, stretta in una coperta di un materiale a lei sconosciuto: teneva in mano una tazza di un liquido scuro, oleoso, con un aroma molto strano.
Keeper le era di fianco, appoggiato su una sedia, pronto a scattare, anche se non sapeva che cosa poteva fare o dire.
Lilith era immobile, seduta perfettamente su una sedia: guardava nel vuoto, in alcuni istanti, ma era cosciente.
Tuti e tre con i capelli tagliati a zero, profonde occhiaie e muscoli intorpiditi.
Lark e Myzael erano davanti al loro, vicino al terminale.
Iniziarono a spiegare tutta la storia dal principio: di come tutto fosse iniziato come un gioco, ma di come alcuni, compresi loro due, avessero iniziato a trascurare le loro vere vite per quel “gioco”.
Furono Snogar, Elwood e Gornova, però a trovare il modo per mantenere in vita una persona mentre era connessa: un obbiettivo che permetteva a chi si connetteva di avere una nuova vita.
Lo tre, spiegò Myzael, avevano fatto questo: avevano scelto di rimanere connessi.
Tutti rimasero in silenzio.
Il primo a parlare fu Keeper.
- se è vero quello che dite, e questa non è una illusione di qualche mago.. perché ci avete fatti uscire? Io, o meglio, quello che ero un tempo, avevo scelto da solo di entrare.. avrò avuto i miei motivi!
Le parole del reggente, prima deboli e confuse, diventarono via via più forti, quasi un urlo.
Lilith guardò avidamente Lark, per alcuni istanti, ed annuì.
Lark inspirò a fondo, cercando di fargli capire, anche se era molto difficile che comprendessero:
- Perché siete stati ingannati.. una volta connessi il “gioco” diviene una droga.. riuscite a capirlo? Voi non volevate essere sconnessi perché erava assuefatti.. e vi siete dimenticati quelli che eravate un tempo! Keeper.. hai dimenticato gli anni all’università con Gornova, o tu Lilith, non ricordi il vero volto di Salkaner.. non di un pupazzo.. il suo volto umano! Tu lo conoscevi!
Un attimo di pausa.
- non solo per voi, ma anche per chi è morto a causa di questo progetto.. Max.. ed Elwood che viene braccato da quegli psicopatici dei cacciatori.. non capite?
Lark li guardava disperato, non riusciva a trovare le parole giuste, per spiegare quanto stava succedendo.. e la loro importanza.
Myzael intervenne.
- Lark, non ci vogliono aiutare, questo è ovvio. Ma non potete comunque rimanere sconessi per così tanto tempo: sono già passati due giorni, nei regni, e voi dovete rientrare ora, o morirete. Non fate quelle faccie.. se non mi credete, vi dico che morirete sia qui che lì, perché siete come drogati.
Myzael guardò Lark per alcuni istanti:
- Lark, rimettiamoli dentro: li connettiamo e poi scappiamo da questo magazzino. Gli uomini di Gornova li troveranno sicuramente e faranno in modo che stiano bene. Sono troppo importanti per lui.. noi troveremo un altro modo.. forse Elwood, se è ancora vivo, o Giobbe.. non importa. Non possiamo obbligarli a crederci.
La lucida consapevolezza che Myzael aveva ragione fece infuriare Lark, che lanciò tante di quelle parolaccie contro la loro situazione, che quando finì, si buttò su una branda di fortuna che avevano con loro, e maledisse tutti quanti.. Elwood compreso.

4.

Elwood, dopo la telefonata di Gornova in autostrada, si stava muovendo a piedi, senza dare nell’occhio, in un piccolo centro della pianura. Aveva abbandonato il celluare il giorno prima, appena dopo la telefonata.. ma sapeva, dentro di sé, che Saan l’avrebbe trovato, era questione di tempo.
Il portatile era sempre nel suo zaino, che premeva freddo contro la sua schiena: il giorno si alzava debolmente ad oriente, e la perenne nebbia era già alta.
Elwood si sentiva affamato, infreddolito per la notte passata all’esterno, ed era stanco, molto stanco.
Il paesino nel quale si trovava aveva un piccolo bar, una chiesa ed una manciata di case: nulla di più.
- Forse è tutto quello che mi serve, pensò Elwood.
Pago il barista, e gli disse che gli serviva la linea telefonica per usare il computer. L’uomo, sulle prime non capì ed Elwood dovette faticare un bel po’ per far capire all’uomo che aveva scritto sulla targhetta Paride che cosa voleva esattamente.
Alla fine Elwood convinse Paride con gli ultimi euro rimasti a prestargli il locale sul retro.
Mentre il portatile partiva, Elwood ripensò a quanto stava per fare:
- Mi troveranno.. questo è certo. Ma non troveranno mai quanto contiene questo portatile. I sorgenti del progetto, l’unico modo per trovare i meccanismi che usa Gornova per cambiare la storia… li nasconderò nella rete, per fare in modo che nessuno li trovi.
La costellazione si inizializzò e per una volta, Elwood esultò: dal suo visore poteva vedere l’immenso flusso di dati della rete, anche se era in quel buco di mondo immerso nella nebbia.
Spedì i da ti su milletrecentoventisette locazioni diverse e poi si concentrò sul passaggio successivo: voleva entrare.. se il suo portatile era bloccato, lo poteva fare dopo un facile hacking su una macchina, che solo dopo qualche ora lui avrebbe rintracciato.
- Ci sono
Finalmente, Elwood era di nuovo dentro, sulla cima della montagna.

