il carnevale offidano

23-02-04

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TUTTO sul carnevale   tutto su Offida


Un po' di storia

L'origine del carnevale, che si perde nella notte dei tempi fra tradizioni pagane ed istituzioni della Chiesa cattolica, è difficile,se non impossibile, da rintracciare. Bisogna, così soffermarsi, per una collocazione temporale delle feste e dei divertimenti, sulle informazioni fornite da cronache, statuti ed avvenimenti, risalenti ad un determinato periodo. All'inizio del 1500,il carnevale, che era assurto al massimo splendore in grandi città come Roma, Firenze, Torino e Venezia, cominciò a diffondersi,anche,in molte altre località.
Il carnevale che si svolge in Offida possiede tale pregevole dimensione storica di longevità plurisecolare,documentabile fin dal 1500.Il capitolo sette degli STATUTA OPHIDANORUM (statuti di Offida) riguardava - De ferys imponendis et dilationibus cadentibus in ultima dia feriata  (le ferie e le dilazioni che cadono nei giorni festivi)- e prescriveva quanto segue: - Iura civilia infrascriptis diebus,e temporibus reddi proibhemus, nisi,aliud aliquod disponeretur,vidilicetà.. omissis in die CINERIS,in die IOVIS PINGUIS (se non è previsto diversamente da qualche statuto, è proibito amministrare la giustizia nei seguenti giorni...omissis ..nel giorno delle CENERI e del GIOVEDI' GRASSO)-. Non vi era un accenno diretto al carnevale, ma si concedeva una vacanza per il giovedì grasso,affinché le autorità ed i funzionari avessero  facoltà di partecipare ai divertimenti e festeggiamenti popolari,che si celebravano in quella giornata. Si devono supporre varie e gaie forme di svago che terminavano il martedì, giorno non festivo,come lo è oggi.  E' evidente poi che il mercoledì ed il giovedì, a quei tempi,erano dedicati in Offida al trattamento di questioni giudiziarie. Negli statuti redatti nel 1524, furono trascritte disposizioni orali risalenti a periodi precedenti,per cui l'inizio dello svolgimento del carnevale, in Offida, potrebbe essere datato ai primi anni del 1500,dopo la fine della peste del 1507.
I sopravvissuti a questo triste evento morboso cercarono, così, di ricrearsi lo spirito,allontanando le tante preoccupazioni che li assillavano.
Quando si vorrà celebrare ricorrenza dei cinque secoli del carnevale si potrà tener conto di una data storica certa,il 1524,anno della redazione degli statuti offidani. Una successiva notizia sul carnevale viene fornita da padre Andrea Rosini (Offida 1595-Ancona 1668),frate minoritario cappuccino,nel libro COMPENDIOSO RACCONTO HISTORICO DELLA TERRA DI OFFIDA.
Al capitolo 38° -Del Sacro Monte di Pietà del Frumento- riferisce che i due ministri di questo istituto, fondato nel 1532 dal sig. Rocco Abbate, distribuivano il grano, ai poveri, quattro volte l'anno:per la semina,per il Natale, per il carnevale e per la Pasqua. La pubblica assistenza non faceva grande distinzione tra le feste religiose tradizionali e la manifestazione profana del carnevale,che,si può pensare, fosse particolarmente sentita dal popolo,tanto da destinare, ai non abbienti,il grano necessario,anche,per la confezione di qualche specialità dolciaria dell'epoca. Nel corso del secolo il divertimento carnevalesco andò,man mano,sempre più sviluppandosi e si affermò nella tradizione locale e nel costume della cittadinanza offidana. L'attività carnevalesca degenerava,purtroppo,in azioni irreprensibili da parte di soggetti mascherati. Al riguardo esiste, nell'archivio di stato di Ascoli Piceno (OFFIDA/atti civili) l'ordinanza seguente (prof.Emidio Santoni). <<Volendo il Magnifico et egregio homo eofilo Florindo d' Acquasparta et al presente Podestà della terra di Offida l'occasione di molti scandali che succedono per conto delle maschere, et vengono dati da persone travestiti,comanda ed ordina che nessuno di qualsivoglia stato, condizione  possa andare dentro o fora della terra di Offida in tempo alcuno con  maschera al volto o barba posticcia  o travestito o in abito  trasformato sotto pena, se fosse senza armi di  giorno di  scudi 25 et la notte di 50 et se con armi o bastone,il giorno  di scudi 80 e tre mesi di prigionia et la notte,oltre le  suddette pene,tre tratti di corda.Nelle medesime pene incorreranno ancora tutti coloro che ricetteranno in casa sua maschere o altre sorte delle suddette persone le quali pene si applicheranno in questo modo, cioè due quarti alla Reverenda camera apostolica l'altro all'esecutore ed un altro quarto allo accusatore  il quale sarà tenuto segreto e si darà fede ad un testimonio. Aggiungendo che se alcuno così travestito mascherato o trasformato commetterà delitto in qualsivoglia persona con bastone o altra arma da offendere oltre la pena di sopra alla qualità del delitto commesso,incorra nella pena della galea (=galera) perpetua et se ne seguisse la morte dell'offeso incorra la pena della forca et confiscazione dei suoi beni>>.

