VENEZIA BELLA

 

Fu un bell’inverno ricco di sole e di neve. Otto era in quel periodo addetto ai rifornimenti della divisione degli Alpenjager sul fronte dell’est. Come ogni giorno dopo aver fatte le consegne andava ad una ridotta nelle vicinanze, dovendo traversare la città si concedeva una sosta alla stube per farsi un buon bicchiere di Schnaps e fare quattro chiacchiere con l’oste.

Quella mattina mentre beveva e chiacchierava con l’oste vide riflesse nello specchio dietro il bancone tre graziose ragazzette non più di primo pelo, veramente molto belle, sedute ad un tavolino di marmo stile fine de siècle. Chiese all’oste chi fossero ma non se ne sapeva niente ed anche la sguattera dietro la finestrella le aveva mai vedute. Otto per niente turbato prese un bicchiere e la bottiglia di Schnaps e si andò ad istallare proprio dietro di loro.

Le diede gentilmente il buon giorno e si versò da bere. Le ragazze lo guardavano incuriosite ed Otto offrì loro da bere. Accettarono di buon grado e così facendo si radunarono tutti e quattro allo stesso tavolo. Furono fatte le presentazioni e così si seppe che erano Anita, Aann, Sereyne tutte native e residenti a Venezia ma adesso impiegate nei sevizi logistici per la guerra in corso. Anita era la maggiore poi venivano Aann e Sereyne. Otto cominciava ad avere fretta perché doveva rientrare al reparto e così dopo un altro giro di liquore si congedò, ma non prima di aver fissato per la sera all’Oberpost dove si beveva e si ballava. Si dette da fare con i colleghi per portarsi dietro qualcuno che gli alleggerisse il carico e così la sera si fece trovare al tavolo da solo ma quando le tre fanciulle si furono accomodate apparvero dal nulla due baldi giovanotti che si aggregarono alla compagnia. Fatte le presentazioni tutti andarono a ballare. Anita con Ludvic, Sereyne con Gunter e Otto con Aann. I giuochi erano iniziati ora tutto era nelle mani de tre "moschettieri".

