3 UOMINI A VELA

 

I lavori di normale manutenzione annuale stanno per terminare, Rik e Umbe stanno facendo progetti per una crociera di una decina di giorni da compiersi preferibilmente in luglio,sia per le giornate più lunghe che per la possibilità maggiore di potersi ormeggiare nei porti del mar Tirreno sempre affollati in Agosto.

Molti sono gli impegni sia tecnici, (lavoro) sia di famiglia ed altrettanto molti sono gli interrogativi sul tempo. Già perché quest’anno non c’è stabilità continua nella meteorologia si passa dal freddo, al caldo, alla pioggia come fossimo ai tropici e non in una zona temperata. Io non avendo problemi di lavoro posso adeguarmi con molta facilità alle loro esigenze, così terminati i lavori li seguo sempre sono il loro terzo uomo . Abbiamo lavorato alacremente per fare carena e per ovviare a quelle sciocchezze che poi ti fanno perdere tempo e denaro quando meno lo aspetti. Così cambiato l’olio motore e relativo filtro, sostituta la girante e tutto l’asse della pompa dell’acqua, rimontati gli zinchi sull’elica e sul suo asse per ovviare alle correnti galvaniche, la barca viene alata in Arno nel porticciolo fluviale di Marina di Pisa. Tutto sembra andare per il meglio si mette in moto il motore e si fanno tutti quei controlli che ci paiono indispensabili: tutto a posto.

Io mi sento eccitato come fosse la prima volta che mi accingo a partire per mare. Penso ogni volta per quanto tempo ancora potrò fare queste cose, con la mente torno indietro nel tempo e rammento tutte le gioie e le traversie che la vita di mare mi ha portato, buone e cattive tutte hanno avuto un senso, esperienza forza di carattere, positività nel vedere le cose e determinazione mi hanno forgiato e ne sono orgoglioso. Io so di essere uno di loro e so quanta fiducia abbiano in me.

Il tempo ai primi di luglio non era stato clemente e fino al 5 sole mare e venti non erano stati in sintonia poi il 5 sembrava che l’alta pressione entrasse finalmente nel Mediterraneo così in pomeriggio carico i bagagli in auto e mi dirigo a Pontedera dove incontro Rik, entrambi raggiungiamo la base di Marina carichiamo tutto sulla barca, si completa il rifornimento di gasolio e di acqua potabile e poi ci rechiamo da Umberto per comunicargli la nostra intenzione di salpare visto che lui purtroppo non è riuscito a sganciarsi dagli impegni del suo "Resort". Stiamo insieme a conversare un po,’ poi lui deve assentarsi, così noi, vista ormai l’ora tarda decidiamo di concedersi un boccone all’0steria vicina per poi tornare in porto ed attendere Stefano che ha preso il suo posto al momento.

Arriva gagliardo e cenato pronto a partire. Che cosa dobbiamo fare? Attendere l’alba oppure approfittare della brezza notturna che soffia da terra e guadagnare miglia? Io sono per andare subito, anche se la notte è buia ed il mare ancora vivo. Grossi groppi neri sostano sulle nostre teste ma lentamente scivolano verso l’interno quindi non dovrebbero darci noia. Sono le 0.05 del 6 lug. Quando lasciamo l’ormeggio, coperti da maglia e cerata con scarpe antiscivolo. Facciamo rotta per 180° per non allontanarci troppo da terra, io sono al timone gli altri regolano le vele, il motore è inserito al minimo per consentirci di arrivare più morbidi sulle onde che cavalchiamo di prua, non ci sono schizzi ma nell’avanzare si fanno più corte, La brezza di terra aumenta e dobbiamo correggere per 205° tanto da avere vento fra traverso e giardinetto. Per oltre 2 ore andiamo così ma giunti all’altezza del porto di Livorno lo skipper decide per una sosta alla banchina della Lega Navale per attendere che il cielo schiarisca. Troviamo ormeggio ad una banchina esterna accosto ad uno Shooner di 15mt.. Siamo stanchi. Mi tolgo la cerata ma resto vestito disteso sulla cuccetta. Mille pensieri mi riportano alle tante notti passate al timone specialmente sulle rotte del ritorno quando il giorno appresso dovevo tornare al lavoro.Mi addormento ma dopo appena tre ore vengo svegliato perché il vento aumenta e quindi sarà bene uscire dal porto e vedere, ora che è giorno come si presenta il percorso.La meteo dà una ventolata e forse pioggia, mare in aumento. Lo skipper telefona ad amici all’isola d’Elba che lo rassicurano ma con poca enfasi. Si esce ed arriviamo al traverso di Calignaia, qui il mare schizza forte e le onde crescono in altezza. Decisione salomonica dello skipper: meglio desistere e tornare al nostro porto. Forse avremmo anche potuto arrivare al porto di Cavo all’Elba ma il viaggio si presentava laborioso e molto bagnao per cui sono stato anche io d’accordo che era stata presa la decisione giusta.