 

Teofilus Floridus Potestas die 30 Jannuary 1581.


Da tale documento si apprende che,per il carnevale,il popolo si copriva il volto con maschere,si applicava baffi e barba finti ed usava travestimenti di varie foggie. Non erano, certo,forme di festeggiamenti grandiose o sfarzose, ma, in un dato modo, soddisfacevano il desiderio di divertimento della cittadinanza, prima del periodo quaresimale.

La storia, l'arte, la cultura, tra loro collegate, da sempre, hanno dato decoro, forza, lustro e suggestione ad una città.  Offida ha la prerogativa di poter aggiungere a questi inestimabili valori feste di carnevale che ripropongono uniche,singolari ed affascinanti manifestazioni tramandateci dai tempi passati. Piace mettere in evidenza che la prerogativa principale del carnevale di Offida è stata quella di proporre, nel corso dei secoli, sempre nuove forme carnevalesche, che non solo hanno arrecato svago e spensieratezza ma anche, per la loro peculiarità, sono riuscite ad esaltare connotazioni,caratteri e spirito d'iniziativa, proprie della nostra gente. Inoltre il desiderio di divertirsi e la passione per i festeggiamenti,uniti ad un certo orgoglio e coscienza civica,sono stati,e lo sono tuttora,una costante importante della nostra comunità. Nonostante la concomitante concorrenza del carnevale di Ascoli Piceno, città storicamente ostile, le caratteristiche feste carnevalesche offidane hanno mantenuto  la loro tradizione ed organizzazione, trovando linfa vitale nei valori di cultura e di costume della propria terra. Perciò,man mano, il carnevale è diventato ricco di contenuti e permeato di sentimenti volti alla ricerca di forme ricreative nuove,ma confortevoli e brillanti,che tuttora lo caratterizzano,come i velurd, la caccia al bove finto, e le congreghe con le loro divise e stendardi. Il carnevale di Offida può essere, infine, definito "storico" poichè‚ è realmente documentato,come successione cronologica di  avvenimenti, fatti, personaggi, nell'ambito  della comunità locale,fin dal 1500, come già detto.
Questa pregevole dimensione di vetustà plurisecolare, porta più  lustro e fascino ai numerosi valori che caratterizzano il nostro carnevale,da quelli tradizionali a quelli innovativi e recenti. All'antico carnevale cinquecentesco è seguito un crescendo fantastico e spontaneo che lo ha vitalizzato con forme di divertimento impensabili,spiritose,originali e fortuite. Ai giorni nostri possiamo rallegrarci di una ben riuscita integrazione tra il bello caratteristico del passato e le felici innovazioni proposte da un progresso, certamente inevitabile, ma, sempre,bene accetto.

 

UN CARNEVALE VENUTO DAL PASSATO

E' piacevole pensare che una manifestazione bella e divertente, come il nostro carnevale, sia esistita da sempre e che, per tutte le numerosi generazioni che ci hanno preceduto, vi sia stata l'opportunità di divertirsi.

La storia, però, che è un susseguirsi ordinato di date e di avvenimenti, rende veritiera e reale l'immagine del nostro carnevale dal 1500 ai giorni nostri: alle generazioni che ci hanno preceduto va la nostra profonda gratitudine per aver saputo conservare e tramandarci una manifestazione splendida ed affascinante, arricchendola, sempre più, attraverso i secoli.

