ROBERTO BALOCCO


Autore, strumentista ed esecutore di canti popolari e popolareschi piemontesi, nato a Torino nel 1941. Il suo stile esecutivo, personale e confidenziale, si stacca abbastanza nettamente dai modi tipici del canto popolare, aderendo semmai agli stili cabarettistici e teatrali. Autore di numerose «canson dla piòla» (la piòla è la tipica osteria torinese) che hanno avuto discreto successo, va ricordato soprattutto per l’antologia di tre LP «Le nostre canssôn» in cui, accompagnato dal fratello Piergiorgio, dà un panorama vasto e sostanzialmente utile di canzoni popolari piemontesi, basato soprattutto sulla raccolta del Nigra, ma con numerosi riscontri sul campo condotti personalmente. Grazie all'incontro con Paolo Sirotto, dal 1998 in poi Balocco ha pubblicato 6 cd nuovi. «Canson e tradission», un doppio dal vivo di uno spettacolo che fatto nel 1981 con tutta la storia del Piemonte vista attaverso la musica. L'album contiene inoltre 5 inediti. Sono poi usciti: «La stòria a l'é bela», riedizione del vinile del 1976 rimasterizzato con l'aggiunta di tre canzoni e di tutta una serie di giochi di parole, proverbi, scioglilingua inframmezzati alle canzoni; «La veja piòla», «La piòla neuva 1», «La piòla neuva 2» che sono la riproposizione del vecchio repertorio, completamente rifatto  negli arrangiamenti, con anche un paio di inediti. L'ultimo cd è uscito a Natale 2002 ed è l'omaggio al più grande poeta piemontese del 1700: Ignazio Isler. Il titolo è «Cheur giojos ël cel l'agiuta». La produzione di tutti questi nuovi cd è stata fatta dalla Libreria Piemontese di Torino, di cui Paolo Sirotto è il responsabile.


DISCOGRAFIA
Le canssôn dla piòla 8 vol. -
Cetra LPP 35, 51, 69, 112, 126, 141, 157, 175
Le cansson dla piola: 5 anni di successi - Cetra LPP 130
Na sèira an piòla - Cetra LPP 202
Le nostre canssôn 3 vol. -
Cetra LPP 284, 285, 286
La stòria a l'é bela, fa piasì contela - Cetra LPP 321
12 anni de la canssôn dla piòla 2 vol. -
Cetra LPP 338, 339
La stòria a l'é bela - Libreria Piemontese 
Canson e tradission
- Libreria Piemontese
La veja piòla
- Libreria Piemontese
La piòla neuva 1
- Libreria Piemontese
La piòla neuva 2
- Libreria Piemontese
Cheur giojos ël cel l'agiuta
- Musica Nòsta





