Preistoria
L'area di Monfalcone è sempre stata zona di confine e punto di transito nelle comunicazioni da e verso l'Europa centro-orientale.
Questa collocazione ne ha fatto anche oggetto di incursioni che hanno in larga parte distrutto le più antiche tracce di civiltà.
Gli insediamenti preistorici di cui esistono tracce probabilmente erano dei castellie
ri.
Quattro nell'area di Monfalcone, di cui uno situato dove oggi sorge la Rocca di Monfalcone, luogo scelto per la posizione strategica dalla quale si controllava la costa da Grado a Trieste, finanche all'Istria settentrionale. La formazione e la crescita di centri abitati fu stimolata probabilmente dalla presenza di una strada detta "dell'Ambra e dell'Ocra" che portava fino al Mar Nero (Silvio Domini).  

Era Romana
In età imperiale Aquileia fu un nodo centrale per lo sviluppo dell'Impero verso oriente. Anche l'area di Monfalcone fu coinvolta da tale espansione.
E' possibile esistesse, ma non ve ne è prova certa, un castrum romano in prossimità della Rocca. Di certo gli storiografi romani conobbero le foci del Timavo ove sorgevano delle terme visitate dagli abitanti di Aquileia e talvolta da nobili ospiti.  

Medioevo
Anche in questo periodo la documentazione storica è molto povera. Nel 967 si ha documentazione dell'esistenza di un nucleo abitato vicus Panzianus. La località di Panzano, sede oggi dell'area industriale. La zona di Monfalcone era di importanza strategica per il controllo delle invasioni dall'est, e l'Imperatore Ottone  donò i centri abitati e le fortificazioni al patriarca di Aquileia perché controllasse le invasioni degli Ungari: a quest'epoca risale la prima Rocca di Monfalcone.
Nel 1260 si ha documentazione della riacquisizione della "contrata Montis Falconis" e del suo "castrum" ad opera del patriarca di Aquileia, a danno di Mainardo IV di Gorizia.
Non si ha ancora testimonianza di abitazioni nell'attuale sede di Monfalcone.
Solo nel 1289 un documento chiama la Rocca "Castrum superius" suggerendo l'esistenza di un "Castrum inferius" ovvero di una cittadella fortificata alla base della Rocca, sede della futura Monfalcone.
Nel Trecento la città diventò quindi sede di un importante passaggio doganale lungo la "strada del Patriarca".
Nel 1396 si ha notizia di una guerra tra le genti della città, legate alla "Fedele Unione" di Udine, e le genti della Rocca, sulla quale il papa Urbano VI aveva imposto il comando di Filippo d'Alencon.  

Il dominio veneziano
Allo sfaldamento dei poteri dovuto alle lotte intestine seguì il subentro del dominio di Venezia che prese il controllo della città e della Rocca nel 1420. Nei quattro secoli seguenti l'area di Monfalcone fu ancora teatro di sanguinose guerre contro i Turchi prima (1470-1499) e Austriaci e Germanici poi (1508-1521). A queste guerre seguì la ristrutturazione della Rocca, portata alle sue fattezze attuali nel 1525, e la costruzione di Palmanova (1593) che tolse importanza strategica a Monfalcone.
Il dominio di Venezia si concluse con l'avanzata delle armate Napoleoniche che, di passaggio verso Trieste, conquistarono la Rocca.

L'era moderna e contemporanea
Dopo vari passaggi di mano, la città passò stabilmente sotto il controllo degli Austriaci nel 1814. Anche per Monfalcone si ha in questo periodo un forte sviluppo industriale, che ebbe una spinta verso la fine del XIX secolo dai Cantieri navali Adriawerke, dalle Officine Elettriche dell'Isonzo, e dalla costruzione della rete ferroviaria che collegava Vienna a Trieste, Udine, Treviso e poi Venezia.
Con l'inizio della grande guerra e per la richiesta di manodopera la città raggiunse 12.000 abitanti nel 1913.  

La grande guerra
Tutta la zona di confine nel nord-est d'Italia fu fortemente segnata dalla grande guerra.
La guerra tra Regno d'Italia e Impero Austroungarico cominciò nel maggio del 1915, ed ancora una volta Monfalcone, rivendicata dall'irredentismo Italiano, fu teatro di sanguinose battaglie.
La bandiera del Regno d'Italia venne issata sulla Rocca il 9 giugno, e così cominciò il martellamento dell'artiglieria pesante Austriaca schierata sul Carso.
La città subì gravissimi danni e venne riconquistata dagli Austriaci dopo la disfatta di Caporetto e la drammatica ritirata delle forze italiane, costrette a ripiegare fino al Piave.
La città tornò in mano italiana solo a guerra ormai conclusa il 24 ottobre 1918, e senza l'uso della forza.

