CARMELO BENE
(Campi Salentina, Lecce 1937 - Roma 2002)

... Il cinema di Bene è un cinema non classificabile, né catalogabile, può essere solo “registrato”. Rimane sempre fuori, quasi in uno spazio di nessuno...

Il cinema di Carmelo Bene è contro il cinema, dettato «dal detestar qualcosa. Per poi demolirla». Si è trattato di «smontare il cinema attraverso un altro cinema», fase a cui è complementare l’assenza dal teatro — «sei anni di ininterrotto silenzio» — dal 1968 al 1973. Il cinema di Carmelo Bene è un cinema che “eccede” la forma cinematografica portandola a implosione. L’iconoclastia del suo cinema è volta contro la volgarità dell’immagine e investe tutto il cinema: underground e overground sia “d’autore” che di “consumo”. Si tratta di una “iconoclastia di principio” contro la volgarità dell’immagine, contro un certo uso dell’immagine fatto «da un cinema tributario, decadente, un cinema della provincia letteraria, dove si procede per attendibilità di racconto, scansione del logos... ».


La filmografia è composta da un cortometraggio, Hermitage (1968) e da cinque lungometraggi: Nostra Signora dei Turchi (1968), Capricci (1969), Don Giovanni (1971), Salomè (1972) e Un Amleto di meno (1973) più alcuni cortometraggi invisibili: A proposito di ‘‘Arden of Feversham”(1968), Il barocco leccese (1968) e Ventriloquio (1970). Bene ha inoltre progettato opere mai realizzate: Pinocchio dappertutto, nel 1966, alla cui sceneggiatura collaborò Nelo Risi (che avrebbe dovuto dirigerlo per l’Associazione Italiana Cinema d’Arte), e Faust (tratto da "La serata a Colono" di Elsa Morante), film progettato nel 1969 insieme a Eduardo De Filippo. Come attore ha preso parte, interpretando Creonte, all'Edipo re (1967) di Pier Paolo Pasolini. Ha preso poi parte, per recuperare «un po’ di fondamentale denaro» a Lo scatenato (1967) di Franco Indovina in cui interpretava la parte di un prete; Tre nel mille (1970), sempre di Indovina (Bene è doppiato); Colpo rovente (1970) di Pietro Zuffi, in cui interpreta il ruolo di un gangster, crivellato di colpi dentro una cabina telefonica di New York. Ha partecipato inoltre a: Umano non umano (1969) di Mario Schifano; Necropolis (1970) di Franco Brocani (con Andy Warhol); Claro (1975) di Glauber Rocha. Nel 1970 ha scritto L'orecchio mancante, un pamphlet «contro l’orrore dell’immagine e della scaletta a monte, quella che si chiama soggetto». Scritto con una mescolanza di corpi tipografici diversi e in una lingua inventata gergal-cinematografara è parodia della “sceneggiatura”, di cui è oggetto "La Signorina Felicita" di Gozzano, per meglio evidenziare «i diversi modi in cui attraverso lo script cinematografico si possa deturpare la poesia».

LA FILMOGRAFIA INTEGRALE (in preparazione)