Versione 2001.03.2
Editoriale
Per chi fosse passato di qui
per caso, volevo annunciare che siete sul secondo numero di Marzo
di Asa Nisi Masa, la prima Webzine di Cinematik,
il primo gioco di cinema virtuale italiano.
Tre nuove uscite nel cinema
virtuale di questa settimana e soprattutto due sono esordi di
produttori, una cosa senz'altro positiva. L'operazione di
svecchiamento del cinema può dirsi completata, il film più
vecchio presente in al cinema è il ricchissimo "l'importanza
di essere Ernesto" con le sue sette settimane di cinema
virtuale, tutti gli altri sono usciti invece da meno di un
mese.
Ancora mistero intorno al
quiz della settimana, stingiamo un po' il cerchio e diciamo che la
citazione è tratta da una commedia americana con protagonista un
attore tra i più quotati ad Hollywood nonostante non abbia vinto
ancora un oscar.
Per quel che riguarda il
sondaggio, stravince tra le sit-com il vecchio Happy Days, che
mostra il fatto che probabilmente il giocatore di Cinematik
"medio" non è proprio giovanissimo. Il secondo posto va
a Willy il principe di Bel Air, che personalmente trovo tra le
peggiore sit-com sfornate dagli USA.
Chiudo con il solito invito
a chi non partecipa attivamente ad Asa Nisi Masa ad iniziare a
farlo scrivendo all'indirizzo indicato dallo zio Sam in alto a
destra. E ricordatevi di votare il nuovo sondaggio, che si
aggancia ad un evento cinematografico di grande attualità.
Norman
Bates
[su]
Le
novità del cinema
Young fears
Regia:
Wes Craven
Interpreti: James
Van der Beek, Joshua Jackson, Heater Matarazzo, Freddie Prinze Jr,
Sarah Michelle Gellar, Britney Spears, Ryan Philippe, LL Cool J,
Mena Suvari, Chris Klein, Arnold Schwarzenegger.
Difficile recensire questo telefilm dilatato come opera dello
stesso Wes Craven di Nightmare, di Scream o del
recente Le colpe degli altri; forse il suo nome è stato
sovrapposto a quello del vero anonimo regista o forse aveva delle scadenze
- la rata della macchina, il mutuo - immediate cui far fronte e
gli servivano degli spiccioli con urgenza. Fatto sta che la
vicenda di queste "giovani paure", se pure
riecheggia in parte le atmosfere adolescenziali care all'attempato
Craven, non riesce a stare in piedi neppure con dei puntelli d'acciaio.
A partire dall'ambientazione assolutamente improbabile (sono in
America? E allora perché parlano di "lezioni di inglese"
e simili? Sono in Italia? E allora perché hanno tutti nomi
inglesi?), per proseguire con la pseudo-recitazione di un cast
composto di attori televisivi e pop-stars - con la sola eccezione
del bravo Ryan Philippe - e con clamorosi buchi di sceneggiatura
(dov'è il poliziotto interpretato da Schwarzenegger? Come si
spiega il "colpo di scena" che riguarda la morte di Britney Spears?).
In definitiva un filmetto horror assolutamente dimenticabile,
pieno di sangue e di coltelli (ma tutti i "giovani d'oggi" girano
con coltellacci da cucina in tasca?) ma privo di logica narrativa
e che di conseguenza, dopo un inizio tutto sommato promettente,
non riesce a coinvolgere lo spettatore e procede stancamente per
accumulo di morti fino all'improbabile finale, che comunque qui
non sveleremo. Comprendiamo che la giovane età e l'inesperienza
dello sceneggiatore siano in gran parte responsabili del disastro,
ma crediamo anche che solo grazie a delle critiche sincere si
possa crescere e migliorare.
Sleep of the dead
Regia:
Gary Fleder
Interpreti: Billy
Crudup, Claire Danes, James Cromwell, George Dzundza, Jack Black.
Dopo romanzi, fumetti e serial televisivi forse si sta
scoprendo una nuova fonte di ispirazione per i film: le canzoni.
