IL DIAMANTE COLORIA (Erythrura coloria)

Articolo di Ivo Ginevra per Alcedo


L’ESPERIENZA RIPRODUTTIVA DI GIUSEPPE CAMPO

Dalle stesse zone dove hanno avuto ambientazione televisiva le celebri fiction del Commissario Montalbano con Luca Zingaretti; immerse in quella terra di Sicilia ricca di sole, barocco, e genuina ospitalità, il mio amico Pippo, ha fatto centro ancora una volta, riproducendo una specie rara e del tutto insolita per queste latitudini: il Diamante coloria.
- Avevo provato già a partire dall’anno scorso, ma senza successo, quest’anno invece con i dovuti correttivi ed un po’ di fortuna, ho portato a termine tre covate.
- Intanto presentati ai lettori!
- Giusto.
- Nome.
- Giuseppe Campo, Pippo per gli amici.
- Età?
- 42 anni.
- Professione?
- Pasticciere. Ora non per vantarmi, ma sono il migliore in tutta la Sicilia.
- Allevatore?
- Da sempre, ma diciamo da un quindi anni iscritto alla F.O.I..
- Specialità?
- Pasticcini al burro, al cioccolato e soprattutto dolci con la ricotta.
- Per specialità intendevo razze allevate, non tipologie di dolci!
- Ok! Scusa, ma come li faccio io, i biscotti al burro …
- Bene gentili lettori, chiudiamo qui l’intervista a Pippo Campo circa la sua esperienza d’allevamento con il Diamante coloria, per manifesta pubblicità della propria attività lavorativa.
- Scusatemi, ma il fatto è che io sono innamorato del mio mestiere e ne parlo sempre con tutti, però la stessa cura e piacere che ripongo nel preparare un dolce, la trasmetto sugli uccelli con lo stesso entusiasmo.
- E dopo questa sviolinata, passiamo ai coloria. Allora raccontaci com’è andata.
- Innanzi tutto voglio spronare gli amici che ci leggono ad allevare questo splendido Estrildide, anche perché a differenza dei suoi cugini D. Kittlitz, D. Tanimbar, D. di Papua, è molto calmo e si lascia osservare senza scomporsi. Un po’ come il D. di Peale, e questo è un gran vantaggio per l’allevatore che vuole partecipare alle mostre, perché l’uccellino, evitando di sfregare in continuazione il già setoso piumaggio sulle sbarre della gabbia, aumenta considerevolmente la possibilità di essere esposto in perfetto ordine.
Inoltre, il suo docile carattere, lo porta nel tempo a non avere alcun timore per le persone e questo fa sì, anche da parte dell’uomo, che s’instauri un rapporto d’affezione sfociante nel viziare i soggetti.
Io trovo molto distensivo coccolarli facendogli variare la loro dieta alimentare, infatti, oltre ad un buon misto per esotici del commercio, ad una mangiatoia di sola scagliola che somministro a parte, non gli faccio mancare a giorni alterni, l’erba mazzolina, i semi della salute con aggiunta di molta cicoria, ed il riso vestito che sbucciano con facilità.
Apprezzano anche un pastoncino del tipo semi-morbido, le comuni tarme della farina, e specialmente i più piccoli, la spiga di panico, che li aiuta molto nella fase di svezzamento.
Ma la cosa che gradiscono soprattutto, e che non faccio mai mancare, è l’acqua per le abluzioni quotidiane. Posso dire che ultimamente hanno cominciato a lanciarsi nel bagnetto mentre ancora tengo il recipiente in mano. Ogni volta non posso far a meno di sorridere osservando queste piccole cose, e permettetemi di dirlo, mi sento ripagato di tutta l’attenzione che dedico loro, anche perché riescono a farti evadere dalle brutture della vita giornaliera, e ti rilassano aiutandoti. Diciamo pure “Pet Terapy quotidiana”.
- Come mai hai scelto i coloria?
- La mia passione sono i Diamanti mandarino, pertanto il mio allevamento è composto in linea di massima da coppie di “diamantini”, però ogni anno introduco due o tre specie esotiche particolarmente rare o difficili, proprio per il piacere che provo nel cimentarmi nelle novità, quindi mi è venuto in mente il Diamante coloria ed ho provato!