Presentazione de Le canssôn dla piòla

Se c’è un’istituzione torinese dura a morire, nonostante la civiltà delle macchine trasformi l’individuo in uomo-massa (e Torino sia una delle punte avanzate di questa trasformazione) è la «piola ». Se traducessimo il termine vernacolo di «piola» semplicemente con quello italiano di «osteria», questa sua sopravvivenza non desterebbe invero meraviglia alcuna: anche l’uomo-massa mangia, beve, brinda e s’ubriaca. Ma in «piola», oltre che svolgere le succitate azioni, l’uomo canta, vive, discute, s’umanizza; e «cantare» in un certo modo, senza adeguarsi a facili versi e a scontati moduli musicali, è un azione squisitamente individualistica. Quasi una reazione al livellamento dei costumi, quasi una rivolta al sovvertimento delle tradizioni: un sistema per salvarsi dall’intruppamento e per sfuggire ai tentacoli dell’alienazione. Qui, a mo’ di documento, abbiamo raccolto alcune delle vecchie canzoni di «piola» che chiunque può ascoltare nelle sere d’inverno nelle spoglie osterie della riva «non nobile» del Po, oppure nei borghi, dove esistono ancora locali che differiscono dai caffè grondanti di neon e riecheggianti di ju-boxistiche voci. Ed abbiamo altresì inserito alcuni testi originali (ma «piolisticamente» impegnati) nati per il «cabaret» «Le canssòn dia piola» rappresentato nel febbraio del ‘65 al « Gobetti» per il Teatro Stabile della Città di Torino, con Silvana Lombardo, il «chansonnier» Roberto Balocco e a cura di Dino Tedesco. Più che un disco «divertente» o meramente nostalgico, abbiamo voluto offrire ai piemontesi e agli altri, un documento del nostro costume. Così va inteso questo LP: e così si giustificano talune sue «grosseries», certe espressioni colorite, certi suoi personaggi che sono tuttavia autentici, e perciò culturalmente accettabili, così come lo è ogni documento di folklore. Roberto Balocco, dunque, presenta una «sua» Torino, che non è quella di tutti. E’ la città degli «individui» che bevendo, cantando, ubriacandosi talvolta riescono a sfuggire al «deserto rosso». O perlomeno ci provano. (1965)
PIERO NOVELLI 

Nato nel febbraio scorso come uno spettacolo senza grandi ambizioni, a mezza strada tra il cabaret dialettale e il documento d’anima regionale, meglio ancora cittadina e torinese, le Canssôn dla piola, le canzoni d’osteria raccolte da Piero Novelli e da Roberto Balocco, hanno subito trovato un insolito successo, sia sui palcoscenici torinesi, sia su quelli della provincia. E il successo, indubbiamente, ma soprattutto un gusto radicato e affettuoso per le cose della loro città, Torino, quelle più intime, delle quali la «piola» è certo un esempio, hanno convinto Novelli e Balocco a dare un seguito a quella rappresentazione. Ecco, dunque, una nuova raccolta di motivi cresciuti nella particolare atmosfera dell’osteria subalpina, la «piola» appunto, che un certo spirito di periferia torinese, gelosissimo delle sue tradizioni, mantiene superstite isola di originalità nella livellata civiltà dei costumi. E’ quasi un circolo chiuso, rapido a respingere lo sprovveduto che lo avvicini in cerca di colore locale, senza un gusto e un atteggiamento ben precisi, consoni a una compagnia sboccata, pronta allo scherzo e, spesso anche alla provocazione. Mentre smentisce i luoghi comuni sul piemontese soltanto gran lavoratore, privo di fantasia e immobile, conferma contemporaneamente certi aspetti aristocratici del suo carattere, con un fondo di individualismo anarchicheggiante, in parte istintivo, in parte rispettoso della mitologia della riva non nobile del Po. C’è un po’ l’anima del «bistrot» nella «piola» e la nostalgia dei bei tempi della «piccola Parigi» nelle sue zone più anticonformiste. E chi la frequenta non è un anonimo e spersonalizzato cliente di asettici caffè lucidi di neon e cromo, ma un tipo che ha saputo conservare la sua carica umana e va cercando negli amici e nel vino — la solida e buona barbera — degno conforto alle sue pene  e celebrazione alle sue gioie. Poi, dopo la bevuta, salta su uno con la chitarra e nascono le canzoni, senza preoccupazioni di linguaggio e di temi. Capita che si tocchi la poesia del quotidiano e del popolare, magari tagliata con l’accetta, bisogna riuscire a capirla dietro strofe che non portano gli abiti della domenica. Sempre c’è grinta e umore, un tangibile piacere di divertirsi. Novelli e Balocco, oltre a raccogliere questi motivi, ne hanno scritti dei nuovi e in loro si sente il «piolista» allegro ed ironico. Li interpreta Roberto Balocco che si è rivelato chansonnier di talento, per le doti musicali e per quella sua voce che incrocia timidezza, rabbia e beffa con risultati singolarmente efficaci. (1966)
GUIDO BOURSIER