20 ottobre 1985 ________________

Marco (10, 35-45) "Maestro, concedici di sedere nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra."

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Oggi celebriamo la giornata missionaria mondiale. Io continuerò, come negli anni passati, a condurre la mia riflessione su ciò che dobbiamo essere, e non su ciò che dobbiamo fare. "Organizzare, organizzare, organizzare!". No, mi dispiace, mi dispiace: essere, essere, essere ("chi vuole essere primo tra voi", chi vuole 'essere'... ). Essere, essere. E condurre l'analisi su ciò che dobbiamo essere, vi confesso che è difficile, penoso, e poco popolare. E' quanto farò oggi.

Prima però voglio dirvi a che punto sta il discorso relativo ai rapporti fra (virgolette) 'religione cristiana' e altre religioni. Voi sapete che, dopo il Concilio, c'è stata un'aria di ecumenismo al punto tale da -diciamo così- sgonfiare le singole identità (almeno fra le 'religioni' cristiane), in modo che, in tutta Europa, sono nati dei cenacoli dove Ortodossi, Protestanti di varie confessioni si ritrovano <con i Cattolici, e così via. Tutto questo ha messo, a quanto pare, in allarme le autorità ecclesiastiche. Le quali non possono rinunciare all'idea che il Cattolicesimo sia l'unica, la vera religione (per me non è una religione, ma se la vogliamo mettere su quel piano, allora dopo bisognerà discutere qual'è la vera, qual'è la falsa...). Se si dimentica il punto di partenza, è quasi inevitabile una guerra sine fine . Dunque le cose -non v'è bisogno che lo dica- sono a una specie di stretta: dove c'è un rigurgito di integralismo, e dove pare che tutto questo discorso ecumenico stia rientrando.

Io, che cosa ho fatto? Ho preso La Civiltà Cattolica (la cito qui perché è una espressione di un certo cattolicesimo ufficiale, una specie di bandiera per sapere quale è lo status della teologia, quale è il punto sulla ortodossìa. E allora adesso vi sunteggerò brevemente l'impostazione di questa rivista, che tra l'altro ha avuto al suo interno qualche piccolo terremoto che persone più aggiornate conoscono quanto me (cose dette in televisione, alla stampa e negli organi di comunicazione sociale). Sentite come viene impostato il discorso: "Il Cristianesimo ha un carattere definitivo in quanto religione". Ahimè; già io, se mi fossi trovato nella redazione avrei detto: confratelli padri gesuiti, arrivederci, buongiorno, io non lo firmo più questo articolo (che tra l'altro è l'articolo della redazione). Vedete? già cominciamo con un passo che non posso accettare cordialmente del tutto.

"Questo Cristianesimo porta i segni di una particolare religione. Questa particolare religione sarebbe il monoteismo ebraico". Sarei scattato per la seconda volta: fratelli gesuiti, buongiorno e buonasera, io non firmo più questo articolo. Perché? Perché il monoteismo ebraico non ha nulla a che fare con il monoteismo predicato da Gesù, se il punto di riferimento per noi (la Verità assoluta) è il messaggio di Gesù Cristo. Questa è una specie di favola: non è vero, come non è vero che il Dio di cui parlano i Musulmani (come è stato recentemente detto) sia il Dio di cui parlano i Cristiani. No, no, no. E allora se voi mi fate indispettire, mi fate venire voglia di pensare che Dio sia semplicemente una definizione nominalistica. Forse metà dell'assemblea non capisce il significato di questa parola. Ora, purtroppo Dio è nominalisticamente inteso. Questa teoria filosofica è tornata in auge; potrei citare qui nomi, cognomi, opere... che stanno divulgando questa teoria... Ma non è che la siano divulgando; la stanno riesumando, perché francamente tutta la realtà dà quasi ragione a loro. Dico 'quasi', badate che io non sono nominalista, ve lo dico subito... l'ho detto anche all'autore de Il Nome della Rosa . Nominalista vorrebbe dire questo: che tra le cose non esistono possibilità di comunicazione, e ogni cosa, ogni essere è a se stante, non si può dare una definizione comune. Esistono dunque soltanto dei nomi che noi applichiamo nella disperazione di poter trovare un'analogia fra le cose per cui esistono soltanto degli individui o degli essere particolari. Dunque non ci sarebbe analogia nella realtà. Spero di avere dato una spiegazione minima, sufficientemente corretta, anche se non proprio chiara. Questa concezione percorre tutta la storia occidentale.

