13 gennaio 1985

Marco (1, 7-11) _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

[ antropologa · apostoli · battesimo · circoncisione · donna · eguaglianza · farisei · giovanni · giovanni battista · gruppo · iniziazione · modello culturale · nerone · paolo · patto di alleanza · popolo ebraico · religioni · riti · segno ]

Voglio sperare che l'acqua del Giordano non fosse così fredda come l'acqua delle nostre terre, perché diversamente non so quale battesimo potesse fare Giovanni nei confronti di Gesù. A parte la battuta, ci sarebbe proprio da discutere se veramente Giovanni ha battezzato Gesù. Come resta vero che Gesù non ha mai battezzato nessuno. Ecco il tema delicato che dobbiamo affrontare oggi. Ma -direte- il battesimo, non è il punto di riferimento di tutti i discorsi dei preti? "Fedeli, ricordiamoci del nostro battesimo, perché quel rito..." Ah, che cosa ho detto: quel rito. Fu un rito? non fu un rito? Che significato ha, nell'ipotesi, questo rito? Vedete allora: la mia potrebbe sembrare opera dissacratoria, se non avessi ben chiaro in testa un'idea: che, sì certo, accettiamo questo concetto di battesimo, ma vediamo di non riempirlo di contenuti simili a quelli di tutti gli altri movimenti del mondo. E allora sarà proprio da rivedere in che cosa consiste, eventualmente, questo battesimo.

Comincio con il citarvi un'opera che, almeno in Italia, ha avuto una certa risonanza, 'Gesù di Nazareth: tabù e trasgressione' (mi pare apparso due o tre anni fa) di un'antropologa italiana di cui non faccio il nome. Ora, questo libro ha fatto parlare... ha messo anche un po' di nervosismo addosso ai teologi... Adesso io vi citerò il punto più delicato, e nello stesso tempo il punto più critico. 'Più critico' in questo senso: il punto che più fa riflettere; e 'più delicato': quello che va a mettere il palanchino -diciamo così- nel profondo delle nostre certezze. L'autrice dunque pone ai Vangeli delle domande suggerite dal metodo antropologico culturale. Voi direte: "Ma un testo sacro non si giudica con delle scienze profane!" Ma questo testo sacro è stato scritto da uomini, i quali probabilmente hanno fatto uso di modelli profani. Tutto qui. Allora, andiamo a vedere che cosa vi è di sacro, e che cosa di sacro invece non vi è.

Ed ecco la prima affermazione: la differenza sostanziale che c'è fra un qualsiasi genio e Gesù di Nazareth, è che Gesù ha rotto totalmente il modello culturale nel quale si è trovato a vivere. E su questo punto -voi dite- non ci piove. Su questo punto, credo, sia veramente còlta e avvistata la grandezza di Gesù Cristo, cioè la sua specificità. Colpendo quindi, e distruggendo con una logica stringente, i vari -diciamo così- usi o le varie tradizioni che facevano un modello così fortemente concluso in se stesso. Modello che ha potuto resistere alle più diverse traversìe della Storia. Per esempio, la rottura dei legami del sangue: questo è importante, per potere avviare la fratellanza umana. Secondo: il rapporto con la donna, la parità uomo-donna, come appare nel colloquio con la Samaritana. Ma -dice la studiosa- la Storia ha tradito Gesù, così proprio in nome dell'acqua della vita vera sarebbe stata rifondata nel Cristianesimo una delle strutture più forti del Sacro, il sacramento del battesimo e della eucarestia. Ecco, vedete? affermazioni (quelle che abbiamo letto e che abbiamo commentato) accettabili. Ma quando si arriva a questo punto e si dice "Ahinoi, anche il battesimo comincia a rientrare nella struttura del Sacro, per cui non sarebbe diverso dalla circoncisione, o da tutti quegli altri segni che le religioni mettono nel bambino appena nasce", non ci sarebbe distinzione. Allora questo ci fa riflettere, ci fa pensare per vedere che cosa ci sia di vero e che cosa no. Sicché ritorna l'antica convinzione ebraica che ciò che viene dal di fuori può produrre degli effetti sull'uomo. L'acqua, per esempio, che è qui sostitutiva della circoncisione. Ma ci sarebbe anche da chiedersi se Giovanni che andava battezzando, intendeva introdurre un rito nuovo in opposizione alla circoncisione, o se semplicemente voleva dire che non bastava essere circoncisi per essere delle persone per bene gradite a Dio. Voi vedete che anche qui non si finisce più di aggiungere segno a segno e oramai -lo vedete anche voi- ogni giorno stanno nascendo nuove religioni e nuovi gruppi, i quali introducono nuovi segni di appartenenza. Allora bisognerà proprio vedere se Gesù Cristo ha introdotto un nuovo segno di appartenenza, o se ha detto "No, basta! Essere Cristiani vuol proprio dire non avere segno alcuno di appartenenza". E l'affermare questo, sarebbe voler dire essere Cristiani. (Spero che capiate la forza logica di questa argomentazione, ma ci torneremo sopra.)

