Il Cappellone

 

La Cappella del S.S. Corpo di Cristo: una sinagoga travestita?  

Il donjon della modernizzazione socioeconomica in età moderna  

 

L'insolito e, per molti versi spettacolare sviluppo socioeconomico della Terra di Gesualdo nei secoli XVII e XVIII ha una sua prima chiave di lettura nella proprietà diffusa delle sue terre e nella sottrazione precoce e radicale de11'Università  al feudatario dei terreni feudali e, tranne il diritto di molitura, dei diritti proibitivi (trappeti, forni, panatica, taverna, ecc..), già molto prima del Cinquecento.

Non che a fine Settecento non vi siano patrimoni feudali o sia scomparsa l'opprimente giurisdizione, o che non sia presente una significativa proprietà privata di alcune famiglie gentilizie cresciute all'ombra del Barone; ma sia la presenza del feudatario che quella dei suoi agenti, è molto contenuta e combattuta nelle sue prevaricazioni continui tentativi di egemonia.

Ma cosa è accaduto dopo il Cinquecento da impedire che si formassero strozzature sociali e politiche a tale sviluppo?

Tale ininterrotta modernizzazione pare spiegabile attraverso un'istituzione particolare: la Cappella dei S.S. Corpo di Cristo, che, sotto la veste di luogo pio dell'Università, nasconde una macchina potente che, da un lato, eredita i rapporti di forza consolidati già agli albori dell'età moderna, e, da un altro, si trasforma in straordinario fattore propulsivo delle dinamiche di sviluppo cittadino.

I documenti di cui disponiamo della Cappella del SS. Corpo di Cristo (alias Cappellone), di jus patronato dell'Università, pur lacunosi, sono straordinariamente illuminanti. Il primo fondo è costituito dai protocolli notarili contenenti, tra l’altro, i legati dei cittadini che fanno testamento a favore della Cappella; il secondo

 

 

(1) Cfr. Archivio di Stato di Avellino (ASA), Protocolli notarili di Sant'Angelo dei Lombardi, sub voce Gesualdo, notai dei '600 e '700. I più antichi atti notarili superstiti, che risalgono agli inizi del '600 (b. 1603, anni 1603-1617, notaio Melchionna Lucio di Fontanarosa, passim), lasciano supporre che la Cappella abbia una storia più antica, probabilmente, dato il nome, coeva al Concilio di Trento. Nonostante le ricerche accurate presso l'Archivio di stato di Napoli e di Avellino, non mi è stato possibile rinvenire lo statuto.  

 

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