IL GAZZETTINO

Giovedì 5 novembre 1987

Torna il violinista di Castelfranco

Nuovo album per Giusto Pio

 MILANO - Torna Giusto Pio con un album «acu­stico», intitolato «Note». Il violinista-compositore di Castelfranco Veneto (un grande passato concerti­stico, 32 anni di orche­stra sinfonica e, oggi, molte soddisfazioni da un figlio di 29 anni, Ste­fano, nell’orchestra della Fenice) si era signorilmente defilato, anni fa, da ogni «operazione» musicale strettamente connessa al business mu­sicale, fosse con l’amico Franco Battiato oppure in proprio (l’ultimo caso con «Restauration», inci­so con l’etichetta Emi).

«Avevo deciso di fare il Cincinnato della situa­zione — racconta il Mae­stro — coltivando un pez­zo di terra dalle mie par­ti. Il richiamo della musi­ca, però, è stato troppo forte. D’altronde, non avevo smesso totalmente di suonare, esibendomi saltuariamente con alcu­ni «ensemble» di musica acustica, fosse barocca o altro. Poi vecchi amici (a partire dal produttore Angelo Carrara e dall’ ufficio-stampa della Cbs) mi hanno convinto a realizzare un nuovo al­bum». Il disco, informale nello stile e nella presen­tazione, è nato quasi come un «divertisse­ment». Mi sono comprato un mixer ed un registra­tore a dodici piste — spiega Giusto Pio — e me lo sono portato nella casa di campagna. E lì, da febbraio in poi, è nato il disco. Ho incominciato a elaborare le canzoni, ri­prendendo vecchi spunti mai sviluppati, alcuni nati nel periodo di lavoro con Battiato».

Cosi è nato un disco che lo stesso autore, mo­destamente, definisce «... musica d’ascensore, un sottofondo che va bene per ogni occasione». E il connubio con Battia­to? «Siamo sempre gran­di amici. Non ho parteci­pato alla sua Genesi perché la sentivo una cosa totalmente sua; d’altronde aveva già ottimi musicisti che lo coadiu­vavano».

Cosa ne pensa Battia­to, del disco dell’amico? Giusto Pio risponde con spirito: «Mi ha detto che è l’unico 33 giri di musica acustica che riesce ad ascoltare per intero, sen­za stancarsi!».

In una presentazione estemporanea, ad uso e consumo dei giornalisti, lo stesso Battiato aggiun­ge: «Nel disco di Giusto Pio c’è il gusto del «diver­timento», della sovrap­posizione di suoni acusti­ci (il violino) ed elettroni­ci (la base). C’è anche poesia crepuscolare, se si vuole. Si tratta, insom­ma, di un ottimo disco di musica strumentale «made in Italy»».

Bruno Mani