Poi non parliamo -per esempio- del Buddismo. Badate: io vi confesso che, sotto il profilo del rispetto, rispetto più Budda, perché è prima di Cristo, che non -facciamo l'ipotesi- Maometto, Lutero, o san Tommaso (ce li metto tutti, non voglio fare nessuna distinzione). Lo rispetto di più, perché almeno quell'uomo, con le sole forze umane, ha tentato di chiarire problemi che affliggono l'umanità. Voi vedete che cosa succede adesso in America, è una disperazione anche per l'autorità civile, vi sono sette all'infinito. Guru, ne sono arrivati, mi pare, 250, sono arrivati dall'India, hanno invaso l'America. Poi dispiaceri a non finire, perché anche questi qui si pongono come verità assoluta, poi va a finire che caracollano sui tre punti fondamentali di cui vi ho sempre parlato: sesso, danaro, potere. Potere, potere: eccoli qui, i due grulli, Giacomo e Giovanni, "dobbiamo essere uno alla tua destra...", come se nel regno dei Cieli ci dovrà essere la destra e la sinistra, come nel parlamento italiano. Ritorneremo su questo.

Continuiamo con il nostro discorso. "Il Cristianesimo" secondo questa concezione "porta i segni di una particolare religione, il monoteismo ebraico" (tesi che non accetto) "e di una situazione storica particolare, Palestina del I^ secolo". D'accordo, se Gesù è venuto... certo è un discorso grave anche questo, domandarsi perché è venuto in quell'epoca, non prima... non è un discorso che voglio fare qui. E' venuto, se è vero che noi accettiamo la libertà di Dio per quanto riguarda la creazione, dobbiamo accettarlo anche per quanto riguarda la salvezza: è venuto quando ha creduto di dover venire. "Ma non è una religione al pari delle altre". Vedete? subito la cresta. E' un galletto, ma diverso dagli altri, ha la cresta più grande, il piumaggio diverso... "nè un fatto puramente storico" e qui posso convenire. Il Cristianesimo viene da Dio, quindi un Dio che si è autorivelato e autocomunicato in Gesù di Nazareth. Da qui parte il Cristianesimo. E da qui parto anch'io.

Adesso, primo giudizio: che cosa dobbiamo pensare della religione del Vecchio Testamento? Risposta della redazione de La Civiltà Cattolica : "E' divina, ma non definitiva". Qui sono rogne, sono rogne signori. Perché? Perché questa concezione della Storia sarà la concezione che avrà Hegel; questa concezione delle successive deleghe sarà quella che ha Maometto; e questa concezione sarà quella che produce tutte quelle sette in America, il paese delle libertà assolute... e adesso ve le tenete anche quelle, questo è il prodotto della libertà assoluta. {...]

Dunque "anche la religione del Vecchio Testamento è divina". E' qui dove metto dei dubbi, perché tutta la posizione di Gesù (mi pare di avervelo illustrato altre volte) è proprio un richiamo assoluto alla originarietà. "Voi fate questo e questo, ma all'origine non era...", dunque, o avete capito male, oppure vi siete autocostruiti voi tutti questi schemi religiosi. E pare che sia questa la condanna di Gesù, il quale contesta il Sabato e dice che Dio è suo padre. Dire che Dio è suo padre (lo ripeto per l'ennesima volta) vuol dire che non è più il 'Dio degli eserciti', cioé il Dio che aveva fatto un patto con loro, con tutte le conseguenze che questo comporta. Avendo trovato in Cristo il suo compimento, ora non ha se non valore propedeutico: di preparare al Cristianesimo che ne è il compimento. Cari padri de La Civiltà Cattolica , andatelo a dire al rabbino primo d'Italia questo discorso, e vedrete che cosa vi risponde. Vedrete la risposta che egli vi darà, non sarà certamente quella che voi avete codificato con queste parole.

Poi le altre religioni. "Le altre religioni" dicono i padri de La Civiltà Cattolica "sono vani sforzi dell'uomo per raggiungere Dio". D'accordo, questa è la definizione perfetta delle religioni. Attenzione: nella misura in cui il Cristianesimo cade in religione, rientra purtroppo in questa definizione. E questa è la mia tesi. "Ciò non significa che non contengano buoni e religiosamente validi... " (vedete? il piccolo incenso per tenere vivo l'ecumenismo) "... significa solo che sono nell'ignoranza del disegno di salvezza di Dio, che ha stabilito di salvare tutti gli uomini solo in Gesù Cristo e per Gesù Cristo". Vedete, la sovrapposizione mentale? Eh, lo sanno, ma non lo accettano. Lo sanno: andate a dire a un Musulmano, andate a dire che Gesù è figlio di Dio, e poi vedrete... se non vi spara addosso, certamente vi guarderà con gli occhiacci. Dovete filare. Perché Dio non può avere figlio, Dio è unico, il monoteismo rigido che è divulgato su tutto il bacino mediterraneo, con molta virulenza, a tutt'oggi.