Ecco dunque l'argomento dell'altra volta. Gesù non può avere istituito un rito di iniziazione in base al suo pensiero sulla inutilità dei riti in quanto tali. O voi fate l'ultimo rito e dite: "Con questo rito intendo dire che tutti i riti sono sciocchi, e che nessuno più al mondo ne deve fare"... Mi rendo conto che il professore che dice "Silenzio!" alla scolaresca, non si mette a fare del chiasso come gli scolari. Alle volte ci sono questo giovinotti un po' sofisti i quali dicono "Professore, ecco, ma lei fa più rumore di noi quando dice 'silenzio'". Già, bravo, sciocco, filosofo mancato: quando il professore dice 'silenzio' indubbiamente fa del rumore anche lui, ma quella parola 'silenzio' è qualitativamente diversa da tutto il chiacchiericcio degli scolari che non rendono possibile la lezione. D'accordo? O il battesimo è questo (nell'ipotesi che Gesù lo abbia istituito), o diversamente è un rito pericoloso come tutti gli altri. Gesù dunque non può avere istituito un rito di iniziazione in base al suo pensiero sulla inutilità dei riti in quanto tali.

Nel Vangelo non appare che lui abbia battezzato qualcuno. Fermiamoci qui, anzi teniamo presente quest'affermazione, perché ci torneremo sopra per vedere come nei testi evangelici indubbiamente c'è un malessere sotto questo profilo. Il fatto è che poi san Giovanni lo deve ammettere anche lui, e adesso citerò il passo. Rimane però l'incertezza se si sia oppure no fatto battezzare da Giovanni. Vi confesso francamente che io pure sono in questa incertezza. Voi mi direte: "Ma i testi?" Ma i testi hanno delle polemiche da chiarire, hanno delle situazioni drammatiche da chiarire. Ma non vedete che la questione di Giovanni si protrae per mezzo Vangelo... in san Giovanni vediamo ritorna... debbono fargli dire che lui non era degno di scioglierli i calzari, che lui è semplicemente colui che viene prima, che lui battezza soltanto con acqua ma quell'altro battezzerà con il sangue (e san Giovanni aggiunge addirittura 'con lo Spirito'). Quindi vedete che c'è tutta una incertezza circa lo stabilire il significato di questo rito, perché siamo tutti d'accordo nel dire che il battesimo cristiano non è certamente quello di Giovanni. Allora ecco, tutti i testi in conflitto, tutti presi da questo dramma di liberarsi da questa presenza di Giovanni che aveva creato un gravissimo conflitto all'interno della prima comunità cristiana.

Se Gesù avesse considerato necessario il battesimo di Giovanni, avrebbe sicuramente parlato di un battesimo anche per le donne. Vedete? non a caso vi ho citato l'antropologa, che è una donna, e quindi giustamente, più che noi uomini, ha portato l'attenzione su un tema che la riguarda direttamente. Certo, questo è un argomento che fa riflettere; ecco come viene svolto. Ma Giovanni non battezzava le donne. Se qualcuno fosse vissuto in questa illusione, in realtà dobbiamo togliercela dalla testa. Primo, perché non aveva abolito la circoncisione, passando al battesimo? E la circoncisione è rito maschile. Vedete come tutta la diagnosi torna? Secondo, Giovanni Battista battezzava all'aperto, lungo le rive del fiume Giordano, ed è impossibile che le donne potessero bagnarsi in pubblico (e questa è pure un'altra verità). Dunque, quando noi pensiamo a tutta quella gente che andava da Giovanni, dobbiamo pensare a soli uomini, al massimo ai giovinetti, dubito ai bambini. Terzo, Giovanni non vuole annullare qualsiasi rituale, e il segno è uguale per gli Ebrei. Allora il vero problema è probabilmente consistito nel fatto che gli apostoli dovettero stabilire quale tipo di rito di iniziazione fare dopo la morte di Gesù, non avendo capito (è l'antropologa che parla; ma anch'io -vi confesso- sono molto vicino a questa tesi) che non dovevano farne nessuno. Perché in questo consiste veramente la sua rivoluzione.