Anita era un tipo molto sofisticato, parlava difficile, era a conoscenza di tantissime cose e se ne faceva uno scudo impenetrabile. Teneva o almeno cercava di tenere le persone ad una certa distanza, mentre Ludvic era semplice e cristallino ma diretto come un proiettile era difficile sfuggirgli. Sereyne e Gunter navigavano tranquillamente, nessuno dei due aveva intenzione per il momento almeno, di imbarcarsi in alcuna storia. Aann ed Otto divagavano sfogliando a vicenda i propri recessi nascosti cercando di darsi a vicenda la propria identità. Aann era uscita da una storia senza storia finita in amicizia fragile ed inconsistente. Amava le amiche ed insieme viaggiavano per il mondo a visitare paesi lontani e difficili considerando anche il conflitto in atto che permeava tutto il mondo di morte e di fame. Era ossessionata dalla pulizia e mangiava solo cose semplici e sceltissime, vederla mangiare era un incubo: una persona che mastica un piccolo boccone per cinque minuti prima di inghiottirlo, che beve un te a sorsi così piccoli che una tazza le dura mezza ora. E poi le sue cose ripiegate a dovere tutte in ordine perfetto. Tutte e tre avevano una cosa perfettamente in comune: esse vestivano all’antica, erano tre zitelle anche se erano abbastanza giovani da non disperare di trovare marito. Avevano l’anima ed il comportamento delle ragazze invecchiate, gli mancava solo di essere acide. Fossero state brutte sarebbero state tre arpie! Ma non era così perché in fondo, dati i tempi, erano tre ragazze belle, simpatiche, piene di acume e molto spiritose. A tutte piaceva ridere e sapevano far ridere Era una bella compagnia e tutti passarono una bellissima serata. Nei giorni a venire di incontrarono da varie parti a seconda degli impegni di ciascuno Quando Otto e Ludvic dovettero partire si riunirono e fecero un patto: dopo quattro settimane si sarebbero rivisti a Venezia e da lì sarebbero partiti per una vacanza in Svizzera. Otto non voleva attendere tanto perché aveva capito che Aann poteva capitolare prima e voleva arrivare all’appuntamento svizzero con qualche certezza in più di una nascente amicizia. Fu così che appena finito il lavoro, usciva dalla caserma e col primo treno la raggiungeva. Qui aveva trovato un’osteria con alloggio molto compiacente dove passare la notte. Aann arrivava dopo il lavoro, cenavano insieme poi si rifugiavano nella calda camera e parlavano raccontandosi le loro vicende della vita. Otto seppe così che Aann era orfana di padre e che viveva con la madre, guadagnava bene dal suo lavoro e quindi poteva spendere in capricci abbastanza denaro. Era però un "osso" come amava definirsi perché riconosceva le sue idiosincrasie per tutte quelle cose che conosceva e per tutto quello che le era ignoto. Era nel pallone se doveva prendere un treno se doveva trovare un gabinetto, se doveva acquistare un oggetto qualsiasi non sapeva mai decidersi. Al ristorante era un'impresa ordinare una cena. Ma era anche una persona colta, di buone maniere, arguta e simpatica. Otto si accorse in breve che era piena di mille attenzioni per lui e ne era contento ed orgoglioso. Parlavano e le serate passavano così, poi chiamava un taxi se era tardi oppure prendeva l’ultimo tram per rientrare. Otto rimaneva all’osteria si faceva l’ultimo bicchiere e si coricava: al mattino di buona ora prendeva il treno e tornava alla caserma. Il gran giorno si avvicinava ma niente era ancora accaduto. Ludvic telefonava ogni giorno ad Anita ed aveva fatti buoni progressi di dialogo, aveva sapute notizie della famiglia di lei che era tutta defunta meno un fratello che viveva in Eritrea con moglie e figli ed era tutto il suo patrimonio. Proveniva da famiglia benestante aveva ricevuta una educazione di prim’ordine, laureata a Vienna dove anche la madre insegnava diritto penale. Oggi, a quaranta anni, era un pesce fuori dell’acqua perché il mondo si era evoluto e lei era ancora la figlia della mittel Europa e mal digeriva i venti di bolscevismo che soffiavano anche all’ovest dopo la rivoluzione russa. Sereyna delle tre era la più pacifica viveva con padre e madre in una casa in affitto nel centro della città lavorava come addetta alle telecomunicazioni in qualità di segretaria di uno dei direttori, parlava tre lingue cercava l’anima gemella ed in mancanza si asteneva. Delle tre era quella che aveva veramente i piedi per terra: sapeva oramai che se non fosse accaduto qualcosa più presto possibile non sarebbe mai più potuto accadere. Seppe Otto più tardi da Aann che le tre si raccontavano tutto e lo discutevano collegialmente quindi c’era anche una certa scontrosità a fare il primo passo in ciascuna delle tre. La settimana prima della partenza Otto ebbe la buona idea di prendersi due giorni di congedo. Poi contattò Sereyna e la pregò di fare in modo che Aann dicesse a casa che restava fuori per la notte con lei e magari anche con Anita. Sereyna convinse Aann ma Anita non volle starci anzi si ingelosì e quasi si litigarono negò ogni copertura. Aann andò all’appuntamento con Otto palesemente impaurita e diffidente su tutto quello che lui le diceva. Otto non precipitò nessuna cosa e cercò di farla divertire il più possibile Andarono a spasso poi a pranzo in una simpatica bettola fuori Campo S: Polo e mangiarono specialità marine e bevvero ottimo riesling semifreddo. Dopo pranzo fecero una puntata in albergo per cambiarsi le scarpe fradice di pioggia e fu così che dalle scarpe passarono ben presto agli abiti e così via. Arrivati però vicino al sncta sanctorum Aann ebbe una crisi di pianto isterico, incontrollabile. Otto non sapeva che pesci prendere. In molti casi della vita una bella doccia risolve parecchi problemi e fu questo il consiglio che Otto dette ad Aann. Passata che fu la crisi rimasero ancora in vestaglia a parlare e finalmente fu svelato il mistero della crisi. Tutte e tre le amiche erano terribilmente attratte dal sesso maschile ma inconsciamente avevano un sacro terrore della deflorazione. Di cultura rigidamente cattolica avevano regolata la loro vita di lavoro e di società al modo corrente in quel periodo ma per quanto riguardava sia la vita sentimentale che sessuale erano rimaste ancorate, anzi abbarbicate alle nozioni che monache ottuse avevano loro inculcate nella testa quando ancora piccoline i loro genitori le affidavano, credendo di ben agire nell’interesse dei figli, a scuole private rette da congregazioni religiose. Queste erano quanto di più retrogrado, conservatore e clericale che madre chiesa avesse mai partorito. Erano ancora alle punizioni corporali alle notti senza coperte, ai pasti saltati per una qualsiasi mancanza alle loro maniacali leggi del clero dei primi del ventesimo secolo. Si rifacevano addirittura a testi del periodo della grande inquisizione per tenere la media borghesia, che già allora si evolveva, sotto il tallone della chiesa. Ed avevano il coraggio di chiamarla scuola per signorine di buona famiglia. A questo punto Otto cercò una strategia non violenta per arrivare dove, ora lo sapeva, entrambi volevano . Si infilò i calzoni si mise una giacca e scese nel retrobottega a prendere da mangiare e bere. Tornato in camera si spogliò e distesa la mangeria sul tavolino preparò per entrambi pane nero burro speck e cetrioli aromatici. Bevvero della buona birra leggera e fumarono una sigaretta distesi nudi sul letto. La tensione era scesa abbondantemente e piano piano i due corpi cominciarono a scaldarsi e avvicinatisi l’una all’altro si avvinghiarono stretti stretti. Furono baci carezza e dolci parole ma quando Otto cercò di prenderla ebbe la netta percezione di una massa muscolare che stringeva il suo corpo impedendogli i movimenti, allentò e la morsa cessò, rimanendo però in posizione quindi si dette da fare a distrarla con paroline dolci ed iniziò la penetrazione Era quasi arrivato ed ebbe la sensazione di una nuova contrazione: Le chiese: sentito male? No fu la risposta, perché sei già dentro di me? Certo rispose Otto mentendo fu una folgorazione perché Aann si sciolse completamente e con tanta rapidità che Otto si trovò dentro di lei e zitto e incredulo iniziò a muoversi con ritmo lento e cadenzato mentre lei cominciava a gemere di piacere. Quel piacere tanto agognato e tanto temuto che le aveva fatto perdere i migliori anni della sua vita. Non si sa quanto durò la cavalcata che prima era lenta e cadenzata poi frenetica piena di movimento e di uscite e rientri a non finire Non avendo anticoncezionali Otto era costretto a lavarsi in acqua acidula ogni volta che interrompeva l’atto: Lei non sapeva cosa facesse e non se ne curava tanto era presa dal godere e tanta era l’ignoranza in materia. Andarono avanti così tutta la serata e metà della notte prima di tornare alla realtà sfiniti e felici da non credere. Controllato il letto si accorsero che era piuttosto sbaffato di rosso da ogni parte, ci misero sopra un telo da bagno e ricominciarono come se prima avessero dormito. Si accorsero che albeggiava per la luce che filtrava dai vetri non avendo la sera precedente chiuse le tapparelle. Cominciò un lento risveglio e mille domande di lei sul come e perché tutto funzionasse così. Otto nudo come un verme se ne stava disteso e le spiegava ad occhi chiusi il mistero della vita, lei supina ascoltava ed esplorava il corpo di lui come fosse un raro gioiello da scrutare da vicino, da toccare, palpare, leccare ed odorare fino a che si ritrovò davanti agli occhi un paletto rigido e gonfio come se dovesse esplodere da un momento all altro. Rimase esterrefatta ed ebbe un gemito di sorpresa. Otto la esortò a toccarlo perché non mordeva anzi se voleva poteva anche succhiarlo come un gelato nel cono. Lei provò timidamente prima e poi sempre con più foga fino a quando non fu annaffiata sul viso e sui capelli. Si toccò con una mano e rimase confusa dalla collosità della secrezione e per curiosità se la mise in bocca. Evidentemente le piacque perché ogni volta che Otto era prossimo alla eiaculazione anziché aspergere il letto di tanta grazia di Dio lasciava che tutto finisse nella sua bocca e tanto bene aspergeva che per un secondo raond non occorreva più lavarsi con acqua acidula. Il giorno appresso passeggiarono per i rii delle fondamenta della città e lei volle portarlo ad una trattoria di sua conoscenza per offrirgli un pranzo di ringraziamento. Furono per entrambi giornate piene e felici. Gustarono le cose più prelibate della cucina veneta, si bearono di scorci mozzafiato, di tramonti romantici e si finirono di piacere. Quando Otto montò sul treno che lo avrebbe riportato alla realtà lei gli confessò che le frizzava qualcosa fra le gambe. Aann non stava più nella pelle, partito il treno per la caserma di Otto corse a prendere il vaporetto per tornare a casa non tanto per la madre quanto per raccontare tutto alle amiche.

