SKINHEAD, RUDEBOYS, MODS- LE ORIGINI, LA STORIA, L'ATTUALITA

Troppo spesso, quando si parla di skinheads, si finisce per identificarli con pseudomovimenti destroidi e violenti. Tuttavia, come spesso accade, la realtà è ben diversa, ben più complessa di come potrebbe apparire superficialmente. Per trovarne le radici è necessario fare un passo indietro, tornare nell'Inghilterra degli anni '60, da sempre culla di movimenti giovanili. Sarà proprio durante questi anni che nascerà una nuova sottocultura che darà vita, anni dopo, agli odierni skins. Parlo dei "Mods": ragazzi prevalentemente bianchi, che ascoltavano reggae, soul e ska e coltivavano una vera e propria passione, a volte morbosa, per gli scooter sui quali giravano, soprattutto vespe e lambrette. Quasi contemporaneamente, dalla parte opposta dell'emisfero, in Giamaika, nascevano i "Rudeboys", piccoli gangster locali, vestiti con stile ed eleganza, anch'essi affascinati dal reggae e dallo ska. L'unione delle due culture fu presto inevitabile, favorita anche dal fatto che moltissimi Giamaicani in quegli anni emigravano verso il Regno Unito, attratti dalle vantaggiose prospettive offerte dal mercato locale. C'è chi sostiene che non furono i Mods a fondere le proprie culture con i Rudeboys, ma i Teddy Boys. Ci tengo allora ad aprire questa piccola parentesi: allora, come oggi, non c'erano le caste chiude e distinte. Insomma anche al tempo non è che ci fossero solo Mods duri e puri, Teddy Boys duri e puri, rockers duri e puri ecc ecc; le contaminazioni ci sono sempre, ed ogni tanto dalle contaminazioni escono fuori nuove categorie... Premesso questo arriviamo ai Teddy Boys (curiosità: Johnny Rotten prima di diventare punk, senza nemmeno sapere di esserlo, fu un Teddy Boy). Erano un altra delle sottoculture londinesi di merda. Si vestivano in un modo orrendo, con delle scarpe a punta schifose e vestiti stranissimi. Il celeberrimo negozio "Sex", gestito da Malcom McLaren, da cui poi nacquero i Sex Pistols, era appunto il posto dove a Londra questi ragazzi si andavano a vestire: è bene tener presente che si trattava di pischelletti, dai 14 anni in su (lì sono molto più precoci). Insomma la vera nascita degli skins è data dall'unione di Mods e Rudeboys giamaicani, tant'è che i primi skins ascoltavano solo jamaican-ska e reggae e musica nazionale, ma ovviamente un contributo alla loro nascita l'hanno dato anche i Teddy Boys...che poi erano i primi che portavano avanti un discorso di violenza e di botte, essendo soprattutto prodotto del sottoproletariato più infimo.

Torniamo a noi. La fusione dei due movimenti succitati diede vita ai primissimi skinheads, giovani bianchi, che riprendevano l'attitudine scontrosa dei Rudeboys, ascoltavano la loro musica e sviluppavano, arricchendola, la cultura ed i valori della working class, da sempre basilari per ogni Mod. Ben presto questa forma di emulazione lasciò spazio ad una consapevole presa di coscenza della propria identità, e con essa allo svilupparsi di alcuni tratti caratteristici del movimento: la testa rasata (da qui il nome skinheads), per motivi di comodità nelle frequenti risse che scoppiavano nei pub, gli anfibi, le bretelle e la passione per il calcio. A cavallo tra la fine dei '60 e l'inizio dei '70 il movimento subirà un forte ed inevitabile declino, pur non scomparendo. Fu proprio in questo periodo che molti di loro, disorientati, finirono per confondere l'orgoglio nazionale (proprio di ogni inglese, a prescindere dall'estrazione sociale...) con pregiudizi di natura razziale, favoriti in questo dalla propaganda del National Front, il partito di destra inglese. Ben presto la divisione fu talmente netta da creare un nuovo epiteto per i nuovi skins: "Boneheads". L'avvento del punk, verso la fine dei '70, darà nuova vitalità al movimento, e rafforzerà i valori apolitici che avevano accompagnato, dieci anni prima, lo sviluppo del movimento. Saranno gli anni della nascita degli SH.A.R.P. (Skinheads Against Racial Prejudice), volti alla ricerca delle loro radici originarie, alla lotta contro la discriminazione razziale e fieramente sprezzanti dei loro "fratelli" boneheads. Tuttavia neanche il nuovo impulso vitale portato dagli SHARP contribuirà alla rinascita del movimento, oramai soffocato dalla politica, riuscita ad insinuarsi tra le file dei giovani skins nonostante le dichiarazioni di intenti, ed imbastardito da mille contaminazioni, non ultima quella dei nuovi punx che si avvicinavano alla scena. Da ultimo, gli anni 90 segnano l'arrivo di una forte disgregazione e , purtroppo, di una vicinanza sempre maggiore ad ideologie destroidi e razziste. Non a caso sarà proprio in questi anni che nasceranno i G.A.SH. (Gay Aryan Skinheads), R.A.SH. (Red Anarchist Skinheads), WP Skins (Whyte Power skins) ecc ecc...

