Nato a Torino, Siviero ha frequentato
per alcuni anni, non più giovanissimo, il panorama della canzone d’autore,
anche se relegato nelle retrovie. È conosciuto soprattutto per Del
carcere, disco assai interessante e acuto, sua seconda opera del 1975.
Compilato sulla base di lettere, dichiarazioni e riflessioni di detenuti sulla loro condizione e sul funzionamento del sistema carcerario,
è anche una lucida disamina su ciò che può portare in galera molti sottoproletari.
In tredici brani l'album affrontava la condizione di emarginazione e sudditanza che
si può provare nell'entrare nella struttura carceraria: dal confronto con i compagni, al confronto con la guardia carceraria, al reinserimento nella società. Prima di quell’episodio,
comunque sottovalutato perché centrato su temi e linguaggio poco
accomodante, è da ricordare l’esordio nel 1973 con Gianni Siviero,
per i Produttori Associati, rimasto nella penombra, nonostante abbia ricevuto il premio
della critica come miglior disco d’esordio. Nel 1974 compone per Dania,
una giovane cantante, i brani dell'album Son sempre io la donna, sul tema della donna in rapporto all’uomo. Del
1977 pubblica per la Divergo Il castello di Maggio o dell’illusione, testimonianza semplice
e poco colorata della visione che Siverio aveva della realtà d'allora.
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Del
carcere
All'origine / Io vi racconterò / Fossano / Aspettando il processo / Trasferimento / Ed io già ti vedo // Tu che uscirai domani / Giancarlo e gli altri / Tu che hai sbagliato tutto / Non mi scrivere più / Madame Giustizia / Sono libero / Eccellenza
Parole e musica di Gianni Siviero
All'origine
Avete mai guardato
in un cortile
di quelli di ringhiera
stretti e bui
di quelli in cui la gente
si conosce
non perché voglia no
ma perché deve
perché s'incontra sempre
andando al cesso
ne entra uno mentre
l'altro esce
perché se uno distende
le lenzuola
un latro resta al buio
dentro casa
se guardi verso l'alto
è un risalire
di gironi danteschi
verso il cielo
un cielo grigio
che ti sembra un tetto
che copre la miseria
ed il rancore
e il tempo eterno
viene ripartito
tra la fabbrica
il tram e quel cortile
oppure tra la strada
ed il cortile
e la speranza
di poter fuggire
fuggire dove
dentro un casermone
solo per renderti conto
un'altra volta
che spariti i gironi
e avuto il cesso
non cambia niente
e che l'inferno resta
e scopri che ringhiere
e casermoni
hanno due sole uscite
o la galera
oppur la lotta
per chi vuol lottare
per un domani
dove arrivi il sole.
Io vi racconterò
Io vi racconterò
di muri che alla sera
ti si stringono attorno
e ti schiacciano piano
che ti urlano in silenzio
fuori si son scordati
che sei chiuso qui dentro
che ti senti morire
intanto di fuori
continua il rumore
di gente che corre in tondo
cercando di fuori
le cose che io
ho trovato rinchiuso qui
parlo di libertà
perché quattro pareti
ferman le mie ossa
non ferman le mie idee
che volan tra le sbarre
a cercare altre idee
e ritornan gridando
compagno siam con te
io tornerò un giorno tra voi
a parlarvi di mille cose
che son nate in me
leggendo su un muro
Sante ha dormito qui.
Aspettando il processo
Con le dita intrecciate
mani sotto la testa
occhi fissi al soffitto
aspettando il mattino
son due anni che aspetto
il giorno del processo
che preparo parole
che non ricordo più
parole messe in fila
sette per ogni sera
sette per settecento
sono un discorso ormai
mi rendo conto in un momento
che quel discorso non serve più a niente
che quel giudizio l'avete già in mente
non ha più senso spiegare un perché
il vostro è un codice che serve a decidere
senza doversi spiegare un perché
condanno a otto anni invece che a un mese
a pagina venti sta scritto il perché
e mi accorgo ad un tratto
che non m'importa niente
di quello che domani
inventerete per me
preparerò le ore
da riempire di rabbia
più dura è la condanna
più vi condannerà.