5.

Saan lo trovò facilmente. Come un ombra fece fuori il barista, qualche avventore, e chiuse per precauzione il locale.
Gli era venuta una idea, quando vide cosa aveva fatto Elwood.
Gornova aveva detto che voleva la sua testa, ed Elwood morto.. ma non aveva accennato che lui non si potesse divertire un po’ prima di farlo fuori.
Soggnignò, mentre si affiancò alla sua vittima, si mise il visore, ed iniziò a interpretare il suo ruolo nei regni…. Un ruolo che da molto tempo non faceva più.
Saan, il signore delle ombre.
Subito vide, che come era stato scritto, Kas era morto, ucciso da Cassandra quando aveva assorbito dentro di se Badrel: tutto questo era servito, e Saan lo sapeva bene, per svegliare la vera Cassandra, l’araldo.
Saan però non era soddisfatto: non era vicino ad Elwood, ma solo nei sotterranei della capitale dell’impero.. il reggente Hack-Bnar e tutti i suoi fantocci erano in costernazione per le notizie che arrivavano dal fronte: l’orda distrutta, l’imperatore scomparso, la sciabola Kwisatz scomparsa, forse morta, come del resto la sciabola Pkrcel.
Ma la cosa che più irritò Saan fu il constatare che le ombre non avevano fatto nulla.
Qualcuno le aveva bloccate, prima che potessero fare la loro parte nella storia dei regni: Gornova.
Le nuove istruzioni sul ruolo delle ombre furono rapide, facili da assimilare, ma nello stesso tempo una prigione per Saan, che si dimenticò della sua missione, del suo obbiettivo a meno di un metro da lui, e diventò integralmente il signore delle ombre.
Mentre svegliava tutti i suoi agenti dormienti nei regni, Saan già pregustava il suo compito.
La distruzione totale.
Non atteva altro da molto tempo, che scatenare il ragnarok, che gli ignoranti dell’orda consideravano una divinità e non quello che era.
La fine di tutto.

 

6.

 

Myzael e Lark scapparono come mai fecero in seguito, lasciando Keeper, Lilith e Cassandra al loro destino, quello che avevano scelto.

Lark sentiva che non era quella la strada giusta.. ma cosa potevano fare in due contro di loro? I cacciatori sarebbero presto arrivati, avrebbero preso le loro prede.. e forse si sarebbero accontentati, no?
Avrebbero dimenticato Lark e Myzael per sempre?

E così fu, quasi.

King Arhur lì trovò per primo, in un vecchio magazzino nei dintorni di Nuova Venezia, collegati ai terminali.. e subito liberò Joliet, che si lanciò subito all’inseguimento di Lark e della sua banda, dimenticandosi subito del suo compagno.. un lavoro era stato portato a termine, e così bastava, no?

- Degli altri, nessun segno, pensò tra se e sé King.

Prese allora il cellulare, e cercò in elenco il numero di Gornova.

- Si, li ho qui davanti a me. Capisco. Saan è già entrato? Va bene.. faremo così. Come vuoi. Ma see, non ti preoccupare, ci penseranno gli altri. Si. Ok. Chiudo.

- Non è mai di tante parole, pensò King tra sé e sé.

Ma a lui non importava nulla di questa faccenda. Chiamò chi di dovere, un gruppo di americani di cui Gornova si serviva li a Venezia, e lasciò il posto. Non gli piaceva affatto avere intorno quella gente, e men che meno doverci parlare.

- Che si arrangino, pensò King.