"Sicchè si può pensare che i grandi fondatori di religioni abbiano ricevuto qualche grazia particolare, qualche segno del Verbo". Vedete? anche qui, il piccolo incenso. D'accordo, sono perfettamente d'accordo che Budda ha ricevuto qualche illuminazione, non v'è dubbio, perché egli era prima della venuta di Cristo. Non v'è dubbio che Socrate, il quale non ha fondato una religione, s'era ben reso conto che gli dei della città di Atene erano insufficienti per risolvere i problemi umani; ed egli sognava appunto un vero Dio.... guardate, Socrate è l'unico personaggio che crede cordialmente in Dio, perché Dio per lui è un ideale. Per noi diventa uno strumento, purtroppo. L'unico uomo al mondo -dico tra i filosofi-, il quale crede cordialmente in Dio, ma in un Dio che è un ideale, e non in un Dio che diventa poi uno strumento, peggio che peggio un 'Dio con noi', capo dei nostri eserciti. Dunque per Budda questo può valere, ma non certo per Maometto, non certo per Lutero, non certo per tutta la civiltà medievale. Mettiamoci pure lì il grande papa storicamente inteso, Innocenzo III, che è vissuto all'epoca di san Francesco. Adesso vi dirò il contrasto fra i due, proprio su questa faccenda della concezione della Chiesa in quanto Chiesa missionaria.

"Ma poi, queste religioni, hanno anche elementi erronei in quanto creazioni umane; e ciò a motivo del fatto che l'uomo è peccatore" (sentite? Se avessi tempo qui per dimostrarvi come il modo di ragionare passi via via da un'impostazione corretta verso il sofisma) "bisogna quindi aspettarsi che le religioni non cristiane portino i segni del peccato. Ed è ciò che si constata storicamente: orgoglio, il titanismo, la chiusura su se stessi, comportamenti morali non buoni, superstizioni". Ma fratelli miei gesuiti de La Civiltà Cattolica , perché non avete portato questo paradigma di giudizio all'interno del Cristianesimo storico? E poi vedrete se ci sarà anche qui meno orgoglio, meno titanismo, meno chiusura su se stessi... Via, per lo meno sulla civiltà medievale dobbiamo dire questo. Adesso ve ne porterò subito una esemplificazione. La esemplificazione la prendo dal rapporto fra Innocenzo III (il papa dell'epoca di san Francesco) e san Francesco stesso.

Vi avverto (tra parentesi) che in questi giorni ho proprio pubblicato un'opera. Scusatemi se faccio un po' di propaganda. Ma perché? Perché molte persone mi domandano sempre: "Ma lei ha scritto dei libri..." Sì, ecco, questa è l'occasione; lo dico qui, così avrete la possibilità di avere questo libro. Se poi, quando uscite dalla messa, passate qui sulla destra, nella biblioteca, ci sarà qualcuno che potrà darlo a chi lo vorrà comperare. Io ve lo do come l'ho ricevuto dall'editore, con il 30% di sconto rispetto al prezzo.

In questo libro troverete proprio un'idea di fondo: un Francesco che rifiuta tutto il potere. E sostengo anche che Francesco di Assisi non fu mai diacono. Si dice: "Non volle essere diacono o sacerdote per umiltà". No, no, no, non si tratta di umiltà; si tratta di un rifiuto preciso. E' il contrappeso a Giacomo e Giovanni, i quali chiedono di essere uno a destra e uno alla sinistra di Gesù. Folli, folli. Francesco di Assisi rifiuta di entrare nella istituzione; e dirò questo: che non solo non è diacono, ma non è neanche chierico, lo è soltanto honoris causa , con un permesso dato a voce di poter predicare. Punto e basta.

Quest'uomo si è cimentato con le altre religioni, e si è cimentato soprattutto con l'Islam. Pagine gloriose che non ho qui il tempo di illustrarvi, ma che troverete in questo mio volumetto. Egli, quando manda i frati in Marocco, voi sapete che i primi furono uccisi. Ma non è che Francesco li abbia considerati martiri. Quei fraticelli andavano un po' troppo a lingua sciolta, avevano offeso, avevano commesso delle intolleranze; quando gli lessero gli atti, disse di strapparli, perché c'era qualche cosa che non funzionava, non si erano comportati come bisognava comportarsi da cristiani. E allora egli dà -diciamo così- delle regole. Sentite la prima: "Evitare di fare delle dispute teologiche, le quali sono la rovina dei rapporti fra gli uomini e la rovina dei rapporti dei Cristiani fra di loro. Dunque siano soggetti ad ogni creatura umana per amor di Dio, e confessino umilmente di essere Cristiani". Mostrando di 'essere'. {...}

