DIAMANTE CODA LUNGA X PASSERO DEL GIAPPONE

Un facile ibrido di sicuro successo

Pubblicato su Italia Ornitologica n. 8-9 anno 2000

testo ed allevamento di Ivo Ginevra

 

La realizzazione di quest'ibrido non crea particolari difficoltà specialmente se si adopera una femmina di Passero del Giappone; infatti, l'affidabilità di quest'ultima e le grandi capacità nutricatorie della stessa faranno sì che i piccoli crescano sani e forti.

Ibrido di Diamante Codalunga x Passero del Giappone

La vera difficoltà sta tutta nella giusta combinazione dei colori e dei disegni e chiaramente, al fine di ottenere il miglior risultato possibile, è buona norma partire da una coppia di riproduttori davvero super che esprima tutte le caratteristiche peculiari della specie, che sia di buona taglia e con un carattere confidente. Non mi stancherò mai di ripetere che gli uccelli destinati alla creazione di ibridi devono essere veramente ottimi; è questa e solo questa l'unica base di partenza valida per generare buoni soggetti, nella fattispecie ibridi con la " I " maiuscola che sicuramente si affermeranno alle mostre ornitologiche.Parlando poi della "creatura" in oggetto, è addirittura sconsigliabile la sua realizzazione se non si possiedono soggetti veramente eccellenti. Il nostro ibrido frutto dell'accoppiamento fra un maschio di Diamante coda lunga ed una femmina di Passero del Giappone nero-bruno, è inevitabilmente di colore scuro, e per potersi affermare alle competizioni ornitologiche deve necessariamente superare l'handicap dell'insignificanza e dell'incomprensione a prima vista; pertanto, l'elemento che consente l'immediata identificazione del soggetto e cioè la bavetta del padre Coda lunga non può che essere nera , ben visibile, trapezoidale, dai contorni netti ed il più estesa possibile; deve, insomma, primeggiare su di un petto robusto che conferisca all'ibrido un'aria di benessere, forza, regalità e fierezza. Contemporaneamente lo sguardo dell'appassionato o del giudice è catturato dall'incantevole bellezza espressa dalla testa che, grazie all'intervento della madre Passero del Giappone, assume una forma graziosamente tondeggiante pur mantenendo la base larga rispetto al vertice, così com'è nel padre Coda lunga. Le redini, e cioè la striscia nera che lega il becco all'occhio del padre Coda lunga, è un altro immanchevole elemento; queste devono imporsi sulla colorazione nera bruna della testa con un colore nero ben marcato, valorizzando al massimo la colorazione rossastra o arancio-giallo che assume il becco all'ibrido; sono, così, un fattore di indubbia bellezza, identificazione e sicuro interesse che l'ibrido con la " I " maiuscola deve necessariamente possedere oltre ad uno sguardo attento ed interessato espresso dagli occhi rotondi e ben aperti dati dal padre Coda lunga.

Ibrido Diamante Codalunga x Passero del Giappone

Il calzone nero, ben delineato e più largo possibile tipico del genere Poephila comune ai parenti stretti del padre, Diamante mascherato e Diamante bavetta, è un'altra voce essenziale nella qualificazione ottimale dell'ibrido. Inoltre, deve essere ben visibile un altro segno tipico distintivo della specie Coda lunga e precisamente le due timoniere centrali più lunghe rispetto alle altre, non scordiamoci, infatti, che queste ultime danno il nome alla specie.

 

Diamante Codalunga

 

Fin qui tutto quanto è bello sembra averlo dato il padre, ma non è così: anche la madre Passero del Giappone contribuisce a dare a questa "creatura" un tocco esteticamente gradevole ed unico e cioè il fascino del disegno a lisca di pesce lungo i fianchi, e forse con molta fortuna, anche nel basso petto e nel ventre. Per ottenere un bel disegno bisogna ovviamente possedere un soggetto molto tipico e di altissima genealogia perché, e gli esperti lo sanno benissimo, l'espressione di disegno nel ventre del Passero del Giappone spesso è mancate, o confuso se presente. L'azione dei geni della madre Passero del Giappone si manifesta nel costruendo ibrido soprattutto nella colorazione scura, e precisamente in una calda tonalità nero-bruna quasi uniforme. Questa tonalità nei soggetti migliori rispetta anche lo stacco netto di colore fra la nuca ed il dorso del padre Coda lunga, confermando, quindi, un cromatismo armonioso in una graduazione di tinte nero-brune con un dorso più scuro rispetto alla colorazione della testa.L'azione del Passero del Giappone, si estrinseca notevolmente sul portamento dell'ibrido e sembra, mi si permetta l'ardire, correggere i difetti tipici del padre Coda lunga. Non vediamo, infatti, il ventre poggiato sul posatoio, né il petto sbilanciato in avanti e non troviamo assolutamente il difetto della divaricazione delle zampe. L'immagine del soggetto di buona taglia, nel suo insieme, esprime quindi eleganza e fierezza, vivacità e confidenza, e ciò grazie anche all'azione della madre Passero del Giappone che arrotonda armoniosamente la zona ventrale tipicamente affusolata del padre coda lunga. Il piumaggio serico ed aderente al corpo completa l'elenco dei requisiti essenziali e cattura definitivamente l'attenzione dell'appassionato, affascinandolo oltre ogni limite. Quello descritto non è un ibrido, ma l'Ibrido con la " I " maiuscola e l'obiettivo dell'ibridista è di creare dei soggetti superbi nella loro bellezza e quindi nella loro ragione si essere.

Passero del Giappone

 

Quest'ibridazione dà anche all'allevatore appassionato di mutazioni, la possibilità di cimentarsi in creazioni di soggetti ibridi mutati; mischiando, infatti le arcinote mutazioni di colore del Passero del Giappone a quelle oramai standardizzate, Ino, feomelanica e grigia del Diamante Codalunga.

L'esperto "demiurgo" attingendo con maestria alla splendida tavolozza pittorica di colori, ha la possibilità di creare soggetti chiari e se saranno rispettati tutti i canoni sopradescritti per una giusta e corretta ibridazione, il soggetto in questione avrà qualcosa in più della semplice "I" scritta maiuscola, praticamente tutto il nome : IBRIDO.

Ivo Ginevra

 

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