Da
la Repubblica, sabato 14 novembre 1987
Il
nuovo Lp del violinista Giusto Pio
BELLO
SENZ’ANIMA IL “NEW AGE” MODELLO ITALIA –
di Enzo Gentile
Giusto
Pio è un signore distinto, in età più che adulta, con il sorriso schietto e
la parola scattante: ha dedicato la sua vita alla musica e può ben dire di
esserne stato ripagato, sia in termini di intensità del lavoro, sia per quel
che riguarda sorprese e guadagni. La gente, anche i più giovani, lo riconoscono
come il braccio destro di Franco Battiato negli anni del successo commerciale:
Giusto suonava il violino, ma firmava anche brani gettonatissimi e lo seguiva in
tournée e apparizioni televisive. Una specie di angelo custode saggio e
discreto, musicista fine, d'estrazione colta e quindi disposto a maneggiare i
materiali più diversi, proprio come gradiva il Battiato di quei primi anni
Ottanta. A un certo punto Giusto Pio scomparve all'orizzonte e, ironia della
sorte e gioco delle coincidenze, anche , la stella di Battiato, almeno leggendo
i numeri delle vendite e dei botteghini, iniziò a declinare. Ma tra i due è
rimasta una sorta di amicizia e di rispetto sulla base della quale è sempre
intercorsa una saldissima stima di fondo. E adesso che Battiato ha riversato le
sue passioni e le sue energie sull'opera lirica (è dello scorso aprile il
debutto a Parma di Genesi: ma che fine ha fatto oggi quell'ambizioso
progetto?),destinando la vena pop al mercato spagnolo dove le sue canzoni hanno
riscosso in estate clamorosi trionfi, Giusto Pio è tornato a realiz zareu un
disco a suo nome, con una musica abbastanza lontana dalle intenzioni e nei
contenuti da quella suonata nella carriera
ufficiale –trentadue anni come violinista d’orchestra - o in quella
della seconda giovinezza. Esce in questi giorni Note, un mazzetto di
composizioni solo strumentali che restituiscono un Giusto Pio romantico, sereno,
a tratti anche dolciastro, comunque imparentato con quel genere musicale un po'
modaiolo e tutto sommato gradevolmente superfluo, ribattezzato "New age".
"Ho
sempre cercato di ascoltare di tutto - spiega Giusto Pio - sono di quelli che
amano la musica nel suo complesso e quindi non mi stanco mai di conoscere e
accumulare esperienze. Questa situazione per me è nuova, ma già in passato
avevo registrato un album, Motore immobile, dove si possono rintracciare
affinità precise con Note: quest'ultimo lavoro, insomma, appartiene di
diritto al mio universo musicale, non c'è nulla di trasgressivo".
Siamo
però molto distanti dal repertorio di musicista classico a cui Giusto Pio è
stato legato per gran parte della sua vita. "Certo, ma è una specie di
prolungamento, non una scissione. Per esempio credo che il mondo dei musicisti
classici sia spesso troppo rigoroso, bacchettone e dunque prendersi delle
licenze sia addirittura doveroso.
Non
mi sono affatto allontanato dalle mie radici e ancora pochi mesi fa, con un
quartetto d'archi, ho eseguito musiche medioevali in concerto. L’importante è
non fermarsi: Note è un disco pulito, trasparente, che riflette il mio
stato d’animo in questi tempi. Nella musica si possono individuare molte linee
d’espressione: io ho voluto esaltare, divulgare quella emozionale”.