DALLA ROMANIZZAZIONE AL MEDIOEVO

Dopo aver sottomesso i Liguri Apuani, i Romani nel 177 a.C. fondano sulla costa apuana accupata la collina di Luni, iniziando la "romanizzazione" del litorale, del territorio circostante e anche della parte più a sud della Lunigiana, come indica l' origine latina di numerosi toponimi (quelli terminanti in -ano ). Luni , o "Luna" in latino, città che darà il nome alla Lunigiana, diventapontr2ms.gif (48996 bytes) importantissima; da quì infatti partono le navi con i carichi di marmo estratto dalle cave delle Alpi Apuane, lo stesso che decora la città conferendole una bellezza unica. La caduta dell' impero, il successivo abbandono e il parziale insabbiamento del portodecretano la fine della colonia romana. Sotto il dominio bizantino ,che segue quello ostrogoto, la Lunigiana costituisce la Provincia Maritima Italorum . Ciò consente una temporanea rivitalizzazione del porto di Luni, che è in grado di assicurare scambi continui e rifornimenti. La presenza bizzantina in Lunigiana porta una struttura statale definita, mal sopportata dagli abitanti della Lunigiana gravati da tasse impopolari che servivano a sostenere la guerra in atto contro i Longobardi, attestati al confine a nord appena oltre gli Appennini. Di questo periodo rimangono due significative testimonianze: Filatiera e Filetto , veri e propri presidi militari fortificati di confine. La Guerra tra Bizzantini e Longobardi termina nel 640, quando l' esercito longobardo, rotto il fronte della difesa bizzantina sul fianco orientale, penetra da sud in Lunigiana. E' questo il periodo delle "missioni" che dovevano eliminare le sacche di paganesimo sopravvissute nel territorio. Il fatto sarebbe confermato dalla presenza di una lapide, proprio a Filatiera, dove si parla di Leodegar, probabilmente vescovo longobardo, morto nel 752, che con la fede convertì a Cristo i riti dei peccatori. Per fare questo egli spezzò gli idoli, molto probabilmente le Statue Stele, molte delle quali infatti sono state ritrovate spezzate in più parti.

IL MEDIOEVO

Con la sconfitta dei Longobardi ad opera di Carlo Magno, che in seguito investe gli Obertenghi nell' 802 quali feudatari, la Lunigiana entra nel Medioevo. Dall' originaria famiglia degli Obertenghi discendoni i Malaspina che rimarranno feudatari in Lunigiana fino alla Rivoluzione francese. Nel 1221 avviene la divisione del casato in due rami, tra Obizzino e Corrado Malaspina: al primo, che adotta il nuovo stemma dello spino fiorito, vanno i territori a sinistra del fiume Magra, escluso il feudo di Villafranca; al secondo, che mantiene il tradizionale spino secco come stemma, quelli a destra compreso Villafranca. I territori di destra hanno come capitale Filatiera , quelli di sinistra la capitale del feudo originario, Mulazzo . I vescovi conti di Luni, che nell' VIII secolo si sono trasferiti dall' antica e ormai inospitale città romana a Sarzana, si pongono in lotta con i Malaspina per il predominio sul "comitato lunese"; alla fine prevalsero i Malaspina, come sancisce nel 1306 la pace di Castelnuovo Magra in cui fu patrocinatore dei vincitori Dante Alighieri. Il periodo di splendore per la famiglia termina nel XVI secolo; per i Malaspina colpiti da un' insanabile crisi economica e indeboliti da una progressiva divisione dei feudi tra tutti gli eredi che obbliga molti apontr1ms.gif (42361 bytes) cercare fortuna altrove, inizia una decadenza inarrestabile che solo la figura di Spinetta Malaspina, signore della Verrucola (castello poco a nord di Fivizzano), tenta di risollevare. Protagonista di una fiera lotta contro il lucchese Castruccio di Castracani degli Alteminelli , Spinetta sarà comunque sconfitto. A partire dal 1332 Castruccio si rende autore di un' altro episodio in Lunigiana: la costruzione della fortezza che separò materialmente in due zone la città di Pontremoli . Unico comune rimasto libero in Lunigiana dal dominio malaspiniano, Pontremoli chiama Castruccio perché ponga fine alle sanguinose lotte intestine delle famiglie locali. Il capitano lucchese afferma il suo potere in città costruendo la fortezza detta le "cacciaguerra" proprio perché doveva riportare la pace tra i contendenti. Era costituita da tre torri di difesa e da un alto muro di pietra, poi inglobato all' interno delle case che gli vennero addossate. All' esterno rimangono due delle tre torri, quella centrale, la più grande, oggi simbolo della città (il Campanone) e una delle due laterali, diventa il campanile del Duomo. La Lunigiana per la sua posizione geografica diventa un territorio ambito: le grandi città vicine intravedono nel suo possesso la possibilità di controllare gran parte delle comunicazioni tra nord e sud. Mentre la bassa valle, in precedenza teatro di lotte tra le repubbliche di Pisa e Genova, diventa territorio di conquista della repubblica di le Firenze , L' alta valle è sottomessa al dominio dei visconti di le Milano che subentrano a Castruccio nel controllo dell' importane nodo viario di Pontremoli. Firenze allarga la sua espansione: nel 1404 le comunità di Albiano, Caprigliola e Stadano (situate tra la bassa e la media valle) si danno alla repubblica fiorentina e in seguito anche Castiglione del Terziere, Bagnone, Fivizzano e Casola vengono acquistate da Firenze. La Lunigiana si trova così divisa in zone di diversa influenza: a sud e a nord est Firenze, sulla riva destra i Malaspina, a Pontremoli (a nord) e nei territori circostanti gli Sforza. Proprio Pontremoli, alla fine del XV secolo, è protagonista suo malgrado di un grave episodio: i soldati svizzeri dell' esercito dell' imperatore Carlo VIII che risaliva l' Italia dopo la vittoriosa spedizione a Napoli, appiccano il fuoco al borgo. La città brucia per tre giorni e tre notti e nell' incendio vanno perduti la maggior parte degli archivi del tempo; a ricordo del fatto, rimane una lapide murata sul bordo della via che conduce al castello.

 

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