3 - Come funzionano

Immaginatevi una scatola metallica a forma di cubo con le pareti interne verniciate di nero opaco e le pareti esterne avvolte con stracci di lana (isolamento termico). Inoltre immaginatevi di chiudere questa scatola con un coperchio di vetro trasparente. Ecco questo è un "forno solare":

Infatti se esponete questa scatola al sole splendente (non velato da foschia) per un’ora otterrete all’interno una temperatura massima di circa 95°C. Questa temperatura verrà raggiunta solo se la bocca del forno (coperchio di vetro) sarà rivolta esattamente al sole, di conseguenza almeno ogni ora sarà necessario spostare il forno per centrarlo con la nuova posizione dei raggi solari.

Come avete già capito, si sfrutta l’effetto serra: i raggi solari passano attraverso il vetro, cedono il loro calore alle pareti metalliche verniciate di nero e queste a loro volta scaldano il cibo introdotto nel forno. Il rendimento è piuttosto basso (circa il 25%) perché buona parte del calore viene disperso attraverso il vetro e la lana. Si può arrivare a un rendimento del 45% aumentando lo spessore dell’isolamento e usando un doppio vetro; in questo modo si può ottenere una temperatura massima di circa 120°C.

La temperatura massima si ha solo quando il forno è vuoto, se contiene degli alimenti la temperatura si abbasserà del 20% circa, perché l’acqua contenuta nel cibo, evaporando, sottrae ulteriore calore. Con questo semplice ed economico forno si possono cucinare quasi tutti i cibi ma occorrono 5 o 6 ore di esposizione e ottime condizioni meteorologiche. Chi ha tempo e pazienza si può accontentare di queste limitazioni e si può anche consolare rammentando che la "cottura lenta" è considerata dagli igienisti la migliore in assoluto.

Un sistema per poter cucinare anche quando il sole è un po’ velato consiste nell’usare quattro specchi (carta di alluminio incollata su cartone) da posizionare attorno al coperchio di vetro del forno stesso. In questo modo si convoglia attraverso il vetro altri raggi solari. Con questa miglioria si può raggiungere una temperatura massima di 170°C.

Finora siamo rimasti nel campo della bassa efficienza e della "cottura lenta" ma in cambio abbiamo semplicità di costruzione ed economicità a tal punto che l’esecuzione può essere fatta anche con materiale di ricupero in particolare con vecchie scatole di cartone e come isolante carta di giornale accartocciata.

Negli Stati Uniti, dove l’attività obbistica è molto sviluppata, è disponibile un kit di montaggio di un forno semplicissimo composta da un vetro, un pezzo di lamiera, fogli sottili di alluminio e due scatole di cartone (vedi cap. 5). Ovviamente, adoperando scatole di legno al posto di quelle di cartone non migliorerà l’efficienza ma si otterrà una maggior robustezza.

Nei paesi tropicali si usa questo tipo di forno in legno con l’aggiunta di un solo specchio e, data la temperatura ambiente elevata, non serve ruotarlo per inseguire il sole, rimane sempre fisso su un tavolo o su un rudimentale supporto fatto di bastoni come mostra la seguente figura:


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