Attese Anita all’uscita dall’ufficio ed insieme andarono a prelevare Sereyna. Quando furono Tutte e tre sedute in un comodo bar si decise a parlare e dette così loro la lieta novella. Ragazze è successo e non è stato per niente traumatico anzi è stato piacevolissimo e non ci sono state complicazioni di sorta perché Otto ha pensato a tutto da vero esperto. Le due ascoltarono meravigliate il tanto ardire di Aann e la tanta euforia del raccontarlo, anche se non scese mai in dettagli intimi. Il risultato fu sbalorditivo perché Anita corse subito dal ginecologo per farsi consigliare circa un diaframma oppure su quale anticoncezionale potesse far maggiormente affidamento considerata la sua età ed i farmaci con cui stava convivendo. Sereyna sapeva già come fare ma in questo momento era senza materia prima quindi avrebbe rimandato la cosa a tempi migliori. Tutte e tre si stavano preparando alla gita in Svizzera proposta da Ludvic. Otto aveva già il congedo in tasca ed il giorno stabilito si trovarono tutti e cinque a Mestre per il gran passo. Sistemati i bagagli sul furgoncino Volkswagen di Ludvic si diressero verso la frontiera e prima di passarla fecero una sosta in un piccolo villaggio per una cena frugale, visto che all’Hotel sarebbero arrivati molto tardi. Infatti una fastidiosa nevicata aveva notevolmente rallentata la marcia. Non attendevano clienti alla locanda con quel tempo da lupi, comunque, furono solerti nell’approntare delle luganeghe sulla brace con purea di patate burro fuso nella salvia, pane tostato ed insaporito con aglio ed olio di oliva nonché vino rosso cabernet. Poi per finire in bellezza portarono una torta di pan di Spagna farcita di gelatina di lamponi e panna e liquore alle noci specialità della nonna.

