AL FEMMINILE
Leggimi
(Uomo!)
leggimi senza fretta
e nello spazio vuoto
tra le righe
ti si aprirà un mondo
che non sai
leggimi Eva
e leggimi Cassandra
consacrami Didone
e genitrice d’Eros
gira quel foglio argenteo
della Luna
e inoltrati nel Regno
della Strega
leggi sussulti e grida
apprendine i lamenti
e cogli ciò che dice
ogni silenzio
Penelope è ormai stanca
d’ intessere le tele a
capo chino
leggi nella sua Storia
attenta-mente
e al suo frastuono
possa tu trasalire
in grave schianto
LA STANZA DELL'ANIMA
nell'ora che più geme di
ricordi
più non si muove il tempo senza senso
tace quell'eco
che riecheggiava spazi senza suoni
la luce non fa male
il cielo non ha peso
e la memoria
sveste il tormento in blu di nostalgia
dall'orizzonte in oro di
ginestre
stranezza intensa
mi posa
in sospensione
alla finestra
menta nel gusto dolce e piperita
e in alfabeto astrale
anche un sorriso
di fiabe tutte nuove
da riversare in note alle pareti.
SULLA SCIA DEL RITORNO
A
sera
al
fermo del silenzio
tra
barche ormeggiate a riva
a
sbadigliare
scivola
accanto il tempo
che
si riveste a nuovo
di
colori
e
lento mi sfoglia le ombre
dentro
il cuore
priva
di corpo e nome
e di
parole
muto
l'essenza in suoni di respiro
entro
nel vento
e
m'inanello in orme
sopra il mare
QUANDO “CANNIBALISMO” E’ DIETA SANA
pienezza
di vuoto
ti
sazia ora le vene
ammasso
che pietrifica il respiro
che
senti in bocca
e che
non puoi sputare
silenzio
di pietra
sguardo
di vetro
e
della tenia tutta l’ingordigia
per
non succhiare vuoto di parole
fissare
l’evidenza e non vedere
e
divorare
a
pezzi
il
tuo sentire
(ma
non per sempre)
la
notte dal suo ventre
partorirà l’aurora
sgravando a ogni doglia
un
nuovo raggio
vita
che ti riprendi
scorre
in luce
(ma
non per sempre)
e
ricomincia
il
gioco
e la finzione
EPIFANIA
D’ ERRORE
Un
vento saltimbanco
in
coda di rovesci
da
dense nubi oblique e inaspettate
frange
il linguaggio
in
forza coatta suoni
e in
dissonanze tutte avviluppate
strozza
le note
che
erano chiare e senza stonature
quella
scavata a mani scorticate
ora balbetta
l'Azzurro
cola
misto
ad un unto strano di pensieri
e ora
sul
limitare
di
quella porta ch'era inesistente
mi
lascio Amore
ma in
tinta sempre_verde
e
dietro battenti
che
alle mie spalle accosto
dolcemente
.
S’IN/GABBIA
IL VOLO
falena
questa
notte
cerco
luce
disegno
un dolce volo
dentro
un lume
tremo
mi
torco
lotto
e
...perdo...
infine
SUPPLICA
(pagana)
vieni
a
svegliare il sonno della pianta
e a
coprire il nudo dei silenzi
versami
sguardi
lungo
i deserti d'orfane carezze
distillami i sensi a gesti
dove
l'intimità gela in attesa
soffiami
dentro
in
acini di fiamme
l'acceso
che spira tutto dal tuo inferno
e
lieto
godrà
il
camino
del mio inverno