 

IL CARNEVALE NEL 1500

Un primo cenno sul carnevale in Offida ci viene fornito da padre Andrea Rosini (Offida 1595 -Ancona 1668), frate minoritario cappuccino, nel libro COMPENDIOSO RACCONTO HISTORICO DELLA" TERRA DI OFFIDA, alla pagina 194 del capitolo 38mo -Del Sacro Monte di Pietà del Frumento -. I due ministri di questa istituzione, fondata nel 1532 dal sig. Rocco Abbate, distribuivano il grano quattro volte l'anno: nel mese di ottobre, per la semina; per il Natale, per il carnevale e per la Pasqua. La notizia, alquanto breve e fugace, presenta aspetto interessante per una datazione temporale del carnevale in Offida. Inoltre permette di desumere che, a quell' epoca, la manifestazione carnevalesca era sentita dalla comunità locale alla stregua delle festività natalizie e pasquali, tanto da essere generosa verso le categorie dei non abbienti, perché, merce un modesto aiuto alimentare, potessero godere" delle gioie del carnevale.

 

IL CARNEVALE nel 1600

 

Sullo svolgimento del carnevale in Offida ci viene data, ancora, notizia da padre Andrea Rosini, al cap. 33mo -De' Particolari Guerrieri famosi nativi di Offida -, ove narra la vita e le gesta di Baldassarre Baroncelli (1380 circa - 1436 circa). Ed in conclusione scrive quanto segue: In questo si famoso Eroe l' ombra divenuta comica per opra del Sig. Francesco Franchi, fece il prologo in una commedia recitata in affida in occasione del Carnevale dell'anno 1634 con accenti musicali alla presenza dell'Emin. Sig. Card.le Gabrielli Vescovo d'Ascoli, nel quale compendiò le sue meravigliose prodezze.

Un tale monologo introduttivo non appare affatto di contenuto comico- burlesco, bensì un accorato appello alla cittadinanza a vivere in pace ed adoperarsi per la prosperità della loro città. E' questo un bel messaggio che ci viene inviato dai nostri antenati, che, anche in tempo di carnevale, trovavano l'opportunità, in un periodo di lotte intestine, di invitare i cittadini alla concordia e rispetto reciproco.

 
BREVE CONSIDERAZIONE

 

Si può pensare, alla luce di queste documentazioni, che il carnevale d Offida fosse una festa già radicata, nella popolazione, fin dal 1500, poiché sembra di poter arguire l'esistenza di qualche organizzazione e programmazione, desumibili dalla elargizione di grano, dalla presenza del Vescovo d Ascoli e dalla rappresentazione di una commedia burlesca. Il carnevale offidano di quei tempi era, verosimilmente, uguale a quella che si svolgeva in altri località. Si privilegiavano rappresentazioni teatrali che, per motivi di ordine pubblico, dovevano svolgersi di giorno e terminare all'Ave Maria, poiché erano ritenute educative e formative. Inoltre servivano a distogliere gli animi dai feroci e sanguinosi odi di parte, favorendo, così, la pacificazione e la tranquillità.

Non mancavano le mascherate: la povera gente si copriva il viso con fuliggine o farina. Per chi poteva permetterselo la foggia delle maschere era ispirata a fatti o avvenimenti accaduti durante l'anno. Le donne, poi, niente affatto terrorizzate dalle incursioni saracene nelle nostre zone, non disdegnavano vestirsi alla turca (sultane, odalische o circasse).

Una poesia dell'epoca suona così:

 

Ecco la mia bellissima guerriera,

trovando al suo rigor conformi spoglie,

entro fascie barbariche raccoglie

dattorno e bianco lin la chioma altera.

 

Le autorità paventavano che sotto la copertura della maschera si potessero commettere reati e perciò rafforzavano la vigilanza. In taluni statuti erano previste raddoppi di pene ed ammende per misfatti perpetrati durante lo svolgimento del carnevale. Può essere fatto risalire a questo periodo l'uso d'indossare, durante il carnevale, il -GUAZZARO' -, che era una specie d tunica che contadini ed artigiani si mettevano addosso durante il lavoro.

Nel 1600 cominciarono, pure, a diffondersi la danza saltata (saltarello), i ballo in maschera ed il ballo pubblico. In questo secolo può essere avvenuta l'introduzione deì VELURDE, che erano usati per l'illuminazione serale de palio dell'anello.

Si deve, però rilevare che nel 1500 e nel 1600 imperversarono, in Italia terribili epidemie di peste ed in tutta la nostra penisola scorrazzavano milizie straniere, mentre i vari signori si combattevano fra loro.  Le festività carnevalesche, come si è verificato in epoca recente, non venivano affatto celebrate quando accadevano queste calamità. Certamente il carnevale in Offida conobbe lunghi periodi di interruzione che non danneggiarono la tradizione, ma la rafforzarono e l'abbellirono.

Per grandi linee e sulla scorta di valida documentazione, è stato possibile una collocazione temporale e storica, fin dal 1500, del carnevale offidano, originato dal giusto desiderio di svago dei nostri avi prima della quaresima.