Quando si parla di Skinheads, inoltre, viene subito alla mente un'altra parola: Oi! Ma cos'è stato (e cos'è tutt'ora) l'Oi! in realtà? L'Oi! essenzialmente è un tipo di musica, che nasce nei primi anni 80, quando il punk rock aveva ormai superato il suo breve ciclo vitale. In realtà però non nasceva nulla di nuovo semplicemente si dava un nuovo nome ad un fenomeno che era stato sulla bocca di tutti per 4 o 5 anni e che ora aveva un pò stufato: come era stato per il rock n roll di Beatles, Elvis e company, così anche il punk rock stava uscendo dai suoi anni d'oro, colpa forse anche degli inglesi, londinesi soprattutto, che in ambito musicale fanno durare molto poco le tendenze (praticamente il tempo di fargli prender piede, e poi passano subito ad altro). La parola Oi! deriva dalla contrazione della parola "Hey you!" in dialetto cockney (come saprete Londra è talmente grande che in certi quartieri si parla appunto un dialetto particolare; il più importante dei quali è il cockney, che parlava anche Johnny Rotten, oltre che aver dato vita ad uno dei gruppi Oi! più famosi: i Cockney Rejects...appunto rigetto cockney), detta con fare minaccioso. Ma, come sempre, esso è il frutto dell'invenzione di un giornalista, che ha usato il termine Oi! per definire la musica di questi rasati...probabilmente quel tipo non si era reso conto che quei rasati altri non erano che gli skin, i quali altro non facevano che punk (ma un po' lo capisco, immaginate quel periodo di passaggio in cui molti punk diventavano skins...non mi viene difficile pensare all'accozzaglia di stili che c'era e che continua ad esserci), semplicemente però caricando i testi di working class e workers pride, e mettendoci un bel po' di cori, simbolismo dell'unione più a livello teorico che pratico. Da li a poco l'Oi! diverrà un tipo di musica; perché quando ti ingabbia una definizione è proprio finita, devi assumere delle caratteristiche tali, e più tenti di scappare più ti ci ritrovi dentro. Posso dirvi che comunque il movimento musicale in questione è durato davvero poco e s'è poi disperso nel calcio...insomma ci ha messo proprio poco per passare alla storia...forse perché gli skins che c'erano negli anni 80 erano già i rimasugli del vero spirito skin del 69, e quindi, inevitabilmente, l'Oi! non è stato nient'altro che un tentativo di ravvivare per breve tempo i tempi passati.

E che dire della scena Italiana?
Come sempre la confusione al proposito è notevole, e tutt'oggi non è possibile averne un quadro preciso. Il movimento skin italiano sembra aver raggiunto una propria identità ed aver preso coscenza dei propri valori, pagando tuttavia un caro prezzo: la mancanza di unione tra i kids, troppo spesso confusi e disorientati sulle scelte da fare ed i valori in cui credere. Auguri per il futuro non mi sento di farne, viste le pessime prospettive che attualmente si delineano per questa scena. Certo però posso affermare che mi auguro vivamente,  affinché questo possa tramutarsi in realtà, che siano sconfitti i pregiudizi della gente e la causa che li origina: ancora una volta, il fascismo ed il pregiudizio razziale...

From "RUDEBOY" by Radio Riot