Trasferimento
M'han detto stasera alle sette
domani sarai trasferito
non m'hanno spiegato il perché
non so dove sarò portato
m'han detto stasera alle sette
abbiamo deciso così
prepara il tuo sacco e la roba
domani mattina siam qui
stanotte ho scoperto persino
che ormai conoscevo a memoria
il passo di quel carcerato
che va avanti e indietro alle tre
mi son ricordato di colpo
che è uno di Reggio Calabria
che è dentro perché s'è confuso
Torino con Reggio Calabria
stanotte ho scoperto la luna
rettangolo bianco per terra
ho scoperto sgomento il respiro
d'un compagno che resterà qui
due giorni e poi c'era il colloquio
ma ormai come faccio a avvisarti
qualcuno farà una risata
dicendo che non ci son più
dovrò cominciare da capo
chi sei cos'hai fatto ti chiami
perché m'hanno detto domani
domani ti portiam via di qui
Ed io già ti vedo
Ed io già ti vedo
sul treno di notte
la lampada azzurra
l'odore di piedi
ed io già ti vedo
col piccolo in collo
con gli occhi inchiodati
che guardi e non vedi
ed io già ti vedo
coi soldi contati
e tre o quattro soldati
che vanno in licenza
ed io già ti vedo
pensare al ritorno
col piccolo in collo
diaci ore di treno
ed io ti ho davanti
con gli occhi cerchiati
a cercare un corriso
soltanto per me
ed io che già sento
un gran senso di colpa
non riesco a guardarti
e ti parlo di me
ed io che già sento
salire di dentro
il pianto e la rabbia
e l'umiliazione
ed io che ti prego
di darmi la forza
di dirti tra un mese
ritorna da me.
Tu che uscirai domani
Tu che uscirai domani
e tornerai al mondo
tu che hai vissuto tutto
quello che noi viviamo
tu che sai che vuol dire
svegliarsi all'improvviso
perché quello di fianco
sta battendo nel muro
tu che sei sceso all'aria
come scendiamo noi
sognando ad occhi chiusi
d'essere in mezzo a un bosco
tu che sai che vuol dire
aver la tentazione
di vendere un compagno
per una sigaretta
tu che hai atteso invano
risposta a una tua lettera
e che hai pensato tutto
ciò che si può pensare
e l'hai fato legato
al letto di contenzione
o seppellito vivo
giù alla segregazione
tu che uscirai domani
e che potrai gridare
non ti scordar del giorno
che ti portaron qui
urlalo a tutto il mondo
che santo è sant'Antonio
cos'ha Regina Coeli
sotto la sua sottana
rinfaccia a tutto il mondo
quel che succede qui
rinfaccia a tutto il mondo
quel che succede qui.
Giancarlo e gli altri
Noi non sapremo mai
quale sia stata la sua orazione
mentre a un paso dal cielo
gli hanno sparato come a un piccione
forse non ha potuto
gridare boia a chi l'ammazzava
mentre la vita rossa colava
giù per le tegole nella grondaia
mentre stridon le rondini
sopra Firenze la sua agonia
un prete falso dentro una chiesa
affida i morti a un'ave maria
dietro le mura spesse
delle Murate si piange ancora
per quei vent'anni di vita spenti
da un tiro a segno durato un'ora
Un uomo è sempre un uomo
non lo giustifica una divisa
se ha una coscienza in corpo
sa quel che deve e non deve fare
e non venirci a dire
che tu obbedivi che è colpa d'altri
sapevi bene a cosa miravi
mentre puntavi il mitra e sparavi
attento poliziotto
tu che hai sparato e sparerai ancora
il pianto a lungo andare
diventa piombo ed è la tua ora
e non sarai il solo
a pagare il conto nel gran finale
sarà al tuo fianco chi ti comanda
sia un presidente o un generale.
Tu che hai sbagliato tutto
Tu che hai sbagliato tutto
e dall'altra parte ti sei schierato
tu che ti presti al gioco
di chi in galera ci ha condannato
in nome di una paga
ti sei venduto e non hai capito
che io a sei anni son condannato
tu per la vita ti sei fottuto
nascosto in una divisa
ti sei convinto bene o male
che col tua mitra salvi
l'uomo per bene dal criminale
guardati un poco attorno
se non sei cieco t'accorgerai
che il criminale l'hai alle spalle
e non è quello a cui sparerai
ci hanno chiusi qua dentro
perché ci scanniamo come cani
proletari col mitra
e proletari con le mani nude
così potranno dire
che noi siamo bestie e voi siete eroi
e intanto per loro tutto continua
come non fossimo nati mai
piantala di far finta
d'esser convinto di quello che fai
gente è morta di fame
però il servo non l'ha fatto mai
se prendi il mitra in mano
puntalo addosso alla canaglia vera
ed avrai tolto di mezzo il motivo
per cui esiste la galera.
