5 gennaio 1986

Giovanni (1, 1-14) "In principio era il Verbo ... "

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Per volontà del Popolo italiano (oppure del Parlamento, non lo so) abbiamo ricuperato questa domenica. Questi bravi Italiani che erano partiti con l'idea di ridurre le domeniche, adesso poi qui è diventato tutto un ponte, da Natale fino a Pasqua, da Pasqua fino a Natale). Il ritorno dell'Epifania -si dice- per soddisfare le esigenze dei bambini, i quali non possono stare senza le Befane, scusate: siamo noi le Befane, naturalmente, quasi che non si sia noi a condizionare i bambini; e qui facciamo finta di andare incontro alle loro esigenze... E poi quell'altra festa, pasticciata, della unità degli Italiani attorno a una bandiera ... ma poi ne riparlerò di questo, anche perchè non è, la festa, il ricupero della festa in sé, è tutta la concezione del mondo che sta dietro a queste decisioni. Avremo modo di parlarne, oggi soltanto in tangente. {...}

E adesso affrontiamo questo tema, del prologo di San Giovanni (cosiddetto). Oggi, vi annuncio, sarò forse un tantino difficile; già godo fama di essere difficile, ma oggi lo dico in maniera dichiarata. Può darsi che questo non sia, ma in ogni modo quello che dirò esige una certa attenzione, anche perchè questo prologo, tra l'altro (per coloro che dicono che il Vangelo è facile) indubbiamente è una delle pagine più difficili di tutta la Scrittura. Ora che cosa farò: cercherò anzitutto di dirvi in poche parole il significato di questo prologo, che già annuncio in due parole: sarebbe la giustificazione di Gesù. Tutte le religioni, e, diciamo così, tutte le verità politiche, hanno bisogno di giustificarsi. Ora, siccome Gesù è il centro del Cristianesimo e, nella visione cristiana, si pone come spartiacque tra l'Errore e la Verità, voi capite, giochiamo grosso. E allora bisogna giustificarlo sul piano razionale; il questo caso bisogna giustificarlo sul piano teologico. E allora ecco qui, vi annuncio che mi riallaccerò a quello che avevo detto il giorno di Santo Stefano, citandovi un pensatore greco di nome Isocrate, il quale appunto si trova su linea parallela rispetto a San Giovanni. Dunque, giustificazione; e poi, altra parola pesante, la supremazia. La supremazia consiste in questo: noi abbiamo la Verità, questa è la Verità. Gesù Cristo è Dio fatto Uomo: questa è la supremazia. Supremazia tradotta in questo termine preciso da noi, si capisce, che oramai siamo soltanto dei porta-stendardi, ma non siamo più gli attuatori del Messaggio.

