LA LIONETTA

Nata nel 1977, la Lionetta è stata per molti anni uno dei più famosi ed apprezzati gruppi del folk-revival italiano, certamente il meno ortodosso ed il più orientato ad una riproposizione creativa e svincolata dagli schemi del repertorio popolare nord-italiano. Il primo prodotto discografico, Danze e ballate dell'aera celtica italiana (1978) ebbe notevoli apprezzamenti di critica e di pubblico. Un paio di anni dopo l'uscita del secondo Lp Il gioco del diavolo (1981), l'attività del gruppo si è via via diradata, per poi cessare. Riscostituitasi nel 1995 la Lionetta ha completamente rinnovato il repertorio, che sviluppa da una parte il discorso della composizione autonoma nelle musiche e nei testi, dall'altra accentua l'approccio "trasgressivo" ai brani. Dopo aver pubblicato Sarazin, un mini cd che segnava il ritorno ufficiale del gruppo, la formazione torinese ha ora inciso un nuovo album, edito da FolkClub EthnoSuoni, intitolato Ottoni & Settimini, frutto di uno splendido amalgama e di un particolare gusto dissacratorio. Un lavoro coinvolgente, assai caratterizzato, sia nei testi, che fotografano anche con ironia il sociale in molte delle sue accezioni, che nell'impianto musicale, che si muove in diverse direzioni, dal rock alla canzone d'autore, in modo decisamente personale

I COMPONENTI
Roberto Aversa (voce, chitarra acustica, thin wistle, cornamusa, percussioni)
Maurizio Bertani (mandolino, flauto dolce, bombarde, metallofono, violino, voce)
Marco Ghio (violino, tablas, voce)
Vincenzo Gioanola (melodeon, accordeon, dulcimer, banjo, percussioni, voce)
Laura Malaterra (voce, chitarra classica, dulcimer, percussioni)
LA NUOVA FORMAZIONE
Roberto Aversa (voce, cornamusa, whistle, ance, chitarra)
Maurizio Bertani (voce, mandolino, mandoloncello, chitarra, violino)
Ilio Amisano (organetto, voce)
Michele Salituro (violino, chitarra, flauto di pan, flauto traverso, mandoloncello, chitarra battente, darabukka, djembé)
Luciano Molinari (batteria e percussioni)
Massimo Lupotti (basso tuba)


1978 DANZE E BALLATE DELL'AREA CELTICA ITALIANA
SHIRAK RECORDS - SLN 3304

SUNE' TAMBUR, SUNE' CUNTRAUANSA LA LIONETTA A INTRA AN FRANSA
Avvicinarsi a una musica che ha le sue origini nel patrimonio tradizionale, ci é apparso un compito costantemente pieno di dubbi e contraddizioni, ma che rivelava via via un'enorme ricchezza di suoni, di melodie e di ritmi inaspettatamente attuali. Il punto da cui partiamo per il nostro lavoro, quindi é la ricerca di una strada per immettere questi modelli antichi di suoni e di canti, che seguivano le forme espressive legate a schemi di vita arcaici e contadini, nei nostri schemi di oggi (legati ad una espressività musicale diversa) per mantenere intatta tutta la loro carica vitale ed il loro valore comunicativo. Per iniziare questo discorso (che in Italia ha già visto per la musica meridionale validi esempi, ma che é totalmente nuovo per la musica popolare del Nord) é necessario un approfondimento dello studio sui materiali esistenti e una continua ricerca di nuovi materiali sonori. I brani di questo disco sono in parte motivi famosi di questo repertorio, conosciuti un pò ovunque e raccolti in altre incisioni in modo però tradizionale; in parte sono stati registrati sul campo e per la prima volta incisi. Tutti i brani hanno però conosciuto un lavoro di arrangiamento che, senza snaturarne l'antico valore espressivo, ha cercato di collegarli ad una sensibilità musicale di oggi, legata quindi ad influenze diverse e, al limite, al nostro vivere in città. Abbiamo usato strumenti originari che erano presenti da secoli nella cosiddetta area Celtica, area comprendente una grossa parte dell'Europa dall'Irlanda alla Francia, dalla Galizia e Portogallo all'Italia del Nord (Piemonte e Valle d'Aosta in particolare). Strumenti come il dulcimer, la bombarde, la cornamusa affiancati ad altri che solo recentemente hanno trovato una collocazione in questo tipo di musica. Per arrivare ad una musicalità semplice, dove la parola si equilibra con il suono per narrare una storia o dove la danza esprime realmente un momento collettivo, abbiamo da riscoprire spontaneità ed immediatezza che permetta un uso di questa musica in spazi più umani come la strada, l'osteria, la festa.