Ripartirono e l’allegria era cresciuta tanto che le modalità di frontiera e gli ultimi chilometri passarono senza storia. Arrivati a destinazione ci fu un problema per le camere perché non sapendo come sistemarsi al momento della prenotazione erano state date due soluzioni. La prima era per due stanze rispettivamente di due e di tre letti e questa piaceva ad Anita. L’altra era di tre camere da due letti e questa non piaceva né a Sereyna né ad Anita perché ciò avrebbe costretto Anita a dormire con Ludvic e Sereyna in una doppia anziché in singola. Il proprietario venne ad una soluzione salomonica avendo disponibilità dette una matrimoniale per Otto e Aann una singola per Sereyna ed una per Ludvic lasciando una matrimoniale per Anita dicendo che non avendone altre disponibili avrebbe fatto un prezzo di favore per tutti. La cosa piacque e fu data mano al ricovero del furgoncino nel garage ed alla sistemazione dei bagagli nelle varie stanze. Fu arduo per Ludvic passare dalla sua stanza a quella di Anita che era comunicante con la sua ma evidentemente ci riuscì perché al mattino fu portata la colazione in camera per due sia ad Otto che a Ludvic Mentre a Sereyna fu portata la colazione insieme ad una scatola di cioccolatini con mille ringraziamenti da parte di tutti. I giorni fuggirono troppo veloci per fare mente locale sugli avvenimenti che accaddero, ma ogni singolo fatto era diventato patrimonio storico di ogni partecipante. Volete che vi racconti i dettagli di questa simpatica combriccola? Alla fine della vacanza Ludvic ed Otto si confidarono i particolari perché fra i cinque (poi sei) gaudenti non ci furono più segreti e troppo bella era stata la loro avventura perché il parlarne fosse, solo fra di loro s’intende, messo al bando. Anita si era chiusa in camera, Ludvic leparlava attraverso la porta per convincerla ad aprire, fosse anche solo per parlare. Dopo un po’ le disse chiaro che stava comportandosi in maniera infantile poiché in fondo chiedeva solo di parlarle. Non avuta risposta si allontanò e si mise a leggere in camera sua lasciando la porta bella e spalancata. Anita non sentendolo più parlare si avvicinò alla porta e piano l’apri. Visto che non c’era attraversò il corridoio e passò davanti alla camera di lui. Lo vide a leggere e non seppe resistere dal chiedere perché si comportasse così. Ludvic la redarguì invocando la di lei buona educazione visto che eravamo una buona compagnia e lui non era certo un bruto. Sapeva lei adulta che accettando un invito per una vacanza in gruppo non era certo quello il modo di comportarsi. Nessuno le aveva fatte avance oscene ed era in grado di comportarsi in modo educato. Doveva solo smettere di recitare la parte della bimba impaurita. Fosse la risolutezza maschia di lui, oppure il fatto che l’indomani quando si fosse saputa la cosa, lei non ne sarebbe chiaramente uscita bene lo invitò nella sua camera. Prima lo relegò sulla poltrona, poi con gesto magnanimo lo invitò sul suo letto. Parlarono delle cose più vaghe, poi, con le lacrime negli occhi lo invitò ad entrare sotto le coltri. Ludvic l’abbracciò con tenerezza e coccolandola riuscì ad ammansirla. Lei intanto seguitava a lacrimare sommessamente e Ludovic sentiva il suo ansimare tra i singhiozzi. Seguitava a tenerla stretta e la carezzava baciandole un orecchio mentre qualcosa cresceva in lui e prepotente premeva contro il corpo di lei. Fu una mossa talmente veloce ed inaspettata che colse Ludvic di sorpresa e sul momento non seppe come reagire, ma quando lei con prepotenza gli prese il membro fra le mani e se lo introdusse nella vagina non ci furono più dubbi: quello era stato il tabù della sua vita e con quel gesto violento aveva di prepotenza rimosso tutti gli ostacoli che fino a quel momento le avevano impedito di vivere una vita sessuale normale. Ludvic seppe come arginare la forte emorragia che seguì l’atto violento e baciandola sul viso madido di sudore freddo e lacrime la condusse nelle braccia di Morfeo fino alle prime luci dell’alba. Si svegliarono quasi insieme e come se col nascere un nuovo giorno fosse nata una nuova Anita i due poterono adempiere con la dovuta dolcezza alle bisogna tanto sperate. Quando Ludvic si sentì prossimo al salto finale e già si apprestava ad usare le precauzioni del caso lei gli bisbigliò in un orecchio di non preoccuparsi perché lei già da una settimana prendeva una pillola anticoncezionale che un’amica compiacente le aveva portate dalla Francia. Quella mattina tutti andarono a colazione molto tardi. Sereyna che era sola si attardò nel caldo del letto per una soddisfazione solitaria e si riaddormentò. Aann e Otto alle prime luci dell’alba si erano appena addormentati dopo una notte piena di movimento e di gemiti da entrambe le parti. Avevano dato fondo a tutte le fantasie possibili e la bottiglia dello champagne giaceva vuota a terra come pure giacevano i corpi dei due sazi ed impossibilitati a proseguire per mancanza di forze. Quella mattina tutti avevano le pile scariche. Consumato il Fruhstuck passarono direttamente al Mittagessen. Iniziarono con un consommé leggero seguito poi da un.potage di verdure di stagione, vino della Mosella, ed un arrosto di cervo con polenta gialla non come si usa in Veneto bensì condita con funghi e burro aromatizzato alla menta, Poi per finire alla grande fu servito un dessert di panna , frutti di bosco frutta secca e gelatina di ribes innaffiata da cognac. Nel cielo splendeva un bel sole invernale e tutti optarono per una gita in barca sul laghetto di proprietà dell' albergo. Poi a spasso per il villaggio e Sereyna ricevette da Anita una bellissima spilla d’oro e strass a forma di V (vittoria evidentemente) .