Scherzi a parte, è in particolare un brano di Bruce Springsteen -
quello meno rock per intenderci e più intimista, quasi "dylaniano"
- a fornire lo spunto per quest'opera di Gary Fleder, autore del
sottovalutato ed invece assolutamente da riscoprire Cosa fare a
Denver quando sei morto. Senza nulla togliere alla perizia del
regista, diciamo subito che gran parte del merito della riuscita
del film si deve alla sceneggiatura; infatti, pur partendo da uno
spunto esile come può esserlo una canzone, riesce ad evitare la
noia e la ripetitività che fatalmente potevano emergere dalla
dilatazione della vicenda. Affidato ad un cast privo di star, il
racconto procede per flash-back senza perdere mai di interesse, in
un crescendo di claustrofobia angoscia che porta lo spettatore
realmente in quella sudicia camera di motel, a chiedersi cosa ci
sta facendo sudato e sporco di sangue e, soprattutto, come tutto
può essere successo in così poco tempo, come una vita
apparentemente incanalata in binari tranquilli e prevedibili possa
essere stata stravolta e distrutta nel giro di poche interminabili
ore. Immersa in paesaggi innevati che riportano alla mente lo
splendido Fargo dei F.lli Cohen, la storia di Sleep of
the Dead sembra accantonare l'azione vera e propria - ad
esempio, la scena della rapina è risolta molto velocemente, quasi
in secondo piano - per concentrarsi sull'introspezione del
protagonista - un efficace Billy Crudup - e sulla sua discesa agli
inferi, travolto da un destino beffardo che ci afferra per il
collo e ci porta dove mai avremmo immaginato. Peccato che il
finale non sia pienamente all'altezza del resto del film,
chiudendo in modo un po' prevedibile e senza approfondire o
sviluppare alcuni interessanti spunti emersi durante l'intera
vicenda, ma comunque un ottimo film che non deluderà chi chiede
al cinema non solo sparatorie ed inseguimenti ma anche anima e
cuore.
Lupin III: Il segreto di Rommell
Regia:
Wachosky Bros
Interpreti: Ben
Stiller, Rutger Hauer, Takeshi Kitano, Hugh Jackman, Marc Decascos,
Pamela Anderson, Charisma Carpenter.
Premessa: chi scrive non può certo definirsi un "fan" di Lupin
III, e quindi non entreremo qui nel merito della fedeltà o meno
al cartoon o della maggiore o minore aderenza degli attori ai
personaggi originali, ma forse è meglio così, poiché - tranne
rari casi - è quasi sempre deludente vedere trasposti sul grande
schermo personaggi che si conosce e si ama. La nuova opera dei
Wachosky Bros., assurti rapidamente alle vette di Hollywood grazie
al fenomeno Matrix, si allontana decisamente dalle cupe ed
inquietanti atmosfere fantascientifiche del film con Keanu Reeves
per avvicinarsi ad altri territori espressivi, quelli per
intenderci degli ultimi film di James Bond o ai vari Mission
Impossibile; quindi grande ritmo, movimenti di macchina
vertiginosi, lotte ed inseguimenti condotti quasi a ritmo di
balletto, in poche parole: avventura allo stato puro. Ciò che
nuoce un po' all'ottenimento pieno del risultato del puro
divertimento è forse l'eccessiva lunghezza della pellicola che
spesso sembra perdere i colpi e girare un po' su se stessa.
Probabilmente qualche sforbiciata avrebbe reso il risultato finale
più godibile anche per coloro - e ritengo siano molti - che non
conoscono e non seguono il cartoon originale. Il cast del resto
non aiuta particolarmente la pellicola, tra neo-divi ampiamente
sopravvalutati (Stiller), bambole gonfiabili (Anderson) e attori
avvezzi a produzioni di serie B (Dacascos) che non potendo certo
ambire agli Oscar svolgono onestamente il proprio lavoro apparendo
- forse volutamente - bidimensionali come i personaggi da cartoon
che interpretano, con la sola luminosa eccezione del grande
Takeshi Kitano, in effetti vero protagonista del film, ed unico a
riuscire a creare un personaggio "vero" e dotato di personalità.
Nota a margine per Rutger Hauer, oramai "condannato" a ruoli da
cattivo-dagli-occhi-di-ghiaccio, che riesce comunque sempre a far
emergere classe e fascino anche da un ingrato personaggio come il
neo-nazista Reuter.A questo punto sorge un dubbio legittimo: la
vera anima dei fratellini Wachosky è quella "autorale" dello
splendido Matrix, o invece quella più commerciale e leggera di
Lupin III? Come sempre in questi casi sarà il terzo film a
chiarirci le idee. Nota a margine per gli sceneggiatori: "il
bambino" della pubblicità della Copertone, che viene citato, era
in realtà "una bambina"… una giovanissima - ed
irriconoscibile - Jodie Foster!
