TAILANDIA 1999

 

 

Dal 14/11/99 al 28/11/99 da Roma Fiumicino a Bangkok con TAI airline. A Bangkok rimarremo per tre notti alloggiati al Empress Hotel. Ottima sistemazione in posizione centrale. Poi ci sposteremo in aereo per due notti a Chiang Rai alloggiati al Dusit Island Resort lungo il fiume Mae Kong poi verso Chiang Mai col pulmann per altre due notti al Empress Hotel. Con un volo raggiungeremo l’isola di Phuket e vi resteremo per cinque giorni in località Patong alloggiati al Horizon Beach Resort Hotel. Adesso un po’ di notizie ed un po’ di storia di questo paese.

Da novembre a febbraio sono i mesi migliori per viaggiare in questa regione le temperature non sono elevate e l’umidità è sopportabilissima.

I Kmer erano già presenti sul territorio fra 8 e 5000 anni indietro poi certe popolazioni che abbandonarono la Cina al tempo delle invasioni del Kublai Khan si sono mischiate e sembra che l’etnia dominante fosse il ceppo Mon oggi scomparso li chiamavano Syamas cioè Siamesi.Trenta anni fa un antropologo ha trovato nelle regioni del nord-est e precisamente a Ban Chiang, località con solo un centinaio di famiglie, nella foresta verso il confine del Laos, insieme a manufatti in rame bronzo e ferro di varie epoche anche tessuti ed utensili simili ad oggetti rinvenuti in Turchia. Ciò ha avvalorata l’ipotesi di una civiltà molto progredita venuta da est e poi scesa fino in medio oriente. Naturalmente ad oggi resta tutto da confermare. Il popolo Thai sembra arrivare dal sud della Cina. Dal 1946 il Siam si chiama Tailandia ed è retta da una monarchia costituzionale con parlamento bicamerale. In Tailandia c’è il 94% di buddisti il resto è preso da induisti cristiani ebrei e islamici. Nel nord vivono moltissime etnie diverse che sono emigrate dalle nazioni vicine nel corso dei secoli esse sono gli Akha, i Lisu, i Laku, Khamu, Lawa, Palong, Thins. Vivono in genere nel nord del paese e mantengono vive le loro tradizioni tribali pur essendo integrati nel paese. L’economia vive sulla produzione agricola del riso che serve per il paese e per l’esportazione, sul turismo normale e sessuale. Caucciù pesca e frutta tropicale fanno il resto. La moneta è il Bhat con 1$ se ne ottengono 50 circa. Abiti leggeri di cotone vanno benissimo e per la sera un golf solo per il nord.Ottima la cucina sia di pesce che di carne e verdure tutto accompagnato da riso bianco, a piacere si possono speziare o aromatizzare le pietanze con cannella pepe nero peperoncino ed altre salse che si trovano in tavola, si beve acqua minerale acquistata chiusa ermetica o birra o liquori di ogni genere (il Mekong è il Whiski locale). Un pasto costa da 20 a50 bhat.

