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... gli Skiantos sono probabilmente l’unico prodotto originale della prima ondata del punk italiano...

Hanno avuto la fortuna di trovarsi nel posto giusto (Bologna) al momento giusto (il 1977), visto che il cosiddetto Movimento del ‘77, partito da un’occupazione dell’Università di Roma per protestare contro il progetto di riforma del ministro dell’Istruzione, si era diffuso velocemente in tutt’Italia attecchendo rapidamente soprattutto nel capoluogo emiliano. E’ a causa di questa situazione "calda" che il punk, giunto dall’Inghilterra in quel periodo, assume in Italia una fortissima connotazione politica: gli Skiantos si formano in questo calderone, ma allo stesso tempo se ne distaccano completamente, creando il "rock demenziale". Guidati dal cantante Roberto "Freak" Antoni, laureatosi al Dams con una tesi sui Beatles, gli Skiantos incidono la loro prima cassetta nel 1977 per la Harpo’s Bazaar, dal titolo Inascoltable. Disco sperimentale e registrato in una sola notte con molta improvvisazione e una bassissima qualità audio, contiene in nuce tutto ciò che caratterizzerà il gruppo nei dischi successivi: testi assolutamente nonsense ("Tutti fatti come matti/ noi rompiamo tutti i piatti/ ci stendiamo sopra i letti/ meglio stare ai patti!"), elementari e intrisi di gergo giovanile, con una spruzzata di punk, rock anni 60-70, canzone italiana e blues. Come recita il titolo, il disco è pressoché inascoltabile e parecchio grezzo (non a caso una canzone si intitola "Sono rozzo sono grezzo"), ma assolutamente rivoluzionario nella composizione (?) dei testi, che comunque non sono mai politici o impegnati. Nel 1978 comincia la collaborazione con la Cramps di Gianni Sassi: il 7" Karabigniere Blues / Io sono un autonomo è, nel primo lato, una presa in giro delle forze dell’ordine e, nell’altro, dell’Autonomia. Questa dissacrazione "bipartisan", come si direbbe oggi, allora fece storcere il naso al pubblico militante, che vide negli Skiantos l’emblema del qualunquismo o addirittura della destra, non comprendendo come in realtà la band avesse capito che l’unica e vera arma di lotta possibile era proprio l’ironia, indirizzata sia verso la retorica istituzionale che verso quella nascente di sinistra (impersonata soprattutto dai cantautori impegnati). Oltre a sfidare la politica e il modello tradizionale di musica (gli Skiantos hanno sempre dichiarato con orgoglio di non saper suonare), la band propone anche concerti assurdi, dove i membri del gruppo si presentano talvolta vestiti con impermeabili e scolapasta in testa, altre volte in abiti eleganti che verranno poi sporcati dal lancio di oggetti e sostanze varie dalla platea. In questo senso, le esibizioni degli Skiantos sono una sfida al pubblico e un ribaltamento del rapporto star-pubblico, che viene spesso insultato e provocato, con tanto di lancio di ortaggi verso gli spettatori (poi prontamente rilanciati dagli stessi sul palco). Sempre nel 1978 esce il loro capolavoro: MONOtono. In copertina, come accadrà anche in futuro, una citazione dell’iconografia pop (in questo caso un b-movie giapponese), mentre all’interno sono numerose le foto e le vignette che diventeranno celeberrime. La formazione, ormai quasi stabilizzatasi, consta di ben sette membri: Freak Antoni, Jimmy Bellafronte, Stefano Sbarbo Cavedoni, Frankie Grossolani, Dandy Bestia, Andy Bellombrosa, Leo Tormento Pestoduro. Il disco inizia con un dialogo accelerato in gergo giovanile dell’epoca, qualcosa che andrebbe imparato a memoria nelle scuole e che merita di essere riproposto per intero: "Ma che cazzo me ne frega! Genere ragazzi genere! Ehi sbarbo smolla la biga che slumiamo la tele. Sei fatto duro, sei fatto come un copertone. Ci facciamo? Sbarbi sono in para dura! Ok, ok nessun problema ragazzi, nessun problema! Sbarbi sono in para dura. Schiodiamoci, schiodiamoci. C'hai della merda? Ma che viaggio ti fai?! C'hai una banana gigantesca. Oh c'hai della merda o no? Un caccolo! Ma che viaggio ti fai? Intrippato. Brutta storia ragazzi, brutta storia. C'ho delle storie ragazzi, c'ho delle storie pese! C'hai delle sbarbe a mano? No c'ho delle storie pese, fatti questo slego: 1 2 6 9!". E’ a questo punto che parte "Eptadone", forse il miglior pezzo in assoluto degli Skiantos: Christian Zingales la definisce magistralmente "una scheggia punk anfetaminica". Ma tutti i brani sono straordinari, con il puro nonsense che raggiunge livelli stellari ("Io me la meno/ ogni notte mi dimeno/ domani prendo il treno/ e vado fino a San Remo"), anche se i testi toccano il vertice assoluto nel brano-manifesto "Largo all’avanguardia" ("Siete un pubblico di merda/ applaudite per inerzia" … "Compran tutti i cantautori/ come fanno i rematori/ quando voglion fare i cori/ che profumano di fiori/ Me mi piace scoreggiare/ non mi devo vergognare"). Con questo brano si comprende con certezza che gli Skiantos adottano programmaticamente la scelta di usare termini "bassi", allo scopo di porsi come dicotomica alternativa anti-colta all’imperante cultura alta, sfruttando