I nostri eroi passeggiarono lungo la strada statale ed a un certo punto si ritrovarono, oltre una curva, di fronte una bellissima chiesa che dallo stile doveva essere prerinascimentale e dalla quale usciva una dolce melodia d'organo. Si fermarono ed essendo il portone solo accostato, entrarono nell’ atrio e si sedettero comodi ad ascoltare la bellissima musica. Passò molto tempo prima che l’organista si accorgesse dell’uditorio e sorrise a tutti palesemente compiaciuto. Finito il pezzo si alzò ed andò verso la comitiva tendendo loro la mano in segno di pace. Fu così che si misero tutti a conversare. Si seppe che si trattava di un soldato in convalescenza dopo che era stato ferito sul fronte dell’ est e poiché anche la nostra comitiva era sotto le armi fu deciso di fare comunella non prima però che il nostro Richard, così si chiamava il musicista, non suonasse una bella melodia di Mozart. Lui veniva dall’ovest vicino al mare che amava moltissimo ed era un musicista accordatore di organi, Infatti raccontò di aver avuta l’occasione di accordare anche l’organo della cattedrale di Strasburgo e di S. Stefano in Vienna. Prima della guerra aveva girato per mezza Europa e conosceva organi di tutte le specie e di tutte le epoche. Nella sua regione aveva anche tenuto non pochi concerti nonostante la giovane età. Si era appena imbarcato su un veliero per un lungo giro nell’area del centro America dove sapeva dell’esistenza di vecchi organi portati laggiù dalle missioni cattoliche alla fine del settecento e situati in altrettante cattedrali importanti. A tale scopo aveva contattato Il priore dei padri Benedettini del suo paese ed era stato per questo invitato ad una lunga tournée per risanarne dal Messico al Perù quanti le loro finanze avessero permesso. Era scoppiata la guerra appena salpato da Barcellona dovette sbarcare a Gibilterra e rientrare con urgenza col treno in patria e dopo un rapido addestramento era stato sbattuto sul fronte dove aveva totalizzate una nota di encomio per valore ed una ferita di guerra.