Devo dire, che tranne il primo anno dove i piccoli mi morivano dopo qualche giorno di vita, questa volta mi è andata fin troppo bene. Di certo aver variato l’alimentazione integrandola proteicamente, e un breve ciclo di terapia pre-cova, sono state le carte vincenti. Poi l’esperienza ha fatto il resto.
- In che senso?
- Semplice! Appena mi sono accorto che le coppiette di coloria si erano affiatate, e cominciavano a manifestare i segni d’estro amoroso, li ho tolti dalla voliera passandoli in gabbie di 60 ed anche 45 cm., in modo tale che potessero concentrarsi solo alla riproduzione. I maschi emettevano un canto simile ad un ronzio, tipo (non mettetevi a ridere) vibrazione di un cellulare e corteggiavano la femmina impegnandosi per breve tempo, a tenere la postura della coda orizzontale, ondeggiando sul posatoio.
Non mi sono accorto degli accoppiamenti, nonostante la natura tranquilla della specie, pertanto credo che questi si svolgono all’interno del nido, inoltre non li ho mai visti effettuare parate nuziali tenendo qualche stelo nel becco.
Come nidi hanno usato quelli comunissimi di plastica che io ho sistemato esternamente sul frontale, riempiendoli di juta.
Tutte le coppie hanno gradito quest’intelaiatura e poi l’hanno rifinita all’interno usando solo questo materiale, nonostante avessi messo a loro disposizione anche un vasto assortimento d’altre fibre, cocco compreso.
I coloria si sono dati un gran da fare dentro i nidi, lavorando la juta fino a formare una compatta imbottitura con un piccolo corridoio interno ed una camera da cova. L’esterno è stato ricoperto fino a schermare perfettamente il minuscolo punto d’ingresso. Maschi e femmine hanno lavorato all’unisono ed è stato bellissimo vedere come rispondevano all’atavico richiamo della natura.
La cova è stata solo compito delle femmine che le ha impegnate con dedizione, mentre i maschi hanno trascorso i 14/15 giorni di questo periodo all’esterno, attendendo con indifferenza alle comuni mansioni giornaliere. Soltanto la sera si ricordavano di avere una casa, pardon, un nido ed una compagna e quindi le raggiungevano per andare a dormire.
L’uovo è quello tipico di questa specie d’Estrildidi, forse leggermente più piccolo e schiacciato ai poli.
Le femmine non hanno avuto alcuna difficoltà nella formazione del guscio calcico. Piuttosto voglio segnalare lo strano comportamento dei maschi che, insieme alle loro compagne, si sono abboffati di gritt ed osso di seppia, neanche se fare le uova era un compito che spettasse a loro!
Ah! Dimenticavo una cosa importante atta a non scoraggiare chi si cimenta nella riproduzione dei coloria. Le uova, purtroppo, sono generalmente due o tre e vengono deposte ad intervallo di un giorno, pertanto ritengo che questa condotta è da ritenere nella norma.
Le deposizioni alle nostre latitudini, avvengono da settembre a gennaio e
- Scusa Pippo, ma questa è un’intervista o una confessione?
- Ok, ma non è colpa mia. È il discorso della passione e dell’entusiasmo che facevamo prima a proposito dei dolci, che è venuto fuori. Allora fai le domande.
- E che ti devo dire, hai fatto tutto tu, ora continua!
- Nonostante, le uova siano state covate con attaccamento dalle femmine che davano una certa sicurezza per la buona riuscita della nidiata, ho preferito passarle alle mie collaudate balie di Passero del Giappone, qualche giorno prima della schiusa.
Le balie hanno allevato con la loro consueta affidabilità, somministrando ai pullus tutto quanto ho fornito loro, ivi compresa una integrazione di origine animale che ritengo indispensabile per la giusta crescita dei coloria.
I pullus nascono nudi, color carne, forse un po’ più scuri e presentano i tipici tubercoli catarifrangenti agli angoli del becco. Piuttosto, a proposito del becco, ho osservato che è abbastanza largo e si può anche tentare qualche imbeccata con l’ago bottonuto, ma per questo, meglio parlare con gli specialisti, Morini o Cinti. Io nel timore ho preferito evitare, anche perché i Passeri del Giappone hanno allevato regolarmente.
