Nave Audace

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Nave Audace  D 551

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Nave Audace 1914

Nave Audace 1916

 

   

 

Il cacciatorpediniere Audace  ( del 1914)

 Il Nome AUDACE era già stato utilizzato in passato per identificare altre due navi della Regia Marina Italiana,  tra il 1992 e il 1994 venne costruita nei cantieri navali di Orlando a Livorno con un progetto derivante dalla classe Indomito il cacciatorpediniere Audace, la nave venne impostata nell'aprile del 1912, varata il 4 maggio 1913 ed entrò in servizio nel marzo del 1914.

Quando l'Italia  entrò nel primo conflitto mondiale l'Audace comandata dal CV Cantù faceva parte della prima squadriglia cacciatorpediniere di base a Brindisi con le unità Animoso, Ardente, Ardito e Francesco Nullo.

Il giorno stesso della  dichiarazione di guerra, il 24 maggio 1915, l'Audace, l'Ardito e l'Animoso effettuarono una missione antisommergibile nel golfo del Drin e successivamente al largo di Cattaro,  il 9 giugno 1915 insieme ad altre unità fece parte della scorta agli incrociatori corazzati Garibaldi e Vittor Pisani, partecipando al bombardamento dei fari di Capo Rodoni e San Giovanni di Medua sempre sulla costa adriatica dei Balcani.

L'11 luglio 1915 l’Audace con l’Animoso, l’Ardente e l’Ardito scortarono l'esploratore Quarto  sbarcarono le avanguardie delle truppe predisposte per l'occupazione dell'isola di Pelagosa situata al cento del Mar Adriatico che si concluse senza problemi.

Il 13 giugno 1916 al comando del CF Piazza, l'Audace fornì scorta e supporto, insieme ad altre cacciatorpediniere, ai  MAS  5 e 7, che rimorchiati  delle  torpediniere  35 PN e 37 PN  attaccarono inutilmente gli Austriaci nel porto di San Giovanni di Medua  a causa dell'assenza di naviglio ormeggiato, la formazione dovette  ripiegare frettolosamente sotto il fuoco dell'artiglieria  nemica senza fortunatamente riportare danni.

Il 25 giugno dello stesso anno però, la nave fece parte del gruppo di protezione a distanza  per un nuovo attacco da parte dei MAS 5 e 7, contro Durazzo e in questa occasione il risultato fu il grave danneggiamento del piroscafo Sarajevo.

L'Audace affondo nella notte tra il 29 ed i 30 agosto al largo di Capo Colonna nel Mar Ionio mentre scortava il piroscafo Brasile da Taranto a Salonicco entrando in collisione con questo, il relitto del cacciatorpediniere è stato ritrovato nel 2007, ad una profondità compresa tra i 110 ed i 120 metri, in assetto di navigazione con la prua orientata verso sud.

L'unità venne subito rimpiazzata con altra di progettazione e costruzione britannica su precedente commessa giapponese che l'aveva battezzata Kawakaze, con il consenso della Marina Nipponica fu acquistata dall'Italia nel 1916, la nuova Audace, inizialmente chiamata RN Intrepido dimostrò di avere buone qualità marine, robustezza e manovrabilità.

Scheda tecnica

Nome

Audace

Audace 1914  

Tipo

Cacciatorpediniere

Classe

Audace

Proprietario

 Regia Marina Italiana

Cantiere

Orlando ( Livorno )

Impostata

Aprile 1912

Varata

4 maggio 1913

In servizio

Marzo 1914

Destino finale

Affondata il 30 agosto 1916

Dislocamento

780 t  ( 820 t a pieno carico )

Lunghezza

76,1 m

Larghezza

7,5 m

Pescaggio

2,6 m

Propulsione

4 caldaie White-Fosters

 

2 turbine a vapore Zoelly

Potenza

16.000 HP

Eliche

2

Velocità

30 nodi

Autonomia

1450 miglia a 10 nodi

Equipaggio

70 in totale

Artiglieria

1 pezzo da 120/40 mm

 

4 pezzi da 76/40 mm

Siluri

2 tubi lanciasiluri da 450 mm

 