PAPA DEMI LA BELA (Tradizionale NIGRA 41)
Questa ballata, da noi eseguita a ritmo di danza, é nota in tutto il Piemonte anche con il titolo: "IL GENOVESE". E' il tema usuale dell'innamorato che ricorre a mille espedienti per convincere un padre particolarmente intransigente a far uscire di casa la figlia per poterla cosi sposare. Ci riuscirà, alla fine, fingendosi morto ed organizzando i suoi falsi funerali. Questa versione della ballata- viene dal territorio di Asti dove è stata raccolta da R. Leydi e F. Coggiola.

Papa demi la bela demi la bela che mi la voi demi la bela se no mi móir 
Cum vostu mai chi fassa deti la bela che mi poss pà perché so pare la ten sarà 
Papa fa fé un giardino o felu fé de róse e fiur cusi la bela la venrà a tur 
Tuti 'ndau per fiuri ma la pi bela na 'ndasia pà perché so pare la ten sarà 
Papa fa fé d'un pozzo o felu fé tut andurà cusi la bela la venirà 
Tuti 'ndau per acqua ma la pi bela na 'ndasia pà perché so pare la ten sarà 
Papa fé suné i ciocbi feti suné lung e disteis dije eh 'é mort lu re angleis
La bela a la finestra a la ciamà a so avsin chilu le mort custa matin 
Bela dóvrie saveilu a jé lu mort vost pritn amur andé an eie sa a feje i 'unur 
La bela la va in stansa s'buta a pianse s'buta a piuré dimmi o padre lasemi andé 
Si si ti lascio andare ti lascio andare ti lascio andé basta eh 'am dighe d'pi nen piuré 
La bela la va in stansa s'buta la vesta s'buta i guant a cala giù tuta 'npiurant 
Quand a l'è staita an ciesa el fiol del re l'è resusité o v 'ni o bela anduma a spusé

SUITE PER CORNAMUSA (Tradizionale)
a) Magna giù vana (NIGRA 87)
b) Ballo della banda dei gobbi
E' una suite di due danze eseguite con la cornamusa, uno strumento una volta diffuso sulle nostre montagne ed ora completamente scomparso, dal violino e dal dulcimer. La prima é una versione strumentale di una nota "chanson a boire", la seconda é stata raccolta da R. Aversa a pochi chilometri da Susa
LE VIOIRE (Tradizionale NIGRA 132)
Conosciuto anche come "La canzone di Mar­tin" questo brano del Canavese é un canto usato nelle serate invernali ed in particolare di Carnevale. Presenta il dialogo che si svolgeva tra chi stava vegliando nella stalla e chi veniva a fare l'improvvisata. E' un canto basato sull'improvvisazione delle domande e delle risposte che a volte si protaevano per delle mezz'ore costringendo i nuovi arrivati a stare fuori al freddo fin quando non si decideva di aprire la porta. Questa versione, che noi eseguiamo a ritmo di danza, é stata raccolta da A. Vigliermo ad Alpette (TO)

Bunà sèirà vioire e la piuma la piuma la bela bunà séirà vioire e la piuma del Camevàl
Chi) è-lu li di fora?
Sun mi Martin madona. . .
nin vieti la primavera stagiun de le rose e fior
Da duva vén-tu Martino?
Da la féra madona
Co ' 't l'as putta Martino?. . . 
nin ven la primavera stagiun de le rose e fior
D'un capelin madona
A chi vós-tu dunéilu Martino?
A la pi bela ' d la stala O vegni avanti Martini!

LA BERGERA (Tradizionale NIGRA 90)
Ballata ancor oggi conosciuta e cantata in tutto il Piemonte nonché, con altre melodie, in Provenza; dovrebbe risalire al 18° secolo durante l'occupazione francese di parte del Piemonte.

