6 aprile 1986

Giovanni (20, 19-31) II^ dopo Pasqua

[ bambini · cadavere · confessionali · confessione · conversione · danaro · giovanni · ladro · ladrone · peccati · penitenza · perdono · rianimazione · risurrezione · sacramenti · samaritana · tommaso · zaccheo ]

Ecco la prova -il Vangelo che abbiamo letto- che la risurrezione non è una rianimazione di cadavere. Chiedo scusa se insisto, ma vorrei che questo concetto fosse acquisito definitivamente dal credente. Gli apostoli stessi fanno fatica a riconoscerlo; il che non sarebbe, se egli fosse un cadavere rianimato. E' lui che si fa riconoscere; non è il Gesù storico che si presenta; è lui che si fa riconoscere. Non il luogo, perché non abita più in luogo, non abita in via Ferrari Bonini come abito io, ma in una dimensione che trascende ogni luogo e può prescindere da ogni luogo. Il fatto che egli sia presente, nonostante le porte chiuse, denota che non è un cadavere rianimato, è in una dimensione in cui le porte, i muri, non contano più. In questo passo la novità consiste nel fatto che Gesù fa vedere le mani e il costato a tutti: ve n'è uno solo assente. Ora, se fosse stato il 'lui' di prima, lo avrebbero riconosciuto immediatamente; ma immediatamente non lo riconoscono. C'è qualche esitazione, deve dire qualche parola, deve fare qualche gesto, deve richiamarli all'attenzione che il 'lui' di adesso è il 'lui' di prima, anche se la forma è diversa.

Ancora una spiegazione: prendiamo il caso del chicco di grano e della fogliolina che viene fuori dal chicco di grano. Colui che fa il rapporto preciso tra la fogliolina, che è verde, e il chicco di grano, che è di colore scuro, dunque diverso nella forma, è il contadino, il quale a sua volta oramai crede a una evidenza ricevuta storicamente. Ma poniamoci nei panni del primo contadino, che ancora non aveva esperienza del rapporto tra il chicco di grano e la fogliolina verde che da quel chicco verrà fuori dopo talune settimane. Cade il seme, poi si innalza una fogliolina. Il primo che ha visto questo fenomeno, certo, sarà rimasto sbalordito; e siccome la fogliolina non parla, allora, per potere scoprire il rapporto fra lei e quel chicco, come avrà fatto? Avrà tolto la terra e avrà visto il seme disseccato, oramai consunto, ma abbastanza riconoscibile rispetto a quello che era all'inizio. Poi avrà detto "Ho capito: quello di prima è questo. Questo, sotto forma diversa, è quello di prima". Adesso la maggioranza di noi crede senza aver veduto. Ci sono dei bambini che non sanno neanche come è fatta una mucca... Mi dicevano che adesso in America, in queste grandi città, dovranno fare dei giardini zoologici non più per mettere dei leoni o delle tigri, ma per mettere dei coniglietti, per mettere delle mucche, per mettere dei maialini, e tutti quelli che noi chiamiamo gli animali domestici, perchè i bambini non sanno più come sono fatti. Noi crediamo alla risurrezione senza aver veduto. Dobbiamo soltanto fare tutto questo gioco di architettura mentale di cui vi ho parlato, per potere stabilire la non-contraddizione dei Testi. Ma quella esperienza è simile all'esperienza del primo contadino, il quale ha detto: "Adesso so che c'è un rapporto fra il chicco di grano e la fogliolina verde". In questo caso la fogliolina verde parla, e dice ai discepoli: "Badate che l''io' di adesso è quello di prima; 'io' di adesso sono quello di prima".

