Nel mese di ottobre u.s. ho visitato il palazzo Castracane insieme a mio
fratello Domenico e a mia cognata Uta.
Ad accompagnarci abbiamo avuto una guida di eccezione, la proprietaria
stessa del palazzo, la signora Maria Castracane.
Appena sono entrato, mi sono reso subito conto di essere in una casa
particolare, una casa signorile di altri tempi, come ce ne sono poche a
Villa.
Tutto è perfettamente conservato, a parte qualche danno alle tappezzerie
delle
pareti, dovute ad infiltrazioni di acqua del passato. Tutto è perfettamente
arredato secondo il gusto di fine settecento, metà ottocento.
La signora Maria, durante la visita, ci ha raccontato
qualche frammento della sua vita.
Dinanzi alle finestre, con vista sul fiume Sangro, mi ha
colpito un vecchio telefono.
La signora mi ha spiegato che, più che un telefono, era un
citofono con il quale i suoi comunicavano con il pastificio del quale,
da queste finestre, ancora oggi si ha un'ottima vista.
Nella sala da pranzo,
dominata da un bellissimo pianoforte, ci ha raccontato della festa per il
suo matrimonio e del menù di nozze che per i tempi era un qualcosa di
veramente
speciale e che pochi potevano permettersi.
La cucina del palazzo è caratterizzata da un grandissimo camino. La mamma della signora
Maria,
nel periodo invernale, spesso si metteva in un angolo di questo camino,
all'interno dello stesso, per recitare le preghiere.
Nel periodo della seconda guerra mondiale, nel palazzo si sono avvicendati
prima i tedeschi, poi gli Inglesi.
La casa è piena anche dei ritratti dei suoi avi, tra i quali spicca
quello di Ismaele Castracane.
Le pareti sono ricoperte di stoffa o tinteggiate con motivi che ci
riportano indietro nel tempo.
I fili e gli interruttori elettrici sono anch'essi quelli del passato.
La visita è continuata fino alle cantine dove ancora è presente
una sorgente d'acqua.
La signora si è anche lamentata delle enormi spese cui deve tener fronte
per mantenere il palazzo.
Vista la bellezza e l'importanza del palazzo, sia per la famiglia Castracane,
che per Villa, sarebbe molto interessante se il comune potesse acquistarlo per trasformarlo in un museo. Nel caso in cui il Sindaco di Villa leggesse
questa pagina lo inviterei a farci un pensierino.
Ho preparato questa pagina da molto tempo, ma
ho aspettato a pubblicarla in quanto volevo sentire prima la signora Maria.
Dal momento che non sono riuscito ad avere il suo telefono ho pensato di procedere ugualmente.
Nel Caso ci fossero delle contrarietà sono pronto a toglierla.