il carnevale offidano |
23-02-04 |
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TUTTO sul carnevale tutto su Offida Un po' di storia
L'origine del carnevale, che si perde nella
notte dei tempi fra tradizioni pagane ed istituzioni della Chiesa
cattolica, è difficile,se non impossibile, da rintracciare. Bisogna,
così soffermarsi, per una collocazione temporale delle feste e dei
divertimenti, sulle informazioni fornite da cronache, statuti ed
avvenimenti, risalenti ad un determinato periodo. All'inizio del 1500,il
carnevale, che era assurto al massimo splendore in grandi città come
Roma, Firenze, Torino e Venezia, cominciò a diffondersi,anche,in molte
altre località.
Teofilus Floridus Potestas die 30 Jannuary 1581.
La
storia, l'arte, la cultura, tra loro collegate, da sempre, hanno dato decoro, forza, lustro e suggestione ad
una città. Offida ha la
prerogativa di poter aggiungere a questi inestimabili valori feste di
carnevale che ripropongono uniche,singolari ed affascinanti
manifestazioni tramandateci dai tempi passati. Piace mettere in evidenza
che la prerogativa principale del carnevale di Offida è stata quella di
proporre, nel corso dei secoli, sempre nuove forme carnevalesche, che non
solo hanno arrecato svago e spensieratezza ma anche, per la loro
peculiarità, sono riuscite ad esaltare connotazioni,caratteri e spirito
d'iniziativa, proprie della nostra gente. Inoltre il desiderio di
divertirsi e la passione per i festeggiamenti,uniti ad un certo orgoglio
e coscienza civica,sono stati,e lo sono tuttora,una costante importante
della nostra comunità. Nonostante la concomitante concorrenza del
carnevale di Ascoli Piceno, città storicamente ostile, le
caratteristiche feste carnevalesche offidane hanno mantenuto la
loro tradizione ed organizzazione, trovando linfa vitale nei valori di
cultura e di costume della propria terra. Perciò,man mano, il carnevale
è diventato ricco di contenuti e permeato di sentimenti volti alla
ricerca di forme ricreative nuove,ma confortevoli e brillanti,che
tuttora lo caratterizzano,come i velurd, la caccia al bove finto, e le
congreghe con le loro divise e stendardi. Il carnevale di Offida può
essere, infine, definito "storico" poichè‚ è realmente
documentato,come successione cronologica di avvenimenti, fatti,
personaggi, nell'ambito della comunità locale,fin dal 1500, come
già detto.
UN CARNEVALE VENUTO DAL PASSATOE' piacevole pensare che una manifestazione bella e divertente, come il nostro carnevale, sia esistita da sempre e che, per tutte le numerosi generazioni che ci hanno preceduto, vi sia stata l'opportunità di divertirsi. La storia, però, che è un susseguirsi ordinato di date e di avvenimenti, rende veritiera e reale l'immagine del nostro carnevale dal 1500 ai giorni nostri: alle generazioni che ci hanno preceduto va la nostra profonda gratitudine per aver saputo conservare e tramandarci una manifestazione splendida ed affascinante, arricchendola, sempre più, attraverso i secoli. IL CARNEVALE NEL 1500Un primo cenno sul carnevale in Offida ci viene fornito da padre Andrea Rosini (Offida 1595 -Ancona 1668), frate minoritario cappuccino, nel libro COMPENDIOSO RACCONTO HISTORICO DELLA" TERRA DI OFFIDA, alla pagina 194 del capitolo 38mo -Del Sacro Monte di Pietà del Frumento -. I due ministri di questa istituzione, fondata nel 1532 dal sig. Rocco Abbate, distribuivano il grano quattro volte l'anno: nel mese di ottobre, per la semina; per il Natale, per il carnevale e per la Pasqua. La notizia, alquanto breve e fugace, presenta aspetto interessante per una datazione temporale del carnevale in Offida. Inoltre permette di desumere che, a quell' epoca, la manifestazione carnevalesca era sentita dalla comunità locale alla stregua delle festività natalizie e pasquali, tanto da essere generosa verso le categorie dei non abbienti, perché, merce un modesto aiuto alimentare, potessero godere" delle gioie del carnevale.