E continuiamo un attimo in questa analisi. Non risulta, però, che Tommaso abbia toccato nè il costato, nè le piaghe della mano. Non risulta. Dunque, si trattava di dimostrare a un apostolo che il 'lui' di adesso è quello di prima, anche se in altra forma. Tommaso quindi (continuiamo nell'analisi) non vede il Gesù storico, come si potrebbe pensare da tutta la descrizione (la quale descrizione potrebbe trarre in inganno, sotto questo profilo), ma riceve dei segni, o, se volete, dei messaggi, che lo aiutano a capire ciò che è accaduto, e cioè che Gesù è entrato in una nuova dimensione, e che quindi è risorto. E se è risorto è ancora vivo; e, quindi, se è vivo, è presente; e se è risorto, tutto ciò che aveva detto quando era nella dimensione spazio-temporale ha valore eterno. Allora, l'esclamazione si giustifica. Non dice: "Ah, Gesù di Nazareth, ti rivedo". Dice: "Mio Signore e mio Dio". Ha capito perfettamente, dunque, che rianimazione di cadavere non è. E allora in questo caso san Giovanni si salva, probabilmente. Si salva perchè, probabilmente, aveva il concetto giusto della risurrezione.

Adesso che abbiamo speso alcune parole relativamente al fatto, vogliamo vedere i contenuti. Vediamoli. Qui c'è subito una frase che è molto pesante: "Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi". Questa frase -si dice- ha creato quei confessionali. Io ho l'impressione che quei confessionali siano abusivi rispetto a questa frase. Attenzione... diciamo delle cose pesanti. San Giovanni scrive tardi il suo Vangelo, e là da Efeso (o se volete anche da Patmos; abbiamo letto qualcosa dell'Apocalisse) quest'uomo, questo apostolo vede le interpretazioni -diciamo così- anarchiche del Messaggio. Anzitutto, il potere di rimettere i peccati è dato alla Comunità, e questa non lo può, non lo deve amministrare nè in maniera indiscriminata, nè in maniera mafiosa. Mi seguite nel ragionamento? Attenzione a questo potere dato da Gesù alla Comunità, nell'ipotesi che egli abbia detto queste parole precise; o anche, se volete, nell'ipotesi che san Giovanni abbia interpretato un potere dato da Gesù, dal Gesù storico, relativamente a questo tema. Vi faccio notare che la questione del perdono dei peccati è di tutte le religioni, via via via...; e la questione della confessione auricolare, che si è determinata nel Medioevo, è purtroppo... mi pare di avervelo già detto qui... il grande Pascal, il grande pensatore dice: "La confessione dei peccati era pubblica", perchè i peccati grossi che incidono sul sociale sono esattamente quelli che devastano la Comunità e sono quelli che -diamolo sottovoce- oggi nessuno più confessa. Sarà bene che ce lo diciamo: noi confessiamo i peccati di religione ("non ho pregato"; "ho fatto una mormorazione"; e via via... adesso non sto ad elencare qui i tre o quattro peccati), ma io non ho mai trovato (o trovato solo una volta) in tanti anni di confessione una persona che sia venuto a dirmi: "Mah, io, sa, amo la pesca... forse ho speso un po' troppo in tutti questi aggeggi per andare a pescare...". Ecco una persona che ha qualche scrupolo su quella che noi chiamiamo 'la incidenza sociale delle nostre azioni'. Ma oggi nessuno confessa i peccati di ordine sociale. Perchè? Perchè sono diventati l'aria che respiriamo. Spero di avere il tempo per portarvi qualche esemplificazione.

Procediamo con ordine. Dunque Giovanni vuol dire: "Attenzione alla teoria lassista del perdono!". Già, perchè, in un passo del Vangelo, non troviamo forse quelle famose parole? "Quante volte debbo perdonare? Sette volte?" "No" dice Gesù (mah, saranno parole sue, o di qualcuno che aveva interesse a questa teoria?) "settanta volte sette". Voi capite: e se uno vi uccide vostro figlio, poi vi chiede perdono... Poniamo che abbiate settanta figli, ve lo voglio concedere anche se non siete poligami. E poi ve ne uccide uno, e poi due, e vi chiede perdono successivamente... Voi, a questo punto, perdonerete settanta volte sette? Allora voi vedete che c'è qualcosa che non funziona, in questa teoria.