Lo shopping è divertentissimo e si deve sempre trattare escluso nei negozi che espongono prezzi fissi. Si trovano magliette ed abiti bellissimi a poco prezzo la gioielleria è eccezionale e la gente anche se povera è gentile e sorridente col turista e disponibile per aiutarlo in ogni necessità. La notte si può circolare come il giorno i negozi sono quasi sempre aperti come i bar ed i ristoranti non di rado troviamo persone a conversare nei giardini anche a notte alta. La polizia è molto vigile ed il turista è ben protetto (comunque attenzione in certi quartieri ed in zone molto periferiche).Dall’Italia ci sono 6 fusi orari 7 quando da noi c’è l’ora legale. A Bangkok c’è molto pendolarismo di lavoratori che provengono dalla provincia così fino dalle prime ore dell’alba sulle strade di grande comunicazione c’è il caos. Ad ogni semaforo ci sono venditori di offerte o preghiere come vengono chiamate quelle composizioni floreali che ben dispongono le divinità ad aiutare i credenti. I pendolari una volta lasciata l’auto o la motoretta o scesi da un qualunque mezzo pubblico passano dai venditori di cibo che cucinano lungo la strada per acquistare il pranzo quotidiano (di solito è riso pollo e verdure messo in un sacchettino di plastica o per i più attrezzati in una gamella ermetica di tipo militare). La città è caotica e vivace ed esprime al meglio lo spirito tailandese,dove si fondono vecchio e nuovo,dove si può trovare di tutto, dove le tradizioni convivono col futuro. La gente che incontri per strada è come ho già detto sempre disponibile se chiedi informazioni ti rispondono con infinita gentilezza e cortesia basta riuscire a capirsi perché non tutti comprendono l’inglese o altra lingua straniera. Ci si sposta con i mezzi pubblici quando siamo per conto nostro altrimenti col pulmino dell’agenzia in compagnia della guida. Siamo alloggiati in New Petchburi Road strada centrale, da cui ci possiamo spostare facilmente anche a piedi per girare intorno ai monumenti e mercatini che ci circondano. In questa città risiedono un decimo della popolazione del paese, il governo, la maggior parte della classe manageriale, che tiene in piedi l’economia del paese ed un numero infinito di mercanti che fino dal mattino attivano le loro bancherelle e mantengono aperte fino a notte fonda. Ovunque incontri monaci buddisti, specialmente al mattino, che con le loro ciotole vanno in giro a questuare il riso e quanto loro venga offerto per il loro pasto quotidiano. Il vero centro della città si trova nell’abbraccio a semicerchio fatto dal fiume Chao Phaia che taglia la città dividendola dal quartiere Thonburi. La prima zona che si incontra è Chinatown il quartiere cinese poi verso il centro c’è il Gran Palazzo che cintato da bianche mura comprende in verità moltissimi palazzi e templi ricchi di guglie dorate che oggi servono al sovrano per accogliere dignitari stranieri ma una volta sono stati la sede della famiglia reale. Fra questi templi ne spicca uno che è il più importante in assoluto per i tailandesi è quello del Budda di Smeraldo costruito nel diciottesimo secolo e composto da cappelle e cortili carichi di stucchi dorati e ricchi intarsi di legno raffiguranti scene del Ramakien. Nella vicina biblioteca sono conservate le sacre scritture. In città esistono circa quattrocento templi per cui ad ogni angolo appare qualche stupa come il tempio dell’aurora o del Budda disteso o quello di marmo e tantissimi altri che immancabilmente richiamano la tua attenzione e ti infondono molta sacralità. Un immenso polmone verde è parco il Lumphini cintato di mura e chiuso alla sera ospita per tutto il giorno sportivi, gente comune ed atleti che qui vengono per la gloria del corpo e dello spirito. Impiegati che prima di entrare in ufficio o iniziare l’attività lavorativa vengono al mattino per vivere tonificati la giornata.Presso il Wai Po (Budda disteso) c’è la più antica scuola di massaggi. Non sei stato qui se non la provi almeno una volta. Patpong è il quartiere di cui tutti abbiamo sempre sentito parlare: è il quartiere a luci rosse dove si trova di tutto.Dal centro della città e precisamente da uno dei porti fluviali di partenza le long tailed boat sorta di imbarcazioni lunghe e scomode navigano lungo il Chao Phaia fino a Nonthaburi per i canali che si snodano attorno alla città facendoti godere del paesaggio fluviale e della vista delle persone che qui vivono ed usano il fiume come bagno toilette e fonte di acqua per tutti gli usi possibili oltre che come via di comunicazione per portare le merci dalla campagna alla città così che si possono incontrare indifferentemente barche cariche di verdure o frutta o sacchi di cemento, ci sono addirittura mercati come a Damnern Saduak dove i venditori ti vendono le loro merci o le loro pietanze a base di riso e verdure o pollo o pesci direttamente da una barca all’altra. La sera conviene abbandonare l’albergo e mangiare nei ristorantini sempre allegri oppure dove ti vendono il pesce che scegli e lo cuociono alla loro maniera mentre tu al tavolo attendi che sia pronto ti deliziano con mille stuzzichini dal piccante al dolce che sono una vera specialità oltre ad intrattenerti con musiche e danze, i prezzi sono decisamente abbordabili.

