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    Uno Sbarco fasullo

Le prime immagini dello Sbarco...
 



 

OPS...qualcosa è andato storto...

Secondo alcuni sostenitori di una "teoria del complotto" le missioni americane che portarono all'arrivo del primo uomo sulla Luna il 20 luglio 1969 e a una serie di esplorazioni del nostro satellite conclusasi nel 1972 non sarebbero mai avvenute: sarebbero invece state girate in uno studio cinematografico e usate come mezzo per combattere la propaganda sovietica.
L'origine di questa teoria, ormai diffusasi in tutto il mondo, è il libro dell'americano Bill Kaysing We never went to the moon  (in Italia Non siamo mai andati sulla Luna) del 1976.


I "complottisti" indicano il regista Stanley Kubrick, allora famoso per i suoi effetti speciali molto realistici del film 2001: Odissea nello spazio, come incaricato dalla NASA per girare i vari filmati degli allunaggi. A sostegno della tesi, essi recano il fatto che l'agenzia spaziale statunitense concesse al regista l'uso di un nuovo tipo di lenti ad alta luminosità studiate per loro dalla Zeiss, talmente rivoluzionarie da permettere delle riprese a luce naturale mai tentate prima.

 


 

Ma osserviamo con attenzione...


 

 

Un complotto improbabile!


In realtà più volte è stato pubblicamente dimostrata la "scientifica insensatezza" delle accuse e la NASA stessa non ha dato molto peso agli affronti promossi da diversi autori. L'unica reazione ufficiale fu il finanziamento del progetto per un libro del giornalista ed esperto di voli nello spazio James Oberg. L'opinione pubblica reagì con diverse proteste con la motivazione che si trattava uno spreco di denaro pubblico. La NASA reagì cancellando nuovamente il finanziamento.


Di seguito i principali argomenti a sostegno della tesi e le relative spiegazioni razionali:

