MAROCCO città Imperiali ed altro Sono già stato in Marocco quattro volte e ad ogni viaggio percorro strade diverse così adesso ho una visione abbastanza completa del paese e della sua gente. La prima volta mi dedicai alla storia ed alle città che furono capitale di volta in volta le cosiddette città imperiali. Questa parte del continente africano che ne comprende il nord
ovest per una estensione di 710.850 km2 confina con lAlgeria ad est con I primi popoli che si stanziarono qui sembrano essere stati i
berberi di cui si trovano tracce rupestri da prima di qualche millennio di Cristo, poi
Fenici, Cartaginesi, Mauritani si sono susseguiti nei secoli. Poi nel Iniziamo la visita
del paese da CASABLANCA dove ci ha lasciati
lAIRMAROC che ci a portati in meno di due ore da Roma. Inutile cercare il bar del
famoso film perché quello fu girato a Tangeri. Questa è una dinamica città moderna
industriale e commerciale con strade ampie circolazione imponente di mezzi pubblici e
privati gente che corre da ogni parte. Insomma Milano in una ora di punta se non fosse che
il Muezzin ogni tanto rompe il rumore col suo invito alla preghiera. Col suo milione di
abitanti è la più popolata del paese, dallantico si passa ai grattaceli moderni
dalle viuzze della Medina vecchia si entra nei boulevards a sei corsie. Città di
contrasti con un porto marittimo immenso che assorbe il quaranta per cento del traffico
marittimo di persone e merci in import ed export vicino alla vecchia Medina ed Place
Mohammed V con una cupola trasparente che di giorno illumina i sottopassaggi pedonali,
Place des Nations Unies col Palazzo di Giustizia MEKNèS vicina al medio Atlante in zona verde e fertile ricca di culture di ogni genere dalla frutta alle verdure dal clima eccezionalmente fresco e ventilato con una ricca medina vecchia e nuova un bellissimo palazzo imperiale DarJamai che ospita un bel museo, PlaceEl-Hèdim ricca di bar, caffè e ristoranti dalla quale si accede al souk e dove arrivano e partono tutti i bus urbani e no. La tomba Di Mulay Ismall. Laccademia militare che si trova nel palazzo che abitava il sultano nel secolo scorso Dar el-Beida. Poi i magazzini generali Hèri Dar el-Ma (palazzo dellacqua) caratterizzati da mura spesse per manenere fresca la temperatura allinterno con allinterno moltissimi pozzi per lacqua da cui il nome. FèS è adagiata su
verdi colline in posizione splendida. MARRAKECH con i 450.000
abitanti è la più grande attrazione turistica del paese. Qui non basta mai il tempo non
per visitarla ma per conoscerla perché questa città va conosciuta in ogni ora del giorno
e della notte in ogni suo quartiere e si deve parlare con la gente e confrontarsi ed
intendersi perché è una gioia per lo spirito e la mente indimenticabile. Tutti e dico
tutti sono molto cordiali rispettosi e ti vorrebbero vendere il mondo ma se sai trattare
acquisterai solo ciò che vuoi ed al prezzo che ti parrà migliore, non ho mai trovati
spudorati imbroglioni in questa città anche perché tutti sanno che il turista è il loro
capitale da difendere e salvaguardare magari ricordiamoci che siamo in un paese musulmano
ed un uomo spesso rivolge alle nostre donne attenzioni che non sono molto gradite anoi e
spessole mani loro si allungano un po troppo verso certe parti corporali. La miseria
cè anche qui ma la gente è solo insistente per ignoranza affinché tu comperi
qualcosa da loro, poi non è cattiva se dici no è no. In prima fila sta In un viaggio ho fatto il tragitto da Fès a Marrakech in autobus
passando per il medio Atlante ed ho avuto modo di vedere quante e quali belle montagne
innevate ci siano complete di impianti per lo sci. Alcuni la chiamano Una bellissima avventura ci è toccata in un viaggio che abbiamo fatto da soli con base ad AGADIR. Eravamo a Marina di
Pietrasanta in visita ad una amica quando passando dal lungomare volli curiosare in una
agenzia turistica che per caso era aperta così vidi che cera un last minute per
Agadir in un villaggio francese con mezza pensione e bevande incluse per un prezzo non
buono ma incredibilmente basso eccezionale. Chiesi quando potevamo iscriverci e se ancora
ci fossero stati due posti . Cerano così fissai immediatamente gli avrei inviato il
denaro tramite bonifico bancario perché la partenza era fra due giorni soltanto e per me
sarebbe stato problematico tornare lì. Si era verso la fine del mese di marzo, la
stagione non era eccessivamente calda per loceano Atlantico, noi partimmo più per
fare turismo che vita di spiaggia. Ed avemmo ragione. La prima cosa che feci
fu di ordinare tramite la reception del resort una piccola vettura per il giorno seguente
da tenere per tutta la settimana. Questo ci garantiva una piena autonomia e libertà
dazione. Arrivò una Fiat 1 due porte benissimo il primo giorno andammo alla vecchia
Kasba distrutta dal terremoto di dieci anni prima che si trovava su una collinetta di
fronte al porto peschereccio poi andammo in cerca del cimitero musulmano dove sono sepolti
i resti anche di italiani che perirono in un
disastro aereo degli anni 90 ed il governo marocchino ha fatto un piccolo monumento
alla memoria. Fra di loro cerano anche una coppia di sposi nipoti di un mio
carissimo amico fiorentino e che saputo del mio viaggio mi aveva pregato di portargli una