I piccoli sono alquanto “mammolini”. Chiedono continuamente l’imbeccata ed inseguono i genitori adottivi per tutta la gabbia, fin dall’uscita del nido.
Il dimorfismo sessuale nei giovani è inesistente a tal punto da non consentire l’identificazione dei sessi, perché sono interamente ricoperti da un fitto piumino verde sbiadito, infiltrato di grigio e bruno. Le differenze fra maschio e femmina, invece, divengono percettibili solo dopo la muta che per fortuna è piuttosto rapida e non desta particolari problematiche.
Le diversità di sesso negli adulti, possiamo dire che non sono molto accentuate, ma osservando attentamente noteremo una minore estensione del rosso delle guance, o per essere precisi delle copritrici auricolari nella femmina rispetto al maschio, e lo stesso blu cobalto della maschera facciale femminea è meno dilatato del suo con specifico. Per il resto, le femmine adulte hanno il rosso delle penne del codione e delle sopracaudali, proprio come i maschi, così come il verde piuttosto intenso di tutto il resto del corpo. La taglia è piccola, 10 cm. circa, il becco è nero e zampe sono color carne. Non ci sono sottospecie e …
- Hem! Hem! Scusa Pippo. Dato il tuo entusiasmo, puoi parlare anche della biologia ed abitudini del coloria, allo stato libero, così l’articolo è bello e fatto.
- E come no? In natura il Diamante coloria vive nell’arcipelago delle Filippine, e precisamente nelle pendici montane dell’isola di Mindanao. Il suo habitat è ristretto, ed inospitale per l’uomo, perché formato da verdi foreste, intervallate da praterie con savane erbose.
Questo Estrildide è stato scoperto in epoca abbastanza recente, intorno agli anni sessanta e si è acclimatato bene alle nostre latitudini, sopportando senza difficoltà anche i disagi della trasferta.
Allo stato libero si nutre di semi di bambù e di graminacee che raccoglie sia dal terreno che direttamente dalla pianta, riuscendo a stare in equilibrio bilanciando la postura verticale con la sua coda corta e la sofficità del piumaggio. Durante il periodo della riproduzione cattura anche larve ed insetti, per il bisogno di apportare proteine di natura animale ai nidiacei.
Purtroppo la sua esistenza nei luoghi d’origine è seriamente compromessa per il sistematico disboscamento delle foreste, che mettono a repentaglio l’habitat naturale già estensivamente limitato. Questo problema è alquanto comune per tutti gli Erythurini che vivono in quelle zone e molti di loro, così proprio come il Diamante coloria, hanno lo stesso dramma di sopravvivenza.
Vorrei finire con un consiglio.
- Prego, prego. Hai fatto tutto tu, quindi ora concludi pure.
- Allora, è opportuno far svernare i coloria in dei gabbioni o voliere, proprio per impedire la naturale tendenza di quest’uccellino ad ingrassare, con il movimento forzato. Infatti, nello spazio ristretto tende inevitabilmente a divenire letargico, con sicure ripercussioni negative durante gli accoppiamenti. Solo in questa fase può essere alloggiato in gabbie di dimensioni minori.
- Bravo! Vedo che hai studiato. Sette più. Adesso regalami subito una coppia di coloria.
- Ma, neanche se ne discute! Li ho comprati carissimi. Se mia moglie venisse a sapere quanto ho speso, non mi guarderebbe più in faccia.
- Bene, allora cosa dai in cambio per il mio silenzio?
- Hei! Non si fanno questi scherzi!
- Ne sei proprio sicuro?
- Va bene. Va bene. T’incarto subito un vassoio di dolci alla ricotta.
- Si, ma di quelli belli grandi! Magari una coppia ….di vassoi.

Foto: www.canariculturacolor.com

Ivo Ginevra

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