Ora, vogliamo vedere il rovescio della medaglia? Innocenzo III (e successivamente Innocenzo IV) entra in litigio con l'imperatore, sempre in tema di potere. I teologi dichiarano che "la Chiesa universale comanda in tutti i luoghi del mondo, perché in tutti i climi regna il suo sposo, Cristo. E infatti per lui i re regnano e da lui procede ogni potere, tanto che ai figli della Chiesa spetta il governo su tutta la Terra". In questi giorni passati ho incontrato persone a conoscenza della situazione del Sudafrica. Finalmente ho avuto la prova di ciò che pensavo. "Padre" mi diceva questo teologo "lei sa che cosa ci sta dietro a questa apartheid ?. Ci sta dietro, prima di tutto, una teologia calvinista della elezione". Siccome la maggioranza là sono protestanti (il caso dell'arcivescovo Tutu è un caso particolare, uno su cento), voi credete che le autorità civili non abbiano sotto una teologia che le sostiene? Ma non v'è dubbio. Come Costantino avrà avuto la sua teologia per potere fare quello che ha fatto, così questi signori hanno la loro teologia che si rifà, fratelli protestanti, alla concezione di Calvino, che si rifà alla concezione del potere di san Tommaso (diciamolo subito, per quanto riguarda la parte cattolica, anche se la loro colpevolezza è minore, perché sono in minor numero). "Ma se noi andiamo a grattare" mi diceva questo teologo "lei vedrà che alla radice c'è questa concezione teologica dell''altro'". Sicché, voi vedete qui le radici dove sono: "I re regnano, tanto che ai figli della Chiesa spetta il governo su tutta la Terra". Queste parole erano state dette per giustificare l'occupazione, da parte dei Cristiani, delle terre musulmane. E quindi il diritto di sradicare, di distruggere, di edificare, di piantare, e così via. Se Innocenzo III insiste sull'autorità personale del papa come vicario di Cristo (ve l'ho detto che è stato il primo a tirare fuori questa espressione, perché prima i papi si chiamavano molto più umilmente 'vicari di Pietro'), il suo non immediato successore Innocenzo IV insisterà sul potere della Chiesa in quanto universorum domina , padrona di tutte le cose, e quindi tutti a lei dovranno essere soggetti. Francesco invece (ecco la sua grandezza) riporta il discorso all'anno zero di Cristo (o di Pietro), 'vi mando come pecore in mezzo ai lupi', non 'contro i lupi', 'in mezzo ai lupi', a dare testimonianza di ciò che è una pecora, divenuta tale per amore a Cristo, per la fede in Gesù Cristo ("siate soggetti ad ogni creatura").

Adesso che cosa dovrei dirvi e non vi diro? Dovrei dirvi che cosa, dall'altra parte, si dice, relativamente a questa posizione della vera religione. Questa era la posizione de La Civiltà Cattolica , quindi diciamo di una certa area del Cattolicesimo. Dall'altra parte si risponde con altre argomentazioni, ben diverse, naturalmente. Qui ve le risparmio.

Io non voglio insistere sul fatto di essere nella verità rispetto agli altri. Sono dispute senza fine. Io vedo che noi non siamo nella verità rispetto a Cristo. Avete capito? ripeto. Io non voglio più insistere sul fatto di essere nella verità rispetto agli altri, perché io (io, io in quanto Chiesa) non mi sento... queste dispute sono senza fine. Io vedo che noi (io, prima di tutto) non sono, non siamo nella verità rispetto a Cristo. Chiara la posizione? E la mia azione missionaria allora sarà sempre deludente, finché io non mostrerò all'altro la soluzione di quei tre rebus: sesso, danaro, potere (rapporto uomo-donna, rapporto uomo-uomo, rapporto gruppo-gruppo). C'è tutto. E qui (mi dispiace di non averlo potuto esaminare a fondo nel testo evangelico) abbiamo la debordazione di queste due piccole canaglie, Giacomo e Giovanni; due canaglie autentiche, perché chiedono di essere una alla destra e una alla sinistra.

Termino. Guai a noi se cadiamo in questa maledizione di voler essere i segretari di Cristo nel regno, invece di pensare a costruire il regno. Dovrei farvi qui l'analisi di tutta la struttura ecclesiastica e quella degli ordini religiosi che sono laggiù alle frontiere. In fondo il loro difetto, il loro dramma è questo: invece di pensare a costruire il regno pensano ad essere, all'interno della loro struttura, i capi del vapore.