  Foto, video, disegni Audace 1914

Collegamento a pianeta mare sul relitto dell'Audace non più disponibile     Pianeta Mare - Speciale “Audace” - BLUIMAGE ( ? )

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Audace (cacciatorpediniere e torpediniera)  del 1916

Nel 1913 la seconda nave Audace iniziò ad essere costruita costruita nel Regno Unito nel cantieri navali Yarrow a Glasgow e avrebbe dovuto andare a far parte della flotta della Marina Imperiale Giapponese nella classe Urakaze con il nome Kawakazema  ma venne acquistata dalla Regia Marina Italiana nel 1916 a costruzione non ancora ultimata per sopperire alla carenza  di siluranti, in questa fase le caratteristiche di progetto subirono delle sostanziali modifiche,  il dislocamento standard che era di 907 t e di 1085 t a pieno carico venne aumentato, l'armamento previsto che consisteva in un solo cannone da 120/45 mm, 4 cannoni da 80/40 mm e quattro tubi lanciasiluri da 450 mm venne completamente rivisto.

La nave si rivelò essere una buona unità, robusta e manovrabile, costò 4.600.000 lire dell'epoca ed era particolarmente veloce, superava infatti i 30 nodi, lo scafo era in acciaio e suddiviso da 19 paratie stagne trasversali.  Uscita dai cantieri ancora priva dell’armamento, fu trasferita a Napoli dove giunse il 9 gennaio 1917 e dove venne armata, in marzo fu inviata a Brindisi e durante il viaggio scortò nel tratto Messina Taranto i sommergibili  H 1 e H 2 appena giunti dal Canada dove erano stati costruiti, la nave partecipò attivamente alla prima guerra mondiale in alto Adriatico svolgendo un servizio molto intenso.

L’11 maggio 1917 salpò da Venezia al comando del CF Piazza, insieme ai cacciatorpediniere Animoso, Ardente,  Ardito e Giuseppe Cesare Abba per intercettare un gruppo di siluranti austroungariche, il convoglio nemico composto dal cacciatorpediniere Csikos e dalle torpediniere 78 T, 93 T e 96 T  fu avvistato alle 15.30, a circa 10.000 m di distanza, ma essendo però le due formazioni nel frattempo giunte troppo vicine all'importante base navale austroungarica di Pola le unità italiane dovettero ripiegare rientrando a Venezia.

Nella notte tra il 13 ed il 14 agosto del medesimo anno la nave lasciò Venezia unitamente ad altre unità per scontrarsi con un gruppo di navi nemiche che avevano appoggiato un'incursione aerea contro la piazzaforte veneta; tuttavia delle navi componenti la formazione solo l’Orsini riuscì ad avere un breve e fugace contatto con le navi austriache.

Il 29 settembre 1917 la nave designata come caposquadriglia, al comando del CF Arturo Cisano uscì in mare assieme all' Ardente, l'Ardito e ad una seconda formazione costituita da cinque unità come forza di supporto ad un bombardamento effettuato da 10 aerei contro Pola. La formazione italiana ebbe poi un breve scontro serale con una formazione austroungarica, senza conseguire risultati di rilievo.

Il 16 novembre 1917  l'Audace fu inviato, insieme all' Orsini, l'Acerbi, lo Stocco, l'Ardente e l'Abba, a contrastare il bombardamento effettuato dalle corazzate austroungariche Wien e Budapest contro le  batterie d'artiglieria e le linee italiane di quella località: la squadra navale supportò l’attacco dei  MAS 13 e 15 che, insieme a quello dei sommergibili  F 11ed F 13 e al concorso aereo  contribuì a disturbare l’azione nemica, sino a determinare il ritiro delle due corazzate.

Il 18 novembre dello stesso anno Animoso, Abba, Ardente ed Audace bombardarono le linee austriache tra Caorle e Revedoli.