Argomento Controdeduzioni
Su diverse fotografie, raccolte in luoghi differenti, il paesaggio lunare è identico. Sassi visibili in primo piano sono addirittura identici. Ciò presume l'utilizzo di un'unica quinta utilizzata più volte come immagine di sfondo. Le colline visibili sullo sfondo sono in realtà sempre montagne lunari che si trovano a grande distanza, e che quindi cambiano molto poco spostandosi da un punto all'altro. Sembrano vicine solo a causa della mancanza d'atmosfera della Luna, dove non possono formarsi foschie. Osservando attentamente le immagini si può constatare che gli sfondi non sono mai identici, bensì diversi a seconda del punto di vista delle immagini stesse.
Le macchine fotografiche erano montate all'altezza del petto delle tute degli astronauti. Pertanto l'astronauta non riusciva a vedere cosa stava fotografando. Ciò nonostante le immagini riuscirono, erano messe a fuoco perfettamente e furono scattate senza tagliare la testa ai compagni di missione. Esistono esempi a sufficienza di immagini non riuscite [1]. Le immagine scelte dai media, e pertanto più conosciute, erano ovviamente quelle più riuscite dal punto di vista estetico; sono state inoltre modificate nel formato e nei contrasti dei colori. Gli apparecchi fotografici erano dotati di un ricercatore all'altezza dell'occhio umano e pertanto consentivano agli astronauti di scattare immagini a sagoma intera, nonostante la mancanza di uno specchio riflettore per la vista diretta. Infine gli astronauti si erano allenati a fotografare con detti apparecchi durante i sei mesi di preparazione alla missione [2].
Durante tutte le prove di volo con il modulo lunare effettuate sulla Terra, Neil Armstrong non è stato in grado di atterrare senza subire avarie. Le prove di volo citate vennero effettuate con il simulatore Lunar Landing Training Vehicle, mosso con spinta a getto. Questa macchina volante, già dal punto di vista tecnico non può essere confrontata con il modulo lunare reale. Durante le esercitazioni sono riusciti oltre un centinaio di voli ed atterraggi morbidi contro tre avarie dovute a difetti tecnici.
L'energia dei raggi gamma a cui gli astronauti erano esposti durante il passaggio attraverso le fasce di Van Allen, che si trovano tra Terra e Luna, sarebbe stata talmente alta, che gli astronauti non sarebbero stati in grado di sopravvivere. Questo in particolar modo durante quel periodo, quando si erano verificate forti eruzioni solari. Durante i 90 minuti di passaggio delle fasce, si può calcolare un'irradiazione di 4,3 millisievert, pari o inferiore ad un normale volo aereo da un continente all'altro.
L'accensione dei razzi di frenatura del modulo lunare causa un livello di rumore di 140 dB. Pertanto i collaboratori del centro di controllo non sarebbero mai stati in grado di seguire i discorsi tra gli astronauti. Si concorda che, a causa della mancanza di atmosfera sulla Luna, il suono non può diffondersi, però all'interno del modulo lunare poteva avvenire senz'altro. Il rumore di propulsione a razzo nasce dall'impatto dei gas di combustione, che viaggiano ad una velocità superiore a quella del suono, con l'aria circostante. Nel vuoto i congegni di propulsione sono talmente silenziosi che all'interno del modulo lunare si sente al massimo un lieve fischiare dei gas di combustione che escono.
Su tutte le immagini fotografiche scattate sulla Luna non è visibile alcuna stella. Il contrasto su negativi con diaframma da 9 a 11 non è sufficiente per consentire di fotografare un oggetto poco luminoso (come una stella lontana), in un paesaggio chiaro. Per fotografare stelle in cielo sarebbe stato necessario un tempo di esposizione alla luce molto lungo. Ovviamente, in tal caso, gli astronauti ed il paesaggio lunare sarebbero stati del tutto sovraesposti. Lo stesso effetto può essere raggiunto e constatato con qualsiasi apparecchio fotografico comune, nel caso di un'immagine di un oggetto chiaro scattata di notte (ad esempio una città). Anche su queste immagini non sono visibili le stelle. Infine, anche su immagini prese dallo spazio più recentemente (ad esempio dallo Space Shuttle che si trova in vicinanza della Terra) non sono visibili le stelle.
Molte immagini contengono palesi errori; ad esempio l'orma di uno stivale sotto il modulo lunare; su di un'altra immagine si specchiano altri due astronauti nella visiera del' astronauta fotografato (mai più di due astronauti si sono trovati contemporaneamente sulla Luna). Su qualche fotografia possono essere intraviste delle lettere incise sui sassi, rispettivamente nel suolo lunare [3]. Si tratta di illusioni o di ritocchi. In particolar modo l'immagine del terzo astronauta proviene dalla home page privata di un dipendente della NASA. La NASA mette a disposizione sui suoi server tutti gli originali, in alta risoluzione, privi di questi piccoli errori. Le lettere riconoscibili sono dovute a perdite di dettaglio rispettivamente a causa della riduzione e copiatura di immagini. Molte illusioni sono dovute a minuscole immagini diffuse su Internet in un formato altamente compresso, i cosiddetti artefatti di compressione (come diverse immagini JPEG).
Su diverse immagini le ombre non si diffondono parallelamente. Tale fatto è dovuto ad uno studio cinematografico dotato di più riflettori. Considerando che sulla Luna il Sole è l'unica fonte di luce, tutte le ombre dovrebbero diffondersi parallelamente ed inoltre essere proporzionate agli originali nella loro lunghezza. Le ombre cadono su di una superficie ineguale e pertanto sembrano più brevi (in caso di elevazione del suolo) o più lunghe (in caso di approfondimento del suolo). Inoltre, la prospettiva della fotografia fa sfigurare nella vicinanza l'immagine dell'ombra in una maniera tale che non sembrano diffondersi parallelamente. Se fossero state utilizzate più fonti di luce, cioè riflettori, dovrebbero essere visibili più ombre dello stesso oggetto che si diffondono in direzioni diverse. Tale fatto può per esempio essere constatato con le ombre dei giocatori di calcio durante una partita giocata con i riflettori accesi.
Su molte immagini della NASA sono visibili le crocette delle fotocamere. Queste crocette talvolta vengono addirittura coperte da oggetti che si trovano sulla Luna. Pertanto si può trattare esclusivamente di fotomontaggi. In questo caso si tratta di un effetto fotografico chiamato color bleeding. Su immagini della bandiera americana, le crocette vengono coperte nelle strisce di colore bianco, mentre appaiono davanti alle strisce più scure di colore rosso.
Immagini filmate mostrano come la bandiera degli Stati Uniti d'America sventola. Non essendoci alcuna atmosfera sulla Luna e pertanto non esistendo alcun vento, è assolutamente impossibile che la bandiera sventoli. Lo sventolare della bandiera non è dovuto al vento, bensì a causa di vibrazioni di durata prolungata all'interno del vuoto d'aria. Venendo meno l'attrito della bandiera con l'aria, le vibrazioni vengono causate dal piantare l'asta nel suolo lunare. Infatti tali vibrazioni sulla Luna vengono frenate esclusivamente dalla rigidità della stoffa.