foto del luogo a memoria della famiglia. La sera al rientro dopo una doccia ed un cambio
dabiti ci recavamo in uno dei quattro ristoranti etnici del villaggio e corpo mio
fatti capanna dalle specialità locali che ci servivano. La gente comune preferiva il
ristorante internazionale non fidandosi della cucina locale così non eravamo in molti ma dopo la prima sera fummo presi di mira
dai camerieri che orgogliosi che amassimo la loro cucina ci servivano e consigliavano
quanto di meglio esistesse. Fu così che una coppia del nord ci si aggregò mentre, per le
cene soltanto, anche due ragazze genovesi fecero onore ai cibi assieme a noi. Il giorno dopo fatta una abbondante colazione ci accontentammo di
partire con la scorta di due bottiglie dacqua ed un mezzo casco di banane acquistate
ai mercatini lungo la strada. Si prese la via per Imouzzer dove sapevo esserci una bellissima cascata chiamata
il velo da sposa lasciata la costiera si entra in una stretta strada lungo un
torrente fra due pareti di roccia che diventano sempre più alte poi entrati in una valle
più larga proseguiamo verso nord-est. Incontriamo il villaggio di Isk e qui tre signore con due bambine ci chiedono un
passaggio. La macchina è piccola ma desideriamo accontentarle così tutti ammontati
dentro riprendiamo il cammino. Chiedo loro della cascata e mi dicono che è secca per
carenza di piogge comunque il luogo è magico e bellissimo. Arrivati dietro una curva
vediamo lindicazione e tre o quattro case poco più avanti le donne sono arrivate ed
anche noi. Scendiamo tutti dalla piccola auto e la gente si fa dattorno e commenta ridendo
le donne ci ringraziano e ci fanno cenno di non temere per la macchina che gli uomini,loro
mariti, faranno buona guardia in segno di ringraziamento. Se ci fosse stata lacqua
sarebbe stata una cosa meravigliosa ma anche così immersa nella boscaglia ci da una bella
sensazione. Facciamo un giro poi si mangiano delle banane e si conversa con grandi e
piccoli mentre un tipo molto vecchio ci porta un vassoio con tazze di the bollente e
dolcetti vari tutto gentilmente offerto per la nostra cortesia. Rimaniamo commossi e poco
dopo riprendiamo il cammino verso un passo dove avevamo visti tappeti vecchi e polverosi
ma rigorosamente fatti a mano,appena li rivediamo buttati là su un muretto come cose da
nulla ci fermiamo e li trattiamo prima con circospezione poi col chiaro intento di
acquistarne uno che sembra veramente vecchio e bello anche se molto sbiadito. Dopo mezzo
pomeriggio di trattativa lo portiamo con noi per un tozzo di pane. (tornati in Italia e
lavato a dovere si dimostrerà una vera rarità) La sera commentiamo i
fatti del giorno con i nostri commensali e ci organizziamo per andare a Essaouira
antico porto negriero al tempo della
dominazione portoghese. La chiamano la città azzurra perché tutte le costruzioni sono
imbiancate a calce con porte e finestre azzurre. La strada è lunga sono Sulla strada del ritorno
abbiamo trovati diversi villaggi berberi alcuni dei quali con belle case moderne e grandi
mercati aperti anche di sera. Vicino ad Agadir
su quattro ettari di terreno un signore
francese ha ricostruito una tipica medina ricca di costruzioni in stile di palmeto cascata
e spazio verde e ha chiamata village artisanal et culturel Un giorno ci siamo dedicati ai dintorni così abbiamo scoperto un bel mercato settimanale dove oltre i prodotti della terra cerano anche saltimbanchi e musici poi allentandoci verso linterno e diretti verso Argana ci siamo ritrovatisi una strada dallo scarso traffico e con la spia del carburante che sulle curve lampeggiava. Indietro non ricordavo di nessuna stazione di servizio così proseguiamo avanti. Finalmente incontro una pattuglia di polizia e chiedo loro informazioni. Mi dicono che se riesco ad andare avanti per una ventina di chilometri cè un villaggio che in quel giorno ha il mercato così andando da chi vende tabacchi e carbone si può trovare anche benzina forse,altrimenti si dovrà pernottare in loco e domani con una macchina scendere verso Agadir per rifornirci. Non mi preoccupo più di tanto e piano per risparmiare carburante mi avvio al villaggio che consiste in tre case venti tende ed una piazza piena di somari e mercanzie sparse per terra. La gente è cordiale e ciarliera così quando chiedo del carburante mi accompagnano verso una capanna di legno piena di carbone di legna e cacche di mulo e cavallo che adoperano per i loro fornelli da cucina. Fra tanta roba tirano fuori delle taniche di plastica di svariate misure piene di benzina e con un imbuto un tubo di plastica tre persone riescono a farmi il pieno. Non ho idea quanto mi sia costato quel rifornimento ma vedere che mezzo paese era felice del piacere di servirmi non aveva prezzo. Quella sera siamo rientrati contenti di constatare quanto questa gente di montagna che per la maggior parte mai ha conosciuto un europeo o comunque una persona al di fuori del loro piccolo cerchio sia servizievole verso gli altri. Le difficoltà di uno diventano il lavoro degli altri e tutti ci hanno salutati felici dellaiuto datoci e indubbiamente anche dei dirham avuti in regalo. I giorni stanno fuggendo domani riconsegnerò lauto e ci dedicheremo un po al mare intanto stasera andremo al teatro del villaggio perché una compagnia parigina presenterà Il gobbo di Notre Dame. 2007-05-02 by GIO |