E ancora le dirai ti voglio bene
Caspita che luce d'importanza nei suoi occhi
e le sue mani fatte apposta per accendere il fuoco
consolato in un viale d'autunno arancione
se vuoi cercalo dove un attimo diventa passato
e scusalo se piange troppo di malavoglia e di rado
ma il suo pianto vale dieci volte il tuo perchè è di un uomo
e se a volte incontrerai ciò che hai sempre fuggito
qualche volta fingerai di non avermi incontrato.
Andai su per la via dove un sorriso c'è per chi ne vuole
ti aspettai quando la notte ruba i segreti delle case
quando le barche dondolano e rischiano il corallo
e un po' di fondo di mare asciuga al sole sul tuo collo.
Non avrei mai inciampato mentre dicevo amore
ma per favore dammi indietro anche in pezzi il mio cuore
non avresti mai creduto a chi si inventa la vita
a chi giorno dopo giorno vorrebbe sia finita
e ancora le dirai "ti voglio bene".
Se fossi poi sicuro e matto ti comprerei una stella
la prima stella maschio per vederti più bella
e quando venne il giorno e con il giorno il dolore
lo trovarono disteso che stringeva il suo amore.
Cambierà le sue corde cambierà anche il tuo nome
e tu aspettalo a primavera nelle sere d'aprile
dove un attimo vale un anno e il tempo è arrivederci
dove i sogni sono sogni e i tuoi occhi certezze
e ancora le dirai "ti voglio bene".
Stanno tutti dormendo
I platani che smuovono i lampioni nelle sere di pioggia
e la pioggia che ti corre sul cappuccio
la mano che passa sull'elenco a cercare l'amico
l'elenco tesoro mio ha il tuo indirizzo
la nave mille luci in mezzo al mare e i marinai russi
mentre scrivono lettere,lettere di neve
e i monti dove dormono i pensierie i confini spinati
le trincee di Giulio Cesare stellate
le stelle che ti cadono davanti e i carri minori
i tuoi sassi levigati sopra i libri
i libri di scuola curvati per spiegare orizzonti
e il braccialetto smarrito sulla spiaggia
i ceppi negli ambienti riscaldati
e la fine dell'anno, la fine di tutti gli inverni
e poi tutte le persone che ti vogliono bene
messe in ordine alfabetico nel tuo cuore
in una notte come questa, amore in questo momento
stanno tutti dormendo
Per i tuoi sempre e i nostri mai
Sono sceso su una piazza
un gelato solo fra tanti gelati stranieri
vorrei averti qui vicino e ascoltarti
senza interromperti: Scusa vuoi le violette
o magari ballare anche noi
fra le stelle stanche e la notte.
Vorrei averti a braccetto ed amarti
e piazza Navona diventa una barca
e via sopra mille promesse
sulle curve del fiume e le bugie degli amanti
oltre gli urli dei treni fuggiti
perchè non potevano, non potevano amarti.
Per i tuoi sempre e i nostri mai
vorrei rubare tutto il bene che puoi desiderare
per i tuoi sempre e i nostri mai
vorrei rubare tutto il male che vuoi dimenticare.
I miei amici sono tutti ritornati
li ha spinti a casa un giovane temporale
e tu amore mio sei una pioggia
il vento di marzo ti ha portata stasera
un vento di pineta ti invita domani
domani se tiene
avremo un grammo di sole.
Una pioggia d'affetto
Mi sento come i tre Re Magi lungo il viaggio al presepio
le scarpe sembrano di carta o due biscotti inzuppati
la tua assenza è una pioggia lassù vanno in carrozza
e i tuoni sono le ruote
lo fanno per dispetto, la tua dolce assenza
è una pioggia di affetto.
L'amore passa sulle spalle, poi si infila dentro il collo
e lui lo sa il più bel maggio che siamo datteri di mare
aggrappati ad uno scoglio, lacrime appese sulle foglie
e fiocchi azzurri sui portoni.
L'amore cade sul tetto, la tua dolce memoria
è una pioggia di affetto.
Siamo un po' tutti Arlecchino, cappotti in pieno carnevale
l'amore cade anche sul vino, un vino chiamato inferno
sui fucili appesi ai muri, piove anche anche senza Ermione
piove senza rumore.
Se potessi vedermi, sto attento proprio a tutto
amore amore sei una pioggia di affetto.
Una sera d'estate
E' come se fosse una sera d'estate
che il caldo ti spinge ad uscire
e i tuoi trenta amici
se li sono ingoiati
i posti di mare.
Mi fermo e bevo
dicevi "guarda più in alto",
c'è una chiesa spiegata in inglese
è la tua storia vera
di sant'Agnese sui tetti
che non vuole cadere.
Una sera d'estate
con i tuoi cento nomi
e uno da ricordare
i tuoi verbi infiniti
e un veliero di luna
che ti chiede
se andrai di moda anche tu
questa estate.
E' la tua stagione ed è proprio finita
come un fuoco di riflessi sul mare
come un cielo indovinato
oltre serrande abbassate
balestruccio invernale.
Buon appetito
Chi ti ha dato il permesso di entrarmi nei calzini ?
Ah che guaio i tuoi ditini, un guaio stella mia
che mi porto in testa come un cappello
o come un fungo piccino.
A cosa pensi nuvoletta disse alzando la manona
e staccando un ravanello, a niente
e cadde il vino
mentiva in pieno nuvoletta cercava il modo
di dirgli: "Domani volo via"
Lui guardò fuori e vide il cielo lento
di nuvole che andavano, andavano via
allora prese un foglietto bianco
e scrisse: "Domani anch'io me ne vado via"
Mari calmi
La sua storia comincia
con un fuoco nella testa,
con il porto dei tuoi sogni
di battelli appena andati;
quante volte ho camminato
in un giorno feriale
lungo i moli deserti
delle mie convinzioni,
delle mie convinzioni.
Mie povere amiche
l'esperienza vi ha vinto,
diminuito la mezzana
e la vela di maestra,
l'esperienza, si sa, è figliola del tempo,
un vascello, amore mio,
che naviga sotto vento
che naviga sotto vento.
La sua storia è un'enciclica:
"la vita è una gran cosa",
inventata dentro un bagno
e cantata a squarciagola;
è il chiasso di un mattino,
un cercarsi nello specchio
e chiedermi girando
se il tuo vestito è vecchio,
se il tuo vestito è vecchio.
Mie povere amiche
la vita vi ha tradito,
diminuito la mezzana
e la vela di maestra,
la vita è un pirata, una stella cadente,
un vascello, amore mio,
che naviga sotto vento
che naviga sotto vento.
Il matrimonio di mascarpone
Se questa notte fosse profonda come un mantello
sarebbe bello indossarla io e te
e poi addormentarcisi come in un letto
un letto fatto di notte e velluto
nero come il peccato.
Se questa musica fosse fragile come crosta di pane
sarebbe bello posarla sopra un fiume io e te
e poi cantare e mangiarti di baci.
Se la musica fosse la morte
la tua bocca saprà di veleno.
Se le montagne stanche di nuvole corressero al mare
di sabbia e di neve saremmo io e te
di schiuma i capelli, di burrasca carezze.
Se poi il mare fosse infinito
il Paradiso tu avrai ogni notte di luna.
Se il mascarpone sposasse una timida fetta di torta
saremmo due fragole acerbe io e te
e aspetteremmo per lavarci la pioggia.
Se amore fosse un gabbiano gigante
andremmo via cavalcando nel vento. |