Fu deciso per una cenetta in una piccola birreria a lume di candela perché mancava la corrente elettrica ma non mancavano le cibarie più buone e gustose. l nostri sei eroi mangiarono e bevvero a sazietà e si rimisero in cammino per tornare ai loro alloggi. Non potevano certo procedere sulla strada affiancati quindi si incamminarono a coppie. Passando dalla chiesetta, dove Richard aveva suonato, lui avvisò la famiglia che lo ospitava di non attenderlo. Lui aveva la chiave e non avrebbe arrecato nessun disturbo rientrando tardi. Richard e Sereyna erano in coda. Evidentemente parlando si fermavano ogni momento a commentare i loro discorsi. Ogni tanto a Otto arrivava l’eco di una risata di entrambi. Anita e Ludvic non potevano udire perché camminavano abbastanza svelti evidentemente anche loro immersi nelle loro storie. Bene pensò Otto vuoi vedere che il nostro Richard arriva alla meta? Ne sarei felice per lui e per Sereyna

Aann ebbe la stessa intuizione e lo confessò ad Otto: bene! Rispose lui e. Aann aggiunse: ma ti rendi conto che tutti e sei nella Wolksvagen di Ludvic non ci stiamo più! Anita appena giunta ali’ albergo scomparve nella sia camera, Ludvic si fermò al bar a giocare a dadi col cameriere, Otto mandò Aann in avanscoperta da Anita e rimase nell’atrio a fumarsi la pipa. Dopo un po’ di tempo apparve Sereyna da sola e scomparve nella sua stanza. Di Richard nessuna traccia. Otto bussò alla porta di Sereyna e prima che lei parlasse le confidò chiaro e tondo di non far storie e richiamare il convalescente. Si buscò un bacio in fronte e lei scappò come una gazzella lasciando perfino la porta aperta della sua stanza.