Bene, un episodio accaduto a me. Mi trovavo per caso a sostituire un cappellano delle carceri, e trovo lì i solito ladruncoli. I quali poi vi raccontano le loro imprese con molta sincerità. Bene, uno di questi carcerati mi raccontava che i carabinieri lo avevano preso, e allora lui guardandoli in faccia si era convinto che fossero dei bravi cristiani e diceva a questi carabinieri: "Ma Gesù, non dice di perdonare settanta volte sette?" E quelli dicevano: "Ma guarda che ti abbiamo già preso tre o quattro volte...". "Eh, appunto, non siete ancora arrivati a settanta volte sette... E allora?" mi rivolgeva la domanda per vedere come io avrei risolto questo problema. Ho risposto a questo simpatico ladro: "Signor mio, e quando rubavi, il Vangelo dove l'avevi messo? Tu utilizzi il Vangelo, ma questa è la più enorme delle ribalderie. E allora? Quando rubi, tu ti dimentichi del Vangelo; quando sei preso sul fatto, allora invochi il Vangelo a tuo pro. No, questo è sofisma". Ma ci sono dei teneri di cuore i quali dicono: "Ma sì... Gesù ha detto di perdonare settanta volte sette". Vi rendete conto, allora, di come la polemica circoli all'interno del Vangelo stesso. Poi Gesù: non aveva dato il perdono al ladrone? Già, noi diciamo che quel perdono è dato perchè c'è una conversione. Non posso assolutamente pensare che, se quel ladrone fosse scampato a quel supplizio, si sarebbe ancora dato al ladrocinio. Perchè Gesù aveva detto a lui: "Oggi sarai con me in Paradiso". Tutto questo suppone una conversione radicale; non è il giochetto del perdono dato... poi... un perdono che favorisce ancora la caduta, poi la richiesta di perdono, poi la caduta, e così di seguito. Chi avesse questa concezione del Cristianesimo in generale, e della confessione in particolare, ahimè, non avrebbe capito nulla e allora, son d'accordo anch'io, un po' di benzina e bruciamo quei confessionali. Perchè sarebbero un incentivo a restare dei lupi, o dei piccoli maiali per tutta la vita, i quali vanno lì dentro, si fanno dare una spruzzatina di profumo, poi tornano fuori e continuano a fare i maialini come prima... e poi una spruzzatina di profumo... Badate che questo accade per la maggior parte di taluni casi che qui non nomino unicamente per pudore. Se concepissimo così la confessione -ripeto- non abbiamo capito nulla.

Allora, s'invocano quei due esempi. "Calma" dice san Giovanni "il perdono esige delle condizioni, e soprattutto esige una conversione e non una confessione". Badate, io in confessionale non sono nè buono nè cattivo; oramai metto soltanto le carte in tavola. Non parlo di quei peccati che in genere le donne anziane mi vengono a raccontare (mi sono irritata in casa... e qui e là... due parole... Tutte queste piccole stupidaggini...; chiamiamole stupidaggini, almeno così come sono nel racconto). Ma quando andiamo un momentino più in là, allora il mio discorso è semplice. "Signore, lei non ha bisogno di venire a confessarsi; lei ha bisogno di convertirsi. E per convertirsi non è necessario venire ai sacramenti; bisogna stare fuori". Perchè tutti i grandi convertiti da Gesù non si sono convertiti per avere usato i sacramenti, sarà bene che noi lo diciamo con molta chiarezza.