Ora, quando Giovanni Evangelista scrisse (o scriveva) il suo prologo, sia i pagani che i giudei (quando diciamo pagani diciamo pure il mondo greco di cui vi avevo parlato) avevano scavato un abisso fra il mondo e Dio. Una cosa curiosa. Per i giudei, Dio che era? Era l'Altissimo Creatore che sta al di sopra di tutte le Nazioni e di tutti i Cieli. Ecco il concetto di supremazia. La teologia rabbinica si poneva questo problema: come può Dio chinarsi verso il mondo e gli uomini? Come può? La risposta la conosciamo, ma io la dirò in maniera cruda: Dio è presente nel mondo attraverso interventi esterni. E l'intervento esterno ha un nome nella psiche popolare: miracolo, miracolo. Il quale miracolo si esplica in una guarigione, si esplica in una vittoria bellica. Se voi vedete, al termine di tutte le guerre c'è sempre un ringraziamento a Dio; come prima di fare una guerra c'è sempre qualcuno che prega. Speriamo che giù nel Mediterraneo qualcuno non stia pregando Allah, e qualcun altro non stia pregando non so quale altro dio, quello che noi chiamiamo il Dio cristiano. Dunque, Dio è presente nel mondo con interventi esterni, che nella psiche popolare si chiamano miracoli. I pagani, teisti anche loro: tra Dio e mondo un abisso. E, più sottilmente, ebbero della materia una concezione errata: la materia era essenzialmente il Male. Come può Dio venire in contatto con la materia cosmica, la quale è impura? Qui ci sarebbe da rivedere tutta quella mitologia in cui abbiamo incesti fra gli dei e gli uomini, e viceversa. Ecco, l'unico modo con cui o in cui Dio è presente nel mondo. Ancora una noticina: i rabbini, diciamo così i teologi del mondo ebraico, trovarono nella Scrittura una frase che ricorre spesso, e la diciamo anche noi con una frequenza ossessionante: parola di Dio, parola di Dio, è parola di Dio, è la parola di Dio. Quando un profeta espone il suo messaggio, comincia quasi sempre così: "la parola di Dio venne su di me". A questa espressione un filosofo ebreo, che purtroppo abbiamo dimenticato (lo dico qui ai liceali che affondano il loro cervello in questo genere di studi), di nome Filone, sostituisce quella espressione con quest'altra parola: logos. Più tardi si tradusse in Latino con Verbum . Allora voi lo vedete, noi non diciamo il Logos si è fatto carne , ma se voi parlaste a dei dotti dovreste proprio dire così: il Logos si è fatto carne . Su questa questione del verbo (vuol dire esattamente parola , parola per eccellenza), bisognerebbe distinguere il verbum mentis dal verbum vocis , ma qui entriamo in un discorso filologico troppo sottile, e su questo si potrebbe anche discorrere, per vedere qual è il significato della parola nell'uomo e così via, ma non è il mio compito toccare qui il problema.

In San Giovanni Logos e Verbum non sono (come probabilmente era in quel Filone) un attributo di Dio (ecco il punto), ma una persona distinta, perchè generata da Dio, e quindi figlio di Dio. Adesso, prima di passare al contenuto, e in che cosa Giovanni mette all'apice dei valori questo Logos, io dovrò farvi l'analisi del pensiero di quell'Isocrate di cui vi avevo parlato il giorno di Santo Stefano. Vi chiedo cinque minuti di attenzione, perchè questo che vi sto dicendo è di una importanza radicale circa la lettura del movimento delle civiltà. Perchè anche il mondo greco, cioè anche questi signori che non erano pagani come intendiamo noi, ma teisti come noi, si posero il problema del rapporto tra la religione e il pensiero, tra la religione e la ragione. E adesso vedrete che cosa dirà il grande Isocrate. Egli parte dicendo che Atene ha diritto alla supremazia. Al posto di Atene voi mettete la Chiesa cattolica, o mettete il partito comunista che inizia le sue vicende nel 1917: vedete già dopo settant'anni lì abbiamo la crisi della identità, ma fu veramente una rivoluzione? o abbiamo dei dubbi circa quel 1917? Vedete? E qui, noi, dopo venti secoli di cristianesimo, come stanno le cose: è ancora una verità, non è una verità ... sì, se noi guardiamo a tutto il movimento di coloro che lo gestiscono, è ovvio che loro sono convinti di avere la Verità. Il fatto è che da tutte le parti ci sono delle frecciate, le frecciate della ragione che colpiscono sia il 1917, sia l'anno zero, che in questo caso non è tanto l'anno zero ma almeno diciassette secoli di Cristianesimo che sono sotto il bersaglio della ragione. Ecco l'importanza allora di quello che vi sto dicendo. Dunque, da dove deriva la supremazia di Atene? Deriva dalla capacità di offrire agli altri uomini dei benefici di tipo etico. Perchè questa città è stata maestra e ha prodotto maestri che hanno guidato gli uomini verso talune scoperte. Dunque la felicità non deve derivare dalla protezione esterna degli dei. Voi sentite qui l'opposizione del pensiero greco al Dio degli eserciti. No, questo tipo di protezione è nefasto per la pace nel mondo. La felicità non deve derivare dalla protezione esterna degli dei. Ma gli uomini debbono acquistarsela sotto la guida di chi è capace di farla raggiungere. Voi sentite allora qui le preclusioni della ragione nei confronti della religione ricevuta. La ragione guarda con sospetto un Dio che interviene nel mondo prediligendo un popolo, e poi dando sul muso agli altri ... tutto questo viene a turbare la felicità degli uomini. Voi adesso con la mente andate a controllare se il Logos di cui parla Giovanni è in ordine con questa concezione. Certo, sono d'avviso che sì, vedremo che San Giovanni scavalca tutta la Scrittura, e pone finalmente il Logos (non a caso il Logos è con la L maiuscola) in linea però con il Logos di Isocrate, il quale Logos criticava la religione ricevuta. Atene ha diritto a questa guida per i successi ottenuti e poi per i servizi resi. Gli Ebrei avranno il merito di avere salvato il monoteismo, ma sul piano etico abbiamo fatto dei progressi? Probabilmente no, e questo è il discorso ancora aperto. Poi ecco qui un'affermazione: la forma arcaica dell'ordine che Atene ha costruito sulla razionalità é fondato sul presupposto dell'intervento di forze trascendenti nella città umana. Forze sovraumane stanno a fondamento della supremazia aristocratica, dunque alla radice della grandezza e della supremazia di Atene c'è una radice divina. E questo è vero anche per il mondo ebraico, sappiamo in quale modo. Ora, la comunità ellenica non ha valore in quanto fatto genetico, ma solo in quanto fatto di cultura: Greci non si è per stirpe, ma per formazione intellettuale; non perchè Dio ha scelto quel popolo, ma perchè per il tramite della educazione del Logos, del pensiero, siamo arrivati a capire che appunto la eguaglianza non può avere queste radici genetiche. Perchè queste radici, che affondano a loro volta nella etnìa, sono pericolose quando appunto fosse un Dio ad avere selezionato gli uomini. Sicchè, chi sono i Greci? Quelli che hanno in comune con noi lo sviluppo dello spirito anziché la stessa natura.