King arrivò una mezzora dopo all’interno del terminale protetto li a Venezia. Il Nucleo era ancora un esperimento, un gioco per pochi bambini viziati, così lo amava definire King. Neppure un centinaio.. eppure la voce, per canali protetti nella rete, si era sparsa. Tanto che gli americani ci volevano mettere su la mano.

- E Gornova sta schiattando, cercando di trovare un finale alla sua storia, non è vero, vecchio scrittore!, urlo King al vento.
Ma nessuno gli rispose, King sospirò, si adagiò sulla speciale poltrona, e si mise il visore.

Ancora una volta la costellazione venne inizializzata, il segnale trasmesso.
Lui era al suo posto, nella sala del trono, ma qualcosa era cambiato, durante la sua assenza, di neppure un mese.

Solamente rovine attorno a lui. E la statua di Zod era scomparsa.

Ancora una volta Vegeta, o King Arthur, come lo volevate chiamare, era pronto al suo ruolo.

Quello di re di Doughermoulth.

 

7.

Keeper riemerse da un sogno durato una esistenza, o due, o tre.

Cassandra e Lilith erano attorno a lui, sulla montagna. Ma c’era qualcun altro.

- Uno spirito?, pensò subito Keeper, e con un semplice cenno della sua volontà, la sua spada dorata gli comparì di nuovo in mano, come se nulla fosse successo.

Keeper aprì un occhio, timoroso, e lanciò uno sguardo allo sconosciuto.

Il suo aspetto non gli diceva nulla: capelli castani corti, spettinati, vestito come un mago, con una strana tonaca con un simbolo nel mezzo, come un 8 rovesciato. Ma non aveva importanza, decise Keeper, mentre si gettava verso di lui.

Combatterono per alcuni istanti, mentre tutto procedeva secondo copione, e la spada di Keeper si fermava solamente un istante prima che riuscisse ad aprire la sua gola, gettando tutto il sangue dello sconosciuto a terra.

- Chi sei?, gli intimò Keeper.

Lo sconosciuto rispose con dei sordi gorgoglii, delle parole appena abbozzate, ma si riprese, in pochi istanti, mentre Keeper, pensava ancora una volta che tutto questo era pazzesco. Poteva essere un mago della casta dei nomi, pronto a fargli la pelle con una sola parola.

- Lascialo andare, Fenice Bianca, gli disse Cassandra.

Keeper la guardò. Guardò la sua regine, ricordò quello che era diventata: una strega in grado di padroneggiare poteri al cui confronto quelli di Alonzo o di Arjuna, o dello stesso Master Souze, maestro di Alonzo, erano nulla.. forse lo stesso mago che aveva forgiato la spada dorata, Diablo, non poteva nulla contro la strega.. ma prima di tutto era una bambina che aveva deciso di proteggere, e così fece.

Si allontanò dallo straniero, lasciandolo per terra, ma controllandolo con la sua spada dorata.

Cassandra, controllata da lontano da Lilith che ancora non aveva osato rivolgerle la parola, non dopo quello che le aveva fatto (ancora il medaglione le premeva sul petto.. gelido e rovente come il sole stesso allo stesso tempo), decise che era tempo di costruire, aiutare, ascoltare, invece che distruggere, mentire e usare le parole come armi.

- Chi sei?, gli chiese Cassandra, mentre lo aiutava ad alzarsi.

Lo sconosciuto, un po’ frastornato, si guardò attorno, cercando un appiglio, su quella gigantesca montagna, e vide, molto lontano qualcosa, che si levava, con precisione, puntualità, cadeva, e continuava a cadere.. oltre il bordo del mare stesso..
- Non lo so.., io …, rispose riluttante lo straniero.
Keeper, intervenne mentre si stava guardando attorno a sua volta dicendo:

- Basta, Cassandra, abbiamo bisogno di riposo.. questo luogo.. mi sembra di conoscerlo.. sembra la stessa montagna che abbiamo già visitato tempo prima!
Tutti e quattro, Cassandra, Keeper, Lilith e lo straniero, si guardarono attorno, cercando di capire dove erano. Ai piedi di una rupe, immersi in una foresta di conifere, ma con poco lontano una radura, e dei cervi che incuranti della loro presenza continuavano la loro esistenza..
- Dopo Keeper.. ma tu.. mi ricordi qualcuno.. da dove vieni?, chiese ancora Cassandra allo straniero.
Lo straniero, usò le mani per ripulire la sua veste, e solo allora vide l’8 rovesciato che era disegnato su entrambi i lati della stessa. Quella forma era ipnotica, portava in un ciclo che sembrava infinito…

Capì, anzi ricordò quale era il suo ruolo in tutto questo.

