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Buonanotte Vecchio:

"Un paese che scompare"


Buonanotte Vecchio fu abbandonato circa 25 anni fa a causa di una frana che lo minacciava sin dalle fondamenta e che ancora oggi è visibile sia dallo stesso paese che da Pennadomo. Il paese fu abbandonato lentamente da tutti gli abitanti e fu risostruito poco distante prendendo il nome di Montebello sul Sangro.

Nel corso degli anni sono andato tre volte in visita a Buonanotte vecchio. Della prima volta, ormai lontana, ricordo la mia amarezza nel vedere il paese abbandonato e pensai al disagio di tutti gli abitanti che dovettero lasciare la propria casa per ricostruirsene un'altra in un posto più sicuro. Di quella volta porto il Ricordo di alcune bellissime porte con gli stipiti in pietra.

Alune di esse avevano le chiavi di volta molto lavorate, con una bellissima simbologia, per me indecifrabile. Alcune case, soprattutto quelle all'inizio del paese, erano ancora abitate. Ricordo una signora che mal sopportava la visita degli estranei. Della seconda visita ricordo che molte case cominciavano ad essere aperte e, in alcuni casi, sembravano come se fossero saccheggiate.

Notai che i proprietari cercavano di proteggere gli ingressi delle ex abitazioni con modi molto artigianali per limitare le continue violazioni. Ricordo di essere entrato in alcune di queste case aperte. Rimasi colpito da quello che mi trovai davanti perchè ebbi un tuffo nel passato nel vedere quelle abitazione non più contemporanee.


Rimasi molto colpito non solo dalla presenza dei caminetti, dei forni per il pane e delle decorazioni delle stanze, ma anche del modo in cui erano distribuite. La fattura delle cose, come le credenze direttamente nelle mura, mi parlavano di un tempo ormai passato.


La mia ultima visita a Buonanotte Vecchio risale ai primi di ottobre di quest'anno. Questa volta il paese lo ho trovato completamente abbandonato. La via principale, una scalinata fatta di sassi, è ancora in buono stato di conservazione. Arrivati al pianoro, però, ho notato che i cespugli cominciano ad impossessarsi della strada.

Molte case stanno crollando. Questa volta non sono più immagini di saccheggio, ma si tratta del saccheggio del tempo. Infatti, molti tetti sono crollati e con essi, lentamente, le case stanno venendo giù. E' un vero peccato che i tetti di queste case non siano stati riparati in quanto alcune di esse erano e per quelle ancora in piedi continuano ad essere la testimonianze del modo di abitare fino agli anni '50, non solo di questo paese, ma di tutta la zona.

Mi auguro, comunque, che non tutto cada e che altri possono ancora trovare delle testimonianze.

Roma 21 Ottobre 2000

Gianfranco Mascioli

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