 

IL CARNEVALE nel 1700

 

L'Italia, nel 1700, cominciò a godere di un periodo di relativa pace e tranquillità,  poiché le milizie straniere non scorrazzavano, più su e giù per la penisola.  La popolazione poteva, perciò, dedicarsi al lavoro ed alla produzione, che portarono ad un confortevole miglioramento delle condizioni economiche.

Scomparvero anche le tristemente famose epidemie di peste, per cui il numero degli abitanti cominciò ad aumentare.  In Offida questo nuovo modo di vivere è percepibile ed apprezzabile nella progettazione e realizzazione di importanti opere pubbliche per il decoro del paese e l'interesse della collettività. Si svilupparono attività artistiche e culturali ad opera di Fernando Fabiani e dei pittori Bernardi e Carlini. Fiorì, anche, un 'interessante scuola di musica, tenuta da Giuseppe Sieber, musicista cecoslovacco, stabilitosi in Offida, poiché aveva sposato Maria Carlini, figlia del pittore. Morì nel 1801, all'età di 47 anni. La sua opera fu tanto apprezzata e per riconoscenza venne intitolata "Via della Musica " la strada in cui risiedeva. Quasi a cento anni dalla morte Guglielmo Allevi ricorda: “le armonie patetiche che trae dal suo legno il Sieber”.

In questa situazione economica favorevole e su un substrato culturale cittadino radicato e fecondo, non è possibile immaginare che i nostri avi non abbiano coltivata la tradizione delle feste carnevalesche. Fino ad ora non sono stati rinvenuti documenti attestanti lo svolgimento del carnevale nel 1700, ma a confermarne la continuità e la passione stanno la vitalità e la peculiarità di due manifestazioni che tutt'ora caratterizzano il nostro carnevale, documentate all'inizio dal 1800: li "VELURD" ed il "BOVE FINTO".

 

IL CARNEVALE nel 1800

 

Possiamo desumere lo svolgimento del carnevale nel 1800 da scritti e documenti importanti e, nel contempo, interessanti, poiché riescono a fornire una buona visione delle varie manifestazioni tradizionali e la nascita di un nuovo e fantasioso divertimento, destinato a caratterizzare un'epoca:  il SERPENTE.

I VELURDE compaiono in una documentazione del 22 Febbraio 1814; il BOVE FINTO in quella del 22 Gennaio 1819. Di essi scriverò, ampiamente, in capitoli a parte. Notizie ampie e complete vengono fornite nelle cronache del settimanale locale OPHYS, pubblicate dal 1891 al 1896, che riporto integralmente.

Il divertimento del SERPENTE ebbe inizio in epoca imprecisabile, ma è documentabile fin dal 1892.

 

 

L 'ERA FANTASTICA DEL MITICO RITO DEL SERPENTE

 

Guglielmo Allevi, studioso offidano, vissuto nel secolo passato, nelle sue pubblicazioni -OFFIDA PREISTORICA (1889) -ed -ALLA RICERCA DI TEMPIO DELL'OPHYS (1896) -descriveva i resti di un tempio pagano da lui scoperti nei dintorni di Offida. Pensò che fosse dedicato al nume OPHYS, che in greco significa SERPENTE, divinità tutelare del luogo, e da cui etimologicamente, si presume, derivasse il nome di OFFIDA. Questa scoperta portò pure ad intitolare Corso e il Teatro comunale col nome di SERPENTE AUREO.

Da questo periodo cominciò, forse, ad entrare nella fantasia popolare, il concetto fallico del serpente (in dialetto offidano: ciorpente o cerpente), trasferito, poi, come simbolo virile, nelle feste carnevalesche.  La comparsa documentata risale al martedì grasso dell'anno 1892 e fu così descritta da un cronista locale dell'OPHYS: "Un tempio dentro il quale ergeva la sua superba cervice un serpente, ravvolto a spire".

Così un'importante scoperta archeologica è stata una fortunata occasione per arricchire il carnevale offidano di una nuova, allegra ed allusiva manifestazione che, col passare degli anni, si è man mano, sempre più affermata nello spirito e nell'ambiente offidano, dando luogo a singolari e burleschi espressioni personali e collettive, che descriverò più avanti. La triade -bove finto, velurde e ciorpento -ha contribuito a dare un nuovo impulso al carnevale di Offida in modo da renderlo più affascinante, godereccio e soffuso di una particolare e fantastica atmosfera, percepita e gradita a tutti.

 

 

Ultimo aggiornamento: 23-02-04