Tra le due guerre
Monfalcone uscì semidistrutta dalla guerra e cominciò la ripresa gravitando intorno ai cantieri navali. Frenata dalla crisi del 29 ebbe nuovo slancio prima della seconda guerra mondiale.
Sotto il fascismo si sviluppò anche un forte movimento antifascista tra gli operai dei cantieri stessi. Nello sviluppo della città è di particolare interesse lo sviluppo urbanistico del quartiere di
Panzano che gravita intorno ai cantieri navali: "un raro esempio di urbanistica interamente finalizzata alle esigenze di un grande complesso industriale".  

Dalla seconda guerra mondiale a oggi
Le terre di confine tra Italia e Jugoslavia furono di nuovo terra di contesa durante e dopo la seconda guerra. Monfalcone fu restituita definitivamente all'Italia il 14 settembre 1947, in seguito all'entrata in vigore dei trattati di pace. (Quantunque la definitiva definizione dei confini venisse ratificata, solamente nel 1975, dai trattati di Osimo tra Italia e Jugoslavia).
Nel dopoguerra, in aggiunta all'attività dei cantieri navali, si sono sviluppate molteplici attività industriali che hanno portato la città ad un rapido sviluppo e alla crescita della popolazione, anche attraverso migrazioni di lavoratori e relative famiglie. Tra queste attività spiccano, oltre alla navalmeccanica, la chimica, l'industria elettrica ed elettromeccanica, e quella siderurgica. Oggi Monfalcone è il capoluogo di un mandamento che comprende 60.000 abitanti, di cui la metà circa residenti in Monfalcone stessa. La città si è espansa fino a praticamente congiungersi con i comuni di Staranzano e Ronchi dei Legionari. Essa mantiene un ruolo importante come punto di transito da e verso i paesi dell'est, che stanno acquistando rinnovata importanza strategica sul piano economico, grazie ai repentini cambiamenti che si sono susseguiti, a cavallo tra i tardi anni ottanta ed i primi anni novanta, e che hanno visto, con il simbolico crollo del muro di Berlino, la nascita di nuovi partner commerciali ad est. Acquistano quindi sempre maggiore importanza le infrastrutture presenti nella zona: porto, autostrada Trieste-Venezia-Milano, ferrovia ed Aeroporto di Ronchi dei Legionari. La fortuna della area di Monfalcone sarà in futuro legata allo sviluppo di un'asse commerciale che colleghi
Mosca ed i paesi dell'Europa dell'est, attraverso Kiev e Lubiana, al nord Italia ed in particolare al nordest.  

                                          Monfalcone

 
Monfalcone
comune

La Rocca di Monfalcone
Dati amministrativi
Stato Italia Italia
Regione Friuli-Venezia Giulia-Stemma.png Friuli-Venezia Giulia
Provincia Provincia di Gorizia-Stemma.png Gorizia
Sindaco Silvia Altran (PD) dal 30/05/2011
Territorio
Coordinate 45°48′00″N 13°32′00″E / 45.8°N 13.533333°E (Monfalcone)Coordinate: 45°48′00″N 13°32′00″E / 45.8°N 13.533333°E (Monfalcone) (Mappa)
Altitudine 7 m s.l.m.
Superficie 20,5 km²
Abitanti 27 877[1] (31-12-2010)
Densità 1 359,85 ab./km²
Comuni confinanti Doberdò del Lago, Duino-Aurisina (TS), Ronchi dei Legionari, Staranzano
Altre informazioni
Lingue veneto, friulano, sloveno
Cod. postale 34074
Prefisso 0481
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT 031012
Cod. catastale F356
Targa GO
Cl. sismica zona 4 (sismicità molto bassa)
Cl. climatica zona E, 2 213 GG[2]
Nome abitanti monfalconesi
Patrono Madonna della Salute
Giorno festivo 21 novembre
Localizzazione

Monfalcone

Posizione del comune di Monfalcone nella provincia di Gorizia
Sito istituzionale

Monfalcone (Mofalcon in dialetto bisiaco[3], Monfalcon in friulano[4][5], Tržič in sloveno[6], Falkenberg in tedesco, desueto) è un comune italiano di 27.856 abitanti (quinta città per numero di abitanti della regione) della provincia di Gorizia in Friuli-Venezia Giulia è il centro principale della zona dialettale della Bisiacaria.