Mister Hyde
[su]
L'esame
del critico
Anche questa settimana mi tocca di giudicare i
dettagli di un film del cinema virtuale. Prima di venire al dunque
vi dico che il criterio per scegliere il film da commentare è
molto semplice e matematico: scelgo il film che da più tempo è
nel cinema virtuale e che non ho ancora commentato. Nel caso di
più film risalenti alla stessa settimana scelgo quello più in
basso nel Box Office. In poche parole recensisco uno dei film che
ha più probabilità di uscire dal cinema virtuale. Tutto chiaro?
Oggi dunque tocca a Ben
babie, film d'esordio della A Band Apart Films.
Locandina: 8 - una
locandina molto particolare che mostra un Joe Pesci sdentato e che
sembra veramente un albanese, ruolo che interpreta nel film. Molto
efficace, colpisce subito l'occhio e rimane bene impressa.
Sito: 6.5 - Il testo del film è
molto leggibile grazie alle felici scelte cromatiche e al
carattere molto grande che non stanca gli occhi . Per il
resto nessun effetto speciale e una raccolta di foto che poco
aiutano ad assegnare un volto a chi non conosce un
determinato attore.
Cast: 7 - Cast senza primedonne con
molti attori giovani dai bei volti ma dalle qualità recitative
tutte da dimostrare. Da buon film corale manca un vero
"mattatore".
Soggetto: 6.5 -
una serie di episodi in cui è difficile trovare un nesso, per
anche difficile da commentare. Un film in questo senso alla
"magnolia".
Sceneggiatura: 9 - una scrittura
molto "visiva", mai pesante, secca e scorrevole.
Dialoghi e situazioni molto particolari che rendono la visione mai
noiosa e con alcuni picchi nei dialoghi (la parte sui puffi per
esempio) e nelle situazioni (ad esempio la parte della coppietta,
l'uomo va a casa felice, la donna scopre una tragedia e il
telefono che squilla). Veramente bella.
Commerciabilità: 6 - il costo
totale del film è stato di 58.400.000, dopo tre settimane di
permanenza al Box Office l'incasso totale è stato di 39.984.589.
Sarà difficile non rimetterci dei soldi, ma visto il tipo di film
credo non ci si potesse aspettare un consenso popolare massiccio.
Certo forse si sperava in qualcosa di più.
Riepilogo
|
Locandina: 8
Sito: 6.5
Cast: 7
Soggetto: 6.5
Sceneggiatura: 9
Commerciabilità: 6
Totale: 43/60 - Promosso |
COMMENTO PERSONALE SUL FILM: Un
film molto particolare ed originale in tutti i suoi aspetti, uno
di quelli destinati a dividere il pubblico: o lo si ama o lo si
odia. A me è piaciuto molto soprattutto per lo stile di scrittura
veramente molto brillante. Io l'ho trovato uno dei migliori film
visti finora in Cinematik e non vedo l'ora che la A Band Apart
Films sforni la sua opera seconda per vedere se tenterà una carta
più commerciale o sceglierà ancora la carta del cinema d'autore.
Peccato solo che il pubblico non l'abbia apprezzato appieno ,
anche se c'e' da dire che nelle 3 settimane di presenza al Box
office non ha subito alcun calo di spettatori.
Il
critico
[su]
Cronache dalla
nebbia
Silver Surfer vi da il benvenuto al nuovo appuntamento con le
cronache dalla nebbia, che questa settimana subiranno una
variante: infatti, indegnamente, mi appresto a svolgere l'incarico
che già fu del Critico e cioè quello di attribuire un voto
numerico ai film che ogni settimana si trovano nella fase di
sviluppo con relativa assegnazione del bollino qualità. L'unica
cosa che posso garantire è l'impegno! E ora via con la rubrica,
puntualizzando che per i film rimandati non scriverò un commento
(che potete comunque trovare nel numero precedente), ma mi
limiterò a dare il giudizio numerico.
HARY SHELDON E come
faccio io a dire se la saga è avvincente oppure no? Non so
neppure di che stai parlando, mio caro produttore! Mi garantisci
lo spettacolo e magari io ti posso credere sulla parola, ma non
credi che meriterei di avere qualche informazione in più?