A l'umbréta del bùssun bela bergera l'è 'ndurmia
j'é da li passe tre zoli franse
a la die bela bergera vui l'ave la frev
E se vui l'ave la frev furia fé na cuvertiira
Cun éi me mari tei eh'a l'è cosi bel
l'aria fé na cuvertiira passerà la frev
E la bela l'à respundù gentil galani fé vostru viagi
e lasemi sté cun al me bergé
cun al sun de la sua viola a m'farà dansé
E i bergé senti tuli l'è sautàfora da la baraca
cun la viola an man s'è butà a suné
al'à pia bela bergera l'à fata dansé

CURENTA OCCITANA (Tradizionale)
a) Curenta
b) Balet

La Curenta é forse la danza più diffusa in Piemonte. Questa che noi eseguiamo viene dalla vai Varaita in pieno territorio occitano. La cultura occitana é presente in Piemonte nelle valli che vanno dall'alta valle di Susa fino alla valle Vermenagna, questo territorio rappresenta un'area etnicamente e culturalmente autunoma dal resto dell'Italia con radici linguistiche direttamente legate alla lingua d'Oc. E' uso dei "sunaire" (suonatori) occitani chiudere le danze con il Balet, un tempo danza autonoma, ora usata appunto come variante conclusiva.
UN'EROINA (Tradizionale NIGRA 13)
Ballata diffusa in tutta l'Italia settentrionale e centrale. Appartiene al filone della "Balladry" europea e la medesima storia ricorre in testi anglo-scozzesi, francesi, spagnoli , tedeschi, olandesi scandinavi, ungheresi e slavi. La musica su cui abbiamo basato il nostro arrangiamento é tratta dalle ricerche di R. Leydi e F. Coggia sull'astigiano su cui abbiamo sviluppato una nostra propria ricerca melodica che si risolve, ad esempio, nella danza centrale e nell'intervento sulla melodia portante della ballata.

El fidi dij signuri cunti a s'vuria marie
2 Va dame d'una Munfreina, la fia d'un cavajé.
S'a l'è 7 saba la va 'mpromet-la, di dumègna la va spu
4 L a' meina sinquanta mia sensa mai parlé-je ansem.
Prima vota eh 'a j a parlà-je, s a j a ben coti parla:
6 — Guardé là, bela munfreina, cui castel tan ben mitra
Mi sinquanta e due Munfrèine mi là drin j'ó già meint
8 Le sinquanta e due Munfrèine mi la testa e j'ó cupa.
N'autertant farai, Munfreina, quand che vui n 'a sari l
10 — O scuté, lo signur cunte, prèsté-me la vostra spà.
— O dizì, bela Munfreina, coza mai na vóli fa?
12 — Vói tajé na frascolina per fé umbra al me cavai.
— Quand la bela l'à 'biù làspeja, ant el cór ai l'à pianta
14 — O va là, lo signur cunte, o va là 'nt i cui fossa!
— L'à vira al cavai la brila, andare l'é riturnà.
16 El primier eh a na riscuntra, so fradei n a rìscuntrà.
— O dì 'n pò, bela Munfreina, l'è d'asse che 't trave s
18 —J'ó trova i sassin di strada, l'àn massà-me 1 me mai

DONA BIANCA (Tradizionale NIGRA 1)
Meglio nota come "Donna Lombarda" é la più famosa delle ballate italiane. Costantino Nigra, con un famoso saggio, avanzò l'ipotesi che nella avvelenatrice Donna Lombarda fosse da vedersi la longobarda Rosmunda an­che se questa ipotesi non sembra oggi molto attendibile. Questa ballata é presente anche in territorio francese. La nostra versione viene da Asti dove é stata raccolta da R. Leydi e F. Coggiola

O vòstu v'tti o dona Bianca
o vòstu v'nial ballo cun mi
O si si si che mi a v 'niria
ma j'o paura del me mari
Va n 'tei giardino del mio galante
la ié la testa dal serpentin
E ti t lu pie t lo piste in póer
e poi t'iu bute hit'un bicier ad vin
E so mari veti cà d'la cassa
o dona Bianca jo tanta sei
Ma va di là 'nt' la botejera
la jé un bicier dal vin pi bum
E 7 cit enfant l'era ant'la cuna
papa papa beiv pò lulì che la mamina vói fete muri
O beivlu ti o dona Bianca
se no t'lu fas beive a fil da spà
O si si si che mi lo bevria
ma jó paura d'ie mie masnà