Inoltre, come ben visibile da più immagini e spiegato in una maniera molto semplice dal punto di vista scientifico (affinché possa essere compreso dalla maggior parte di persone) in diverse pubblicazioni estere (ad esempio nel libro del giornalista tedesco ed esperto di voli nello spazio Werner Büdeler - Das Abenteuer der Mondlandung - L'avventura dell'allunaggio), si nota che la bandiera venne appesa pure su di un'asta traversale e preparata in una maniera tale da dare l'effetto che sventolasse.

Anche in uno studio televisivo ci sarebbe stata l'assenza di vento e la bandiera sarebbe rimasta floscia. L'utilizzo di un apposito ventilatore avrebbe ulteriormente alzato polveri. In caso di registrazione delle immagini in uno studio all'aperto in una zona ventosa, questo avrebbe pure causato l'alzare di polveri ed in conseguenza scarsa visibilità.

Il congegno di propulsione del modulo lunare non ha formato un nuovo cratere d'impatto sul suolo lunare. La forza di spinta del congegno di propulsione non era grande a sufficienza per far nascere un cratere. Per confronto, l'aereo da combattimento Harrier a decollo verticale produce una spinta maggiore di quella del modulo lunare, ma non lascia comunque alcun cratere.
Durante il lancio del modulo lunare, non era visibile alcuna fiamma. Il carburante utilizzato dal modulo lunare (l'idrazina) brucia producendo una fiamma quasi invisibile [4].
Terminato il programma di voli sulla Luna, tutti i piani di costruzione nonché i microfilm relativi, in particolar modo quelli relativi ai razzi Saturn V, il modulo lunare e il rover, sono stati distrutti. I piani di costruzione stampati relativi al razzo Saturn V sono stati distrutti a causa della mancanza di un finanziamento per la costruzione di un apposito archivio - ovviamente non prima che fossero copiati su microfilm. Inoltre si possono consultare piani di costruzione del razzo Saturn V in vari musei degli Stati Uniti d'America, mentre i piani di costruzione di altri componenti del programma, come ad esempio del modulo lunare, sono tutt'oggi esistenti. I microfilm vengono conservati in locali con apposita climatizzazione del National Space Science Data Center [5].
I portelli d'ingresso del modulo lunare, e quelli per il passaggio nel modulo di comando, erano troppo stretti per passarvi indossando le tute spaziali. Fotografie ed immagini registrate sia sulla Luna che sulla Terra dimostrano che il portello d'ingresso non era troppo stretto. Ovviamente tale fatto fu preventivamente testato, in particolare durante la missione Apollo 9 (nell'orbita terrestre) durante un passaggio dal modulo di comando nel modulo lunare. Il portello di passaggio tra il modulo lunare (LM) ed il modulo di comando (CSM) - o viceversa - non veniva mai utilizzato indossando la tuta spaziale.
Su riprese televisive si nota che i salti degli astronauti non sono più alti dei salti normali sulla Terra indossando una tuta spaziale. Considerando che il peso della tuta spaziale era di circa 80 chilogrammi, sulla Terra non sarebbe stato possibile alcun salto. Sulla Luna sono stati documentati salti di un'altezza di circa 60 cm. Salti più alti non sono possibili a causa della scarsa libertà di movimento all'interno della tuta stessa. Inoltre il centro di gravità piuttosto alto (a causa dello zaino che conteneva i sistemi di sopravvivenza) ostacolava ulteriormente un salto più alto perché avrebbe fatto rischiare all'astronauta di atterrare male, con la possibilità di danneggiare la tuta spaziale.
A causa della forza di gravità minore esistente sulla Luna, le ruote del rover lunare avrebbero dovuto girare a vuoto durante la fase di accelerazione. Inoltre, nelle curve, il moon rover avrebbe dovuto reagire come sul ghiaccio sulla Terra. La forza d'attrito viene determinata fisicamente dal prodotto della forza del peso ed il coefficiente d'attrito. Quest'ultimo, grazie allo speciale design delle ruote, era molto migliore di quello di semplici pneumatici di gomma. Pertanto si riuscì a creare un veicolo che riusciva a tenere la strada sulla Luna in una maniera migliore che sulla Terra su strade in cattive condizioni. In più deve essere considerato che sulla Luna si viaggiava ad una velocità massima di 13 km/h.
