Jean Eustache 
(Pessac 1938 - Parigi 1981)


Regista isolato e ascetico, autentico regista maledetto, grande figlio della Nouvelle Vague ne ha perpetuato lo spirito ben oltre gli Anni '60. La maman et la putain, Mes petites amoureuses e Une sale histoire rappresentano indubbiamente gli esiti estremi e radicali del movimento.
Nato il 30 novembre 1938 a Pessac (Gironde). S’interessa di cinema fin dal 1943. Nel 1962 è aiuto-regista e attore in Les roses de la vie, cortometraggio di Paul Vecchiali. Verso la fine deI 1963, Jean Eustache scrive il suo "soggetto personale", Les mauvaises frequentations. Nel 1964 Eustache si dedica al montaggio: Dedans Paris, cortometraggio di Philippe Théaudière, e Les taches, cortometraggio di Raymonde Baudry Delahaye. Nel 1965, Jean-Luc Godard, che ha apprezzato Les mauvaises frequentations diventa produttore del film di Eustache, Le Père Noël à les yeux bleus (t.l. Babbo Natale ha gli occhi blu, 1966), mediometraggio. Girato a Narbonne è la piccola cronaca provinciale con qualche affinità con "I vitelloni" di Fellini; Jean-Pierre Léaud ne è il protagonista. Il film, abbinato a Du còté de Robinson (t.l. Dalla parte di Robinson, 1963), fu distribuito come Les mauvaises fréquentations (t.l. Le cattive compagnie). Nel 1966 si dedica al montaggio di Jean Renoir le Patron, tre trasmissioni televisive, realizzate da Jacques Rivette, per la serie «Cinéastes de Notre Temps ». Nel 1967 cura il montaggio di Les idoles di Marc’O e di L’Accompagnement cortometraggio di Jean André Fieschi. Nel 1968 Eustache produce e gira La rosière de Pessac (rifatto nel 1979); nel 1970 produce e gira Le cochon in collaborazione con Jean Michel Barjol. Nel 1970 monta anche Une Aventure de Billy Le Kid di Luc Moullet. Nel 1971 produce e gira Numèro zèro, film oltre 2 ore, "volutamente" realizzato per rimanere inedito. Nel 1973 realizza il suo film più famoso: La maman et la putain (t.l. La mamma e la puttana, 1973). Lungo tre ore e mezzo viene presentato al festival di Cannes dove suscita tempestose polemiche. Oggi può essere considerato il miglior film francese degli anni ' 70. Su un rigoroso impianto narrativo, fondato sul ricorso al tempo reale con la cinepresa spesso ferma che registra il quotidiano nella sua banalità, il film mette a fuoco la problematica esistenziale di una gioventù inquieta e incerta. Le ultime sue opere sono Mes petites amoureuses (t.l. Le mie piccole innamorate, 1975), straniante reportage sull'educazione sessuale di un ragazzino di provincia che la madre separata toglie al paradiso rurale della nonna e porta con sé a convivere con un amante e a fare l'operaio e Une sale histoire (t.l. Una sporca storia, 1978), racconto di una esperienza di voyeurismo, film che non trovò una distribuzione. Si è tolto la vita nel 1981.


Filmografia:
Du còté de Robìnson (mm, 1963)
Le pére Noël a les yeux bleus (mm, 1965)
Les mauvaises fréquentations (fusione dei due film precedenti, 1966)
La rosière de Pessac (1968-69)
Le cochon (mm, coll. Jean-Michel Barjol, 1971-75)
Numèro zéro (1971 - inedito)
La maman et la putain (1972-73)
Mes petites amoureuses (1974)
Une sale histoire (mm, 1977)
La rosière de Pessac 79 (1979)
Odette Robert (cm, estratto per la televisione di Numèro zèro, 1980)
Le jardin des dèlices de Bosch o A vec passion Bosch (cm, per la televisione, 1980)
Les photos d’Alixe (cm, 1980)