GIGA PI SAMPEYRE (Tradizionale)
a) Introduzione
b) Giga
e) Balet
 
Un'altra suite di danze occitane da noi raccolte a Sampeyre in val Varaita. Consiste di una introduzione alla Giga, della giga vera e propria e del consueto Balet conclusivo come nella curenta e in quasi tutte le danze occitane. Questa danza viene spesso suonata durante la Bajo di Sampeyre una stupenda festa che si tiene ogni cinque anni in corrispondenza con il carnevale. 
PRINSI RAIMUND (Tradizionale NIGRA 6)
Venuta a noi certamente dalla Francia e meglio nota come "Gli Anelli", questa ballata non pare presente fuori dal Piemonte. La nostra versione é stata raccolta ad Asti da R. Leydi che così la commenta in un suo libro: "Il testo, di una singolare forza drammatica e di accesa crudeltà, propone l'immagine di un'arcaica società feudale".

Prinsi Raimund a s'vòl maridé dama gentila se chiél voi spusé l'é pa ncur 'n 'an ca l'é maridé o che la guéra ai luca già 'ndé
Fait a sté ca so fratelin perché i guemeisa 1 so bel fiulin
Fait a sté ca so fratelin perché i guemeisa l so bel fiulin
O se vi dico dama gentil vuréisi fémi l'amur a mi
o no no no o prinsi 'd Liitn mi i fas pa's tort a mio mari
Prinsi d Liùn va da l'anduradur per fesi fé dtii anelun dui anelun e due anelin cumpagn ad cui 'd la Mariunsìn
Prinsi Raimund l'à vist a venir o che nuveli'm purtevi a mi bunhi per mi e grami per vui la vostra dama l'a fami l amur
La mia dama l'è dama d'unur l'avrà pà favi l'amur a vui la mia dama l'è dama d'unur l'avrà pà favi l'amur a vui
O ma sei basta nén ad mi guardé-i si i vost dui anelin dui anelin e dui anelun cumpagn ad cui 'd la Mariunsun
Prinsi Raimund munta a cavai sensa la séla ai mancava i stivai e tantu fon cum lu fasta 'ndé i peri d'la vita i fasta tremé
La sua marna ca l'era al balcùn l'à vist el prinsi cl'auniva a Liùn o se vi dico dama gentil andèi 'ncuntr'a vostro mari
Ma cus i avróni da presente o presentéi 7 so fiulin bel ma cus i avróni da presente o presentéi 7 so fiulin bel
A l'à piàlu per man e per pé giù dai scale a l'à falu vulé
o pian pian pian o sur cavaier perché 'm masévi 7 me fiulin bel
O tas u tas o dama gentil che altretant na faróni ad ti
o tas o tas o dama gentil che altretant na faróni ad ti
A l'à grupà la dama gentil tacà la cùa del cavai gris'ùn
e tantu fort cum lu fasta 'ndé le pere d la vila i fasta tremé
O ma da già ca i ó da muri pièvi la ciav del vost cufanin o ma da già ca i ó da muri pièvi la ciav del vost cufanin
A l'é ndùrbind cui bel cufanin finha le gioie i fas'ìu din din sa l'è ndùrbind cui bel cufanin finha le gioie i fasiu din din
O se vi dico dama gentil pudevi 'ncura rinvenir
o no no no o sur cavaiér vui iéi masami 7 me fiulin bel
Campémi giù la mia spà e cula là dal pùgn andurà quand a l'à avu la sua spà o se 'ntel cór a s'lelu pianta
Per una lengua chi ò scutà mi a l'è in tre nui bisogna muri per una lengua chi ó scutà mi e nui an tre bisogna muri

SALTARELLO (Anonimo 14° sec.) 
E' una danza medievale di origine incerta: alcuni la sostengono originaria della Francia meridionale altri piemontese o comunque dell'Italia del Nord. Era comunque sicuramente diffusa in tutta quest'area. 
DANZE DI COUMBOSCURO (Tradizionale) 
Suite di tre danze raccolte da R. Aversa a Sancto Lucio di Coumboscuro un piccolo paese della val Grana in pieno territorio occitano. Le stesse melodie paiono presenti anche al di là del confine francese, nella Provenza in cui sono quasi certamente nate .