Andare in Thailandia vuol dire anche visitare il nord del paese. Si può raggiungere in aereo o in treno o in autobus dipende dal tempo a disposizione. In queste zone vivono ancora antiche tribù delle colline di diverse etnie e rimaste per lo più fedeli alle loro tradizioni montanare infatti alcune sono scese dalla catena dell’Himalaya migliaia d’anni fa e rimaste isolate. Noi abbiamo visitata la tribù degli Akha e dei Laku da Chiang Rai. Il nostro hotel è situato sulla riva destra del grande Mae Kong dalla camera vedo direttamente l’imbarcadero e le barche a siluro con quei motori fuoribordo immensi che hanno l’elica in cima ad un lunghissimo albero così da poter navigare anche in acque bassissime. Ricordo di averli visti per la prima volta in dotazione all’esercito USA durante la guerra del Viet Nahm in qualche documentario. Così al pomeriggio accompagnati dalla nostra interprete abbiamo risalito diversi chilometri di fiume e veduti i villaggi di contadini lungo le rive. Quando siamo sbarcati abbiamo camminato per un pezzo di strada in salita ed appena raggiunti gli alberi della boscaglia c’è apparso in una valletta invisibile dal fiume un villaggio di sole quattro cinque capanne di legno su pali alti per difendersi evidentemente dall’acqua e dagli animali notturni che girano in cerca di prede. Anche i pollai sono alti sul terreno. Le donne ed i bimbi sono vestiti con colori sgargianti sul rosso come le gengive di ognuno per il troppo masticare radici di betel. Ci offrono the verde e noi accettiamo anche se l’igiene lo sconsiglierebbe ma è caldissimo così tentiamo: è eccellente. Siamo andati a visitare numerosi stupa con altrettanti Budda servendoci dei samlor specie di risciò a pedali che costano pochissimo rispetto alla fatica di chi pedala ed in un tempio veramente accogliente abbiamo pregato il monaco di fare uno sposalizio così con uno scopino di saggina ci ha benedetti. Dopodiché in una splendida gioielleria di argenti abbiamo acquistate fedi buddiste che sono caratteristiche per la loro funzione di preghiere. Mi spiego si tratta di un anello largo e piatto con due orli laterali che impediscono ad un anello sovrapposto ma girevole in questa sede di uscire. Poiché può girare su se stesso per la loro religione diventa una preghiera come accade con i mulini o le bandiere da far garrire al vento. Qui c’è una splendida tenuta dove vengono allevate le farfalle di ogni tipo colore e dimensione poi il giardino delle orchidee i giardini del tempio dei Lanna che occupano una intera collina chiamati Mae Fah Luang Garden o giardini della regina. A Laan Tong Villane, situato in un bellissimo parco abbiamo pranzato ed assistito ad uno spettacolo di folkrore tailandese con ballerine, lottatori ed elefanti. In pomeriggio siamo andati a visitare una tribù in montagna veramente derelitti i Thins. Siamo arrivati lassù con una jeep attraversando una intricatissima foresta vietato dare ai bambini caramelle che danneggiano i denti e denaro che li devia dalla scuola. Si può contribuire donando alla mamma abitini ed a loro taccuini e biro per scrivere. Il villaggio è abbastanza grande e le donne non sono agghindate come gli Ahka che vivono più vicini al fiume. Le capanne sono a terra e gli uomini curano la foresta ed allevano bovini e suini che poi venderanno al mercato di Chiang Rai. Proseguendo verso nord si arriva alla cittadina di Maesai.

Si tratta di un grande villaggio che è solo un immenso mercato ed un luogo ricco di artigiani che lavorano la giada principalmente per i turisti ed articoli per la casa (pentole piatti casseruole in alluminio) nonché abiti di ogni sorta per i birmani poiché la frontiera è proprio sul ponte alla fine della strada. E’ una triste storia del passato prossimo quando distrutto il ponte i birmani Kmer rossi sparavano su chi guadava il fiume per mettersi in salvo in Tailandia.

Anche oggi la frontiera è chiusa e sorvegliata da guardie armate ma molti ragazzi in costume birmano attraversano il ponte per farsi fotografare ed avere in cambio qualche bhat le guardie non sparano più, forse sono i loro stessi figli che si guadagnano così il pane per la famiglia. Seguendo il fiume che va poi a gettarsi nel MaeKong si arriva al cosiddetto "triangolo d’oro" una zona che fino a pochi anni indietro era la zona di maggior produzione del papavero da oppio tanto che serviva mezzo mondo. Qui gli anziani sono tutti rincretiniti dalla droga e vicino al grande tempio c’è un museo dell’oppio dove si possono vedere le antiche tecniche di lavorazione le pipette e quanto serviva per produrre la cocaina. La Birmania è appena di fronte. Siamo arrivati in giornata a CHIANG MAI graziosa cittadina dove si possono ammirare fra le mille cose anche un campo da golf per gare internazionali e qui abbiamo pranzato serviti da splendide ragazze poi siamo andati a sistemarci in albergo e fatta sera abbiamo goduto di un magnifico spettacolo di danza classica. Il mattino successivi abbiamo visitato il più grande stupa tailandese e poi abbiamo fatto un giro per la boscaglia a dorso di elefante. Devo dire che è stata una piacevole esperienza. La sera è calata anche troppo presto e ci troviamo riuniti in un locale tipico dove dobbiamo sedere per terra su morbidi cuscini e la cena ci viene servita in piccole ciotoline e non finiscono più di portarne inutile dire che anche qui abbiamo uno spettacolo e musica eccezionali. Domani mattina ci separiamo dal gruppetto perché solo in quattro voleremo a PUKET dove resteremo per altri cinque giorni di mare ed escursioni alle isole. Il villaggio di Patong dove siamo alloggiati nell’isola è una graziosa zona di villeggiatura dove non manca niente sembra di essere a Viareggio solo i prezzi sono decisamente più bassi. Qui ci imbattiamo nel cosiddetto turismo sessuale dove persone di sesso maschile europee americane o australiane noleggiano una ragazza per il tempo del loro soggiorno che rimane sempre a loro disposizione giorno e notte atta ad ogni servizio. Queste donne per la verità molto graziose e servili come solo una donna orientale sa essere nei confronti del maschio si dedicano anima e corpo a far si che il cliente sia a suo agio e sempre felice e contento. Se tutto va per il meglio prima di partire le lascerà un extra che per lui sarà una semplice mancia ma per la famiglia di lei rappresenterà qualche mese di vita in più. Non dimentichiamo che queste persone a casa hanno genitori figli e alcune anche mariti da mantenere.