Il giorno dopo era il gran giorno degli addii e nessuno aveva voglia di parlare. Otto e Aann furono gli unici a scendere per la colazione e dopo si dileguarono per la campagna al loro rientro per l’ora di pranzo trovarono l’auto già carica dei bagagli, ma nessuna traccia degli altri. Fu molto più tardi che ricomparvero Ludvic Anita e Sereyna. E Richard? E" dovuto tornare all’alloggio tanto lui convalescente non sarebbe potuto tornare a Venezia con noi specificò Sereyna anzi se a voi non dispiace io resterei ancora qualche giorno per far compagnia a Richard poi ritorneremo insieme col treno perché lui dovrà presentarsi all’ospedale militare di Bolzano. Una volta rientrati alle loro sedi e ripreso il vecchio ritmo quei giorni persero un po' del loro smalto, ma non per tutti. Otto infatti era rimasto in stretto contatto con Aann ed era venuto a conoscenza di cose interessanti Anita era furibonda con Ludvic e con se stessa per quello che era accaduto fra loro. Aveva tanto desiderato fare quella cosa e ne era rimasta veramente estasiata. Ludvic era una persona eccezionale, niente da dire, ma lei non voleva dipendere da nessuno ed il solo pensare che lui sarebbe tornato da lei alla prossima licenza e che non sarebbero andati via ma rimasti a casa di lei, che inoltre sarebbe venuto col treno anziché in auto e che sarebbe andato a prenderla all’ufficio quando usciva erano cose che la facevano andare fuori di testa perché per quasi quaranta anni non aveva mai dovuto pensare di risolvere simili problemi. Queste erano cose più grandi di lei alle quali non era preparata ancora. Ludvic ogni giorno le faceva recapitare dalla fureria cioccolato e burro e birra e formaggio, cose che cominciavano a scarseggiare sul mercato a causa della guerra. Sereyna non aveva fatto il gran salto ma era tranquilla e felice ugualmente perché Richard un giorno o l’altro sarebbe tornato, forse con Otto o da solo chissà. Per ora era nuovamente al fronte, ma nelle retrovie nella sussistenza meno male! Ogni fuori guardia Otto si incontrava con Aann nella stessa locanda deIla prima volta e si godevano in santa pace aIla barba della guerra.