IL CARNEVALE nel 1600
Sullo svolgimento del carnevale in Offida ci viene data, ancora, notizia da padre Andrea Rosini, al cap. 33mo -De' Particolari Guerrieri famosi nativi di Offida -, ove narra la vita e le gesta di Baldassarre Baroncelli (1380 circa - 1436 circa). Ed in conclusione scrive quanto segue: In questo si famoso Eroe l' ombra divenuta comica per opra del Sig. Francesco Franchi, fece il prologo in una commedia recitata in affida in occasione del Carnevale dell'anno 1634 con accenti musicali alla presenza dell'Emin. Sig. Card.le Gabrielli Vescovo d'Ascoli, nel quale compendiò le sue meravigliose prodezze. Un tale monologo introduttivo non appare affatto di contenuto comico- burlesco, bensì un accorato appello alla cittadinanza a vivere in pace ed adoperarsi per la prosperità della loro città. E' questo un bel messaggio che ci viene inviato dai nostri antenati, che, anche in tempo di carnevale, trovavano l'opportunità, in un periodo di lotte intestine, di invitare i cittadini alla concordia e rispetto reciproco. BREVE CONSIDERAZIONE
Si può pensare, alla luce di queste documentazioni, che il carnevale d Offida fosse una festa già radicata, nella popolazione, fin dal 1500, poiché sembra di poter arguire l'esistenza di qualche organizzazione e programmazione, desumibili dalla elargizione di grano, dalla presenza del Vescovo d Ascoli e dalla rappresentazione di una commedia burlesca. Il carnevale offidano di quei tempi era, verosimilmente, uguale a quella che si svolgeva in altri località. Si privilegiavano rappresentazioni teatrali che, per motivi di ordine pubblico, dovevano svolgersi di giorno e terminare all'Ave Maria, poiché erano ritenute educative e formative. Inoltre servivano a distogliere gli animi dai feroci e sanguinosi odi di parte, favorendo, così, la pacificazione e la tranquillità. Non mancavano le mascherate: la povera gente si copriva il viso con fuliggine o farina. Per chi poteva permetterselo la foggia delle maschere era ispirata a fatti o avvenimenti accaduti durante l'anno. Le donne, poi, niente affatto terrorizzate dalle incursioni saracene nelle nostre zone, non disdegnavano vestirsi alla turca (sultane, odalische o circasse). Una poesia dell'epoca suona così:
Ecco la mia bellissima guerriera, trovando al suo rigor conformi spoglie, entro fascie barbariche raccoglie dattorno e bianco lin la chioma altera.
Le autorità paventavano che sotto la copertura della maschera si potessero commettere reati e perciò rafforzavano la vigilanza. In taluni statuti erano previste raddoppi di pene ed ammende per misfatti perpetrati durante lo svolgimento del carnevale. Può essere fatto risalire a questo periodo l'uso d'indossare, durante il carnevale, il -GUAZZARO' -, che era una specie d tunica che contadini ed artigiani si mettevano addosso durante il lavoro. Nel 1600 cominciarono, pure, a diffondersi la danza saltata (saltarello), i ballo in maschera ed il ballo pubblico. In questo secolo può essere avvenuta l'introduzione deì VELURDE, che erano usati per l'illuminazione serale de palio dell'anello. Si deve, però rilevare che nel 1500 e nel 1600 imperversarono, in Italia terribili epidemie di peste ed in tutta la nostra penisola scorrazzavano milizie straniere, mentre i vari signori si combattevano fra loro. Le festività carnevalesche, come si è verificato in epoca recente, non venivano affatto celebrate quando accadevano queste calamità. Certamente il carnevale in Offida conobbe lunghi periodi di interruzione che non danneggiarono la tradizione, ma la rafforzarono e l'abbellirono. Per grandi linee e sulla scorta di valida documentazione, è stato possibile una collocazione temporale e storica, fin dal 1500, del carnevale offidano, originato dal giusto desiderio di svago dei nostri avi prima della quaresima. IL CARNEVALE nel 1700