Ho trovata qui una discreta colonia di italiani sia a godersi la vacanza che in pianta stabile con negozi magazzini e traffici di ogni genere e per tutti i gusti. Sembra che coloro che approdano qui necessitino di tutto come fanciulli abbagliati dall’oriente.

Appena arrivati abbiamo avuta la sorpresa di una bellissima festa notturna si trattava della festa dell’acqua che si festeggia alla fine della stagione delle piogge e consiste di fare lunghi cortei di personaggi in maschera con musiche e fiaccole ognuna ha un significato naturalmente, essi sono seguiti da belle ragazze che recano in mano offerte su foglie di banano con candele e fiori e tanto colore. Questi cortei raggiungono la riva del mare dove vengono accese le candele e depositate sull’acqua in modo che la corrente le spinga al largo, infatti di notte la brezza viene da terra e porta lontano queste foglie come barchette luminose offerte alle divinità dell’acqua la festa si chiama Loi Krathong inutile dire che è stata una esperienza bellissima.Non gradiamo andare al mare vicino all’ hotel così trattiamo con un conducente di un Tuk tuk specie di ape furgoncino con sedili nel cassoncino per quattro persone onde averlo ogni giorno a prenderci ed a riportarci all’ hotel. Trattativa lunga ma ottima per cinque giorni e pensate che non ha voluto essere pagato prima del viaggio ma alla sera, al ritorno chiedendoci se tutto era stato di nostro gradimento. E’ stato giocoforza alla fine lasciargli qualche dollaro extra. Così ogni giorno potevamo cambiare spiaggia e relativi massaggiatori e ristorantini sul mare dove costatammo un nuovo uso per i rotoli di carta igienica: stavano sui tavoli al posto dei tovaglioli. Ricordo che andando per due giorni consecutivi a Karon Beach fummo adottati da un piccolo cane che si stendeva all’ombra del nostro ombrello in spiaggia ed il ristoratore con baracca sul mare dove finiva la spiaggia ed iniziava la scogliera davanti un invitante palmeto ogni tanto mi sventolava un tovagliolo emettendo un suono di richiamo, se io alzavo un braccio facendo capire di aver compreso qualche minuto dopo avevo un enorme bicchiere con spremuta di ananas fredda ed il taccuino per segnare il menù che avrei gradito mangiare all’ora stabilita.

Un giorno disertammo queste spiagge per andare all’isola dei coralli imbarcandoci da Raval Beach. Navighiamo nel mar delle Andamane

Dopo mezza ora di navigazione si sbarca su una spiaggia bianchissima e dietro si erge una collina ricoperta di vegetazione veramente interessante. Il mare è trasparente e pieno di pesci che ti vengono a mordicchiare il corpo ma ti fanno solo il solletico, il fondale è pieno di splendidi coralli che non possiamo toccare (?) Un ristorante da spiaggia ci sforna pesci arrosto riso verdure e mille salse eccezionali la birra è ottima e le salviette sui tavoli sono sempre ed immancabilmente rotoli di carta igienica rosa in tutto il paese. Rammento che fu una felice giornata.

Mi è rimasta di questa esperienza una ottima impressione. Anche se il commento comune di molti occidentali è rivolto al turismo sessuale che questa nazione prodiga a piene mani verso i maschi bisogna riconoscere che c’è se lo vuoi come in ogni altro paese, dove magari si recano le tardone nostrane, se non lo cerchi qui nessuno ti fa pressione e ti adesca come in molti paesi, purtroppo (vedi Rep. Dominicana, Cuba,ecc….) La gente che ho incontrata pur con la sua problematica di vita mi è parsa molto positiva ed anche onesta perché nessuno si è dimostrato petulante o antipatico o disonesto, i compagni di gita poi erano gente tranquilla ed avvezza a girare il mondo quindi del tipo non rompiamoci le balle e divertiamoci.

 

 

Mag 2007 by GIO

 

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