1981 IL GIOCO DEL DIAVOLO  
 SHIRAK RECORDS - SLN 3307

Arrangiamenti: LA LIONETTA 
Elaborazioni: Roberto Aversa 
Studio di registrazione: G7 Torino 
Tecnico del suono: Gualtiero Gatto 
Copertina: Vanni Garegnani 
Disegni interni di Vincenzo Gioanola 
Fotografie: Gianni Pacchiardo
UN RINGRAZIAMENTO A:
Chicca per la cascina dove si è provato. La Coop. Compagnia del Bagarto per l'assistenza ai lavori. 


IL GIOCO DEL DIAVOLO è il nostro secondo appuntamento con un'esperienza discografica a tre anni di distanza dal nostro primo LP : DANZE E BALLATE DELL'AREA CELTICA ITALIANA, e vuole rappresentare la continuazione di un cammino attraverso e tramite la musica popolare del Nord Italia e piemontese in particolare.Facente parte della cooperativa torinese di teatro e animazione COMPAGNIA DEL BAGATTO, LA LIONETTA nacque, nel 1977, proprio dalla scoperta che ritmi e melodie antiche e popolari potevano amalgamarsi con un "gusto musicale" più attuale e che lasciavano spazio a spunti creativi e improvvisati. Da allora abbiamo proseguito nell'acquisizione di strumenti antichi (come ghironda, cornamusa, ecc...) e verificato le diverse possibilità di accompagnare ad essi strumenti di oggi, suonati con influenze e tecniche più moderne, voci, percussioni; elaborando insomma un nostro stile musicale (nel bene e nel male !?! ). Giunti a questo punto abbiamo voluto porci non solo come tramite tra un mondo che stenta sempre più ad affiorare dal passato e la realtà odierna, ma come creatori noi stessi di nuove musiche, di nuovi temi "popolari". Così come da sempre, di suonatore in suonatore, i brani venivano modificati nel tempo, noi stessi abbiamo cercato di diventare un ulteriore anello di questa lunghissima catena; senza stravolgere l'arcaica espressività di storie e ballate ma trasformandole in qualche cosa che vive ancora oggi in un mondo senza dame e cavalieri. Abbiamo visto questo disco come una serie di quadri musicali e, rifuggendo per ora da tentazioni elettrico-elettroniche, abbiamo tentato di esprimere emozioni ed atmosfere diverse simboleggiate dalle dodici figure del gioco. E la scelta di un disco-gioco rappresenta anche le infinite combinazioni delle note fra loro, attraverso i ritmo, le esperienze di chi le manipola e mille altre cose ancora, lungo il filo di sogni e feste di piazza come un domino senza fine.  O forse... come un castello di cane imbastito su tavolo d'osteria con mani molto, molto esitanti fiso al momento di cui il Diavolo (un qualunque Diavolo) con una smorfia lo farà crollare; rimandandoci ancora una volta a fare i conti con la realtà.

MATTO IL DIAVOLO E IL BAGATTO (R. AVERSA) 
LA FIERA (M. BERTANI ) 
La nostra composizione sviluppata sul metro della "cruenta", la più diffusa danza piemontese.La prima parte è divisa in una introduzione e in un tempo di "cruenta", la seconda è la coda di chiusura o "balet". 
CECILIA (Trad. NIGRA 3)
IL SOGNO DI CECILIA (mus. R. AVERSA) 
Una delle più diffuse ballate popolari italiane (dal Piemonte alla Sicilia). La nostra versione è musicalmente divisa in due parti: la prima, eseguita dalla voce di Laura, è tratta da una versione artigiana . La seconda conserva il testo tradizionale su musica di composizione.