Il 28 novembre Animoso, Ardente, Ardito, Abba, Audace, Orsini, Acerbi, Sirtori e Stocco, insieme agli esploratori Aquila e Sparviero, partirono da Venezia ed insieme ad alcuni idrovolanti da ricognizione, inseguirono una formazione austriaca, composta dai cacciatorpediniere Dikla, Streiter ed Huszar e da quattro torpediniere, che aveva bombardato la ferrovia nei pressi della foce del Metauro. Le navi italiane dovettero rinunciare all’inseguimento quando giunsero nei pressi di Capo Promontone, zona troppo vicino a Pola.

Il 7 febbraio 1918 l’Audace, l’Abba e l’Animoso, partiti alle 10.45 da Venezia, rimorchiarono sino al «punto O» (20 miglia ad ovest di Sansego) i MAS 94, 95, 96 comandati rispettivamente dal STV Andrea Ferrarini, il TV Profeta De Santis e il CC Luigi Rizzo  destinati all’azione divenuta poi nota come  la beffa di Buccari. Giunti al «punto O», i tre cacciatorpediniere cedettero il rimorchio alle torpediniere  12 PN, 13PN e 18 PN e si posizionarono ad una cinquantina di miglia da Ancona, onde supportare i MAS al termine della missione. Nonostante l'ardita incursione non produsse risultati rilevanti a causa delle reti antisiluro poste a protezione dei piroscafi ricoverati in porto,  l'azione ebbe ugualmente un grande clamore e produsse l'effetto di risollevare il morale italiano messo a dura prova dallo sfondamento subito a Caporetto per via dei volantini  di scherno lasciati sul posto in tre bottiglie galleggianti scritti dal poeta Gabriele d'Annunzio.

Nella notte tra il 1° ed il 2 luglio 1918 i cacciatorpediniere Audace, Acerbi, Orsini, Sirtori, Stocco, Missori e La Masa fornirono supporto a distanza ad alla formazione di torpediniere 64 PN, 65 PN, 66 PN, 40 PN e 48 OS, in appoggio, al Climene e al Procione impegnate nel bombardamento delle linee austroungariche tra  Cortellazzo e  Caorle, venne poi simulato uno sbarco condotto dalle torpediniere 15 OS, 18 OS, 3 PN e pontoni da sbarco fittizi a rimorchio per distrarre le truppe nemiche. Il gruppo italiano di cacciatorpediniere si scontrò anche con una formazione austroungarica composta due torpediniere e dai cacciatorpediniere Csikos e  Balaton: dopo un breve scambio di cannonate, durante il quale le navi avversarie, specie il Balaton, riportarono alcuni danni, le unità italiane poterono proseguire nel loro compito, mentre quelle austriache ripiegarono verso Pola.

L’Audace ebbe un ruolo di primo piano nelle operazioni della Regia Marina riguardanti l’armistizio di Villa Giusti.  Il 3 novembre 1918 la nave salpò da Venezia insieme ai cacciatorpediniere La Masa, Missori e Fabrizi  alle quali si aggiunsero le torpediniere Climene e Procione, partite da Cortellazzo e fece rotta per Trieste, dove la formazione giunse alle 16.10 sbarcando 200 carabinieri ed il generale Carlo Petitti di Roreto che erano a bordo dell’Audace, la folla acclamante, proclamò l’annessione della città all’Italia, l’Audace fu la prima nave italiana ad attraccare a Trieste liberata dagli austriaci.

Dopo essersi recata a Zara il 7 novembre, per sbarcarvi una compagnia di marinai e provviste per la popolazione civile, la nave tornò a Trieste il 10 novembre scortata dalle torpediniere 16 OS e 68 PN  con a bordo il re Vittorio Emanuele III e i generali Armando Diaz e Pietro Badoglio, in seguito a ciò l'allora Molo San Carlo venne ribattezzato molo Audace mentre il lungomare contiguo assunse il nome di Riva 3 novembre a ricordo del giorno in cui avvenne l'arrivo della nave. Ancora oggi l'ancora dell'Audace, a ricordo dell’evento, è esposta a Trieste alla base del Faro della Vittoria.

A metà mese la nave fu inviata a Pola insieme all’incrociatore britannico Dartmouth ed il 17 novembre l’Audace trasportò a  Fiume un reparto statunitense, che insieme ad altri reparti italiani e serbi completò l’occupazione della città.