 

 

Geografia fisica[modifica | modifica sorgente]

La città è posta fra il Carso ed il Mare Adriatico, affacciata al punto più settentrionale del Mar Mediterraneo. Con i comuni contermini (Ronchi dei Legionari, Staranzano, San Canzian d'Isonzo) forma un unico agglomerato urbano di oltre 50.000 abitanti.

Rappresentato nelle carte IGM al 25.000: 40A-III-NE / 40A-III-NO.

Clima[modifica | modifica sorgente]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Stazione meteorologica di Trieste Ronchi dei Legionari.

Il clima della città di Monfalcone si può considerare come la cerniera tra il clima della pianura friulana e quello della costiera triestina. Rispetto al primo, infatti, le precipitazioni sono meno consistenti e la ventosità più accentuata (soprattutto nella parte costiero carsica della città, meno in quella pianeggiante). Anche le temperature sono leggermente più alte nei valori minimi. Tuttavia, rispetto al clima della costiera triestina, Monfalcone si presenta meno esposta ai venti dal primo quadrante, fattore, questo, che determina temperature minime anche parecchio più basse rispetto alla città di Trieste. Va segnalato che nonostante la breve distanza da Ronchi dei Legionari, le statistiche meteorologiche di riferimento per questa città non possono appieno considerarsi adeguate alla città di Monfalcone, specialmente per quanto riguarda la parte costiero carsica. Anche nello stesso limitato territorio comunale di Monfalcone infatti possono esservi differenze anche di 2 o 3 gradi di temperatura.

Storia[modifica | modifica sorgente]

Il territorio dell'attuale comune di Monfalcone fu sede, in età preromana, di diversi castellieri mentre in tarda epoca repubblicana vennero costruiti, nelle immediate vicinanze dell'attuale centro urbano, degli edifici termali (Insulae clarae). In età medievale appartenne agli Ostrogoti, ai Bizantini, al Ducato longobardo del Friuli, ai Franchi, al Regno d'Italia, al Sacro Romano Impero e a Venezia. Fra l'899 e il 952 subì le incursioni degli Ungari. Nel 967 l'imperatore Ottone I donò Panzano ed altre località al Patriarca di Aquileia, che successivamente ottenne (1077) dall'imperatore Enrico IV anche l'investitura feudale della zona e dell'intero Friuli. Nel 1260 Monfalcone fu citata per la prima volta in un atto con il quale il conte di Gorizia Mainardo II restituiva al Patriarca di Aquileia la località, ricevuta in pegno qualche anno prima. All'epoca era già stata costruita sul monte Falcone, all'interno di un antico castelliere, la Rocca, mentre gli abitanti avevano edificato le proprie case ai piedi di tale monte. A causa delle mire dei conti di Gorizia e dei signori di Duino, la città fu circondata da mura all'interno delle quali sorsero il palazzo patriarcale, il palazzo comunale e il duomo. Il distretto di Monfalcone fu rappresentato nel Parlamento della Patria del Friuli, composto da nobili clero e comunità, in cui occupava il settimo posto fra queste ultime. I patriarchi favorirono l'immigrazione a Monfalcone, mediante la concessione di terre, al fine di stimolare la crescita demografica nel territorio.

 
La Rocca

Nel 1420 la Repubblica di Venezia invase il Friuli e pose fine al potere temporale del Patriarcato di Aquileia. Monfalcone fu presa il 14 luglio di quell'anno, dopo 3 giorni di assedio. Rimase sotto la Serenissima dal 1420 al 1511. Nel 1472, 1477 e 1499 il territorio subì tre incursioni dei Turchi ma la Rocca e la città murata non furono toccate. Nel 1511 fu occupata per breve tempo dai francesi in funzione anti-veneziana. Ripresa dai veneziani, nel 1514 fu espugnata dall'imperatore Massimiliano I d'Asburgo, che occupò la città murata e distrusse la Rocca. Nel 1521, con la dieta di Worms, il territorio tornò a Venezia, che ricostruì la Rocca. Con la costruzione della fortezza di Palmanova (1593), il territorio di Monfalcone perse parte della primitiva importanza e non fu più potenziato. Fra il 1615 e il 1617, durante la guerra di Gradisca fra Venezia e l'Austria (detta anche degli Uscocchi), il territorio fu saccheggiato e incendiato ma la città murata fu salvata dalle artiglierie della Rocca.