Il rientro non fu faticoso col vento di scirocco al giardinetto eravamo mesti ma consci di aver fatto la cosa giusta. Rientrati si dedicarono a mettere in ordine cose e cambusa che prima erano state solo stivate senza un ordine logico. Stefano approfittò per tornare all’azienda onde dare ulteriori ordini per il lavoro del lunedì, gli altri due restarono fino al mattino seguente quando visto che il mare arrivava alla strada di Marina ed il vento soffiava a 20 nodi, tanto da spostare cose e persone, decisero di rientrare in città anche loro. Il giorno appresso anche in città sembra che gli elementi si siano calmati abbastanza, stretto giro di telefonate ed i nostri tre intrepidi tornano alla barca. Cè un tramonto carico di nubi nere ed il sole gioca a nascondino fra di loro lanciando bagliori in ogni dove. Si cena e poi a letto perché questa è senz’altro la volta buona.

Il sole è appena sorto le nubi si accalcano sulla terra ferma, verso il mare è ancora scuro ma sembra buono, sono le 08,00 del giovedì quando coperti da pantaloni pesanti e felpa,chiusi, nelle loro cerate gialle salpano e passata la bocca dell’Arno entrano in un mare lungo che accarezza lo scafo con dolcezza, bene allora rotta per il porto di Macinaggio in Corsica. Circa tre quarti d’ora più tardi Rik avverte che non vede corrente sul pannello del motore che si trova in pozzetto,ciò significa che se si spenge il motore non si riavvia più, mancando l’alimentazione al motorino d’avviamento.

Viene invertita la rotta per rientrare di nuovo quando, smontato un pannello nella cabina di poppa, è permesso ad una persona stesa sul letto accedere al retro del quadro dove stanno tutti i contatti. Tolto un connettore Rik trova dell’ossido sui contatti , li deterge e ripristina il collegamento: funziona, è tornata l’energia, si spenge il motore per prove lo si rimette in moto. Tutto perfetto,inversione di rotta e si riprende la navigazione verso la meta. La navigazione era cominciata a vela ma col motore inserito per guadagnare un nodo, poi è arrivato del buon vento ma il motore è restato acceso anche se in folle.

La navigazione continua e si cucina anche me tutti hanno un solo pensiero cupo: e se si fermasse ora? Beh forse proseguendo a bonificare i contatti dovrebbe ripartire, perché adesso è chiaro, che trattasi solo di malfunzionamento per falso contatto di un organo dell’impianto elettrico,ci fossilizziamo tutti sul pannello, essendo all’esterno, anche se opportunamente protetto, resta sempre il più esposto all’umidità, la dimostrazione è che l’indicatore del livello di carburante ha sul vetro un bella macchia di vapore condensato che non vuole andarsene

Vediamo la Corsica davanti, il mare è bello il vento leggero cerchiamo di metterci in contatto col porto di Luri che a noi è tanto caro, infatti fu il primo atterraggio di tanti anni fa quando solo con mia figlia affrontammo il Tirreno con una barca di soli sei metri e qui ricevemmo una bellissima accoglienza dalla gente del luogo. Questo piccolo porto si trova a sole sei miglia a sud Di Macinaggio. Chiamiamo per un posto e ci viene concesso dal Sindaco del paese perché il tizio che si occupava delle banchine l’anno passato non è più in carica, chiediamo anche assistenza tecnica, ma siamo informati che lì non c’è. Grazie ma allora siamo costretti a ripiegare su Macinaggio.

