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Villa S. Maria
Sviluppo Urbano



Il testo sottostante è stato tratto dal libro del

Professore Antonio Di Lello

Storia di Villa S. Maria

Casa Editrice Itinerari - Lanciano

Lo Sviluppo Urbano

Villa S. Maria nacque ad opera dei Padri Benedettini che furono i costruttori della chiesa di S. Maria in Basilica e dell'anneso convento. I coloni che accompagnarono I Padri furono i primi abitanti del piccolo villaggio di S. Maria che sorse nei dintorni del convento. Il villaggio era probabilmente costituito di case in legno o di fango e frasche. Le case erano al centro di un piccolo terreno recintato e tali terreni erano di proprietà del convento. Villa S. Maria subì varie distruzioni. Secondo la tradizione nel 1268 il villaggio fu distrutto da un'invasione dei Saraceni. Nel XIV secolo villa S. Maria fu arsa dal duca di Vaches, forse per punizione, essendosi il popolo ribellato a qualche prepotenza di natura feudale.

Nel XVI secolo, quando il feudo di Villa S. Maria passò ai principi Caracciolo, molto probabilmente essi fecero costruire il castello( o la Villa ) nel luogo dove sorge l'abitazione dell'avvocato Giulio De Prospero, (vedi fig.1).

All'epoca il castello era costituito dal torrione, dall'abitazione della famiglia Mosca e dall'asilo infantile esclua la chiesa di S. Francesco Caracciolo. Le porte di ingresso al castello erano quelle dove compaiono le frecce e contrassegnate con le lettere A ed A1. Si accedeva al castello lungo due strade principali; la prima era quella che conduceva a Penna de Homo (odierna Pennadomo) e che in linea di massima corrispondeva all'attuale Corso Umberto I e Viale della Vittoria; la seconda era quella che si snodava lungo l'attuale supportico e che, dopo alcuni metri, si divideva in due tronchi, uno diretto verso l'odierna Gradini Ponte e che portava a Napoli, capitale del Regno, l'altra lungo via Mercato e via Congrega che conduceva in territorio di Montelapiano. Il trasferimento dei cittadini nella posizione attuale, sulla riva sinistra del Sangro, a ridosso della roccia, avvenne soltanto nel secolo XVII. Varie sono le ipotesi che si fanno circa i motivi che spinsero gli antichi abitanti di Villa S. Maria a trasferirsi nella dimora attuale. Alcuni adducono a sostegno delle proprie tesi le numerose distruzioni cui andò incontro il paese e quindi la necessità di cercare luoghi più sicuri; altri ricercano le cause del trasloco in una terribile pestilenza che decimò la popolazione e che indusse i supestiti a trovare una sistemazione più sana. Il bisogno che i cittadini ebbero di sentirsi più sicuri li portò ad accentrarsi intorno al Castello e ai piedi della roccia. Attorno al castello cominciarono a nascere le prime costruzioni. Nel secolo XVII (vedi fig.2), a partire dal castello, sulla sinistra del torrione, si sviluppava una serie di case, interrotte solo dall'apertura corrispondente all'attuale belvedere in piazza S. Nicola, fino all'abitazione contrassegnata sulla fig.2 con il n.4 e l'edificio n.5, ove oggi ha inizio via Gradini Ponte

Un'altra porta, che abbiamo contrassegnato con la lettera C , si apriva tra l'edificio n. 5 e il gruppo di case che nella figura è segnato col n.6. Salendo su vico I mercato, che all'epoca non esisteva trovandosi esternamete alle porte, si arrivava alla porta D corrispondente al supportico situato in vico freddo, sotto l'edificio n. 7, da cui si accede all'odierno vico I Congrega. All'inizio di vico III Collecarbone si apriva la porta E e all'inizio di via Collecarbone la porta F. Nella stessa epoca si ingrandiva l’Asilo infantile con la costruzione della Chiesa di S. Francesco Caracciolo (n. 8). E' da notare che tutte le case che comparivano al centro di questo cerchio non erano vere e proprie abitazioni. Per la maggior parte erano costruzioni ad un solo piano che servivano da rimesse di animali e da magazzini agricoli. La Chiesa di S. Nicola [n. 9] era molto più piccola di quella odierna; probabilmente solo una cappella dei signori feudali. Dalla cartina si può vedere, inoltre, come la piazza fosse molto più vasta mancando ancora numerosi edifici. Contemporaneamente allo sviluppo di questo primo nucleo, nello stesso secolo, sorgeva al di fuori del paese la Chiesa della Congrega (n. 10], il cui vero nome, meno conosciuto, è Chiesa del S.mo Rosario, essendo Villa S. Maria allora sede di una Congregazione di Carità, da cui appunto il nome di Congrega dato a quel quartiere. Notiamo qui come l'espansione del paese all’inizio avvenne solo lungo la via che conduceva a Napoli e Montelapiano, con un massiccio concentramento verso i piedi della roccia, e ciò sempre per quel desiderio di sicurezza di cui erano pervasi gli abitanti. Come si può rilevare, sempre dalla figura 2, le strade allora esistenti erano quelle che oggi si presentano sotto i nomi di via Collecarbone, vico I Collecarbone, vico II Collecarbone, vico III Collecarbone, via Mercato, inizio di via Gradini Ponte, vico Freddo e piazza S. Nicola. Nel secolo XVII Villa S. Maria continuava la sua espansione sempre a ridosso della roccia e lungo via Mercato. Nella prima metà del secolo XVIII (vedi fig. 3)