Nel 1751 fu soppresso il Patriarcato di Aquileia e furono create al suo posto le due arcidiocesi di Udine e Gorizia. Il territorio di Monfalcone fu aggregato ad Udine come tutta la parte veneta, mentre quella austriaca fu assegnata a Gorizia. Nel 1797 i francesi occuparono il monfalconese. Col trattato di Campoformido gran parte della Repubblica di Venezia fu ceduta all'Austria, ma i francesi rimasero a Monfalcone fino al gennaio 1798, commettendo numerosi soprusi. Con la pace di Presburgo del 1805 la quasi totalità delle terre ex venete fra cui Monfalcone l'Istria e la Dalmazia furono cedute al Regno d'Italia. Con il trattato di Fontainebleau del 1807 fu deciso il nuovo confine fra Regno d'Italia e Impero d'Austria sul fiume Isonzo. Monfalcone divenne di nuovo austriaca anche se i francesi si riservarono il diritto di attraversarla per raggiungere l'Istria. Ma da questo momento, per la prima volta nella storia, Monfalcone fu staccata dall'area di Aquileia-Udine-Cividale ed entrò a far parte del Circolo di Gorizia. Con il successivo trattato di Schönbrunn del 1809 Monfalcone fu unita, insieme ai territori a sinistra dell'Isonzo, alle appena costituite Province Illiriche poste sotto controllo francese. Nel 1813 l'Austria riconquistò le Province Illiriche e, con esse, Monfalcone. Successivamente (1825) il distretto di Monfalcone (comprendente i mandamenti di Monastero, Monfalcone, Duino e Sesana) fu incorporato definitivamente nella Principesca Contea di Gorizia e Gradisca e ne seguì le sorti (fra cui l'integrazione al Litorale Austriaco, nel 1849) fino alla prima guerra mondiale. Il 9 giugno 1915 la città venne presa dall'esercito italiano, ma a seguito della battaglia di Caporetto tornò in mano austro-ungarica (1917). Al termine del conflitto Monfalcone fu riunita all'Italia.

La città divenne nota agli inizi del Novecento con la costruzione del massimo cantiere navale italiano (attualmente Fincantieri), fondato nel 1908 come Cantiere Navale Triestino dalla famiglia Cosulich, dopo la chiusura dei cantieri navali triestini, trasferiti in Monfalcone, in cui ancor oggi vengono realizzate navi da crociera e di grosso tonnellaggio. Durante la seconda guerra mondiale (dal 1º ottobre 1943) fu aggregata alla zona di operazione del Litorale Adriatico. A partire dal 19 marzo 1944 fu più volte bombardata.

Si organizzò la lotta di resistenza ai nazisti in particolar modo sul Carso cioè nel territorio abitato da sloveni. Per 40 giorni fu in mano alle truppe di Tito. Dal giugno 1945 al settembre 1947, trovandosi ad occidente della cosiddetta linea Morgan, fu sotto occupazione alleata. Con l'entrata in vigore del trattato di Parigi, il 15 settembre 1947 ritornò definitivamente all'Italia. Unita dal 1923 fino al 1947 alla provincia di Trieste, fu restituita, in quello stesso anno, alla Provincia di Gorizia.

Onorificenze[modifica | modifica sorgente]

 
I partigiani comunisti accolgono le truppe neozelandesi giunte a Monfalcone inneggiando all'annessione della città alla Jugoslavia

Monfalcone è tra le città decorate al Valor Militare in quanto insignita della Medaglia di Bronzo al Valor Militare e della Medaglia d'Argento al Valor Militare per i sacrifici della sua popolazione: sia durante la prima guerra mondiale, quando fu quasi completamente rasa al suolo, sia durante la seconda guerra mondiale quando subì sia l'occupazione tedesca sia quella titina.

Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia di bronzo al valor militare
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'argento al valor militare
«Sentinella avanzata di italianità, nelle epiche battaglie del 1915-1918, immolava interamente se stessa; rasa al suolo dagli obici nemici, durante più anni dispersa nei propri figli in lungo penoso esilio, divenne madre adottiva di puri eroi quali Toti e Randaccio e custode di epici ricordi: quota 87, quota 121, Hermada, Monte Sei Busi, che tutti si riassumono e si esaltano nel nome fatidico di Redipuglia. Non permise mai che infiltrazioni straniere potessero comunque alterare la purezza della sua stirpe italica. Durante la guerra 1940-45, diede il proprio contributo di sangue e di rovine subendo sette bombardamenti che la mutilarono gravemente e falcidiarono numerosi suoi figli. Dall'armistizio del 1943 in poi, attraverso duri anni di lotta cruenta, seppe reagire, indomita ai nemici d'Italia che, avvicendandosi nell'invasione e sopraffazione, tentarono, con ogni mezzo, di arretrare all'Isonzo il confine patrio per strappare questo lembo di terra al territorio nazionale. Conseguì la sua seconda redenzione il 18 settembre 1947»
— Monfalcone[7]

Monumenti, musei e luoghi d'interesse[modifica | modifica sorgente]

 
Monfalcone vista dal satellite, a destra rispetto alla foce dell'Isonzo

Società[modifica | modifica sorgente]

Evoluzione demografica[modifica | modifica sorgente]

Abitanti censiti[9]  

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica sorgente]

Sin dall'apertura del cantiere navale, la città ha ricevuto una forte immigrazione di lavoratori provenienti da altre zone del Friuli-Venezia Giulia e d'Italia, oltreché da alcuni paesi esteri, che hanno formato nel corso degli anni comunità relativamente numerose. Le principali zone d'origine sono cambiate nel tempo: inizialmente la Puglia (in particolare Gallipoli, con cui il comune è gemellato), successivamente la Campania. Negli ultimi anni si sono stanziati a Monfalcone immigrati di origini croate e, soprattutto, bengalesi.

Gli stranieri residenti nel comune sono 4.270, ovvero il 15,3% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[10]:

  1. Bangladesh Bangladesh, 1.455
  2. Romania Romania, 468
  3. Croazia Croazia, 384
  4. Bosnia ed Erzegovina Bosnia ed Erzegovina, 367
  5. Macedonia Macedonia, 337
  6. Serbia Serbia, 161
  7. Albania Albania, 149
  8. Ucraina Ucraina, 113
  9. Bulgaria Bulgaria, 80
  10. Algeria Algeria, 75

Lingue e dialetti[modifica | modifica sorgente]

La parlata tipica di Monfalcone era il bisiacco, una particolare variante del veneto diffusa nella provincia di Gorizia meridionale (Bisiacaria). In tempi recenti questo dialetto ha subito la forte influenza del triestino che, di fatto, ha finito per soppiantarlo[11].

A Monfalcone sono inoltre presenti due rilevanti minoranze linguistiche che godono di riconoscimenti a livello ufficiale: lo sloveno[6], di antica presenza, e il friulano, portato dalla recente immigrazione[12]. Entrambe le comunità possono usufruire di appositi "sportelli della lingua" presso gli uffici comunali[13]. In città ha sede inoltre un fogolâr furlan, riferimento sociale e culturale per la minoranza friulanofona[12].

Cultura[modifica | modifica sorgente]

Persone legate a Monfalcone[modifica | modifica sorgente]

Eventi[modifica | modifica sorgente]

  • Carnevale monfalconese del martedì grasso, in particolare la cerimonia de "La Cantada", che si svolge alle ore 12:00 in Piazza della Repubblica con il notaio Toio Gratariol (interpretato da Gian Carlo Blasini, presidente della Pro Loco premiato dal Comune nel 2010 con i sigilli della Città) e sior Anzoleto postier (Orlando Manfrini), tutto in bisiaco, seguita alle ore 14:00 dalla grande sfilata dei carri con 3000 figuranti alla presenza di oltre 30.000 persone. Organizzazione Pro Loco Monfalcone.
  • "Ridendo la Cantada" Spettacolo teatrale comico dialettale della Compagnia “Quelli di Ridendo la Cantada” ideato e diretto da Gian Carlo Blasini, in scena da oltre 20 anni al Teatro Comunale il Giovedì Grasso e Venerdì. Organizzazione Pro Loco Monfalcone.
  • Festeggiamenti di S. Antonio, nella settimana che comprende il 13 giugno (S. Antonio), con mostra e degustazione di vini regionali, italiani ed esteri, chioschi gastronomici, spettacoli e concerti in piazza. Organizzazione Pro Loco Monfalcone.
  • Absolute Poetry - Cantieri Internazionali di Poesia, (giugno) festival di poesia che si svolge dal 2006.
  • Scimmie in Gabbia - Festival dei nuovi linguaggi urbani. Manifestazione che si svolge dal 2002 promuove la cultura Hip-Hop, la musica balcanica, elettronica, rock e reggae. Ad agosto-settembre , organizzato dall'Associazione Culturale Scimmie Bisiache.
  • CantaFestival de la Bisiacarìa, concorso canoro dialettale. Organizzazione Pro Loco Monfalcone.
  • Festa del bosco in occasione della festa patronale della Madonna della salute il 21 novembre. Organizzazione Pro Loco Monfalcone.
  • Fiera di San Nicolò il 5 dicembre.