E’ quasi buio quando finalmente siamo accompagnati all’ormeggio, chiediamo di un elettricista e ci informano che fino al mattino seguente niente da fare,ma si prendono carico di avvertirlo. Si sbarca e si va direttamente in capitaneria sia per pagare il pernottamento che per farci una bella doccia (meraviglia della Corsica è gratis) poi belli rinfrescati ci dedichiamo alla cena nel pozzetto. Siamo in mezzo a due barche a vela belle grosse,una è chiusa, l’altra è abitata da una coppia di francesi gentilissimi e ciarlieri, così sappiamo che in nottata salperanno per Savona, e poi rientreranno a Marsiglia. Conosco Marsiglia così allunghiamo il discorso sulle bellezze, la pericolosità di quel luogo,poi forse per farsi perdonare il rumore che farà in nottata alla partenza ci offre una splendida bottiglia di Beaujolais rosso d’annata che ci scoliamo rapidamente. In realtà quando è salpato non abbiamo sentito alcun rumore, o ha lasciato l’ormeggio veramente da professionista oppure noi fra stanchezza e vino eravamo veramente cotti.

È mattina e prima di fare colazione telefoniamo al tecnico il quale ci comunica che lui è a St. Florent e sarà lieto di controllare i nostri guai in tarda serata ma non a Macinaggio.

Noi abbiamo un appuntamento con amici, giusto a St.Florent, per il giorno dopo. Così non possiamo restare, il guasto va sistemato, proviamo ad accendere il quadro e funziona, bene allora si decide: provviste fresche di baguette al forno, insieme a croissantes belle calde, poi frutta e dato che oggi è giorno di mercato troviamo in piazza una bancarella con formaggi e charcouterie Corsa in abbondanza. Mettiamo in moto e poi si salpa velocemente alla volta della costa occidentale dell’isola che è anche la più bella con la montagna a picco sul mare, le cascatelle di acqua dolce, le vacche che pascolano sulle spiagge ed i villaggi di Capo Corso che sembrano ancora oggi immagini di tempi lontani quando i pirati saraceni imperversavano in questi luoghi come lo testimoniano le tante torri genovesi e pisane di guardia sui promontori in prossimità delle isolette di Finocchiarola, La Giraglia che ha anche un gran faro e Barcaggio e Tollare e Centuri nascosta dietro un isolotto che la rende invisibile dal mare. Una curiosità delle 94 torri di guardia e avvistamento che si trovano sul territorio corso su un totale di circa 1000 km di costa, ben 27 si trovano dislocate sui 92 km del litorale di Capo Corso, si assomigliano tutte perché rappresentano l’architettura militare difensiva degli anni dopo il mille, sono rotonde con base a scarpa e caditoie sotto i merli. E’ uno spettacolo, navigando lungo il capo, dove c’è uno scoglio c’è una torre ed a ben guardare dietro c’è un villaggio. Vedi oltre ai summenzionati anche Mursiglia, Pinu, Ogliastro, Tor d’Albou, Nonza, Tour de Negru, la Cittadelle di St Florent costruzione militare di forma circolare oggi museo. Per la rotta essendo lungo costa ci regoliamo di promontorio in promontorio, tenendoci un po’ al largo ma non troppo, essendo tanto bella la costa da guardare ed altrettanto calmo il mare, addirittura dopo due ore di navigazione si fa un bagno col motore in panne per non spengerlo dato che stamani tutto è andato per il meglio.

In primo pomeriggio siamo davanti al porto e telefonicamente contattata la capitaneria, ci assicura un posto in banchina, ma dovremo attendere le ore 16.00, così ci attestiamo al distributore di carburanti all’estremità della diga foranea ed attendiamo. Il caldo è tanto e l’aria poca, in compenso il paesaggio è semplicemente delizioso. Finalmente ormeggiamo al la banchina centrale dove stanno tutte le imbarcazioni a vela. Il tecnico arriva verso le 18 ed inizia a controllare connettori e morsettiere che risultano in perfetto ordine. In ultimo arrivato alle batterie constata che un morsetto di quella preposta al motore ed ai suoi servizi è lente perciò poteva fare contatto o no secondo i movimenti dell’imbarcazione. Una fesseria che però c’è costata tempo ed apprensione nonché danaro all’armatore. Bene adesso, alleggeriti del pensiero dell’avaria tecnica, docciati e cambiati d’abito come veri marinai in libera uscita andiamo in città per un aperitivo e poi a cercare un bistrot dove si possa cenare alla maniera isolana. Il "Buffet de la mer" fa proprio al caso nostro ed a prezzo fisso ci gustiamo una insalata di polpo, una frittura di pesciolini con patate, una macedonia di frutta fresca e vino bianco dell’isola.