Gli astronauti dichiararono di aver assistito al sorgere e al calare della Terra. Infatti su diverse immagini scattate sulla Luna, si nota che il pianeta Terra si trova in una posizione diversa. Considerando invece, che la Terra si trova al centro dell'orbita lunare, tale fatto è del tutto impossibile. Le osservazioni degli astronauti non avvennero sulla Luna, bensì in fase di orbita intorno alla Luna. Considerando che durante detta fase, la navicella spaziale ovviamente sorvolò pure la faccia lontana della Luna - cioè quella non visibile dalla Terra - per raggiungere nuovamente la faccia rivolta verso la Terra, il sorgere e il calare della Terra sono facilmente spiegati.
A causa del vuoto, sulla luna le tute spaziali avrebbero dovuto dare l'effetto di essere gonfiate. Questo problema era stato previsto, e le tute spaziali erano state progettate e costruite in modo da impedirlo.
Il veicolo lunare era troppo grande per poter essere trasportato sulla Luna. In pratica si sostiene che il Lunar Roving Vehicle (LRV), dotato di quattro ruote, non sarebbe potuto essere sistemato in nessuna parte, sia del modulo di comando, che del modulo lunare. Inoltre, avrebbe comportato un peso troppo elevato. Il veicolo lunare era sistemato su di una parte del modulo lunare, però piegato. Inoltre, per le missioni dotate di tale veicolo, i moduli lunari di allunaggio vennero modificati appositamente e si provvide ad avvicinarsi alla luna con delle traiettorie di volo che consentivano di risparmiare del carburante. Queste traiettorie non consentivano di ritornare automaticamente verso la Terra (fatto intervenuto per la prima volta durante Apollo 13. Per le missioni Apollo 8, 11 e 12 si usarono orbite con ritorno automatico verso la terra in caso di interruzione della missione). Gli Apollo 11 e 12 dovettero utilizzare dell'ulteriore carburante per la fase di frenatura ed avevano una capacità di carico utile abbastanza modesta. Durante la missione di Apollo 17, il modulo di comando frenò verso un'orbita lunare più bassa e pertanto consentì la capacità di carico utile più alta di tutte le missioni per un modulo lunare.
I computer di bordo erano troppo piccoli. Alla fine degli anni '60, il personal computer non era ancora stato inventato, le possibilità e le memorie dei computer di allora raggiungevano al massimo quelle di una normale calcolatrice dei nostri tempi. Sostenere pertanto l'allunaggio mediante computer in tempo reale non sarebbe stato possibile in nessun caso. Anche il calcolo delle traiettorie di ritorno è difficile da immaginare. La maggior parte delle volte il veicolo era pilotato manualmente. Inoltre le traiettorie di volo venivano calcolate in anticipo dai computer della NASA che, pur inferiori a quelli di oggi, erano in grado di eseguire il compito. I semplici e modesti computer di bordo funzionavano similmente ad un normale autopilota, che trasforma detti dati in comandi di pilotaggio.

Ai computer di bordo del modulo di comando e del modulo lunare vennero trasmessi direttamente da Houston parte di programmi appositamente predisposti per le singole fasi della missione (anche nel film Apollo 13 tale fatto viene rappresentato quale ultima fase della riattivazione del modulo di comando Odyssey). I computer disponevano di una memoria sufficiente a calcolare e dirigere in tempo reale la navigazione e le singole fasi dell'allunaggio. Solo pochi anni dopo, i computer di bordo della NASA furono in grado di dirigere autonomamente le manovre alquanto complesse dello Space Shuttle.

Uno degli argomenti di maggior peso a favore della dimostrazione dell'allunaggio sono i 381 kg di rocce lunari. Queste furono analizzate da scienziati di tutto il mondo. Contengono minerali ed isotopi che fino ad allora erano sconosciuti sulla Terra. Gli scettici sostengono che si tratta di meteore precipitate sulla Terra. La composizione chimica delle rocce lunari è completamente diversa da qualsiasi roccia terrestre. Inoltre può essere documentato l'impatto di molteplici micrometeore su dette rocce lunari.