E adesso passiamo all'ultima notazione. La ragione, o il Logos umano, avrebbe liberato gli uomini dal condizionamento degli dei. Guardate che cosa accade in àmbito educativo: il bambino ha bisogno dei genitori fino a tanto che è piccolo; ma poi, quando diventa grande, è capace di governarsi da sé, vale a dire con le sole sue forze. Allora, vediamo storicamente come sono andate le cose: in una fase infantile gli uomini hanno avuto bisogno di una guida divina, mentre per gli Ebrei la guida divina continua con quella presenza pesante di cui vi ho parlato. Dopo Dio diventa un Dio degli eserciti. Mi scuso se lo ripeto, ma bisogna insistere, perchè siamo in un nodo storico in cui queste idee hanno il loro peso e continuano, diciamo così, a condizionare le coscienze. Ora, dicevo c'è una fase infantile, ma quando gli uomini sono incapaci di governarsi da soli. Poi, quando l'uomo raggiunge la sua maturità, la maturità del Logos, allora grazie alla educazione (o alla Paidea, come la chiamavano i Greci) ecco che egli diventa capace di ragionare, di ricercare il Vero e il Giusto con le sole sue forze. Ecco. Direte: ma Isocrate, che cosa pensa della religione? Pensa esattamente questo: nulla da dire circa l'esistenza degli dei: non v'è dubbio, ci sono. Ma la loro presenza qui, no, la loro presenza qui è oramai il Logos degli uomini, è oramai la ragione, perchè non sono più loro che debbono dare l'imbeccata. E la risposta di Giovanni, è facile dirlo. Anche se siamo adulti, per quanto riguarda invece la nostra capacità di convivere, per quello che riguarda l'amore tra gli uomini, Giovanni dice: mi dispiace, c'è bisogno del Logos, vale a dire c'è bisogno di un pensiero divino che finalmente venga a insegnarci come dobbiamo comportarci.