la loro più grande trovata: la demenzialità. Gli Skiantos sono il logico proseguimento di una tradizione avanguardistica italiana, che passa per i "Salamini" di Ettore Petrolini e le intuizioni del Futurismo, e operano un passaggio epocale nella scrittura dei testi: se Barberi Squarotti aveva parlato di "grado zero della scrittura" per le poesie del crepuscolare Marino Moretti, gli Skiantos scendono un gradino più sotto e, in assoluta consapevolezza, toccano il "grado sottozero", ponendosi addirittura al di sotto della normalità e della colloquialità, ricercando le soluzioni più semplici, rozze e immediate possibili. In mezzo a tanta innovazione, c’è spazio anche per la pura parodia, perfetta: "Vortice" è una rilettura delle canzoni d’amore, mentre "Ehi ehi ma che piedi che c’hai" cita chiaramente la musica delle canzonette anni 60. La politica è trattata soprattutto in "Panka Rock" ("Brucia le banche/ bruciane tante/ calpesta le piante" … "Se tu bruci una banca/ il direttore poi si schianta/ Gli dai in testa anche una panca/ e vedrai che poi la pianta"), anche se l’intento critico e dissacratorio è presente, sebbene non dichiarato, in tutti i brani. Sempre per la Cramps, nel 1979 esce Kinotto. La traccia che apre il disco è il loro brano più famoso: "Mi piaccion le sbarbine". Le musiche sono molto meno punk del disco precedente e i testi cominciano a proporre un’ironia fine a se stessa, sebbene quasi tutti i brani siano assolutamente perfetti: spiccano la title-track ("Ma costava un puttanaio/ quel chinotto dal lattaio"), "Kakkole" ("Voglio solo skakkolarmi, skakkolarmi, skakkolarmi") e l’eccezionale "Freezer", con tanto di voce robotica. Meno innovativo ma più compatto e definito del precedente, Kinotto è l’ultimo capolavoro degli Skiantos. Il 1979 è anche l’anno del "Bologna Rock", un concerto al Palasport con vari gruppi punk dell’epoca, tra cui i Gaznevada e gli Skiantos. L’esibizione di questi ultimi passerà alla storia: praticamente una performance di teatro dell’assurdo, visto che in scena vengono portati una cucina, un tavolo, un televisore e un frigo, mentre in un pentolone sono bolliti gli spaghetti che poi il gruppo mangerà. Tutto ciò, è bene sottolinearlo, senza musica. Alle proteste delle 6000 persone del pubblico, Freak Antoni rispose urlando: "Sembra una cagata, invece è una performance. Non capite un cazzo: questa è avanguardia, pubblico di merda", riparandosi dal lancio degli oggetti con gli scolapasta e fuggendo senza suonare una sola nota. Circolano anche versioni alternative dell’accaduto, che ormai è intriso di leggenda e che allora interessò molto i quotidiani. Nel 1979 Freak Antoni si separa dagli Skiantos, che si presentano alla selezione per il Festival di Sanremo con "Fagioli", ma vengono scartati. Nel 1980 pubblicano l’ultimo album per la Cramps, Pesissimo!, che non ha nulla a che vedere con i precedenti: gli Skiantos diventano la parodia di se stessi, senza conservare un briciolo della carica eversiva mostrata precedentemente, proponendo canzoni che sembrano ricalcature malriuscite di quelle di MONOtono e Kinotto. Nel 1981 Freak Antoni pubblica l’oggi introvabile box L’incontenibile Freak Antoni, composto da cinque singoli di altrettante denominazioni fasulle (I Nuovi ’68, gli Hot funkers, Astro Vitelli & i Cosmoz, i Genuine Rockers e i Recidivi). Dopo tre anni di silenzio, causati da una crisi, gli Skiantos torneranno nel 1984 con Ti spalmo la crema, ma tutto quello che verrà da qui in poi sarà incomparabile con le grandi trovate dei loro primi dischi. I dischi più noti restano Non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti, Signore dei dischi, e Doppia dose, ultimo album di inediti datato 1999. Tra le altre cose nel 1990 è uscito un live, Ze best in laiv, e due raccolte: Skiantologia vol.1 e La Krema. Il vero limite degli Skiantos dei dischi post-1980 è che hanno eccessivamente sfruttato il genere demenziale, rimanendone invischiati e non riuscendo ad aggiornarsi nonostante il contesto totalmente mutato degli anni 80 e 90. I loro live, comunque, proseguono negli anni e sebbene sia stato perso qualche "pezzo" della formazione, restano sempre un evento. Nel settembre 2003, per festeggiare il loro venticinquennale, è stata organizzata una giornata interamente in loro onore alla Festa dell’Unità di Bologna, mentre sempre nel 2003 la Audioglobe ha ristampato su cd MONOtono e Kinotto. 
Davide Bassi



La discografia
LP

1977 INASCOLTABLE
1978 MONO TONO
1979 KINOTTO
1980 PESISSIMO!
1984 TI SPALMO LA CREMA
1987 NON C'È GUSTO IN ITALIA AD ESSERE INTELLIGENTI
1989 TROPPO RISCHIO PER UN UOMO SOLO
1990 ZE BEST IN LAIV
1992 SIGNORE DEI DISCHI
1993 SALUTI DA CORTINA
1994 SKIANTOLOGIA N.1
1999 DOPPIA DOSE
2002 LA KREMA 1977-2002
2004 SKIANTOS RARITIES

I SINGOLI

1978 KARABIGNIERE BLUES [Karabigniere blues / Io sono un autonomo]
1980 FAGIOLI [Fagioli / Mi piaccion le sbarbine]
1987 RANTOLA ANCORA [Rantola ancora / Sono un ribelle mamma]
1999 GRATIS [Radio edit / Tv edit / gratis remix]
2002 VIRUS

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