Pietro pensava ancora alla circoncisione, ed è Paolo che si limita al solo battesimo. Il quale Paolo però battezza per un po'... alla fine dice "Basta, basta! Il mio compito non è quello di battezzare, ma è quello di predicare". E' ovvio che la predicazione deve essere anteriore al battesimo, e allora san Paolo a un certo momento si stanca (adesso non sto qui a dirvi qual'è la mia opinione su questa stanchezza), e dice: "Basta, io non battezzo più". Vi dico a denti stretti che probabilmente era stufo di un rito. Di un rito che non dava risultato alcuno, perché creava semplicemente un gruppo nuovo accanto ad altri gruppi, senza che novità alcuna emergesse da questi gruppi. Il problema nacque, per gli apostoli, quando si trattò di estendere il battesimo alle donne. Vedete, vedete come ritorna questo tipo di argomentazione indiretta? Non si poteva, allora, trovare un collegamento in Giovanni Battista, perché quel segno implicava la caduta del concetto di gruppo che ha fatto il patto con Dio, vale a dire come gruppo maschile. La differenza fondamentale tra circoncisione ebraica e quella delle altre popolazioni è questa: solo il popolo ebraico ha scelto la circoncisione come segnale del patto con Dio, e la circoncisione è riservata ai maschi, vale a dire agli uomini. Qui infatti solo gli uomini sono -cosa assurda- 'la sposa di Dio'; il patto di alleanza è sottoscritto solo a loro; le donne sono fuori. Allora vi lascio dire io se Gesù Cristo (o se Giovanni, nell'ipotesi che sia il precursore rivoluzionario che intendiamo) poteva accettare una situazione di questo genere.

Adesso voi capite perché allora Gesù sarebbe rivoluzionario in senso autentico. Perché lasciare la circoncisione non voleva dire soltanto lasciare un rito; voleva dire finalmente proclamare la eguaglianza totale fra gli uomini. E la prima eguaglianza si proclama esattamente nel dire che tra uomo e donna non c'è diversità alcuna rispetto al patto con Dio. Allora voi vedete, non bisogna demonizzare questi cervelli (io non so se questa donna sia laica, sia cattolica... m'han detto che poi alla fine anche lei è cattolica, una cattolica un po' contestatrice si capisce), non dobbiamo demonizzare coloro che fanno ricerche che poi, alla prova dei fatti... (Badate che qui vi ho sunteggiato pagine e pagine, non è che vi abbia letto quattro righe, qui c'è tutto il sunto del pensiero di questa ricercatrice.)