Nonostante il regista di qualità, così come anche gli attori
(solo due però!), mi vedo costretto a mettere un N.C.
CHICAGO 1871 Decisamente
drammatico questo film del quale ci viene svelato in anticipo il
finale. La storia, nonostante si svolga 130 anni fa, è comunque
piuttosto attuale, tanto che la vedrei paragonabile a quel
sottovalutatissimo film che è "Stato di grazia"
(Sean Penn, Gary Oldman, Ed Harris, ecc.), ambientato nei
bassifondi dell'irlandese Boston della fine degli anni '80. Quindi
ci troviamo di fronte ad un film realistico e coinvolgente.
Considerando anche il bel cast mi sembra che il 7,5 sia meritato.
L'UOMO CHE VEDE LA MORTE In
effetti anche di questo film sappiamo ben poco, se non che c'è un
uomo che vede la morte! Ma siamo sicuri che invece non sia Osment
a vederla, dato anche il regista che si ritrova (rimando a
"Il sesto senso")? Comunque un appello: lasciate
riposare quel povero bambino! Cari produttori, lo state
sfruttando! Comunque il film promette una buona dose di mistero e
suspance, e comunque mi sembra un progetto tutto sommato
accettabile, quindi gli do un 6,5.
DOPO MEZZANOTTE Cast
notevolmente tarantinesco per un film appunto girato da Tarantino!
Solo Rourke e Caria partecipano per la prima volta ad un suo film.
Per il resto intuiamo una situazione non male, cioè il
protagonista che deve suo malgrado girare per la Londra by night.
Aggiungiamo anche gli omicidi e le situazioni paradossali ed ecco
il caro vecchio Tarantino. Quindi do un 7 a questa nuova
produzione pulp.
IL CUOCO E L'ORCHESTRINA:- Voto=
5,5
IT:- Voto= 6
RESIDENT EVIL:- Voto= 4
Anche per questa settimana le cronache finiscono qui. Mi è
dispiaciuto dover dare un N.C., ma veramente non potevo fare
altrimenti perché trama proprio non ce n'era! Quindi esorto tutti
i produttori ad essere più dettagliati in futuro. Con questo vi
lascio e vi do appuntamento alla prossima settimana. Continuate a
produrre, perché questa settimana ho avuto davvero pochissimo
lavoro!
Silver
Surfer
[su]
Le interviste di Mister Hyde
Questa settimana Mister Hyde ha intervistato Wolverine - alias
Fabio - presidente e animatore della Gargamella
Pictures, una delle ultime case di produzione affacciatesi
alla ribalta di Cinematik, ma già in piena attività: un film (Lupin
III: Il segreto di Rommel), un sito, presenza costante nel
Forum e in chat. Vediamo quindi di conoscere meglio anche questa
nuova realtà che già minaccia di dare filo da torcere alle case
di produzione "storiche".
Mr. Hyde: Allora Fabio - o devo
chiamarti Wolverine? - sei presente da questa settimana con il tuo
primo film, Lupin
III - Il segreto di Rommel, nel cinema virtuale di Cinematik.
Come ti sei avvicinato a questa affascinante e particolare
esperienza?
Gargamella: Mi è sempre piaciuto
raccontare storie, e penso che il cinema sia oggi il più grande
mezzo "narrativo" di cui disponiamo, perché permette di
raccontare "per immagini"... purtroppo, produrre e
distribuire un film è ancora appannaggio di pochi... così,
quando navigando nella Rete mi sono imbattuto in Cinematik, non ho
saputo resistere al richiamo... non conoscevo l'esistenza di
giochi simili, come Virtual Producer ad esempio, forse perché non
li avevo mai cercati, ritenendo un gioco di "Fantacinema"
assolutamente impossibile da realizzare... ovviamente, oggi sono
felicissimo d'aver avuto torto!
Mr. Hyde: Dalle tue dichiarazioni,
e dalla stessa scelta del tuo nickname, traspare un grande amore
per i fumetti ed i cartoni animati, giusto? Vuoi parlarcene?
Gargamella: Certamente! Come la stragrande
maggioranza dei ragazzi della mia generazione, ho vissuto in prima
persona l'invasione dei cartoni in Tv, apprezzando particolarmente
quelli, seriali o lungometraggi, occidentali o giapponesi, che
riconducevano ad un'altra mia vecchia passione: la fantascienza.
