Topografia

La prima terrazza, l'unica a non avere l'aspetto di rudere, è larga circa 10 metri e lunga 50 metri, è dotata di due doppie docce agli estremi e di una scaletta in ferro zincato per l'accesso al mare. La seconda è un ridotto rudere per metà cemento e per metà mattoni dell'ampiezza di 6 metri per 20, un'altezza sul livello medio del mare piuttosto bassa che la rendono soggetta spesso al parziale inondamento, ed un fatiscente residuo di una cabina o caseggiato o casermetta. La terza terrazza è anche più stretta ma più lunga, 4 metri per 50, frastagliata e sconnessa nella maggior parte dell'area. Alla prima si accede tramite una scala, alla seconda ed alla terza tramite arrampicata su muro.

Flora e Fauna

La flora del bivio è costituita dal nulla, nada, nothing. Sulle terrazze non vi è un filo d'ombra che sia uno. Il tavolato cementizio, compatto o dimesso che sia, è uniforme e assolutamente sterile. Non vi è un solo filo d'erba e l'unico apporto floristico si può intravvedere nella copertura algale dei sassi frangiflutti. Per quanto riguarda la fauna invece il bivio di miramare è uno dei siti più densamente popolati al mondo, oserei dire il più popolato in assoluto, anche se mi riferiscono che il bagno "Lanterna" (lato donne), sempre a Trieste, è altrettanto denso (si, un'altro primato, avete letto bene, lato donne, l'unica spiaggia al mondo ancora con separazione uomini e donne). Sotto il pelo dell'acqua una variopinta fauna ittica popola le acque protette dalla vicina riserva marina di Miramare, e non è raro avvistare branchi di mormore, aguglie, granzeole, occhiate, salpe. Sopra il pelo dell'acqua la fauna aumenta improvvisamente densità, anche se osserva una fase stagionale. In estate infatti, una nutrita e densissima colonia umana viene a popolare queste terrazze ricoprendo integralmente l'intera superfice disponibile, sia essa orizzontale e liscia come quella cementizia, o aspra e rotta come quella scogliosa. Nella stagione invernale invece il luogo è pressoché deserto.

Etologia del comportamento

Una notizia prima di tutte che non deve andare dimenticata. Due anni orsono, sulla prima terrazza, è morta una persona in mezzo all'indifferenza di tutti. I bagnanti presenti hanno semplicemente messo un asciugamano sopra il cadavere ed hanno continuato imperterriti a prendere il sole. Considerando la densità del posto, e quindi il fatto di aver a pochi centimetri di distanza un cadavere, questo getta sopra qualunque cosa si possa dire su questo sito, e sulla fauna relativa, una macchia di vergogna difficilmente discutibile e cancellabile. Detto questo, la popolazione del bivio ha strette regole di comportamento, come tutte le comunità animali, che dietro l'apparente casualità del visitatore occasionale celano invece riti sostanzialmente inalterabili.
Innanzitutto il fenomeno turnistico. In ordine temporale si hanno due popolazioni, quella dei giorni festivi e quella del fine settimana. Le due popolazioni sono distinte in quanto osservano orari incompatibili. La popolazione feriale infatti è suddivisa in quattro turni, mentre quella del fine settimana tende ad essere stanziale, ed occupando il sito per l'intera giornata non permette il fenomeno della turnazione. Come conseguenza la maggior parte della popolazione turnista il fine settimana si sposta in altri lidi.

Turno A o turno pensionati

A partire dalle 7.30 fino alle 12.30 abbiamo il primo turno, nella sua maggioranza costituito, visto l'orario, da persone che non lavorano, nella fattispecie da pensionati. In tale turno la densità è piuttosto bassa in quanto le persone hanno la tendenza, arrivando mattiniere e trovando quindi il posto deserto, ad allargarsi sparpagliando asciugamani, borse e suppellettili varie allo scopo di marcare un territorio il più vasto possibile e quindi limitando l'afflusso totale di persone. In più alla mattina il sole ad est stimola una posizione longitudinale anziché trasversale rispetto alla terrazza, col che producendo una inefficientissima disposizione di brande ed asciugamani. Lo spazio che in altre ore è occupato da circa 200 persone è in questo turno interamente occupato da si e no 40 persone. Al transitare del sole a sud verso le ore meridiane non corrisponde tuttavia un'analoga rotazione delle brande, in quanto, con tale manovra si andrebbe a perdere il patrimonio di spazio occupato. Si assiste qui ad un tipico comportamento della specie umana e cioè la valutazione per convenienza. Alla mattina si protesta se non si trova lo spazio per distendersi verso il sole, a mezzogiorno un tale desiderio non è più osservato, allo scopo di difendere il privilegio acquisito.