Vediamo di chiarire questa faccenda: Gesù battezzava? Gesù non ha mai battezzato. Ed ecco qui il tormento dei testi. San Giovanni evangelista dice che Gesù con i discepoli andò nella regione della Giudea. Cito (Giovanni 3, 22): "E là si tratteneva con loro e battezzava". Allora, battezzava, Gesù. Vedete, uno che trova questo testo dice "Allora Gesù battezzava". Attenzione: anche Giovanni battezzava a Emnon, vicino a Salim, perché c'era là molta acqua, e la gente andava a farsi battezzare. La gente, non le donne. {...} Poi c'è una discussione fra i discepoli di Giovanni e un Giudeo sulla purificazione (è un testo di Giovanni, vi sembrerà inconsueto perché non lo leggiamo mai dal pulpito). Vanno da Giovanni e gli dicono: "Colui che era con te e al quale hai reso testimonianza, sta battezzando". Allora dunque Gesù sta battezzando. "e tutti accorrono a lui". Giovanni risponde: "Nessuno può prendersi qualcosa che non gli è stato dato dal Cielo; non sono io il Cristo, egli deve crescere e..." queste sono parole che già conoscete. Poi, passiamo al capitolo IV, ed ecco la chiave di tutto il dramma. "Quando il Signore venne a sapere che i Farisei avevano sentito dire 'Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni'"... allora la voce era circolata, adesso questo qui fa discepoli in maggior numero rispetto a quelli di Giovanni. E poi l'inciso che finalmente chiarisce tutto: "sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli". Ah, dunque Giovanni... io adesso non ho tempo qui di dirvi la mia opinione. Guai se Gesù avesse battezzato, guai! Ma per fortuna c'è questo inciso, che probabilmente da Giovanni è fatto con spirito polemico per rispondere a questi Farisei i quali si erano già messi in testa, per aver sentito dire, che Gesù appunto stava battezzando... No! 'sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli': loro lo posso capire, perché poi al termine del Vangelo, di uno o due si dirà "Andate, battezzate in mio nome tutte le genti..." (quel 'battezzate' cambia significato perché vuol dire 'fate miei discepoli' e quindi cadrebbe anche qui il concetto di rito su cui ho calcato nelle parole precedenti).

Allora, Gesù non ha mai battezzato. E per spiegarvi come mai i testi in un primo momento dicono che Gesù battezzava, poi in un inciso si viene a capire che non è lui personalmente, vi racconterò l'episodio delle Olimpiadi. Voi sapete che, nella storia delle Olimpiadi, tra i grandi vincitori appare anche Nerone. Quando ho letto la prima notizia sono trasecolato; ho preso tutti i libri di storia -si fa per dire-, ho cominciato a scartabellare... Nerone ha vinto le Olimpiadi? quel pezzo di dissoluto -dicevo dentro di me- come fa a vincere le Olimpiadi! Poi finalmente le cose si sono ridimensionate. Dunque, nei giochi delle Olimpiadi vi erano anche i giochi delle corse dei cavalli con le bighe... è andata a finire che i cavalli della scuderia di Nerone hanno vinto la corsa. Ma non è che Nerone guidasse questi cavalli; li guidava uno schiavo qualsiasi (caso mai bisognava dire il nome di quello schiavo, perché ha vinto lui quelle Olimpiadi), ma siccome nell'antichità il padrone dei cavalli era Nerone, allora si dice che Nerone ha vinto le Olimpiadi. Allora: se Gesù battezzava nel primo testo, si viene finalmente a chiarire che non era lui personalmente a battezzare, ma i suoi discepoli.

Avrei tante altre cose da dire. Semplicemente termino così. Il battesimo non può essere un segno di appartenenza con valore etnocentrico. Il Greco si distingueva dal Barbaro, soprattutto per il modo di parlare. Il Barbaro era un balbuziente (barbaros vuol dire 'balbuziente'), perché i Greci, che disprezzavano coloro che non conoscevano la loro lingua, e pensavano che la loro lingua fosse prodotto di alta razionalità, quando sentivano gli altri... "ma questi qui che cosa sono? sono dei balbuzienti, questi qui non sanno neanche parlare". La distinzione fra l'Ebreo e il Gentile è la circoncisione. La distinzione fra il Romano e gli altri è la cittadinanza romana trascritta al momento della nascita. E Islam, che cosa vuol dire? consacrato a Dio. Il battesimo, per il Cristiano, significa dichiarare false tutte le appartenenze, giacché siamo tutti egualmente bisognosi di salvezza perché tutti siamo figli dello stesso Padre e tutti dunque siamo suoi. Chi mette su dei riti, divide. Oppure vuol fare il furbo. Oppure vuol fare il primo della classe. Questo non è il significato del battesimo. Battezzare o battezzarsi non vuol dire -da capo- distinguersi, o creare un altro gruppo, o pensare che il proprio gruppo sia il prescelto da Dio. Ma semmai dichiarare che si vuole diventare perfetti come il Padre, partendo dal principio che siamo tutti eguali. E dunque, coloro che hanno messo su dei riti, sono diseguali per colpa loro, perché tali vogliono essere. Come il Padre dunque, e che intendiamo intraprendere un rinnovamento che non esiste in nessuno dei collocamenti storici esistenti.