Ho iniziato a leggere fumetti da bambino, ed alcuni di essi non mi
hanno voluto più lasciare (i comics americani, in particolare):
ritengo il fumetto una nuova branca della letteratura
d'intrattenimento, al pari di romanzi e novelle, ma con in più la
possibilità di raccontare anch'esso, come il cinema, non solo a
parole ma anche visivamente... a me è sempre piaciuto leggere la
cosiddetta narrativa "main stream", e fumetti e cartoni
sono a mio parere la forma più moderna di questo tipo
d'intrattenimento.
Mr. Hyde: Invece in campo più
strettamente cinematografico quali modelli potresti indicare come
tuoi ispiratori, quali film e registi?
Gargamella: Essendo un appassionato
di fantascienza, non posso non citare l'immenso George Lucas,
Steven Spielberg, Robert Zemeckis e il troppo spesso sottovalutato
John Badham. Il mio film preferito è però una commedia: "The
Commitments", di Alan Parker, la storia della nascita e
morte di un gruppo soul nella Dublino di oggi. Tra gli altri miei
film preferiti, cito, in ordine sparso: "2001:Odissea
nello Spazio", "Caccia a Ottobre Rosso",
"Il Gigante di Ferro", "Tuono Blu",
"I Soliti Sospetti", "Magnolia",
"Il Miglio Verde", "Unbreakable",
"Four Rooms"... e tutti i film della coppia Bud
Spencer-Terence Hill.
Mr. Hyde: Aiutaci a conoscerti un
po' meglio con qualche tuo dato personale, e sui tuoi interessi al
di là del cinema (e dei fumetti, naturalmente).
Gargamella: Beh... Sono nato a Reggio
Calabria 25 anni fa. oltre al cinema ed ai fumetti sono un
appassionato di musica rock (Led Zeppelin, Deep Purple, Queen, Who,
Clapton, Dire Straits...), ho militato in alcune band fino a
pochissimo tempo fa in qualità di chitarra solista. Lavoro da
oltre sei anni come sottufficiale nella Marina Militare,
sommergibilista per la precisione (cosa che mi ha permesso di
viaggiare abbastanza e vedere una buona fetta di mondo)... Ho
frequentato il Liceo Scientifico e, dopo il diploma, per qualche
tempo, la facoltà di giurisprudenza (studiando nei ritagli di
tempo che lavoro e musica mi lasciavano...).
Mr. Hyde: Il tuo primo film è
ancora fresco di stampa ed è presto per dei bilanci, ma puoi
anticiparci qualcosa sui tuoi prossimi progetti?
Gargamella: Oltre a "Julia
Kendall, Psicologa Criminale", attualmente in realizzazione e
prestissimo nelle sale, sto lavorando, tra l'altro,
all'adattamento di due racconti comico/fantascientifici cui sono
molto legato: "Guida Galattica per l'Autostoppista" e
"L'Uomo che Vendette La Luna". Parallelamente a tutto
ciò, sto perfezionando un adattamento cui iniziai a lavorare per
scherzo alcuni anni fa... si tratta di un film basato su un'altra
serie animata, cult in tutto il mondo, Italia compresa:
"Mobile Suit GUNDAM". Per chi non avesse dimestichezza
con essa, dirò che narra di una futura guerra civile (niente
alieni invasori, ma uomini contro uomini), in cui vengono usati,
al pari di carri armati ed elicotteri, giganteschi robot costruiti
in serie, ma tecnologicamente limitatissimi e bisognosi di
continue manutenzioni. La vicenda (ispirata ai romanzi
"Fanteria dello Spazio" e "La Luna è una Severa
Maestra" di Robert A. Heinlein) gira attorno al tentativo di
alcuni soldati di proteggere il prototipo di uno di questi mezzi, perché
possa essere costruito su larga scala e dia una svolta definitiva
al conflitto. Come nella serie originale, i protagonisti saranno
gli uomini e non i mezzi, con un approccio narrativo realistico
sino alla crudeltà, molto simile a "Platoon", e con
nulla a che spartire con Mazinga, Goldrake e Co. Avendo in mente
un cast All-Star, però, dovrò necessariamente trovare un partner
per l'eventuale produzione...