In mattinata, prima dell’arrivo degli amici mentre gli altri rassettavano la barca io ho fatto il giro del paese per acquistare baguette, frutta, charcuterie locale e terrine de champagne alla macelleria del porto. Arrivati gli amici siamo salpati verso le spiagge che si trovano a sud oltre Lotu e Saleccia dalla sabbia finissima e con acque cristalline dove fare il bagno è una vera goduria. Disposto il tendalino sul pozzetto si pranza circondati da questo paradiso ed già quasi il tramonto quando torniamo al porto. I nostri amici andranno a montare la tenda nel vicino campeggio per passarvi la notte.

Ci ritroviamo per la cena che consumeremo tutti insieme allo stesso Buffet di ieri sera ed alla capitaneria ci informiamo sul tempo per domani, già sul PC che abbiamo a bordo abbiamo notata una forte caduta di pressione e la possibilità di piogge e venti provenienti dai quadranti meridionali per le ventiquattrore seguenti. Il peggioramento ci viene confermato vedremo all’alba domani il zaffarsi. E’ mattina presto quando usciti per colazione vediamo che il cielo è oscurato da nubi nere e veloci nel cielo, sulle montagne ad est lampi scaricano fra nube e nube. Non c’è tempo da perdere, conviene salpare verso nord e doppiare il capo prima che la burrasca ci investa. Per adesso il vento è sui sette nodi e già arriva da sud-ovest, il mare è calmissimo.

Siamo riforniti al massimo di tutto, la randa è già provvista di terzaroli, salutiamo gli amici, dispiaciuti di non poter passare ancora una giornata di bagni insieme, ma è giocoforza partire. Usciti dal porto,issiamo le vele e la randa terzarolata lavora egregiamente, piccole raffiche di vento arrivano aiutandoci nell’andare veloce verso nord.

Dopo circa tre ore di navigazione vento e mare aumentano, al largo di Centuri le onde che ci inseguono al giardinetto ci nascondono l’orizzonte, il vento è già a 15 nodi, procediamo a motorsailer alla velocità di 6-7 nodi e la barca non è molto sbandata, tutto va per il meglio, cominciamo a virare per est siamo al largo di Tollare sentiamo il vento fischiare alle nostre spalle, ma ora siamo rimossati e verso Barcaggio si trova un’ansa sabbiosa di buona profondità non lontano da riva che ci permette un ormeggio sull’ancora sicuro almeno per il tempo di uno spaghetto ed un bicchiere di vino, poi via di carriera a doppiare il capo ed arrivare al porto di Macinaggio. C’è posto così ci ormeggiamo e sentendo che il vento rinforza notevolmente regoliamo le cime con il massimo della sicurezza. Siamo stanchi ma una doccia ed una buona cena in cabina questa volta, perché nel pozzetto il vento spazza via tutto, anche i nostri costumi, tesi ad asciugare, tutto deve essere assicurato alla grande.La notte è un susseguirsi di raffiche d’intensità sempre crescente. Incredibile come possa essere confortevole una cuccetta asciutta, all’interno di una cabina chiusa, in una imbarcazione ormeggiata in un porto sicuro, quando fuori gli elementi si scatenano e la burrasca ti colpisce con gli ululati del vento che adesso sfiora i 40 nodi di velocità, le barche trattenute per gli ormeggi si agitano e si accostano l’una alle altre in una danza di spiriti che contrastano gli elementi. Fuori oltre la diga foranea le onde,benché il vento soffi da terra, si impennano e schizzano via la schiuma con impeto enorme verso il mare aperto. In una zona del porto dove nessuna imbarcazione è ormeggiata le onde oltrepassano la banchina. Tutta la notte il fischio del vento ci canta la sua musica.