Non mi scrivere più
Non mi scrivere più
a ogni lettera aperta
è come se noi due
ci spogliassimo piano
davanti a guardie e preti
che ridono di noi
non mi scrivere più
di mio figlio che chiede
dove son finito
che cosa sto facendo
del perché i suoi compagni
lo schivano in silenzio
non mi scrivere più
di te che torni a casa
sperando che nessuno
t'incroci per le scale
di come le tue amiche
non ti cerchino più
non mi scrivere più
di mio padre ormai vecchio
che no ha più il coraggio
di andare all'osteria
di mia madre che piange
pensando a quello là
han condannato me
vi han condannato tutti
gridalo a tutti quanti
non devono scordarlo
dillo anche a nostro figlio
vedrai che capirà
non mi scrivere più
teniamo tutti dentro
ce lo diremo a voce
quando uscirò di qua
e veder fiori rossi
color di libertà.
Madame Giustizia
Mi chiamo con un numero
son dentro da sei anni
son sei anni e un giorno
che non faccio all'amore
ormai odio il mio corpo
che non si sa scordare
d'essere ancora vivo
non si vuol rassegnare
avevo una ragazza
scriveva ogni tre mesi
le ho scritto lascia stare
rifatti una tua vita
sono anni che di notte
mi trovo ad ansimare
stringendo tra le braccia
me stesso ed un ricordo
tu direttore e prete
tutori del ricatto
che si nasconde dietro
questo gran baccanale
so che siete impazienti
di vedermi saltare
addosso ad un compagno
come un cane ad aprile
o giustizia italiana
baldracca mercenaria
che usi del mio corpo
come se fosse tuo
per questo sei pagata
per farmi rantolare
ma è solo tuo il piacere
io devo solo urlare
vorrei qui nella branda
la vergine che in chiesa
allarga le sue braccia
stando su un piedestallo
a consolar suo figlio
la vorrei qui svestita
di Edipo me ne frego
son io che ora sto male
tu direttore e prete
tutori del ricatto
che si nasconde dietro
questo gran baccanale
so che siete impazienti
di vedermi saltare
addosso ad un compagno
come un cane ad aprile
non vi rendete conto
che l'unica mia voglia
col tempo è diventata
quella di farvi fuori
insieme a tutto quello
che chiamate giustizia
e invece è la maitresse
del bordello statale.
Sono libero
Ormai son già due mesi che son fuori
e ancor non mi ci sono abituato
son libero di andare dove voglio
son libero di chiedere un lavoro
di cercarmi una casa e una donna
di rimanere fuori fino a tardi
son libero di alzarmi a mezzogiorno
di leggere un giornale oppure un altro
se mi gira d'iscrivermi a un partito
di sceglier sulla lista quel che mangio
di mettermi un vestito a quadrettini
o di girare in zoccoli o blue jeans
libero di cercare e non trovare
lavoro casa donna e tutto il resto
libero di star fuori fino a tardi
perché non trovo un posto per dormire
libero col vestito a quadrettini
regalo d'un compagno di buon cuore
libero di saltare pasto e cena
o di farmi prestare dei quattrini
son libero di odiare tutto il mondo
fatto di gente onesta e di coscienza
che passa il tempo a far beneficenza
sapendo come l'unico sistema
per impedirmi di tornare al mondo
sia costringermi a far della mia vita
un'immensa cambiale da pagare
sapendo che non potrò mai pagarla
son libero di odiare tutto il mondo
fatto di gente onesta e di coscienza.
Eccellenza
Eccellenza lei certo lo sa
come vanno le cose
uno ruba e finisce in galera
per tre o quattro anni
si ricorda di certo che fu
proprio lei a condannarmi
si ricorda di quel che mi disse
durante il processo
lei mi disse la legge è la legge
non può perdonare
il sistema ha dei limiti ma
non ci posso far niente
eccellenza lei forse ricorda
la mia vergogna
ero un ladro avevo rubato
dovevo pagare
tutto ciò che mio padre e mia madre
m'avevano detto
stava scritto lì in quella sentenza
che mi condannava
eccellenza ho una cosa da dirti
ti devo dir grazie
ero un ladro e qui dentro ho scoperto
che sono innocente
eccellenza ho scoperto che il porco
sei tu che stai fuori
sei il porco da guardia che han messo
sopra il capitale
eccellenza non serve spostarci
da un carcere all'altro
dappertutto ormai c'è un compagno
a spiegare le cose
eccellenza è sbagliato rubare
questo l'ho capito
perché basta levarti di mezzo
e non serve rubare. |