Turno B o turno Business Class

A partire dalle 12.30 fino alle 13.30 vi è il primo cambio turno, dove ad ogni branda del primo turno che se ne va, cinque asciugamani del secondo turno vengo disposti, questa volta in senso trasverso. La popolazione è costituita per la maggior parte da persone che lavorano e che investono il tempo della loro pausa pranzo in una sosta balneare, da cui la denominazione. Naturalmente entro le 15.30 il turno scompare in silenzio. E' senz'altro il turno più ordinato e apparentemente civile, ma dietro a questa apparenza si nasconde invece la depressione dell'incomunicabilità e dell'antipatia. Il silenzio è dovuto al fatto che nessuno rivolge la parola a nessuno, e se lo fa, nove volte su dieci riceve una risposta stizzosa o seccata o arrogante e comunque sempre sempre sempre maleducata. In tale turno vi sono alcune regole assolute: se siete una donna, difficilmente un uomo vi rivolgerà la parola, è quasi sicuro che egli otterrà una risposta seccata. Se siete un uomo nessuno vi rivolgerà mai la parola, altri uomini certo no, a che scopo dopotutto, non siete mica scopabili, donne nella maniera più assoluta no, questo equivarebbe all'equazione parlo=ci sto. Infatti la popolazione di questo turno è quasi integralmente costituita da single, che single sono e single rimangono con un approccio alla socialità di questo tipo, e perdono il loro tempo pensando di venire al bivio, luogo di single appunto, nel cercare compagnia. Al bivio di miramare si ottengono solo rispostacce, e anche nei rari casi in cui si ottiene cordialità, non si va certo al di là di quello, la realtà del bivio nasce e muore lì.

Turno C o turno casino

Cominciando verso le 15, il terzo turno, costituito da ragazzoni e ragazzette che nel tempo stanno andando progressivamente abbassando l'età media, tanto che tra un pò ridefinirò tale turno col nome di turno topolino, porta una ventata di casino caciarone e disordine organizzato, ben diverso dal sistematico allineamento e dalla preoccupante silenziosità del turno precedente. Purtroppo accade spesso e volentieri che l'arroganza e la maleducazione vengano confuse con la spiritosità e vitalità, e tale turno si trasforma rapidamente in un incubo di personaggi che passano gli uni sopra agli altri, che non tengono in alcun conto gli spazi ridotti ed inseriscono di prepotenza la propria presenza anche quando non vi è proprio possibilità. La cosa peggiore che possa capitare in tale turno è avere a fianco una ragazza carina. Si può stare certi che nel giro di massimo un'ora, almeno tre o quattro ragazzi arriveranno a piazzarsi vicino anche se lo spazio tra voi e lei è di trenta centimetri. E se per caso vi arrischiate a protestare dopo che alquanti ragazzotti grondanti acqua vi hanno allagato asciugamano, borse e vestiti, vi viene semplicemente risposto un "cazzo vuoi".

Turno D o turno intellettuale

Verso le 18.30 si assiste all'ultimo cambio turno, ed arriva il turno intellettuale. Tale turno è costituito da personaggi tipo ciabatte in cuoio indiano, braghe di tela e borsa no-global con copia della Repubblica sporgente con calcolata noncuranza che nella posizione del loto fa il saluto al sole, un'occhio all'orizzonte ed uno ben più attento verso la strada, nella speranza di essere osservati, tradendo così la reale motivazione di un tale rito. Gruppi di aspiranti danzatori di capoeira che, incuranti dei 5 chilometri di lungomare a quell'ora ormai deserto, si incaponiscono nel venire su questa piccola terrazza ancora ben popolata per fare i loro ingombranti esercizi di salti e balli che a livello principianti sono spesso goffi e sgraziati, conditi con alquanti commenti e manifestazioni di entusiasmo ad altissimo volume, anche per l'ovvia ragione di cercare come al solito più che uno spazio all'aria aperto, un posto per essere al centro dell'attenzione. Ricercatori di varie etnie dei limitrofi istituti di cultura che si presentano sprovvisti di costume da bagno e che, in una semplificazione naturale dei loro luoghi di origine, semplicemente eseguono con le mutande, opache se asciutte, ma del tutto trasparenti quando bagnate all'uscita dal mare offrono spettacoli che vanno ben oltre il nudo, di fatto naturale, e sconfinano nell'osceno del nudo schiacciato e gocciolante.

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