- Io sono Elwood, il custode del tempo, Regina Cassandra, e sono qui per aiutarvi contro gli immobili, affinché siano per sempre distrutti.

8.

Quando raggiunse il secondo, gli lanciò il cadavere senza vita del primo con il minimo sforzo che i suoi muscoli potenziati gli garantivano.
Il cadavere arrivò a pochi metri di distanza dal fuggitivo, che inutilmente aveva raccolto pcoo prima l’arma dell’amico, e ora la stava usando contro di lui.

Come se potesse fargli qualcosa.

Come se potesse ferirlo.

- SMETTILA, LARK!, disse perentorio Joliet.
E Lark realizzò che era davvero finita, una volta per tutte. Myazel era morto stecchito.
Era inutile scappare, continuare una fuga senza senso. Nessuno gli credeva, nessuno lo avrebbe aiutato, e forse sarebbe stato meglio tornare al proprio posto? Forse.

L’illuminazione per un attimo colpì Lark. Nulla poteva essere fatto da fuori. Ma da dentro? Si.. Lark ponderò per istanti molto lunghi quello che doveva fare, come doveva muoversi.

E lo fece.

Implorò Joliet.

Joliet non era impazzito come Saan, ma non era neppure uno stupido.

Non si lasciò incantare, e con due calci ben piazzati gli spaccò una gamba ed un braccio: Lark urlò di un dolore immenso, ma non dimenticò che cosa doveva fare.

Doveva implorare Joliet.

Doveva ricordargli tutto quanto, tutto quanto, e implorarlo di farlo entrare ancora una volta.

In seguito, quando Gornova avesse saputo della cosa, Joliet era CERTO che avrebbe subito una dura punizione. Ma come King odiava gli americani, lui odiava fare esattamente quello che gli veniva detto. Gornova aveva detto di prendere Lark, ma non gli aveva detto dove o come.

Joliet trascinò Lark nella macchina, prese una strada isolata, e arrivò nello stesso appartamento protetto dove era collegato King.

Anche Joliet voleva avere la sua parte nella storia.

Così collegò Lark, dolorante e quasi morente ad un visore, e poi si collegò a sua volta.

Non sapeva che non ne sarebbe mai uscito vivo, questa volta per sempre.

 

9.

 

Lark esultava.

Quando i programmi di Gornova cercavano di cambiarlo lui esultava, perché aveva lasciato solamente una piccola parte di se in quella porta.

Si era rifugiato in una delle sue piccole porte di accesso, pronte per ogni evenienza, nascoste ad ogni cosa. Pronte per un momento come quello, in cui la storia aveva bisogno di ampie modifiche, di più di una mente pronta a portare il proprio apporto.

Lark si mise in cima alle macerie del castello, da dove una volta controllava tutto e tutti.

E vide con chiarezza tutto.

Vide la città in preda al panico, con le comparse che si muovevano agitandosi per quello che non sapevano sarebbe arrivato. Vide il mare stesso ad oriente, pronto ad una nuova onda, mentre il meccanismo celeste si ricaricava ancora una volta..

Vide ad occidente la fine dell’orda, nel massacro perpretato dagli immobili.

A settentrione vide il Ragnarok incombente, e la trasformazione di un impero.

A meridione vide la calma prima della tempesta, mentre gli osservatori imprescrutabili osservavano il lavoro di Gornova.

Elwood, Cassandra, Lilith e Keeper, sulla cima della montagna.

Snogar intrappolato sotto le macerie, in una cella buia, oramai spento definitivamente.

Fabiuzzz al seguito di Zod e del suo nuovo Araldo, Salkaner, intenti a massacrare l’orda ed il suo padrone, l’imperatore Alex, nell’ultimo scontro.

Badrel, Gabryk e Ar nascosti nella capitale di Doughermoulth.

Vegeta, King Arthur, vicino alle macerie del castello di Doughermoulth.

Gli attori, infine erano pronti.

Lark si mosse, modificò quello che poté nel poco tempo disponibile, prima che Gornova lo ritrovasse, dal suo punto privilegiato.

Lo distrusse, certo e di Lark non sentirete più parlare in questa storia, ma una cosa fu certa, nel momento dell’annientamento.

Il finale era stato riscritto,

- Tutto quanto, infine, disse Lark, prima di annientarsi.

10.

La gente comune, si dice, non cambia la storia.

In questo racconto è così, ma non fu sempre così.