Il 23 dicembre 1918 il cacciatorpediniere soccorse nelle acque di Sebenico il mercantile inglese Queen Elizabeth, danneggiato dall’urto contro una mina.

Il 24 marzo 1919 l’Audace, con a bordo il re Vittorio Emanuele III, il Ministro della Marina e i Presidenti delle Camere, si fece incontro alla formazione delle navi austroungariche assegnate all'Italia che si trasferivano da Pola a Venezia.

Tra il settembre 1920 ed il giugno 1921 l’unità fu assegnata alla «Divisione del Levante» e andò di base a Smirne, per poi essere trasferita a Sebenico.

Sottoposto ad un turno di lavori di manutenzione nell’Arsenale di Taranto, l’Audace venne quindi inviato a Candia (Creta), mentre dal gennaio all’aprile 1923 fu posto alle dipendenze del governatore di Tripoli, ove stazionò in quel periodo.

In agosto dello stesso anno la nave salpò verso Tangeri per una missione della massima riservatezza, con a bordo 12 carabinieri e un Maresciallo, a causa di un incidente di ordine pubblico che aveva coinvolto alcuni connazionali e la polizia dell'Amministrazione internazionale della città.

Dal 1923 al 1928 l’Audace fu nave ammiraglia del Dipartimento di Taranto, prendendo parte a crociere ed esercitazioni nel Dodecaneso ed in Mar Egeo durante le estati, periodi nei quali era inquadrata nelle flottiglie siluranti dell’Armata Navale.

Destinata alla Divisione Speciale e posta in riserva, la nave fu declassata a torpediniera il 1º ottobre 1929 e destinata ad operazioni nell’Adriatico settentrionale. Fu poi inviata a Tripoli e quindi in Mar Rosso, facendo parte della Divisione Navale dell’Africa Orientale Italiana.

Durante la guerra civile spagnola, nel 1937, l’Audace svolse alcune missioni al largo delle coste della Spagna toccando i porti di Tangeri, Cadice e di altre città del bacino occidentale del Mediterraneo.

Sempre nel 1937 l’unità fu modificata in modo da poter guidare navi bersaglio radiocomandate e quindi fu trasferita nel Tirreno settentrionale per fungere da nave-guida della nave bersaglio San Marco.

All’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale l’Audace aveva base a La Spezia e partecipò al conflitto in ruoli secondari, essendo una nave ormai vecchia e superata: la sua principale attività, durante il 1940 ed il 1941, consisté in missioni addestrative per conto dapprima della Scuola Cannonieri e poi della Scuola Sommergibili, entrambe a Pola, oltre ad un ridotto numero di missioni antisommergibile e di scorta convogli.

Nel 1942 ed il 1943 l’Audace, dopo lavori di trasformazione che la resero una unità scorta antiaerea, fu invece impiegata principalmente in missioni di scorta, venendo comunque utilizzata sulle relativamente tranquille rotte dell’Adriatico.

Alla proclamazione dell’armistizio, l’8 settembre 1943 la nave che si trovava ormeggiata allo stesso molo di Trieste a cui aveva dato il nome,  l’indomani lasciò Trieste e si trasferì a Venezia. L’Audace ripartì poi dal capoluogo veneto per tentare di dirigere verso sud, per raggiungere un porto alleato, ma fu obbligato da sopraggiunti guasti ad invertire la rotta e rientrare a Venezia, dove fu catturato dalle truppe tedesche.

Incorporato nella Kriegsmarine ( Marina Militare Tedesca durante la seconda guerra mondiale ) e ribattezzato TA 20, l’ormai ex Audace fu impiegato in Adriatico negli ultimi mesi del 1943, partecipando a missioni di scorta, posa di mine ed azioni antipartigiane insieme ad altre vecchie unità ex italiane, quali l’incrociatore Niobe e le torpediniere TA 21 Wildfang e TA 22. L’ultima azione della nave consisté nella distruzione di fabbriche di liquori a Zara e Sebenico.