Gli equipaggi delle imbarcazioni costrette alla sosta forzata si aggirano per le viuzze interne del paese come fantasmi infagottati nei loro toni con cappuccio multicolori, senza meta, passando da un bar all’altro o frugando come ossessi nei negozietti di abiti accessori nautici, souvenirs od altro per ingannare la giornata. Altri se ne stanno a leggere o giocare a carte nel quadrato delle barche loro o del vicino. Molte persone hanno presa un’auto a noleggio e sono andati in giro per l’isola. Anche a noi era venuta questa idea peraltro già sperimentata anni addietro, da Luri girammo tutta la parte nord dell’isola e poi finimmo a Bastia per fare rifornimento e cambusa. A quell’ora non c’erano più veicoli disponibili così in pomeriggio ci siamo decisi per un trekking di pochi chilometri per sentieri e macchia verso Tollare, ma non ci siamo arrivati perché la nostra andatura era troppo fiacca. Al calare del sole abbiamo avuta la sensazione fisica direi che qualcosa cambiava.

Sulla pelle non c’era più lo sfregare intenso del vento ma una leggera carezza. Nei tratti di strada sterrata non si formavano più i vortici di polvere ed i veicoli non avevano che minimamente una scia polvere dietro, poi cominciava a fare più caldo.

Buon segno forse domani si potrà salpare!

Per esorcizzare la novità abbiamo deciso di concedersi un’ultima cenetta nella veranda di un bistrot in fondo al paese. Anche altre volte erano stati attratti dai profumi di pesce che uscivano dalla sua piccola cucina poi chissà perché non avevamo mai cenato lì.

La spesa modica, la buillabasse eccellente e le sarde arrosto con le patate fritte ottime, vino bianco fresco e torta di mele. Per finire in bellezza un digestivo alla gelateria del porto.

In nottata ci siamo svegliati perché il rumore del vento che già era leggerissimo la sera è cessato del tutto. Ravversata la barca e fatta colazione abbiamo atteso che il distributore di carburanti aprisse e fatto il pieno di gasolio siamo salpati per l’isola di Capraia.

Il vento al giardinetto ci spingeva a sei nodi, poi a cinque ed abbiamo messo un po’ di motore, a mezzogiorno eravamo alla cala Rossa ancorati a mangiare. Dal porto eravamo stati rassicurati che il posto in banchina era disponibile così ci siamo attardati, tanto che verso le quindici abbiamo visto transitare al largo il Corsica Ferry che riportava i nostri amici a casa. Arrivati a Capraia porto la sorpresa di vederci sbattuti alla boa per mancanza di posto in porto. Siamo stati costretti a raggiungere la terra col piccolo pram di salvataggio una impresa non facile e meno male che eravamo solo vestiti da barca.

Abbiamo acquistati prodotti freschi e poi cena ed a letto perché domani dovremo per forza rientrare a casa. E’ l’alba quando salpiamo alla volta di Marina di Pisa, il mare è calmo abbastanza ed il vento leggero navighiamo a motor sailer in maniera da non scendere sotto i cinque nodi di velocità. Vorremmo essere a casa prima di notte. Pranzo frugale a finire tutti quei generi aperti e sfusi così lasceremo la barca rifornita di pasta e scatolame ed acqua e birra in confezioni complete. Si doppia la Gorgonia e si vede chiara la costa italiana, in lontananza Livorno con la corona di grosse navi alla fonda al largo del porto, noi abbiamo perduta ogni parola ci muoviamo a bordo come automi muti.

Ogni pensiero che era stato lasciato ci riassale con forza e le vecchie storie e beghe e tutto ci rammenta che la crociera di quest’anno è già storia.

Non ci resta che arrivare fisicamente ormeggiare riprendere l’auto e tornare a casa.

Le rotte e le distanze

Marina di Pisa Macinaggio rotta 219° distanza mgm 56.75

Macinaggio Finocchiarola rotta 11°1’ distanza mgm 4,5 ritorno rotta 169°

Finocchiarola Capo Corso rotta 268° distanza mgm 8,55 ritorno rotta 188°

Capo Corso St Florent rotta 181° distanza mgm19,66 ritorno rotta 1°

MacinaggioZenobito rotta 77° distanza mgm 18,47

Zenobito Capraia porto rotta 16°31’ distanza mgm 3,45

Capraia P.to Marina di Pisa rotta 25°24’ distanza mgm 43

 

 

 

Lug. 2008 by GIO

 

 

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