Mr. Hyde: Come vedresti la
presentazione di un lungometraggio a cartoni animati in Cinematik?
Nessuno ancora ci ha pensato, mentre in Virtual Producer era
successo un paio di volte.
Gargamella: A tal proposito, ho
un'idea che mi frulla per la testa da un po', ma penso che un
gioco di Fantacinema come è appunto Cinematik debba parecchio ai
volti degli attori scelti. Un "fantacartoon", per quanto
ben scritto e progettato, difficilmente può esser reso visibile
al pari degli altri fanta-film, proprio perché non si hanno volti
e caratteristi noti da prendere come riferimento. Ma non ne
escluderei la possibilità a priori...
Mr. Hyde: Questa domanda è oramai
il tormentone di queste interviste: che attore vorresti come
interprete del tuo ruolo in un ipotetico film sulla tua vita?
Gargamella: Charlie Sheen, senza
dubbio. E'un attore comico ma anche drammatico, farsesco e
tragico, non è il classico "vincente di hollywood", ma
piuttosto un interprete atipico. E poi, dicono che ci
somigliamo...
Mister Hyde
[su]
TV: il cult della settimana
Settimana variegata per quanto riguarda la programmazione
televisiva in chiaro che propone una vasta scelta tra films di
livello a cavallo della sufficienza.
Ma veniamo subito alle consuete segnalazioni prima del consiglio
ufficiale.
(una precisazione: la data indicata, anche quando un film viene
trasmesso in orario notturno, è quella del calendario e non è
riferita, come spesso leggiamo su alcune riviste, alla serata
appena trascorsa)
Mercoledì 14 Marzo
Italia 1 ore 3.00
Mondo Cane
Il capostipite di una serie di film-verità assolutamente falsi!
Una curiosità per potere dire: 'sì, l'ho visto'. Non
indispensabile.
Venerdì 16 Marzo
Italia 1 ore 20.45
Mission Impossibile
Per i pochi che non lo hanno visto e per chi lo ama al punto di
rivederlo ad ogni passaggio in TV.
Sabato 17 Marzo
TMC ore 14.10
Soldati - 365 all'alba
Un Buon film italiano che punta l'indice contro l'ambiente
militare.
Ed ora il film "cult" di questa settimana.
Domenica 18 Marzo, RAI 1 - ore 0.50
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Titolo:
Il grande sonno
(The Big Sleep)
Regia:
Howard Hawks
Cast: Humphrey Bogart,
Laureen Bacall, John Ridgely, Martha Vickers, Dorothy Malone,
Peggy Knudsen, Elisha Cook Jr., Charles Waldron.
Durata:
1h e 54' Nazionalità:
Stati Uniti Anno: 1946 Musica:
Max Steiner
Soggetto: dall'omonimo romanzo di Raymond Chandler
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Philip Marlowe è ingaggiato dal generale Sternwood per
scoprire chi ricatta la figlia minore, Carmen. In realtà, Marlowe
si trova subito di fronte a una storia ben più ingarbugliata, in
cui assume un ruolo da protagonista la figlia maggiore del
generale Sternwood, Vivian. La traccia di alcune foto
pornografiche dove appare Carmen, oltre a lasciare dietro di sé
una scia di morti... Apparentemente, questo film di Hawks è il
classico "nero" della Warner anni '40 con buona parte
del cast preferito da Humphrey Bogart (Laureen Bacall, ovviamente,
ma anche il caratterista Elisha Cook Jr.). Si tratta in realtà di
una story molto complicata, realizzata vivacemente grazie ai
dialoghi di William Faulkner e di Leigh Brackett, alla fotografia
di Hickox ed alla musica di Steiner, che compongono insieme tanti
quadri difficilmente collegabili alla prima lettura del film. Gli
stessi attori dichiararono di avere lavorato senza avere ben
presente la trama, e Raymond Chandler rilevò mutamenti notevoli
rispetto al suo romanzo, pur mantenendo un giudizio di massima
positivo. Il Grande Sonno rientra di diritto nella categoria dei
cultmovie, ed alcune scene (l'incontro tra Bogart ed il generale
nel caldo soffocante di una serra; il dialogo ricco di sottintesi
tra Bogart e la libraia Dorothy Malone) appartengono per gli
ammiratori di Bogart alla leggenda. Da non perdere.
Merlino [su]
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