La decisione era semplice: fare in modo che chiunque potesse interagire con la trama principale? Dire la sua, portare la propria visione, che si sarebbe inevitabilmente scontrata con quella degli altri partecipati?
E quanto grande doveva essere il numero dei partecipanti? Si parlò di 200, ma era un numero enorme, in quei giorni. Ora non è nulla, certo.. si narrava pure di una storia scritta prima, quando si era solo in 100, ma questa non c’entra.
Quello che c’entra è l’impatto di pochi personaggi sulla storia, di quanto INFLUISCONO sul corso degli eventi, un po’ come una storia che ha un inizio ed una fine, ma si svolge in base alle decisioni di tutti quanti.

Una storia lunga, molto lunga in termini umani, ma stretta, desiderosa di più caratterizzazione, aggettivi, descrizione. Eppure il tempo era poco, e le revisioni da fare molte.

Per questo ritengo che le revisioni siano importanti, perché tutto quello che si può decidere all’inizio cozza decisamente contro quello che decidono le persone che influiscono nella storia.

Piccole correzioni possono dare avvio a grandi cambiamenti, e quindi a grandi riconfigurazioni della stessa. Così é.

Perché nonostante tutti i miei sforzi, la storia non è perfetta, e va migliorata, aggiornata, portata avanti con passione, mentre si svolte, mentre vive.

Questo è imperativo, signori, spero che lo ricorderete, quando dovrete valutare questo soggetto, questa idea, questa innovazione.

Perché dare una utopia all’uomo lo porta ad essere insoddisfatto. Ho finito grazie.

 

La freda platea della videoconferenza non rispose, ma si vedeva dai loro sguardi che erano interessati: loro ci mettevano i soldi, la tecnologia, e Gornova solamente l’idea iniziale, da non spartire con nessuno geloso com’era.

Alcune delle sue idee erano giuste, ma andavano aggiustate.

Si aggiustate, forse in un progetto successivo… e poi Nucleo non andava bene come nome.. ci voleva un nome che la nazione riconoscesse suo, e poi in grado d’essere esportato all’estero grazie ad una grande opera cinematografica.

Si, il lavoro andava bene, ma andava concluso.

 

EPILOGO

 

Il nucleo, storia di una passione

Di Kenneth Clark

 

Quello di cui parliamo oggi, è un’evento molto particolare. Ci troviamo infatti a scrivere su questo giornale, di un’affare tra una ditta italiana di alta tecnologia, Nucleo srl ed un consorzio formato da imprese americane, giapponesi e tedesche.

Ancora oggi non ci conoce l’effettivo impatto della vendita di oggi sui mercati, ma si parla di un’affare da decine di miliardi di euro: un record per una così piccola azienda italiana!

Non si conoscono i dettagli dell’accordo, ma quella che doveva essere solamente una collaborazione tra il consorzio di aziende e la Nucleo srl è cambiato molto velocemente nell’ultimo periodo: si è vociferato, ma badate bene lettori che sono solo voci di corridoio di cui riporto l’esistenza solo per la correttezza dell’informazioni, di brutte storie riguardanti l’incidente successo alla sede di Milano, Italia, della Nucleo srl. Si è parlato di molti morti e feriti, di una esplosione, ma di fatto le autorità hanno messo il massimo riserbo sulla questione, e la magistratura sta indagando: si parla di circa 58 persone sequestrate, una decina di omicidi e qualche ferito lieve. Ovviamente il riserbo sulla questione è massimo, visto l’importanza che l’affare della Nucleo srl riveste per il governo italiano. Si tratta infatti solamente della punta dell’iceberg di una serie di concordati commerciali tra l’Italia ed il consorzio ameri-giappo-tedesco.

In esclusiva per i lettori di questa rivista, abbiamo avuto modo di utilizzare per circa 2 ore il nuovo, straordinario prodotto di cui la Nucleo srl aveva costruito solamente un prototipo, e siamo autorizzati a parlarvene.

Si tratta di una simulazione real-time, a 360°, completamente interattiva e totalmente gestita da un sistema centrale, in cui gli utenti “vivono” realmente in un mondo fittizio, dove possono essere chiunque essi vogliono. La qualità della finzione è stupefacente, e un po’ si ha il rammarico una volta usciti dalla simulazione: si è riuscito ad ingannare, proprio sotto i nostri occhi, anche un robot.

Stupefacente! Questa tecnologia sarà presto disponibile nelle case di ogni americano, e progressivamente nel mercato asiatico e quello europeo.

Si vocifera il suo primo nome, che a quanto pare, dovrebbe essere “Matrix” e contemplare una simulazione della realtà degli ultimi anni del secolo 20°, la campagna pubblicitaria pare sia già pronta.