Passarono così alcuni mesi e tutto si profilava liscio come l’olio Arrivò l’estate, Ludvic e Anita si lasciarono per incompatibilità e credo che da allora lei non abbia più avuto un uomo perché la cosa era più grande di lei, almeno cosi diceva Aann. Sereyna aspettava Richard ed Otto seguitava imperterrito fra lavoro militare e visite ad Aann. Un giorno si incontrarono aIla fortezza di Brixen e dopo una birra e due Wuster con senf Otto e Richard decisero di fare una scappata fino al mare portandosi dietro Aann e Sereyna. Organizzarono tutto e con una camionetta militare raggiunsero le ragazze e poi Grado. Trovarono posto presso una signora che affittava le camere per persone di passaggio come camionisti oppure commessi viaggiatori che viaggiando per lavoro cercavano di spendere il meno possibile. Vicino c" era una stube dove si mangiava bene con poca spesa e si beveva dell’ottimo sidro di mele ed una ottima slivoviza di prugne di almeno cinquanta gradi L’oste fu ben lieto in quei neri giorni di guerra di avere quattro ospiti paganti e trattò la nostra combriccola in maniera superba. Mise suIla griglia che stava sotto un grande caminetto belle verdure e peperoni dolci perché rosolassero ben bene e sopra una griglia doppia da pesce quattro bei rombi appena portati da un pescatore locale. In un paiolo nero come l’inferno, una vecchietta bordava polenta gialla di media grossezza come si conviene per poi tagliare a fette belle alte da arrostire su una piastra ardente e poi condite con formaggio fuso. La massaia volle dare alle due ragazze una fetta ciascuna di torta di carote con panna acida e per i soldati una sahertorte come solo a Vienna si poteva gustare gli ottimi beveraggi fecero il resto. La notte era calda e dalla finestra aperta entravano nuvoli di zanzare voraci così fu giocoforza chiudere e sudare. Ma due corpi sudati che si compenetrano diventano più sguscianti e tutto sommato andava anche meglio, poi dopo la carica della cavalleria la carica dei cento e uno e la carica dei bersaglieri il sonno ebbe la meglio su tutti. Anche Richard e Sereyna cavalcarono tutta la notte. L’aurora li sorprese mezzo assonnati verso la toilette che era fuori daIla casa. Richard confessò che tutto era stato magnifico anche se all'inizio c’erano stati dei ripensamenti. Richard e Aann scherzavano volentieri sul "porcun" come Aann definiva Otto e Sereyna era contenta. C’era fra lei ed Otto un filing. d’intesa perché lei aveva ben capito che solo Otto avrebbe potuto spezzare queIla barriera infame che le tre ragazze ora donne si erano autocreate per la cattiva e retrograda educazione clericale ricevuta. Lui era una persona seria e determinata nelle decisioni e ciò era sufficiente ad infondere fiducia in coloro che ne venivano a contatto. Inoltre aveva quasi sempre in mente chiaro quello che sarebbe stato meglio fare in moltissime circostanze e questa era una di quelle. Infatti dopo il buongiorno gli diede un bacio sulla guancia e g li disse: "grazie con tutto il cuore". La cosa era andata benissimo anche per Otto che con questa vittoria era riuscito veramente a fare di tre ragazze impaurite delle donne adulte mature e capaci di affrontare vita e forse famiglia. Fu una bellissima giornata il cielo era terso, il mare calmissimo e l’idea di noleggiare una barca a motore fu da tutti salutata con piacere. Otto aveva per la compagnia una bella sorpresa: aveva acquistato una carta nautica della zona e cosi percorsero via mare e via canali quelle che in antico furono le rotte di arrivo delle navi romane verso i porti di Aquileia, di Grado, di Monfalcone di Spina per rifornire di vettovaglie la zona di Vittoria Sagittaria e le legioni di stanza in quella parte dei territori imperali lungo il mar Adriatico. Le navi che approdavano a quei porti erano cariche di beni provenienti dalla Grecia, da Costantinopoli e dalle isole de l Mediterraneo orientale. Portavano quindi frutta esotica, olio dalla Siria, saponi e spezie da Aleppo tessuti da Damasco, tappeti dalla terra dei Turcomanni e statue di marmo greche per abbellire i porti e le ville dei consoli romani che comandavano le legioni, ma c’erano anche molti schiavi che erano indispensabili per stare ai remi delle loro navi e per tutti quei lavori pesanti e sporchi che le popolazioni locali ed i legionari stessi non facevano più perché sentendosi gente emancipata e civile non amava sporcarsi le mani. Anche queste furono giornate splendide di divertimento e d’amore, complete in ogni loro dettaglio. Poi la guerra finì. Gli imperi Austroungarici erano scomparsi dalla carta dell’Europa e nuovi confini furono tracciati. Era difficile poter tornare alle vecchie occupazioni nelle nazioni d’origine. La svalutazione era altissima e già si paventava un collasso dei vinti, ma anche dei vincitori che si erano indebitati fortemente con la guerra. Fu così che Ludvic rinunciò a tornare ad Hamburg ed optò per rientrare in Svizzera e lavorare come autista di autobus nella città di Luzern. Richard dopo miseri tentativi di insegnare musica in Austria riallacciò i contatti col sud America e colà si stabilì, mise famiglia ed eseguì tanti concerti per organo diventando famoso. Otto si era innamorato dell’Italia e visto che il Tirolo del sud ora si chiamava Alto Adige ed era sotto la corona italiana mise su con i proventi del mercato nero esercitato nel periodo bellico, un bell’alberghetto a Santa Cristina in Val Gardena e divenne cittadino delle dolomiti.

 

March 2004 by Gio

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