L'Italia, nel 1700, cominciò a godere di un periodo di relativa pace e tranquillità, poiché le milizie straniere non scorrazzavano, più su e giù per la penisola. La popolazione poteva, perciò, dedicarsi al lavoro ed alla produzione, che portarono ad un confortevole miglioramento delle condizioni economiche. Scomparvero anche le tristemente famose epidemie di peste, per cui il numero degli abitanti cominciò ad aumentare. In Offida questo nuovo modo di vivere è percepibile ed apprezzabile nella progettazione e realizzazione di importanti opere pubbliche per il decoro del paese e l'interesse della collettività. Si svilupparono attività artistiche e culturali ad opera di Fernando Fabiani e dei pittori Bernardi e Carlini. Fiorì, anche, un 'interessante scuola di musica, tenuta da Giuseppe Sieber, musicista cecoslovacco, stabilitosi in Offida, poiché aveva sposato Maria Carlini, figlia del pittore. Morì nel 1801, all'età di 47 anni. La sua opera fu tanto apprezzata e per riconoscenza venne intitolata "Via della Musica " la strada in cui risiedeva. Quasi a cento anni dalla morte Guglielmo Allevi ricorda: “le armonie patetiche che trae dal suo legno il Sieber”. In questa situazione economica favorevole e su un substrato culturale cittadino radicato e fecondo, non è possibile immaginare che i nostri avi non abbiano coltivata la tradizione delle feste carnevalesche. Fino ad ora non sono stati rinvenuti documenti attestanti lo svolgimento del carnevale nel 1700, ma a confermarne la continuità e la passione stanno la vitalità e la peculiarità di due manifestazioni che tutt'ora caratterizzano il nostro carnevale, documentate all'inizio dal 1800: li "VELURD" ed il "BOVE FINTO". IL CARNEVALE nel 1800
Possiamo desumere lo svolgimento del carnevale nel 1800 da scritti e documenti importanti e, nel contempo, interessanti, poiché riescono a fornire una buona visione delle varie manifestazioni tradizionali e la nascita di un nuovo e fantasioso divertimento, destinato a caratterizzare un'epoca: il SERPENTE. I VELURDE compaiono in una documentazione del 22 Febbraio 1814; il BOVE FINTO in quella del 22 Gennaio 1819. Di essi scriverò, ampiamente, in capitoli a parte. Notizie ampie e complete vengono fornite nelle cronache del settimanale locale OPHYS, pubblicate dal 1891 al 1896, che riporto integralmente. Il divertimento del SERPENTE ebbe inizio in epoca imprecisabile, ma è documentabile fin dal 1892.
L 'ERA FANTASTICA DEL MITICO RITO DEL SERPENTEGuglielmo Allevi, studioso offidano, vissuto nel secolo passato, nelle sue pubblicazioni -OFFIDA PREISTORICA (1889) -ed -ALLA RICERCA DI TEMPIO DELL'OPHYS (1896) -descriveva i resti di un tempio pagano da lui scoperti nei dintorni di Offida. Pensò che fosse dedicato al nume OPHYS, che in greco significa SERPENTE, divinità tutelare del luogo, e da cui etimologicamente, si presume, derivasse il nome di OFFIDA. Questa scoperta portò pure ad intitolare Corso e il Teatro comunale col nome di SERPENTE AUREO. Da questo periodo cominciò, forse, ad entrare nella fantasia popolare, il concetto fallico del serpente (in dialetto offidano: ciorpente o cerpente), trasferito, poi, come simbolo virile, nelle feste carnevalesche. La comparsa documentata risale al martedì grasso dell'anno 1892 e fu così descritta da un cronista locale dell'OPHYS: "Un tempio dentro il quale ergeva la sua superba cervice un serpente, ravvolto a spire". Così un'importante scoperta archeologica è stata una fortunata occasione per arricchire il carnevale offidano di una nuova, allegra ed allusiva manifestazione che, col passare degli anni, si è man mano, sempre più affermata nello spirito e nell'ambiente offidano, dando luogo a singolari e burleschi espressioni personali e collettive, che descriverò più avanti. La triade -bove finto, velurde e ciorpento -ha contribuito a dare un nuovo impulso al carnevale di Offida in modo da renderlo più affascinante, godereccio e soffuso di una particolare e fantastica atmosfera, percepita e gradita a tutti.
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Ultimo aggiornamento: 23-02-04