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I
giorni cantati (1979)
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Il film, attraverso
la descrizione emblematica di Marco, un cantautore trentenne della generazione
del ‘68 e di tre ragazzi di oggi di sedici-diciotto anni, propone il tema
del confronto-scontro fra due blocchi generazionali divisi da dieci cruciali anni di storia. Il
coesistere gomito a gomito di universi tanto diversi fra loro per valori,
abitudini, modi di vita, cultura, il loro permanere nonostante la vicinanza
sostanzialmente estranei e anzi ostili, il fascino che esercitano l’uno
sull’altro, l’illusorietà e la presa d’atto impotente del fallimento di
ogni tentativo non superficiale di comunicazione fanno parte della realtà
di oggi e si collocano nel quadro più generale della difficoltà crescente
di ogni tipo di rapporti, della frantumazione di molti tentativi di aggregazione
sociale, del ridursi dell’individuo in ambiti via via più ristretti, prima
il gruppo politico, poi solo la cerchia degli amici, poi il nucleo familiare, poi solo l’individuo,
poi... Ciò ha consentito, con la complicità interessata dei mass-media
e dell’industria culturale, l’affermarsi di una “cultura dei giovani” separata da quella ufficiale, la quale cultura dal canto
suo, nonostante le molteplici sollecitazioni, è cambiata solo superficialmente
limitandosi ad allargare di poco l’élite alla quale si rivolge. Risultato
di questa operazione di massificazione, che tende oltretutto a generalizzare
modi culturali e comportamenti propri dei giovani che vivono nei grandi
centri urbani, è la riduzione delle possibilità di conoscenza e di trasformazione
a opera delle nuove generazioni, il diffondersi della sfiducia rispetto
a qualsiasi possibilità di riscatto della società, il crescere della disgregazione
sociale e dell’individualismo esasperato. Marco ha in sé la coscienza
di questa situazione e insieme la consapevolezza del fallimento dei generosi
tentativi di una generazione, che non ha saputo trasmettere e attualizzare
criticamente la spinta ideale e politica del ‘68. Gli è di ostacolo la
sua stessa cultura, fatta in parole, di concetti, scritti, lineare; troppo
distante da quella dei ragazzi fatta di immagini, di associazioni scollegate,
globale... |
Cooperativa “Lunga gittata” |