si allungavano via Gradini Ponte e via Mercato con la nascita degli edifici contrassegnati con i numeri 11 e 12, dando luogo all'attuale vico I mercato. Con la costruzione degli edifici a monte del paese, a ridosso della roccia, e degli edifici contrassegnati con il n.13, nascevano le vie oggi chiamate rispettivamente via Torretta e via Supportico. I Punti di ingresso al paese ovviamente si spostavano, ma le porte rimanevano nelle stesse posizioni.

Alla fine del secolo XVIII (vedi fig.4) via Mercato raggiungeva la lunghezza attuale fino a Palazzo Castracane che però non ancora compariva. Lungo la parte sinistra di via Mercato non era ancora sorta alcuna abitazione, mentre sulla destra sorgeva il gruppo di edifici contrassegnati con il n. 14. Intanto, nello stesso periodo, una costruzione (n. 15) si affiancava alla Chiesa della Congrega. Cominciava così a riempirsi il vuoto esistente tra quell'ultima ed il nucleo centrale del paese.

Alla metà del secolo XIX (vedi fig.5), con la costruzione del Palazzo Castracane (n. 16) e di tutti gli edifici che sulla cartina sono rappresentati con lo stesso accorgimento grafico usato per il Palazzo Castracane, nasceva l'attuale via Congrega che aveva inizio davanti al suddetto Palazzo, come continuazione di via Mercato, e terminava davanti alla Chiesa della Congrega. In questo periodo i due edifici n.11 e n.12 venivano collegati con un cavalcavia dando luogo ad un piccolo supportico esistente ancora oggi. In questo modo la porta B veniva spostata all'inizio di tale supportico.

Alla fine del secolo XIX (vedi fig.6) è da notare un arresto dell’espansione lungo via Congrega con la costruzione di case più a valle. Si allungava via Gradini Ponte, ma non ancora raggiungeva il fiume; si delineava già l'attuale via Sangrina. I cittadini cominciavano ormai a vedere nella valle terre più fertili e meglio coltivabili, mentre, nel contempo, si cominciava a perdere la paura di invasioni e, di conseguenza, la necessità di arroccarsi. Unica piaga del periodo era rappresentato dal brigantaggio. In questo secolo nascevano le prime costruzioni (n. 18) lungo l'attuale corso Umberto I.

Nel 1900 (vedi fig.7) lo sviluppo urbano assumeva quasi le proporzioni odierne; gli edifici aumentavano lungo via Sangrina e via Gradini Ponte: essi si affacciavano già sulla riva del fiume. Nasceva l'attuale Scesa Valli. Via Gradini Ponte raggiungeva la sua lunghezza odierna, mentre, dalla parte opposta, si notava una notevole espansione lungo la strada proveniente da Pennadomo. Gli edifici lungo corso Umberto I subivano un notevole incremento soprattutto nella parte superiore e si estendevano fino agli edifici n. 19 e n. 20 (attuali abitazioni rispettivamente dei sig. Cotumaccio luigi e Di Cicco Camillo. Non esisteva ancora la deviazione per via Roma, ma la strada proseguiva solo in direzione di Pennadomo, senza neanche il raccordo con la strada per Napoli, non esistendo ancora via Duca degli Abruzzi.

Anche in questo caso lo sviluppo urbano avveniva prima dalla parte superiore del paese dando luogo alle vie oggi chiamate via Salita S. Rocco, via Fontana Media e via Fontana con i relativi vichi. Scarsa era ancora l'espansione degli edifici dalla parte inferiore del corso Umberto I.

Le uniche presenti in questo periodo erano l'abitazione contrassegnata con il n. 21 (di Di Lello Finuoli Domenico), l'abitazione n. 22 (di Lello Francesco), la n. 23 (il Municipio) e così via fino all'edificio n. 19 (Cotumaccio Luigi); quasi completo era lo sviluppo urbano nella parte superiore di Corso Umberto I.

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