Sono tre gentildame che vengono da Lione. 
La più bella è Cecilia che ha il marito in prigione
"Buondì buon capitano" 
- "II buondì ve lo do io" 
"La grazia che vi chiedo è riavere mio marito
"Oh si, donna Cecilia, che vi farò la grazia 
Basta solo che veniate una notte a dormire con me"
"Oh si, signor capitano, lo vado a dire a mio marito 
Se lui sarà contento anch'io sarò contenta
"Suo marito alla finestra, da lontano l'ha vista venire 
"Che notizie mi portate, Cecilia, che notizie?"
"Per te sono molto buone e per me molto cattive 
Insieme al capitano mi tocca dormire"
"Vai pure donna Cecilia, vai pure se lo vuoi 
Tu mi salverai la vita e io ti salverò l'onore
Metti il vestito bianco con il grembiule di seta 
Ti vedrà così bella che avrà pietà di me
"Viene la mezzanotte e Cecilia da un sospiro
Le sembrava di aver sognato che uccidevano suo marito
"Dormite Cecilia! Dormite e lasciatemi dormire! 
Domattina di buon ora vedrete vostro marito"
Viene la mattina e Cecilia si sveglia
Si affaccia alla finestra e vede il marito impiccato
"Villano di un capitano! Voi mi avete tradito!
A me avete rubato l'onore e a mio marito la vita! "
"Tacete, donna Cecilia! Tacete per piacere
Siamo qui tre capitani, prendete quello che volete"
"Io non voglio che da Lione a Parigi corra la notizia 
Che ho sposato il boia di mio marito! "
Sono tre gentildame che vengono dal mercato 
Hanno trovato donna Cecilia morta lungo la strada

ROCASTALDA (Tradizionale )
Danza della valle del Savena, sull'appennino bolognese. Appartiene al repertorio di Melchiade Benni, eccezionale violinista fra i pochi esecutori popolari ancora viventi.
LA LIONETTA (NIGRA 108) (mus. R. AVERSA)
Ballata di origine probabilmente militare databile verso la fine del diciottesimo secolo. Abbiamo inserito, su una melodia di nostra composizione, un testo raccolto dal Nigra nella zona di Biella. Di nostra composizione anche il tempo di Polka che chiude la ballata.

La Lionetta era nel campo 
Nel campo che lavorava 
Un bel giovane la stava a guardare 
"Che cosa guardi, bel giovane?" 
"Io guardo che sei tanto bella 
Vuoi venire con noi alla guerra?"
 RIT . Suonate tamburi 
Suonate la contraddanza
 La Lionetta entra in Francia 
"Oh Lionetta, vuoi venire
Vuoi venire con noi alla guerra
A mangiar pane e dormire per terra?"
"Io per terra non voglio dormire
Io voglio dormire su bianche piume
Com'è mio costume" 
RIT . Suonate tamburi 
Suonate la contraddanza 
La Lionetta entra in Francia 
"Noi usiamo bianche lenzuola 
Bianche lenzuola di tela d'Olanda" 
"Che cosa comanda signor capitano?' 
"Suonate trombe, suonate tamburi! 
Suonate tamburi a ritmo di marcia! 
La Lionetta parte con l'armata!" 

MURAN DELL'INGHILTERRA (Trad. NIGRA 42) 
CANZONE DELLA BELLA (mus. R. AVERSA)
Versione canavesana di una ballata diffusa in tutta Europa fino in Scozia. La parte solo vocale è eseguita sulla melodia tradizionale in canto libero che conserva elementi musicalmente molto antichi, mentre la seconda è adattata ad un tema di nostra composizione.

E' la bella di Sian
Che è una gran bella fanciulla
Suo padre la vuole dare in moglie vuoi darla a Muran dell'Inghilterra
Ma è il primo giorno che l'ha sposata Moran non fa altro che baciarla
Ma è quel giorno che faceva due Muran vuoi già bastonarla
Ma è quel giorno che faceva tre Muran la vuoi già lasciare
La bella ha aspettato sette anni Muran non tornava più
La bella si è comprata un cavallo
Che costava cinquecento scudi
Gli ha messo una sella d'oro
E le briglie piene di stelle
La bella è salita a cavallo
E si è messa a correre