Termino questa prima parte. Isocrate privilegia la ragione sulla religione, mentre Socrate, per esempio, dirà che noi abbiamo bisogno di uno che venga a insegnarci anche come dobbiamo pregare. E parla appunto di un Logos che gli uomini aspettano, e attendono, perchè da soli non sono capaci di aprire il becco senza dire delle sciocchezze. E tutte le preghiere degli uomini sono semplicemente delle sciocchezze perchè non tengono conto del tutto, e ognuno vorrebbe portare Dio in casa propria; e non tenendo conto del tutto, ecco che si massacra la giustizia. Quindi, secondo Socrate dobbiamo toglierci dalla testa l'idea di un Dio fabbricatore di miracoli; e con Socrate mi metto anch'io, e credo anche Gesù Cristo sia su questa linea. Dobbiamo toglierci dalla testa l'idea di un Dio fabbricatore di miracoli; perchè? Perchè l'unica violazione del sistema è la incarnazione, che è un impatto morbido: Dio nasce da donna, il Verbo si fece carne. Voi vedete: non c'è lo sbarco dei guerriglieri in questo mondo, non c'è lo sbarco del Dio degli eserciti in questo mondo; c'è la presenza di una novità che dovrà fermentare dall'interno: adesso la mente di coloro che credono.

E adesso, in poche battute, il raccordo con San Giovanni. San Giovanni comincia con lo scavalcare tutta la Scrittura. In principio (lo ricorderete, dice la Scrittura Sacra) Dio ha creato il Cielo e la Terra... No, dice san Giovanni: in principio era il Verbo. Come dire: la Scrittura narra l'inizio delle cose e del Tempo; Giovanni intende narrare l'inizio dell'opera della Salvezza che risale all'inizio delle cose, poiché il piano divino, essendo unitario, è stato pensato fin dall'inizio dal Padre, e affidato per l'attuazione al Figlio, vale a dire al Logos, Cristo. Sicchè Giovanni pone il Logos a fronte della Legge (data per mezzo di Mosé), mentre il Logos è la Grazia e la Verità (per mezzo appunto di se stesso). Quindi nessuno ha mai visto Dio: non so se abbiate mai ragionato su questa frase, ma è spaventosa. Come! In tutte le Scritture non si fa altro che dire che Mosé ha visto Dio, che Abramo ha visto Dio. Qui Giovanni dichiara: signori, siamo fuori strada, ed è quello che vi sto dicendo qui io. Dobbiamo toglierci dalla testa un Dio che fa dei miracoli: via, via! Soltanto quel giorno diventeremo delle persone nuove, cioè diventeremo dei Cristiani. Nessuno, nessuno ha mai visto Dio. Come! dopo secoli di religione in cui tutti dicevano di averlo visto qui, di averlo visto là, Giovanni mi salta fuori col dire: nessuno ha mai visto Dio. Certo, lo ha visto soltanto colui che viene dal seno del Padre.

E termino; l'ultima notazione è questa. Dal momento in cui Dio si fa carne, dal momento in cui il Logos è in mezzo a noi, non ci dovrebbe essere più il discorso delle interpretazioni. Purtroppo il Logos è stato respinto. E chi lo ha accolto? Lo ha accolto l'Occidente, noi, noi, non tutti. Noi facciamo la bava contro coloro che non credono: "noi stermineremo gli atei", soprattutto se siamo Cristiani di una certa levatura. Perchè? E già, perchè sono lì a ricordarci che noi non abbiamo attuato nulla di ciò che il Logos ci ha insegnato. Quindi, da capo, coloro che lo hanno accolto. Ma noi siamo i soliti filoni (in questo caso con la f minuscola), siamo all'italiana, e tutto l'Occidente è alla napoletana: "sì sì Signore, sì sì Signore", e poi facciamo i comodi nostri, naturalmente. Noi, da capo, che l'abbiamo ricevuto, che cosa abbiamo formato? Abbiamo formato una tradizione contro cui è insorta di nuovo la ragione. Casa orribile: che di nuovo il logos (con la l minuscola) se la prenda con la civiltà costruita sul Logos (L maiuscola). Perchè? Perchè i credenti nel Logos, noi, io per primo, non hanno mostrato la Verità, nè hanno risolto le contraddizioni tipiche della natura umana.