E adesso ve ne citerò qui appunto due casi. Le uniche due confessioni che si identificano con la conversione sono: una, quella della Samaritana; e l'altra, quella di Zaccheo. La Samaritana, lo ricordate: Gesù non le ha detto nulla, non le ha detto "fai questa penitenza, di' cinque Avemarie alla Madonna" (perchè poi non riesco a capire come mai una preghiera venga inflitta come penitenza... ma non è qui il caso di doverne discutere). E allora questa donna che cosa fa? Va nella città e dice: "Signori, quest'uomo mi ha detto tutto quello che sono". Dunque ha avuto il coraggio di dire a tutti: "Sono quella buona donna che molti probabilmente non sanno nemmeno che io sia". E da quel momento -credo- che una pietra sia stata messa sulla sua vita.

L'altro caso è Zaccheo. Quest'uomo è un gabelliere, è uno che ha a che fare con il danaro. Sesso, danaro, potere... E quest'uomo è riverito da tutti. Voi, adesso, se vedete un bancario o un banchiere, che cosa fate? Non lo prendete certamente a fucilate. Voi lo riverite, anzi aspirate ad essere amico. E se voi aveste conosciuto quei tre... due morti... non faccio nomi qui, voi avreste gradito essere buoni amici... come nel tempo passato ci fu il caso Giuffrè in cui tutti i buoni ecclesiastici si piccavano di essere amici, amici di lui, perchè vi dava... voi davate a lui un milione, e lui nel giro di un anno ve ne dava due; come poi facesse Dio solo sa. Io adesso non ho tempo qui... andremmo nel sottile per esaminare tutte queste questioni. Dunque, il nostro Zaccheo è riverito. Sì, d'accordo, collabora con i Romani, ma questi sono attriti di altro ordine, di ordine etnico. Ma dico, sul piano morale, nessuno pensa che egli sia un ladro di prima grandezza. Bene, ha un colloquio con Gesù. Vogliamo immaginare che questo colloquio sia stato una confessione? No, perchè non è l'uso del sacramento; è un colloquio in cui Gesù avrà fatto vedere a quest'uomo come la sua disonestà implicasse la rovina di un mucchio di persone. Breve: quest'uomo da 'galantuomo' che era (o che credeva di essere), davanti a se stesso e davanti al mondo dice finalmente a Gesù: "Ho aperto gli occhi". Ecco che cosa è la conversione, e che cosa dovrebbe essere la confessione. "Bene, io restituisco..." Oh, qui finalmente non c'è il perdono a buon mercato! lo vedete no? E questo non è Gesù che glielo dica, non è che Gesù dica: "Adesso tu farai così e così... dirai cinque Pater-Ave-Gloria"... o cose di questo genere, oppure "darai indietro i danari". No, è lui. Nella logica della conversione capisce tutto questo, e dice: "Adesso restituisco il quadruplo di quello che ho rubato". Vi rendete conto dunque, no? Doveva aver rubato giù parecchio! E poi, finita questa operazione, resta a lui un certo patrimonio, che egli ha ritenuto essere giusto per la sua vita. Bene, che cosa fa Zaccheo? Dice a Gesù: "Io taglio in due questo che ritengo giusto per me, e dò la metà dei miei averi ai poveri". Quest'uomo è sparito dalla circolazione, non viene più citato in tutti i testi. Dove sarà andato a finire questo Zaccheo? Ecco qui il prototipo di un convertito! Una confessione la concepisco in questo modo.

Io vi chiedo scusa, ma adesso avrei dovuto parlare del caso Reder, e poi di quell'altro mafioso che ha chiamato un vescovo per confessarsi, e così via. Mi dispiace di non avere il tempo per dirvi come obiettivamente oramai io la penso su questa questione. Mah, speriamo che la domenica prossima torni un vangelo adatto per farmi concludere quanto ancora avrei dovuto dirvi. Perchè poi avrei dovuto fare anche l'analisi della questione del metanolo e così via, per dimostrarvi come questi peccati sociali nessuno al mondo più li confessa.

Chiudo rapidamente ricordandovi come quella frase di san Giovanni, che apparentemente sembra un potere dato in maniera indiscriminata -diciamo- alla Chiesa, ecco qui, diventa un momento di riflessione per quello che deve essere la confessione, cioè: un atto di conversione.