LA MONFERRINA DI NAPOLEONE (Tradizionale)
Danza tratta dal repertorio di Ernesto Sala, pifferaio di Cegni, sull'appennino piacentino. Nella registrazione di B.Pianta, Sala esegue questa danza (di cultura piemontese) con una particolare tecnica vocale che rappresenta il primo stadio di apprendimento di una melodia prima di eseguirla con il piffero (tipo di oboe popolare che accompagnava la cornamusa ormai scomparsa). Esisteva anche un testo che aiutava la memorizzazione della danza ma il suonatore ricordava solo la prima frase: "Napoleone primo ha dichiarato la guerra". 
LEANDRA (NIGRA 43) (mus. M. BERTANI) 
Abbiamo musicato un testo raccolto dal Nigra a Piutiulo (TO) questa poco nota ballata di cui si conoscono solamente versioni piemontesi. Abbiamo anche cercato di evidenziarne la struttura affidando a Roberto la voce narrante, a Laura quella dei personaggi femminili e a Maurizio quella dell'immancabile figlio del re.

Nel bosco di Leandra c'è una gran bella fanciulla
Né re nè principi possono rubarla
Il principe si è vestito da paggio, da pellegrino romeo
Alla porta di Leandra è andato a chiedere l'elemosina
E Leandra compassionevole l'elemosina gli ha subito fatto
Mentre gli facevo l'elemosina lui le ha stretto la mano
"Oh madre di mia madre chi sarà quel villano?
Mentre gli facevo l'elemosina mi ha stretto la mano"
"Oh figlia di mia figlia lasciatelo pure fare
Sarà qualche re o principe che vi vuole sposare"
"Oh Leandra bella Leandra venite a mostrarmi la strada
Venite a mostrare la strada a questo pellegrino romeo"
E Leandra compassionevole è andata a mostrargli la strada
Quando è stata in mezzo'alla strada lui l'ha presa in sella
Leandra, la bella Leandra, non faceva che piangere
"Non piangere tanto Leandra che sarai sposa del re"
"Non ci sono tante foglie nei boschi di Lione
quanti soldati in arme che aspettano la sposa del loro padrone

BOURREE D'AUVERGNE (Tradizionale)
VALZER DELLA MONTAGNA (Tradizionale) 
Due danze di provenienza francese che si possono ascoltare  nelle valli cuneesi che vantano la comune etnia e cultura occitana con   il mezzogiorno francese.Il valzer è stato da noi registrato a S.Lucio de lo Coumboscaro (CN ) durante il "roumiage" del settembre '79. Lo eseguiamo con la strumentazione tradizionale: ghironda , cornamusa e organetto.
POVRA MI (Mus. R. AVERSA) 
TEMA DELLA MADRE (M. BERTANI)
Pubblicato da C. Ferraro nella sua raccolta di canti popolari monferrini, questo brano proviene da un foglio volante datato 1812, il periodo cioè della partecipazione dei soldati piemontesi alle campagne napoleoniche. E' il lamento di una madre per il figlio costretto a seguire l'esercito francese in Russia.
Di questo testo, stupendo per la sua drammatica poeticità, non ci è giunta la musica che è stata composta da noi come pure il tema conclusivo.

Oh povera me chissà quando lo rivedrò
Mai più! Mai più!
In quel lontano paese morirà, meschino, in mezzo a quei nemici
Mi viene un groppo al cuore mi sembra di sentirlo dire:
"Aiuto che muoio!"
Non passerà un anno che cannoni, uomini, cavalli lo pesteranno come un cane
Imperatore canaglia! Birbante di un Napoleone
Tu ed i re tuoi complici volete andare a Mosca E fai uccidere i nostri figli
Oh povera me chissà quando lo vedrò
Mai più! Mai più!
Oh sarebbe meglio che mi levassi dai piedi.
Prendetemi Signore!

1999 SARAZIN

Sarazin / L'uomo col cappello / Il serpente / Il mondo alla rovescia

2000 OTTONI & SETTIMINI

(ETHNOSUONI ES 5306)
Sarazin / Il cielo sopra Torino / La Lionetta / Il lupo mannaro / Ël setmin / Il serpente / Fiocchi di lana / L'uomo col cappello / Dona bianca / Il mondo alla rovescia / Chanter, boire et rire, rire / Ninnananna nina / Dimanche


Un grande grazie a Giacomo Beatrici per l'aiuto e il materiale inviatomi