Economia[modifica | modifica sorgente]

L'economia di Monfalcone gravita quasi interamente sulla cantieristica navale e sul porto, i cui traffici sono in ascesa (con un aumento di circa il 50% in volume fra il 2001 e il 2007). La città è infatti sede geograficamente del più settentrionale porto dell'Adriatico e del Mediterraneo e dei più importanti cantieri navali d'Italia e d'Europa, specializzati in particolare nella produzione di navi da crociera ad elevato tonnellaggio, fra le più grandi al mondo. Sono insediate inoltre sul territorio comunale numerose imprese, soprattutto meccaniche, quali Ansaldo, Mangiarotti (sul sito dell'ex Solvay Group), Terex, A2A, Sbe.

Amministrazione[modifica | modifica sorgente]

Frazioni e località[modifica | modifica sorgente]

Il comune di Monfalcone è diviso in quindici località : Archi, Aris (in sloveno Darež), Crosera, Lisert, Marina Julia, Marina Vecchia, Panzano (in sloveno Pancan), Pietrarossa, La Rocca, San Michele (in sloveno Sveti Mihael), San Polo, Schiavetti, Cima di Pietrarossa, Bagni e Serraglio.

Gemellaggi[modifica | modifica sorgente]

Sport[modifica | modifica sorgente]

Calcio[modifica | modifica sorgente]

La principale squadra di calcio della città è l' A.S.D. Unione Fincantieri Monfalcone che è stata promossa in Serie D.

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
  2. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia in «Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A», Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
  3. ^ Tiziana Carpinelli, Gorisia e Mofalcon, in arrivo i cartelli in "lingua" bisiaca in «Il Piccolo», 4 maggio 2012. URL consultato il 30 gennaio 2013.
  4. ^ Toponomastica: denominazioni ufficiali in lingua friulana
  5. ^ Delibera del consiglio provinciale di Gorizia sull'inserimento di Monfalcone tra i comuni friulanofoni
  6. ^ a b DPR 12/09/2007 - Comuni slovenofoni del Friuli-Venezia.
  7. ^ Monfalcone Origini e vicende, di Silvano Del Missier - Edito a cura dell'Amministrazione comunale di Monfalcone nell'anno 1960)
  8. ^ "Corriere della Sera", 21 settembre 1997.
  9. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ Bilancio Demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2010 per sesso e cittadinanza, ISTAT. URL consultato il 26 novembre 2012.
  11. ^ Vincenzo Orioles, Composizione plurilingue del territorio del Friuli Venezia Giulia (PDF). URL consultato il 29 gennaio 2013.
  12. ^ a b Franco Braida, Il Fogolar di Monfalcone (PDF), Fogolâr Furlan di Monfalcone. URL consultato il 29 gennaio 2013.
  13. ^ Sportelli, Comune di Monfalcone. URL consultato il 29 gennaio 2013.

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

  • Barbara Sturmar, GORIZIA NASCOSTA raccolta illustrata di curiosità di Gorizia e della sua provincia, Lint Editoriale Trieste, ISBN 978-88-8190-266-8
  • Marco Mantini, Silvo Stok: "I tracciati delle trincee sul fronte dell'Isonzo. III. Le alture di Monfalcone" parte 1a, Gaspari editore Udine, 2009; ISBN 88-7541-153-0; parte 2a, Gaspari editore Udine, 2010; ISBN 88-7541-182-4
  • Elio Varutti, Il monumento a D’Annunzio, in Ferruccio Tassin (cur), Monfalcon, LXXXIII congresso, Monfalcon 24 settembre 2006, Udine, Societât Filologjiche Furlane, pp. 231-237. ISBN 978-88-7636-071-8

Voci correlate[modifica | modifica sorgente]

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