Il 1º novembre 1944 la TA 20 e le due corvette UJ 202 (ex italiana Melpomene) ed UJ 208 (ex italiana Spingarda) furono inviate da Zara ad Arbe in missione per il trasporto di truppe, ma alle 19.50 dello stesso giorno le due corvette furono avvistate al largo di Pago dai cacciatorpediniere britannici Avon Vale e Wheatland: alle 20.10 le navi inglesi aprirono il fuoco da 3600 metri distruggendo in breve tempo le due unità tedesche. Mentre l’Avon Vale iniziava le operazioni di salvataggio dei naufraghi della prima corvetta ed il Wheatland ultimava la distruzione della seconda, intervenne la TA 20, che approfittò dell’iniziale sorpresa e direzione delle unità avversarie. Dopo che ebbero cambiato rotta, tuttavia, i due cacciatorpediniere ebbero rapidamente la meglio sulla vetusta unità tedesca: la TA 20 fu dapprima centrata in plancia con la morte di comandante ed ufficiali, poi colpita in sala macchine; tentò di ripiegare ed allontanarsi, ma, irrimediabilmente danneggiata, dovette essere abbandonata dall’equipaggio ed andò a fondo. L’Avon Vale ed il Wheatland recuperarono 71 sopravvissuti della TA 20, mentre altri venti furono salvati il giorno seguente da un’unità tedesca, che li sbarcò a Trieste.

Il relitto della TA 20 è stato individuato nell'agosto del 1999 dai subacquei triestini, Leonardo Laneve e Mario Arena. Il relitto giace alla profondità di 80 metri, leggermente inclinato sulla fiancata di sinistra, con le strutture esterne notevolmente incrostate, ma con tutti gli armamenti ben visibili e in perfetto stato di conservazione.

Scheda tecnica

Nome

Audace

Audace 1916  

Tipo

Cacciatorpediniere (1916-1929)

 

Torpediniera (1929-1944)

Classe

unità singola

 

  L'Audace durante il servizio nella Regia Marina

Proprietario

  Regia Marina (1916-1943)
  Kriegsmarine (1943-1944)

Cantiere

Yarrow  ( Glasgow )

Impostata

1º ottobre 1913

Varata

27 settembre 1916

In servizio

23 dicembre 1916

Destino finale

Affondata il 1º novembre 1944

Dislocamento

1250 t  ( 1364 t  a pieno carico )

Lunghezza

87,6 m

Larghezza

8,4 m

Pescaggio

2,8 m

Propulsione

3 caldaie

 

2 turbine a vapore

Potenza

22.000 HP

Eliche

2

Velocità

30 nodi

Autonomia

2180 miglia a 15 nodi

Equipaggio

118 in totale

 

7 pezzi da 102/35 mm  binati

 

2 p contraerei 40/39 mm singoli

Armamento

4 lanciasiluri da 450 mm

 

8 bombe torpedini da getto

 

1 torpedine da rimorchio

Sistemi difesa

2 paramine tipo C

 

  Foto e documenti Audace 1916

Audace - Canale di Taranto

 Nave Audace a Venezia

 
   

L'Audace sotto bandiera tedesca  TA20

<= Messaggio lasciato da D'Annunzio nelle acque di Buccari

« In onta alla cautissima Flotta austriaca occupata a covare senza fine dentro i porti sicuri la gloriuzza di Lissa, sono venuti col ferro e col fuoco a scuotere la prudenza nel suo più comodo rifugio i marinai d'Italia, che si ridono d'ogni sorta di reti e di sbarre, pronti sempre a osare l'inosabile. E un buon compagno, ben noto - il nemico capitale, fra tutti i nemici il nemicissimo, quello di Pola e di Cattaro - è venuto con loro a beffarsi della taglia »

   

L'arrivo a Trieste dell'Audace, accolta dalla popolazione festante

L'iscrizione sulla rosa dei venti in cima al Molo Audace di Trieste

   

L'ancora dell'Audace alla base del Faro della Vittoria di Trieste

Disegno - Audace e Francesco Nullo

 

Il molo Audace - Trieste

Molo Audace all'epoca

 

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