Una
delle figure più radicali dell’alternativa politico-musicale degli
anni Settanta. Utilizzando come strumento una sedia e chiedendo come
cachet il minimo sindacale della paga di una giornata di lavoro di
un metalmeccanico, Del Re era uso lanciarsi in performance imprevedibili
e provocatorie, vere maratone con cui intendeva rappresentare e denunciare
l’infinita ripetitività del lavoro in fabbrica. In un’epoca
in cui il rifiuto del lavoro aveva un valore morale e ideale, Del
Re ha rappresentato l’utopia più estrema della ribellione e
della denuncia. Pur essendo diplomato al Conservatorio di Bari, aveva
infatti rifiutato gli strumenti classici per adottare materiali poveri
e di recupero (cartoni, oggetti casuali) con cui trasformava le canzoni
in recitativi monodici con un accompagnamento ritmico molto sostenuto.
Oggi Del Re, l’ultimo cantastorie di Mola di Bari, come si definisce
lui, la lunga barba bianca, gli occhi pacati e accesi appartiene alla
schiera di quelli che resistono. Si accompagna sempre suonando oggetti
della vita di tutti i giorni, che assumono a volte un significato
simbolico, come quando usa una valigia come percussione, per raccontare
di emigrazione. Nel 2010 il cineasta Angelo Amoroso d'Aragona gli ha
dedicato il documentario "Io e la mia sedia".
Una delle sue ultime apparizioni pubbliche è stata la strepitosa
esibizione sul palco del concerto del Primo maggio 2010, ospite di
Vinicio Capossela. Per l'occasione ha proposto Lavorare con
lentezza - il suo brano più famoso - e Tengo na voglia e fa niente.
Enzo Del Re era nato nel 1944.
Lavorare con lentezza
Lavorare con lentezza
senza fare alcuno sforzo
chi è veloce si fa male
e finisce in ospedale
in ospedale non c'è posto
e si può morire presto.
Lavorare con lentezza
senza fare alcuno sforzo
la salute non ha prezzo,
quindi rallentare il ritmo
pausa pausa ritmo lento,
pausa pausa ritmo lento
sempre fuori dal motore,
vivere a rallentatore.
Lavorare con lentezza
senza fare alcuno sforzo
ti saluto ti saluto,
ti saluto a pugno chiuso
nel mio pugno c'è la lotta
contro la nocività.
Lavorare con lentezza
senza fare alcuno sforzo.
Lavorare con lentezza
Lavorare con lentezza
Lavorare con lentezza
Lavorare con lentezza
Lavorare con lentezza
(recitato)
I lavori massacranti esistono perchè i pesi e i compiti non sono equamente distribuiti. Adoro il lavoro, ma detesto la fatica. La fatica che cosa è? La fatica è quel dolore fisico che si oppone alla continuazione del lavoro. Io per gli sfruttatori non voglio fare
niente, per la classe lavoratrice, alla quale mi onoro di appartenere,
sono disposto a sacrificare la mia vita, ma per i padroni non voglio fare un cazzo!
Tengo na voglia e fa niente
Tengo na voglia
na voglia
e fa... niente!
Comm'o sole dint'a capa,
m'è trasuta a pensata
e s'incontro pa' via,
chi ha inventato a fatica
io, ti giuro, l'accido, pecchè
tengo na voglia
na voglia
e fa... niente!
Si a fatica era 'bbona,
m'ha cunsigliato o' dottore,
si a fatica era 'bbona
nun pregavano i preti
benedizione alla fatica
e a chi la vuole.
Tengo na voglia
na voglia
e fa... niente!
Chi m'ha mis'in catena,
passa a vita in vacanza,
io fatico e fatico
e passo pure da stronzo:
vaffanculo alla fatica
e a chi la vuole.
Tengo na voglia
na voglia
e fa... niente!
La fatica è onore,
ma si ta scansi, meglio ancora!
Beato chi, cumm'è, sa riesce a scansà!
Tengo na voglia
na voglia
e fa... niente! |
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