Sulle meteore trovate sulla Terra non si possono constatare tali impatti. Tale circostanza è dovuta al fatto che, durante l'entrata nell'atmosfera terrestre, detti segni vengono bruciati e pertanto cancellati. Inoltre le rocce contenevano isotopi radioattivi di breve vita, dovuti all'irradiamento permanente che si trova sulla Luna. Infine, sulle rocce lunari manca del tutto il cosiddetto involucro acquoso in quanto a causa del vuoto l'acqua sparisce completamente dalla superficie dei sassi.

Gli apparecchi fotografici non sarebbero mai stati in grado di funzionare, tanto meno di consentire lo scatto di fotografie. Con una temperatura fino a 130 gradi centigradi (durante il giorno), le pellicole si sarebbero sciolte a causa del materiale delle macchine fotografiche usato e privo di raffreddamento. Con temperature di meno 40 gradi centigradi (durante la notte) invece, a causa del freddo, sarebbero state le pile a non funzionare, e la pellicola si sarebbe spezzata. Le temperature indicate si riferiscono alla superficie della Luna. A causa della mancanza dell'atmosfera, sulla Luna non esiste una temperatura dell'aria, e le temperature del suolo non influiscono su delle macchine fotografiche tenute in mano. Inoltre, nessuna missione allunò durante una notte lunare, né durante mezzogiorno lunare - cioè durante le circostanze e temperature estreme suddette. La superficie lunare nelle zone dell'allunaggio aveva una temperatura di circa 20–25 gradi centigradi.

Gli apparecchi fotografici erano modelli Hasselblad-500EL appositamente studiati per l'allunaggio. Come le apposite box di ricambio delle pellicole erano dotate di un involucro coperto d'argento per riflettere la radiazione solare ed evitare di scaldarsi troppo. Sia le fotocamere che le camere per la registrazione di immagini filmate erano chiuse ermeticamente e disponevano di una sicura contro il caricamento elettrostatico possibile durante l'inserimento delle pellicole[6]. Gli Stati Uniti d'America, come l'Unione Sovietica, poterono avvalersi sin dal 1960 di immagini filmate da satelliti spia, senza avere problemi a causa della temperatura.

Sino al giorno d'oggi, l'esplorazione spaziale deve battersi per portare l'uomo in orbita e farlo ritornare sulla Terra senza problemi. Basti pensare alle catastrofi del Challenger (1986) e del Columbia nel 2003 oppure molteplici altri casi di catastrofi dell'esplorazione spaziale. Pertanto, neanche le missioni Apollo possono essere presentate come prive di pericoli. Bisogna far notare che i finanziamenti alla NASA vennero troncati drasticamente alla fine del programma Apollo ed un'ulteriore volta con la caduta della cortina di ferro. Il pericolo degli allunaggi non venne mai negato, bensì calcolato come rischio accettabile. Fu lo stesso John F. Kennedy a dire che Non facciamo queste cose perché sono semplici, ma perché sono difficili. Inoltre durante le missioni Apollo ci furono molteplici situazioni di pericolo (basti pensare a tutta la missione di Apollo 13). Rimane il fatto che i due incidenti degli Space Shuttle rappresentano una percentuale assai ridotta se paragonati ai 115 voli effettuati dalla flotta di sei veicoli, per un totale di 1.058 giorni di permanenza in orbita e di 16.759 orbite complete; percentuale estremamente inferiore a quella dei 35 voli del progetto Apollo, mediamente più brevi, che contarono quattro fallimenti A-101, AS-201, Apollo 1, Apollo 13 e in circa la metà delle missioni ebbero inconvenienti non critici ma comunque significativi, tutto ciò usando un parco mezzi assai più ampio.
Le immagini filmate del primo allunaggio sono molto simili a quelle mostrate nel film Capricorn One e pertanto potrebbero essere copiate da questo. Tale argomentazione è un anacronismo evidente, talvolta non riconosciuto abbastanza dai sostenitori della teoria. Infatti il primo allunaggio è avvenuto nel 1969, mentre il film citato venne girato solo nel 1977. Inoltre, i formati della pellicola (dimensioni e passo), sono totalmente diversi e incompatibili tra loro.



Nonostante le smentite la leggenda dello Sbarco fasullo continua a circolare e a destare interesse; d'altronde, come disse Albert Einstein:

"La fantasia è più preziosa della conoscenza"

...parole di un fisico.
 

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